Roma, 29 settembre 2009
Al Dirigente Generale
Avv. Vincenzo Schiavone
e, p.c. Organizzazioni Sindacali Regionali
Cisl, Uil, Cisal ed RdB
e, p.c. A tutto il Personale
In questo momento difficile e di transizione dell’Istituto, che ha coinciso con il rilascio del nuovo Piano Industriale dell’INPDAP e le famigerate norme brunettiane della L. 133/2008 e L. 15/2009, la Cgil deve fare qualche doverosa riflessione circa il personale inquadrato nella qualifica A, non solo per ricordare l’impegno profuso da questa O.S. nell’evidenziare all’Amministrazione un problema che non può più essere sottovalutato, ma anche per sollecitare ed individuare insieme a tutte le parti coinvolte una soluzione non più procrastinabile.
La gestazione e creazione di questo Istituto, ha visto l’impegno di tutte le sue componenti; in particolare molti dipendenti dell’area A sono stati per anni impegnati per raggiungere e realizzare gli obiettivi di produzione e si sono resi protagonisti dei risultati raggiunti, svolgendo, salvo sporadici casi, quasi sempre mansioni superiori. Senza averne mai un riconoscimento né formale né economico.
L’applicazione alcuni anni fa dell’art. 25 ha permesso di dare un giusto riconoscimento verso l’area B a molti di questi lavoratori. Ma l’obiettivo che le OO.SS. tutte si erano prefissato era lo svuotamento dell’Area A. E purtroppo quelli transitati all’Inpdap dopo una certa data risultano essere stati più sfortunati di colleghi transitati all’INPS ed INAIL. La CGIL si e’ attivata, affinché venga riconosciuto il giusto inquadramento a chi svolge ormai da anni mansioni ben più superiori a quelle di appartenenza ( è un fatto noto ed accertato che il lavoro svolto da questi colleghi all’interno delle nostre aree è completo e variegato: c’è chi si occupa di pensioni, chi di liquidazioni, chi di tfr, chi del protocollo informatico) inseriti, insomma, a pieno nella produzione di pratiche utili a tutti per il raggiungimento degli obbiettivi assegnati alle sedi. In particolare, a Bari ed a Taranto, dove al momento vi sono ben 15 lavoratori di area A. E proprio in quest’ultima Sede, invece di riconoscere le attività prevalenti che questi dipendenti svolgono, quasi sempre di mansioni superiori, il dirigente sta procedendo in queste ore a convocazioni del personale di Area A per chiedere loro di non far risultare prevalenti queste mansioni, ufficialmente si intende, per evitare a se stesso doverose assunzioni di responsabilità. In questo ricatto morale sta poi tutta l’ipocrisia di un sistema e di una dirigenza. Che approfitta delle competenze e capacità, oltre che del lavoro senza poi volerlo riconoscere.
E questo getta un’ombra molto inquietante rispetto alla divisione del salario accessorio, operativa dal 2010, che vedrà la divisione del 100% al 25% del personale, il 50% del salario al 50% del personale, ed al 25% neanche un euro. E chi saranno questi sfortunati se non i dipendenti più deboli, il cui lavoro è meno appariscente (anche perché NON può comparire) anche perché ricattabili con presunte “messe a disposizione”?! Questo timore non è peregrino. E purtroppo trova fondamento nella capacità conclamata della nostra dirigenza di essere forte solo con i deboli. Ecco perché è fondamentale dare tutela a questi lavoratori, e dare loro un giusto riconoscimento ed una giusta prospettiva.
Non sarà un percorso facile, ma questa sigla sindacale ci crede e si è già attivata in tal senso, chiedendo che le risorse finanziarie del fondo vengano prima di tutto impiegate per i passaggi del personale di area A. Chiederemo con forza lo svuotamento dell’area A così come del resto è già avvenuto in altri istituti previdenziali. Lo dobbiamo a tutti questi lavoratori.
Il Coordinatore regionale INPDAP FP CGIL
Antonio Spinelli