Si è tenuto in data 31 luglio l’incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto il fondo risorse
decentrate 2024.
L’Amministrazione ha presentato il testo dell’accordo FRD rivisto con il recepimento di alcune modifiche proposte nel corso della riunione precedente. Il nuovo testo contiene una precisazione sulle risorse provenienti dalla soppressione dell’ex Anpal pari a € 276.508,42 richieste nuovamente in fase di assestamento di bilancio per l’esercizio finanziario 2025; tali risorse, non appena disponibili, saranno redistribuite con le medesime regole fissate nell’accordo. La nuova bozza di accordo prevedeva che l’incentivazione per le responsabilità di piano operativo fossero fissate al 5% in luogo del 3% previsto nelle precedenti annualità; in fase di chiusura del testo definitivo tale valore è stato riportato al 3% con l’impegno a rivedere la percentuale non appena il fondo sarà più cospicuo, cioè a partire dall’annualità 2025.
Nulla è variato rispetto alle altre indennità che vengono assegnate ai colleghi con ruoli di specifica responsabilità (Responsabile del centro servizi informatici, Ufficiale rogante, Consegnatario ed RSPP): abbiamo ribadito ancora una volta che è corretto retribuire i colleghi per il lavoro di responsabilità, ma è necessario che siano utilizzate altre risorse anche per potergli riconoscere una quantità di risorse utile a retribuire davvero il lavoro svolto.
In riferimento alla maggiorazione del premio individuale l’Amministrazione ha rivisto il criterio come da noi proposto per favorire la rotazione del personale che accede alla maggiorazione in caso di parità; al tavolo è stato discusso il modo migliore per poter inserire l’ulteriore criterio che è stato definito come maggiorazione da attribuire, in caso di parità, a coloro che abbiano dimostrato un miglioramento significativo rispetto all’anno precedente in cui non siano stati destinatari della maggiorazione ed in caso di ulteriore parità la maggiorazione sarà attribuita in base al maggior apporto partecipativo.
Abbiamo nuovamente sottoposto all’attenzione del tavolo sindacale l’introduzione di una clausola di salvaguardia per i colleghi che si trovino ad affrontare situazioni particolari per sopravvenuta malattia grave ed il ricorso a terapie salvavita. Spiace rilevare che anche stavolta la nostra proposta non ha incontrato il favore, né alcuna risposta, da parte delle altre OO.SS. che non battono ciglio quando si tratta di dare soldi a pochi a fronte di un misero FRD, ma non accettano che colleghi in grave difficoltà possano ricevere un sostegno economico in termini di solidarietà a fronte di un anno di vita difficile.
La RSU, con votazione a maggioranza dei suoi componenti, ha deciso di non sottoscrivere l’accordo relativo al FRD 2024. Il segnale dovrebbe arrivare forte e chiaro ai vertici politici di questa Amministrazione che non sono riusciti ad aumentare in alcun modo l’ammontare del fondo. Infatti,
se non fosse per i due milioni derivanti dai 190 stanziati dal DL PA per l’armonizzazione del salario accessorio delle Amministrazioni del comparto funzioni centrali, il fondo sarebbe ancora ai minimi termini e, purtroppo, anche con i due milioni (che si intendono sempre al lordo amministrazione e dipendente) le cose non cambieranno di molto soprattutto in virtù della necessità di rinnovare l’accordo per le progressioni economiche come già stabilito al tavolo in sede di firma dell’accordo per le progressioni 2024. Non sceglieremo, lo ribadiamo se serve, se consentire ai colleghi di avere un salario accessorio degno di questo nome o effettuare progressioni di carriera.
La parte politica faccia la sua parte, ma stavolta centri il risultato.
In merito alla situazione logistica l’Amministrazione ci ha comunicato che a settembre sarà condiviso il disegno che le Direzioni Generali coinvolte (Dg Personale, DG Risorse Finanziarie, Dg Innovazione tecnologica) stanno strutturando al fine di presentare una visione più moderna dell’organizzazione del lavoro. Ci aspettiamo ad inizio settembre di ricevere notizie su quanto si sta realizzando, certi che si sta portando avanti un’idea di Amministrazione più coraggiosa rispetto a quella a cui siamo abituati e più in linea con la necessità di rendere questa Amministrazione più moderna e più pronta ad abbracciare ulteriori sfide utili a favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro dei lavoratori di questa Amministrazione.
Abbiamo colto l’occasione per sollevare nuovamente il problema del 6° piano di Via Veneto e per chiedere nuovamente un impegno all’Amministrazione in un momento di ripensamento degli spazi di lavoro affinché questi siano sempre rispettosi delle necessarie condizioni di salute e sicurezza.
Il tavolo sindacale si aggiorna, quindi, nel mese di settembre.
Buon estate!
Coordinatrice nazionale MLPS FP CGIL FP CGIL Nazionale
Alessandra Pone Matteo Ariano
Dott. ssa Giusi Bartolozzi
protocollo.gabinetto@giustizia.it
gabinetto.ministro@giustiziacert.it
Oggetto: mancato pagamento FRD 2023
Il 20 giugno ultimo scorso è stato firmato definitivamente l’accordo FRD dell’anno 2023, dopo diversi mesi dalla pre-intesa.
Apprendiamo, dalle segnalazioni che ci giungono dai territori, che questa Dirigenza non ha ancora provveduto ad inoltrare le comunicazioni agli uffici, né accreditato le somme.
Invitiamo questa Dirigenza a provvedere nel più breve tempo possibile, per quanto di competenza. Questo ulteriore ritardo è assolutamente intollerabile. Sono risorse delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Ministero, non possono essere ulteriormente trattenute senza alcuna spiegazione.
Si chiede, quanto meno, lo scorporo delle indennità e provvedere all’immediato pagamento di quanto dovuto ai dipendenti.
Si chiede inoltre, di fissare la data per sottoscrivere al più presto possibile l’accordo del FRD del 2024 e la programmazione per quello dell’anno in corso.
Come noto le risorse del FRD di questo Ministero sono le più basse di tutto il comparto, nonostante le somme aggiunte con l’ultimo provvedimento ministeriale, in più vengono erogate con cosi tanto ritardo e pagamenti “una tantum” irrisori e irrilevanti. Questo modus operandi concorre a demotivare i dipendenti e, incide, inoltre, a determinare la poca attrattività a concorrere nei concorsi banditi da questo Ministero.
Confidando nell’accoglimento della richiesta, nel solo ed esclusivo interesse e rispetto delle lavoratrici e lavoratori di questo ministero, nonché degli uffici, si coglie l’occasione per porgere cordiali saluti.
Fp Cgil
Felicia Russo
Da ieri, data di pubblicazione del bando di concorso per cancellieri e Funzionari nep, sono pervenute alla scrivente organizzazione decine di istanze di chiarimento, contestazioni e critiche, sia sulla tempistica del bando sia sui titoli e sui punteggi per la formazione della graduatoria. In particolare, si contesta il punteggio differenziato previsto per la stessa figura – AUPP. Delusione e critiche da parte del restante personale precario, a cui non è stato riconosciuto alcun punteggio.
Il personale a tempo indeterminato contesta di essere stato totalmente ignorato: non è stata attivata alcuna riserva né attribuito un punteggio.
Tutto questo è la conseguenza dell’immobilismo di questo Ministero. Di un’Amministrazione lenta, che non pianifica né organizza, e che continua a navigare a vista. Riuscendo, ancora una volta, a fare la sola cosa che le viene meglio: scatenare i conflitti tra tutti i lavoratori, gli uni contro tutti quanti gli altri con il risultato che non c’è alcun vantaggio per nessuno.
Ecco allora che tutti i problemi emergono. L’insoddisfazione delle lavoratrici e dei lavoratori cresce. Aumenta il numero di chi lascia il Ministero per transitare in altri Enti e Amministrazioni del comparto. Molto alto è anche il numero del personale a tempo determinato che abbandona il Ministero per mancanza di certezze sulla stabilizzazione.
La scrivente organizzazione sindacale, consapevole della drammatica situazione in cui versa il Ministero, in decine di incontri e tavoli tecnici, sin dal 2019, ha rappresentato alla Dirigenza l’urgenza e la necessità di un cambio di rotta, in previsione della sottoscrizione del nuovo CCNL e del nuovo ordinamento professionale.
Abbiamo chiesto, innanzitutto, di portare a termine tutte le procedure ancora aperte: l’accordo del 26/04/2017, il passaggio degli ausiliari, le progressioni orizzontali previste nell’area. Purtroppo, ancora una volta, l’Amministrazione è risultata inadempiente.
Il 9 maggio 2022, data di sottoscrizione del nuovo CCNL, abbiamo sperato nel senso di responsabilità del nuovo gruppo dirigente e delle organizzazioni sindacali, tutte firmatarie del CCNL, per riprendere le trattative e concluderle nel più breve tempo possibile, nell’interesse di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori.
Il film si ripete: due anni di riunioni per non concludere nulla.
L’Amministrazione continua ad applicare la politica del rinvio. I sindacati che si sono affrettati a firmare un CCNL a perdere, per il Contratto Integrativo Giustizia hanno applicato la regola di Ponzio Pilato: “declino ogni responsabilità, attendiamo tempi migliori”.
Sono 25 anni che si attendono tempi migliori. Purtroppo, non sono mai arrivati.
La Fp Cgil non pratica né l’una né l’altra opzione. Con senso di responsabilità – perché sindacato per davvero – abbiamo presentato la nostra proposta di Contratto Integrativo (vedi allegato), articolata su tre punti fondamentali:
Accordo sulle famiglie professionali
• 3 famiglie specialistiche, una per ciascun Dipartimento, e una per gli Archivi Notarili
1 famiglia specialistica per UNEP
• 2 famiglie trasversali per le figure tecniche
• Ampliamento dell’area Funzionari
• Inserimento nel nuovo ordinamento di tutte le nuove figure professionali legate ai progetti PNRR
Contratto integrativo
• Nuovo sistema degli incarichi e relative indennità • Passaggi tra famiglie e aree • Passaggi economici ogni 2 anni
Intesa programmatica su organici e piano assunzionale 1. Svuotamento dell’area Operatori e passaggio all’area Assistenti (mantenendo l’area Operatori solo per l’accesso dalle categorie protette) 2. Passaggi da area Assistenti ad area Funzionari 3. Quantificazione della dotazione organica dell’area Elevate Professionalità per ciascuna famiglia, al fine di consentire i passaggi dall’area Funzionari 4. Previsione di una riserva nei concorsi per Dirigenti per il personale dell’area Funzionari, con procedure agevolate per i passaggi verso l’area EP.
L’accordo programmatico sui passaggi tra le aree deve essere parte integrante del Contratto Integrativo, con l’indicazione del numero di anni entro cui si conclude la procedura e dei passaggi previsti per ciascun anno.
La procedura si apre con l’applicazione dell’art. 18 del CCNL 2019-2021, la norma in deroga che consente i passaggi tra le aree. Ma si tratta di una deroga con scadenza: 30 giugno 2026. Se entro tale data Amministrazione e organizzazioni sindacali non firmeranno l’accordo sulle famiglie e sui passaggi, i 9.500.000 € andranno restituiti al MEF.
(Segue testo integrale dell’art. 18 – già corretto e completo nel documento originale.)
Se applichiamo correttamente il CCNL 2019-2021, con senso di responsabilità, possiamo affrontare molti problemi e iniziare a dare risposte concrete a tutte e tutti.
Partendo dall’art. 18, si può avviare un percorso virtuoso: portare Cancellieri e Assistenti nell’area Funzionari e aprire lo sviluppo in area EP per il personale già inquadrato tra i Funzionari. Riqualificare e valorizzare la figura dell’Operatore.
È fondamentale strutturare il nuovo modello organizzativo denominato “Ufficio per il processo” e stabilizzare tutto il personale a tempo determinato.
Tenuto conto dell’età media del personale in servizio e dei continui pensionamenti (circa 2.100 ogni anno), a fronte delle carenze già registrate a dicembre 2024 (pari a 15.000 unità), se non si stabilizza il personale precario e non si avvia un nuovo piano di assunzioni, molti uffici saranno costretti a rivedere il carico di lavoro e a sospendere alcuni servizi per mancanza di personale.
Speriamo che a settembre l’Amministrazione ci convochi per riprendere la contrattazione sul contratto.
La mobilitazione continua. Metteremo in campo ogni iniziativa utile a sostenere la vertenza giustizia.
Roma 1 agosto 2025
Fp Cgil
Felicia Russo
Art. 18
Norme di prima applicazione
1.Al fine di consentire alle amministrazioni di procedere agli adempimenti necessari all’attuazione delle norme di cui al presente Titolo, lo stesso entra in vigore il giorno 1 del mese successivo ad un periodo dilatorio pari a cinque mesi dalla sottoscrizione definitiva del presente CCNL.
2.Dall’entrata in vigore del presente CCNL ed entro il termine di cui al comma 1, l’amministrazione, in sede di contrattazione integrativa di cui all’art. 7 (Contrattazione collettiva integrativa: soggetti, livelli e materie), comma 6, lett. z), definisce le famiglie professionali del nuovo ordinamento professionale all’interno delle quali confluiscono, nel rispetto della tabella 2 di trasposizione automatica nel sistema di classificazione, i profili professionali definiti sulla base del precedente sistema ordinamentale.
3.Il personale in servizio alla data di entrata in vigore del presente Titolo è inquadrato nel nuovo sistema di classificazione con effetto automatico dalla stessa data secondo la tabella 2 di trasposizione automatica nel sistema di classificazione.
4.Le procedure per l’attribuzione di progressioni economiche definite dai contratti integrativi già sottoscritti alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale sono portate a termine e concluse sulla base della previgente disciplina. Analogamente si procede nel caso in cui alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale sia stata firmata solo l’Ipotesi di contratto integrativo.
5.Fermo restando il potere di autotutela dell’amministrazione, le procedure concorsuali di accesso alle aree o posizioni di inquadramento giuridico del precedente ordinamento professionale, ivi incluse quelle riservate al personale già in servizio presso l’amministrazione, già bandite prima dell’entrata in vigore del nuovo ordinamento, sono portate a termine e concluse sulla base del precedente ordinamento professionale. Il personale vincitore delle stesse viene inquadrato nel nuovo sistema di classificazione applicando la disciplina di cui al presente Titolo.
6.In applicazione dell’art. 52, comma 1-bis, penultimo periodo, del d.lgs. n. 165/2001, al fine di tener conto dell’esperienza e professionalità maturate ed effettivamente utilizzate dall’amministrazione di appartenenza, in fase di prima applicazione del nuovo ordinamento professionale e comunque entro il termine del 31 dicembre 2024, la progressione tra le aree ha luogo con procedure valutative cui sono ammessi i dipendenti in servizio in possesso dei requisiti indicati nella allegata tabella 3 di corrispondenza.
7.Le amministrazioni definiscono, in relazione alle caratteristiche proprie della famiglia professionale di destinazione e previo confronto di cui all’art. 5 (Confronto), i criteri per l’effettuazione delle procedure di cui al comma 6, sulla base dei seguenti elementi di valutazione a ciascuno dei quali deve essere attribuito un peso percentuale non inferiore al 25%:
a)esperienza maturata nell’area di provenienza;
b)titolo di studio;
c)competenze professionali quali, a titolo esemplificativo, le competenze acquisite attraverso percorsi formativi, le competenze certificate (es. competenze informatiche o linguistiche), le competenze acquisite nei contesti lavorativi, le abilitazioni professionali.
8.Le progressioni di cui al comma 6 sono finanziate anche mediante l’utilizzo delle risorse determinate ai sensi dell’art.1 comma 612 della legge n. 234 del 30 dicembre 2021 (Legge di bilancio 2022) in misura non superiore allo 0,55% del monte salari dell’anno 2018 relativo al personale destinatario del presente
Ministero ammonta a 9.500.000 essendo una norma in deroga e di prima applicazione non è più applicabile dopo Giugno 2026.
A poche ore dalla firma del CCNL da parte di tutte le Organizzazioni Sindacali, ad eccezione motivata della Fp CGIL, ecco che viene pubblicata nella intranet –priva di data e di firma– una circolare applicativa per lo svolgimento del lavoro agile.
In quella che viene definita da molti come “trattativa estenuante”, “trattativa lunga”, “trattativa fruttuosa”… nonostante le sollecitazioni e gli interventi di merito della FP CGIL e di altra Organizzazione su questo argomento, è deplorevole che non si siano voluti consolidare nel testo contrattuale alcuni punti cardine della disciplina dell’istituto, riconoscendo così facendo ulteriori spazi di discrezionalità datoriale nelle modalità di fruizione di questo importante strumento organizzativo e di conciliazione dei tempi vita- lavoro.
Tra formulazioni articolate e –in alcuni casi– ambigue, da una prima lettura della circolare abbiamo riscontrato quelli che sembrano rappresentare alcuni preoccupanti passi indietro datoriali:
Attraverso il richiamo ad una distribuzione delle giornate nel mese normalmente non superiori a quelle in presenza, non incorporandolo, sembra essere messo in discussione l’equilibrio trovato con la formulazione della precisazione alla “Faq n. 6”, laddove si consentiva di procedere ad un’applicazione flessibile e non restrittiva delle indicazioni contenute nella circolare applicativa in tema di pianificazione delle giornate di lavoro agile nell’arco del mese, consentendo quindi di discostarsi, dall’indicazione di “corretta alternanza” e di “corretta distribuzione”, mirando a garantire essenzialmente una equilibrata copertura dei servizi e delle attività.
Leggendo la circolare pubblicata nella giornata di ieri, 31 luglio, sembra non riconosciuta questa “flessibilità” determinando a cascata il potenziale irrigidimento delle modalità di calendarizzazione delle giornate in sede, delle giornate da remoto e delle giornate nelle quali si fruisce di giustificativi di assenza.
Le giornate di trasferta vengono considerate, ai fini della programmazione settimanale, giornate di presenza in sede, ma non soddisfano il requisito della presenza minima di un giorno a settimana. Se ne deduce che, qualora la programmazione di trasferte, in alternanza al lavoro agile e altri giustificativi personali o festività, non consenta il rispetto della giornata settimanale di presenza in sede, la programmazione dovrà essere rivista prevedendo almeno una giornata di presenza in sede non coincidente con trasferta e/o servizio fuori sede.
Senza forzare l’interpretazione, nel caso di trasferte o fuori sede, un caso frequente: entrando in ufficio alle 9.00 per uscire –causa trasferta o servizio fuori sede per poche ore, rientrando quindi per il completamento della giornata lavorativa– questa, non sarà considerata giornata di presenza ai fini della pianificazione equilibrata.
Già nel 2023, firmato l’accordo sindacale, da subito si presentarono “questioni interpretative” in merito alla calendarizzazione delle attività/giornate.
In attesa della discussione del contratto si convenne di procedere attraverso atti unilaterali datoriali in accoglimento di alcuni spunti sindacali per rendere omogenei e maggiormente coerenti all’istituto i comportamenti.
Arrivata la discussione del contratto, però, “non c’era tempo”… e adesso?
Adesso la necessità di intervenire nuovamente su atti unilaterali applicativi dell’accordo sindacale.
Ma non si potevano risolvere prima e nelle sedi opportune questi problemi, senza offrire tutta questa autonomia interpretativa all’Agenzia? In fondo quelli rappresentati non rappresentano elementi di dettaglio rispetto la disciplina dell’istituto.
Come FP CGIL, dovendo necessariamente adattarci alle “condizioni date”, dobbiamo ricordare come il buon raggiungimento degli obiettivi raggiunti e relazionati dall’Agenzia si sia consolidato anche attraverso l’adozione e l’implementazione degli istituti di conciliazione dei tempi vita-lavoro attestando, in tal modo, anche il senso di responsabilità da parte di tutto il personale dell’Agenzia.
Che le colleghe e i colleghi dell’Agenzia, nella loro genericità, si trovino ciclicamente a veder messe in discussione le finalità e le modalità di fruizione degli stessi ha in sé qualcosa di incomprensibile.
A distanza di una decina di anni dalle prime sperimentazioni, ostinandosi a non intervenire sugli approcci culturali di parte delle figure di responsabilità e coordinamento, l’Agenzia è costretta ad avallare e legittimare interpretazioni forzate dell’accordo che –a solo titolo esemplificativo– spesso preventivamente e in assenza di oggettive esigenze lavorative e/o organizzative, negano la possibilità di fruire dei 10 giorni di lavoro agile mensili.
È del tutto evidente che, stante il contrasto tra quanto disposto in rapporto alla disciplina concordata, è necessaria la riformulazione delle disposizioni e un momento di verifica congiunta.
FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini
Lo scorso 23 giugno la FP CGIL ha anticipato l’imminente apertura di una procedura comparativa per la selezione di nuovi dirigenti, da reperire tra il personale in servizio nell’Amministrazione con almeno cinque anni di anzianità (link).
Specificammo, già in quella sede, che la disponibilità totale era di 13 posti: 10 da dirigenti amministrativi, 3 da dirigenti informatici.
In quell’occasione, sulla base delle suggestioni che avevamo intercettato, ammonimmo su un possibile rischio: quello di andare incontro a una procedura opaca, laddove la valorizzazione dei percorsi rischiava di fare premio sulla linearità della procedura.
Una procedura che, a nostro avviso, doveva essere tarata su una prova preselettiva, uno scritto, un orale e su un’apprezzabile valutazione dei titoli di studio. Le regole di base.
Il 24 luglio scorso, non ascoltando le raccomandazioni che quest’organizzazione aveva posto all’attenzione dell’Amministrazione, il CdA ha adottato la delibera 130.
Ma le nostre preoccupazioni non erano prive di fondamento: e infatti nella giornata di ieri il Collegio dei Sindaci ha ripreso l’Amministrazione proprio sul disposto della delibera, osservando che la scelta di valutare i titoli in maniera preventiva, cioè ai fini della stessa ammissione alla fase concorsuale, non appare in linea con le disposizioni normative.
Attribuire ai titoli il valore di prova preselettiva, infatti, è sì una possibilità prevista dall’art. 35-quater del d.lgs. n. 165/2001, ma «quale uno dei principi da seguire al ricorrere delle
condizioni ivi contemplate, che, come emerge dalla rubrica del citato articolo, fanno riferimento al “Procedimento per l’assunzione del personale non dirigenziale”».
Desta perplessità, inoltre, la scelta di assegnare ben 6 punti per ogni anno di attività a chi ha svolto un incarico dirigenziale come ex art. 19, stante la riserva già prevista dal Legislatore (una quota del 15%).
Da qui l’invito a consultare espressamente il Dipartimento di Funzione Pubblica: un richiamo che si sarebbe potuto evitare ascoltando la voce di chi fa sindacato per davvero, non quella di chi firma accordi in solitaria.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Pubblichiamo l’ultima bozza dell’atto generale di indirizzo sulle funzioni tecniche ai sensi dell’art. 45 del decreto legislativo 36/2023, aggiornata a seguito di contributi apportati nel corso delle riunioni avute con il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ed il Dipartimento dei Vigili del Fuoco e con le rispettive organizzazioni sindacali.
p.la FP CGIL Nazionale
Adelaide Benvenuto
Le ragioni sono ormai note: non si recupera che poco meno della metà della perdita di potere di acquisto degli stipendi, si riconoscono all’Agenzia importanti margini di discrezionalità nella definizione dei percorsi di crescita e di fruizione di alcuni istituti contrattuali e, non meno importante, si rinvia ulteriormente la soluzione di problematiche rappresentate al tavolo negoziale da coloro che rappresentano le lavoratrici e i lavoratori.
Avallare questa impostazione contrattuale, eccessivamente sbilanciata verso la parte datoriale, per la FPCGIL non è possibile.
Da subito inizia una nuova fase rivendicativa per la FP CGIL: intensificheremo la nostra iniziativa sindacale in Agenzia – e presso il Ministero vigilante- rivendicando per le lavoratrici e i lavoratori un vero contratto collettivo nazionale di lavoro, la difesa del potere d’acquisto delle retribuzioni, la necessaria attenzione ai carichi di lavoro e ai loro effetti sulle Persone, la contendibilità nella crescita e valorizzazione professionale, i diritti di tutte e tutti.
FP CGIL Nazionale
Daniele Gamberini
Dopo mesi di silenzio caratterizzati da una nebbia fitta sui differenziali stipendiali del 2025, con un colpo di scena degno del peggiore avanspettacolo una sola organizzazione sindacale ha sottoscritto una vergognosa ipotesi di CCNI.
Abbiamo incalzato per mesi gli attori che siedono al tavolo chiedendo a più riprese di chiarire la loro posizione: silenzio, scena muta! E oggi capiamo il perché.
Dopo tre giorni di conclave (e chissà se su questo ci sarà uno speciale), più di duemilacinquecento lavoratrici e lavoratori in attesa del primo differenziale restano a bocca asciutta.
La realtà presenta il conto. Ed è salatissimo per una miriade di analisti, consulenti di protezione sociale, amministrativi e Assistenti transitati dopo oltre vent’anni di carriera nell’area Funzionari. Lavoratrici e lavoratori che si aspettavano un integrativo in grado di dare risposte, salvo ritrovarsi con un accordo posticcio siglato prima delle ferie per non destare clamore.
Così, com’era già successo in sede di contratto collettivo, i firma-lesta colpiscono ancora: lo fanno sottoscrivendo un’ipotesi di integrativo che riconosce appena 3.349 differenziali stipendiali, lasciando con un pugno di mosche oltre 2.500 colleghe e colleghi.
Uno scippo in piena regola, che innesca un pericoloso effetto domino: perché i colleghi rimasti fermi a questo giro dovranno “competere” l’anno prossimo non soltanto con gli assunti del 2023, ma anche con chi – sempre nel 2023 – ha ottenuto il differenziale stipendiale.
Il rischio evidente è che si sia creato un nuovo cono d’ombra in cui precipitano alcune professionalità, destinate ad avere un salario bloccato per gli anni a venire, mentre qualcun altro prende due e forse anche tre differenziali.
Adesso le proveranno tutte: s’inventeranno che è stato fatto “il massimo possibile”, che non c’erano altre possibilità, che bisogna essere realisti e soprattutto che hanno avuto in cambio promesse solenni dai vertici.
Lo schema è collaudato: cianciare d’altro. Peccato che i numeri raccontino un’altra realtà:
nel 2022, con il vecchio ordinamento, furono fatte 7.088 progressioni economiche;
tra 2023 e 2024, 11.061 differenziali.
Nel 2025, dopo aver subito un contratto collettivo che ha fatto perdere 10 punti percentuali al nostro salario reale, chiudiamo con poco più di 3.000 riconoscimenti.
Hanno svenduto l’INPS. A prezzo di saldo.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Torna a farsi vivo lo spettro che, nel 2023, aveva quasi compromesso le progressioni economiche: l’intervento degli Organi di Controllo (FP) sulla mancata applicazione del sistema VA.L.E., che all’epoca era ancora in fase sperimentale. La mancata applicazione del VA.L.E. ai premi di produttività e alle progressioni economiche fu frutto di un preciso accordo tra l’Amministrazione e le lavoratrici e i lavoratori, un patto di equilibrio e responsabilità che la Dirigenza aveva già dimostrato di essere pronta a disattendere. Oggi, purtroppo, ne vediamo le conseguenze.
Mentre attendiamo la certificazione da parte degli Organi di Controllo sull’accordo FRD 2023, la FP CGIL ribadisce con fermezza il proprio giudizio negativo sull’impianto dell’accordo stesso.
Nonostante i proclami e gli spauracchi, il fondo continua a riproporre la medesima struttura degli anni precedenti, senza alcun reale adeguamento delle modalità di attribuzione delle sue componenti. Riteniamo urgente una revisione complessiva, a partire dalla griglia delle attività lavorative utilizzata per la produttività individuale, spesso inadeguata, come dimostrato anche nella procedura di passaggio tra le aree in deroga.
A ciò si aggiunge una modalità di assegnazione del compenso per le attività di assistenza e informazione profondamente squilibrata, che ancora una volta porterà all’attribuzione di compensi sproporzionati a danno di attività come la prima assistenza e il lavoro nell’Area Territorio, non adeguatamente valorizzate.
Le indennità legate al fondo di sede richiederebbero, a loro volta, una profonda revisione, sia nella logica sia nei valori economici.
Sul tema del coworking, l’Agenzia ha scoperto le carte: il limite dei 350 km imposto dalla sede di servizio stravolge completamente il senso dell’istituto. Questo vincolo non solo contraddice lo spirito originario del coworking come misura di conciliazione vita-lavoro e alternativa alla mobilità, ma lo riduce di fatto all’ambito regionale o poco più.
Dopo aver sostenuto la necessità del coworking, oggi assistiamo a un clamoroso dietrofront da parte di chi lo ha sostenuto a gran voce fino a ieri.
Il pendolarismo forzato rimane un disagio gravoso e costoso per molti lavoratori. Un ricorso più esteso al lavoro agile rappresenterebbe una soluzione più sensata e moderna per chi si sposta dentro la regione o tra regioni limitrofe.
Ma con un limite così restrittivo, molti colleghi saranno costretti a una vita di sacrifici, biglietti del treno e aerei, scioperi e disservizi, mentre il coworking sarà precluso proprio a chi ne avrebbe più bisogno.
Un paradosso inaccettabile.
Per quanto riguarda le progressioni economiche per il 2025, la FP CGIL ritiene che ci siano tutte le condizioni normative e contrattuali per una piena valorizzazione delle risorse disponibili. Il vero limite non è tecnico, ma politico e volontario: il tavolo negoziale, ristretto per l’esclusione delle organizzazioni sindacali che – come noi – non hanno sottoscritto un contratto a perdere, non sembra muoversi nella direzione di uno sviluppo economico diffuso per tutto il personale.
Non meno grave è il ritardo inspiegabile nella verifica dei titoli e nella pubblicazione della graduatoria per le progressioni economiche 2024.
L’Agenzia offre giustificazioni poco credibili, mentre i lavoratori restano nell’incertezza e il tempo passa senza risposte.
Quelle somme aiuterebbero colleghe e colleghi a fronteggiare la perdita di potere d’acquisto, ma a quanto pare non è una questione così urgente per il datore di lavoro.
Infine, l’ipotesi di applicazione del sistema VA.L.E. al premio di produttività individuale del FRD ci lascia profondamente preoccupati.
Un sistema già fallito, figlio della riforma Brunetta e gestito da attori notoriamente inadeguati a garantire trasparenza, equità e coerenza nella valutazione del lavoro (negli anni si commettono sempre gli stessi errori).
Senza il contributo critico e propositivo della CGIL e delle altre OO.SS. non firmatarie del CCNL, ogni discussione sul tema rischia di trasformarsi in un esercizio sterile, molto rischioso per le colleghe e i colleghi.
C’è davvero motivo di essere preoccupati.
Siamo già oltre la metà dell’anno e ancora non si intravede una proposta concreta sull’applicazione del VA.L.E. al FRD 2025.
Anche questo silenzio è eloquente.
Per questo la FP Cgil ha già lanciato la consultazione nazionale sul sistema Va.L.E., per dare voce direttamente alle lavoratrici e i lavoratori del Fisco.
Chi non lo ha già fatto può partecipare compilando il questionario a questo link:
https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScDkN9_n0R1u1yEqd2Xk9d0NDs22uG9CXEURT98eV7bcDKD8g/viewform
L’attuale composizione del tavolo negoziale, dominata da sigle come Unsa, Cisl, FLP e Confintesa, ha dimostrato in più occasioni di non avere la forza
contrattuale necessaria per rispondere alle reali aspettative dei lavoratori dell’Agenzia delle Entrate.
Gli esiti degli accordi recenti – dal FRD 2023 al blocco di fatto sul coworking, fino al mancato slancio sulle progressioni economiche – sono la conferma che un tavolo privo della rappresentanza sindacale più critica e indipendente si traduce in intese deboli, conservatrici e spesso penalizzanti per il personale.
La FP CGIL continua a lavorare fuori da un tavolo negoziale che esclude chi non si è piegato alla logica del peggioramento delle condizioni contrattuali. Continueremo a dare voce ai lavoratori, pretendendo trasparenza, rispetto degli impegni e valorizzazione reale delle professionalità.
Chiediamo all’Agenzia di smettere con i giochi tattici e di iniziare a costruire risposte concrete per il personale che, ogni giorno, regge sulle proprie spalle il funzionamento dell’amministrazione.
FP CGIL
Il Coordinatore Nazionale Agenzia delle Entrate
Florindo Iervolino
Ieri si è tenuto l’incontro in ADM con le OOSS della Dirigenza di Dogane e Monopoli alla presenza del Direttore Alesse nel quale, a seguito delle nostre continue sollecitazioni, finalmente si è parlato dello stato della Riorganizzazione in atto dell’Agenzia.
Un primo risultato positivo è l’impegno assunto dal Direttore, a fronte delle nostre richieste, di attivare già da settembre un tavolo di monitoraggio congiunto sulla attuale fase di sperimentazione per poter verificare eventuali correttivi da mettere in atto.
Come FPCGIL abbiamo poi rappresentato le problematiche ancora in corso sia di carattere informatico che sulla distribuzione delle procedure Dogane e Monopoli tra DT e UADM e alla necessità di programmare una formazione più tecnica sulle materie di integrazione Dogane e Monopoli.
Si è colto inoltre l’occasione per ribadire le nostre perplessità sulla “pesatura degli Uffici” chiedendo che si possa rivedere la prima proposta recentemente approvata.
Al riguardo il Direttore Alesse ha manifestato la disponibilità a rivedere anche tale aspetto sia per gli uffici periferici che per quelli centrali.
La nostra O.S. ha inoltre rappresentato, con riferimento agli ultimi interpelli per i Dirigenti di prima fascia, perplessità sulla immediata adozione del possibile accesso ai sensi dell’art 19 c5 bis. Abbiamo affermato che all’interno dell’Agenzia ci sono le adeguate professionalità che riteniamo che debbano essere valorizzate dall’Amministrazione per garantire il diritto alla crescita professionale.
Abbiamo tra l’altro riaffermato la necessità di rivedere il declassamento di alcuni Uffici delle Dogane a livello provinciale recuperando, ad esempio, le posizioni dagli istituendi nuovi Uffici Antifrode di Regioni più piccole.
Infine abbiamo richiesto che venissero messe in atto dall’Amministrazione azioni per un aumento dei Fondi del personale con somme fisse e ricorrenti (anche per poter finanziare le PO – figure di diretta collaborazione dei dirigenti- senza dover attingere dal fondo attuale) e per un aumento straordinario delle dotazioni organiche dei funzionari e dei dirigenti.
Nelle conclusioni il Direttore Alesse ha comunque affermato che la riorganizzazione in atto non è assolutamente definitiva e che, in uno spirito di collaborazione costruttiva, potrà subire le dovute modifiche volte a migliorarne l’efficacia.
Come FPCGIL prendiamo atto positivamente delle aperture dimostrate dall’Amministrazione che valuteremo attentamente nei fatti e nelle azioni che saranno messe in atto perché col 1 novembre prossimo non possiamo permetterci di arrivare impreparati all’attivazione della riorganizzazione su tutto il territorio nazionale.
Florindo Iervolino
Coordinatore Nazionale ADM FPCGIL
Il 29 luglio l’Amministrazione ha convocato una riunione sindacale con le OOSS rappresentative del Comparto e della Dirigenza, alla presenza dei Capi Dipartimento, per un aggiornamento sulla riforma e sulle assegnazioni di incarichi ai Dirigenti.
DOTAZIONE ORGANICA
L’Amministrazione ha informato le OOSS che la scorsa settimana la Corte dei Conti ha registrato il DM contenente la dotazione organica che, nei prossimi 60 giorni, prenderà forma in quattro ulteriori decreti, uno per ciascun Dipartimento, come prevede la norma. L’Amministrazione ha garantito il confronto con tutte le Organizzazioni Sindacali sulla redistribuzione del personale nei singoli decreti dipartimentali; né FP CGIL né UIL PA faranno mancare il loro contributo costruttivo, nel precipuo interesse delle lavoratrici e dei lavoratori.
INCARICHI DIRIGENZIALI: LA SITUAZIONE
Quella che segue è la situazione attuale.
Delle 198 posizioni dirigenziali previste dalla dotazione organica nazionale ben 3 sono presso gli UDCM e 20 sono state saturate da bandi internazionali. Restano disponibili 175 posti, 140 dei quali sono stati assegnati. Delle ulteriori 35 posizioni da assegnare, 13 del settore Musei saranno fatte oggetto di un prossimo bando internazionale, pertanto restano da distribuire 22 posti. Non sappiamo quali saranno le modalità di reclutamento: 19 assunzioni sono attese dalle edizioni del Corso-concorso SNA (7 a settembre 2025, 7 nel 2026 e 5 nel 2027). Contestualmente abbiamo richiesto, per l’ennesima volta, l’immissione in ruolo dei 14 idonei al concorso Scuola del Patrimonio, ma al momento – secondo quanto dichiarato dall’Amministrazione – non vi è capienza di posto per tutti. Qualche posto in più si renderà disponibile con i pensionamenti, che ad oggi risultano: 1 posizione nell’anno corrente, 3 nel prossimo anno e 4 nel 2027. Nel recepire i dati come Fp Cgil e UIL PA, abbiamo stigmatizzato il ricorso agli interim, che a nostro avviso equivalgono alla penalizzazione di due Istituti; sembra, evidentemente, che alcune pessime esperienze organizzative del passato non non abbiano insegnato nulla…
Ribadiamo, nuovamente che Siamo per l’assegnazione integrale delle sedi vacanti ai dirigenti, convinti che il ricorso agli incarichi fiduciari possa essere ammissibile solo come soluzione estrema. Sul tema abbiamo anche richiesto per quale motivo siano state lasciate vacanti sedi dirigenziali particolarmente rilevanti, determinando una perdita di chance nelle aspettative professionali dei dirigenti, come i musei autonomi quali Villa D’Este e Ville della Tuscia, a cui a breve altri si aggiungeranno, mentre alcuni di quelli di nuova istituzione (per esempio Musei archeologici di Chieti, ma anche Praeneste e Gabii) non hanno consiglio di amministrazione per l’approvazione del bilancio e scontano ritardi anche per l’ordinaria amministrazione, come il pagamento dei buoni pasto!
L’Amministrazione ha dichiarato che tutti i dirigenti di ruolo hanno avuto un incarico, anche se ad alcuni – una minima percentuale – è stato assegnato d’ufficio; non è stato chiarito se si procederà ad un ulteriore interpello per le posizioni non coperte, in modo da consentire a questi colleghi di accedere a destinazioni più confacenti alle loro esigenze. Fermo disappunto abbiamo espresso per quanto subito da quella porzione di dirigenti che ha avuto un danno parziale dovuto alla sospensione di quota parte della retribuzione di risultato per via del contratto scaduto il 30 giugno e non rinnovato tempestivamente; seppur segnalata, per questa situazione l’Amministrazione – unica responsabile di tale mancanza – non ha previsto alcuna forma di indennizzo.
RIORGANIZZAZIONE
Il Dipartimento Affari Generali, in raccordo con gli altri Dipartimenti, sta predisponendo una circolare che fornirà nelle intenzioni del Dipartimento “istruzioni e supporto” per l’operatività quotidiana degli Uffici. Non ci saranno accelerazioni dal punto di vista logistico, nel senso che non ci saranno momentaneamente spostamenti di personale e ognuno resterà a lavorare dove si trova, ma l’unificazione sarà effettiva dal punto di vista operativo. A tal fine il Servizio I del DIAG ha predisposto un unico protocollo in sostituzione dei precedenti ed una nuova casella di posta elettronica istituzionale, ove necessario.
Nonostante queste rassicurazioni abbiamo chiesto quanto personale e quali funzioni dei Segretariati Regionali transiteranno alle Soprintendenze, e con quali modalità. Vogliamo scongiurare situazioni ibride in cui colleghe e colleghi siano costretti a dover lavorare in uffici “separati”, con due protocolli, mail etc; per questo abbiamo chiesto che si arrivi ad una effettiva integrazione del personale e delle funzioni.
A tal proposito abbiamo saputo che il Dipartimento Attività Culturali intende proporre lo spostamento del CEPELL dall’attuale ubicazione presso gli spazi di via Milano e che disconosce l’iniziativa unilaterale della Digital Library di appropriarsi di alcuni spazi sempre in via Milano.
Un’azione sinergica fortemente auspicata rispetto alla logistica è particolarmente importante perché la riforma ha previsto l’individuazione di sedi senza personale assegnato o contenitori fisici senza spazi adeguati (motivo per cui abbiamo ribadito la necessità di mantenere l’operatività di più sedi nei casi di SABAP sdoppiate).
MOBILITÀ IN DEROGA
Su questo tema abbiamo chiesto espressamente che la procedura preveda il coinvolgimento delle OOSS regionali e delle RSU per gestire situazioni prettamente locali, come del resto come già accaduto in passato, e i dirigenti del territorio nei casi di uffici soppressi, accorpati o spacchettati.
Si tratta di tutta evidenza di una fase delicatissima, da gestire con efficacia e attenzione, per il benessere dei funzionari e dei dirigenti sulle cui gambe deve viaggiare la riorganizzazione, oltre che nell’interesse precipuo dell’Amministrazione, se vuole che la riforma – su cui abbiamo già espresso le nostre perplessità – non porti a disagi e disfunzioni. Ovviamente noi ci aspettiamo che tale mobilità preveda – come ampiamente detto in occasioni passate – la deroga del vincolo triennale per i neoassunti, altrimenti da Istituti come i Segretariati regionali non uscirà nessuno fra quante e quanti sono entrati in ruolo con gli ultimi scorrimenti.
Una particolare attenzione abbiamo richiesto sulle regioni del cratere del sisma, che devono aggiornare i gruppi di lavoro delle UCCR, ad oggi diretti dai Segretariati regionali, che non esistono più. L’emergenza non aspetta i tempi sempre troppo lunghi del Ministero, un vuoto di responsabilità non è ammissibile! Al tempo stesso l’Amministrazione non può non prendere atto del necessario coinvolgimento e del ruolo delle Organizzazioni Sindacali, come ha tenuto a dichiarare lo stesso Ministro Giuli nell’incontro con FP CGIL e UIL PA, avvenuto lo scorso 28 luglio durante il presidio in via del Collegio Romano.
Pari attenzione va dedicata al personale ALES che opera negli Uffici, le cui competenze specifiche (si pensi agli appalti, alla contrattualistica e al contenzioso), sono indispensabili per la gestione delle funzioni ricoperte in una molteplicità di Istituti.
A seguito della ristrutturazione interna andrà rivisto l’accordo nazionale sul conferimento delle posizioni organizzative. Siamo del parere che la procedura di conferimento debba essere governata centralmente, per evitare atti unilaterali e le cosiddette “fughe in avanti”. Al momento le PO assegnate vanno in proroga, anche in considerazione dei potenziali spostamenti del personale; i datori di lavoro dovranno avere cura (mentre si lavora al nuovo Regolamento) di evitare duplicazioni di funzioni fra titolari di PO.
FP CGIL DIRIGENZA UIL PA MIC DIRIGENZA
A.Casile F. Trastulli