Si è tenuto nella giornata del 13 febbraio 2025 l’incontro tra Federculture e le OO.SS. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Uil Pa.

La parte datoriale, condividendo la richiesta delle Organizzazioni di voler arrivare a breve alla conclusione delle trattative ha ribadito di avere come priorità quella di estendere il perimetro contrattuale e di operare alcune modifiche normative.

Al fine di dare risposta alle lavoratrici e lavoratori, Federculture ha proposto una rivisitazione economica ben al di sotto della richiesta riportata nella piattaforma unitaria dei sindacati.

L’incontro odierno ha consentito alle parti di confrontarsi sul testo inviato dalla Federazione che, oltre ad adeguare la parte normativa alle recenti disposizioni, ha anche proposto considerevoli modifiche volte all’arretramento dei diritti e tutele fino ad oggi garantiti.

Le parti si sono aggiornate a seguito della necessità di ulteriori valutazioni e con l’intento di riconvocarsi in tempi brevi per proseguire il confronto.

Daremo puntuali aggiornamenti dei prossimi incontri

Fp Cgil    Cisl Fp    Uil Fpl    Uil Pa

Le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo si stanno passando il testimone, raccontando a più voci la stessa storiella: quella in base alla quale sarebbero depositarie di una coerenza cristallina a fronte delle giravolte compiute dalle altre organizzazioni.

Una certa coerenza di fondo si nota, almeno laddove essa si traduce nelle mazzate inflitte alla comunità di dipendenti del pubblico impiego, che pur dovrebbero rappresentare.

Sugli altri versanti, la coerenza delle sigle firmatarie è facilmente verificabile:

  • c’è l’organizzazione che stipula una piattaforma rivendicativa, salvo sedersi al tavolo e accettare pressoché immediatamente gli stanziamenti indecenti offerti dalla controparte, rompendo l’unità sindacale e pregiudicando il recupero del potere di acquisto per ogni dipendente pubblico (stipendi non adeguati=danni anche sulle future pensioni). La stessa sedicente organizzazione, che considera un dato stanziamento offensivo nel privato, ritiene esso sia più che adeguato, anzi “il migliore possibile”, per i dipendenti del comparto, riscoprendo in Istituto un linguaggio colorato, tra gufi e compagni, in linea con i selfie diffusi negli ultimi anni;

  • poi c’è la sigla che richiama il valore dell’autonomia e si appiglia a una interpretazione della normativa che – caso unico nella storia della contrattazione – escluderebbe oggi il 47% della rappresentanza dai tavoli. È la stessa sigla, uguale e identica, che diffondeva manifesti in cui chiedeva 342 euro d’aumento (qui il link: https://www.pamagazine.it/wp-content/uploads/2023/09/PHOTO-2023-09-05-10-42-30-768×1086.jpg), salvo firmare per pochi spicci e dare oggi lezioni di coerenza;

  • c’è, quindi, l’organizzazione che considera i laureati “figli di papà che si sono potuti permettere i titoli” e che voleva precettare quanti hanno aderito allo sciopero. La stessa, dall’alto di una rappresentanza da prefisso telefonico, tuona contro le organizzazioni confederali “che non sono più rappresentative”;

  • c’è, infine, la sigla dei comunicati con l’evidenziatore che, a seconda dei tavoli in cui si siede, tiene una linea diversa, tanto da sembrare appena uscita dal processo di Biscardi più che dal processo democratico.

Potremmo continuare, ma ci fermiamo, per non farvi perdere del tempo.

Dicono che le loro argomentazioni sono scomode, che la loro posizione dà fastidio. E in effetti…

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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Tempo trascorso da quando la

FP CGIL HA PROPOSTO UN ACCORDO STRALCIO PER LIQUIDARE IL TEP AGLI ASSUNTI 2023

199 GIORNI

Al Direttore dell’INL
Dott. Danilo Papa

Al Direttore Centrale delle Risorse Umane,
Amministrazione e Bilancio
Dott. Giuseppe Diana

OGGETTO: RICONOSCIMENTO INDENNITÀ DI MISSIONE ORARIA PERSONALE ISPETTIVO

La scrivente Organizzazione Sindacale ripropone la questione della corresponsione dell’indennità di missione per il personale ispettivo impegnato in attività di vigilanza, alla luce delle disposizioni contenute nella Direttiva Missioni emanata lo scorso anno.

Già nei mesi scorsi, come FP CGIL avevamo posto la questione all’attenzione dell’INL, con riferimento ad una specifica area metropolitana. Torniamo ora a ripresentare il tema in ambito nazionale, in quanto si è appreso che anche in altre zone del territorio tale indennità è corrisposta unicamente quando l’ispettore si sposti in un Comune diverso dalla sede di servizio.

Il tema investe, in particolare, alcune grandi aree del Paese, in cui è possibile che il personale ispettivo superi i 10 km di distanza, pur restando nell’ambito dello stesso Comune sede di servizio. L’interpretazione restrittiva circa la mancata corresponsione dell’indennità oraria in questi casi non trova riscontro, a nostro avviso, né nella normativa, né nella Direttiva missioni INL n. 21 del 24 febbraio 2024. Secondo la direttiva – che richiama l’art 19 del DPCM 23 febbraio 2016 – “per missione si intende lo spostamento temporaneo e provvisorio del lavoratore in un comune o in una località diversa dalla sede di servizio, per lo svolgimento di compiti rientranti nell’ambito delle finalità istituzionali dell’Agenzia”.

Pertanto, il trattamento di missione è previsto sia per missioni da svolgersi in un Comune diverso, sia per quelle svolte in una località diversa dalla sede di servizio. A ciò si aggiunga che, come già rappresentato, in alcuni Comuni con ampia estensione territoriale e nelle aree metropolitane spesso il personale ispettivo svolge missioni superiori alle quattro ore, superando contemporaneamente i 10 km.

Proprio in un’ottica estensiva la Direttiva Missioni – anche a seguito di confronto con le OO.SS. – ha espressamente evidenziato la necessità di “fornire una lettura amplia del citato art. 19 del D.P.C.M. 23 febbraio 2016 in ragione della necessità di efficientare la stessa vigilanza (…)” e ha quindi previsto il riconoscimento dell’indennità chilometrica per gli spostamenti all’interno delle città metropolitane e di Comuni per raggiungere località quali, a titolo esemplificativo, frazioni, località marine, località agricole, distretti industriali, commerciali e/o artigianali, etc.

L’INL, in sostanza, si è già avvalso dell’autonomia riconosciuta dalla normativa, per dare un’interpretazione più ampia del disposto normativo, fermi restando i requisiti previsti.

Alla luce di quanto sopra rappresentato, chiediamo quindi all’INL di riconoscere l’indennità oraria di missione al personale ispettivo impiegato in attività di vigilanza quando le missioni abbiano una durata non inferiore alle 4 ore e per spostamenti su distanze di almeno 10 km dalla sede di servizio, intese quali distanze complessive di andata e ritorno dal luogo di partenza, anche quando l’attività ispettiva si svolga nel territorio comunale.

Ciò, oltre ad essere conforme alla normativa vigente, appare anche in linea con il bilancio di spesa dell’Ente, considerando l’attuale cospicuo avanzo dello stesso.

In attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

Sono trascorsi esattamente 198 giorni da quando la FP CGIL ha chiesto la sottoscrizione di un accordo a stralcio per erogare il TEP agli assunti del 2023.

Nel momento in cui scriviamo, l’ultima comunicazione offerta dall’Amministrazione non si discosta da quanto riportammo lo scorso 31 dicembre: l’impegno a difendere l’ipotesi di integrativo 2024 dai rilievi dei Ministeri vigilanti.

Cosa INPS abbia risposto a Mef e Funzione Pubblica resta un mistero.

Rispetto a questo clima di torpore, ci saremmo aspettati messaggi di forte impatto dalle organizzazioni firmatarie del CCNL, finalmente sole al tavolo tra gli applausi scroscianti del premier Meloni. 

Immaginavamo fiumi di inchiostro virtuale, quantomeno lo stesso zelo utilizzato nel pretendere la cacciata dal tavolo delle sigle che non si sono calate le braghe davanti al Governo. 

Invece nulla, il silenzio degli innocenti: i vigili della contrattazione continuano a trattare l’argomento anestetizzando il problema, un’iniquità che pesa solo sulle tasche di chi lavora.

In compenso hanno ripreso la vecchia abitudine della radiocronaca: c’è il passaggio degli atti, cui segue l’assist della Funziona Pubblica, proviamo a salvarci in corner per il ritorno in zona Cesarini… tutto il campionario da radio sportiva.

Poco importa se 4.000 lavoratrici e lavoratori ogni mese devono far di conto per arginare le spese, lavorando quotidianamente agli sportelli a fronte di un salario più basso.

È questo l’ambiente stimolante e proattivo che INPS aveva promesso? 

Sono queste le “straordinarie prospettive di crescita economica” che avrebbero dovuto condizionare le nuove leve dissuadendole dal fare altri concorsi? 

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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Tempo trascorso da quando la

FP CGIL HA PROPOSTO UN ACCORDO STRALCIO PER LIQUIDARE IL TEP AGLI ASSUNTI 2023

198 GIORNI

Care colleghe e cari colleghi,

come ricorderete, il disegno di legge, ribattezzato Foti, riguardante la riforma della Corte dei conti, presentato alle Commissioni Parlamentari, dopo l’intervento delle varie Organizzazioni Sindacali, tra cui la FP CGIL in prima linea, è stato rinviato al Governo perché diventasse una legge-delega. Il disegno di legge presentava una grave stortura, ovvero la soppressione di ben 15 sedi regionali, cosa alla quale ci siamo fortemente opposti.

A questo proposito, gli emendamenti presentati, modificano parzialmente, l’impalcatura della riforma, ma soprattutto prevede che vengano mantenute le sedi ed instaurati i presidi.

Questo a nostro avviso può essere un segnale positivo, in quanto i presidi dovrebbero rappresentare quelle sedi regionali che in prima stesura sarebbero state abolite.

Terremo alta l’attenzione e non abbasseremo la guardia perché abbiamo ritenuto e continuiamo a ritenere grave esporre il Personale a trasferimenti forzosi che stravolgerebbero le loro vite, oltre a considerare un grave errore l’allontanamento dell’azione amministrativa della Corte dai territori in cui è presente.

Siamo comunque contrari e riteniamo necessario un opportuno approfondimento sul tema, coinvolgendo tutte le figure professionali della Corte, dalle Organizzazioni Sindacali del Personale, all’Associazione Nazionale Magistrati Corte dei conti, della figura del Procuratore Generale centralizzato che avoca a sé una serie di funzioni, all’abolizione dei Procuratori Regionali e ovviamente alla separazione delle carriere.

La FP CGIL continuerà a seguire l’iter parlamentare, anche sollecitando interventi politici con i propri interlocutori e non permetterà MAI che una riforma di un Istituto di rilevanza costituzionale, possa sconvolgere le vite del Personale della Corte dei conti.

La Coordinatrice nazionale FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco

Al Direttore Generale Organizzazione

Pro Tempore Al Dirigente Servizio II – DG Organizzazione

Dott. Oreste Cirillo

Oggetto: Mancata convocazione tavolo sindacale 7 febbraio 2025. Richiesta chiarimenti.

Spettabile Amministrazione,

A seguito della sottoscrizione definitiva del CCNL del Comparto delle Funzioni Centrali per il triennio 2022- 2024 da parte di alcune organizzazioni sindacali invitiamo codesta Amministrazione a non assumere iniziative unilaterali che possano minare le prerogative sindacali dell’organizzazione sindacale scrivente, con particolare riguardo a tutti gli atti e i procedimenti negoziali che si sono formati nell’applicazione e nell’esecuzione del CCNL del Comparto Funzioni Centrali per il triennio 2019-2021, a tutti gli atti e i procedimenti negoziali che si sono formati nell’applicazione e nell’esecuzione di Contratti Integrativi (o suoi stralci) già sottoscritti da questa o.s. precedentemente la data del 28 gennaio 2024, nonché di tutti gli atti e i procedimenti negoziali sottoposti a preventiva informazione, confronto o rimessi agli organismi paritetici per l’innovazione di cui all’art. 6 del CCNL per il triennio 2019-2021, ai sensi dell’art. 5, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Ricordiamo inoltre che recenti orientamenti giurisprudenziali confermano quanto rappresentato dalla scrivente, riconoscendo il diritto all’informazione e al confronto anche alle organizzazioni sindacali rappresentative dei comparti pubblici e pienamente titolari della contrattazione nazionale di primo livello che non sottoscrivono il CCNL, in considerazione della natura e portata di questi diritti e del grave pregiudizio che verrebbe a determinarsi nei confronti degli iscritti e delle lavoratrici e dei lavoratori rappresentati dalle medesime organizzazioni sindacali, in virtù della ponderazione del dato certificato delle deleghe e dei voti raccolti nella più recente tornata di elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie

(RSU) 2022, ai sensi della normativa vigente in materia e degli Accordi Collettivi Nazionali Quadro sottoscritti in sede ARAN con le rispettive Confederazioni sindacali.

Si rammenta a tale proposito che le organizzazioni sindacali non firmatarie del CCNL per il triennio 2022- 2024 rappresentano oltre il 46% del personale del Comparto delle Funzioni Centrali.

Tutto quanto premesso, si chiedono pertanto chiarimenti su quanto avvenuto lo scorso 7 febbraio presso il MIC. Risulta infatti a chi scrive che, l’Amministrazione abbia convocato un tavolo sindacale volto unicamente alla condivisione di informative alla presenza di alcune OO.SS. con l’esclusione di chi, pur non avendo sottoscritto il contratto collettivo, ne avrebbe avuto comunque diritto.

Si rappresenta infine che l’esclusione dai tavoli di organizzazioni sindacali rappresentative e non firmatarie del CCNL per la contrattazione integrativa di ente, se per gli altri comparti pubblici è suffragato dalla partecipazione ai medesimi tavoli di contrattazione integrativa di amministrazione delle RSU regolarmente elette a suffragio universale e diretto di tutte le lavoratrici e lavoratori del medesimo ente, per il comparto delle funzioni centrali ove non é prevista la partecipazione delle RSU al secondo livello di contrattazione, che é definita nazionale di amministrazione, comporterebbe un’ingiustificabile compressione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che non vedrebbero una loro adeguata rappresentanza al tavolo di contrattazione integrativa, determinando un grave vulnus di democrazia e un’evidente grave ed inaudita discriminazione a loro danno rispetto alle lavoratrici e lavoratori degli altri comparti pubblici.

Si resta in attesa di cortese e urgente riscontro. Distinti saluti.

Coordinatrice Nazionale FP CGIL MIC

Valeria Giunta

Alla Direttrice Generale

Dott.ssa Valeria Vittimberga

Al Direttore Centrale Entrate

Dott. Antonio Pone

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: CAMBIO FAMIGLIA PROFESSIONALE – ISPETTIVI

In data 9 maggio 2024, in occasione del primo confronto con la nuova governance, la scrivente organizzazione – ponendo l’accento sui temi più significativi per le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente – chiese, tra le altre cose, l’attivazione con urgenza di una procedura per regolamentare il passaggio professionale alla famiglia degli ispettivi, nell’attesa della definizione della procedura concorsuale per potenziare il personale in organico ormai ridotto ai minimi termini.

Analoga sollecitazione fu posta in data 3 luglio e in data 21 novembre 2024, registrando rassicurazioni da parte dell’Amministrazione, sia sulla volontà di accelerare i percorsi assunzionali, sia per una ricognizione dei pensionamenti al termine dell’anno passato. Ricognizione che – secondo quanto esposto al tavolo – avrebbe consentito di programmare una prima immissione di nuovi ispettivi, fosse anche solo contenuta al personale già formato: o perché in passato aveva esercitato tale attività prima di rientrare tra gli amministrativi; o perché, nelle precedenti esperienze professionali, aveva acquisito competenze analoghe in altre Amministrazioni (es. INL).

A febbraio 2025 il silenzio è assordante: non soltanto non si sblocca il nodo delle assunzioni previste (che addirittura si riducono da 403 a 386), ma perfino lo spostamento delle risorse interne tarda ad arrivare.

Ricordando che un impegno preciso, in questa direzione, era stato promesso ai tavoli, la presente istanza è a sollecitare un intervento deciso dell’Amministrazione.

Si rimane in attesa di riscontro.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Si è tenuto oggi l’incontro con l’Amministrazione al quale FP CGIL e UILPA, come l’USB, non hanno potuto partecipare in quanto non convocati dall’Amministrazione in modo del tutto illegittimo e arbitrario.

Per questo abbiamo diffidato l’Amministrazione a tenere una condotta rispettosa delle corrette relazioni sindacali anche nei confronti delle sigle non firmatarie del CCNL 2022-2024.

Tuttavia, i nostri rappresentanti eletti in seno alla RSU, presenti al tavolo, ci hanno riferito quanto segue.

Al primo punto all’ordine del giorno c’era l’informativa sulle sedi ministeriali. L’Amministrazione ha comunicato che, a seguito di diverse ricerche nel centro della città e della necessità di lasciare via Fornovo entro settembre, si sta valutando una sede all’EUR ma non è stato stabilito chi verrà trasferito. La sede pare avere a disposizione 60 posti auto e capienza per 300 persone; l’Amministrazione ci ha informato che intende avviare un interpello per garantire la mobilità dei lavoratori verso la sede scelta e la possibilità di rendere disponibili delle navette che dalla fermata della metro B conducano i lavoratori in ufficio.

Abbiamo dovuto anzitutto ribadire che sarebbe preferibile che l’informativa alle OO.SS arrivasse in tempo utile, cioè prima del diffondersi di voci di corridoio da cui abbiamo dovuto evincere che si sta chiudendo un contratto per una sede all’EUR senza tenere in alcun modo in considerazione l’organizzazione del lavoro e la vita dei lavoratori di questa Amministrazione.

Abbiamo fatto presente che l’ipotesi della sede in zona EUR non ci pare una scelta guidata da un principio di ragionevolezza in quanto illogica sia nell’ottica di razionalizzazione degli spazi e delle sedi, dato che la sede di Via Fornovo che è già la più decentrata rispetto alle altre, dovrebbe essere avvicinata a queste ultime e non ulteriormente allontanata, né una scelta opportuna in termini di giustizia e di equità per il personale di questa Amministrazione, in quanto comporterebbe una enorme discriminazione tra i lavoratori collocati nelle sedi centrali e quelli collocati presso l’eventuale sede all’EUR con un aggravio di costi e di maggior tempo di percorrenza per il raggiungimento della sede di lavoro.

Abbiamo dovuto ricordare che la mobilità del personale la chiediamo da molto tempo e non ci aspettavamo che sarebbe potuta arrivare con la riorganizzazione logistica, né crediamo che questa possa essere la soluzione: a chi sarebbe effettivamente garantita la mobilità e secondo quali regole? Il grosso rischio è che alla maggior parte dei lavoratori non sarebbe consentita al fine di non depauperare di personale le Direzioni Generali che saranno collocate più lontane dal centro cittadino.

Non dovremmo essere noi a spiegare, inoltre, dopo tanti discorsi fatti sulle difficoltà di mobilità in una città come Roma (con e senza Giubileo), quali conseguenze comporterebbe lo stravolgimento dell’assetto logistico del Ministero in funzione del coordinamento tra Direzioni Generali/Dipartimenti e i vertici dell’Amministrazione.

Nel tempo che resta, partendo da oggi, abbiamo chiesto di attuare una continua ricerca sul mercato immobiliare per vagliare tutte le soluzioni possibili e siamo pronti a fare delle proposte all’Amministrazione in questo senso, rendendoci partecipi di questo processo di nuova organizzazione della logistica, ma non accettiamo che si decida di spostare il personale in una sede decentrata senza che siano state percorse tutte le alternative disponibili.

Tra queste, giova ribadire, che se il sistema di rotazione delle scrivanie richiede un tempo di applicazione lungo rispetto a quello disponibile come riferito, il potenziamento del lavoro agile e da remoto consentirebbe a questa Amministrazione di attrarre, con meno difficoltà, il personale di nuova assunzione, migliorerebbe il benessere organizzativo e comporterebbe un enorme sgravio dei costi di locazione della nuova sede (e relative navette).

Laddove si ritenga di dover continuare ad appiattire questo Ministero stabilendo inutili regole restrittive rispetto al lavoro agile e da remoto, un investimento sugli impianti antincendio di Via Flavia consentirebbe di poter tornare alla capienza originaria della sede che potrebbe accogliere tutti i lavoratori di Via Fornovo.

Insomma, le soluzioni a disposizione ci paiono essere molteplici e di gran lunga più sensate della strada che l’Amministrazione sta scegliendo di percorrere, pertanto non accettiamo la chiusura espressa rispetto all’impossibilità di cercare ulteriori soluzioni.

Secondo punto all’ordine del giorno riguardava il fabbisogno di personale.

Quanto contenuto nel PIAO ci pare più che allarmante: ogni Direzione Generale di questa Amministrazione ha la metà del personale di cui dovrebbe disporre per portare avanti gli obiettivi che le sono affidati; il personale che viene assunto, qualora decida di prendere servizio, scappa dopo aver trovato enti più accoglienti in termini economici e con reali politiche di welfare, praticamente assenti in questa Amministrazione. Chiediamo, oltre a quante persone potranno essere assunte, cosa si intenda fare per trattenerle.

A questo proposito accogliamo favorevolmente la notizia che nel DL PA è previsto un aumento del Fondo risorse decentrate pari a 5 milioni. Chiediamo in merito la massima attenzione ed un intenso impegno politico affinché questo aumento, stavolta, si realizzi davvero per garantire ai lavoratori una reale crescita professionale e una giusta retribuzione della produttività.

Con riferimento al PIAO ed alle politiche di formazione, a seguito di nostra richiesta l’Amministrazione ci ha comunicato che si sta impegnando per accrescere l’offerta formativa.

Abbiamo ritenuto necessario segnalare che siamo forse l’unica amministrazione a porre regole rigide anche rispetto alle ore di formazione del personale: chi decide di seguire un corso alla SNA, a differenza di quanto accade altrove, deve coprire i tempi di percorrenza per arrivare in aula e tornare a casa con la propria banca ore, laddove il corso duri 6 e non 8 ore. Ci sembra assurdo che a fronte di una richiesta di formazione pari a 40 ore annue, che accettiamo di buon grado essendo destinate ad accrescere la professionalità dei dipendenti di questa Amministrazione, non si faciliti la partecipazione ai corsi in aula per evitare che ci si debba limitare, anche per far fronte ad enormi carichi di lavoro, a seguire corsi online sulla piattaforma Syllabus che spesso risultano essere di scarsa qualità e senza la garanzia che quelle ore siano riconosciute all’esito del test di verifica che, spesso, riporta quesiti che non trovano corrispondenza effettiva con il corso seguito.

Infine, abbiamo chiesto notizie sul procedimento di riorganizzazione, quali i tempi della chiusura del processo per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali e quali i tempi del decreto attuativo.

L’amministrazione ci ha comunicato che il DM è al vaglio della Ministra; pertanto, ci auguriamo che i tempi di questo processo di riorganizzazione stiano giungendo, finalmente, alla loro definitiva conclusione.

In attesa di risposte su tutte le questioni nuovamente poste in tema di logistica e di aumento dell’FRD, ci teniamo pronti ad ogni possibile mobilitazione del personale.

FP CGIL                       UILPA

Matteo Ariano                 Ilaria Casali

Alessandra Pone           Orlando Grimaldi

Stando al Piano dei Fabbisogni trasmesso alle organizzazioni sindacali, INPS si prepara finalmente a costruire la Quarta Area, prevedendo circa 100 unità da arruolare tra le Elevate Professionalità del nuovo ordinamento.

Si tratta di un’innovazione disposta dal CCNL 2019-2021, l’ultimo da noi sottoscritto e l’ultimo ad aver introdotto modifiche migliorative sia sotto il profilo economico che sotto il profilo normativo per le lavoratrici e i lavoratori del comparto.

La decisione di strutturare la Quarta Area all’interno di INPS è un nostro cavallo di battaglia, che ciclicamente riproponiamo da tre anni a questa parte per almeno due ragioni diverse. 

  1. Avvertiamo la necessità di superare il tetto posto ai percorsi di crescita delle colleghe e dei colleghi. Prima esistevano le figure apicali, oggi ci sono i differenziali, ma non possiamo vivere in una realtà in cui l’assunzione delle responsabilità non viene valorizzata a livello economico. Si crea un clima deprimente, se le possibilità di crescita sono pari a zero.

  2. La costituzione di un’area con compiti gestionali non insisterà a livello economico sul fondo risorse decentrate, sperando si possa interrompere il riflesso condizionato che ha portato finora l’Amministrazione a costituire una miriade di PO, puntualmente pagate dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Ente anche quando non necessarie.

Ora, in base ai vincoli normativi, dei 100 posti preventivati la metà saranno appannaggio di vincitori di concorso. 

L’istituto dovrà quindi bandire una procedura concorsuale pubblica e al tempo stesso dovrà definire – sul piano interno – le dinamiche per individuare i profili che popoleranno l’Area, riconoscendo competenze e professionalità ritenute strategiche per l’ente.

Qui mettiamo un paletto: come abbiamo più volte chiarito esistono, in INPS, dei funzionari che hanno assolto attribuzioni para-dirigenziali, guidando agenzie complesse pesanti sia in relazione alla vastità del territorio servito, sia per numero di risorse coordinate. Al netto di queste figure, però, l’accesso alla Quarta Area riteniamo debba consentire a tutti la possibilità di misurarsi

La FP CGIL richiede, in tal senso, che sia calibrato il contributo dato da chi ha già assunto incarichi organizzativi, pesando sulla scala dei punteggi i diversi ruoli svolti. Va però valorizzata, parimenti, anche una procedura selettiva, che possa determinare un’apertura non fittizia nelle possibilità di accesso

Chiariamoci: se l’area delle Elevate Professionalità diventa una riserva indiana appannaggio di pochi, se si trasforma in un’appendice centralistica in cui l’ingresso è riservato per cooptazione, il rischio serio è che la sfida sia mancata due volte: non soltanto non si premierà il merito, parola molto in voga e quasi mai applicata; si continuerà ad alimentare il modello della discrezionalità quale unico metro di giudizio nei percorsi professionali. 

Una scelta che non solo non possiamo condividere, ma che censuriamo fin da subito  e nettamente, ritenendo, forse in beata solitudine, che scommettere su chi lavora vuol dire mettere ogni risorsa nelle condizioni di crescere.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Gentili colleghe e colleghi,

tra le tante mirabilie del nuovo CCNL, il primo CCNL della storia di questo comparto che non recupera la perdita del potere d’acquisto del triennio cui si riferisce, vi è il riconoscimento del buono pasto in lavoro agile.

Un CCNL, così come un Accordo Sindacale, non è mai tutto bello né tutto pessimo ma si firma quando gli aspetti positivi sono preponderanti sui negativi. Nel ribadire convintamente la nostra mancata firma di un CCNL a perdere, non possiamo però che cogliere positivamente il punto riguardante il riconoscimento dei buoni pasto in agile anche se come CGIL chiedevamo un riconoscimento economico che sarebbe stato per tutti in luogo di un buono pasto legato all’orario di lavoro. Sottolineiamo che, comunque, il riconoscimento del buono pasto in agile si è concretizzato solo successivamente allo sciopero generale CGIL – UIL a riprova della possibilità, con la mobilitazione, di spuntare condizioni migliori.

In questi giorni sono tanti però i lavoratori che ci chiedono DA QUANDO avranno il riconoscimento effettivo del buono.

DOMANDA NON FACILE

A fine gennaio tutti i lavoratori in regime di lavoro agile hanno sottoscritto un nuovo accordo che nulla dice sul punto e nessuna innovazione presenta alla luce del nuovo CCNL.

Pertanto gli accordi firmati in questi giorni, valevoli fino al 31 gennaio ’26, esattamente come i precedenti scaduti il 31 gennaio ’25, poggiano sulla vigente regolamentazione lavoro a distanza di Agenzia, licenziata il 7 dicembre 2023 – Prot. 421166.

Tale regolamentazione riporta chiaramente all’art. 3 c. 3

3. Nelle giornate di lavoro agile non sarà corrisposto il buono pasto.

Sia chiaro pertanto a tutte e tutti che, sottoscrivendo un accordo di lavoro agile, si sta “accettando” anche il mancato riconoscimento del buono pasto.

Non è casuale infatti che alcune sigle sindacali abbiamo immediatamente chiesto alla DC la riapertura del tema per recepire le novità del CCNL.

Se una volta firmato il contratto fosse stato automatica l’attuazione dello stesso su tutte le novità del lavoro a distanza, perché correre a chiedere la modifica dell’attuale regolamentazione interna di Agenzia?

Sia chiaro che noi di FP CGIL auspichiamo l’immediato riconoscimento del buono pasto ma per la correttezza e la chiarezza che distinguono la nostra azione sindacale non potevamo nascondervi che in questo percorso potrebbero frapporsi degli ostacoli con rischio di pesante allungamento dei tempi.

Purtroppo il precedente riguardante il telelavoro non conforta.

L’attuale regolamentazione del telelavoro prevede la corresponsione del buono pasto (Art 2 c.9 sez Telelavoro – All. 1 alla nota Prot. 421166 del 7 dicembre 2023).

Secondo voi gli attuali telelavoratori percepiscono il buono pasto?

Chiaramente NO in quanto l’Agenzia con Informativa alle OOSS nazionali del 17 maggio, concetto ribadito con nota di Divisione Risorse del 30 maggio 2024 – Prot. 128542, ha chiarito che i contratti operano con la regolamentazione vigente al momento della firma………………..ed oggi, per il lavoro agile, la regolamentazione vigente al momento della firma degli accordi NON prevede il buono pasto.

Vi invitiamo, pertanto, a leggere con cautela mirabolanti promesse di immediata maturazione di buono pasto, anche se, chiaramente, ci auguriamo che presto l’impasse possa in ogni caso sbloccarsi e garantire repentino riconoscimento del benefit.

Per il Coordinamento Nazionale FP CGIL Agenzia Entrate

Florindo Iervolino

La FP CGIL Polizia Penitenziaria, escludendosi dalla maggioranza del tavolo, dice NO alla preintesa sull’accordo F.E.S.I. 2024 firmata il 6 Febbraio 2024.

DICIAMO NO PERCHÉ:

  • L’accordo non riconosce, come previsto dalla normativa, alcuna differenza tra chi lavora nei carceri e chi presta servizio nelle sedi extra moenia.

  • Non viene fatta alcuna distinzione tra chi svolge un turno di 6 ore e chi ne svolge uno di 8.

  • Non viene riconosciuta alcuna differenza in base al livello dell’istituto.

  • Le risorse destinate alla contrattazione decentrata sono identiche, basandosi esclusivamente sul numero di poliziotti in servizio e non sulla reale operatività o criticità della sede.

  • Non sono stati forniti dati oggettivi sugli interventi del personale impiegato su disposizione del DAP o del DGMC. Si prevede infatti un incentivo per 1.000 unità (15.000,00 €) intervenute per il solo DGMC, a fronte di 1.300 unità (20.000,00 €) per l’intero DAP, pur trattandosi di servizi di carattere eccezionale per la tutela dell’ordine e della sicurezza negli istituti penitenziari.

  • È stato previsto un doppio incentivo per chi svolge funzioni di Comandante appartenente esclusivamente al ruolo dei Funzionari.

Programmazione su tre quadranti:

TURNO

INCENTIVO

24:00 – 08:00

6,75 €

08:00 – 16:00

4,70 €

16:00 – 24:00

5,55 €

Totale

17,00 €

Programmazione su quattro quadranti:

TURNO

INCENTIVO

24:00 – 06:00

6,65 €

06:00 – 12:00

4,70 €

12:00 – 18:00

5,50 €

18:00 – 24:00

5,55 €

Totale

22,40 €

Come si evince dalle due tabelle, 2 ore in più nel turno notturno valgono ben 10 Centesimi di Euro, l’Amministrazione risparmia 5,40 € al giorno di incentivi facendo lavorare il personale su tre quadranti anziché su quattro. Il risultato? Più il lavoratore produce, meno l’Amministrazione paga!

Come sempre, e come ormai ci contraddistingue dalla massa, non firmeremo accordi che non riconoscono ai colleghi il giusto valore per il “difficile” lavoro che svolgono soprattutto negli Istituti di pena.

FP CGIL Nazionale

Donato Nolè

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