Al Capo Divisione Risorse

dell’Agenzia delle Entrate

Dott. Antonio Dorrello

div.risorse@agenziaentrate.it

Alla Direttrice Centrale Risorse Umane

Dell’Agenzia delle Entrate

Dott.ssa Laura Caggegi

dc.risorseumane@agenziaentrate.it

e p.c.

All’Ufficio Relazioni Sindacali

Dott.ssa O. Oliveri

dc.ru.relazionisindacali@agenziaentrate.it

OGGETTO: Diffida. Legittime convocazioni dei tavoli nazionali e territoriali in Agenzia delle Entrate. Corrette composizioni dei soggetti titolari delle contrattazioni e dell’applicazione degli istituti contrattuali.

A seguito della sottoscrizione definitiva del CCNL del Comparto delle Funzioni Centrali per il triennio 2022-2024 da parte di alcune organizzazioni sindacali, e alle recenti disposizioni date dall’Agenzia, diffidiamo codesta Amministrazione dall’assumere iniziative unilaterali che possano minare le prerogative sindacali dell’organizzazione sindacale scrivente, con particolare riguardo a tutti gli atti e i procedimenti negoziali che si sono formati nell’applicazione e nell’esecuzione del CCNL del Comparto Funzioni Centrali per il triennio 2019-2021, a tutti gli atti e i procedimenti negoziali che si sono formati nell’applicazione e nell’esecuzione di Contratti Integrativi (o suoi stralci) già sottoscritti dalla scrivente organizzazione sindacale precedentemente la data del 28 gennaio 2024, nonché di tutti gli atti e i procedimenti negoziali sottoposti a preventiva informazione, confronto o rimessi agli organismi paritetici per l’innovazione di cui all’art. 6 del CCNL per il triennio 2019-2021, ai sensi dell’art. 5, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.

Ricordiamo inoltre che recenti orientamenti giurisprudenziali (sentenza n. 774/2025 del 22/01/2025, Tribunale ordinario di Roma, 3° sez. lavoro) confermano quanto rappresentato dalla scrivente, riconoscendo il diritto all’informazione e al confronto anche alle organizzazioni sindacali rappresentative dei comparti pubblici e pienamente titolari della contrattazione nazionale di primo livello che non sottoscrivono il CCNL, in considerazione della natura e portata di questi diritti e del grave pregiudizio che verrebbe a determinarsi nei confronti degli iscritti e delle lavoratrici e dei lavoratori rappresentati dalle medesime organizzazioni sindacali, in virtù della ponderazione del dato certificato delle deleghe e dei voti raccolti nella più recente tornata di elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie (RSU) 2022, ai sensi della normativa vigente in materia e degli Accordi Collettivi Nazionali Quadro sottoscritti in sede ARAN con le rispettive Confederazioni sindacali. Si rammenta a tale proposito che le organizzazioni sindacali non firmatarie del CCNL per il triennio 2022-2024 rappresentano oltre il 46% del personale del Comparto delle Funzioni Centrali.

Si rappresenta infine che l’esclusione dai tavoli di organizzazioni sindacali rappresentative e non firmatarie del CCNL per la contrattazione integrativa di ente, se per gli altri comparti pubblici è suffragato dalla partecipazione ai medesimi tavoli di contrattazione integrativa di amministrazione delle RSU regolarmente elette a suffragio universale e diretto di tutte le lavoratrici e lavoratori del medesimo ente, per il comparto delle funzioni centrali ove non é prevista la partecipazione delle RSU al secondo livello di contrattazione, che é definita nazionale di amministrazione, comporterebbe un’ingiustificabile compressione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che non vedrebbero una loro adeguata rappresentanza al tavolo di contrattazione integrativa, determinando un grave vulnus di democrazia e un’evidente grave ed inaudita discriminazione a loro danno rispetto alle lavoratrici e lavoratori degli altri comparti pubblici.

Con ogni opportuna riserva di azione a tutela delle prerogative e dei diritti sindacali in capo alla scrivente organizzazione sindacale, si resta in attesa di cortese e urgente riscontro.

Distinti saluti.

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL

Agenzia delle Entrate

Florindo Iervolino

Al Segretario generale Pres. Franco Massi

Al Vice Segretario generale Cons. Francesco Targia

Alla Dirigente generale Gestione Risorse Umane Dott.ssa Daniela Greco

Alla Dirigente Trattamento Giuridico Amm.vi Dott.ssa Pinuccia Montalto

Al Dirigente del Trattamento Economico Amm.vi Dott. Mauro Cardarelli

e p.c. All’Ufficio Relazioni Sindacali

A tutto il Personale della Corte dei conti

Oggetto: Inquadramento ex Personale comandato presso la Corte dei conti.

In relazione all’oggetto, dopo i colloqui già intervenuti per le vie brevi, si segnala ulteriormente, la posizione del Personale ex comandato che è stato inquadrato nei ruoli della Corte dei conti, a decorrere dall’anno 2023.

Infatti, tale Personale, proveniente da comparti diversi da quello delle Funzioni Centrali, non ha visto riconosciuto il previsto differenziale stipendiale ed il giusto inquadramento.

Ciò ha cagionato un danno economico ed il Personale interessato è in attesa da vari mesi non solo dell’adeguamento stipendiale spettante, ma anche dei relativi arretrati.

Pertanto, si sollecita la posizione giuridica ed economica del Personale de quo.

Cordialmente.

Susanna Di Folco
Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti

Al Direttore del Personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

Dott. Simone D’Ecclesiis

Oggetto: Progressioni Verticali – RICHIESTA.

La scrivente O.S., vista anche l’informativa sul PIAO 2025-2027, ritiene che all’interno dello stesso possa trovare collocazione una adeguata riprogrammazione delle “progressioni verticali” dall’area Assistenti all’area Funzionari attraverso una attenta utilizzazione delle facoltà assunzionali dell’Agenzia.

Ciò può infatti avvenire, a parere della scrivente, sia attraverso l’utilizzo delle graduatorie vigenti o, in alternativa, con una nuova procedura concorsuale nella quale siano contemplato il passaggio di area anche valorizzando l’idoneità nella procedura di verticalizzazione degli ultimi mesi del 2024.

L’ulteriore investimento sulle progressioni verticali da un’area a quella superiore, oltre a riconoscere la professionalità maturata e dimostrata da centinaia di colleghe e colleghi può ancora rappresentare quell’attività di reclutamento complementare rispetto alle procedure concorsuali dall’esterno che si stanno sviluppando per l’area Assistenti con i due concorsi in atto (74 unità Assistenti ex L.68/1999 + 461 unità Assistenti).

Certi di una Sua sensibilità al riguardo, si resta in attesa di cortese riscontro e si porgono cordiali saluti.

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL Agenzia Dogane e Monopoli
Florindo Iervolino

Si è tenuto oggi un incontro che aveva ad oggetto molti argomenti all’ordine del giorno:

Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale 2025-27: l’Amministrazione ci ha velocemente presentato il piano della dotazione organica di INL, da cui risultano 5.166 dipendenti al 31 dicembre 2024 e una dotazione organica di 7.781 persone, con una scopertura di oltre 2.600 lavoratori. Purtroppo, non ci è dato sapere la scopertura nelle singole famiglie professionali in quanto, quest’anno, l’INL ha pensato “bene” di fornire i numeri delle dotazioni e delle scoperture solo riferendosi alle singole Aree (operatori, assistenti e funzionari). Considerando, tuttavia, che le assunzioni dovranno poi essere effettuate rispetto alle famiglie e alle posizioni lavorative (i vecchi profili professionali, per intenderci), nessuno sa come saranno effettuate, nemmeno gli organi di controllo che dovranno verificare il rispetto del piano assunzionale. Per questo, abbiamo contestato tale scelta, chiedendo di integrare il Piano dei fabbisogni riportando le carenze e le dotazioni organiche anche rispetto alle singole famiglie professionali. Sarà poi essenziale sapere come tutto questo verrà calato nei singoli uffici, e quindi verificare come saranno calibrate la carenza e la dotazione organica in ogni ispettorato del territorio, perché questo ha un importante impatto sia rispetto alla mobilità sia riguardo ai cambi di famiglia professionale.

L’INL ha poi ribadito la scelta, già espressa in precedenza, di voler bandire entro l’anno un concorso per le Elevate Professionalità, con l’obiettivo di adibire questi lavoratori nelle seconde sedi degli uffici accorpati. In proposito, evidenziamo che non si sa ancora per quante Elevate Professionalità sarà bandito questo concorso, posto che una parte dovrà essere presa dall’interno, mediante progressioni verticali. Riguardo alla titolarità delle doppie sedi, poi, visto che l’Amministrazione stessa ha ribadito anche oggi che stanno verificando la possibilità di superare alcune sedi accorpate, ripristinandole come sedi singole, non vorremmo che si introducano Elevate Professionalità a cui non si sa, poi, cosa far fare… Aggiungiamo, anche, come ciliegina, che ci è stato comunicato l’arrivo imminente (e importante, aggiungiamo) dei vincitori del corso-concorso SNA per la dirigenza. A maggior ragione, ribadiamo il nostro invito a non aver fretta su un tema così spinoso come quello delle Elevate Professionalità e a ponderare bene le conseguenze (anche erariali) delle proprie scelte.

Cambi famiglia professionale: l’INL ci ha comunicato che sono pervenute 459 domande in totale. Non riteniamo utile e opportuno dare tutti i numeri che l’Amministrazione oggi ci ha fornito, visto che i lavori di verifica non si sono ancora conclusi e, quindi, dare numeri oggi potrebbe solo alimentare confusione tra i colleghi. A nostro parere, è importante sapere che di queste 459 domande, 445 provengono dalla terza area, mentre solo 17 dalla seconda e che di queste ultime, una parte non sarà probabilmente accolta trattandosi di colleghi poi divenuti funzionari per effetto delle progressioni verticali in deroga. L’Amministrazione sta cercando di capire quante domande saranno accoglibili, considerando che vi sono limiti nella dotazione organica (di cui però, come scritto sopra, non abbiamo il dettaglio per famiglie professionali, ma solo per area di appartenenza), sia a livello nazionale che locale. Ci è stata prospettata l’ipotesi di creare delle graduatorie e la nostra proposta è di prevedere dei successivi scorrimenti, via via che si liberino posti nelle famiglie professionali richieste.

Abbiamo poi ribadito quanto già espresso in precedenza: occorrerebbe anzitutto sanare quelle situazioni in cui un lavoratore, appartenente a una famiglia professionale, già svolge in via prevalente o totale mansioni di un’altra. Sul punto, ci è stato risposto che questa fase certamente ci sarà, d’intesa anche coi dirigenti degli uffici.

Incentivi per il personale ispettivo (testo in allegato): con riferimento anzitutto al V bimestre 2023, il Ministero del Lavoro ha comunicato di aver iscritto a bilancio le relative somme e quindi INL ci ha riferito che presumibilmente in primavera potrebbe finalmente pagarle. Si tratta di 2milioni e 900 mila euro (lordo Amministrazione) che, aggiunte a quelle già assegnate, dovrebbero confermare un importo di cinquemila euro pro-capite (lordo Amministrazione). Per il 2024, invece, le somme arrivate sarebbero molto più alte, in virtù della novella normativa che toglieva il tetto dei 13 milioni annui. Sembrerebbe, infatti, che dovrebbe trattarsi di 25 milioni di euro (lordo Amministrazione), di cui 18 destinati all’incentivazione del personale ispettivo e 7 all’equipaggiamento e alle dotazioni strumentali. In virtù di questo, l’Amministrazione ha comunicato che ciascun ispettore (tecnico e ordinario) dovrebbe ricevere settemila euro lordi annui, riferiti al 2024. Se queste cifre saranno confermate, riteniamo sia stato fatto un buon lavoro e vogliamo ricordare che anche questo sarà merito della mobilitazione nazionale e dei tre scioperi del personale dell’INL.

Chiederemo conto, naturalmente, di queste somme – parte delle quali potrebbero essere messe in pagamento nel mese di aprile – e chiederemo conto anche di come saranno spesi i restanti sette milioni di euro. Ad esempio, sarà finalmente l’ora di dotare il personale del software per l’elaborazione delle buste paga che da anni chiediamo?

Decreto efficientamento pari a 20 milioni di euro annui (testo in allegato): ci è stato ribadito che gli incentivi andranno a tutto il personale (nonostante qualcuno sui territori avesse messo in giro voci diverse) e che sarà pagato nel mese di marzo.

Sentenza Corte costituzionale sugli arretrati della perequazione: ci è stato comunicato che l’INL ha già predisposto una norma, inviata all’Ufficio legislativo del Ministero del Lavoro, che autorizza l’INL a pagare queste somme (quantificabili in undici milioni di euro), utilizzando il proprio corposo avanzo di bilancio. Vediamo… Su questo scriveremo comunque un comunicato a parte.

Sicilia: considerati i tempi stretti per far partire il prossimo contingente dal 1° marzo, è plausibile una piccola proroga dell’attuale, per far partire il prossimo dal 1° aprile. L’INL non si è sbottonato sui numeri del personale da inviare, rendendosi comunque disponibile a un ampliamento di quelli già presenti. Si è ipotizzato di prevedere un’esperienza professionale di almeno un anno al 31 dicembre 2023 e di verificare, anche tramite colloquio, il possesso di tale esperienza. Da parte nostra abbiamo ribadito l’importanza di un ampliamento significativo (ricordando che fu proprio la Ministra del Lavoro a parlare di 100 ispettori dell’INL in Sicilia e che per noi sarebbero anche pochi). Non siamo d’accordo, poi, con l’indicazione di specifiche date di partenza per valutare l’esperienza professionale, mentre riteniamo più utile fare riferimento all’esperienza pregressa in modo più elastico, sia considerando il curriculum che tramite colloquio.

Infine, è importante, a nostro parere, garantire un’equa ripartizione delle forze ispettive in tutta la Regione, per cui abbiamo proposto – fermo restando l’ampliamento dei numeri da noi richiesto – di inviare il personale in province limitrofe a quelle richieste, così da garantire una copertura ampia.

Riguardo agli ispettori già presenti in Sicilia, si poneva anche il tema di garantire loro il diritto di voto in vista delle prossime elezioni RSU. Siamo contenti che sia stata accolta una delle nostre proposte: verranno create due sottocommissioni elettorali, rispetto alla Commissione elettorale della DIL Sud di Napoli. Una sarà a Palermo e una a Catania; entrambe saranno composte da ispettori del contingente.

 

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

 

Nel pomeriggio di ieri, la FP CGIL ha incontrato il presidente dell’INPS per un colloquio sullo stato dell’arte dell’Ente. Diversi i temi che abbiamo voluto sottoporre all’attenzione di Gabriele Fava, gli stessi che da tempo ribadiamo in ogni consesso, anche con la tecnostruttura.

  • Le carenze d’organico minacciano la funzionalità dell’Istituto. Non è più sufficiente dire “servono assunzioni”, perché a fronte di quattromila ingressi nel 2023 la situazione critica in alcune realtà evidenzia un’inefficiente allocazione. Abbiamo chiesto, pertanto, non soltanto uno sforzo sotto il profilo assunzionale (con tutto ciò che comporta, anche in termini di supporto con autentiche politiche abitative), ma la condivisione di una preventiva mappatura delle carenze d’organico sede per sede, agenzia per agenzia.

  • L’impoverimento progressivo di chi opera al servizio dell’Istituto è evidente. Per il comparto: malgrado gli sforzi profusi sul fronte dei differenziali stipendiali, il costo della vita schiaccia ormai il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori INPS, che non beneficeranno neanche di un contratto collettivo in grado di equilibrare questa grave situazione. Ciò che chiediamo, insistentemente da anni e su tutti i tavoli senza eccezioni, è il superamento del tetto imposto al fondo dal d.lgs. 75/2017, per dare la giusta centralità a chi dedica anima e corpo al servizio della collettività. Nell’attesa, una deroga che dia una boccata d’ossigeno appare dovuta a fronte degli sforzi di cui l’Istituto si è fatto carico dal 2020 a oggi. Parimenti va certificato un contratto che sana degli elementi di iniquità ormai evidenti (il riconoscimento del TEP agli assunti dell’ultima tornata o la maggiorazione per i titolari di PO). Per le Aree: fermo restando il problema del Fondo, condiviso, la situazione dei medici ha superato la soglia della accettabilità. Abbiamo reiterato la richiesta di una indennità di esclusività e di una regolamentazione dell’intramoenia, senza considerare la necessaria stabilizzazione dei medici in comando che tarda ad arrivare. Anche sui professionisti si registrano delle fragilità in riferimento all’andamento della retribuzione di risultato. C’è, quindi, un impoverimento collettivo che non è più possibile ignorare.

  • Sulle posizioni organizzative, e più in generale sui percorsi di carriera, abbiamo chiesto maggiore trasparenza, eliminando le zone d’opacità che minano la linearità dei processi di selezione e di crescita professionale. L’attribuzione di un punteggio inopinabilmente alto ai colloqui non dà, in tal senso, sufficienti garanzie: il sistema va ripensato.

  • Abbiamo sottolineato, poi, le discrasie e le iniquità del Sistema di misurazione della performance individuale, tanto nel comparto (dove l’obiettivo di gruppo è ormai il fanalino di coda del sistema, malgrado le peculiarità del lavoro in INPS), quanto nelle Aree, dove la cifra della discrezionalità resta prevalente. Servono criteri e parametri oggettivi che tengano in considerazione gli sforzi condivisi per il raggiungimento di quei risultati che INPS stesso rivendica in ogni assise.

Registrata la disponibilità della Presidenza, attendiamo adesso risposte, riservandoci una valutazione complessiva sullo stato delle relazioni sindacali nel prossimo futuro.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Il 27 gennaio è proseguita la trattativa per il CCNI 2024 dei professionisti. L’Amministrazione ha presentato una bozza che non possiamo condividere.

Questi i punti più problematici.

Maggiorazioni della retribuzione di risultato.

Già in occasione del rinnovo del CCNI 2023 si era evidenziata la necessità di individuare, per ciascuna famiglia di professionisti (legali, tecnici, attuari), criteri e parametri oggettivi utili ad individuare le situazioni di effettiva sofferenza lavorativa che giustificassero l’attribuzione di tali maggiorazioni. L’Amministrazione aveva proposto di firmare subito il CCNI 2023 ed attivare dei tavoli tecnici che consentissero l’individuazione di detti criteri a valere per il CCNI 2024.

Dodici mesi sono trascorsi inutilmente: ci ritroviamo come al solito a trattare il CCNI ad anno abbondantemente concluso e, nella bozza presentata, si scopre che, per una famiglia di professionisti, l’Amministrazione: a) propone una serie di parametri, b) pone un limite al numero dei professionisti che ne possono beneficiare e c) fissa la maggiorazione al 20% della retribuzione di risultato; per le altre due famiglie, continua a non esserci alcun criterio, non c’è alcun limite al numero dei professionisti che ne possono beneficiare e la maggiorazione viene fissata al 30%!

Questa regolamentazione, evidentemente irragionevole, pone per un verso un problema di legittimità, posto che viene riconosciuta una totale discrezionalità nel riconoscimento di maggiorazioni retributive; per altro verso, snatura la funzione stessa di tale maggiorazione e comporta un’incontrollata erosione delle risorse del fondo a danno di chi non ne beneficia.

Incentivo alla mobilità territoriale.

Viene proposta una revisione delle tre fasce chilometriche attualmente previste, cui corrispondono tre diversi importi di detta indennità.

L’Amministrazione, senza rimodulare gli importi, propone di eliminare la fascia più bassa e far rientrare tutti i beneficiari nella fascia più alta ed in quella intermedia.

Inoltre, non è stata accolta la nostra proposta di porre un tetto all’ammontare complessivo annuo dell’indennità differenziato in base alla distanza chilometrica.

Il risultato è che, in teoria, potrebbe essere attribuita una indennità di € 20.000 annui anche a chi ha trasferito la propria sede di lavoro di 50 km.

Tutto bene, se non fosse che, trattandosi di risorse del fondo, che vengono sottratte alla ripartizione tra tutti i professionisti, si pone anche in questo caso un problema di erosione delle risorse a disposizione (oltre che di ragionevolezza della disciplina).

Indennità del Coordinatore Generale.

Senza particolari motivazioni viene proposto dall’Amministrazione un notevole aumento della indennità del coordinatore generale, che complessivamente giunge a più che raddoppiare lo stipendio tabellare, ovviamente con risorse del Fondo.

Nessun aumento per l’indennità di funzione.

Non viene previsto invece l’aumento della indennità di funzione, misura questa, pur richiesta da più OO.SS., che consentirebbe quanto meno di porre in sicurezza quote di salario accessorio per tutti i professionisti.

Troviamo grave che, a risorse del Fondo cristallizzate, e questo è anche più grave in questa fase di ripresa delle assunzioni, tutte le modifiche proposte – che non sottoscriveremo – vadano nella direzione di un accentramento delle risorse in favore di pochi e a danno della maggioranza dei professionisti.

L’Amministrazione ha infine deciso di prendere un’ulteriore pausa di riflessione.

Vi terremo aggiornati.

FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Giuseppe Cipriani

Nel pomeriggio di lunedì è ripresa la discussione sul rinnovo del CCNI 2024 dell’Area Medica dell’Istituto.

Il testo, sottoposto dall’Amministrazione all’attenzione delle organizzazioni sindacali, non risponde ai rilievi che avevamo posto in evidenza: permane il coefficiente 130 per i responsabili UO pagato con i soldi di tutti; all’art. 7 mancano ancora le figure dei valutatori; all’art. 9 non è stata eliminata la parte relativa alle ore di aggiornamento professionale.

Si conferma così un andazzo che andiamo denunciando da tempo: i carichi di lavoro aumentano, le direttive incomprensibili dell’Amministrazione mortificano sempre di più chi opera sui territori e l’utenza fragile rischia profondi rallentamenti nell’erogazione del servizio.

Il malessere è oramai un fiume in piena.

Pensavamo che almeno stavolta si potesse iniziare a parlare di attività intramoenia e indennità di esclusività (la chiediamo da quattordici anni). In tal senso, avevamo chiesto alla Delegazione trattante di parte datoriale la disponibilità ad attivare contestualmente un altro tavolo per il riconoscimento e la regolamentazione. Registriamo una timida apertura dell’Amministrazione, ma soltanto dopo una discussione avvilente sull’utilità che INPS avrebbe da un simile riconoscimento: quasi si trattasse di una concessione magnanima!

L’arrivo nel 2026 della nuova legge sulla disabilità avrebbe dovuto far riflettere circa la possibilità di ricorrere all’intramoenia anche per abbattere le liste di attesa o per seguire il contenzioso giudiziario come da anni fanno le ASL per le materie di loro competenza. Invece niente, la solita consueta tecnica dello struzzo. E tutto resta sotto una coltre di nebbia.

Confermiamo già da adesso l’impossibilità di firmare un contratto che nulla aggiunge, ma anzi toglie alle tasche delle lavoratrici e dei lavoratori.

Cambia il tavolo, non la nostra linea.

FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Francesco Reali

Puntuale come un orologio svizzero. È bastata la sottoscrizione del contratto collettivo perché le organizzazioni sindacali firmatarie scattassero come soldatini all’unisono.

Improvvisamente il TEP, mai pagato finora per precisa responsabilità dei fiscalisti sindacali, è diventato un argomento all’ordine del giorno, con buona pace di quei colleghi che si erano affidati genuinamente a una sigla per difendere i loro interessi, salvo scoprire che tutto si sacrifica sull’altare della piccola bottega.

Dal 31 dicembre al 27 gennaio, basta controllare i comunicati sindacali, non c’è stato un sussulto, non una voce si è levata a difesa di quattromila dipendenti che attendono da tempo il riconoscimento di una parte del salario fondamentale in rapporto al carovita.

Ora, a contratto firmato, eccoli qui i sindacalisti di maniera, quelli che – come avevamo anticipato qualche giorno addietro (link: https://www.fpcgil.it/2025/01/24/inps-i-vigili-della-contrattazione/) – si ricordano tutte le situazioni pendenti vissute in Istituto solo dopo la ratifica del CCNL.

Le lavoratrici e i lavoratori non cascano in questi tranelli: dopo essere stati pesantemente penalizzati a livello economico, ora assistono all’opportunismo più becero delle sedicenti organizzazioni, le quali prima creano i problemi e poi aspettano che cambi il vento per proporsi quali risolutori.

Adesso i rinvii sono diventati “intollerabili”, dopo la stagione della vigilanza silente.

Rispetto a questo fiume di ipocrisia che scorre in Istituto, tranquillizziamo tutto il personale: LE INTIMIDAZIONI NON SORTISCONO EFFETTO.

Le lezioni di civiltà e le buone maniere le lasciamo tranquillamente a chi prima svende la dignità di chi lavora nel comparto per una manciata di spicci e poi pretende la cacciata dei dissidenti non solo dai tavoli di contrattazione, ma da tutto: dalle informative, dai confronti, perché non dall’Istituto?

Ve lo ribadiamo a chiare lettere, nero su bianco: l’INPS NON È COSA VOSTRA. LA FP CGIL NON HA ALCUNA INTENZIONE DI ARRETRARE, anzi. Insisteremo come e più di prima per difendere la comunità di lavoratrici e di lavoratori dell’Istituto, che qualcuno ha sacrificato per non indispettire il potente di turno, sia esso un Governo o un’Amministrazione amica.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Nella giornata del 24 gennaio 2025, presso la sede di Uneba, a seguito delle consultazioni svoltesi sui territori che hanno portato, in modo netto, allo scioglimento della riserva sull’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Uneba 2023-2025, si è giunti alla sottoscrizione dell’intesa definitiva (di cui alleghiamo testo)

Il rinnovo determinerà un aumento, a regime, sul livello 4S, di 145 euro, pari al 10,4%, pienamente in linea con gli altri contratti di settori, da riparametrare sugli altri livelli.

Nel dettaglio, sotto il profilo economico, si prevede:

  1. Un aumento tabellare di 145 euro in tre tranches: la prima di 70 euro con la mensilità di ottobre 2024; la seconda tranche di 50 euro con la mensilità di luglio 2025 e la terza tranche di 25 euro a marzo 2026;

  2. Previsto inoltre un aumento di 2 euro, a carico del datore di lavoro, da destinare all’Assistenza Sanitaria Integrativa (ASI) a partire dal 1° gennaio 2026. Sempre sul fronte dell’ASI, a far data dal 1° gennaio 2025 l’Ente che ometta il versamento delle quote di assistenza sanitaria è tenuto ad erogare al lavoratore, per i mesi di mancata copertura, un elemento distinto della retribuzione di importo pari ad euro 21 lordi, che non subirà alcun riproporzionamento anche in caso di part time, da corrispondere per 14 mensilità in aggiunta alla retribuzione di fatto di cui all’art. 43.

Sotto il profilo normativo, le principali novità riguardano:

  1. TEP (Trattamento Economico Progressivo) a far data dal 1 febbraio 2025, viene abolito il Tep che prevedeva la maturazione di Rol, scatti di anziantià e 14esima mensilità dopo tre anni dalla data di assunzione; per quanto attiene la maturazione degli scatti, farà fede la data di assunzione. In virtù dell’abrogazione del Tep sono stati rivisitati gli artt. 46, 48 e 50 (quattordicesima mensilità, scatti di anzianità e orario di lavoro)

  2. Tempi di vestizione: il nuovo contratto introduce e quantifica il tempo necessario alla vestizione e svestizione in 15 minuti.

  3. Classificazione del personale: è stato raggiunto l’obiettivo di una significativa revisione della classificazione del personale, in particolare rispetto all’Educatore e all’OSS. Nello specifico, rispetto al profilo educativo, è stato ottenuto l’inquadramento dell’educatore al livello 3S, cancellando le previsioni legate all’anzianità di servizio. In merito, invece, all’Operatore Socio Sanitario, è stato deciso l’inquadramento unico in 4S eliminando la distinzione di livello in base al tipo di attività svolta nei riguardi di persone autosufficienti o meno. Ottenuta, infine, l’abolizione del 7°livello, con il contestuale reinquadramento del personale al 6° livello e la conseguente nuova riparametrazione degli scatti maturandi con l’entrata in vigore del CCNL;

  1. Rafforzata la tutela rispetto all’istituto della maternità, prevedeno l’integrazione al 100% della retribuzione nel periodo di maternità obbligatoria; Inoltre, al fine di rendere maggiormente chiara la disciplina dei congedi, si è voluto esplicitare la normativa anche predisponendo un allegato di sintesi (allegato 7).

  2. Sul fronte del mercato del lavoro, si è proceduto all’individuazione delle causali per la sottoscrizione di contratti a tempo determinato ed è stata rafforzata la clausola di stabilizzazione elevandola al 30%.

  3. Contrasto alle molestie e violenze sui luoghi di lavoro e congedi per le vittime di violenza di genere: con il presente contratto le parti hanno introdotto due articolati specifici volti a contrastare una piaga sociale deplorevole e supportare eventuali vittime. Maggiore impegno verrà profuso anche in ordine ad attività formative specifiche.

  4. Gradualità: infine si è convenuto un articolato in merito alle strutture/Enti in cui, con l’entrata in vigore del CCNL si dovessero incontrare difficoltà tali da mettere in discussione la tenuta occupazionale.

Il Segretario Nazionale

Michele Vannini

Si è svolto ieri pomeriggio presso il Ministero della salute il tavolo di confronto sulle azioni da intraprendere per la riapertura del negoziato per il rinnovo del CCNL sanità privata e per il nuovo contratto unico RSA Aris Aiop, alla presenza oltre che delle rappresentanze datoriali di Aiop e Aris anche del Ministro della Salute, on. Orazio Schillachi, del Capo di Gabinetto del Ministro della Salute, dott. Marco Mattei, del Presidente del Comitato di settore Regioni-Sanità e vicepresidente della Regione Lombardia, dott. Marco Alparone, e dell’assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, dott. Massimo Fabi, nonché Coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni

Con l’occasione, abbiamo rappresentato ancora una volta il disagio quotidiano vissuto dai dipendenti delle strutture della Sanità Privata accreditata che svolgono il loro lavoro integrando il Sistema sanitario nazionale, rimarcando l’evidente differenza salariale che i dipendenti di questi settori scontano rispetto ai colleghi del settore pubblico, in quanto è inaccettabile considerata l’attesa più che decennale per vedersi riconosciuti gli adeguamenti normativi ed economici spettanti.

Purtroppo, le associazioni datoriali Aiop e Aris, nonostante i finanziamenti messi a disposizione dalla Legge di Bilancio nei confronti dei soggetti privati accreditati e le disponibilità mostrate dal Ministero della salute al fine di ricercare una soluzione condivisa e sostenibile, sono rimaste dell’idea che a legislazione vigente non ci siano le condizioni per riaprire il tavolo di trattativa, in quanto chiedono uno stanziamento economico integrale delle risorse contrattuali da parte di Governo e Regioni. Abbiamo ribadito con forza alle rappresentanze di Aiop e Aris che tale posizione è indifendibile ed intollerabile a maggior ragione visto che queste associazioni lavorano in un contesto protetto.

La dignità di oltre 200 mila professionisti del settore non può essere sacrificata a logiche che ignorano il loro valore e il loro impegno quotidiano. Il rifiuto di Aiop e Aris ad avviare le trattative

ci spinge a proseguire sulla strada della lotta, intensificando le azioni di protesta a cominciare dalla conferma del presidio già convocato per il 31 gennaio p.v.. Le ragioni restano le medesime dello sciopero generale del 23 settembre u.s., infatti ricordiamo che il CCNL RSA è fermo da 13 anni, durante i quali a più riprese abbiamo chiesto e condiviso con le parti datoriali di discutere la sottoscrizione di un Contratto Unico di Settore che possa valorizzare sotto il punto di vista sia normativo che economico e migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti di questo delicato settore. Ricordiamo anche che il CCNL Sanità privata è stato rinnovato dopo 14 anni di blocco, ma avendo vigenza 2016/2018 risulta scaduto da ben 6 anni e necessita anch’esso un adeguamento importante che impatta direttamente non solo sulla vita delle lavoratrici e dei lavoratori ma anche sul servizio prestato.

La tutela della Salute non può essere considerata un costo! Specialmente in un ambito come quello degli accreditamenti istituzionali, le strutture private integrano il Servizio sanitario nazionale andando pertanto a completare la previsione contenuta nell’art. 32 della Costituzione di tutela della salute di tutti i cittadini della Repubblica italiana. La costante rivendicazione di logiche di mercato, puramente imprenditoriali produce un danno diretto alle cittadine e ai cittadini, che vedrà un peggioramento nella qualità e nell’offerta dei servizi di assistenza. Infatti, la mancanza di attrattività di queste strutture, causata dalla mancata valorizzazione del personale, sta portando all’abbandono dei posti di lavoro, compromettendo i requisiti organizzativi necessari per garantire la salute di chiunque versi in una condizione di fragilità.

Stiamo vivendo una situazione drammatica e non siamo più disposti ad attendere! È indispensabile introdurre come regola per l’accreditamento istituzionale l’obbligo di rinnovare i CCNL nelle vigenze contrattuali e alle stesse condizioni economiche e normative del settore pubblico. Tale azione è necessaria più che mai per evitare che le associazioni datoriali possano contrapporre atteggiamenti ostruzionisti volti esclusivamente a bloccare la contrattazione, soprattutto visto che in alcuni casi i soggetti privati hanno in gestione percentuali altissime del Sistema determinandone anche gli andamenti e tempi di attesa. Non possiamo permettere il diffondersi del fenomeno del dumping contrattuale, con la sottoscrizione di accordi peggiorativi con soggetti sindacali e datoriali senza rappresentatività, per questo abbiamo chiesto un intervento organico da parte del Ministero e della Conferenza delle Regioni su questo tema non più rinviabile.

Pertanto, alla luce di quanto detto, si conferma il presidio del 31 gennaio 2025 presso Lungotevere Ripa, n. 1, sotto le finestre del Ministero della salute, ma questo sarà soltanto un primo passo per richiamare il Governo, le Regioni e le associazioni datoriali alle loro responsabilità, durante il quale forniremo ulteriori indicazioni sulle imminenti azioni di protesta sotto tutte le sedi di Aiop e Aris, nonché sotto la sede di ogni singola Regione d’Italia e della stessa Conferenza delle regioni e delle Province autonome.

Vi terremo aggiornati.

FP CGIL

CISL FP

UIL FPL

Barbara Francavilla

Roberto Chierchia

Ciro Chietti

Nella giornata di oggi è stata definita l’ipotesi di contratto integrativo 2024 per il personale dirigente. La FP CGIL ha deciso di non sottoscrivere l’intesa, raggiunta dopo appena due incontri di carattere sindacale.

Come evidenziato nella riunione di lunedì scorso, l’impianto contrattuale incide profondamente su alcuni istituti negoziali ad anno terminato, creando così una serie di evidenti criticità.

Nel 2024 si era teso a riallineare il ciclo della negoziazione all’anno corrente, proprio per intervenire sul presente e introdurre elementi di innovazione. A gennaio 2025 ci siamo invece ritrovati nella stessa situazione dell’anno passato, eccezion fatta per la volontà della controparte di modificare – a ritroso nel tempo – situazioni date o quantomeno attese. Una scelta che non potevamo avallare.

Tre gli elementi che hanno attirato le nostre perplessità, e che hanno determinato la nostra opposizione al CCNI, evidenziamo:

  • l’art. 3 c.1 stabilisce una riduzione delle risorse per il finanziamento della mobilità territoriale. Rispetto al precedente integrativo si passa dal 5% al 4%. Tale decremento, quando fu ventilata l’ipotesi, era legato all’adozione degli atti necessari al riconoscimento dell’indennità di prima sistemazione. Atti che non sono mai stati esitati, a dispetto dell’impegno dell’Amministrazione a procedere celermente. Pur prendendo atto della volontà della controparte di chiudere questo capitolo, come organizzazione non riteniamo congruo un impegno contrattuale legato ancora una volta a una promessa futura. Il credito va riconquistato sul campo.

  • Per il calcolo della retribuzione di risultato, il CCNI propone una sensibile revisione dei coefficienti. Tale revisione, intervenendo ex post, corre il rischio di tradursi in un’attribuzione ad personam, in antitesi alla nostra volontà di definire percorsi chiari. Nel merito registriamo un apprezzamento a 160 delle sedi di Complessità organizzativo-ambientale 2 e – in una sorta di inspiegabile bilanciamento politico centro/territorio – un analogo riconoscimento agli uffici centrali (Segreteria del Collegio dei Sindaci, quella del Magistrato della Corte dei Conti, Struttura tecnica permanente per la misurazione della performance di supporto all’OIV). Alla Segreteria del CIV, infine, è attribuito il coefficiente 170.

Non appare chiaro quale sia il criterio di fondo di questa definizione dei parametri: se la volontà era di dare valore agli equilibri della governance, il CIV è sottostimato; viceversa se la volontà era quella di pesare le attribuzioni, e quindi il coordinamento di altre posizioni dirigenziali, l’impianto appare contraddittorio.

  • Sugli interim, infine, pur comprendendo le ragioni di una rimodulazione del trattamento economico, riteniamo ancora non sia superato uno scoglio concettuale: quello che definisce l’attribuzione dell’incarico come una situazione eccezionale, d’emergenza, dunque circoscritta nel tempo. Si adotta, invece, l’interim in maniera sistemica, ma a fronte di una retribuzione semestrale. Quegli incarichi vanno “liberati”: è onere dell’Amministrazione evitare l’insorgere di situazioni critiche.

Per questo insieme di ragioni abbiamo respinto al mittente il compromesso raggiunto. Confidiamo, adesso, in una celera apertura dei negoziati per il CCNI 2025. L’ennesimo intervento tardivo renderebbe inaccettabile qualsiasi compromesso futuro.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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