Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità

Alla Direzione Generale del Personale e delle Risorse

Roma

prot.dgmc@giustiziacert.it

OGGETTO: corresponsione buoni pasto

Con la presente la FP CGIL da seguito alle numerose segnalazioni che continua a ricevere dai lavoratori di diverse sedi periferiche relativamente alla corresponsione dei buoni pasto, già oggetto di richieste di chiarimenti da parte della scrivente nei mesi scorsi.

Ancora oggi in alcuni uffici, quali ad esempio il CGM di Roma e servizi afferenti, solo una parte dei buoni pasto maturati è stata corrisposta – con ritardo – e non è chiaro quando l’erogazione tornerà ad essere regolare. Lo stesso problema sta interessando anche l’UIEPE di Roma, i cui dipendenti negli ultimi mesi hanno ricevuto solo un anticipo dei buoni pasto spettanti.

Si evidenzia, inoltre, che in diverse regioni, come ad esempio il Trentino alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia, le direzioni hanno richiesto una rimodulazione dell’orario di lavoro con particolare riguardo all’attività lavorativa su cinque giorni, pari a 7 ore e 12 giornaliere, motivando tale richiesta non per esigenze di servizio ma al fine di ridurre la spesa per i buoni pasto.

Tali disposizioni, ad avviso della scrivente, sembrano disattendere le previsioni contrattuali. L’art.17 c. 3 del CCNL 2016-2018, infatti, dà indicazione alle amministrazioni di determinare le articolazioni dell’orario di lavoro secondo i criteri di ottimizzazione dell’impiego delle risorse umane; miglioramento della qualità delle prestazioni e ampliamento della fruibilità dei servizi da parte dell’utenza e miglioramento dei rapporti funzionali con altri uffici ed altre amministrazioni.

La FP CGIL si trova, dunque, a dover rappresentare nuovamente il disagio che tale situazione sta comportando per il personale e a ribadire che essa costituisce una iniqua disomogeneità di trattamento dei dipendenti sul territorio nazionale. A ciò si aggiunga l’ordinanza n. 25840 del 27 settembre 2024 della Corte di Cassazione a conferma della decisione della Corte di Appello di Napoli che stabilisce che il buono pasto costituisce a pieno titolo una componente della retribuzione e in quanto tale deve essere garantito anche durante le ferie.

Si chiede, pertanto, a codesta Direzione con quali modalità e tempi intenda intervenire al fine di ripristinare una regolare erogazione dei buoni pasto in tutti gli uffici dipartimentali, prevedendo una richiesta di fondi sufficiente a coprire il reale fabbisogno, considerata anche l’immissione in servizio dei neoassunti FSS e dei FGP.

Relativamente alla corresponsione dei buoni pasto in lavoro agile, la FP CGIL aveva chiesto l’inserimento di una previsione contrattuale che garantisse ai lavoratori in smartworking – per definizione senza vincolo di orario – il riconoscimento dei buoni pasto senza alcun riferimento all’orario di lavoro, anche al fine di non generare confusione tra durata della giornata lavorativa e la fascia di contattabilità. Considerata in sede di contrattazione collettiva l’ introduzione dell’art. 14 c.3bis del CCNL 2022-2024 e successivamente il chiarimento dell’Aran n. CFC141b, si chiede all’Amministrazione di dare riscontro a richieste pervenute da più dipendenti circa i tempi e le modalità di attribuzione dei buoni pasto anche in lavoro agile.

Nel restare in attesa di cortese urgente riscontro, si porgono cordiali saluti.

Per la FP CGIL
La Coordinatrice Nazionale
Paola Fuselli

Pubblichiamo il testo del CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE INTEGRATIVO relativo al personale del Ministero della Difesa Triennio 2024 – 2026 Parte Giuridica.

p. la FP CGIL Nazionale
Marco Campochiaro

Al Presidente

Avv. Gabriele Fava

Alla Direttrice Generale

Dott.ssa Valeria Vittimberga

Al Direttore Centrale Risorse Umane

Dott. Giuseppe Conte

per il tramite del       Dirigente Area Relazioni Sindacali

Dott. Salvatore Ponticelli

OGGETTO: RICHIESTA INCONTRO URGENTE CHIUSURA DCM MILANO

Il 3 febbraio scorso, a Milano, incontrando i rappresentanti delle organizzazioni sindacali territoriali a margine del convegno sulla disabilità tenutosi presso l’Università Bocconi, i vertici dell’Amministrazione pare abbiano lasciato trapelare la volontà di chiudere la Direzione di Coordinamento Metropolitano, riferendo la difficoltà di garantire personale.

La scelta non si inquadrerebbe in un ripensamento circa il ruolo o la funzione delle strutture di coordinamento, ma sarebbe dettata da valutazioni circoscritte al capoluogo lombardo. Valutazioni di opportunità che sfuggono alle scriventi organizzazioni, considerato che tale realtà, negli ultimi anni, si è distinta per standard di produzione elevati grazie al lavoro intenso delle colleghe e dei colleghi impegnati in prima linea sul campo, anche a dispetto dell’emorragia di organico più volte denunziata e mai realmente affrontata dalla stessa Amministrazione, di là da un apprezzabile ricorso allo Smart working.

Poiché non appare chiaro il disegno circa le sorti della DCM, né si è registrato alcun passaggio in tal senso al tavolo nazionale, e poiché la cornice in cui tali scelte sarebbero maturate è ignota alle organizzazioni sindacali tutte, si richiede con la presente un incontro urgente e chiarificatore.

Si rimane in attesa di riscontro.

FP CGIL

UIL PA

USB PI

Giuseppe Lombardo

Sergio Cervo

Sergio Noferi

A partire da quest’anno, per effetto di una direttiva del Ministero per la PA, tutta la Pubblica Amministrazione – e quindi anche INL – dovrà far svolgere almeno quaranta ore l’anno di formazione a tutto il personale.

Se da un lato, può anche far piacere l’attenzione dedicata all’attività formativa di lavoratrici e lavoratori, dall’altro, non vorremo che questo si trasformi in un ulteriore carico di lavoro gravante sul personale. Ci spieghiamo meglio: non vorremmo che si dica ai lavoratori che, al netto degli obiettivi assegnati (magari anche aumentati rispetto all’anno precedente), si debba poi trovare il tempo di fare anche queste quaranta ore di formazione.

Proprio perché crediamo nel ruolo che la formazione del personale può e deve avere, riteniamo che l’aumento di queste ore di formazione debba portare a ricalibrare gli obiettivi da assegnare agli uffici e al personale e che si possano immaginare dei momenti formativi in cui coinvolgere il personale nel corso dell’anno, all’interno dell’orario di lavoro, così che in alcune ore o in alcune giornate il personale sia formalmente adibito alla formazione e che questa adibizione vada a “neutralizzare” lo svolgimento di altre attività istituzionali (dall’ispezione alle conciliazioni, al turno, alla gestione del personale, etc.).

Chiediamo, quindi, sin da ora, che l’Amministrazione nella definizione degli obiettivi annuali tenga conto delle attività formative cui il personale dovrà essere adibito.

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

Ci è stato riferito che, una organizzazione sindacale, firmataria del Ccnl 2022- 2024, nonché del Fondo Risorse Decentrate e anche delle Progressioni Orizzontali 2024, sta diffondendo tra alcuni candidati di Organizzazioni Sindacali NON firmatarie, né del Ccnl, né del Frd 2024 e tantomeno delle PEO 2024, che “Sarebbe inutile candidarsi per le RSU 2025 e tanto meno votare per le Organizzazioni Sindacali non sottoscrittrici del Ccnl 2022-2024”.

A questa organizzazione sindacale diciamo che la mancata firma di un contratto collettivo nazionale non inficia né le candidature e tanto meno la partecipazione alle RSU per il 2025, anche future.

Se si ha bisogno di questi mezzucci per sminuire il lavoro e le vertenze che la scrivente Organizzazione Sindacale sta portando avanti da anni, non per ultima quella per le Progressioni Economiche Orizzontali 2024 può significare solo una cosa: si ha paura del risultato che la FP Cgil può ottenere ed è quindi, a nostro avviso, un segnale di debolezza.

La FP Cgil è per una sana e corretta competizione, basata sui programmi e sulle attività sindacali, vertenze e battaglie, spesso vinte, alcune ancora in corso, e non su insinuazioni false e scorrette.

Invitiamo questa organizzazione sindacale ad attenersi ad un comportamento corretto, nei confronti del Personale anche se noi pensiamo che le Lavoratrici ed i Lavoratori della Corte dei conti sanno ragionare e valutare chi si è sempre battuta per ottenere il massimo e, quando non è stato possibile, si è anche assunta la responsabilità di una mancata sottoscrizione (vedi PEO 2024).

Ad maiora.

La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco

Abbiamo appreso che nella bozza del Decreto-Legge PA – che dovrebbe andare in Consiglio dei ministri già questa settimana – sarà inserita una norma che prevede il riconoscimento degli arretrati della perequazione dell’indennità di Amministrazione per l’anno 2022, consentendo all’INL di attingere dai fondi del proprio bilancio.

Anche questo stralcio della scabrosa vicenda del mancato riconoscimento della perequazione al personale dell’INL sembra finalmente destinato a chiudersi: ci sono voluti tre scioperi nazionali e una mobilitazione capillare, per arrivare finalmente a ottenere giustizia.

Da parte nostra, come FP CGIL e per il tramite dei nostri legali, avevamo già diffidato gli Enti competenti a dare immediata attuazione alla sentenza della Corte costituzionale, che riconosceva quanto avevamo più volte evidenziato al tavolo: la totale illogicità dell’esclusione dei lavoratori dell’INL dal processo di armonizzazione dei trattamenti economici.

Guardando a questi anni di mobilitazione, in cui possiamo rivendicare il nostro ruolo, possiamo dirci soddisfatti nell’aver garantito che ai lavoratori sia stato riconosciuto quanto legittimamente dovuto.

Sia chiaro che non intendiamo fermarci: proseguiremo a chiedere che il trattamento economico dei dipendenti dell’INL sia adeguato alle competenze e alle responsabilità richieste.

Coordinatore Nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano

Lo scorso 12 febbraio l’Amministrazione ha trasmesso alle organizzazioni sindacali il testo dell’ipotesi di CCNI 2024 relativo al personale dell’Area medica.

L’ultima bozza, su cui la controparte ha chiesto la disponibilità delle sigle alla sottoscrizione, presenta alcuni elementi migliorativi. Rispetto alla prima versione del testo, infatti, è venuta meno la riformulazione dell’art. 7 c. 3, la disposizione che investiva pesantemente il personale innescando pericolose penalizzazioni sulla retribuzione di risultato, a dispetto dello stress lavorativo registrato negli ultimi anni (stress peraltro destinato ad aumentare in virtù della riforma sulla disabilità).

Questo passo indietro della controparte è apprezzabile e rientra nelle proposte che la nostra organizzazione ha posto quale condizione preliminare al tavolo per la sottoscrizione di qualunque impianto.

L’ipotesi così emendata necessita però, a nostro avviso, di almeno due modifiche:

  • lo scorporo del c. 1 dal dettato dell’articolo 9. La sovrapposizione tra orario di aggiornamento professionale e orario di lavoro straordinario riteniamo possa offrire il fianco a interpretazioni discrezionali e non uniformi, considerata l’articolazione territoriale del nostro Ente;

  • un impegno lineare sull’indennità di esclusività e sulla regolamentazione dell’attività intramoenia/extramoenia.

Su quest’ultimo punto vale la pena di spendere qualche parola in più.

La dichiarazione congiunta richiama, infatti, impegni che risalgono addirittura al lontano 2011, dichiarazioni d’intenti che ciclicamente – con toni più o meno solenni – tornano all’ordine del giorno.

La sottoscrizione per senso di responsabilità è accettabile se poi alle parole seguono i fatti: da qui la nostra richiesta di una modifica della dichiarazione che vincoli maggiormente gli attori stipulanti nella definizione di un percorso certo.

Il testo inserito nell’ipotesi, già sottoscritta in fretta e furia da alcune sigle, riteniamo non offra sufficienti garanzie.

Poiché questo contratto, come da prassi, interviene ad anno concluso, la FP CGIL può aderire all’impianto solo se c’è un effettivo impegno alla valorizzazione del personale medico. Diversamente non siamo disponibili a compromessi a ribasso.

FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Francesco Reali

Si è tenuto oggi l’incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto il processo di riorganizzazione al quale le nostre Organizzazioni sindacali hanno preso parte tramite la RSU.

L’amministrazione nell’arco della riunione ha fornito l’informativa sul processo di riorganizzazione e sul relativo decreto ministeriale, comunicando che entro la prossima settimana dovrebbe essere completata la raccolta dei contributi da parte delle Direzioni e delle Organizzazioni Sindacali e il testo dovrebbe essere inviato agli organi di controllo. Entro metà marzo verrà anche completata la pesatura delle fasce delle posizioni dirigenziali non generali delle divisioni.

Abbiamo voluto anzitutto avere chiarimenti rispetto agli uffici di staff dei Capi Dipartimento, non capendo ancora la ratio con cui siano state immaginate nuove sovrastrutture ma senza personale che, chiariamo, non può essere “pescato” dalle singole DG senza il consenso dei lavoratori, sottraendo personale ad uffici già in forte sofferenza come ribadito nell’ultima riunione rispetto al piano dei fabbisogni.

Abbiamo chiesto inoltre di chiarire se la natura e il ruolo di questi uffici sia assimilabile a quello delle divisioni delle Direzioni Generali e la necessità di un interpello per consentire ai lavoratori di avere nuove opportunità di crescita personale e professionale seppur a parità di condizioni.

L’amministrazione ha confermato che gli uffici di staff, nonostante la diversa nomenclatura, sono in tutto assimilabili alle divisioni delle Direzioni Generali. Per quanto riguarda il processo di mobilità del personale del Ministero, ci è stato riferito che sarà sottoposto alle OO.SS al più presto.

Abbiamo chiesto infine lo stato dell’arte delle progressioni orizzontali: l’Amministrazione ha comunicato che il bando è in lavorazione poiché si sta completando la banca dati dei lavoratori ex Anpal.

FP CGIL                     UILPA

Matteo Ariano            Ilaria Casali

Alessandra Pone        Orlando Grimaldi

Si è tenuto nella giornata del 13 febbraio 2025 l’incontro tra Federculture e le OO.SS. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Uil Pa.

La parte datoriale, condividendo la richiesta delle Organizzazioni di voler arrivare a breve alla conclusione delle trattative ha ribadito di avere come priorità quella di estendere il perimetro contrattuale e di operare alcune modifiche normative.

Al fine di dare risposta alle lavoratrici e lavoratori, Federculture ha proposto una rivisitazione economica ben al di sotto della richiesta riportata nella piattaforma unitaria dei sindacati.

L’incontro odierno ha consentito alle parti di confrontarsi sul testo inviato dalla Federazione che, oltre ad adeguare la parte normativa alle recenti disposizioni, ha anche proposto considerevoli modifiche volte all’arretramento dei diritti e tutele fino ad oggi garantiti.

Le parti si sono aggiornate a seguito della necessità di ulteriori valutazioni e con l’intento di riconvocarsi in tempi brevi per proseguire il confronto.

Daremo puntuali aggiornamenti dei prossimi incontri

Fp Cgil    Cisl Fp    Uil Fpl    Uil Pa

Le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto collettivo si stanno passando il testimone, raccontando a più voci la stessa storiella: quella in base alla quale sarebbero depositarie di una coerenza cristallina a fronte delle giravolte compiute dalle altre organizzazioni.

Una certa coerenza di fondo si nota, almeno laddove essa si traduce nelle mazzate inflitte alla comunità di dipendenti del pubblico impiego, che pur dovrebbero rappresentare.

Sugli altri versanti, la coerenza delle sigle firmatarie è facilmente verificabile:

  • c’è l’organizzazione che stipula una piattaforma rivendicativa, salvo sedersi al tavolo e accettare pressoché immediatamente gli stanziamenti indecenti offerti dalla controparte, rompendo l’unità sindacale e pregiudicando il recupero del potere di acquisto per ogni dipendente pubblico (stipendi non adeguati=danni anche sulle future pensioni). La stessa sedicente organizzazione, che considera un dato stanziamento offensivo nel privato, ritiene esso sia più che adeguato, anzi “il migliore possibile”, per i dipendenti del comparto, riscoprendo in Istituto un linguaggio colorato, tra gufi e compagni, in linea con i selfie diffusi negli ultimi anni;

  • poi c’è la sigla che richiama il valore dell’autonomia e si appiglia a una interpretazione della normativa che – caso unico nella storia della contrattazione – escluderebbe oggi il 47% della rappresentanza dai tavoli. È la stessa sigla, uguale e identica, che diffondeva manifesti in cui chiedeva 342 euro d’aumento (qui il link: https://www.pamagazine.it/wp-content/uploads/2023/09/PHOTO-2023-09-05-10-42-30-768×1086.jpg), salvo firmare per pochi spicci e dare oggi lezioni di coerenza;

  • c’è, quindi, l’organizzazione che considera i laureati “figli di papà che si sono potuti permettere i titoli” e che voleva precettare quanti hanno aderito allo sciopero. La stessa, dall’alto di una rappresentanza da prefisso telefonico, tuona contro le organizzazioni confederali “che non sono più rappresentative”;

  • c’è, infine, la sigla dei comunicati con l’evidenziatore che, a seconda dei tavoli in cui si siede, tiene una linea diversa, tanto da sembrare appena uscita dal processo di Biscardi più che dal processo democratico.

Potremmo continuare, ma ci fermiamo, per non farvi perdere del tempo.

Dicono che le loro argomentazioni sono scomode, che la loro posizione dà fastidio. E in effetti…

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

*

Tempo trascorso da quando la

FP CGIL HA PROPOSTO UN ACCORDO STRALCIO PER LIQUIDARE IL TEP AGLI ASSUNTI 2023

199 GIORNI

Al Direttore dell’INL
Dott. Danilo Papa

Al Direttore Centrale delle Risorse Umane,
Amministrazione e Bilancio
Dott. Giuseppe Diana

OGGETTO: RICONOSCIMENTO INDENNITÀ DI MISSIONE ORARIA PERSONALE ISPETTIVO

La scrivente Organizzazione Sindacale ripropone la questione della corresponsione dell’indennità di missione per il personale ispettivo impegnato in attività di vigilanza, alla luce delle disposizioni contenute nella Direttiva Missioni emanata lo scorso anno.

Già nei mesi scorsi, come FP CGIL avevamo posto la questione all’attenzione dell’INL, con riferimento ad una specifica area metropolitana. Torniamo ora a ripresentare il tema in ambito nazionale, in quanto si è appreso che anche in altre zone del territorio tale indennità è corrisposta unicamente quando l’ispettore si sposti in un Comune diverso dalla sede di servizio.

Il tema investe, in particolare, alcune grandi aree del Paese, in cui è possibile che il personale ispettivo superi i 10 km di distanza, pur restando nell’ambito dello stesso Comune sede di servizio. L’interpretazione restrittiva circa la mancata corresponsione dell’indennità oraria in questi casi non trova riscontro, a nostro avviso, né nella normativa, né nella Direttiva missioni INL n. 21 del 24 febbraio 2024. Secondo la direttiva – che richiama l’art 19 del DPCM 23 febbraio 2016 – “per missione si intende lo spostamento temporaneo e provvisorio del lavoratore in un comune o in una località diversa dalla sede di servizio, per lo svolgimento di compiti rientranti nell’ambito delle finalità istituzionali dell’Agenzia”.

Pertanto, il trattamento di missione è previsto sia per missioni da svolgersi in un Comune diverso, sia per quelle svolte in una località diversa dalla sede di servizio. A ciò si aggiunga che, come già rappresentato, in alcuni Comuni con ampia estensione territoriale e nelle aree metropolitane spesso il personale ispettivo svolge missioni superiori alle quattro ore, superando contemporaneamente i 10 km.

Proprio in un’ottica estensiva la Direttiva Missioni – anche a seguito di confronto con le OO.SS. – ha espressamente evidenziato la necessità di “fornire una lettura amplia del citato art. 19 del D.P.C.M. 23 febbraio 2016 in ragione della necessità di efficientare la stessa vigilanza (…)” e ha quindi previsto il riconoscimento dell’indennità chilometrica per gli spostamenti all’interno delle città metropolitane e di Comuni per raggiungere località quali, a titolo esemplificativo, frazioni, località marine, località agricole, distretti industriali, commerciali e/o artigianali, etc.

L’INL, in sostanza, si è già avvalso dell’autonomia riconosciuta dalla normativa, per dare un’interpretazione più ampia del disposto normativo, fermi restando i requisiti previsti.

Alla luce di quanto sopra rappresentato, chiediamo quindi all’INL di riconoscere l’indennità oraria di missione al personale ispettivo impiegato in attività di vigilanza quando le missioni abbiano una durata non inferiore alle 4 ore e per spostamenti su distanze di almeno 10 km dalla sede di servizio, intese quali distanze complessive di andata e ritorno dal luogo di partenza, anche quando l’attività ispettiva si svolga nel territorio comunale.

Ciò, oltre ad essere conforme alla normativa vigente, appare anche in linea con il bilancio di spesa dell’Ente, considerando l’attuale cospicuo avanzo dello stesso.

In attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

Sono trascorsi esattamente 198 giorni da quando la FP CGIL ha chiesto la sottoscrizione di un accordo a stralcio per erogare il TEP agli assunti del 2023.

Nel momento in cui scriviamo, l’ultima comunicazione offerta dall’Amministrazione non si discosta da quanto riportammo lo scorso 31 dicembre: l’impegno a difendere l’ipotesi di integrativo 2024 dai rilievi dei Ministeri vigilanti.

Cosa INPS abbia risposto a Mef e Funzione Pubblica resta un mistero.

Rispetto a questo clima di torpore, ci saremmo aspettati messaggi di forte impatto dalle organizzazioni firmatarie del CCNL, finalmente sole al tavolo tra gli applausi scroscianti del premier Meloni. 

Immaginavamo fiumi di inchiostro virtuale, quantomeno lo stesso zelo utilizzato nel pretendere la cacciata dal tavolo delle sigle che non si sono calate le braghe davanti al Governo. 

Invece nulla, il silenzio degli innocenti: i vigili della contrattazione continuano a trattare l’argomento anestetizzando il problema, un’iniquità che pesa solo sulle tasche di chi lavora.

In compenso hanno ripreso la vecchia abitudine della radiocronaca: c’è il passaggio degli atti, cui segue l’assist della Funziona Pubblica, proviamo a salvarci in corner per il ritorno in zona Cesarini… tutto il campionario da radio sportiva.

Poco importa se 4.000 lavoratrici e lavoratori ogni mese devono far di conto per arginare le spese, lavorando quotidianamente agli sportelli a fronte di un salario più basso.

È questo l’ambiente stimolante e proattivo che INPS aveva promesso? 

Sono queste le “straordinarie prospettive di crescita economica” che avrebbero dovuto condizionare le nuove leve dissuadendole dal fare altri concorsi? 

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

*

Tempo trascorso da quando la

FP CGIL HA PROPOSTO UN ACCORDO STRALCIO PER LIQUIDARE IL TEP AGLI ASSUNTI 2023

198 GIORNI

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