Care colleghe e cari colleghi,
come ricorderete, il disegno di legge, ribattezzato Foti, riguardante la riforma della Corte dei conti, presentato alle Commissioni Parlamentari, dopo l’intervento delle varie Organizzazioni Sindacali, tra cui la FP CGIL in prima linea, è stato rinviato al Governo perché diventasse una legge-delega. Il disegno di legge presentava una grave stortura, ovvero la soppressione di ben 15 sedi regionali, cosa alla quale ci siamo fortemente opposti.
A questo proposito, gli emendamenti presentati, modificano parzialmente, l’impalcatura della riforma, ma soprattutto prevede che vengano mantenute le sedi ed instaurati i presidi.
Questo a nostro avviso può essere un segnale positivo, in quanto i presidi dovrebbero rappresentare quelle sedi regionali che in prima stesura sarebbero state abolite.
Terremo alta l’attenzione e non abbasseremo la guardia perché abbiamo ritenuto e continuiamo a ritenere grave esporre il Personale a trasferimenti forzosi che stravolgerebbero le loro vite, oltre a considerare un grave errore l’allontanamento dell’azione amministrativa della Corte dai territori in cui è presente.
Siamo comunque contrari e riteniamo necessario un opportuno approfondimento sul tema, coinvolgendo tutte le figure professionali della Corte, dalle Organizzazioni Sindacali del Personale, all’Associazione Nazionale Magistrati Corte dei conti, della figura del Procuratore Generale centralizzato che avoca a sé una serie di funzioni, all’abolizione dei Procuratori Regionali e ovviamente alla separazione delle carriere.
La FP CGIL continuerà a seguire l’iter parlamentare, anche sollecitando interventi politici con i propri interlocutori e non permetterà MAI che una riforma di un Istituto di rilevanza costituzionale, possa sconvolgere le vite del Personale della Corte dei conti.
La Coordinatrice nazionale FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco
Al Direttore Generale Organizzazione
Pro Tempore Al Dirigente Servizio II – DG Organizzazione
Dott. Oreste Cirillo
Oggetto: Mancata convocazione tavolo sindacale 7 febbraio 2025. Richiesta chiarimenti.
Spettabile Amministrazione,
A seguito della sottoscrizione definitiva del CCNL del Comparto delle Funzioni Centrali per il triennio 2022- 2024 da parte di alcune organizzazioni sindacali invitiamo codesta Amministrazione a non assumere iniziative unilaterali che possano minare le prerogative sindacali dell’organizzazione sindacale scrivente, con particolare riguardo a tutti gli atti e i procedimenti negoziali che si sono formati nell’applicazione e nell’esecuzione del CCNL del Comparto Funzioni Centrali per il triennio 2019-2021, a tutti gli atti e i procedimenti negoziali che si sono formati nell’applicazione e nell’esecuzione di Contratti Integrativi (o suoi stralci) già sottoscritti da questa o.s. precedentemente la data del 28 gennaio 2024, nonché di tutti gli atti e i procedimenti negoziali sottoposti a preventiva informazione, confronto o rimessi agli organismi paritetici per l’innovazione di cui all’art. 6 del CCNL per il triennio 2019-2021, ai sensi dell’art. 5, comma 2 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Ricordiamo inoltre che recenti orientamenti giurisprudenziali confermano quanto rappresentato dalla scrivente, riconoscendo il diritto all’informazione e al confronto anche alle organizzazioni sindacali rappresentative dei comparti pubblici e pienamente titolari della contrattazione nazionale di primo livello che non sottoscrivono il CCNL, in considerazione della natura e portata di questi diritti e del grave pregiudizio che verrebbe a determinarsi nei confronti degli iscritti e delle lavoratrici e dei lavoratori rappresentati dalle medesime organizzazioni sindacali, in virtù della ponderazione del dato certificato delle deleghe e dei voti raccolti nella più recente tornata di elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie
(RSU) 2022, ai sensi della normativa vigente in materia e degli Accordi Collettivi Nazionali Quadro sottoscritti in sede ARAN con le rispettive Confederazioni sindacali.
Si rammenta a tale proposito che le organizzazioni sindacali non firmatarie del CCNL per il triennio 2022- 2024 rappresentano oltre il 46% del personale del Comparto delle Funzioni Centrali.
Tutto quanto premesso, si chiedono pertanto chiarimenti su quanto avvenuto lo scorso 7 febbraio presso il MIC. Risulta infatti a chi scrive che, l’Amministrazione abbia convocato un tavolo sindacale volto unicamente alla condivisione di informative alla presenza di alcune OO.SS. con l’esclusione di chi, pur non avendo sottoscritto il contratto collettivo, ne avrebbe avuto comunque diritto.
Si rappresenta infine che l’esclusione dai tavoli di organizzazioni sindacali rappresentative e non firmatarie del CCNL per la contrattazione integrativa di ente, se per gli altri comparti pubblici è suffragato dalla partecipazione ai medesimi tavoli di contrattazione integrativa di amministrazione delle RSU regolarmente elette a suffragio universale e diretto di tutte le lavoratrici e lavoratori del medesimo ente, per il comparto delle funzioni centrali ove non é prevista la partecipazione delle RSU al secondo livello di contrattazione, che é definita nazionale di amministrazione, comporterebbe un’ingiustificabile compressione dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori che non vedrebbero una loro adeguata rappresentanza al tavolo di contrattazione integrativa, determinando un grave vulnus di democrazia e un’evidente grave ed inaudita discriminazione a loro danno rispetto alle lavoratrici e lavoratori degli altri comparti pubblici.
Si resta in attesa di cortese e urgente riscontro. Distinti saluti.
Coordinatrice Nazionale FP CGIL MIC
Valeria Giunta
Alla Direttrice Generale
Dott.ssa Valeria Vittimberga
Al Direttore Centrale Entrate
Dott. Antonio Pone
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: CAMBIO FAMIGLIA PROFESSIONALE – ISPETTIVI
In data 9 maggio 2024, in occasione del primo confronto con la nuova governance, la scrivente organizzazione – ponendo l’accento sui temi più significativi per le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente – chiese, tra le altre cose, l’attivazione con urgenza di una procedura per regolamentare il passaggio professionale alla famiglia degli ispettivi, nell’attesa della definizione della procedura concorsuale per potenziare il personale in organico ormai ridotto ai minimi termini.
Analoga sollecitazione fu posta in data 3 luglio e in data 21 novembre 2024, registrando rassicurazioni da parte dell’Amministrazione, sia sulla volontà di accelerare i percorsi assunzionali, sia per una ricognizione dei pensionamenti al termine dell’anno passato. Ricognizione che – secondo quanto esposto al tavolo – avrebbe consentito di programmare una prima immissione di nuovi ispettivi, fosse anche solo contenuta al personale già formato: o perché in passato aveva esercitato tale attività prima di rientrare tra gli amministrativi; o perché, nelle precedenti esperienze professionali, aveva acquisito competenze analoghe in altre Amministrazioni (es. INL).
A febbraio 2025 il silenzio è assordante: non soltanto non si sblocca il nodo delle assunzioni previste (che addirittura si riducono da 403 a 386), ma perfino lo spostamento delle risorse interne tarda ad arrivare.
Ricordando che un impegno preciso, in questa direzione, era stato promesso ai tavoli, la presente istanza è a sollecitare un intervento deciso dell’Amministrazione.
Si rimane in attesa di riscontro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Si è tenuto oggi l’incontro con l’Amministrazione al quale FP CGIL e UILPA, come l’USB, non hanno potuto partecipare in quanto non convocati dall’Amministrazione in modo del tutto illegittimo e arbitrario.
Per questo abbiamo diffidato l’Amministrazione a tenere una condotta rispettosa delle corrette relazioni sindacali anche nei confronti delle sigle non firmatarie del CCNL 2022-2024.
Tuttavia, i nostri rappresentanti eletti in seno alla RSU, presenti al tavolo, ci hanno riferito quanto segue.
Al primo punto all’ordine del giorno c’era l’informativa sulle sedi ministeriali. L’Amministrazione ha comunicato che, a seguito di diverse ricerche nel centro della città e della necessità di lasciare via Fornovo entro settembre, si sta valutando una sede all’EUR ma non è stato stabilito chi verrà trasferito. La sede pare avere a disposizione 60 posti auto e capienza per 300 persone; l’Amministrazione ci ha informato che intende avviare un interpello per garantire la mobilità dei lavoratori verso la sede scelta e la possibilità di rendere disponibili delle navette che dalla fermata della metro B conducano i lavoratori in ufficio.
Abbiamo dovuto anzitutto ribadire che sarebbe preferibile che l’informativa alle OO.SS arrivasse in tempo utile, cioè prima del diffondersi di voci di corridoio da cui abbiamo dovuto evincere che si sta chiudendo un contratto per una sede all’EUR senza tenere in alcun modo in considerazione l’organizzazione del lavoro e la vita dei lavoratori di questa Amministrazione.
Abbiamo fatto presente che l’ipotesi della sede in zona EUR non ci pare una scelta guidata da un principio di ragionevolezza in quanto illogica sia nell’ottica di razionalizzazione degli spazi e delle sedi, dato che la sede di Via Fornovo che è già la più decentrata rispetto alle altre, dovrebbe essere avvicinata a queste ultime e non ulteriormente allontanata, né una scelta opportuna in termini di giustizia e di equità per il personale di questa Amministrazione, in quanto comporterebbe una enorme discriminazione tra i lavoratori collocati nelle sedi centrali e quelli collocati presso l’eventuale sede all’EUR con un aggravio di costi e di maggior tempo di percorrenza per il raggiungimento della sede di lavoro.
Abbiamo dovuto ricordare che la mobilità del personale la chiediamo da molto tempo e non ci aspettavamo che sarebbe potuta arrivare con la riorganizzazione logistica, né crediamo che questa possa essere la soluzione: a chi sarebbe effettivamente garantita la mobilità e secondo quali regole? Il grosso rischio è che alla maggior parte dei lavoratori non sarebbe consentita al fine di non depauperare di personale le Direzioni Generali che saranno collocate più lontane dal centro cittadino.
Non dovremmo essere noi a spiegare, inoltre, dopo tanti discorsi fatti sulle difficoltà di mobilità in una città come Roma (con e senza Giubileo), quali conseguenze comporterebbe lo stravolgimento dell’assetto logistico del Ministero in funzione del coordinamento tra Direzioni Generali/Dipartimenti e i vertici dell’Amministrazione.
Nel tempo che resta, partendo da oggi, abbiamo chiesto di attuare una continua ricerca sul mercato immobiliare per vagliare tutte le soluzioni possibili e siamo pronti a fare delle proposte all’Amministrazione in questo senso, rendendoci partecipi di questo processo di nuova organizzazione della logistica, ma non accettiamo che si decida di spostare il personale in una sede decentrata senza che siano state percorse tutte le alternative disponibili.
Tra queste, giova ribadire, che se il sistema di rotazione delle scrivanie richiede un tempo di applicazione lungo rispetto a quello disponibile come riferito, il potenziamento del lavoro agile e da remoto consentirebbe a questa Amministrazione di attrarre, con meno difficoltà, il personale di nuova assunzione, migliorerebbe il benessere organizzativo e comporterebbe un enorme sgravio dei costi di locazione della nuova sede (e relative navette).
Laddove si ritenga di dover continuare ad appiattire questo Ministero stabilendo inutili regole restrittive rispetto al lavoro agile e da remoto, un investimento sugli impianti antincendio di Via Flavia consentirebbe di poter tornare alla capienza originaria della sede che potrebbe accogliere tutti i lavoratori di Via Fornovo.
Insomma, le soluzioni a disposizione ci paiono essere molteplici e di gran lunga più sensate della strada che l’Amministrazione sta scegliendo di percorrere, pertanto non accettiamo la chiusura espressa rispetto all’impossibilità di cercare ulteriori soluzioni.
Secondo punto all’ordine del giorno riguardava il fabbisogno di personale.
Quanto contenuto nel PIAO ci pare più che allarmante: ogni Direzione Generale di questa Amministrazione ha la metà del personale di cui dovrebbe disporre per portare avanti gli obiettivi che le sono affidati; il personale che viene assunto, qualora decida di prendere servizio, scappa dopo aver trovato enti più accoglienti in termini economici e con reali politiche di welfare, praticamente assenti in questa Amministrazione. Chiediamo, oltre a quante persone potranno essere assunte, cosa si intenda fare per trattenerle.
A questo proposito accogliamo favorevolmente la notizia che nel DL PA è previsto un aumento del Fondo risorse decentrate pari a 5 milioni. Chiediamo in merito la massima attenzione ed un intenso impegno politico affinché questo aumento, stavolta, si realizzi davvero per garantire ai lavoratori una reale crescita professionale e una giusta retribuzione della produttività.
Con riferimento al PIAO ed alle politiche di formazione, a seguito di nostra richiesta l’Amministrazione ci ha comunicato che si sta impegnando per accrescere l’offerta formativa.
Abbiamo ritenuto necessario segnalare che siamo forse l’unica amministrazione a porre regole rigide anche rispetto alle ore di formazione del personale: chi decide di seguire un corso alla SNA, a differenza di quanto accade altrove, deve coprire i tempi di percorrenza per arrivare in aula e tornare a casa con la propria banca ore, laddove il corso duri 6 e non 8 ore. Ci sembra assurdo che a fronte di una richiesta di formazione pari a 40 ore annue, che accettiamo di buon grado essendo destinate ad accrescere la professionalità dei dipendenti di questa Amministrazione, non si faciliti la partecipazione ai corsi in aula per evitare che ci si debba limitare, anche per far fronte ad enormi carichi di lavoro, a seguire corsi online sulla piattaforma Syllabus che spesso risultano essere di scarsa qualità e senza la garanzia che quelle ore siano riconosciute all’esito del test di verifica che, spesso, riporta quesiti che non trovano corrispondenza effettiva con il corso seguito.
Infine, abbiamo chiesto notizie sul procedimento di riorganizzazione, quali i tempi della chiusura del processo per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali e quali i tempi del decreto attuativo.
L’amministrazione ci ha comunicato che il DM è al vaglio della Ministra; pertanto, ci auguriamo che i tempi di questo processo di riorganizzazione stiano giungendo, finalmente, alla loro definitiva conclusione.
In attesa di risposte su tutte le questioni nuovamente poste in tema di logistica e di aumento dell’FRD, ci teniamo pronti ad ogni possibile mobilitazione del personale.
FP CGIL UILPA
Matteo Ariano Ilaria Casali
Alessandra Pone Orlando Grimaldi
Stando al Piano dei Fabbisogni trasmesso alle organizzazioni sindacali, INPS si prepara finalmente a costruire la Quarta Area, prevedendo circa 100 unità da arruolare tra le Elevate Professionalità del nuovo ordinamento.
Si tratta di un’innovazione disposta dal CCNL 2019-2021, l’ultimo da noi sottoscritto e l’ultimo ad aver introdotto modifiche migliorative sia sotto il profilo economico che sotto il profilo normativo per le lavoratrici e i lavoratori del comparto.
La decisione di strutturare la Quarta Area all’interno di INPS è un nostro cavallo di battaglia, che ciclicamente riproponiamo da tre anni a questa parte per almeno due ragioni diverse.
Avvertiamo la necessità di superare il tetto posto ai percorsi di crescita delle colleghe e dei colleghi. Prima esistevano le figure apicali, oggi ci sono i differenziali, ma non possiamo vivere in una realtà in cui l’assunzione delle responsabilità non viene valorizzata a livello economico. Si crea un clima deprimente, se le possibilità di crescita sono pari a zero.
La costituzione di un’area con compiti gestionali non insisterà a livello economico sul fondo risorse decentrate, sperando si possa interrompere il riflesso condizionato che ha portato finora l’Amministrazione a costituire una miriade di PO, puntualmente pagate dalle lavoratrici e dai lavoratori dell’Ente anche quando non necessarie.
Ora, in base ai vincoli normativi, dei 100 posti preventivati la metà saranno appannaggio di vincitori di concorso.
L’istituto dovrà quindi bandire una procedura concorsuale pubblica e al tempo stesso dovrà definire – sul piano interno – le dinamiche per individuare i profili che popoleranno l’Area, riconoscendo competenze e professionalità ritenute strategiche per l’ente.
Qui mettiamo un paletto: come abbiamo più volte chiarito esistono, in INPS, dei funzionari che hanno assolto attribuzioni para-dirigenziali, guidando agenzie complesse pesanti sia in relazione alla vastità del territorio servito, sia per numero di risorse coordinate. Al netto di queste figure, però, l’accesso alla Quarta Area riteniamo debba consentire a tutti la possibilità di misurarsi.
La FP CGIL richiede, in tal senso, che sia calibrato il contributo dato da chi ha già assunto incarichi organizzativi, pesando sulla scala dei punteggi i diversi ruoli svolti. Va però valorizzata, parimenti, anche una procedura selettiva, che possa determinare un’apertura non fittizia nelle possibilità di accesso.
Chiariamoci: se l’area delle Elevate Professionalità diventa una riserva indiana appannaggio di pochi, se si trasforma in un’appendice centralistica in cui l’ingresso è riservato per cooptazione, il rischio serio è che la sfida sia mancata due volte: non soltanto non si premierà il merito, parola molto in voga e quasi mai applicata; si continuerà ad alimentare il modello della discrezionalità quale unico metro di giudizio nei percorsi professionali.
Una scelta che non solo non possiamo condividere, ma che censuriamo fin da subito e nettamente, ritenendo, forse in beata solitudine, che scommettere su chi lavora vuol dire mettere ogni risorsa nelle condizioni di crescere.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Gentili colleghe e colleghi,
tra le tante mirabilie del nuovo CCNL, il primo CCNL della storia di questo comparto che non recupera la perdita del potere d’acquisto del triennio cui si riferisce, vi è il riconoscimento del buono pasto in lavoro agile.
Un CCNL, così come un Accordo Sindacale, non è mai tutto bello né tutto pessimo ma si firma quando gli aspetti positivi sono preponderanti sui negativi. Nel ribadire convintamente la nostra mancata firma di un CCNL a perdere, non possiamo però che cogliere positivamente il punto riguardante il riconoscimento dei buoni pasto in agile anche se come CGIL chiedevamo un riconoscimento economico che sarebbe stato per tutti in luogo di un buono pasto legato all’orario di lavoro. Sottolineiamo che, comunque, il riconoscimento del buono pasto in agile si è concretizzato solo successivamente allo sciopero generale CGIL – UIL a riprova della possibilità, con la mobilitazione, di spuntare condizioni migliori.
In questi giorni sono tanti però i lavoratori che ci chiedono DA QUANDO avranno il riconoscimento effettivo del buono.
DOMANDA NON FACILE
A fine gennaio tutti i lavoratori in regime di lavoro agile hanno sottoscritto un nuovo accordo che nulla dice sul punto e nessuna innovazione presenta alla luce del nuovo CCNL.
Pertanto gli accordi firmati in questi giorni, valevoli fino al 31 gennaio ’26, esattamente come i precedenti scaduti il 31 gennaio ’25, poggiano sulla vigente regolamentazione lavoro a distanza di Agenzia, licenziata il 7 dicembre 2023 – Prot. 421166.
Tale regolamentazione riporta chiaramente all’art. 3 c. 3
3. Nelle giornate di lavoro agile non sarà corrisposto il buono pasto.
Sia chiaro pertanto a tutte e tutti che, sottoscrivendo un accordo di lavoro agile, si sta “accettando” anche il mancato riconoscimento del buono pasto.
Non è casuale infatti che alcune sigle sindacali abbiamo immediatamente chiesto alla DC la riapertura del tema per recepire le novità del CCNL.
Se una volta firmato il contratto fosse stato automatica l’attuazione dello stesso su tutte le novità del lavoro a distanza, perché correre a chiedere la modifica dell’attuale regolamentazione interna di Agenzia?
Sia chiaro che noi di FP CGIL auspichiamo l’immediato riconoscimento del buono pasto ma per la correttezza e la chiarezza che distinguono la nostra azione sindacale non potevamo nascondervi che in questo percorso potrebbero frapporsi degli ostacoli con rischio di pesante allungamento dei tempi.
Purtroppo il precedente riguardante il telelavoro non conforta.
L’attuale regolamentazione del telelavoro prevede la corresponsione del buono pasto (Art 2 c.9 sez Telelavoro – All. 1 alla nota Prot. 421166 del 7 dicembre 2023).
Secondo voi gli attuali telelavoratori percepiscono il buono pasto?
Chiaramente NO in quanto l’Agenzia con Informativa alle OOSS nazionali del 17 maggio, concetto ribadito con nota di Divisione Risorse del 30 maggio 2024 – Prot. 128542, ha chiarito che i contratti operano con la regolamentazione vigente al momento della firma………………..ed oggi, per il lavoro agile, la regolamentazione vigente al momento della firma degli accordi NON prevede il buono pasto.
Vi invitiamo, pertanto, a leggere con cautela mirabolanti promesse di immediata maturazione di buono pasto, anche se, chiaramente, ci auguriamo che presto l’impasse possa in ogni caso sbloccarsi e garantire repentino riconoscimento del benefit.
Per il Coordinamento Nazionale FP CGIL Agenzia Entrate
Florindo Iervolino
La FP CGIL Polizia Penitenziaria, escludendosi dalla maggioranza del tavolo, dice NO alla preintesa sull’accordo F.E.S.I. 2024 firmata il 6 Febbraio 2024.
DICIAMO NO PERCHÉ:
L’accordo non riconosce, come previsto dalla normativa, alcuna differenza tra chi lavora nei carceri e chi presta servizio nelle sedi extra moenia.
Non viene fatta alcuna distinzione tra chi svolge un turno di 6 ore e chi ne svolge uno di 8.
Non viene riconosciuta alcuna differenza in base al livello dell’istituto.
Le risorse destinate alla contrattazione decentrata sono identiche, basandosi esclusivamente sul numero di poliziotti in servizio e non sulla reale operatività o criticità della sede.
Non sono stati forniti dati oggettivi sugli interventi del personale impiegato su disposizione del DAP o del DGMC. Si prevede infatti un incentivo per 1.000 unità (15.000,00 €) intervenute per il solo DGMC, a fronte di 1.300 unità (20.000,00 €) per l’intero DAP, pur trattandosi di servizi di carattere eccezionale per la tutela dell’ordine e della sicurezza negli istituti penitenziari.
È stato previsto un doppio incentivo per chi svolge funzioni di Comandante appartenente esclusivamente al ruolo dei Funzionari.
TURNO |
INCENTIVO |
---|---|
24:00 – 08:00 |
6,75 € |
08:00 – 16:00 |
4,70 € |
16:00 – 24:00 |
5,55 € |
Totale |
17,00 € |
TURNO |
INCENTIVO |
---|---|
24:00 – 06:00 |
6,65 € |
06:00 – 12:00 |
4,70 € |
12:00 – 18:00 |
5,50 € |
18:00 – 24:00 |
5,55 € |
Totale |
22,40 € |
Come si evince dalle due tabelle, 2 ore in più nel turno notturno valgono ben 10 Centesimi di Euro, l’Amministrazione risparmia 5,40 € al giorno di incentivi facendo lavorare il personale su tre quadranti anziché su quattro. Il risultato? Più il lavoratore produce, meno l’Amministrazione paga!
Come sempre, e come ormai ci contraddistingue dalla massa, non firmeremo accordi che non riconoscono ai colleghi il giusto valore per il “difficile” lavoro che svolgono soprattutto negli Istituti di pena.
FP CGIL Nazionale
Donato Nolè
Cari colleghi,
apprendiamo con sconcerto che l’amministrazione ha deciso di escludere le Scriventi OO.SS. dal tavolo sindacale del prossimo lunedì il cui ordine del giorno riporta al primo punto l’informativa sulle sedi ministeriali, richiesta dalla FP CGIL e UIL PA dapprima con richiesta informale del 14.1.2025, a cui non è seguito riscontro, e poi richiesta ufficialmente con i comunicati del 20.01.2025 sottoscritti dalla FP CGIL e UIL PA e USB Pubblico impiego.
Riteniamo tale scelta assolutamente arbitraria, in quanto preclude alle Scriventi OO.SS. di acquisire le informazioni richieste che non riguardano in alcun modo la contrattazione e l’applicazione del nuovo CCNL, ma ledono il diritto ad un confronto equo e trasparente su temi di rilevante interesse in termini di organizzazione del lavoro, benessere organizzativo, salute e sicurezza dei lavoratori.
Tale scelta non solo rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti di rappresentanze sindacali storicamente impegnate nella tutela dei diritti dei lavoratori, ma denota anche un preoccupante atteggiamento di chiusura al dialogo e al confronto democratico. Un’amministrazione che si proclama attenta alla partecipazione e alla condivisione delle scelte non può escludere interlocutori fondamentali dal dibattito, ignorando il principio di rappresentatività. Chiediamo con fermezza che venga immediatamente garantita la presenza di tutte le sigle sindacali agli incontri i cui temi non afferiscano all’applicazione del nuovo CCNL, affinché il confronto sia davvero pluralista e inclusivo, come dovrebbe essere in ogni processo decisionale trasparente e democratico.
In attesa di un chiarimento ufficiale e di un’immediata rettifica di questa inaccettabile esclusione, comunichiamo a tutti i lavoratori che ai tavoli ci saremo e come, con i membri della RSU eletta alle scorse elezioni sindacali che rappresentano più del 60% della rappresentanza sindacale unitaria.
FP CGIL UILPA USB
Matteo Ariano Ilaria Casali Claudio Sabani
Alessandra Pone Orlando Grimaldi Vilma Musto
Nella giornata di ieri 6 febbraio 2025, alla presenza del Capo Dipartimento DAG è stata finalmente apposta la firma sul CCNI del Mef, rientrato dagli organi certificatori. Ad eccezione di una O.S., il contratto è stato quindi siglato da tutte le OO.SS. ed entrerà quindi in vigore.
Il contratto è stato frutto di una lunga negoziazione partita lo scorso giugno e chiusasi a novembre, e la posizione della FPCGIL sulle varie disposizioni è stata già resa nota in precedenti comunicati.
Alcune OO.SS. hanno già richiesto al Capo Dipartimento la convocazione per integrare in questo CCNI le disposizioni del nuovo CCNL. La FPCGIL MEF ritiene che questo sia un grave errore perché il CCNL 2022-2024 non è il contratto migliore possibile a cominciare, ad esempio, dal tema della settimana corta.
Come FPCGIL, noi continueremo a presidiare in futuro l’applicazione del nostro CCNI di Ente con tutti gli strumenti disponibili, ribadendo la nostra convinzione che gli istituti in esso regolati devono continuare ad essere discussi con le sigle firmatarie.
Preghiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici, iscritti o meno, di segnalarci qualsiasi criticità dovesse emergere in relazione al contratto nei mesi che verranno. Come FPCGIL saremo sempre a disposizione di tutti e di tutte per far sì che il lavoro svolto presso questo Ministero sia debitamente riconosciuto, remunerato e tutelato.
Ricordiamo che in questi giorni la procedura PEO è attiva sulla intranet e invitiamo tutti i colleghi a partecipare. Le indennità prelex saranno messe in pagamento a febbraio, mentre la cartolarizzazione sarà liquidata a marzo 2025.
Ricordiamo infine, soprattutto, che le elezioni RSU si avvicinano e invitiamo tutti a prendere parte attiva attraverso l’espressione del voto.
Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca
La firma definitiva del CCNL delle Funzioni Centrali ha fatto emergere con chiarezza l’aggressività di un fronte compatto, costituito da sindacati firmatari, Aran e Governo, che, andando oltre i limiti quanto di loro competenza, non hanno perso occasione per invocare l’esclusione dei non firmatari dal sistema delle relazioni sindacali.
Tanta aggressività, tanta acrimonia, oltre ad essere chiari segnale di debolezza da parte di chi deve difendere l’indifendibile, rappresentano il tentativo di intimidire il dissenso: un segnale oltremodo preoccupante a fronte anche dei prossimi rinnovi contrattuali che, ad oggi, non lasciano prefigurare nessun recupero salariale per le lavoratrici e i lavoratori del pubblico impiego.
Diciamo subito e chiaramente che stanno sprecando tempo ed energie, perché non arretreremo di un millimetro, anzi, di fronte a tanta arroganza siamo pronti a rilanciare una battaglia democratica, forti del mandato che ci è stato conferito dalle lavoratrici e dai lavoratori attraverso le deleghe e attraverso il voto alle elezioni delle RSU e perché crediamo che la firma o meno di un contratto debba essere il frutto di una scelta condivisa tra lavoratori e lavoratrici nel loro interesse e non il risultato di un ricatto alle organizzazioni sindacali che li rappresentano.
La Pubblica amministrazione ha bisogno di risorse, di confronto, di relazioni sindacali capaci di migliorare l’organizzazione del lavoro. Di tutto questo non c’è traccia, rimangono solo i proclami di chi è responsabile di aver impoverito ulteriormente lavoratrici e lavoratori e i pareri dell’Aran che, vale la pena ricordarlo, non fanno giurisprudenza ma sono solo il punto di vista della controparte che peraltro, in molti casi, mette in difficoltà le stesse Amministrazioni.
FP CGIL UIL PA USB PI