Quest’anno la FP CGIL Enac vuole proporre un proprio brindisi e, malgrado tutte le parole beneauguranti che si pronunciano in queste occasioni, riteniamo che, invece, sia necessario condurre una sintetica riflessione sull’anno che sta finendo e sui tempi che verranno. L’anno si chiude in modo pessimo: l’aumento delle tasse, la depenalizzazione per le condotte di abuso dei potenti, la repressione del diritto a contestare, la campagna contro i diritti civili, il sistematico smantellamento dei diritti sociali, i condoni fiscali per i grandi evasori, le istituzioni svilite a strumento per demagogia, lo spreco immane di denaro pubblico e, nell’insieme, una politica tutta rivolta a favorire il privilegio e a massacrare chi tiene realmente su il Paese. Tutto ciò ci dice che nessuno difenderà al posto nostro i diritti e le conquiste che ci stanno sottraendo. La democrazia e il senso stesso di civiltà che ingenuamente diamo per scontate sono, a nostro avviso, in pericolo. L’invito che rivolgiamo a tutte le lavoratrici e ai lavoratori dell’Enac per l’anno nuovo è alla vigilanza, alla militanza e alla lotta intesa come partecipazione e impegno politico e civico. Buone festività e buon anno di lotta.
Il Coordinamento FP CGIL Enac
PS: Sul Portale dell’Amministrazione Trasparente potete trovare un esempio di ciò che accade:
https://enac.portaleamministrazionetrasparente.it/archivio105_procedure-dal-010 12024_0_58977_566_1.html
Nella giornata di ieri, in Aran, si è svolto il nono per il rinnovo del Contratto 22/24.
Una trattativa con ancora sullo sfondo una Legge di Bilancio per il 2025 non ancor approvata, a causa dello slittamento dei tempi di approvazione, e della nostra rivendicazione di incrementare le risorse a disposizione del confronto per consentire di sottoscrivere un contratto che non sia umiliante per le lavoratrici e i lavoratori che operano in sanità nelle condizioni di carenza di organico, bassi salari, carichi di lavoro estenuanti che tutti, a parole, riconoscono.
Al momento, da quanto è dato sapere, il Governo persegue solo la già dichiarata volontà di utilizzare la leva fiscale per diminuire la tassazione sul lavoro straordinario, peraltro solo degli infermieri. Come del resto accaduto per le prestazioni orarie aggiuntive, il messaggio è chiaro: se volete più salario dovete lavorare più ore oltre alle 36 ore settimanali contrattuali.
Un vero e proprio incremento mascherato dell’orario di lavoro.
Un messaggio per noi inaccettabile.
L’impianto delle nuove proposte di Aran sembra recepire questa impostazione: in particolare sono due le novità più rilevanti che Aran ha portato al tavolo nel nuovo testo messo a disposizione delle parti.
La prima, un nuovo articolo che istituirebbe una specie di parodia della libera professione.
Sfruttando una norma nata in fase pandemica e che peraltro ha già una scadenza fissata al termine del 2025, il governo, le regioni e Aran propongono di consentire l’esercizio della libera professione in aggiunta alle trentasei ore settimanali senza prevedere, di pari passo, l’istituzione di una indennità di esclusività come prevista per la dirigenza.
L’indennità di esclusività consentirebbe, infatti, ai professionisti di decidere se percepire quella e innalzare in questo modo lo stipendio, oppure rinunciarvi e praticare la libera professione.
È evidente che, senza il contrappeso dell’indennità di esclusività , richiesta che era presente nella piattaforma che unitariamente appresentammo con Cisl e Uil, la possibilità di effettuare ore aggiuntive in libera professione rappresenta una misura che mira a coprire la carenza di organico, nel pubblico come nel privato, facendo lavorare di più quelli che ci sono con le conseguenze che si possono facilmente immaginare sulla qualità della vita di chi lavora e anche sulla qualità dell’assistenza.
Un articolo che abbiamo respinto al mittente, anche perché produrrebbe grandi diseguaglianze: disuguaglianze tra le diverse professioni sanitarie, all’interno delle stesse professioni e aumenterebbe anche le diseguaglianze di genere, in un settore composto per quasi il 70% da donne, posto che, com’è purtroppo noto, il lavoro di cura ricade ancora prevalentemente su di esse.
Abbiamo quindi affermato con nettezza come sia inaccettabile uno scambio, che qualcuno invece ha apertamente rivendicato come risultato, tra bassi incrementi stipendiali e libera professione.
La seconda novità rilevante riguarda il nuovo articolato proposto da Aran e condiviso con il Comitato di Settore della Conferenza delle regioni, su pausa e diritto alla mensa: il testo proposto, che abbiamo respinto con decisione, garantirebbe il diritto alla mensa solo a coloro che effettuano più di otto ore di lavoro continuative, peggiorando quindi il testo vigente, prevedendo anche che la pausa, se non effettuata, possa essere cumulata con il riposo continuativo di undici ore previsto dalla normativa. Tutto questo ridurrebbe drasticamente la platea degli attuali aventi diritto alla mensa o ai buoni pasto sostitutivi, senza peraltro alcun incremento del valore del buono pasto , cosa che chiediamo da tempo.
Per il resto, nessuna apertura di Aran sugli altri istituti contrattuali che dovrebbero essere oggetto di revisione, dal sistema indennitario all’incremento dei DEP, dal sistema degli incarichi per arrivare alle pronte disponibilità.
La trattativa è aggiornata al 13 gennaio prossimo, con Aran che si produce in ottimistiche dichiarazioni e più di una organizzazione sindacale presente al tavolo che pare essere accondiscende verso questo impianto.
Per noi, prosegue senza sosta la mobilitazione e l’impegno quotidiano affinché possano essere trovate, perché è possibile, nuove risorse sia per incrementare salari e stipendi sia per superare tutti i vincoli normativi, su assunzioni e salario accessorio, che ad oggi permangono e senza la rimozione dei quali nessuna valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Servizio Sanitario Nazionale Pubblico sarà possibile.
Una mobilitazione che non si esaurirà sul livello nazionale e che, se necessario, si intensificherà nei confronti delle regioni e azienda per azienda fino al raggiungimento di un contratto che dia alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità il contratto che meritano.
Segretario Nazionale
Michele Vannini
Al Presidente della Corte dei conti Pres. Guido Carlino
Al Segretario generale Pres. Franco Massi
Al Vice Segretario generale Cons. Francesco Targia
Alla Dirigente generale Gestione Risorse Umane
Dott.ssa Daniela Greco
e p.c. All’Ufficio Relazioni Sindacali
A tutto il Personale della Corte dei conti
Oggetto: Mancata partecipazione della FP CGIL allo scambio di auguri.
In riferimento alla comunicazione inviata a tutto il Personale, per il giorno 18 dicembre alle ore 9 in cui si rende partecipe dell’incontro del Presidente, con i componenti del Consiglio di presidenza, il personale di magistratura e amministrativo tutto, per il consueto scambio di auguri in occasione delle prossime festività natalizie e di fine anno, la scrivente Organizzazione Sindacale esprime, con la presente, la mancata partecipazione per protesta.
Tale decisione deriva dalle risposte non pervenute in riferimento alla nota e alla lettera aperta al Segretario generale (che si allegano) rispetto alla incresciosa circostanza che si è venuta a creare in merito alle Progressioni Economiche Orizzontali, le cui prove si sono svolte il 3 dicembre u.s.
La scrivente sarà invece presente all’inaugurazione e intitolazione della nuova Sala Mensa, prevista per lo stesso giorno, in quanto rappresenta un miglioramento per il benessere del Personale.
Cordialmente
La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti Susanna Di Folco
Al Direttore Centrale Comunicazione
Dott. Diego De Felice
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: SPAZIO INFORMATIVO REFERENDUM
In data 16 dicembre le scriventi organizzazioni hanno attivato una piattaforma online per promuovere una consultazione tra le lavoratrici e i lavoratori delle Funzioni Centrali.
L’obiettivo è garantire la più ampia partecipazione al fine di verificare se gli indirizzi assunti in sede di contrattazione nazionale, con l’ipotesi di CCNL sottoscritta lo scorso 6 novembre, risultino condivisi o meno all’interno del comparto.
La differenza tra l’inflazione registrata nel triennio di riferimento e lo stanziamento disposto ha diviso le rappresentanze sindacali in due blocchi, pressoché equivalenti: proprio per questo si è teso a promuovere un istituto partecipativo che potesse garantire a ciascun dipendente delle Funzioni Centrali il diritto e la facoltà di esprimere la propria opinione.
Nella fase organizzativa, quale elemento di ulteriore trasparenza, si è tentato di coinvolgere anche le sigle che hanno sottoscritto l’ipotesi di CCNL, ferma restando la possibilità di dividersi in Comitati per il Sì e in Comitati per il No.
Pur comprendendo la ritrosia di chi ha avallato l’impianto, e si è in seguito sottratto dalla possibilità di rimettere il parere al mondo del lavoro che pur dovrebbe rappresentare, riteniamo che la portata dell’evento – assolutamente inedito – meriti uno spazio informativo all’interno della Intranet dell’Istituto, dove trovano ospitalità financo i pur nobili (ma di minor impatto) tornei di calcetto.
Siamo sicuri che la partecipazione a un processo democratico non vedrà l’INPS come spettatore disinteressato dell’evento.
Si rimane in attesa di riscontro.
FP CGIL |
UIL PA |
USB PI |
Giuseppe Lombardo |
Sergio Cervo |
Sergio Noferi |
Se la pre-intesa sottoscritta il 6 novembre scorso da CISL, Confsal, FLP e Confintesa dovesse diventare il CCNL 2022/2024 delle Funzioni Centrali saremmo di fronte a una grave novità assoluta nella storia dei contratti nazionali di lavoro del pubblico impiego: per la prima volta un contratto collettivo nazionale di lavoro non adeguerebbe le retribuzioni di lavoratrici e lavoratori almeno al costo della vita registrato nel periodo di vigenza contrattuale sancendo così un principio finora fondamentale e caratterizzante del contratto di primo livello: le retribuzioni, gli stipendi, non possono perdere il proprio valore ma semmai solo aumentarlo.
Sarebbe una svolta epocale negativa per le lavoratrici e i lavoratori. Per questo la Cgil non ha ritenuto di assumersi questa responsabilità senza un passaggio democratico che coinvolga la totalità delle lavoratrici e dei lavoratori interessati.
Per questo, assieme alle altre due organizzazioni sindacali che non hanno sottoscritto la pre-intesa, la Uil è l’Usb, abbiamo deciso di dare vita a un referendum aperto a tutto il personale dipendente delle amministrazioni e degli enti del Comparto delle Funzioni Centrali: ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, agid, cnel, enac, ansfisa e ansv, enti parco nazionali, ordini e collegi professionali, autorità di bacino e altre agenzie.
Con il contratto imposto dal governo la perdita delle retribuzioni dei 193mila addetti del Comparto delle Funzioni Centrali non sarebbe un’opinione ma una realtà.
Infatti, l’Istat certifica che nel triennio 2022/2024 la perdita di valore dei nostri stipendi è stata del 16,5 per cento (l’inflazione misurata secondo l’indicatore ipca). Tradotto in cifre parliamo di svalutazioni per 323,15 euro per un funzionario, 266,09 per un assistente e 252,87 per un operatore.
Mentre la pre-intesa permette un aumento degli stipendi solo per 155,10 euro ai funzionari, 127,70 euro agli assistenti e 121,40 euro agli operatori.
Ecco il punto: il CCNL 2022/2024 riduce il valore dei nostri stipendi mensili di 168,05 euro per un funzionario, di 138,39 euro per un assistente, di 131,47 euro per un operatore.
E l’altra novità è che per la prima volta ciò avviene con la complicità di alcune organizzazioni sindacali raggiungendo la risicata maggioranza del 53 per cento.
Infatti, solo nei primi anni Ottanta fu cancellata per legge la cosiddetta scala mobile che riconosceva automaticamente la rivalutazione delle retribuzioni all’inflazione.
Successivamente, nei primi anni Novanta, si stabilì con accordo tra governo e parti sociali, che i contratti di primo livello (il CCNL) hanno il compito di difendere le retribuzioni dall’inflazione e la contrattazione integrativa quello di far crescere gli stipendi in ragione della produttività aziendale.
La pre-intesa delle funzioni centrali non realizza nessuno di questi obiettivi, anzi li cancella: il CCNL infatti fa perdere valore agli stipendi e nulla viene aggiunto ai fondi per la contrattazione integrativa.
Basterebbe questo per giustificare il referendum di questi giorni ed è colpevole il rifiuto delle organizzazioni sindacali firmatarie di sottoporre al giudizio democratico delle lavoratrici e dei lavoratori queste scelte.
Dal 16 al 21 dicembre si vota per dire Sì o No al contratto voluto dal governo con l’assenso supino di Cisl, Confsal, Flp e Confintesa.
Come Cgil chiediamo a tutte e tutti di votare, liberamente e democraticamente, per esprimere il proprio giudizio. Una scelta di questo tipo non può essere imposta con una maggioranza di misura di poco superiore al 51% di rappresentanza dei lavoratori.
E poi chiediamo di votare NO, perché i contratti che si stanno sottoscrivendo per il triennio 2022/2024, per i lavoratori privati, prevedono aumenti degli stipendi con percentuali a due cifre come l’inflazione, mentre per i pubblici si fermano al 6%. Aumentando la sperequazione tra lavoratori pubblici e privati.
E ancora chiediamo di votare NO, alla cancellazione del primo e più forte obiettivo che deve avere un CCNL, che é quello della difesa e della crescita degli stipendi di tutte e tutti.
Per questo ti chiediamo di votare NO al contratto che impoverisce gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori delle Funzioni Centrali.
Florindo Oliverio
Segretario nazionale della Funzione Pubblica CGIL
Nella mattinata del 12 dicembre 2024 si è svolto l’incontro con il Sig. Ministro, Alessandro Giuli, nel corso del quale abbiamo incontrato anche il nuovo Capo di Gabinetto, Dott.ssa Valentina Geminiani. Quelli che seguono – al netto degli interventi caratterizzanti ciascuna Organizzazione – sono i temi che abbiamo affrontato:
Incremento della dotazione organica nazionale: il fine è di riuscire a raggiungere almeno 23.000 unità, vista la pluralità e complessità delle attività e la diffusione degli Uffici sul territorio.
Assorbimento del precariato: con riferimento alle categorie di personale che a vario titolo operano nei nostri Istituti (esperti a partita IVA, ex tirocinanti a tempo determinato), per i quali si chiede stabilizzazione o, in subordine, proroga della validità dei contratti o riattivazione per un ulteriore periodo utile a raggiungere i requisiti della Legga Madia.
Modifica contrattuale del personale ALES: ci sembrano maturi i tempi per l’adozione almeno del CCNL Federculture
Tutela normativa delle graduatorie concorsuali in essere e loro utilizzo: per non vanificare gli sforzi conseguenti alle campagne di reclutamento
Informazioni dettagliate sui tempi e sulle restanti fasi della riforma organizzativa: sono passati ormai troppi mesi da quando siamo stati convocati per avere notizie su tempi e modi delle fasi ancora da attuare
Forme di welfare per i neoassunti: per scongiurare, anticipando i contenuti del nuovo CCNL, l’alto tasso di rinunce all’esito delle graduatorie definitive, soprattutto in regioni dall’alto costo della vita.
Benessere per il personale: con particolare riferimento alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro attraverso implementazione dell’accordo nazionale sullo smart working per potenziare sia il coworking che il telelavoro domiciliare.
I temi generali hanno offerto la possibilità di affrontare anche argomenti specifici, rispetto ai quali abbiamo chiesto al Ministro e ai Capi Dipartimento di intervenire:
Palazzo Citterio: abbiamo apprezzato che il Ministro abbia riconosciuto lo sforzo collaborativo delle OO. SS. per garantire l’apertura, ma gli abbiamo chiesto di incontrare le lavoratrici ed i lavoratori del sito per sentire dalla loro viva voce i motivi della vertenza
Archivio di Stato di Napoli/Colosseo: le notizie pervenute alla stampa richiedono che si riferisca in sede nazionale sul rispetto delle condizioni di sicurezza del patrimonio conservato e, più in generale, della opportunità o meno delle iniziative in conto terzi già pianificate
Vicende territoriali diverse: sono stati sollecitati i vertici presenti a dare risposte su note inviate in modo condiviso fra le Organizzazioni, visto il loro silenzio (soprattutto sulla Sabap AN, su cui le scriventi hanno prodotto diverse istanze finora rimaste inevase)
Soprintendenze attinte dalla riforma (Liguria, Bologna-Modena, Como Lecco): abbiamo ribadito la necessità di intervenire con correttivi rispetto alla paventata possibilità che vengano spostate le sedi di talune SABAP, generando caos organizzativo nel personale coinvolto.
Segretariati regionali: abbiamo chiesto di comprendere la tempistica effettiva di assorbimento dei segretariati e il destino del personale ad essi afferente.
Per la parte della dirigenza questi sono stati i temi affrontati:
Fondo Dirigenti e risorse per il personale. Abbiamo reso atto dell’emendamento, sostenuto dal Ministro, alla legge di bilancio per incrementare di 2,5 mln il Fondo Dirigenti, misura assolutamente necessaria – abbiamo sottolineato – per assicurare, dopo l’entrata in servizio dei 48 vincitori del corso-concorso, il mantenimento di adeguate retribuzioni di posizione e, soprattutto, di risultato.
Proposta di finanziamento del MiC sul PIL culturale. Abbiamo prospettato al Ministro di farsi latore di una proposta legislativa di assegnazione al MiC per il suo funzionamento, comprese le risorse per il personale a suo carico, di una quota del reddito fiscale complessivo (da stimare con apposito studio) derivante dal ‘turismo culturale’, che ha per scopo la visita alle città d’arte e ai luoghi della cultura statali, che, secondo un calcolo di Federturismo, ha un indotto economico complessivo di oltre 54 miliardi. La misura potrebbe essere legata in prima applicazione all’incremento notevole di tale indotto previsto per il Giubileo 2025, in modo da non incidere sull’attuale ripartizione percentuale delle risorse fiscali.
Criteri di valutazione dei dirigenti. Abbiamo ribadito la necessità di una approfondita revisione da parte dell’amministrazione di questi criteri, che sono in necessario coordinamento con quelli di attribuzione della retribuzione di risultato in base alla valutazione del dirigente, nei quali occorre correggere la sperequazione (oltre 6.000 € annui) introdotta dal CCNL con la ‘quota’ (troppo) ristretta che fruisce della ‘maggiorazione’ del 30%, oggetto del Contratto integrativo di Ministero (CCIM) per la dirigenza in corso di elaborazione e del prossimo confronto preliminare a tal fine, dopo quello concluso disparità di trattamento con gli altri che hanno avuto il medesimo punteggio di valutazione.
Riassegnazione ruoli dirigenziali II fascia. Abbiamo richiesto di conoscere le modalità di riassegnazione degli incarichi di prossima decadenza, se riguarderanno tutto il contingente dirigenziale o soltanto quello assegnato alle sedi attinte dalla riforma; il tutto in una prospettiva di salvaguardia del principio del merito
Immissione in ruolo degli idonei. Abbiamo richiesto di definire se l’immissione in ruolo degli idonei avverrà prima o contestualmente all’emissione del cosiddetto “interpellone”.
Il Ministro ha ascoltato con attenzione gli interventi, dichiarando di essere sensibile al benessere del personale e disponibile a un confronto con le Organizzazioni Sindacali sui grandi temi, compreso quello della riforma, la quale, se da un lato andrà avanti, dall’altro avrà bisogno di modifiche; noi auspichiamo che su questo vi sia il massimo coinvolgimento dei sindacati. Comprensibilmente, su temi specialistici o territoriali il Ministro non ha dato risposte contestuali riservandosi un approfondimento sia con gli Uffici di Diretta Collaborazione che con i Capi Dipartimento.
Prima dell’avvio dell’incontro le Organizzazioni Sindacali hanno firmato l’accordo per il passaggio dall’area degli assistenti a quella dei funzionari.
FP CGIL MIC UIL PA MIC
V. Giunta F. Trastulli
Nel weekend, com’era prevedibile, si sono “svegliati” i firmaioli del CCNL: gli stessi che hanno ipotecato il nostro presente in cambio di una pacca sulle spalle dal Ministro Zangrillo.
Negli ultimi tre anni il nostro potere di acquisto si è eroso del 16%: continuare a dire che il 5,78% è un aumento “congruo” rappresenta un’offesa al buonsenso di chi lavora.
Intendiamoci: capiamo che in quest’epoca di bolle, rifilare balle è un’operazione remunerativa, ma il buongusto imporrebbe un limite.
I firmaioli dicono che non si poteva fare di più, che chi si continua a battere per risorse aggiuntive fa pura demagogia. E lo fanno negli stessi giorni in cui l’attualità li prende a schiaffi, con un Governo che:
impone l’aumento degli stipendi per i Ministri non eletti in Parlamento (7.000 euro lordi al mese);
sperpera ottocento milioni per le deportazioni in Albania;
promette una maggiore indulgenza verso chi ha evaso il fisco;
stanzia due miliardi aggiuntivi nelle spese militari per il 2024.
Dire “si è fatto il massimo” impone una presa d’atto:
se questo è il massimo per chi opera nelle Funzioni Centrali, è evidente chi ha sottoscritto l’ipotesi di CCNL non dà alcun valore al lavoro svolto da chi opera in quest’Ente.
Del resto c’è chi si è sfilato da una piattaforma unitaria, che pure aveva condiviso, e oggi espelle gli iscritti dissidenti; e c’è chi giurava una lotta dura per 342 euro, salvo poi ricredersi e accettare le briciole rimaste.
Il fuoco di fila contro la consultazione referendaria si spiega soltanto in un modo: la paura di scoprire che le lavoratrici e i lavoratori hanno opinioni divergenti rispetto ai quadri sindacali.
E così, anziché accettare il confronto, si prova ad attaccare uno strumento di partecipazione, si scoraggiano le persone a esprimere la propria opinione, il proprio pensiero.
Noi abbiamo fatto un’altra scelta: laddove la platea sindacale è spaccata esattamente in due, devono essere i diretti interessati a esprimere un giudizio.
Non teniamo alla cappa di silenzio che si vuole imporre su chi quotidianamente opera al servizio del Paese; teniamo a difendere la democrazia del lavoro, la facoltà di ciascuno di poter giudicare liberamente ciò che è stato fatto.
Per questo vi invitiamo a partecipare all’assemblea di oggi, a votare secondo coscienza, fermamente convinti – come siamo – delle ragioni del NO.
Il perché lo abbiamo spiegato alla vigilia dello sciopero, ma lo riproponiamo di seguito, giusto per smentire le fandonie che stanno circolando: votate, partecipate, lottate! Meritiamo di più!
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Il 6 novembre scorso alcune sigle sindacali hanno firmato la preintesa sul CCNL 2022/24, con una maggioranza del 53% circa. Questa scelta ha letteralmente spezzato in due il fronte sindacale, indebolendo radicalmente tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori, a prescindere dal contenuto, a nostro avviso povero, del nuovo contratto nazionale.
Il 16 dicembre prossimo, alle 15.30, è convocata un’assemblea in diretta Facebook per spiegare le ragioni di un referendum rivolto a tutti i lavoratori del Comparto delle Funzioni Centrali.
Dalla fine dell’assemblea, e fino al 21 dicembre, sarà possibile votare grazie a una piattaforma online (seguiranno istruzioni), per chiedere ai sindacati non firmatari (CGIL, UIL, USB) di firmare o meno il nuovo CCNL.
UN SOLO QUESITO: VUOI CHE IL NUOVO CCNL SIA FIRMATO?
Il referendum è rivolto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, indistintamente, che siano tesserati con i sindacati firmatari, che siano tesserati con quelli non firmatari o che non siano iscritti a nessun sindacato.
È un’occasione eccezionale e va sfruttata pienamente. In un modo estremamente semplice, ogni singolo lavoratore potrà votare e, quindi, intervenire direttamente sul percorso che i sindacati non firmatari dovranno scegliere rispetto al CCNL 2022/24.
Ovviamente CGIL, UIL e USB sperano di ottenere una conferma da tutte le lavoratrici e da tutti i lavoratori rispetto alla decisione di non firmare, quindi invitano a dire NO!
Le principali ragioni per il NO:
● Con questo rinnovo contrattuale, non ci saranno aumenti sufficienti a compensare l’inflazione registrata nello stesso triennio pari a oltre il 16%, determinando una perdita secca del 10% delle proprie retribuzioni reali. Questa perdita non consente a chi realmente fa funzionare il Paese, i lavoratori, di fronteggiare l’aumento del costo della vita.
● Questo CCNL introduce regressioni gravi nel lavoro agile, trasformandolo in un surrogato senza garanzie del lavoro da remoto, introducendo il buono pasto, è vero, ma ampliando la fascia di contattabilità e senza il riconoscimento degli straordinari. Il risultato è che la conquista ottenuta col precedente CCNL sul lavoro a distanza, in tutte le sue forme, viene totalmente vanificata.
● Questo CCNL introduce la settimana corta a parità di ore lavorative settimanali e ne consegue che, l’orario di lavoro è più lungo, si perdono giorni di ferie e buoni pasto.
● Non esisteva una sola ragione valida per firmare con tanta fretta, soprattutto a ridosso della definizione della legge di stabilità, se non quella di fare il proprio gioco, quello del Governo e NON QUELLO DEI LAVORATORI
F.to F.to F.to
FP-CGIL UIL-PA USB-PI
Billi Conti Del Villano
In data 4 dicembre 2024 rappresentanti sindacali della federazione nazionale FP CGIL e una delegazione di lavoratori delle Commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale e della Commissione Nazionale per il diritto d’asilo sono stati ricevuti dal Presidente della stessa Commissione nazionale, Prefetto Fabrizio Gallo.
L’incontro è stato richiesto dai lavoratori unitamente alla struttura nazionale di categoria FP CGIL per fare chiarezza sulle insistenti voci che riferivano di possibili interventi legislativi di modifica dei processi decisionali delle Commissioni territoriali consistenti in un de-mansionamento dei funzionari e nell’eliminazione del gettone di presenza previsto dalla legge. Sul punto il Prefetto Gallo ha rassicurato i lavoratori escludendo che vi sia intenzione di eliminare l’emolumento accessorio ma ha chiarito che a breve sarà effettivamente necessario modificare talune disposizioni della disciplina applicabile ai procedimenti di esame delle domande di protezione in vista dell’entrata in vigore del Patto asilo e immigrazione, prevista per il 2026. Si è allora convenuto sull’importanza di creare dei meccanismi che permettano a tutto il personale in servizio nel sistema delle Commissioni di formulare compiute proposte di modifica che tengano fermo il carattere collegiale della fase decisionale – quale garanzia di approfondimento e riflessione – e la corresponsione del gettone di presenza – al fine di salvaguardare i livelli retributivi raggiunti nei sei anni e mezzo di servizio. Tali proposte saranno poi trasmesse all’ufficio legislativo del Ministero dell’Interno.
Quanto al tema dei carichi di lavoro, la delegazione dei lavoratori ha riportato al Prefetto Gallo il malcontento generato dalle pressanti richieste di performance. In particolare si è osservato che gli obiettivi richiesti (solitamente verificati su base settimanale e consistenti in un numero di decisioni che, secondo le indicazioni fornite dalla Commissione nazionale per il diritto d’asilo scaturisce dal prodotto fra il numero dei funzionari in servizio, il numero dei giorni lavorativi della settimana e l’obiettivo di due decisioni stabilito quotidianamente per ciascuno di essi) dovrebbero essere sempre commisurati alle presenze giornaliere effettive dei funzionari, con la conseguenza che in caso di assenza (per malattia, ferie, congedi, e qualsivoglia motivo) l’obiettivo settimanale dovrebbe essere proporzionalmente ridotto, al fine di non gravare indebitamente sulle persone rimaste in servizio.
A tal fine, si è condivisa la necessità di predisporre meccanismi di confronto che, partendo dai livelli territoriali maggiormente vessati dai carichi di lavoro attuali, consentano di giungere ad adeguate mediazioni tra le necessità di celerità amministrativa e le esigenze di benessere psicofisico dei lavoratori coinvolti, tramite il supporto delle strutture territoriali del sindacato e con il necessario intervento della stessa Commissione Nazionale per il Diritto d’Asilo.
Abbiamo colto, in questa rinnovata disponibilità, un’apertura importante che necessiterà di un’effettiva e immediata “messa a terra” nel prossimo futuro; così come reputiamo altrettanto significativa l’intenzione dichiarata di predisporre un confronto periodico con rappresentanti dei lavoratori (e, anzi, con l’intera platea dei lavoratori del sistema), al fine di verificare e monitorare il funzionamento dei meccanismi su evidenziati.
Restando ferma la nostra adesione alla piattaforma dello sciopero dello scorso 29 novembre, nonché la ferma opposizione a qualsiasi soluzione che faccia pagare ai lavoratori le inefficienze del sistema, confidiamo nella possibilità che l’Amministrazione ponga in essere i preannunciati passi, generando un circolo virtuoso che, tramite l’ascolto e il rispetto dei lavoratori, consenta anche una migliore garanzia dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
p.la FP CGIL Nazionale Min. Interno
Malatesta/Benvenuto/Indolfi
Si è tenuta nella mattinata odierna un tavolo con all’ordine del giorno la prosecuzione della discussione in merito all’accordo sui passaggi fra le aree. In apertura è stata sottolineata l’urgenza di chiudere il testo, pertanto, al netto di alcuni correttivi proposti dalle scriventi Organizzazioni, non è stato possibile introdurre meccanismi di migliore valorizzazione delle attività svolte. Il testo, che riceveremo depurato dei refusi e aggiornato con i contenuti odierni, ci verrà inviato per la sottoscrizione domani mattina, prima dell’incontro con il Ministro.
Nella seconda parte della mattinata c’è stato il tavolo politico per l’adozione dell’accordo che consentirà l’apertura dei siti, su base volontaria, per la giornata del 1° gennaio 2025. La struttura del testo ricalca esempi di anni precedenti. Il metodo di determinazione dei budget di sede ha comportato la valutazione dello “storico” e la consistenza del personale presente alla data dello scorso novembre. Abbiamo introdotto un meccanismo di maggiore elasticità nella definizione oraria dei turni in quanto la fruibilità di alcune tipologie di Istituti – parchi, giardini, aree archeologiche – risente della luce solare e cristallizzare il modulo di apertura tarato sulle 4 ore; in ogni caso saranno le contrattazioni decentrate d’Istituto a meglio definire le condizioni di apertura e il personale coinvolto, stante l’immutabilità del budget a disposizione.
Spiace constatare – ma ormai siamo abituati a “prendere le misure” in modo abbastanza puntuale – che i promessi 2 milioni di euro per la valorizzazione da sommare ai 5 milioni già previsti non è nella disponibilità delle nostre casse. Ovviamente l’emendamento è in discussione all’interno della Legge di Bilancio. Non che fosse dirimente, lo scorso anno, rispetto alla sottoscrizione dell’accordo per l’apertura straordinaria di Natale ’23 e 1° gennaio 2024 (non firmammo per motivi diversi da questo), ma teniamo a precisarlo perché non tutto, nella vita, è monetizzabile.
FP CGIL MIC UIL PA MIC
V. Giunta F. Trastulli
Riceviamo da numerosissimi colleghi la domanda: perché le video lezioni e le slides sono scomparse dalla piattaforma già dal 4 dicembre, giorno successivo alla prova selettiva?
Di cosa ha paura l’Amministrazione? Che possiamo fare una verifica tra le video lezioni e le slides con le domande somministrate alla prova?
Non ci risulta che altri format di formazione siano stati disapplicati, allora, perché proprio quei percorsi formativi previsti per le Progressioni Economiche Orizzontali non sono più disponibili?
Ad essere maligni, si potrebbe pensare che l’Amministrazione tema il confronto tra il contenuto delle lezioni e delle slides con le domande effettivamente assegnate alla prova.
Se invece pensa di essere nel giusto ed in buonafede, RIMETTA DISPONIBILI I PERCORSI FORMATIVI SULLA PIATTAFORMA.
Perché non abbiamo ricevuto ancora nessuna risposta, né convocazione, nonostante la nota e la lettera aperta al Segretario generale?
IL PERSONALE ASPETTA RISPOSTE
La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco
Cari colleghi, è ormai iniziato dicembre e non abbiamo notizie certe dell’aumento del Fondo Risorse Decentrate che, come sapete, chiediamo da tempo.
Entro questo mese riceveremo le risorse del Fondo risorse decentrate 2023 e le schede di valutazione ci hanno già mostrato a settembre l’importo che non potremmo considerare decente neanche al lordo d’Amministrazione.
Negli ultimi anni siamo riusciti a sottoscrivere diversi accordi per consentire l’accesso alle progressioni economiche, dopo un blocco durato troppi troppi anni; ancora oggi ci sono colleghi del MLPS che aspettano la progressione economica e colleghi ex Anpal che lo scorso anno non si sono visti riconoscere questo diritto.
Al fine di consentire che le progressioni economiche non siano un lontano miraggio per molti altri anni, è da tempo che chiediamo l’aumento del fondo risorse decentrate che alimenta anche il salario accessorio.
Non riteniamo che i lavoratori di questa Amministrazione debbano scegliere se progredire rispetto al profilo ricoperto o percepire un premio per la produttività adeguato al lavoro svolto spesso in condizioni di pressione, sotto gli enormi carichi di responsabilità imposti dai troppi obiettivi necessari ad offrire risposte serie e servizi adeguati ai cittadini, destinatari degli sforzi profusi negli uffici dell’amministrazione.
È da tempo che chiediamo risposte e adesso non abbiamo alcuna intenzione di restare a guardare mentre la Legge di bilancio viene approvata senza lo stanziamento delle risorse necessarie a riconoscere le giuste condizioni economiche ai lavoratori di questa Amministrazione.
Ci vediamo giovedì, dalle ore 10:30 alle 12:30,
a Via Flavia per un’assemblea esterna!
FP CGIL UILPA
Matteo Ariano Ilaria Casali
Alessandra Pone Orlando Grimaldi