Il Consiglio d’Amministrazione dell’Istituto ha deliberato un nuovo “Regolamento di attuazione del decentramento territoriale”. Le modalità di adozione dell’atto lasciano a dir poco esterrefatti: l’Amministrazione, senza passare dal tavolo sindacale, ha deciso di modificare i criteri per la costituzione (o la sopravvivenza) delle Agenzie e dei punti INPS, con un’indicazione di nuovi elementi su cui incentrare la ricognizione.
Si tratta di un atto grave, a prescindere dal merito, perché rappresenta uno strappo istituzionale con pochi precedenti e ha un impatto sui territori di non poco conto.
Eppure le premesse erano diverse. All’indomani dell’insediamento, i vertici vollero incontrare le rappresentanze sindacali garantendo momenti di ascolto continuo e un orientamento generale alla valorizzazione della dimensione territoriale.
Oggi, invece, viene disposta una revisione che parte da una premessa (“il consolidamento dei canali di interazione con l’utenza alternativi allo sportello tradizionale“) e porta a una profonda revisione del modello vigente, quasi un potenziale svuotamento di alcune realtà.
Dov’è finita la centralità di chi opera in Istituto? Che peso hanno le campagne di ascolto delle lavoratrici e dei lavoratori se poi si va avanti a suon di strappi?
È un caso grave, ma non isolato. Nel pomeriggio di ieri si è tenuta un’altra riunione tra Amministrazione e organizzazioni sindacali: nel corso del confronto sono state nuovamente discusse le modifiche che l’Amministrazione intende apportare al sistema della performance individuale.
Nessuna obiezione sollevata nei precedenti incontri è stata fatta propria dalla controparte, con la sola eccezione della possibilità di attivare una conciliazione in caso di valutazione individuale mal digerita dal dipendente (opzione peraltro già oggi percorribile).
Nonostante una convergenza quasi unanime del tavolo, l’Amministrazione intende:
ridimensionare il peso dell’obiettivo di gruppo;
continuare ad alimentare un sistema che porta a diramare la valutazione intermedia almeno a settembre;
profilare un modello in cui si schedano i dipendenti. Con il nuovo portfolio, infatti, il dirigente potrebbe non dare incarichi al singolo e registrare, poi, un giudizio negativo sul coinvolgimento dello stesso.
In tutto questo, le richieste espresse al tavolo restano lettera morta, i documenti vengono inviati a ridosso dell’incontro, senza che siano segnalate in evidenza le modifiche (nonostante i corsi sulle competenze digitali…).
L’elemento di debolezza nelle valutazioni individuali, lo ripetiamo ancora una volta, non sta solo nell’ingaggio dei dipendenti, ma nelle modalità con cui si attua la valutazione, troppo spesso simile a un arbitrio.
I giudizi sono sommari, disancorati da elementi oggettivi; la sintesi finale nella migliore delle ipotesi si articola in tre righe che esprimono gli umori del momento; di contro si chiede, in fase di conciliazione, l’esibizione di documenti con carattere “probatorio” ai valutati. Lo squilibrio è evidente.
Il confronto, insomma, o non viene contemplato o diventa una farsa.
Se la situazione non muta, neanche di fronte a proposte che hanno un pur vago carattere unitario, se cioè manca la volontà di trovare un punto d’incontro, la FP CGIL tirerà le somme perché non intende legittimare un modo di rapportarsi con le lavoratrici e i lavoratori profondamente irrispettoso.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Care/i compagne/i e amiche/i,
come anticipato nelle precedenti note, nell’ambito delle trattative per il rinnovo del CCNL Uneba, nelle giornate del 4 e 5 dicembre si sono svolti due ulteriori incontri tra le OO.SS. FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL, UILTUCS e l’Associazione datoriale.
Dopo un confronto, quello di giorno 4, in cui le parti hanno sostanzialmente ribadito le rispettive posizioni rispetto ai possibili obiettivi economici da raggiungere, da cui sembrava emergere un quadro abbastanza complesso, nella giornata successiva, la delegazione trattante Uneba ha proposto di analizzare l’articolato relativo al sistema di classificazione del personale, argomento che fino ad ora la controparte si era detta non disponibile ad affrontare. In particolare è stata concordata l’eliminazione del 7° livello, è stato ricomposto il profilo dell’educatore (attualmente presente in più livelli) ed è stato unificato l’inquadramento degli OSS.
Abbiamo inoltre discusso di TEP (Trattamento Economico Progressivo), ribadendo nuovamente le nostre posizioni su questo articolato e cogliendo per la prima volta una disponibilità da parte datoriale. Ricordiamo anche quanto già precedentemente stabilito su maternità, causali per il termine e tempi di vestizione quantificati in 15 minuti sul livello nazionale.
Sul fronte economico, la controparte ha dichiarato la disponibilità a superare la cifra di 120 euro a regime, e per parte nostra, unitariamente, abbiamo ribadito la necessità di incrementare la parte tabellare per portarla all’interno del range relativo ai contratti che abbiamo fino ad ora sottoscritto nel comparto in termini di incrementi percentuali.
E’ stato fissato un ulteriore incontro per il giorno 20 dicembre.
Vi terremo aggiornati
FP CGIL CISL FP FISASCAT CISL UIL FPL UILTuCS
Michele Vannini Franco Berardi Aurora Blanca P.Bardoscia/C.Chietti Paolo Proietti
Ciò che mancava al confronto sindacale era l’accusa di “assalto alla democrazia” per la definizione di un regolamento destinato a determinare le Sedi di elezione RSU.
Nel corso di due incontri, che si sono tenuti nell’arco dell’ultima settimana, sul Protocollo di riferimento, come FP CGIL abbiamo evidenziato un dato: la scelta di andare alle elezioni nella Settimana Santa renderà difficoltoso il processo elettorale.
Poiché l’intento di chi partecipa al sistema democratico dovrebbe essere quello di garantire la più ampia partecipazione, abbiamo cercato di definire nel Protocollo elettorale tutti gli elementi di garanzia che consentano di raggiungere l’obiettivo.
Nel testo presentato dall’Amministrazione è stato così esplicitato un invito rivolto alle commissioni elettorali affinché possano organizzare “seggi volanti” nelle agenzie territoriali, ivi comprese le Agenzie complesse, con una copertura dell’Istituto in termini di servizio esterno.
La formula utilizzata ci sembra particolarmente calzante, anche perché lascia alle Commissioni la facoltà di deliberare l’installazione di seggi permanenti per le sedi territorialmente più distanti dalle Direzioni provinciali/Filiali metropolitane di riferimento.
Ci chiediamo, a questo punto, leggendo gli strampalati comunicati di qualche organizzazione, dove sia la minaccia alla partecipazione in un simile impianto? Non sarà che qualcuno strilla al golpe per raccattare consenso?
Il sospetto viene, anche perché nella contesa dapprima è stata coinvolta l’Amministrazione, teoricamente arbitro della partita, chiamata ad avocare a sé la decisione; in seguito, con originarie letterine rivolte ai Comitati regionali e provinciali, si è tentato di tirare in ballo soggetti terzi, incompetenti a entrare sulla materia.
E del resto perché mai un Comitato provinciale dell’INPS dovrebbe discutere il sistema di voto in Istituto o la mappatura delle sedi RSU?
Un’ingerenza di questo tipo, peraltro promossa da un’organizzazione sindacale (sic!), rappresenterebbe non solo un atto sgrammaticato, ma il tentativo (grave) di creare un precedente e un’autentica interferenza nel processo democratico.
Qui l’unico attacco alla legittimità del regolamento elettorale è quello scalmanato condotto da chi invoca l’allerta quando gli fa comodo.
Se poi qualcuno vuole difendere il principio di libera espressione, riscoprendo Tocqueville e i classici greci, la strada maestra l’abbiamo già indicata: cominciamo col chiedere alle lavoratrici e ai lavoratori che cosa pensano del “contratto della vergogna” adottato per le Funzioni Centrali!
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Lettera aperta al Segretario Generale della Corte dei conti riguardo alle PEO 2024
Siamo una grande famiglia o la famiglia Addams?
Egregio Sig. Segretario generale,
la scrivente Organizzazione Sindacale Le rappresenta la grave situazione che si è venuta a verificare durante le prove selettive per le Progressioni Economiche Orizzontali, che si sono svolte il giorno 3 dicembre u.s., presso la Caserma dei Carabinieri Salvo D’Acquisto sita in Viale Tor di Quinto 153.
Vogliamo rappresentare a Lei, che si è sempre speso per il Personale Amministrativo, (cosa della quale Le diamo merito) e che ha sempre definito la Corte dei conti una Grande Famiglia, che il giorno delle prove, il Personale interessato alla selezione ha provato sulla propria pelle, mortificazioni ed umiliazioni, per le ragioni che di seguito vengono descritte.
Le scriviamo nonostante la mancata sottoscrizione da parte della FP CGIL del FRD 2024 e delle relative PEO, perché non possiamo esimerci dal rappresentare e tutelare il Personale.
In primo luogo, tutti le colleghe e i colleghi, Funzionari, Assistenti e Operatori, sono stati costretti, per ore, ad attendere fuori in piedi, sotto la pioggia, al freddo e all’umidità; parliamo soprattutto, ma non solo, di colleghe e colleghi ultrasessantenni. Tutti sono stati sottoposti al controllo con il metal detector dopo essere stati privati degli effetti personali; mancavano solo le ispezioni corporali e ci saremmo trovati in una casa circondariale.
Nel corso dell’estenuante attesa per l’ingresso in sala prima dell’inizio della prova, è stato notato che sui distributori per l’acqua erano stati affissi dei cartelli con scritto “Guasto” mentre erano perfettamente funzionanti. Alla richiesta di spiegazioni, una dipendente della Società che gestiva la prova, ha risposto che “era per evitare assembramenti”, come se l’acquisto di una bottiglietta di acqua, provocasse chissà quale insurrezione da parte di pericolosissimi criminali.
Solo prima della prova era consentito andare alle toilette e non era più possibile usufruirne fino alla conclusione dell’esame; il che considerando il numero di persone presenti, è anche una condizione forzata che poteva essere altrimenti risolta per i casi effettivamente urgenti. Tra l’altro, i bagni non erano igienicamente raccomandabili e le porte non avevano le chiavi come avviene per i bambini all’asilo; si sono registrati non pochi episodi in cui qualcuno, inavvertitamente ed in buona fede, ha aperto la porta del bagno, credendolo libero, con conseguente imbarazzo da parte di entrambe le persone.
Veniamo alla prova: una volta estratte le buste, per l’Area Assistenti, ben 4 domande presenti, non erano pertinenti al relativo percorso formativo, ovvero che il “Bilancio” non era materia prevista per questa Area:
1) In che consiste il principio contabile dell’integrità del bilancio?
2) In che consiste il principio contabile dell’equilibrio di bilancio in senso strutturale?
3) Nel sistema di contabilità finanziaria, il bilancio di previsione di competenza riguarda….
4) A quale tipo di classificazione delle spese di bilancio appartiene la distinzione tra spese correnti e spese in conto capitale o d’investimento?
Inoltre, era altresì presente la domanda riguardante il controllo concomitante (“Il controllo concomitante è”), che prevedeva una risposta non contenuta all’interno né della video lezione, né delle slides fornite.
Per questi motivi, la scrivente Organizzazione Sindacale ha formalmente inviato una nota di contestazione, chiedendo di applicare a tutto il Personale dell’Area Assistenti, il punteggio di +0,40 per le domande suindicate e contestualmente annullare il punteggio negativo -0,15 per coloro che avessero risposto erroneamente.
Dopo la fine della prova, la scrivente riceveva numerose telefonate da parte di colleghi delle sedi regionali, che pervenuti all’hotel prenotato, venivano rifiutati dallo stesso perché il loro nominativo non era stato comunicato dalla Cisalpina. I colleghi sono stati obbligati, quindi, ad anticipare la spesa del pernottamento e saranno, di conseguenza, costretti a chiedere, solo successivamente, il rimborso all’Amministrazione. Un comportamento da parte di Cisalpina inefficiente, negligente e pernicioso, nonché poco professionale.
Per tutto ciò esposto, abbiamo chiesto un incontro URGENTISSIMO alla delegazione di parte pubblica, che ad oggi non è stato convocato.
Avevamo previsto che sarebbe accaduto tutto ciò ed è per questi motivi che la FP CGIL NON HA SOTTOCRITTO L’ACCORDO SUL FRD 2024 E LE RELATIVE PEO, perché siamo convinti che una prova ESCLUSIVAMENTE CURRICULARE, come avviene in tutte le altre Amministrazioni, avrebbe evitato tutto il disagio rappresentato, errori nella somministrazione dei quiz ed una spesa verosimilmente ingente per l’Amministrazione.
Per questo ci rivolgiamo a Lei, che rappresenta tutto il Personale Amministrativo, affinché venga risolta l’incresciosa situazione nella quale ci troviamo e che questa esperienza, sicuramente negativa per le colleghe ed i colleghi, non si ripeta in futuro ma che le PEO rappresentino un momento di crescita e di soddisfazione professionale.
Cordialmente
FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco
Qualcuno pensa che le lavoratrici e i lavoratori di questo ente abbiano l’anello al naso e una scarsa capacità di comprensione.
Lo sanno bene i neoassunti, che se alla vigilia del concorso vedevano i propri nomi sbattuti nelle chat Telegram, subito dopo sono stati catturati dalle sirene di una promessa mobilità repentina. Com’è andata poi?
Hanno accettato sacrifici personali, spostamenti, e adesso stanno per celebrare il secondo Natale in INPS, ovviamente nella sede di originaria destinazione. Spiace sia stata questa la vergognosa accoglienza.
Nel frattempo, col passare del tempo, è mutata la promessa: il nuovo oggetto del desiderio venduto dai padroni del vapore sono stati gli interpelli verso la Direzione generale. E qui viene ancora una volta da chiedersi dove finiscono le sedicenti organizzazioni sindacali e dove comincia l’Amministrazione, se questa non ritiene mai di dover battere un colpo (peraltro pagando anche il dazio alla propaganda altrui).
Chi in INPS c’è da più tempo sta invece sentendo un’altra sinfonia, quella del “miglior contratto possibile”, lo stesso che ci impedisce perfino di recuperare l’inflazione maturata nel triennio: fatto mai accaduto in passato. Come le ciliegie, una bugia tira l’altra: “ci sono più risorse, ci siederemo subito a contrattare il nuovo impianto”. Ma le bollette, intanto, chi le paga?
Sono spartiti diversi, diretti con lo stesso stile, quello di chi rilancia per creare confusione.
Il nuovo fronte sono i benefici assistenziali: si contesta il mancato aggiornamento del bilancio preventivo, che avrebbe forse permesso l’aumento di appena uno o due punti percentuali sui capitoli di spesa, ma si omette di dire che il problema reale è l’insufficienza di risorse. Contro il quale non si è mosso un dito, anzi: si è allargato il perimetro delle voci di spesa, ma mica sono stati discussi gli stanziamenti.
Il Governo programma il nostro impoverimento e c’è chi applaude!
Ma allora con chi ce l’ha, esattamente, la sedicente organizzazione? Anche solo per capire contro chi sta lanciando gli strali, altrimenti viene il sospetto: non è che in INPS si fa la voce grossa e fuori dall’ingresso di via Ciro il Grande si torna ad accettare ogni elemosina ministeriale?
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Dipartimento Giustizia Minorile e di comunità
Alla Direzione Generale del Personale, delle risorse e per l’attuazione dei provvedimenti del giudice minorile
Dott. Alessandro Buccino Grimaldi
OGGETTO: Osservazioni Schema di decreto del Ministro della giustizia di definizione della diversa rilevanza degli Uffici centrali e territoriali di livello dirigenziale non generale della dirigenza penitenziaria del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.
La scrivente FP CGIL a seguito della disamina dello schema di decreto di cui all’oggetto, osserva quanto segue:
I livelli di incarico superiore sono attribuiti solo agli istituti di Milano e di Napoli/ Nisida. La mancata inclusione dell’istituto di Roma non è comprensibile in
considerazione che i numeri degli ospiti, il personale assegnato e anche il budget attribuito nonché la complessità di gestione sono di pari entità e complessità degli istituti di Milano e di Napoli/ Nisida.
Registriamo pertanto scelte che appaiono non coerenti con i criteri identificati per definire il “peso” degli istituti penitenziari e non vorremmo pensare che la definizione dei “pesi” sia condizionata da altre motivazioni non legate alla complessità degli istituti in questione.
A questo proposito si chiede all’amministrazione di rendere edotte le OOSS circa il piano assunzionale che intende mettere in campo per assolvere all’esigenza di coprire le future vacanze del prossimo biennio dovute alla quiescenza che interesserà almeno metà degli attuali direttori d’istituto minorile appartenenti ai ruoli delle Funzioni centrali, che attualmente dirigono gli altri istituti minorili (assumendone la piena responsabilità amministrativa e finanziaria) per i quali alcun riconoscimento economico è stato fino ad oggi previsto ed elargito.
Nel decreto sono previsti anche uffici per quali il posto di funzione viene assegnato ad un dirigente penitenziario, ci riferiamo all’istituendo Uff.IV della Direzione generale dei servizi minorili e di giustizia riparativa. Scelta questa che non si condivide. Si sottolinea infatti che i primi provvedimenti di natura riparativa, sono stati introdotti dal codice penale minorile che rappresenta un modello operativo apprezzato anche in contesti europei ed internazionali rispetto al quale è stata prodotta molta letteratura e giurisprudenza.
Pertanto vorremmo conoscere le motivazioni in base alle quali si opta per il profilo professionale di un dirigete penitenziario invece di selezionare e quindi assegnare la direzione del nuovo ufficio ad un dirigente contrattualizzato di II fascia che per competenza ed esperienza può sicuramente essere in grado e meglio promuovere il mandato che tra gli altri viene novellato nel d.lgs. 150/2022. Si tratta di una scelta cruciale e di fondamentale importanza che in caso contrario mortifica il ruolo della dirigenza contrattualizzata che opera all’interno di questo Dipartimento già non valorizzata e relegata a ruoli residuali e di cornice.
Restando come sempre disponibili ad un confronto con la parte pubblica per fornire un nostro contributo costruttivo, si porgono distinti saluti.
Per la FP CGIL
la Coordinatrice Nazionale
Paola Fuselli
Tra le tante bugie che circolano in Istituto, una più delle altre ha fatto rumore: quella di chi strepita contro INPS ricordando che le ferie devono essere godute secondo legge.
Bene, bravi, bis! Il problema della più favorevole condizione per lavoratrici e lavoratori di questo Ente poteva essere risolto. Sapete come? Con un contratto collettivo degno di questo nome!
Abbiamo sempre lanciato un monito all’Amministrazione e nelle assemblee: le ferie sono un diritto fondamentale di chi lavora; e chi è chiamato a organizzare l’attività deve essere flessibile per contemperare le esigenze dei singoli e la necessità di garantire il servizio.
Per questa ragione la FP CGIL aveva presentato al tavolo di contrattazione nazionale due proposte per superare ogni stortura:
la soppressione della riduzione di due giornate di ferie per i neoassunti, ormai anacronistica;
la possibilità di riprogrammare in 18 mesi le giornate di ferie non godute, per motivi personali o per le esigenze di servizio come stabilito dalla normativa.
Un modo per evitare la discrezionalità del singolo dirigente e quindi il potenziale arbitrio nelle strutture.
Era una questione aperta, che si poteva e si doveva discutere in sede negoziale, anziché chiedere a INPS di richiamare i dirigenti sul territorio con la preghiera di garantire un’omogenea applicazione delle deroghe.
Purtroppo qualcuno aveva la penna in mano e dopo aver tanto scritto ha dimenticato un passaggio: la storia, e soprattutto le Amministrazioni, presentano sempre il conto.
Il guaio è che a pagarlo sono le lavoratrici e i lavoratori dell’Istituto.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
È finalmente uscita la graduatoria per le progressioni verticali in deroga, grazie alla quale 150 dipendenti dell’INL attualmente collocati in seconda area potranno diventare funzionari.
Si tratta di uno dei tanti risultati positivi frutto del CCNL 2019-2021 e, nonostante noi avremmo voluto una procedura più snella, come prevede il CCNL 2019-21, facciamo comunque i nostri auguri alle colleghe e ai colleghi che hanno superato le prove e nei prossimi giorni firmeranno il contratto individuale come funzionari.
Alle tante lavoratrici e ai tanti lavoratori esclusi che ci continuano a chiedere se ci saranno ulteriori procedure di progressioni verticali in deroga rispondiamo di no, purtroppo.
Fosse stato per noi della FP CGIL, le avrebbero avute, perché ci eravamo battuti all’ARAN per farle rifinanziare nel nuovo CCNL 2022-24.
Invece, lo strepitoso risultato ottenuto dai firmatari della pre-intesa (CISL FP, FLP, CONFINTESA e CONFSAL-UNSA) prevede solo una proroga del termine per le amministrazioni che non abbiano ancora fatto progressioni verticali in deroga, senza un nuovo finanziamento della procedura.
Morale della favola: gli Enti come INL che hanno concluso le progressioni verticali in deroga, non potranno farne altre in futuro.
Colleghe e colleghi di seconda area che resterete bloccati lì, sapete chi ringraziare per questo “ottimo” risultato a tutela dei lavoratori!
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |
Alla Direttrice Centrale Risorse Umane dell’Agenzia delle Entrate
Dott.ssa Laura Caggegi
dc.risorseumane@agenziaentrate.it
OGGETTO: Richiesta incontro – Informativa in tema di soppressione dei mini call center
A seguito dell’informativa del 28 novembre 2024 riferita alla chiusura dei mini call center con l’esclusione dei call center di Aosta e Brunico-Bressanone, riteniamo sia utile un momento di confronto in merito.
La chiusura di queste strutture impoverisce i flussi di lavoro delle direzioni provinciali di provenienza, ma riduce ampiamente anche la flessibilità organizzativa dell’intero servizio nazionale.
L’analisi dei numeri di contatto dei mini call center indica strutture ad elevata produttività e con la capacità di far fronte in modo più elastico alle emergenze dell’intero sistema di contatto remoto nazionale. La mera chiusura di queste strutture non può che ridurre sia il numero degli operatori complessivi, operatori già formati ed ampiamente verificati, sia le possibilità di far fronte a specifici picchi di utenti o carenze improvvise di personale nei SAM.
Inoltre il disimpegno di operatori da anni applicati ad un servizio estremamente tecnico e delicato sotto il profilo del contatto, è una perdita secca di professionalità specifiche che è molto difficile riformare altrove e comporta quindi una riduzione stabile delle capacità del servizio nazionale in un momento in cui mission dell’Agenzia è quella di intensificare i contatti telematici e remoti con i contribuenti, allungando i complessivi tempi di attesa e scaricando una parte di questi servizi sulle singole Direzioni Provinciali non sempre nelle condizioni di affrontare questo specifico carico di lavoro.
Riteniamo quindi che la chiusura di questi call center sia un progetto non completamente ponderato e che sarebbe più utile pensare ad una dismissione ad esaurimento di queste professionalità dopo una verifica delle anzianità residue dei dipendenti ad oggi applicati alle strutture che si intendono chiudere in modo da massimizzare l’ottimizzazione delle competenze già presenti negli uffici.
Per tali motivi riteniamo che debba instaurarsi un confronto con le OO.SS. nel merito dell’informativa ricevuta.
In attesa di un cortese riscontro, si porgono cordiali saluti.
Florindo Iervolino
Nella giornata di ieri, mercoledì 4 dicembre, si è riunito l’OPI dell’Area Funzioni Centrali per discutere la nuova organizzazione interna derivante dall’applicazione del D.L.vo n. 62 del 2024 – Definizione della condizione di disabilità, della valutazione di base, di accomodamento ragionevole, della valutazione multidimensionale per l’elaborazione e attuazione del progetto di vita individuale personalizzato e partecipato.
In apertura dei lavori, l’Amministrazione ha chiarito le differenze “epocali” fra l’attuale accertamento medico legale e la nuova valutazione, evidenziando la sussistenza di alcune criticità non addebitabili all’Istituto: si pensi alla mancanza dei decreti attuativi necessari al completamento dell’impianto riformatore.
Abbiamo apprezzato lo sforzo che le varie strutture dell’Istituto stanno facendo per far in modo che, dal 1° gennaio 2025, le 9 sedi pilota possano iniziare la sperimentazione della nuova Valutazione di Base (circoscritta per ora soltanto a tre patologie).
Abbiamo, quindi, esposto alcune nostre perplessità in ordine ad alcuni passaggi di natura organizzativa:
COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE (unità di valutazione di base UVB): considerato che le associazioni di categoria potrebbero mandare un professionista sanitario non medico e visto che la Commissione è valida anche con tre persone, si configura il rischio che il medico INPS possa essere l’unico medico in commissione (svolgendo tutti i compiti del caso: scrivere sul computer, visionare e valutare tutta la documentazione sanitaria, completare la visita!). Considerato che questo nuovo accertamento presenta una complessità sicuramente superiore rispetto all’invalidità previdenziale (legge 222/84), chiediamo la presenza obbligatoria di due medici INPS in commissione. Rimaniamo delusi da alcune valutazioni espresse al tavolo sindacale da un’altra organizzazione, atte a giustificare, per analogia, la presenza di un solo medico. Ricordiamo a tutti che si tratta di compilare un verbale complesso dove si dovranno valutare tutte le minorazioni e disabilità del cittadino, compresa la cecità e la sordità, nonché se richiesta la valutazione prevista dalla legge n. 68/99.
RIVEDIBILITÀ DEL GIUDIZIO ESPRESSO. Anche su questo argomento, complesso e che richiederebbe una riunione a parte, le perplessità emerse al tavolo sono state numerose. Giustamente è stato fatto rilevare che l’eccezionalità della revisione contrasta con la frequente valutazione di patologie non stabilizzate che possono sicuramente migliorare col tempo. Sarà difficile, a nostro avviso, convincere la commissione e il medico presente circa l’applicazione di questa nuova “regola”. Non da trascurare, inoltre, l’eventuale esborso per lo Stato in termini economici: il rischio è che le poche risorse presenti vadano a cittadini non più meritevoli, penalizzando invece quelli più bisognosi.
ACCERTAMENTO E SOSPENSIONE CON RICHIESTA DI NUOVA DOCUMENTAZIONE: l’Amministrazione ha chiarito che la richiesta di documentazione è utile sia per migliorare il grado di giudizio, sia per determinare una riduzione.
CONCORSI e COMANDI: L’Amministrazione ha illustrato tutte le iniziative e gli strumenti attivati per implementare con urgenza le dotazioni di personale sanitario. Saremo vigili sui tempi di gestione, perché una corretta dotazione è indispensabile per il successo della riforma. Abbiamo chiesto una decisa accelerazione per non farci trovare impreparati nel 2026 e la stabilizzazione dei medici già in comando presso il nostro Istituto. Su quest’ultimo tema non si comprendono i ritardi nell’attuare una scelta necessaria e di buon senso.
STRUTTURE, LOGISTICA: abbiamo rappresentato le nostre preoccupazioni per gli aspetti logistici, in particolare per tutte le sedi attualmente non in CIC, che dovranno affrontare un carico di lavoro enorme rispetto all’attuale. Tali preoccupazioni divengono allarme, pensando ad alcune aree metropolitane – ad esempio Napoli e Palermo – connotate contestualmente da volumi notevolissimi di visite e di contenzioso, complessità socio-ambientali ed ASL “problematiche”.
Un’attenzione particolare dovrà essere riservata al periodo di tempo in cui vi sarà il “doppio binario”, ovvero sistema attuale e nuova valutazione, a seconda del momento di presentazione della domanda, considerato il rischio concreto di tempi di gestione molto diversi nei territori in cui le ASL/ASP calendarizzano con grande ritardo le visite.
È stato anche evocato da parte nostra il tema dell’urgenza delle scelte di polarizzazione/polverizzazione delle visite nei territori provinciali più grandi o più articolati dal punto di vista morfologico (ad esempio comuni montani), tenuto conto che oggi i luoghi di visita sono spesso prossimi all’utenza. Tali scelte comporteranno valutazioni non solo logistiche, ma anche di allocazione/spostamento del personale sanitario ed amministrativo.
L’Amministrazione ha confermato sui predetti argomenti il pieno coinvolgimento da subito del Coordinamento Generale Tecnico Edilizio e dei coordinamenti regionali.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Fabrizio Innaimi
Francesco Reali
Con il messaggio Hermes 4092/2024, INPS ha finalmente riconosciuto l’erogazione del buono pasto in regime di Smart Working. Non è passato un minuto dalla pubblicazione dell’atto che già in Istituto il partito dei firmaioli gridava alla vittoria. “È merito del contratto collettivo! Guardate tutti, lo scrive l’Istituto!”.
Quando si confonde l’attività sindacale con quella di portavoce della controparte capita, in effetti, di cadere in simili strafalcioni.
Guardiamo però ai fatti. Il contratto collettivo sottoscritto dalla più striminzita maggioranza che la storia ricordi non è ancora stato certificato. Non può, quindi, dispiegare i suoi effetti.
L’INPS ha deciso di erogare i ticket in regime di lavoro agile da subito, quindi tecnicamente con la vecchia disciplina vigente.
Come si fa a sostenere che prima non fosse possibile senza arrossire? Ma c’è di più. Perché a ribadire le ragioni della Duplice, come è stata sarcasticamente definita la convergenza a tutela dei lavoratori tra Cgil e Uil, è perfino la stessa sigla!
Appena il 24 ottobre, cioè prima della firma dell’ipotesi di CCNL, in un comunicato dal titolo criptico “Smart working ed erogazione del buono pasto: si può fare”, la sigla in questione precisava testualmente:
«non sussiste alcun impedimento giuridico all’erogazione del buono pasto nei confronti di chi opera in regime di lavoro agile, così come stabilisce, del resto, la famosa direttiva n.3/2017 del Dipartimento della Funzione Pubblica che, al paragrafo 3, lettera D), rimette agli atti interni delle singole Amministrazioni, la regolamentazione anche degli “eventuali riflessi sull’attribuzione del buono pasto”».
Sarà stato un lapsus o il ricordo di una piattaforma negoziale comune, tradita pochi giorni dopo per fare la stampella del Governo?
E chi risarcirà i lavoratori delle risorse perse in questi anni? Quando sarà adeguato il valore del ticket? E quando sarà riconosciuto il medesimo diritto a chi opera in regime di telelavoro, essendo perfino vincolato a un orario per lo svolgimento della prestazione?
Questo INPS non lo dice. E di conseguenza neanche l’altra organizzazione.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS |
Coordinatore nazionale UILPA INPS |
Giuseppe Lombardo |