Lo scorso 26 novembre si è riunito il consiglio di amministrazione della Cassa di Previdenza ed Assistenza con il seguente ordine del giorno:
– Esame delle nuove circolari anno 2025
– Approvazione dei verbali
– Pagamento assistenza primo trimestre 2024, casi superiori, particolari ed integrazioni.
– Variazione al BPF 2024/2026 esercizio in corso
– Riesami
– Ratifiche liquidazioni una tantum.
Sono stati approvati i verbali delle precedenti riunioni ed abbiamo approvato il pagamento dell’assistenza 2024, i casi superiori, i casi particolari e le integrazioni di domande già presentate, ratificato le liquidazioni una tantum per coloro che sono andati in pensione e proceduto alla variazione al BPF 2024/2026 esercizio provvisorio per spese legali e rimborso per i consiglieri. E’ evidente che il punto di maggiore discussione c’è stato per l’approvazione delle nuove circolari 2025, per quanto riguarda l’assistenza e la previdenza e cioè l’anticipazione una tantum. Ci sono stati notevoli miglioramenti per quanto riguarda il rimborso delle spese mediche (65% per i titolari, 50% per i figli a carico e 30% per il coniuge), è stato esplicitato come vanno indicati i rimborsi ricevuti dalla cassa nella dichiarazione dei redditi e su questo ci potrebbero essere controlli incrociati da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Visto che altri miglioramenti richiesti non sono stati accolti perché i fondi che finanziano la Cassa sono sempre i soliti, ancora una volta, come consiglieri FP CGIL, e non solo noi, abbiamo ribadito l’urgenza di un confronto per convogliare altre risorse. Sul punto resta in piedi il nostro impegno e vi terremo aggiornati sull’andamento delle richieste.
I Consiglieri FP CGIL
Deborah Pompili
Carolina di Monaco
In data 2 dicembre u.s., è proseguito il confronto tra le OO.SS. e l’associazione datoriale volto al rinnovo del CCNL Agidae, per gli Istituti Socio-Sanitari, Assistenziali Educativi.
Nel corso della riunione le parti hanno proseguito il confronto sulle criticità evidenziate relative all’istituzione del fondo di previdenza complementare e la sua governance. Le parti hanno poi affrontato il tema fondamentale degli aumenti contrattuali, le OO.SS. ribadendo nuovamente che il rinnovo deve dare risposte adeguate all’aumento del costo della vita e in linea con i contratti di settore rinnovati nel corso dell’anno, hanno evidenziato come la proposta datoriale di aumento sia ancora distante dal rispondere alle richieste avanzate. Nel condividere l’esigenza di giungere in tempi rapidi al rinnovo contrattuale si è convenuto di aggiornare il tavolo al 16 dicembre 2024. Sarà compito delle OO.SS. informarvi tempestivamente circa l’esito del negoziato.
FP CGIL FISASCAT CISL UILTUCS
Stefano Sabato Aurora Blanca Paolo Proietti
Al Ministro della Salute On.le Orazio Schillaci
E pc. Al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
On. Le Massimiliano Fedriga
Oggetto: Sollecito richiesta incontro per il rinnovo del CCNL Sanità Privata Aris Aiop e per il Contratto Unico RSA Aris Aiop
Egregio Ministro,
In data 16 e 28 ottobre u.s., le scriventi Organizzazioni Sindacali si sono incontrate presso il Ministero della Salute per affrontare le problematiche legate al rinnovo del CCNL Sanità Privata Aris Aiop e al Contratto Unico delle RSA Aris Aiop.
La data annunciata era di rivederci entro 15 giorni dall’ultimo incontro in un tavolo più ampio nel quale oltre le organizzazioni sindacali e il Ministero fossero presenti sia le associazioni datoriali che la Conferenza delle Regioni è purtroppo ampiamente trascorso da circa un mese senza ricevere alcun segno di riscontro.
Riteniamo utile ricordare che i due comparti interessano oltre 200.000 lavoratrici e lavoratori in tutto il territorio nazionale, operanti nel sistema sanitario, sociosanitario e socioassistenziale, che si occupano delle acuzie e delle fragilità delle cittadine e dei cittadini.
I dipendenti delle RSA hanno salari fermi da più di 12 anni, mentre per la sanità privata sono già 6 gli anni di mancato rinnovo dopo quello arrivato con 14 anni di blocco contrattuale con il rinnovo del Ccnl 2016/18.
Dopo il grande sciopero del 23 settembre u.s., che ha visto nelle tantissime manifestazioni regionali la partecipazione di migliaia di lavoratrici e di lavoratori e la solidarietà delle cittadine e dei cittadini, che sono fruitori di questi essenziali servizi erogati all’interno del servizio pubblico nazionale.
A tutti i livelli regionali sono state sollecitate le associazioni datoriali e le istituzioni per affrontare la grave situazione di questi professionisti, lo Stato di agitazione del personale è ancora attivo, in considerazione della situazione della mancata ripresa delle trattative alle quali le associazioni
datoriali non hanno dato nessun segnale di positiva riapertura, le lavoratrici e i lavoratori ci chiedono di intensificare e promuovere nuove iniziative di mobilitazione su tutto il territorio nazionale.
Essere stati convocati due volte nel mese di ottobre aveva rappresentato uno spiraglio di luce per queste lavoratrici e lavoratori, ma questo rischia di spegnersi a causa della mancata convocazione che ci avevate annunciato nelle prime settimane di novembre, mai avvenuta.
Per questo, riteniamo questa questione come prioritaria e urgente, ribadendo ancora una volta la necessità di aprire un tavolo di confronto per definire e stabilire regole più rigide riguardo gli accreditamenti regionali, coinvolgere le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative e obbligare i datori di lavoro a rinnovare i CCNL alla data di scadenza prevista, rispettando il principio che a uno stesso lavoro debbano corrispondere lo stesso salario e gli stessi diritti.
In attesa di una convocazione nel più breve tempo possibile, porgiamo distinti saluti.
FP CGIL |
CISL FP |
UIL FPL |
Barbara Francavilla |
Roberto Chierchia |
Ciro Chietti |
Una straordinaria dimostrazione di partecipazione: è questo l’unico bilancio possibile al termine di uno sciopero generale che ha coinvolto il mondo del pubblico e del privato, unito in una grande manifestazione per denunciare l’impoverimento di chi lavora.
Le piazze di tutta Italia sono state riempite dalle bandiere della CGIL e della UIL, a testimonianza delle difficoltà di chi ha i salari più bassi d’Europa, e per denunciare, al tempo stesso, l’atteggiamento di un Governo sordo a qualsiasi richiamo, orientato a distribuire mance e mancette tramite la politica dei bonus, senza affrontare i nodi nevralgici della crisi in corso. Primo fra tutti, il nodo dei rinnovi contrattuali.
In tal senso, i dati provvisori sull’adesione allo sciopero forniti dall’INPS parlano di un’astensione dal lavoro del 44,25% dei dipendenti del comparto. Un dato che basta a ribadire quanto la vertenza contrattuale sia sentita all’interno dell’Istituto.
Nelle scorse ore abbiamo assistito a di tutto: appelli alla non adesione, riflessioni sull’inutilità dello sciopero, prove muscolari. È stata letteralmente battuta ogni strada per dissuadere quanti fossero orientati a partecipare: ci sono stati attacchi personali inusitati, accuse di faziosità partitica, strali a mezzo stampa con pochi precedenti. E qualcosa di peggio ci aspettiamo nelle prossime ore, quando – ne siamo certi – si cercherà in ogni modo di “rieducare” il dato dell’adesione.
Tutto questo non basta, perché le lavoratrici e i lavoratori vivono sulla propria pelle la perdita economica determinata da un triennio in cui l’inflazione ha falcidiato gli stipendi, e non bastano due o tre volantini a cancellare le difficoltà che affrontano ogni giorno.
Per questa ragione, riteniamo ancora più essenziale procedere con un referendum sul testo del contratto collettivo.
Se non c’è alcuna paura della democrazia, se le organizzazioni sono realmente portatrici degli interessi delle lavoratrici e dei lavoratori, non dovrebbero esserci veti di sorta sul coinvolgimento degli interessati, per determinare la bontà o meno del contratto sottoscritto.
Andiamo avanti su questa strada, forti delle ragioni di chi ha protestato, di chi non piega la testa di fronte al primo contratto della storia che non consente nemmeno di recuperare le risorse perdute sul salario reale. Di un “contratto della vergogna” che riteniamo debba essere rispedito al mittente, per citare l’espressione utilizzata da Mario Pomini (Docente di Economia all’Università di Padova).
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS |
Coordinatore nazionale UILPA INPS |
Giuseppe Lombardo |
Si è tenuto nella giornata del 28 novembre 2024 un incontro sindacale con l’Amministrazione del Mic per la prosecuzione del confronto sulle procedure di progressioni tra l’area degli assistenti e quella dei funzionari.
L’Amministrazione ha aperto la discussione annunciando di voler accogliere alcune richieste pervenute, fra cui quella che consente la partecipazione a due posizioni delle quattro messe a disposizione in questa prima fase della procedura: Amministrativo, Informatico, Statistico, Promozione.
Alla contrarietà, più volte espressa da queste Organizzazioni e ribadita anche in sede di tavolo tecnico, rispetto a dovere sostenere due prove di verifica, particolarmente al colloquio orale, il Mic ne ha ribadito la necessità come condizione sine qua non ma ha mostrato la propria disponibilità a prevedere unicamente la somministrazione di quiz.
Auspicando di riuscire a chiudere il protocollo presentandolo al tavolo politico nei prossimi giorni, l’Amministrazione ha comunque preannunciato l’uscita del bando per il passaggio dalla prima area alla seconda entro dicembre.
Sempre entro dicembre dovrebbe uscire il bando per le progressioni economiche interne alle aree (differenziali stipendiali) edizione 2024.
Il confronto è proseguito con la sottoscrizione dell’accordo relativo alla ripartizione del budget relativo a progetti di riorganizzazione per le differenti Direzioni Generali afferenti al Dipartimento per l’Amministrazione Generale, alla luce di una redistribuzione delle somme più coerente e una omogeneizzazione degli importi.
Nessuna novità di rilievo rispetto alla riforma del Ministero, se non che è a buon punto la bozza di bando per la selezione dei dirigenti generali, condizione necessaria alla prosecuzione del cronoprogramma che prevede il successivo “interpellone” per i dirigenti di seconda fascia.
A margine della riunione, Cgil e Uil hanno chiesto di essere aggiornati sugli ultimi esiti delle avviate procedure di raffreddamento relativamente alle Gallerie dell’Accademia e all’apertura di Palazzo Citterio.
In attesa di ricevere quanto richiesto, queste Organizzazioni hanno fortemente stigmatizzato i comportamenti fino ad ora assunti dal Dirigente della Pinacoteca di Brera nei confronti del personale ed in aperta violazione dei corretti comportamenti verso le Rappresentanze Sindacali. Mentre veniva redatto il presente comunicato abbiamo ricevuto notizia che l’auspicata convocazione delle RSU è finalmente giunta, ma certamente questo non sarà motivo per abbassare la guardia rispetto alla vertenza in corso.
Le parti si sono aggiornate alla prossima settimana per la prosecuzione del confronto.
FP CGIL MIC UIL PA MIC
V. Giunta F. Trastulli
Oggi pomeriggio al Ministero della Giustizia si è tenuto l’ennesimo incontro per la prosecuzione della trattativa sul contratto integrativo che si è concluso in un rinvio. Le lavoratrici e i lavoratori del Ministero della giustizia meritano risposte rispetto alla loro condizione economica e professionale che non possono più tardare.
Con grande senso di responsabilità abbiamo partecipato alla discussione con posizioni basate sul merito e nell’esclusivo interesse di tutte le lavoratrici e i lavoratori della giustizia, manifestando anche nell’ultimo incontro la nostra disponibilità alla rapida conclusione delle trattative con la sottoscrizione di più accordi che potessero essere da impulso per modificare finalmente la condizione di migliaia di lavoratrici e lavoratori che ancora vedono applicato loro il pessimo contratto integrativo del 2010 che ha ingessato il Ministero per oltre dieci anni. Con chiarezza e serietà, infatti, abbiamo fin dall’inizio esplicitato la nostra proposta, che si articolava su tre pilastri:
l’accordo sulle famiglie professionali che desse una collocazione e una messa a regime definitiva dell’ufficio per il processo oltre all’individuazione delle famiglie professionali che permettessero gli sviluppi di carriera per il personale dipendente collocato attualmente in seconda area;
un’intesa programmatica che preveda per tutti i dipartimenti la modifica degli organici con la tempistica e le modalità di riqualificazione del personale di chi svolge attività core in area Funzionari, per arrivare ad avere il 70% del personale della giustizia in quell’area, oltre allo svuotamento della prima area che dovrebbe rimanere solo per l’accesso dall’esterno delle categorie protette e l’attuazione delle progressioni verticali già finanziate;
il contratto integrativo che prevede, tra le altre cose, le modalità di attuazione delle progressioni verticali in deroga ex art. 18 del CCNL 2019-2021 e per l’attribuzione dei differenziali stipendiali (2.250 euro annui per i Funzionari, 1.250 per gli Assistenti, 800 per gli Operatori), gli importi e le modalità attraverso cui vengono attribuiti gli incarichi di specifiche responsabilità per l’area Assistenti, le posizioni organizzative e gli incarichi professionali per l’area Funzionari.
Dopo oltre 15 incontri l’amministrazione si è presentata nuovamente al tavolo con solo lo stralcio dell’accordo sulle famiglie professionali, tra l’altro con diverse criticità che abbiamo evidenziato più volte nel corso della trattativa (per il DOG ad esempio manca la definizione del profilo dei funzionari UPP che dovrebbe essere definita solo a stabilizzazione avvenuta come per tutti gli altri precari PNRR, la collocazione ancora in area assistenti di cancellieri e assistenti giudiziari che partecipano alle attività di udienza e forniscono assistenza qualificata al magistrato, per il DGMC l’introduzione del profilo del funzionario del trattamento rieducativo nella famiglia del trattamento rieducativo e del reinserimento sociale, oltre a non aver evidenziato dove dovesse essere collocato il profilo di ruolo del Direttore), con un’intesa programmatica blanda senza impegni chiari e puntuali sul numero di progressioni verticali in deroga da attivare per ciascun dipartimento, nulla per la necessità di rivedere gli organici e soprattutto senza la parte economica del contratto integrativo. A queste condizioni abbiamo ribadito l’indisponibilità della FP CGIL a sottoscrivere solo questo accordo senza tutto il resto. Registriamo con grande insoddisfazione come l’esito della trattativa sia ancora una volta un nulla di fatto e prendiamo atto che l’amministrazione non abbia interesse a ragionare della nostra proposta. Allora a questo punto chiediamo che l’amministrazione vada avanti con chi ci sta a sottoscrivere un altro accordo che evidentemente non possiamo essere noi, e vorremmo anche capire quale visto che altre organizzazioni sindacali si sono spese per mesi a picconare la nostra proposta senza un’altra proposta, purché lo si faccia in fretta e senza ulteriore pregiudizio alle lavoratrici e ai lavoratori della giustizia che meritano rispetto oltre che risposte chiare su ordinamento, riqualificazione professionale e stabilizzazione dei precari.
IN PIAZZA PER DIFENDERE LE LAVORATRICI E I LAVORATORI
Uno sciopero per restituire dignità al pubblico impiego, una manifestazione di piazza per difendere chi opera nelle Funzioni Centrali da un’offensiva voluta dal Governo e benedetta dai sindacati firmatari dell’Ipotesi di CCNL.
È questo il mandato forte e chiaro che viene da una partecipata assemblea organizzata dalla FP CGIL e dalla UILPA in INPS, al termine di una giornata di lavori che ha messo in luce le mistificazioni dei venditori di fumo.
Il Coordinatore Nazionale INPS FP CGIL
Giuseppe Lombardo
Pubblichiamo le lettere di supporto e di solidarietà espresse da EPSU, PSI, FSS-CCOO e Les syndicats français, Interco-CFDT, Santé sociaux CFDT, Finances CFDT, Protection sociale Travail Emploi CFDT, Fédération CGT Santé Social, Fédération CGT des Services publics, Fédération Nationale des Mines et de l’Energie CGT, Union Fédérale des Syndicats de l’Etat CGT, FédérationGénérale des Fonctionnaires-FO, Fédération FO des personnels des Services publics et des Services de Santé, Fédération Syndicale Unitaire FSU, UNSA Fonction publique et CFE-CGC Energie a sostegno dello sciopero generale previsto in Italia per la giornata di domani 29 novembre.
È trascorso oramai quasi un mese da quando il Direttore dell’INL ha lasciato il suo incarico per pensionamento. Da allora non si è saputo più nulla. Tanto rapido fu l’avvicendamento ai vertici dell’INL quando arrivò l’attuale Governo che, all’insegna del “non bisogna disturbare chi produce ricchezza”, cambiò immediatamente i vertici dell’Ente (significativamente, INL fu il primo Ente del comparto a subire lo “spoil system”), quanto lenta è ora la nomina del nuovo Direttore.
Sia chiaro: non ci appassiona il toto-nomi, ma riteniamo significativo ed emblematico che a distanza di quasi trenta giorni dal pensionamento del precedente Direttore, il Governo – e in particolare la Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, cui spetterebbe il compito di formulare la proposta – non abbia ancora provveduto con la nomina del nuovo.
Del resto, è noto che in Italia non esistano problemi relativi alla sicurezza sul lavoro, non vi siano morti sul lavoro, non sussistano problemi di illegalità nel mercato del lavoro; quindi, che fretta c’è a nominare il nuovo direttore dell’INL?
Nella speranza che la nomina arrivi con l’urgenza che dovrebbe essere propria di un Paese civile, ciò che noi chiediamo è che vi sia qualcuno capace di dare ruolo all’Ente e alle sue attività e che si immagini una presenza forte e autorevole dell’Ispettorato, in grado di realizzare una visione integrata dell’attività di vigilanza a partire da quelle già attualmente svolte, che torni a fare vigilanza di qualità e non ispezioni “a strascico”.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL |
Matteo Ariano |
C’è una letteratura di genere, solo per gli appassionati, che minimizza il successo sbandierato fino a pochi giorni fa: la “settimana corta”, un vessillo agitato con toni trionfalistici, adesso è soltanto “un’opzione su base volontaria”. Retromarcia ingranata e citazione zangrilliana di grande prudenza.
Sta diventando difficile capire dove finisca la linea del Governo e dove inizi quella di alcune organizzazioni. Viene in mente, sempre più spesso, il personaggio di Mini-Me, reso celebre dalla saga di Austin Powers.
Ma andiamo con ordine.
È utile ribadire il principio guida da cui parte la settimana corta nel mondo occidentale. La formula normalmente adottata è semplice, lineare: stesso salario, meno ore di lavoro, più benessere per l’individuo e quindi più produttività per la parte datoriale.
Le Funzioni Centrali, un pianeta a sé, hanno invece scelto di declinarla così: stesso salario, stesse ore di lavoro, meno ferie e permessi, giornate più lunghe e meno straordinari. Un affare!
Alla distorsione si aggiunge il paradosso. Il CCNL non offre elementi sulla rimodulazione (non si traduce in un venerdì libero), ma si limita a stabilire che l’articolazione dell’attività sarà su quattro giorni a settimana. Qualcuno resterà a casa il martedì, qualcun altro il giovedì: secondo necessità e probabilmente piaggeria.
Certo, l’adesione resta su base volontaria e in subordine alla volontà dell’Amministrazione di dare seguito a questa modalità. E quanto l’elemento volontario sia centrale in INPS lo sappiamo benissimo. Ci ricordiamo ancora le adesioni “spintanee” allo Smart Friday dei pochi refrattari al lavoro agile? Abbiamo cancellato dalla memoria lo sforzo di programmazione compiuto dagli uffici, anch’esso assolutamente “spintaneo”, per riorganizzare i contratti AULA e chiudere le sedi?
Come detto, parametrare l’attività su quattro giorni comporterà una riduzione di ferie e permessi. Ma c’è di più. Cosa accadrà con lo Smart Working? Tutti i dirigenti saranno aperti all’innovazione o qualcuno, come sempre accade, chiederà una rimodulazione simmetrica anche delle giornate in lavoro agile? Su questo l’Amministrazione si è già portata avanti, stabilendo la possibilità di un numero di giornate minime da effettuare in presenza.
Il giorno in più a casa, lo specchietto per le allodole venduto da qualcuno, potrebbe così diventare una ghiotta occasione per le Amministrazioni: risparmiare due spicci e spremere quel poco che rimane dai dipendenti.
Che dire? Manca ancora qualche settimana a Natale, però i pacchi iniziano a essere un po’ troppi.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Nella giornata di ieri, nell’ambito della trattativa per il rinnovo del CCNL Uneba, è proseguito il confronto tra le OO.SS. FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, FISASCAT CISL, UILTUCS e l’Associazione datoriale. Nella prima parte dei lavori, l’attenzione si è concentrata su un’ulteriore analisi dell’articolato relativo alla Tutela della maternità e della paternità, rispetto al quale, come già anticipato, è stato raggiunto un punto di sintesi rispetto all’integrazione, da parte del datore di lavoro, fino al 100% della retribuzione per i 5 mesi di congedo obbligatorio (astensione obbligatoria D.lgs. 151/2001).
Successivamente le controparti hanno sottoposto all’attenzione delle OO.SS. il testo relativo all’introduzione del sistema di gradualità, rispetto al quale esistono però delle evidenti distanze; distanze che si concretizzano sia rispetto alla formulazione proposta dalla delegazione trattante di Uneba, sia rispetto all’analisi più complessiva rappresentata dalle Organizzazioni Sindacali, che hanno messo in evidenza come la questione gradualità si ricolleghi direttamente alla proposta di abolizione del TEP, nonché agli aumenti economici sul tabellare che, come sempre evidenziato, non possono non tenere conto dell’aumento del costo della vita che le lavoratrici e i lavoratori hanno sopportato in questi anni.
Il confronto, fissato per le giornate del 4 e 5 dicembre, riprenderà quindi dall’analisi del testo sulla gradualità, rispetto al quale avanzeremo le nostre osservazioni, per poi concentrarsi sull’analisi dell’articolato del Trattamento Economico Progressivo e sulla parte economica, aspetto quest’ultimo, su cui continuano a permanere notevoli distanze.
Vi terremo aggiornati
FP CGIL CISL FP FISASCAT CISL UIL FPL UILTuCS
Michele Vannini Franco Berardi Aurora Blanca P.Bardoscia/C.Chietti Paolo Proietti
L’orizzonte prossimo ci porta dentro periodi veramente difficili e iniqui, più di quanto non lo siano già gli attuali.
La compagine governativa sta percorrendo scelte catastrofiche, dannose e ingiuste per chi paga le tasse, distruttive per lo stato sociale, per l’istruzione pubblica, per il Servizio Sanitario Nazionale. Sono scelte indebitamente vantaggiose per i ceti più agiati e per gli evasori fiscali e che massacrano il mondo del lavoro, pubblico in primis, penalizzando la qualità dei servizi al cittadino, già ridotta al di sotto del minimo sindacale.
Uno sciopero, un solo sciopero, probabilmente non introduce una risoluzione immediata a problemi creati o amplificati da una politica che custodisce il privilegio di pochi, chiedendo a tutti gli altri sacrifici inaccettabili, ma una forte adesione a questa protesta può dare un segnale importante sull’insofferenza e il disagio che stiamo vivendo.
IL 29 NOVEMBRE È STATO INDETTO UNO SCIOPERO GENERALE di TUTTI i SETTORI e di TUTTI i COMPARTI da CGIL e UIL
Aderire allo sciopero e partecipare alla manifestazione è quello che puoi fare se non sei soddisfatto di chi, per l’ennesima volta, sperpera soldi pubblici per demagogia e per gratificare i potentati del momento, chiedendo a te di pagare il conto.
Il Coordinamento FP CGIL Enac