Al Presidente Avv. Gabriele Fava Alla Direttrice Generale
Al Direttore Centrale Risorse Umane
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
OGGETTO: Proiezione bandiera Palestina sui palazzi INPS e attivazione raccolta per MSF
«È indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone».
Con queste parole, alla vigilia del 2 giugno, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha commentato quanto sta avvenendo lungo la striscia di Gaza, definendo “grave l’erosione dei territori attribuiti all’Autorità nazionale palestinese”.
Una presa di posizione pubblica, quella espressa dal Capo dello Stato, che spezza i silenzi tattici che scandiscono il dibattito politico sul conflitto mediorientale.
Di fronte a una violenza senza quartiere, che continua a mietere vittime civili; di fronte all’uso sistematico della privazione del cibo quale parte di una strategia bellica; di fronte al bombardamento delle strutture sanitarie e dei presidi medici; di fronte a tutto ciò, la scrivente organizzazione ha già chiesto l’immediato cessate il fuoco e la condanna – internazionale ed europea – dei crimini di guerra, ormai invisibili solo agli occhi di chi sceglie deliberatamente di voltare lo sguardo da un’altra parte.
Per tale ragione, consci del dramma in corso, scriviamo ai vertici di questo Ente chiedendo un atto di sensibilità verso ciò che accade in una terra così vicina e così martoriata, perché
sia spezzata la spirale di violenza che ha ormai annichilito anche la speranza di un futuro di pace per entrambi i popoli.
Come avvenuto in occasione dell’anniversario dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo, chiediamo che anche i palazzi delle istituzioni in cui operiamo come lavoratrici e lavoratori pubblici possano tingersi dei colori della bandiera palestinese.
Una proiezione solidale, che ha lo scopo di accendere letteralmente un riflettore per testimoniare la sensibilità della nostra comunità alle ragioni di chi, inerme, vive un dramma senza fine.
Certi che il nostro appello non cadrà nel vuoto e che possa essere condiviso trasversalmente dalle organizzazioni sindacali tutte, si porgono i più cordiali saluti e si rimane in attesa di riscontro.
Giuseppe Lombardo
La Direttiva del Ministro per la Pubblica Amministrazione del 14 gennaio 2025 ha posto lo sviluppo del capitale umano e la formazione al centro della strategia di rinnovamento promossa dal PNRR, definendo obiettivi precisi, ruoli e responsabilità.
Eppure, non possiamo che riscontrare una distanza considerevole fra gli intenti della Direttiva e la loro concreta attuazione nel nostro Ministero. In questi mesi sono state varie le segnalazioni pervenute di criticità che pregiudicano l’efficacia della formazione e la valorizzazione, scaricandone la responsabilità sul personale.
La Direttiva non è un suggerimento, ma l’atto che costituisce l’esplicitazione di finalità, obiettivi e strumenti che devono ispirare e guidare l’azione delle amministrazioni in materia di formazione, a partire dalla sua attuazione nei propri PIAO. In pieno spirito collaborativo, desideriamo pertanto porre all’attenzione dell’Amministrazione le seguenti criticità:
Barriere Interne
I dirigenti devono assicurare la partecipazione e rendere pienamente compatibile la formazione con l’attività lavorativa. I responsabili del personale devono abilitare e promuovere/monitorare la fruizione. L’obiettivo è raggiungere 40 ore/anno per tutti. La realtà è che i dipendenti non vengono informati, non sono abilitati alle piattaforme, o si vedono negata la possibilità di frequentare corsi a causa di ostacoli organizzativi interni o permessi non concessi.
La palese inerzia o l’assunzione solo formale di queste responsabilità da parte di numerosi dirigenti e uffici del personale relega la formazione ad un adempimento burocratico secondario, piuttosto che un obiettivo strategico fondamentale. Occorre attivarsi concretamente e vigilare affinché questo non accada.
Barriere Esterne
Da varie RTS e CGT locali ci giungono segnalazioni dell’assoluta mancanza di qualsivoglia offerta formativa ad eccezione del Syllabus. Persino nella formazione SNA diversi colleghi hanno ravvisato come manchino percorsi di formazione specifici per il Ministero (es: formazione su procedure di importanza trasversale quali il recupero di residui passivi), formazione SNA che sembra aver raggiunto un vero e proprio monopolio di formazione in taluni Dipartimenti, pur non erogando percorsi formativi rivolti al personale di Area II Assistenti.
Dal momento che la Direttiva e il Contratto ci obbligano ad espletare le ore di formazione ciascun anno, l’Amministrazione deve metterci nella condizione di selezionare percorsi formativi concreti e professionalizzanti. La situazione attuale non è soddisfacente e non è più tollerabile.
La Formazione Ridotta a una Corsa alle Ore
Molti dipendenti accedono ormai ai corsi con il solo scopo di “fare le ore”, incentivati o spinti da un sistema che non valuta l’apprendimento effettivo o l’impatto sulla performance, tradendo la finalità stessa della Direttiva. Questo risultato non è soddisfacente per nessuna delle parti.
La Direttiva specifica che la formazione non può risolversi nell’accumulo di ore. Deve produrre valore, portare a un “agire efficace“ e accrescere la “coscienza del ruolo“. Le amministrazioni devono valutare l’impatto della formazione sulla crescita e performance, il monitoraggio deve accertare chi ha completato con successo e conseguito risultati positivi in termini di competenza.
Le inefficienze Syllabus.
L’Amministrazione percepisce Syllabus come unica opzione sufficiente, ignorando l’obbligo di integrare l’offerta per coprire i fabbisogni specialistici o avanzati. Questo porta al mancato accesso a formazione esterna e a risorse come i fondi PNRR, che restano inutilizzati. Inoltre, il modo in cui sono stati progettati i test iniziali e finali ha inficiato l’efficacia del corso stesso e costretto i lavoratori a spendere ben più delle ore previste, sottraendoli al contempo al regolare svolgimento della prestazione lavorativa senza tuttavia accrescere in concreto le competenze.
Syllabus poteva essere un punto di partenza nel 2024, ma la Direttiva è chiara: resta responsabilità della singola amministrazione programmare percorsi di approfondimento e specialistici. Se Syllabus non copre i fabbisogni specifici in aree strategiche (PNRR), le amministrazioni devono ricorrere ad altre risorse, inclusi i finanziamenti PNRR (come PerForma PA), l’università o il mercato.
La Direttiva è esplicita: la formazione è una principale responsabilità del datore di lavoro pubblico e della dirigenza. La sua promozione è uno specifico obiettivo di performance per ciascun dirigente, che deve assicurare la partecipazione attiva e curare la crescita professionale dei collaboratori.
È urgente un cambio di passo radicale per passare dagli annunci agli obblighi mantenuti, garantendo che la formazione diventi finalmente la leva strategica per la crescita del capitale umano e il miglioramento dei servizi pubblici che la Direttiva impone.
Il Coordinatore Nazionale
Andrea Mosca
Si è tenuto ieri pomeriggio, giovedì 29 maggio, il secondo incontro tra Aran e Organizzazioni sindacali per il rinnovo del CCNL per il triennio 2022 – 2024 dell’Area della Dirigenza delle Funzioni Centrali.
L’incontro si è aperto con l’esposizione del piano delle risorse disponibili al tavolo di trattativa da parte dell’Aran, confermando i vincoli determinati dalle quantità messe a disposizione dalle leggi di bilancio nel Fondo Contratti e che, in linea con tutti gli altri contratti pubblici, permettono incrementi delle retribuzioni complessive a regime pari al 6 per cento di quelle in essere al 31.12.2021.
Come Funzione Pubblica CGIL abbiamo confermato il giudizio di assoluta insufficienza delle risorse disponibili ad assicurare il riallineamento delle retribuzioni di dirigenti, professionisti, medici e sanitari, di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, enac, cnel e agid al costo della vita registrato nel triennio di riferimento.
A fronte, infatti, dell’inflazione complessivamente registrata dal 2022 al 2024, pari al 16,5 per cento, il rinnovo del contratto non restituisce più del 6 per cento di incrementi determinando una perdita secca di potere d’acquisto di oltre il 10 per cento. Se poi si considera che alla stipula del ccnl non ci saranno arretrati, per gli anni 2022 e 2023, e dovranno essere assorbiti, oltre le indennità di vacanza contrattuale, anche gli anticipi erogati unilateralmente dal governo a dicembre del 2023, le mirabolanti cifre apparse sui giornali in questi giorni (“circa 550 euro medi mensili di aumento per i dirigenti statali”) si ridurranno di almeno il 50 per cento.
In più abbiamo manifestato la necessità di mettere al centro della trattativa le criticità del ccnl vigente e fare una valutazione di quali soluzioni adottare per risolverle, anche al fine di definire il reale fabbisogno di risorse per dare finalmente risposte alle diverse questioni aperte, vecchie e nuove.
In particolare, abbiamo richiamato alcuni temi, assolutamente non esaustivi e a titolo esemplificativo, che qui riassumiamo:
INCARICHI
Occorre inserire norme che impediscano che la variazione del numero e dei valori delle indennità stabilite dall’amministrazione, abbiano un effetto sul fondo della contrattazione integrativa riducendo le quote per indennità di posizione di parte variabile e indennità di risultato di tutti i dirigenti.
Bisogna poi introdurre una norma a tutela della continuità del diritto all’incarico nel caso in cui l’amministrazione non conferisca l’incarico in tempi utili ad evitare la soluzione di continuità da un incarico all’altro.
MEDICI EPNE
Con l’introduzione dell’indennità di esclusività per i medici e i sanitari del ministero della salute si è determinata una sperequazione tra medici all’interno dell’area. Per questo abbiamo chiesto di estendere l’indennità di esclusività a tutti i medici dell’area e la possibilità di prevedere l’attività intramoenia dei medici Epne.
PROFESSIONISTI EPNE
Confermiamo la proposta da noi avanzata già nel corso delle trattative per il Ccnl 2016/20218 3 2019/2021 di ridefinire la struttura retributiva dei professionisti Epne con il superamento dei livelli differenziati e aggiornare la disciplina degli incarichi di coordinamento.
SMART WORKING
Disciplinare lo smart working in ragione delle peculiarità della funzione dirigenziale e delle altre presenti nell’area. Stabilire in maniera inequivocabile che il buono pasto per i dirigenti e i professionisti disciplinati dal tempo di lavoro anziché l’orario di lavoro sia riconosciuto parimenti sia nelle giornate in presenza sia nelle giornate lavorate a distanza. Per tutti gli altri dirigenti, medici e sanitari, disciplinati con orario di lavoro, abbiamo chiesto di garantire l’erogazione del buono pasto senza ulteriori penalizzazioni.
Su tutte le questioni da noi poste si è avviato il confronto tra le parti al tavolo, con l’impegno del presidente di Aran di fare i necessari approfondimenti e proporre delle ipotesi di percorso e di soluzione nei prossimi incontri.
Il prossimo incontro è fissato per il prossimo lunedì 23 giugno.
Funzione Pubblica CGIL
Florindo Oliverio – Segretario nazionale
Alessandro Casile – Coordinatore dirigenza FFCC
Andrea Russo – Area Funzioni Centrali
Al Capo Divisione Risorse
Dell’Agenzia delle Entrate
Dott. Antonio Dorrello
div.risorse@agenziaentrate.it
Alla Direttrice Centrale Risorse Umane
Dell’Agenzia delle Entrate
Dott.ssa Laura Caggegi
dc.risorseumane@agenziaentrate.it
e, pc Direzione Centrale – Risorse Umane
Ufficio Relazioni Sindacali
Dott.ssa Ornella Oliveri
dc.rurelazionisindacali@agenziaentrate.it
Oggetto: Indennità capi team SAM. Criticità riscontrate in sede di applicazione dell’Accordo
In riferimento all’Accordo sul finanziamento delle posizioni organizzative e professionali ex art. 15 CCNL FC nell’Agenzia delle Entrate del 19 marzo 2024 risulta, così come riportato nei diversi bandi di interpello per le SAM, che “I soggetti prescelti a cui viene corrisposta, per la durata dell’incarico, la retribuzione di posizione continuano a percepire lo straordinario e, relativamente al FRD, unicamente le quote relative alla Performance Organizzativa e Individuale.”
Considerando una lettura rigidamente letterale del testo, le PO delle SAM verrebbero pesantemente penalizzate dal punto di vista economico in quanto percepirebbero un’indennità simile rispetto a quella prevista per consulenti (circa 15/20 ) che dovrebbero coordinare.
Si ricorda che l’Accordo costitutivo per questi uffici, mai messo in discussione dall’Agenzia, prevede espressamente che ai team leader sia riconosciuta una specifica indennità “per la turnazione a copertura del servizio, il continuo aggiornamento professionale, l’utilizzo costante di apparecchiature informatiche, la pressione psicologica derivante dal quotidiano colloquio coi contribuenti, per ogni giorno di effettivo servizio”, assolutamente non assimilabile a una limitata “indennità di cuffia” come sembrerebbe da una recente risposta dell’Ufficio Relazioni Sindacali della DC-RU.
Appare evidente che, a quanto risulta alla FPCGIL, a fronte di una simile situazione la quasi totalità delle disponibilità dei capi team delle SAM verrebbero meno creando non pochi problemi sull’organizzazione del servizio.
Per questo motivo, al fine di evitare che la funzionalità di queste strutture sia messa seriamente in crisi, si chiede un incontro urgente con le sigle firmatarie del predetto Accordo sui Capi team per una verifica ed eventualmente rettifica dello stesso volto a superare la distorsione create.
Sicuri di un positivo riscontro,
Cordiali saluti
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Agenzia delle Entrate
Florindo Iervolino
In data 27 maggio u.s. come da convocazione del 21.05 si è tenuto un primo incontro di conoscenza con la dottoressa Silvia Mei Direttore generale del Personale e delle risorse.
La convocazione è stata per noi l’occasione per rappresentare le principali problematiche che attraversano il DGMC, riportando il disagio operativo vissuto dai lavoratori degli uffici di servizio sociale e dei servizi minorili.
In particolare ci siamo soffermati sulla necessità di riprendere il confronto per chiudere l’accordo sulle famiglie professionali, rappresentando le proposte che la Fp Cgil ha portato ai tavoli, al fine di poter procedere con la trattativa del contratto integrativo ed attuare le progressioni tra le aree, i differenziali stipendiali, il sistema indennitario.
Durante l’incontro abbiamo rinnovato le nostre richieste relative a specifiche criticità, innanzitutto sulla mancanza dei fondi per coprire il fabbisogno dei buono pasto, questione che in più sedi non permette la possibilità di scegliere tutte le articolazioni dell’orario di lavoro così come previsto dalla normativa in essere creando un’iniqua disomogeneità di trattamento del personale sul territorio nazionale, nonché il ritardo nell’erogazione di buoni pasto ai dipendenti anche in considerazione delle nuove assunzioni per cui avevamo chiesto per tempo l’incremento dei relativi fondi. Nel merito della circolare del 7 aprile u.s. abbiamo rinnovato la richiesta di chiarire e rettificare le indicazioni sulle modalità di attribuzione dei buoni pasto nelle giornate di lavoro agile, in quanto a nostro avviso violano alcune disposizioni contrattuali. In particolare abbiamo evidenziato la nostra ferma contrarietà all’estensione delle fasce di contattabilità all’intero orario di lavoro e che, fermo restando il report settimanale o mensile che il lavoratore è tenuto a redigere, in alcun modo la verifica del raggiungimento dell’obiettivo debba essere considerata precondizione per il riconoscimento del buono pasto. Questo è l’ennesimo pasticcio del “contratto migliore di sempre”, che determina difficoltà applicative anche nella nostra amministrazione, andando a confondere i limiti tra lavoro agile e lavoro da remoto ad esempio, dove nel primo non è in alcun modo previsto il controllo orario. Anche per questo avevamo chiesto una compensazione economica del mancato riconoscimento del buono pasto e non già l’estensione dello stesso con un automatismo che rischia di creare più danni che benefici ai dipendenti.
Abbiamo sollecitato l’amministrazione a dotare tutti gli uffici della strumentazione necessaria per lo svolgimento del lavoro, dai computer portatili, scanner, stampanti, cellulari di servizio, reti internet sufficienti, carta, nonché a garantire le auto di servizio e gli autisti al fine di poter espletare il mandato istituzionale.
Abbiamo segnalato le situazioni più gravi relative all’urgenza di reperire nuovi sedi lavorative sia per gli uffici periferici che per la sede centrale, al fine di garantire condizioni di lavoro dignitose e i requisiti di sicurezza nei luoghi di lavoro.
In considerazione delle modifiche normative e dei gravosi carichi di lavoro, abbiamo rappresentato la necessità di incrementare la dotazione organica, segnalando gli uffici con maggiori carenze di personale sia per i servizi minorili che per gli uffici di servizio sociale, relativamente ai funzionari di servizio sociale, funzionari pedagogici, funzionari contabili, funzionari amministrativi, assistenti contabili e amministrativi e sollecitando lo scorrimento delle graduatorie ancore valide.
Abbiamo chiesto un incontro specifico sulla grave situazione degli IPM e sui servizi minorili, chiedendo anche informazioni sulla previsione di apertura dei nuovi 4 istituti penali minorili e segnalando le criticità circa l’assegnazione del personale, lo stato dei lavori, la garanzia delle condizioni di lavoro.
Ci siamo riservati di inviare sulle problematiche segnalate ulteriori documenti, rivolgendoci anche alla Direzione Generale della Giustizia di Comunità e la Direzione Generale della Giustizia Minorile e Riparativa inerentemente le questioni di competenza.
Vi terremo informati sugli sviluppi e vigileremo sui provvedimenti che l’Amministrazione metterà in atto al fine di affrontare le gravi criticità rappresentate.
Per la FP CGIL
la Coordinatrice Nazionale
Paola Fuselli
Nella giornata di ieri abbiamo avuto incontro con l’Amministrazione per discutere degli obiettivi di vigilanza 2025 e del contingente Sicilia.
L’Amministrazione ha evidenziato anzitutto che l’obiettivo generale, assegnato per quest’anno, di centomila ispezioni, è sostanzialmente simile a quello dell’anno precedente, per effetto degli obiettivi previsti dal PNRR. Si tratta, ad ogni modo, di un obiettivo complessivo, che non distingue tra vigilanza del lavoro e vigilanza tecnica e che non ha considerato – a dire dell’Amministrazione – gli obiettivi effettivamente raggiunti da ogni ufficio nell’anno precedente.
L’obiettivo complessivamente assegnato all’ufficio sarà, poi, ripartito da ogni dirigente ai team di vigilanza o in modo individuale a ogni ispettore, anche in relazione alla forza ispettiva disponibile. Gli obiettivi sono stati assegnati sulla base della forza ispettiva – dichiarata da ogni ufficio del territorio – effettivamente in forza alla data del 28 febbraio 2025, al netto delle altre attività svolte. Questo significa che si dovrebbe tener conto anche della cosiddetta percentualizzazione e anche delle altre attività di verifica non ispettive, svolte dal personale ispettivo.
Una novità importante per quest’anno, infatti, è che le verifiche amministrative sui patronati non costituiscono più un mero bonus per l’ufficio, ma uno degli obiettivi assegnati all’ufficio, sebbene ancora al di fuori degli obiettivi di vigilanza. Si tratta di una delle richieste che avevamo presentato lo scorso anno, evidenziando come l’attività di verifica amministrativa sui patronati sia attività lavorativa come le altre, considerando anche l’importante ruolo assegnato all’ispettorato, senza le cui verifiche non è possibile procedere allo sblocco dei pagamenti agli enti di patronato.
L’Amministrazione ha altresì precisato come il numero delle ispezioni da svolgere debba svolgere un ruolo primario nell’assegnazione degli obiettivi non solo perché “ce lo chiede l’Europa”, ma anche per la necessità di mantenere un presidio nei territori. A questo proposito, abbiamo però evidenziato una serie di effetti distorsivi insiti in questo ragionamento: la rincorsa ai numeri ha fatto sì che siano aumentate molto le ispezioni nel terziario (bar, ristoranti, piccoli esercizi
commerciali) mentre siano calati gli accertamenti in materia di orario di lavoro, autotrasporti, lavoratrici madri e pari opportunità e perfino caporalato. Questo lo desumiamo leggendo i dati della Relazione sull’attività di vigilanza del 2024, ed è un dato molto preoccupante che evidenzia quanto noi avevamo già detto più volte: aumentando troppo la quantità delle ispezioni, se ne riduce la qualità.
Il numero delle ispezioni, lo ripetiamo, non può essere l’unico indicatore di presidio del territorio, ma occorre considerare anche il numero dei lavoratori coinvolti dall’accertamento e il tipo di fenomeno che si vuole aggredire, ad esempio. Abbiamo poi chiesto che la prossima programmazione preveda una interlocuzione preventiva coi territori, considerandone le specificità di tipo socioeconomico. In altri termini, se un territorio ha principalmente vocazione agricola, bisognerebbe dare maggiore risalto a quell’aspetto. In questo, le DIL potrebbero avere un ruolo di raccordo e analisi dei dati.
L’Amministrazione ha altresì comunicato che si sta proseguendo nel processo di implementazione degli applicativi informatici e che i ritardi nello sviluppo sono dovuti alla necessità di dare priorità all’introduzione della cosiddetta patente a crediti (voluta da questo Governo con risultati pressoché nulli, aggiungiamo), che ha fatto slittare in avanti gli altri progetti. A tal proposito, abbiamo evidenziato l’importanza di inserire negli applicativi tutti i dati necessari per le statistiche, così che non debbano essere più richiesti agli uffici e che si possa avviare finalmente anche un sistema di gestione e monitoraggio.
A nostra richiesta, siamo stati informati che finalmente si sta predisponendo il capitolato di gara per l’acquisizione di un software per l’elaborazione delle buste paga – utile non solo al personale ispettivo. Dopo anni di nostre richieste in tal senso, chissà che finalmente non si veda la luce su questo…
L’Amministrazione ha anche evidenziato che alcuni uffici territoriali stanno chiedendo l’acquisto di stampanti portatili e che c’è piena disponibilità a procedere all’acquisto, per gli uffici interessati. Dalla carta carbone alla stampante portatile: anche qui, finalmente qualcosa si muove.
Contingente Sicilia: l’Amministrazione ha comunicato che c’è la volontà politica di proseguire sulla strada avviata e che non si torna indietro, stante anche la presenza di un chiaro dettato normativo. Pur non essendo possibile, al momento, stabilizzare coloro che sono già lì, è stata ribadita l’intenzione di costituire una struttura apposita, con un dirigente preposto, che si occupi esclusivamente di Sicilia e questa ci sembra una buona notizia, a condizione che oltre al dirigente, vi sia anche personale dedicato esclusivamente a tutto ciò che riguarda le attività: dalla programmazione della vigilanza, al pagamento delle trasferte, alla corresponsione dei buoni pasto, etc. Solo in questo modo potremo far sentire le lavoratrici e i lavoratori che sono lì un po’ meno “soli”.
Abbiamo comunque ribadito l’importanza di garantire che i lavoratori rimasti fuori dall’ultimo interpello possano accedere al più presto – già entro l’anno – al contingente, non appena questa struttura sarà costituita. Riguardo a coloro che sono già in Sicilia abbiamo evidenziato che, essendo stati inviati in province diverse da quelle di residenza, una maggiore flessibilità organizzativa non guasterebbe: in altri termini, fermo restando il territorio di competenza assegnato a livello ispettivo, si potrebbe immaginare di far andare questo personale presso la sede più vicina, così da ottimizzare tempi e costi.
Coordinatore nazionale FP CGIL INL
Matteo Ariano
La FP CGIL è tra i primi firmatari di un appello delle organizzazioni sindacali degli operatori sanitari contro gli attacchi alle strutture sanitarie di Gaza e il blocco degli aiuti umanitari alla popolazione.
L’appello esprime la più ferma condanna per quanto sta accadendo da mesi nella Striscia di Gaza con i reiterati attacchi che colpiscono le infrastrutture e il personale sanitario, privando la popolazione civile palestinese di assistenza vitale, e chiede l’immediato cessate il fuoco, la protezione per gli operatori sanitari e l’accesso incondizionato dei convogli umanitari cui viene impedito l’accesso a Gaza.
Il movimento sindacale europeo ribadisce la richiesta all’Europa, ai Paesi membri e a tutta la comunità internazionale di condannare quanto sta avvenendo e intraprendere tutto quanto necessario per arrivare al cessate il fuoco immediato e alla protezione delle attività di soccorso e di aiuto umanitario alla popolazione civile.
Al Capo DAP Ufficio Capo del Dipartimento Ufficio I – Segreteria Generale
segreteriagenerale.dap@giustizia.it
Al Direttore Generale Detenuti e Trattamento
Ufficio I – Affari generali
prot.dgdt.dap@giustiziacert.it
Al Direttore Generale del Personale Ufficio I – Segreteria Generale
direttoregenerale.dgp.dap@giustizia.it
e p.c.
Direzione Generale del Personale Ufficio III – Relazioni Sindacali
relazionisindacali.dgp.dap@giustizia.it
Oggetto: Sentenza n.10/2024 della Corte Costituzionale – Affettività in carcere – Prime linee guida per i Provveditori, Direttori e Comandati di Reparto. Osservazioni.
In merito alla circolare GDAP01644287.U del 11 /04/2025 a firma del Capo del Dipartimento f.f. dott.ssa Lina Di Domenico, appare doveroso da parte di questa O.S. fare alcune osservazioni.
La sentenza n.10 /2024 della Corte Costituzionale sancisce che il colloquio intimo costituisce una legittima espressione del diritto all’affettività e rientra in un diritto soggettivo riconosciuto al detenuto. Tale diritto rientra in un interesse individuale protetto dall’ordinamento giuridico. La Corte Costituzionale precisa che tale diritto può essere negato solo per ragioni di sicurezza o per ragioni giudiziarie.
La natura giuridica dei colloqui intimi è giustamente ricondotta alla normativa dei colloqui con i familiari che trova applicazione nell’art 37 del Regolamento di Esecuzione di cui al DPR 230/2000.
Secondo il dettame legislativo i colloqui con i familiari sono decisi esclusivamente dall’A.G. procedente in caso di imputati e dalla Direzione dell’Istituto Penitenziario dopo la sentenza di primo grado.
L’attuale ordinamento non prevede che la Direzione assuma il parere del GOT o del GOTA o dello Staff multidisciplinare per autorizzare o meno i colloqui, rientrando questi in un diritto soggettivo che, per essere esercitato, necessita di controllo sulla documentazione necessaria da produrre da parte del detenuto.
In analogia, rientrando il colloquio intimo nei colloqui con i familiari, non si comprende il perché sia necessario il parere di un gruppo di osservazione eventualmente allargato, quando la competenza è esclusivamente della Direzione dell’Istituto. Addirittura si auspica una relazione di sintesi al termine dei sei mesi dalla richiesta del colloquio intimo.
L’istruttoria di una pratica non è un parere ma una mera raccolta di informazioni indispensabili all’ Autorità Dirigente per decidere. Emerge invece che quello che è un diritto si trasforma in premialità stravolgendo completamente il concetto espresso dalla Corte Costituzionale che vede l’esclusione di un diritto soggettivo motivato solo da ragioni di sicurezza.
Va oltremodo segnalato, a tutela della dignità del singolo detenuto, che un parere espresso sulla concessione di un colloquio intimo da un gruppo allargato, seppur direttamente coinvolto nella fase di reinserimento, possa creare un forte imbarazzo nel soggetto e nella famiglia essendo per definizione, un’intimità che deve essere garantita e tutelata dall’Istituzione.
Appare inoltre doveroso segnalare che il parere espresso dal Got anche nell’essenzialità numerica di un gruppo, sovraespone il ruolo dei FGP che, trascorrendo parte della giornata lavorativa all’interno delle sezioni, sarebbero ulteriormente esposti a pressioni nonché a rivendicazioni in caso di diniego, da parte della popolazione detenuta.
Si chiede per tanto un’urgente rivalutazione delle linee guida poiché si ritiene che l’impostazione della circolare stravolga il concetto di diritto soggettivo, così come sancito dalla Corte Costituzionale, a favore di una concezione premiale.
Si chiede conseguentemente di investire le Direzioni della responsabilità in ordine alla decisione di autorizzazione dei colloqui intimi svincolando tale decisione da ogni parere che questa O.S. non solo ritiene illegittimo, ma pericoloso per l’incolumità di tutti gli operatori penitenziari.
Si ringrazia e si porgono Distinti saluti
per la FP CGIL
il coordinatore nazionale FC DAP
Roberto Mascagni
Il 13 maggio scorso il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha approvato il nuovo Piano Strategico ICT 2025-2027, un manifesto sulla “visione dell’innovazione tecnologica e l’evoluzione del sistema informativo dell’Istituto per il triennio”.
Il documento rivolge particolare attenzione agli obiettivi dell’Istituto, “attraverso il miglioramento continuo dei servizi e l’implementazione di tutti gli strumenti necessari per massimizzare il Valore Pubblico”.
Noi che abbiamo a cuore il destino dell’informatica, che condividiamo l’investimento in essa e che consideriamo l’attività svolta dal personale addetto uno dei fiori all’occhiello di questo Ente, non possiamo non rilevare la distanza tra aspettative e realtà.
Sì, perché come già segnalato lo scorso 16 maggio, il malfunzionamento di diversi applicativi sta funestando tanto l’attività di produzione quanto quella della consulenza.
Non sappiamo individuare quale sia l’origine dei problemi, ma è difficile ignorare i continui rallentamenti, in alcuni casi l’impasse totale, cui incappano i funzionari dalle sedi. Ci risulta che perfino un corso formativo sia stato soggetto a rinvio per i guasti registrati sulla piattaforma da illustrare ai colleghi.
Le copiose segnalazioni che ci vengono indirizzate evidenziano lo stress, anzi l’aperta frustrazione, di chi dall’alto è sottoposto a continui moniti dalla dirigenza, dal basso riceve i solleciti dell’utenza.
In quella sottile linea rossa in cui si colloca il personale chiamato a dare risposte al paese non ci sono diserzioni, ma tanta amarezza per l’impossibilità di operare serenamente nelle ore di servizio.
Urge un intervento. E un chiarimento su cosa l’INPS intende fare per evitare nuove criticità.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Si è svolto ieri 27 maggio 2025 l’incontro presso il Ministero della Giustizia tra la Capo di Gabinetto, dott.ssa Giusi Bartolozzi, la Direttrice Generale del personale, Mariaisabella Gandini e il Vice Capo di Gabinetto, dott. Vittorio Corasaniti, e le Organizzazioni sindacali FP CGIL, UIL PA e USB PI.
In apertura di incontro abbiamo chiesto di riprendere le trattative per il contratto integrativo, con particolare attenzione alla definizione delle famiglie professionali e dei profili, ribadendo, in particolare, l’urgenza di dare applicazione all’articolo 18 del CCNL 2019/2021 per attuare i passaggi di area in deroga, utilizzando tutte le risorse economiche disponibili a partire dai 9.500.000 di euro messi a disposizione dal CCNL 2019/21.
Abbiamo inoltre richiesto:
maggiori risorse per attivare un sistema indennitario serio (posizioni organizzative, indennità di responsabilità);
un accordo programmatico che consenta di proseguire le progressioni tra le aree, con l’obiettivo di far transitare quanto più personale possibile dall’area assistenti all’area funzionari e dall’area operatori all’area assistenti;
il recupero di ulteriori risorse fisse e ricorrenti per programmare passaggi economici costanti, come avviene in altre amministrazioni del comparto Funzioni Centrali;
la stabilizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari del PNRR o con altri finanziamenti. La Capo di Gabinetto, dott.ssa Bartolozzi, ha confermato la volontà dell’Amministrazione di mantenere relazioni regolari con tutte le organizzazioni sindacali, eventualmente ricorrendo a convocazioni di tavoli separati, qualora richiesti dalle organizzazioni firmatarie e non firmatarie del CCNL 2022/2024.
Ha inoltre comunicato che a breve saremo convocati per la sottoscrizione definitiva del FRD 2023 e per avviare il confronto del FRD 2024.
Ha confermato che le risorse finora disponibili per le stabilizzazioni permetterebbero solo 6.000 assunzioni a tempo indeterminato.
Apprezziamo la scelta dell’Amministrazione di garantire relazioni sindacali con tutte le sigle rappresentative delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Ministero.
Tuttavia, non possiamo dirci soddisfatti dell’esito dell’incontro per quanto riguarda le risorse. Pur riconoscendo l’impegno a reperire ulteriori fondi per il salario accessorio, non abbiamo ricevuto rassicurazioni sufficienti su ulteriori nuove risorse per la stabilizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari, né risposte concrete in termini di avanzamenti di carriera ed economici per tutto il personale ministeriale.
Per questo continueremo a rappresentare gli interessi di tutti i lavoratori, di ruolo e precari, impegnandoci a realizzare gli obiettivi utili a tutti vi aggiorneremo su ulteriori sviluppi.
FP CGIL UIL PA USB PI
F.Russo D. Amoroso G.Todisco
Si è tenuto, nella giornata di lunedì, l’incontro tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali in merito alla regolamentazione dell’attività libero professionale dei medici dell’Istituto.
In apertura dei lavori, la controparte ha presentato il testo dell’integrativo del 2024, vagliato dai ministeri vigilanti. La FP CGIL, come annunciato al momento della definizione dell’ipotesi, ha rinnovato la propria contrarietà rispetto al dettato di un accordo privo di variazioni innovative.
I principali nodi, economici e normativi (la disciplina dell’intramoenia e l’indennità di esclusività), sono rimasti sul tavolo.
Come organizzazione continuiamo a prospettare l’attivazione di forme facoltative di lavoro in plus orario (cioè fuori dall’orario di servizio) pagate con risorse dell’Istituto (partecipazione a commissioni mediche di invalidità civile, presenza alle operazioni peritali come CTP, effettuazioni di visite fiscali).
La libera professione dei medici è ancora materia controversa e di diversa applicazione fra le varie regioni. Qui segnaliamo il primo fatto inedito registrato in riunione: l’Amministrazione si è dimostrata disponibile ad emanare un nuovo regolamento che parta dalla definizione di “cosa non si può fare”, in luogo di una declaratoria dei comportamenti ammessi. Un ribaltamento della prospettiva cui guardiamo con interesse.
Relativamente all’attività medica abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’attuale modalità di convocazione a visita, che sta provocando in diverse realtà un lavoro che definire straordinario è eufemistico.
Come si possono giustificare 30 visite a commissione? Perché non vengono regolati i tempi di effettuazione della singola visita? Perché, ancora, non si ascoltano e non si coinvolgono i primari di sede su queste valutazioni?
Non vorremo parlare di burnout, ma se esso corrisponde “a una sindrome da stress professionale caratterizzata da esaurimento emotivo, distacco dal lavoro e ridotta realizzazione personale”, il rischio di registrarlo in Istituto tra il personale medico inizia a essere evidente, almeno finché questo è il modus operandi.
Riguardo il concorso per 1.069 medici, infine, l’Amministrazione ha ribadito la volontà di accelerare l’iter valutativo per permettere l’immissione in servizio nell’anno corrente.
È bene ricordare il gravissimo pregiudizio economico che arrecherebbe ai medici dell’Istituto il ritardo nell’immissione, se questa dovesse concretizzarsi nel 2026, considerate le possibili conseguenze sulla determinazione del fondo.
Resta la nostra perplessità, specie per quanto concerne alcune aree del paese, circa il reale arruolamento di almeno 1.069 unità al termine della procedura concorsuale. Non era il caso di modificare il bando, come chiesto da questa organizzazione sindacale, allargando a tutte le specializzazioni l’accesso al concorso?
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Francesco Reali