La FP CGIL e la UILPA della Corte dei conti, per fare chiarezza su quanto sta avvenendo, hanno indetto un’Assemblea di TUTTO il Personale, il giorno MERCOLEDI’ 20 NOVEMBRE ALLE ORE 10,30, per la sede di Roma presso l’Aula Turina, Via Baiamonti, 6, con collegamento TEAMS per tutte le Sedi Regionali e per il Personale che presta servizio in modalità agile

La grande partecipazione all’assemblea nazionale organizzata dalla FP CGIL e dalla UILPA (con la presenza dei segretari generali di categoria, Serena Sorrentino e Sandro Colombi, e dei segretari generali confederali, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri ) è stata una prima occasione per far chiarezza su alcuni punti della pre-intesa che altre sigle (CISL, FLP, CONFINTESA e CONFSAL-UNSA) hanno firmato.

COME MISTIFICARE LA REALTÀ:

Tutti sbandierano l’AUMENTO DEL 5,78%, come un successo perché più alto di quello ricevuto con gli ultimi CCNL.

Ma non dicono che il potere d’acquisto è crollato di circa il 16%; E SONO DATI ISTAT (non del sindacato).

Perfino i privati hanno riconosciuto aumenti del 10%. Il settore privato, che tiene molto in considerazione il profitto, evidentemente considera i propri dipendenti una risorsa e si è reso conto che è necessario adeguare i salari al costo della vita.

E forse (ironicamente parlando) al nostro Datore di Lavoro, nella sua componente esecutiva (il Governo) non interessa questa risorsa … tanto nessuno si agita più di tanto.

E pensare che avevamo chiesto solo di “spostare” le risorse che l’Esecutivo dice di avere già stanziato per i prossimi CCNL in questa tornata contrattuale. Lo abbiamo chiesto per dare un po’ di ossigeno alle famiglie che hanno subito tutti gli ultimi rincari (luce, acqua, gas, spesa ecc. ecc.)

Il Governo ha detto NO ed ha imposto all’Aran di chiudere la trattativa (ma l’ARAN non doveva essere un ente terzo che operava la mediazione tra Governo e Parti sociali?).

E SCENDIAMO NEL PARTICOLARE!

Arretrati: NON vi saranno corrisposti arretrati per il 2022 e il 2023, perché li avete già avuti a dicembre 2023, così come NON vi sarà corrisposta l’indennità di vacanza contrattuale per il 2022, 2023 e 2024, perché avete già ricevuto anche quella a dicembre 2023.

Una decisione unilaterale del Governo che con una mano ha dato e con l’altra si è ripresa parte di tali somme perché, per molti lavoratori, il “salto” dello scaglione IRPEF si è mangiato buona parte di quei soldi!

I soli arretrati saranno quelli del 2024 … e quanti saranno per davvero?

Circa 160 euro? Assolutamente NO! Si tratta di una cifra media che va proporzionalmente suddivisa tra le 4 aree esistenti (sulla carta): operatori, assistenti, funzionari, elevate professionalità (da non confondere con le nostre Alte Professionalità che sono un emolumento del salario accessorio). Purtroppo, non importa se la quarta area (le elevate professionalità) ancora non esiste: nel calcolo della “media” degli aumenti fa comunque la parte del leone. CON I CONGUAGLI DI QUANTO GIÀ RICEVUTO GLI AUMENTI SARANNO POCHE DECINE DI EURO!

Eppure, di proposte ne abbiamo avanzate molte, tenendo conto del difficile momento congiunturale:

  1. abrogare la norma che impone il tetto ai Fondi Risorse Decentrate, attualmente fermi al valore del 2016, nonostante gli ingressi di tanti nuovi lavoratori;

  2. aumentare il valore dei buoni pasto, fermi a 7 euro, nonostante la possibilità di ottenere defiscalizzazione degli oneri fino a 10 euro;

  3. detassare gli straordinari e le tredicesime.

A fronte di tutte queste richieste, la risposta è stata sempre la stessa: NO Non si è voluto intervenire neanche sulla parte normativa.

E purtroppo, molte cose non rientrano nella contrattazione e nemmeno nel confronto, come ad esempio l’organizzazione del lavoro.

Niente! Sordi anche a questo aspetto che ricade sempre di più sulle vite di tutti noi. Infatti ogni amministrazione, che non vuole concedere spazi, si trincera dietro la fatidica frase: ”L’organizzazione del lavoro, non è materia di contrattazione” (e questo riguarda: l’applicazione delle linee guida del lavoro agile, le piante organiche, l’assegnazione degli organici, la formulazione dei disciplinari per interpelli vari, ecc. ecc.)

A questo punto, riteniamo fondamentale dare la parola alle lavoratrici e ai lavoratori, facendoli esprimere con un REFERENDUM:

PERCHE’ NOI NON ABBIAMO PAURA DELLA DEMOCRAZIA

Pertanto, diventa fondamentale e necessario partecipare allo SCIOPERO GENERALE DEL 29 NOVEMBRE, per riprenderci la nostra dignità.

QUESTI SONO I MOTIVI CHE CI HANNO SPINTO AD INDIRE L’ASSEMBLEA DEL PERSONALE PER MERCOLEDÌ 20 NOVEMBRE, ORE 10.30

Seguiranno volantino e link per il collegamento per il Personale che lavori da remoto e per quello delle sedi regionali.

FP CGIL CORTE DEI CONTI          UILPA CORTE DEI CONTI
SUSANNA DI FOLCO                      FERNANDA AMIDANI

Pubblichiamo il testo del CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE INTEGRATIVO relativo al personale del Ministero della Difesa Triennio 2024 – 2026.

p.la FP CGIL
Marco Campochiaro

in data 12 novembre u.s., è proseguito il confronto tra le OO.SS. e l’associazione datoriale volto al rinnovo del CCNL Agidae, per gli Istituti Socio-Sanitari, Assistenziali Educativi. Nel corso della riunione le parti hanno proseguito il confronto sull’articolato contrattuale relativamente al periodo di comporto, al premio di risultato e alla previdenza complementare. La discussione proseguirà il 2 dicembre p.v. per affrontare il tema fondamentale degli aumenti contrattuali ribadendo che il rinnovo deve dare risposte adeguate all’aumento del costo della vita e debba essere in linea con i contratti di settore rinnovati nel corso dell’anno. Considerando l’importanza e il peso delle tematiche trattate, le parti hanno condiviso l’esigenza di verificare già dal prossimo incontro se ci sono le condizioni per giungere in tempi rapidi al rinnovo contrattuale. Sarà compito delle OO.SS. informarvi tempestivamente circa l’esito del negoziato. Cordiali saluti.

FP CGIL        FISASCAT CISL     UILTuCS

Stefano Sabato   Aurora Blanca     Paolo Proietti

Dopo aver descritto la parte economica della preintesa che altre sigle (CISL, FLP, CONFINTESA e CONFSAL-UNSA) hanno sottoscritto, vediamo ora alcune “perle” di quella normativa.

Settimana corta: la settimana corta è a discrezione del singolo Ente e fatti salvi i servizi al pubblico. Già questo “dettaglio” è utile per capire meglio che non è un istituto per favorire i lavoratori. Ma non basta.

Proprio perché è l’Amministrazione che sceglie, non è assolutamente detto che la settimana corta sia dal lunedì al giovedì, ad esempio.

Inoltre, visto che l’orario di lavoro resta invariato, ossia 36 ore settimanali, si dovrà lavorare per 9 ore al giorno.

Ciliegina sulla torta: visto che si riducono i giorni lavorativi, chi aderisce alla settimana corta, si vedrà ridotti proporzionalmente anche ferie e permessi. Ovviamente, per il giorno non lavorato si perde anche il buono pasto.

Complimenti per il risultato a tutela dei lavoratori, non c’è che dire!


Lavoro agile: facendo un passo indietro rispetto al percorso avviato col CCNL 2019-21, che considerava il lavoro agile come strumento di innovazione organizzativa, nella preintesa firmata il lavoro agile torna a essere, in buona sostanza, uno strumento di conciliazione vita-lavoro.

Questo fa sì che solo alcune categorie di lavoratori (ad es. genitori o titolari di 104) possano contrattare col proprio dirigente un numero maggiore di giorni in lavoro agile a settimana, mentre non è detto per gli altri lavoratori.


Anche sul
riconoscimento del buono pasto durante le giornate di lavoro agile il risultato finale è molto confuso e pasticciato: verrà riconosciuto solo se svolto nelle giornate in cui il lavoratore ne avrebbe avuto diritto stando in ufficio. In sostanza, se fai lavoro agile in una giornata di sei ore, non ti spetta. Si alimenta, così, confusione tra lavoro agile e lavoro da remoto.


Posizioni Organizzative: in questo caso ci sembra evidente trattarsi di una norma ad hoc per tutelare situazioni personali, anche in barba all’anticorruzione, sulla quale si fanno fare beffardi corsi di formazione.
Cosa si prevede? Che chi sia stato titolare di posizione organizzativa per otto anni,
anche non consecutivi, acquisisce il diritto alla posizione organizzativa. Ricordate il motto “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca”? Ora vale anche per le Posizioni Organizzative, con tanti saluti al ricambio generazionale e agli sbocchi di carriera.


Come se non bastasse si prevede che,
a invarianza di Fondo Risorse Decentrate, la contrattazione di Ente potrà aumentare il valore dell’indennità di Posizione Organizzativa dagli attuali 2600 portandola a 3500 euro annui pro capite.

Chi pagherà quest’aumento di 900 euro? Tutti gli altri lavoratori, con una riduzione del proprio salario accessorio, naturalmente!

– Progressioni verticali in deroga: la preintesa siglata si limita a una semplice proroga del termine (fino al 30 giugno 2026) per far fare progressioni verticali, ma senza rifinanziarle ulteriormente. Questo significa che gli Enti come INL che hanno appena fatto le progressioni verticali in deroga non potranno rifarle.

Che risposte si danno ai tanti colleghi bloccati in seconda area che chiedevano, dopo decenni, di poter passare in terza? Nessuna!

– Assemblea sindacale: si prevede che le ore utili ai fini della maturazione del buono pasto per la partecipazione all’assemblea sindacale siano solo tre, dimenticando che il monte ore di assemblea previsto è già coperto dai costi contrattuali.

Di fatto si traduce in un attacco alla libertà sindacale. Che siano delle sigle sindacali ad accettarlo è veramente il colmo e un paradosso.

A questo punto, riteniamo fondamentale dare la parola a lavoratrici e lavoratori, facendoli esprimere con un referendum. Noi non abbiamo paura della democrazia.

A questo punto, diventa fondamentale partecipare allo sciopero generale del 29 novembre, per chiedere al Governo adeguati stanziamenti e un CCNL degno di questo nome.

FP CGIL

M. ARIANO

Nell’Ipotesi del CCNL, sottoscritta dalla più striminzita rappresentanza che le relazioni sindacali pubbliche ricordino, tra i risultati maggiormente sponsorizzati da media compiacenti e sindacati firmaioli figura la “settimana corta”, che rappresenterebbe una rivoluzione copernicana per il nostro settore.

In effetti il concetto introdotto nel dibattito politico da Maurizio Landini, e all’inizio sbeffeggiato dagli amici del giaguaro, ha in sé una valenza di forte impatto, essendo ancorato a un principio di benessere organizzativo: lavoriamo meno, lavoriamo meglio, a parità di salario.

In INPS, peraltro, fummo i soli a sostenere la necessità di avviare coraggiosamente una sperimentazione in questa direzione, nel silenzio delle altre sigle oggi così solerti nel riconoscere il valore della tematica.

Non si tratta di una trovata sui generis, ma di un modello già sperimentato, e con successo, in tanti paesi occidentali, meno legati a modelli arcaici quale il nostro: una prassi, peraltro, adottata nel pubblico come nel privato.

L’Ipotesi, però, si discosta da questo modello e prova a declinarlo “all’italiana”. In cosa consiste, allora, questa settimana corta? Nella rimodulazione DEL MEDESIMO ORARIO DI LAVORO su quattro giorni anziché su cinque.

In pratica, bisognerà allungare la giornata lavorativa di almeno un’ora e mezza, in modo tale da avere un giorno della settimana “libero”. Non il venerdì o il lunedì, ma un giorno, da valutare caso per caso.

La prima diretta conseguenza, ove si decida di avviare un simile processo, sarà l’attribuzione al dirigente di sede del potere di decidere chi potrà riposarsi il venerdì o il lunedì e chi, invece, dovrà al più spezzare la settimana. Una misura destinata ad alimentare piaggeria.

Ma c’è di più: sì, perché la riduzione delle giornate dovrà comportare – A PARITÀ DI ORE LAVORATIVE – una RIDUZIONE DELLE FERIE E DEI PERMESSI FRUIBILI.

L’art. 18 dell’Ipotesi è chiaro ed è stato sottoscritto da sedicenti organizzazioni sindacali: “L’articolazione dell’orario di lavoro su quattro giorni comporta un riproporzionamento delle giornate di ferie annue nonché di tutte le altre assenze giornaliere dal servizio previste dalla legge e/o dai CCNL, fatto salvo il permesso per matrimonio”.

Tirando le somme si tratta quindi:

  1. di una fregatura storica per cui lavoriamo di più per prendere la stessa somma (meno ferie, stesso stipendio, difficoltà a maturare straordinari a meno che non si voglia creare un accampamento in ufficio);

  2. di una libertà condizionata poiché comunque subordinata all’erogazione del servizio.

Come ha ben spiegato il Ministro Zangrillo in una recente intervista, quella della settimana corta è infatti “un’opzione, in via sperimentale, e non costituisce alcun obbligo, l’orario di lavoro delle 36 ore settimanali non cambia, è una possibilità che ogni ufficio può valutare di utilizzare”.

È il Governo stesso a dire chiaramente che l’impegno non è vincolante, si tratta di una traccia da seguire solo se la parte datoriale lo ritiene.

Una cosa chiara a tutti, tranne a chi ha firmato la sciagurata Ipotesi.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Grandissima partecipazione all’assemblea nazionale organizzata ieri dalla FP CGIL e dalla UILPA con la presenza dei segretari generali di categoria, Serena Sorrentino e Sandro Colombi, e dei segretari generali confederali, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri.

È stata occasione per far chiarezza su alcuni punti della preintesa che altre sigle (CISL, FLP, CONFINTESA e CONFSAL-UNSA) hanno firmato.

Vediamo alcuni punti, partendo dalla parte economica, rinviando quella normativa a un successivo comunicato. Vi diranno che aumenti simili non erano mai stati stanziati finora. È la classica mezza verità, perché se è vero che l’aumento del 5.78% è superiore alle precedenti tornate contrattuali è però altrettanto vero (e questo i firmatari e l’ARAN “lo scordano”) che, nel frattempo, è aumentato il costo dei beni e questo ha fortemente ridotto il potere di acquisto dei salari.

Come mai nel privato i rinnovi contrattuali vanno dal 10% in su? Perché sono più generosi? No, perché il datore di lavoro privato è consapevole che deve adeguare i salari al costo della vita, se non vuol perdere i propri dipendenti.

Il datore di lavoro pubblico, ossia il Governo, mettendo a disposizione solo il 5.78% (la metà o meno di quanto previsto nel privato) certifica che non ha interesse ai propri dipendenti e si dimostra un pessimo datore di lavoro.

Cosa avevamo chiesto? Visto che il Governo dice di essere stato bravo a stanziare risorse già per i prossimi rinnovi, avevamo chiesto di spostare quelle risorse sull’attuale CCNL, ma il Governo ha detto di no e ha imposto all’ARAN di chiudere la trattativa.

Arretrati: non vi saranno corrisposti arretrati per il 2022 e il 2023, perché li avete già avuti a dicembre 2023, così come non vi sarà corrisposta l’indennità di vacanza contrattuale per il 2022, 2023 e 2024, perché avete ricevuto anche quella.

Tutto questo è stato deciso unilateralmente dal Governo e ha creato anche problemi a molti lavoratori, in quanto la corresponsione di tali somme a dicembre 2023 ha determinato un “salto” di scaglione IRPEF, così che una parte

delle somme erogate sia ritornata al fisco. Ricordate quando la FP CGIL parlava di gioco delle tre carte? Eccolo qui.

Quindi che arretrati ci saranno in concreto? Solo quelli da gennaio 2024, poche centinaia di euro.

E gli aumenti? I tanto sbandierati 160 euro?

Anche qui, occhio ai prestigiatori e agli illusionisti! Ricordate che si tratta di somme al lordo e ricordate che una parte dell’aumento lo avete già ricevuto con gli arretrati.

Quindi cosa arriverà in busta paga in concreto? Poche decine di euro, neanche 50 euro nette… altro che 160!!

Visto che qualcuno ci vuol far passare per quelli che non hanno proposte, vediamo alcune richieste che con la UILPA avevamo presentato: si era chiesto di abrogare la norma che impone il tetto ai Fondi Risorse Decentrate, attualmente fermi al valore del 2016, nonostante gli ingressi di tanti nuovi lavoratori. Il paradosso è che INL, ad esempio, avrebbe anche risorse per aumentare il Fondo, ma non può farlo perché la legge lo vieta.

Avevamo chiesto di aumentare il valore dei buoni pasto, fermi a 7 euro, nonostante la possibilità di ottenere defiscalizzazione degli oneri fino a 10 euro.

A fronte di tutte queste richieste, la risposta è stata sempre la stessa: no.

A questo punto, riteniamo fondamentale dare la parola a lavoratrici e lavoratori, facendoli esprimere con un referendum. Noi non abbiamo paura della democrazia.

A questo punto, diventa fondamentale partecipare allo sciopero generale del 29 novembre, per chiedere al Governo adeguati stanziamenti e un CCNL degno di questo nome.

FP CGIL

M. ARIANO

I toni solenni che hanno accompagnato l’Ipotesi del nuovo contratto collettivo (d’ora in avanti l’Ipotesi) sembrano presi da un film di Alberto Sordi, con la differenza che la commedia – trasposta nella realtà – assume spesso sfumature tragiche.

Mentre alcune organizzazioni sindacali diffondono gli articoli del Presidente Aran, quasi fosse il Messia del Cambiamento e non la controparte negoziale, noi – sommessamente – continuiamo a fare sindacato, a pensare che non ci si siede a un tavolo accettando proposte indecenti che rendono di fatto un intero comparto il tassello “sfigato” nella stagione dei rinnovi contrattuali.

Tra le disposizioni più innovative dell’Ipotesi c’è il dettato dell’articolo 27, quello sull’age management, presentato come una rivoluzione culturale.

Grazie a questo sacro vincolo, le Amministrazioni saranno finalmente tenute a considerare l’età media del personale. Badate: lo dovranno fare per obbligo contrattuale, come se non fosse già un loro compito o un loro interesse. E questa inedita funzione dovrà essere declinata con un fine preciso: la valorizzazione (non economica, ovviamente) dei dipendenti.

L’Ipotesi punta a dar lustro al “ruolo attivo del personale con maggiore esperienza all’interno dell’amministrazione, come portatore di un prezioso patrimonio di competenze e conoscenze da trasmettere alle nuove generazioni”. Questa riserva servirà a promuovere “il dialogo intergenerazionale mediante adeguate forme di affiancamento per i neoassunti e momenti di formazione peer-to-peer volti a favorire lo scambio di competenze tra le diverse generazioni”. 

Praticamente il contratto propone di sviluppare una formazione non autoreferenziale, cioè trasforma l’obiettivo minimo di ogni attore pubblico nel risultato strategico cui ambire.

Ma siccome il cambiamento deve essere venduto nella sempreverde cornice del lavoro a distanza, le Amministrazioni si impegnano anche a portare avanti una maggiore flessibilità, con la “promozione di modalità di lavoro a distanza, part-time, e la definizione di orari che facilitino la conciliazione tra vita privata e professionale”.

Non c’è alcun vincolo, solo buoni propositi.

Siamo certi, a questo punto, che TUTTE le organizzazioni sindacali firmatarie si impegneranno per garantire il diritto alla disconnessione in INPS, chiedendo fasce di contattabilità meno stringenti, bandendo le chat su whatsapp e i messaggi nel fine settimana.

E siamo altresì certi che un ente come INPS, premiato financo dal Politecnico di Milano per il proprio approccio al lavoro a distanza, saprà sicuramente far propria questa battaglia, guardando al lavoro che viene fatto in tutte le sue forme, riconoscendo il buono pasto anche ai telelavoristi (finora dimenticati) e dando più flessibilità quando un evento da niente – come il GIUBILEO – rischia di paralizzare un’intera città.

Se pensate che l’Ipotesi somigli a una bufala, vi invitiamo ad approfondire anche la lett. d dell’art. 27. Perché dopo lunghe tribolazioni, gli attori delle Funzioni Centrali – INPS inclusa – potranno finalmente operare per “una revisione delle modalità di formazione e training con l’obiettivo di ritardare o eliminare il rischio di skills obsolescence del personale”.

Una grande vertenza si chiude: ci siamo impoveriti, ma potremo contrastare la skill obsolence!

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Nell’ambito della trattativa per il rinnovo del CCNL Uneba, è proseguito il confronto tra le OO.SS. FP CGIL, CISL FP, FISASCAT CISL, UIL FPL, UILTUCS e l’Associazione datoriale. Così come stabilito al termine dell’ultimo incontro, la discussione è ripartita dall’analisi dei testi relativi all’art 28 “Divise e indumenti di servizio” e all’art. 62 “Tutela della maternità e della paternità”.

Rispetto la discussione relativa alla modifica dell’attuale art. 28, “Divise e indumenti di servizio”, le distanze si sono appianate con il riconoscimento di 15 minuti per la vestizione e svestizione come richiesto dalle OO.SS.

Per quanto riguarda l’art. 62 “Tutela della maternità e della paternità” si è convenuto di valorizzare questo importante istituto contrattuale riconoscendo l’integrazione fino al 100% della retribuzione per i 5 mesi di congedo di maternità (astensione obbligatoria D.Lgs 151/01).

Si è poi iniziata la discussione sull’art. 80 “Trattamento economico progressivo”. Su quest’ultimo punto le posizioni sono ancora distanti.

La discussione proseguirà il prossimo 25 novembre in plenaria e a seguire nelle giornate del 4/5 dicembre

FP CGIL             CISL FP           FISASCAT CISL  UIL FPL                     UILTuCS

Michele Vannini Franco Berardi Aurora Blanca     P.Bardoscia/C.Chietti Paolo Proietti

Nella giornata odierna si è finalmente potuto firmare l’accordo definitivo FRD 2023. Vi alleghiamo il testo. L’Amministrazione ha comunicato che probabilmente già domani potrebbero inviare la circolare esplicativa, allegando anche le somme destinate alle singole sedi. Ricordiamo che questa era una nostra richiesta, per garantire che anche la rappresentanza sindacale del territorio sia messa nelle condizioni di poter svolgere il proprio ruolo in piena consapevolezza.

La contrattazione decentrata avrà circa un mese di tempo per potersi svolgere (fino al 15 dicembre), poi sarà compito delle tre Direzioni Interregionali verificare la rispondenza degli accordi al CCNI siglato oggi. Le DIL avranno tempo fino al 15 gennaio per chiudere quest’attività, così che il pagamento del Fondo possa arrivare a febbraio 2025

Ricordiamo che in allegato all’accordo firmato sono state siglate due dichiarazioni congiunte importanti: con la prima ci si impegna a trovare, nel FRD 2024, risorse economiche diversa dal Fondo, per remunerare l’attività degli RSPP. Nella seconda, ci si impegna a svolgere ulteriori progressioni economiche con decorrenza 1° gennaio 2025. E’ bene ricordarselo.

Il secondo punto in discussione riguardava la firma definitiva dell’ipotesi di accordo su ulteriori differenziali stipendiali, con decorrenza 1° gennaio 2024.

Prima di poter discutere di questo, però, si è reso necessario far chiarezza sui numerosi ex aequo che erano presenti nella graduatoria dei funzionari. A tal proposito, l’Amministrazione ha comunicato che, a seguito di ulteriori e più dettagliate verifiche, si è potuto constatare insieme alla società che ha gestito la procedura informatica che, l’applicazione dei criteri già previsti dall’accordo sottoscritto, ha fatto superare gli ex aequo e che quindi non ve ne sono più. Conseguentemente, la graduatoria definitiva dei funzionari potrebbe essere emanata entro novembre (con l’indicazione nominativa dei vincitori), così da esser messa in pagamento ad inizio anno nuovo.

Riguardo ai numeri, la novità principale ha riguardato un leggero aumento del numero di posizioni in terza area, dalle iniziali 536 posizioni previste alle attuali 546. Si riduce leggermente, per effetto dei pensionamenti, il numero delle posizioni in seconda area (da 297 a 292), aggiustamento necessario al fine di garantire il mantenimento delle proporzioni imposte dal MEF. Resta uguale il numero delle posizioni in prima area (3).

E’ stata accolta la richiesta di tutto il tavolo di prevedere un punteggio uguale per i diplomi quinquennali e quadriennali in seconda area.

Per effetto di questi criteri, si potranno garantire passaggi economici a coloro che hanno maggiore anzianità di servizio e nella retribuzione (un tempo avremmo detto nella fascia economica). Nel prossimo accordo con decorrenza 2025, sarà fondamentale dare risposte anche a chi è entrato in INL negli ultimi anni.

Abbiamo chiesto all’Amministrazione celerità nella procedura, considerato che solo se firmeremo l’accordo definitivo entro il 31 dicembre 2024 l’accordo potrà avere decorrenza dal 1° gennaio 2024. L’Amministrazione ha garantito che già oggi avrebbe trasmesso l’ipotesi al collegio dei revisori.

L’Amministrazione ha inoltre comunicato che da settimana prossima uscirà la graduatoria definitiva delle progressioni verticali in deroga, con decorrenza del nuovo inquadramento a partire dal 1° dicembre 2024.

Riguardo alla proposta sul decreto efficientamento di cui al DL 19/2024, che ci è stata illustrata settimana scorsa, ci è stato comunicato che la proposta è stata inviata al Ministero del Lavoro e che ora manca solo l’ok dal Ministero per sbloccare i fondi. Da parte nostra, possiamo dire che non staremo fermi e che in mancanza di notizie ulteriori, sapremo sollecitare il Ministero.

Prossimo incontro, con data da fissare, sui cambi di famiglie professionali, tema sul quale siamo in attesa di ricevere i dati dall’Amministrazione.

FP CGIL

M.ARIANO

È stato pubblicato il bando per le progressioni economiche orizzontali (oggi differenziali economici), che prevede 57 posizioni utili per gli operatori, 1457 per gli assistenti e 615 per i funzionari.

Tali differenziali economici rappresentano il secondo momento di valorizzazione delle professionalità e delle competenze del personale MIT (il primo sono state le progressioni verticali in deroga) per cui, come Fp Cgil, ci siamo battuti negli ultimi anni. A questo si aggiunga anche il fatto che per il 2025 abbiamo sottoscritto un accordo programmatico con l’amministrazione (vedi allegato) che dovrà prevedere una seconda tornata di differenziali stipendiali.

Sono tante le novità del bando: in primis l’attribuzione dell’anzianità in misura differente per consentire a coloro i quali non sono stati destinatari dell’ultima progressione del 2019 di avere una precedenza; infatti a questi sono stati attribuiti 2 punti/anno dall’ultima progressione. Invece, alla restante esperienza professionale nel MIT è stata attribuito un punteggio pari a 0,50. In più, coloro che hanno un’esperienza in altre pubbliche Amministrazioni potranno avere un punteggio pari a 0,3 punti/anno.

Il bando definisce chiaramente quali sono i motivi di interruzione dell’esperienza lavorativa dettagliando tutti gli istituti che prevedono una sospensione della retribuzione.

Per le valutazioni si sono considerati gli stessi anni utilizzati per le progressioni verticali in deroga, ovvero 2022, 2021 e 2020, ed attribuito il punteggio di 40 punti. La novità sul punto è che, su nostra proposta, è stato consentito a chi è stato assente per motivi giustificati (es terapie salvavita) di presentare le valutazioni relative ad anni precedenti.

Il bando rappresenta un risultato importante per il MIT sia perché prevede un numero di differenziali elevato sia perché, auspicabilmente con analoghi criteri, sarà previsto il bando 2025 in modo da garantire alla maggior parte dei lavoratori una crescita in termini economici, visto che ogni differenziale corrisponde ad un incremento economico di € 750 per gli operatori, € 1.250 per gli assistenti ed € 2.250 per i funzionari.

La procedura per la partecipazione, aperta fino alle ore 12 dell’8 dicembre, è estremamente semplice, contiene tutte le informazioni in possesso dell’amministrazione (che ovviamente consigliamo di controllare ed eventualmente modificare) e consente in pochissimi minuti di inoltrare la domanda.

p. la FP CGIL

Luigi Gianfreda

Carmen Sabbatella

La FP CGIL non ha firmato la preintesa del CCNL delle funzioni centrali 2022/24 e congiuntamente con la UIL PA, ha deciso di non affrettare decisioni che nel concreto diventerebbero un costo indebito per le lavoratrici e i lavoratori del comparto. La decisione assunta dalla CISL FP, da FLP, da UNSA CONFSAL e da CONFINTESA superando la narrazione che gli interessati ne fanno, ha una sola finalità: la demagogia. Il populismo espresso dal CCNL e dai firmatari danneggia lavoratrici e lavoratori, sia per le condizioni introdotte sul piano normativo sia, soprattutto, per l’inadeguato aumento contrattuale concesso, assolutamente incapace di fronteggiare il costo della vita che nel triennio di riferimento ha registrato un aumento record del 16,50%!!! Con il miraggio di una concretezza composta da promesse inattuabili e totalmente filo governative se il CCNL 2022/24 dovesse vedere la luce così com’è, il mondo del comparto delle Funzioni Centrali andrebbe incontro a una regressione spaventosa e tutto il lavoro svolto fino a oggi per introdurre e affermare una cultura del lavoro che sia moderna, remunerativa e non vessatoria verrebbe vanificato. Non esisteva nessuna reale impellenza per apporre la firma su CCNL nuovo e non esiste una ragione al mondo che induca un qualsiasi rappresentante sindacale a firmare una cambiale in bianco a carico dei rappresentati. Tale diventa il CCNL 2022/24 firmato prima ancora della discussione sulla futura legge di stabilità, dove sarebbe stato possibile prevedere condizioni di maggior vantaggio per il pubblico impiego. Per queste ragioni, per manifestare contro le previsioni del Governo nel disegno di legge di bilancio, per riportare la rappresentanza sindacale in mano a chi cura l’interesse dei lavoratori e non quello della classe egemone:

IL 29 NOVEMBRE È STATO INDETTO UNO SCIOPERO GENERALE di TUTTI i SETTORI e di TUTTI i COMPARTI

Il Coordinamento FP CGIL Enac

Nel corso dell’incontro di lunedì, decisivo per la sottoscrizione del CCNI, la Direttrice Generale, Valeria Vittimberga, è intervenuta al tavolo nazionale e ha anticipato la volontà dell’Amministrazione di riconoscere il buono pasto in regime di lavoro agile sin da subito. L’INPS, dunque, ha finalmente rotto gli indugi, sulla scorta delle indicazioni provenienti da ARAN e dai Ministeri.

La ferma volontà di procedere rapidamente, anticipando anche l’eventuale certificazione del contratto collettivo, è un grande passo, di cui diamo pubblicamente atto ai vertici dell’Istituto.

Se da un lato possiamo esprimere soddisfazione per questa presa di coscienza, dall’altro non possiamo non pensare al tempo perso su questa vertenza; alle innumerevoli riunioni in cui abbiamo chiesto un indirizzo coraggioso all’Amministrazione, affinché si facesse portatrice degli interessi di chi opera in quest’ente; ai tentativi di codificare il riconoscimento nel confronto sulle linee guida del lavoro a distanza.

La scelta di procedere dall’oggi al domani testimonia una volta di più quanto la soluzione sia sempre stata a portata di mano.

Le risorse in bilancio sono state accantonate da tempo, ciò che è mancata finora è stata la volontà politica di affrontare la questione, di assumere una posizione di avanguardia all’interno del comparto delle Funzioni Centrali.

Così un dato è evidente: l’ente che sperimentava lo “Smart Friday” quale faro d’innovazione non ha mai voluto forzare la mano per offrire ai propri dipendenti un trattamento già diffuso nel privato, ossia l’equiparazione della prestazione lavorativa anche con riferimento ai ticket, perché il lavoro è tale a prescindere dalla location.

Perfino ARAN e Funzione Pubblica si erano espresse sul punto, togliendo ogni alibi.

Chi restituirà quanto perso in questi anni, mentre l’inflazione falcidiava il salario dei dipendenti? E quando ci sarà l’adeguamento dell’importo, per dare una boccata di ossigeno alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Istituto?

A margine del confronto, l’Amministrazione ha anticipato che i contratti AULA in scadenza al 31 dicembre 2024 non saranno automaticamente prorogati: occorrerà pertanto una nuova intesa individuale per poter fruire dello smart working dal 1° gennaio 2025.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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