Vi diamo una lieta novella: “nella nuova legge di bilancio è previsto il rinnovo pluriennale dei contratti della Pubblica Amministrazione”! A celebrare questo evento è la Intranet dell’Istituto, che dà spazio alla manovra finanziaria e all’approfondimento curato dall’Ufficio Legislativo.

Un focus centrale per le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente, che da giorni si interrogavano l’un l’altro su quando INPS avrebbe finalmente offerto una panoramica dettagliata dei ricchi benefici previsti per il pubblico impiego.

Alcuni dipendenti, dicono i maligni, avevano sacrificato il sonno e l’appetito al tema. La produttività sembrava risentirne, per questo la comunicazione interna era un’ineluttabile necessità.

E pazienza se nel frattempo, considerata l’inflazione, la perdita retributiva in termini reali è pari a 332 euro per i funzionari, a 274 euro per gli assistenti, a 260 euro per gli operatori. L’assenza di questa indicazione non è dolo, ma dimenticanza, senza malizia. Si tratta di un’amnesia momentanea, probabilmente legata al cambio di stagione.

La stessa amnesia che porta a scordare il mancato superamento dei tetti di spesa alla contrattazione decentrata (tradotto: meno incentivo e meno progressioni per noi), l’inadeguatezza dei buoni pasto o l’assenza di finanziamenti previsti per i passaggi dall’Area Funzionari all’Area delle Elevate Professionalità (tradotto: meno crescita professionale).

Non saremo certo noi a ricordare all’Amministrazione queste quisquilie, anche perché basta poco e l’attenzione si sposta già su un nuovo soggetto: “Di particolare interesse anche le disposizioni sul sostegno ai redditi medio-bassi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati, anche dal punto di vista fiscale”.

A questo punto una nuova domanda turba il sonno dei colleghi: entro dicembre metteremo ai saldi una batteria di pentole o una mountain bike?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Coordinatore nazionale UILPA INPS

Giuseppe Lombardo

Sergio Cervo

PUNIZIONI ECONOMICHE ORIZZONTALI 2

LA VENDETTA

Sono state pubblicate sulla pagina Intranet sia le modalità per partecipare alle procedure PEO che le relative FAQ, quest’ultime che non soddisfano i dubbi e le perplessità;

  1. Quando saranno pubblicati i percorsi formativi? Il Personale attende!

  2. I candidati sono convocati per il giorno 3 dicembre presso la Caserma dei Carabinieri “Salvo d’Acquisto” – Viale di Tor di Quinto, 119 (con ingresso dei candidati dal civico n. 153): sarebbe opportuno oltre che necessario, così come accaduto per le PEO degli anni passati, che l’Amministrazione mettesse a disposizione dei candidati delle “navette” con partenza da Via Baiamonti, per raggiungere il luogo preposto per la prova selettiva, per tutto il Personale che ne faccia richiesta;

  3. Ci vengono segnalate difficoltà da parte del Personale delle sedi regionali, (per le PEV, esame previsto il 12 novembre!) con la Cisalpina, la quale o cancella le richieste, o non procede alle prenotazioni nonostante siano trascorsi parecchi giorni o non rispondono al telefono;

  4. I colleghi ci chiedono: come posso sapere con certezza se il mio titolo di studio è o non è inerente alle famiglie professionali? L’Amministrazione non ha accolto la richiesta della FP CGIL di stilare un elenco; pertanto, è A TOTALE DISCREZIONE DELLA COMMISSIONE!

INVITIAMO TUTTO IL PERSONALE CHE PARTECIPERA’ AD INSERIRE NELLA DOMANDA DI PARTECIPAZIONE IL PROPRIO TITOLO DI STUDIO COME “INERENTE”, SARA’ POI LA COMMISSIONE CHE DOVRA’ MOTIVARE PER ISCRITTO SE UN TITOLO DI STUDIO SIA INERENTE O MENO.

La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti

Susanna Di Folco

Si è tenuto ieri il programmato incontro presso il Ministero della Giustizia per la sottoscrizione del Contratto Integrativo.

Per l’amministrazione erano presenti: il Viceministro Paolo Sisto il Capo dipartimento del Dog Dott. Gaetano Campo e i DG di tutti gli altri dipartimenti.

Dopo un breve saluto del Viceministro Paolo Sisto, è stato chiesto alle OO.SS di esprimersi sulla proposta dell’Amministrazione.

Come Fp Cgil, abbiamo sottolineato l’urgenza e la necessità di dare alle lavoratrici e ai lavoratori della Giustizia le risposte che attendono da anni attraverso la piena applicazione del CCNL 2019/2021 con la sottoscrizione di tre atti fondamentali e complementari: il contratto Integrativo con il nuovo sistema degli incarichi e le relative indennità, senza il quale le lavoratrici e i lavoratori subiranno danni economici e professionali; l’accordo per la individuazione delle famiglie professionali, utile a descrivere le competenze e i possibili sviluppi di carriera per tutte e quattro le nuove aree di inquadramento; una intesa programmatica per scandire, in ragione delle disponibilità economiche attuali e future, gli step di avanzamento di un complessivo piano di valorizzazione professionale per tutte e tutti. A condizione che sia condivisa anche da parte pubblica questa impostazione e prendendo atto che i documenti presentati dall’amministrazione sono ancora insufficienti, abbiamo dichiarato la nostra disponibilità a firmare la preintesa solo in seguito all’approvazione delle seguenti nostre richieste:

Accordo sulle Famiglie Professionali

Sei famiglie: tre comuni a tutti i dipartimenti e tre per le specificità dei singoli dipartimenti. Ciascuna famiglia dovrà contenere più profili di ruolo, distribuiti nelle Aree Assistenti (A), Funzionari (F) e delle Elevate Professionalità (EP). La nuova Area degli Operatori (O), con profilo di ruolo unico e disponibile per accesso limitato dall’esterno, di supporto trasversale alle attività di tutte le famiglie professionali.

Contratto integrativo

Tra l’altro dovrà indicare: il nuovo sistema degli incarichi e le relative indennità per ciascuna delle tre aree A, F ed EP; le procedure per le progressioni economiche (differenziali stipendiali), i passaggi tra le famiglie professionali e tra le aree.

Intesa programmatica su organici e piano assunzionale

Condivisione obiettivi e definizione impegni dell’amministrazione per realizzarli:

– svuotamento Area Operatori con passaggio ad Area Assistenti;

– passaggio da Area Assistenti ad Area Funzionari del personale che partecipa direttamente alle attività «core» per ciascuna delle Famiglie;

– determinazione posti per ciascuna delle Famiglie nell’Area delle Elevate Professionalità;

– definizione procedure per passaggio da Area Funzionari a Area Elevate Professionalità;

– definizione procedure concorsuali per la dirigenza con riserva per il personale inquadrato nelle Aree Funzionari e EP.

La nostra proposta si basa su tre pilastri, fondamentali per poter dare risposte a tutte le lavoratrici e lavoratori di questo Ministero:

– Accordo famiglie professionali: sei famiglie, tre dedicate alle attività tecniche e trasversali a tutti i dipartimenti e una per ogni dipartimento, si svilupperanno verticalmente su tutte le quattro aree a partire dalla famiglia delle elevate professionalità fino all’area operatori. Quest’ultima si deve svuotare ed il personale deve transitare in area Assistenti. L’area sarà mantenuta, al solo fine di consentire il transito del personale assunto tramite il Centro per l’impiego. Tale impianto consente lo sviluppo  verticale tra le aree nell’ambito della stessa famiglia e le progressioni nell’area.

– Contratto Integrativo: deve essere riportato nello stesso l’accordo sui criteri relativi alle progressioni economiche con il nuovo sistema dei differenziali economici; ogni 2 anni si attiva la procedura di attribuzione dell’aumento di stipendio. Per l’area Funzionari è di 2250 euro, per l’area Assistenti di euro 1250 e per l’area Operatori di 800 euro. L’accordo prevede anche come assegnare gli incarichi: PO, indennità di responsabilità e di posizione (vedi art. 15 CCNL 2019/21) per ciascuna area, nonché i passaggi tra famiglie.

– Intesa Programmatica: come già detto sopra, svuotamento dell’area Operatori e passaggio del personale all’area Assistenti.

Ridefinizione dell’organico per ciascuna famiglia, per poter procedere ai passaggi in deroga attraverso l’applicazione dell’art. 18 CCNL, finanziati con lo 0,55% del monte salario dell’anno 2018, pari a 9.500.000 euro, e dei passaggi ordinari previsti dall’applicazione dell’art. 52 del Dl 165/01 dall’area Assistenti all’area Funzionari e dall’area Funzionari a quella EP.

Attivare, inoltre, le procedure concorsuali per la dirigenza con la riserva per il personale dell’area Funzionari.

 Per il DGMC oltre alle richieste sopra esposte, abbiamo chiesto nell’ambito della famiglia dei servizi del trattamento rieducativo e del reiserimento sociale, l’inserimento di ulteriori competenze tecniche proprie del Servizio Sociale al fine di tutelare e valorizzare le diverse professionalità. Inoltre abbiamo chiesto il reintegro del profilo di ruolo del Direttore e ribadito la nostra contrarietà all’introduzione del profilo di ruolo Funzionario del trattamento rieducativo.

Scegliere di non sottoscrivere gli accordi da noi indicati significa, ancora una volta, escludere i dipendenti di questo Ministero da ogni beneficio economico e di carriera. Per questo lamentiamo la ancora insufficiente chiarezza dell’amministrazione che può venire solo da impegni precisi e concreti che al momento sono ancora carenti. Questo atteggiamento dilatorio dell’amministrazione favorisce la reazione delle altre organizzazioni che continuano a spingere perché nulla si modifichi, come se il Ministero fosse il migliore dei mondi possibili.

La mancata o errata applicazione dei contratti, unita all’inerzia della Dirigenza di questo Ministero, ha gravemente nuociuto alle lavoratrici e ai lavoratori che negli ultimi 30 anni NON hanno beneficiato di regolari passaggi economici e professionali. Pertanto, perseverare con questo atteggiamento, significa impoverirli ancora di più.

È bene ricordare che le lavoratrici e i lavoratori degli altri dipartimenti della Giustizia e del resto del comparto godranno per anni dei benefici economici e professionali dovuti alla corretta e integrale applicazione dei contratti integrativi, a partire dal sistema indennitario per assegnazione di incarichi di tipo organizzativo o professionale, pari a un minimo di 1.200 euro e fino a 2.600 euro per 13 mensilità, con passaggi economici ogni 2 anni. I passaggi di cui all’art 18 sono già stati effettuati o li stanno perfezionando.

Quindi, le lavoratrici e i lavoratori interessati, nell’immediato presente beneficeranno di un legittimo avanzamento di carriera ed economico e matureranno accantonamenti più alti per la pensione e il TFR.

Inoltre, non firmare il contratto significa bloccare le assunzioni e, di conseguenza, le progressioni tra le aree e la stabilizzazione di tutti i precari PNRR. A poco é servito il richiamo in tal senso del Viceministro, servono impegni e risposte concrete da poter esibire alle lavoratrici del sì lavoratori.

UNSA CISL INTESA USB e forse FLP con la mancata firma continueranno a negare tutto questo alle lavoratrici e ai lavoratori.

Il Ministero della Giustizia è il più numeroso in termini di organici: se non parte immediatamente un percorso virtuoso di progressioni tra le aree si continuerà a restare fermi nella stessa posizione economica e area, nella stessa posizione professionale d’ingresso, e si continuerà ad andare in pensione senza alcun miglioramento.

La Fp Cgil vuole il cambiamento organizzativo, vuole attivare procedure per portare le retribuzioni dei dipendenti di questo Ministero allo stesso livello del comparto Funzioni Centrali, vuole la stabilizzazione di tutti i precari.

Il passaggio di almeno il 70% del personale all’area Funzionari potrebbe determinare una spinta verso la promozione all’area successiva delle EP. Al contrario, se la stragrande maggioranza del personale rimane nell’area Assistenti e Operatori, rimarrà solo un appiattimento del personale.

Se non si attuano cambiamenti, i Cancellieri assistenti di tutte le qualifiche e gli Operatori non potranno mai beneficiare del passaggio di area. L’area Assistenti conta 26.000 unità. Nessun contratto può garantire il passaggio se non si avvia un percorso virtuoso per step. Inoltre, se le attività specifiche del profilo non vengono spostate nell’area successiva, i passaggi saranno estremamente limitati e giustificati dall’amministrazione solo per esigenze di servizio, soprattutto per Cancellieri e Assistenti.

I Funzionari di tutte le qualifiche rimarranno bloccati nella loro attuale area, continuando a svolgere le stesse attività, poiché queste non possono essere delegate alla figura del Direttore, a meno che non vengano ampliate e arricchite con nuove e più qualificate mansioni. Allo stesso modo, anche i Direttori saranno coinvolti nella stessa situazione, e la protesta avviata in questi giorni rischia di finire in una bolla di sapone, perché l’immobilismo non promuoverà alcun processo innovativo e professionale nell’area di appartenenza, tanto meno verso l’area EP.

Le lavoratrici e i lavoratori di questo Ministero hanno una sola scelta: o si cambia o si rimane nel limbo professionale degli ultimi 20 anni.

La Fp Cgil, in tutti questi anni, si è assunta la responsabilità di non firmare contratti, vedi quello del 2010 che ha bloccato le lavoratrici e i lavoratori per decenni, l’accordo sulle progressioni economiche che è stato contestato dalla stragrande maggioranza dei dipendenti.

Altre organizzazioni sindacali hanno la responsabilità di aver ingessato il sistema professionale e di aver impedito al personale della giustizia di avere gli stessi riconoscimenti e trattamenti ottenuti in altre amministrazioni.

Ora l’amministrazione ha aggiornato la riunione di ieri sera al prossimo 28 novembre. Noi continueremo a fare la nostra parte e verificheremo se a quella data la parte pubblica si presenterà finalmente con la completezza degli accordi che abbiamo anche formalmente richiesto o continuerà a sfruttare le divisioni sindacali per fare ancora una volta il gioco dei soliti noti per non cambiare nulla nella sostanza.

É l’ora di dire fin chiarezza da che parte si vuol stare. Deve dirlo l’amministrazione e devono dirlo le altre organizzazioni sindacali. Noi lo abbiamo messo nero su bianco accettando il giudizio di tutti non senza spiegare le nostre ragioni.

Alla fine sapremo accettare ogni determinazione e, come abbiamo sempre fatto, se ci saranno le condizioni per una intesa complessivamente utile non faremo mancare il nostro apporto, in caso contrario aspetteremo di vedere quali cambiamenti e miglioramenti reali per le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori che gli altri saranno in grado di realizzare.

FP CGIL

Russo/Fuselli/Guida /Mascagni

CONTRATTO INTEGRATIVO 2024 – ULTIMO GIRO

L’AMMINISTRAZIONE NON SI TIRI INDIETRO

Nel pomeriggio di ieri si è svolta una nuova sessione del tavolo nazionale sull’ipotesi di CCNI 2024 trasmessa sabato scorso dall’Amministrazione.

L’impianto contrattuale, presentato per la prima volta il 9 ottobre, deve ancora essere perfezionato.

Nel corso della riunione abbiamo però registrato alcuni passi in avanti rispetto all’ultimo confronto. In particolare:

  1. Con riferimento ai parametri previsti per il riconoscimento dei differenziali stipendiali agli esclusi dalle tornate 2022 e 2023, INPS ha accolto la proposta di rivedere a rialzo il punteggio legato all’esperienza professionale maturata per ciascun anno di servizio dall’ultimo avanzamento di carriera (7 punti anziché 6) e si è impegnato altresì a riconoscere la medesima “pesatura” per ogni frazione di anno pari o superiore ai sei mesi. L’Amministrazione ha garantito che con questo impianto, da una ricognizione della platea dei potenziali beneficiari, l’obiettivo condiviso a livello unanime dal tavolo sindacale “dovrebbe essere raggiunto al 99%”.

  2. La parte attinente gli istituti orari è stata stralciata e sarà discussa con il prossimo CCNI. A tale proposito verrà formulata una dichiarazione congiunta.

In merito al quadro indennitario, invece, manca ancora un accordo, poste le modifiche unilaterali portate al tavolo dall’Amministrazione.

  • Sulle indennità per particolari compiti, la richiesta che abbiamo presentato compattamente al tavolo è di rivedere il trattamento economico delle posizioni oggi indennizzate, con una maggiorazione (quasi simbolica) di 50 euro per chi assolve specifiche funzioni. La stessa Amministrazione, peraltro, non considera tali ruoli a esaurimento e il riconoscimento avrebbe luogo solo dal mese di dicembre per azzerare l’impatto sull’erogazione dell’incentivo.

  • Sulla cumulabilità delle indennità previste per gli informatici, abbiamo ribadito la richiesta di estendere la platea dei potenziali beneficiari, includendo anche chi svolge funzioni da STT. Diversamente l’Amministrazione perorerebbe una distinzione volta a squalificare il contributo offerto da questi ultimi, già ridotti al lumicino sui territori.

  • Sulle indennità per le posizioni organizzative, prendendo atto – ancora una volta – della volontà della controparte di procedere con una modifica anche a dispetto dei processi di riorganizzazione non ancora condivisi con le organizzazioni sindacali, abbiamo chiesto un aumento del 10%, sempre da dicembre 2024, rivolto a tutte le posizioni organizzative che non hanno visto alcun apprezzamento dal 2021, malgrado in alcuni casi siano cresciute le attribuzioni di responsabilità.

Il tempo stringe, le rappresentanze – con senso di responsabilità evidente – hanno fatto passi importanti per la costruzione di un’intesa coerente, in grado di dare qualche risposta alla platea di lavoratrici e lavoratori dell’Istituto.

A questo punto basta uno sforzo minimo della controparte per trovare una quadra condivisa.

Davvero l’Amministrazione vuole far saltare il banco?

FP CGIL

Giuseppe Lombardo

CISL FP

Paolo Scilinguo

UIL PA

Sergio Cervo

CONFSAL/UNSA

Francesco Viola

Nella giornata del 30 ottobre abbiamo finalmente avuto l’incontro con il capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in rappresentanza della Ministra Calderone, cui avevamo scritto nelle scorse settimane.

Le questioni che avevamo posto riguardavano: il mancato pagamento del Decreto Poletti, quinto bimestre 2023; stato dell’arte rispetto ai 20 milioni di euro previsti dal DL 19/2024 in favore dell’INL; variazioni di bilancio dell’Ente e necessità di autorizzazioni da parte del Ministero, nonostante le diverse rassicurazioni del vertice politico; possibilità di utilizzo del bilancio dell’Ente per iniziative in favore dei lavoratori, anche con riferimento a iniziative di welfare.

Rispetto al decreto Poletti, quinto bimestre 2023, ci è stato comunicato che il Ministero ha espletato tutte le attività previste per cui le risorse sono già in transito verso INL.

Più complessa è la situazione dei fondi previsti dal DL 19, rispetto ai quali ci è stato rappresentato che la proposta presentata dall’INL appare generica e necessita di maggiore specificazione. Da parte nostra, abbiamo evidenziato che si è già perso molto tempo considerato che la proposta dell’INL è stata inviata la scorsa primavera e che fino a ieri, l’INL non era ancora a conoscenza di queste obiezioni. È nostra intenzione proporre che queste somme vengano impiegate in direzione della valorizzazione dell’attività di tutto il personale dell’INL. Abbiamo pertanto concordato che l’INL presenterà a breve una nuova proposta al MLPS sul progetto di efficientamento, previa consultazione delle organizzazioni sindacali. Su un aspetto l’intero tavolo sindacale è stato unanime: non è possibile immaginare né pretendere un ulteriore incremento dei carichi di lavoro, considerata la situazione già insostenibile e tenuto conto che una maggiore funzionalità/efficienza dell’INL è già prevista tra gli obiettivi del PNRR.

Rispetto al tema delle variazioni di bilancio dell’INL, ci è stato comunicato che, d’intesa con la Ministra, è stato evidenziato come non sia necessaria un’autorizzazione preventiva da parte del Ministero del Lavoro e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, mentre resta sempre la necessità di un controllo successivo per verificare la legittimità delle scelte adottate. Se è certamente importante che un passaggio (quello preventivo) sia venuto meno grazie alle nostre sollecitazioni, è però importante chiarire che anche l’intervento successivo non può risolversi in un modo per bloccare le scelte autonome dell’INL. Si può pertanto immaginare meccanismi di silenzio assenso da parte degli organi di controllo, decorso un determinato periodo di tempo, così da sostanziare l’autonomia dell’Ente anche sotto il profilo del bilancio. Attendiamo, pertanto, che il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si esprima sul punto, come ci è stato anticipato ieri.

Riguardo alla possibilità di utilizzare risorse dell’Ente in favore del personale, ci è stata anticipata la volontà di avviare un’interlocuzione con ASDEP – l’associazione privata composta da INPS, INAIL e ACI che ha la finalità di assicurare ai dipendenti degli Enti pubblici non economici e ai loro familiari, trattamenti sanitari complementari mediante stipula di polizze sanitarie integrative – per far sì che anche il personale del Ministero del Lavoro e dell’INL possa beneficiare dei relativi trattamenti, come già accaduto per altri Enti del comparto. Su questo punto respingiamo l’ipotesi che per l’adesione si utilizzi il salario accessorio dei dipendenti, andando a intaccare le già scarse risorse del FRD, ma che si valuti l’utilizzo di quote del bilancio del Ministero e dell’INL, altrimenti si rischierebbe di rendere inapplicabile tale previsione, rendendola una beffa per i lavoratori, anziché un’opportunità.

Nel corso dell’incontro, abbiamo anche evidenziato l’estremo ritardo degli organi di controllo rispetto alla certificazione dell’ipotesi di FRD 2023. Abbiamo appreso di un intervento immediato nei confronti degli organi di controllo già durante la riunione e sembrerebbe che questo abbia sbloccato la certificazione, che avverrà già nei prossimi giorni.

In definitiva, si è trattato di un incontro utile per conoscere lo stato dell’arte su alcune questioni, merito delle nostre sollecitazioni.

Ora aspettiamo che gli impegni presi al tavolo siano rapidamente tradotti in atti concreti, senza lasciar passare altri mesi invano.

FP CGIL

CISL FP

UILPA

FLP

CONFSAL-UNSA

USB P.I.

M. ARIANO

M. CAVO

I. CASALI

A. PICCOLI

V. DI BIASI

G. DELL’ERBA – V. SANTURELLI

Nel corso dell’incontro con il Capo di Gabinetto, uno dei temi posti ha riguardato lo sviluppo di misure tese all’efficientamento dell’INL, al fine di poter corrispondere i fondi previsti dal DL 19/2024, al momento ancora bloccati (i famosi 20 milioni di euro, per capirci).

Noi come FP CGIL una nostra proposta l’avevamo già presentata da tanto tempo, oramai qualche anno addietro: migliorare l’efficienza dell’Ente attraverso una mutua collaborazione tra uffici, ossia attraverso la sussidiarietà. Si tratta di una prassi già in uso da tempo in altri Enti del comparto e che – così ci venne risposto a suo tempo – non sarebbe praticabile in INL.

Noi continuiamo testardamente a credere, invece, che diverse attività possano essere svolte anche da lavoratori dipendenti appartenenti ad un ufficio diverso da quello interessato. Certamente le attività di protocollo, ad esempio, possono essere svolte da qualunque ufficio del territorio, essendo stato il protocollo informatizzato. Lo stesso pensiamo possa valere per altre attività, nel momento in cui si sviluppi l’attività in modalità telematica: pensiamo, a mero titolo di esempio, alle convalide delle dimissioni di lavoratrici madri, che possono essere lavorate da remoto da un ufficio diverso da quello direttamente destinatario.

In altri termini, mentre l’attività ispettiva non può farsi da remoto (né riteniamo che semplici task-force possano risolvere il problema della grave carenza di personale nelle sedi del Centro-Nord) questo non vale per molte altre attività.

Questo tipo di attività potrebbe essere svolta, naturalmente, dagli uffici che sono nelle condizioni di poterlo fare e presuppone un’analisi della loro situazione rispetto alle professionalità presenti, ma anche rispetto ai carichi di lavoro pregressi e agli obiettivi assegnati. Si dovrebbe quindi fare un accordo interno all’Ente tale per cui l’Ufficio “X” svolgerà, nel singolo anno, un certo numero di pratiche (es. di convalide dimissioni) in favore dell’ufficio “Y”, immaginando anche possibili ricadute positive per gli uffici che danno il loro supporto.

Ulteriore possibilità in tale direzione è data dal CCNL delle Funzioni Centrali 2019-2021 nella parte in cui prevede la possibilità di utilizzare il lavoro agile e/o il lavoro da remoto nelle sue varie declinazioni. Si potrebbe immaginare, in altri termini, di concedere lunghi periodi di lavoro a distanza al personale, con periodici rientri in sede, così che questo possa lavorare certe pratiche anche al di fuori dell’ufficio. Il cosiddetto lavoro decentrato è già previsto e in uso presso la Direzione Generale: potrebbe essere utile estenderlo anche ai territori.

Ancora: si parla tanto di mobilità territoriale, col rischio che il tema diventi semplicemente argomento da campagna elettorale, senza considerare i devastanti effetti che si possono realizzare nello svolgimento delle attività degli uffici del Centro-Nord, se non si adottano misure specifiche per evitare che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro diventi Ispettorato Differenziato del Lavoro.

Noi proponiamo che la mobilità del lavoratore possa essere legata allo svolgimento di attività in favore dell’ufficio cedente, così da scongiurare il rischio che gli spostamenti di lavoratori si possano tradurre in un sovraccarico di lavoro per gli altri lavoratori dell’ufficio. In sostanza, se un lavoratore si sposta da un ufficio con carenza di organico, dovrà garantire lo svolgimento di un certo numero di attività in favore di quell’ufficio, ancorché assegnato o trasferito ad altro ufficio.

Lo strumento normativo previsto dal DL 19 può essere l’occasione per migliorare anche l’organizzazione dell’Ente e riteniamo che idee ambiziose e di prospettiva possano essere un valido supporto anche al miglioramento delle condizioni lavorative dei dipendenti dell’Ente, oltre a far arrivare loro ulteriori fondi.

Coordinatore nazionale FP CGIL – INL

Matteo Ariano

Care/i compagne/i amiche/i,

facciamo seguito alla nota dello sciopero del 23 settembre u.s. per aggiornarvi sullo stato attuale degli incontri che si sono tenuti fino ad oggi.

Così, come già accennato con le nostre precedenti note, il 16 ottobre siamo stati ricevuti, grazie alla splendida giornata di mobilitazione, dal Capo Gabinetto del Ministro della Salute e, a seguito degli impegni assunti in quella riunione ci è stato comunicato che si sarebbe dato corso, nelle successive settimane, ad un percorso di confronto che avrebbe coinvolto la Conferenza Stato- Regioni, le Associazioni Datoriali e le Parti sindacali. Inoltre siamo stati anche informati che il Governo stava valutando la possibilità di incrementare le quote per i DRG, il cui aumento avrebbe compreso il costo del lavoro.

Come organizzazioni sindacali abbiamo ribadito la necessità di addivenire ad un sistema normativo che garantisca regole più vincolanti nelle procedure di accreditamento sulla questione contrattuale, ed inoltre che i soldi che verranno stanziati verso i soggetti privati siano legati sia per il rinnovo del contratto della Sanità Privata Aris Aiop che per la costituzione del nuovo Ccnl unico Aiop Aris rsa.

Lunedì 28 p.v. alle ore 11,00 saremo di nuovo presso il Ministero della Salute, insieme ad altre sigle sindacali e in quella sede ribadiremo la nostra posizione, sia sui vincoli nei sistemi di accreditamento delle diverse regioni che sulla parte contrattuale.

È superfluo ricordare, che il nostro obiettivo, sarà quello di arrivare in tempi brevi alla sottoscrizione dei due contratti e che gli stessi siano in linea con quello pubblico.

Da ultimo vi trasmettiamo anche la nota che abbiamo inviato nella serata di ieri per sollecitare la convocazione da parte di Conferenza Regioni che a seguito della precedente richiesta del 3 ottobre non ha ancora provveduto a programmare l’incontro.

Vi terremo aggiornati degli esiti.

FP CGIL

                         CISL FP                                             

UIL FPL

B. Francavilla

R. Chierchia

C. Chietti

Al Ministro della Salute Prof. Orazio Schillaci

Al Capo di Gabinetto

del Ministro della Salute Dott. Marco Mattei

Al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione generale, delle Risorse umane e del Bilancio Dott. Giuseppe Celotto

Al Capo Dipartimento della Prevenzione, della Ricerca e delle Emergenze sanitarie Dott.ssa M. Rosaria Campitiello

Al Capo del Dipartimento della Salute umana, della Salute animale e dell’Ecosistema (One Health) e Rapporti internazionali Dott. Giovanni Leonardi

Al Capo del Dipartimento della Programmazione, dei Dispositivi medici, del Farmaco e delle Politiche in favore del Servizio Sanitario Nazionale Dott. Francesco Saverio Mennini

e, p.c. All’Ufficio relazioni sindacali

S E D E

Oggetto: Mail Ufficio Relazioni sindacali del 24 ottobre u.s., ore 19.14.

Bozza decreto interministeriale incarichi di direzione di uffici corrispondenti alla struttura complessa, conferibili ai dirigenti sanitari.

Bozza decreto ministeriale nuovo assetto organizzativo degli Uffici di livello dirigenziale non generale del Ministero della Salute .

Al riguardo, facendo seguito alla nota delle scriventi OO.SS. del 18 luglio u.s. (all.1), si ribadisce che il contenuto delle citate bozze di provvedimento rientrano tra quelli per i quali il vigente CCNL della Dirigenza area delle Funzioni Centrali firmato il 16 novembre 2023 prevede dapprima la preventiva informazione (art. 4) e, successivamente, il confronto (art. 5), con le Organizzazioni Sindacali firmatarie del citato CCNL .

Si ribadisce nuovamente che a norma dell’art. 4, commi 1, 2 e 3, del CCNL 16.11.2023, l’informazione è il presupposto per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei suoi strumenti ed è resa preventivamente e in forma scritta da codesta amministrazione alle OO.SS. .

Inoltre, il CCNL dispone che l’informazione consiste nella trasmissione preventiva di dati ed elementi conoscitivi, da parte di codesta amministrazione alle OO.SS. al fine di consentire loro di prendere conoscenza della questione trattata e di esaminarla.

Il CCNL dispone, altresì, che l’informazione deve essere data nei tempi, nei modi e nei contenuti atti a consentire alle OO. SS. di procedere a una valutazione approfondita del potenziale impatto delle misure da adottare ed esprimere osservazioni e proposte.

Per quanto attiene al confronto il citato CCNL all’art. 5, commi 1, 2 e 3, dispone che il confronto è la modalità attraverso la quale si instaura un dialogo approfondito sulle materie rimesse a tale livello di relazione, al fine di consentire alle OO. SS., di esprimere valutazioni esaustive e di partecipare costruttivamente alla definizione delle misure che l’amministrazione intende adottare.

Il comma 2, dell’art. 5, del vigente CCNL testualmente prevede :

Il confronto si avvia mediante l’invio ai soggetti sindacali di cui al comma 1 degli elementi conoscitivi sulle misure da adottare, con le modalità previste per l’informazione. A seguito della trasmissione delle informazioni, amministrazione e soggetti sindacali si incontrano se, entro cinque giorni lavorativi dall’informazione, il confronto è richiesto da questi ultimi, anche singolarmente. L’incontro può anche essere proposto dall’amministrazione contestualmente all’invio dell’informazione. Il periodo durante il quale si svolgono gli incontri non può essere superiore a quindici giorni. Al termine del confronto, è redatta una sintesi dei lavori e delle posizioni emerse”.

Orbene, niente di tutto questo è stato posto in essere da parte di codesta amministrazione.

Pertanto, si invita codesta amministrazione dare l’avvio al confronto di cui all’art. 5 del CCNL della Dirigenza, area delle Funzioni Centrali firmato il 16 novembre 2023, nei modi e nei tempi previsti dal CCNL stesso .

Si resta in attesa di un sollecito riscontro .

FP CGIL

CISL FP

UILPA

Fabio Lupi

Fabrizio Garroni

Massimo Ausanio

Si è svolta oggi la programmata riunione per la definizione dell’accordo per le Famiglie Professionali e il CCNI. Per l’Amministrazione erano presenti il Vice Ministro Paolo Sisto, il Capo Dipartimento DOG, i Direttori Generali del Personale del DAP, del DGMC, degli Archivi Notarili e il DG Bilancio.

Ha introdotto la riunione il Viceministro, che si è soffermato principalmente sulla necessità di sottoscrivere l’accordo entro il 31.12.24, termine imposto dal CCNL. Infatti, se non si rispetta tale termine decade l’efficacia della norma in deroga per i passaggi di cui all’art. 18 e le somme – lo 0,55% del monte salario dell’anno 2018, pari a 9.500.000 euro per finanziare i passaggi – se non utilizzate dovranno essere restituite al Mef.

Successivamente sono intervenuti il Capo dipartimento DOG e i DG, DGMC e Archivi notarili.

Il capo Dipartimento DOG ha spiegato la proposta e il piano di interventi.

Ha proposto di sottoscrivere un accordo o protocollo per definire i passaggi con le suddette somme, la possibilità, con il fondo 2024, di strutturare le PO e un sistema indennitario, nonché dei passaggi economici con il nuovo sistema con i differenziali stipendiali.

La proposta su cui confrontarci è stata inviata solo ieri e, da una veloce disamina, abbiano apprezzato e condiviso l’impianto e il numero delle famiglie.

Lo schema presentato prevede lo sviluppo verticale delle famiglie su tutte le aree, tale schema facilita le progressioni tra le aree per tutte le figure professionali. Passaggi dall’area Operatori all’area Assistenti e dall’area Assistenti all’area Funzionari. La proposta, inoltre, prevede il passaggio tra famiglie.

Abbiamo chiesto, per il Dog, di integrare con l’inserimento della famiglia dei giudiziari nell’area Funzionari, la figura del Direttore e del Funzionario addetto all’udienza.

L’inserimento della figura del Direttore rappresenta un qualificato supporto alla giurisdizione, mentre la figura del Funzionario addetto all’udienza consente e prevede la progressione del Cancelliere e del personale nel cui profilo è prevista l’assistenza all’udienza.

Abbiamo, inoltre, chiesto l’inserimento in tutte le aree delle figure nuove di cui ai progetti PNRR: Funzionario AUPP, Funzionario dell’Organizzazione, Funzionario d’Amministrazione, Funzionario Tecnico, Funzionario Analista dell’Organizzazione, Funzionario edilizia e l’Operatore Data Entry.

Per quanto riguarda il DAP, la proposta dell’Amministrazione non ha subito modiche rispetto alle precedenti, a cui la scrivente O.S. aveva già da tempo espresso parere favorevole. Pertanto non ci sono nuovi rilievi da segnalare.

Per quanto concerne la proposta di schema delle famiglie professionali del Dipartimento Giustizia minorile e comunità, possiamo affermare che la maggior parte delle richieste da noi rappresentate sono state accolte dall’amministrazione. Ci riferiamo alle famiglie dei servizi contabili e alle famiglie dei servizi amministrativi. Abbiamo inoltre apprezzato che il DGMC abbia accolto la richiesta di rinominare la famiglia dei servizi del trattamento socio- rieducativo in famiglia “dei servizi del trattamento rieducativo e del reinserimento sociale” e di rimodulare la descrizione delle attività previste all’interno della famiglia, proprio per riconoscere e tutelare le diverse competenze tecniche dei profili di ruolo che insistono nella suindicata famiglia, in particolare ci riferiamo ai funzionari di Servizio Sociale, Funzionari della Professionalità Pedagogica, funzionari psicologi, e funzionari della mediazione culturale. Ribadiamo a tale proposito, la nostra contrarietà all’introduzione della nuova figura professionale del funzionario del trattamento rieducativo, di cui l’amministrazione non ha reso noti i titoli di accesso e che rischia di creare ulteriore confusione in relazione alle competenze del funzionario della professionalità pedagogica, alla luce anche dell’istituzione dell’albo delle professioni pedagogiche ed educative introdotto con la legge n. 55 del 2024. Infine abbiamo chiesto il reintegro della figura professionale del Direttore sia nella famiglia dei Servizi Amministrativi sia nella famiglia dei servizi del trattamento rieducativo e del reinserimento sociale.

Per gli Archivi Notarili lo schema non presenta variazioni di rilievo.

In generale, abbiamo apprezzato l’accoglimento delle nostre proposte relativamente alla strutturazione di un sistema indennitario di cui all’art 14 del CCNL 2019/21, l’introduzione delle PO, delle progressioni economiche con il nuovo sistema dei differenziali stipendiali. Di procedere, entro il 31.12.2024, all’accordo per le progressioni in deroga.

Abbiamo ribadito la necessità di sottoscrivere un accordo programmatico per il passaggio di almeno il 65% dall’ex area seconda, oggi area Assistenti, all’area dei Funzionari, attraverso la rimodulazione del fabbisogno di organico e di un importante piano assunzionale. Tali accordi dovranno essere riportati nel contratto integrativo e non in accordi o protocolli sottoscritti a latere.

Il Viceministro, infine, ha confermato gli impegni di spesa riportati nel documento finanziario programmatico di medio termine di 6000 stabilizzazioni del personale a tempo determinato PNRR. Ha confermato inoltre l’impegno di reperire risorse per implementare il FRD 2024 per tutto il Ministero della Giustizia.

Come Fp CGIL abbiamo confermato la nostra disponibilità a firmare l’accodo sulle famiglie e il contratto integrativo se verranno accolte e confermate le nostre richieste.

L’incontro è stato rinviato al prossimo 4 novembre, alle ore 16.00; l’amministrazione ha invitato le OO.SS. ad inviare entro lunedì prossimo le proprie osservazioni.

Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.

Fp Cgil

Russo/Fuselli /Guida/Mascagni

Nell’incontro di ieri, 23 ottobre 2024, con l’Amministrazione si è discusso della bozza, relativa alla nuova procedura di selezione per l’attribuzione di 3279 differenziali stipendiali suddivisi tra le tre aree a decorrere 1° gennaio 2024.

Non sono state apportate modifiche ai criteri previsti nell’accordo dello scorso anno, ma il numero di differenziali messi a bando è di molto superiore, abbiamo 3279 posizioni di cui:

1337 per l’area dei funzionari, 1778 per l’area degli assistenti e 166 per l’area degli operatori., cosi come definito nell’intesa programmatica dell’accordo sul Fondo Risorse Decentrate 2023.

Ora l’ipotesi dopo la sottoscrizione delle sigle che riterranno di firmare, dovrà essere certificata dall’ufficio centrale del bilancio presso il Viminale e poi dalla Funzione Pubblica e dal Mef. Successivamente dopo la certificazione sarà ed entro il 31 dicembre sarà sottoscritto l’accordo definitivo. Il bando sarà pubblicato subito dopo.

Con questo accordo e con le risorse rese disponibili riusciamo a portare a casa la settima progressione economica orizzontale che interessa come sempre il 49% degli aventi diritto.

Siamo coscienti che ci sono molte cose su cui continuare a lavorare: dai passaggi tra le attuali famiglie professionali a quella in cui si svolgono le reali funzioni, per dare un giusto riconoscimento delle competenze , alle procedure di mobilità che procedono con molta lentezza, allo smart working che in alcuni uffici ancora non viene autorizzato, malgrado la normativa lo preveda, alle elevate professionalità che verranno definite con il nuovo PIAO.

Su tutti queste criticità la Fp Cgil si sta impegnando da tempo, e nel corso delle prossime settimane continueranno i confronti sui temi elencati e soprattutto sul tema risorse perché per riconoscere il giusto peso di ciascun lavoratore e le legittime aspettative professionali, sono necessarie nuove risorse economiche, per continuare sui differenziali stipendiali e per dare risposte alle norme di prima applicazione sancite dal CCNL e che se non verrà nuovamente finanziata rischia di non poter essere applicata in futuro

Tra tutte le difficoltà spicca ovviamente la trattativa all’Aran sul nuovo CCNL, che stenta a decollare a causa delle poche risorse messe a disposizione dal Governo, e su cui la Fp Cgil si è tempestivamente mobilitata per rivendicare giusti salari ed ulteriori stanziamenti per adeguare gli stipendi ancora troppo bassi.

Come sempre vi terremo aggiornati.

la coordinatrice nazionale
Adelaide Benvenuto

Con la deliberazione n. 95 adottata nella giornata di ieri dal Consiglio d’Amministrazione, INPS ha finalmente varato il nuovo regolamento per il cambio di famiglia professionale nell’ambito delle aree dei funzionari e degli assistenti, rispondendo a una sollecitazione che più volte avevamo presentato al tavolo sindacale.

Nonostante la bozza non sia stata trasmessa alle organizzazioni sindacali prima del passaggio al CdA, il testo riporta alcuni elementi che avevamo sottoposto all’attenzione dell’Amministrazione.

In particolare:

  • viene inserito un richiamo a una ricognizione delle criticità organizzative da tenere di norma annualmente, una disposizione che consente alla macchina amministrativa di avere maggiore flessibilità e, al tempo stesso, dà uno sbocco a quanti coltivano l’ambizione di sviluppare la propria professionalità in un altro ramo dell’Istituto;

  • negli interpelli sarà specificata preventivamente l’articolazione regionale dei posti disponibili;

  • nelle disposizioni in deroga si prevede un’apertura alle ragioni personali che portano le lavoratrici e i lavoratori a riorientare il proprio percorso a cinque anni dalla data di inquadramento (termine derogabile in presenza di ragioni di salute).

Sono sicuramente passi avanti rispetto alla bozza originariamente trasmessa alle organizzazioni sindacali. Come FP CGIL auspichiamo adesso una celere azione dell’Istituto, ricordando le situazioni pendenti. Due su tutte:

  • quella degli STT, ormai ridotti al lumicino, con intere realtà territoriali prive del supporto dell’informatico di sede;

  • quella di chi, assolto un ruolo ispettivo in altri enti e assunto in Inps come amministrativo, legittimamente aspira a transitare nell’area ispettiva ora che è stato eliminato il ruolo a esaurimento. I pensionamenti previsti quest’anno segneranno un’ulteriore carenza d’organico nella ricostituita famiglia ispettiva, ripetto a quelle già computate dal PNRR bis. Sarebbe quindi anomalo non guardare alle professionalità già presenti in casa nostra.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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