Care colleghe, cari colleghi,

abbiamo il piacere di informarvi che, dopo mesi di attesa, abbiamo sottoscritto definitivamente il FRD 2023.

Come Fp Cgil, con diverse note, abbiamo sollecitato e invitato lAmministrazione a un cambio di passo. Non è accettabile il ritardo con cui si contratta e si eroga il fondo: sono soldi delle lavoratrici e dei lavoratori, e hanno diritto a percepirli in tempi certi.

Anche nellultimo incontro con la Capo di Gabinetto abbiamo chiesto di fissare a stretto giro la data per la contrattazione del FRD 2024, e di lavorare per poter contrattare nei primi mesi del prossimo anno quello del 2025.

Il 30 giugno e il 1° luglio abbiamo organizzato, insieme a Uil e Usb, assemblee con presidi per denunciare la grave situazione in cui versa il Ministero della Giustizia. Una crisi legata anche ai ritardi nellapplicazione dei pochi accordi sottoscritti, alla mancanza di personale, e allassenza di risorse per effettuare regolari passaggi economici e professionali, che consentano la crescita del salario.

La scopertura media di personale è del 35-38%; in alcune regioni del Nord la percentuale supera il 50%. Nonostante lingresso di personale precario PNRR, le difficoltà permangono. Drammatica è la situazione di tutti gli uffici requirenti, dei Tribunali per i minorenni e di sorveglianza, degli UNEP, dove il personale è ridotto al lumicino a causa di pensionamenti e dimissioni. Molte lavoratrici e molti lavoratori abbandonano questo Ministero, transitando verso altri enti o amministrazioni, dove le condizioni di lavoro ed economiche sono migliori.

E invece di investire maggiori risorse per la stabilizzazione di tutto il personale precario presente negli uffici, il Ministero si limita a dire che, al momento, le risorse disponibili garantiscono la stabilizzazione di 6.000 unità su circa 12.000.

Per questi motivi vi chiediamo di partecipare, unite e uniti, alle assemblee organizzate in tutti i Palazzi di Giustizia.

Per difendere il diritto a un salario dignitoso, alla carriera, alla stabilizzazione.

Per difendere un diritto fondamentale per ogni donna e ogni uomo di questo Paese: il lavoro.

Perché la Giustizia esista davvero, servono persone, competenze, diritti.

Servono lavoratrici e lavoratori stabilizzati, valorizzati, rispettati.

Ma oggi mancano gli organici, si ritardano i fondi, si eludono gli impegni.

La Giustizia rischia di spegnersi non per mancanza di leggi, ma per assenza di chi la rende possibile.

Noi ci siamo. E ci faremo sentire.

Il 30 giugno e il 1° luglio usciamo dagli uffici.

Facciamoci vedere. Facciamoci ascoltare.

Giustizia, lavoro, dignità: sono diritti, non favori.

Chi lavora nella giustizia, ha diritto a giustizia.

FP CGIL

Felicia Russo

Mentre il dibattito sindacale verte, ancora una volta, sulla funzionalità dell’interpello nell’assegnazione delle Posizioni Organizzative, noi continuiamo a pensare che il regolamento per il conferimento di tali incarichi abbia ben altre criticità, evidenti, che minano la trasparenza e la funzionalità delle procedure.

Due in particolare:

  • La prima, che non ci stancheremo di ripetere, attiene al merito e all’eccessiva discrezionalità riconosciuta al Nucleo di Valutazione. Attribuire fino a 65 punti con il colloquio significa di fatto assegnare allo stesso Nucleo il potere di decidere vita, morte e miracoli dei singoli candidati. Così facendo si snatura il processo di selezione: ad una parvenza formale di linearità, corrisponde nella prassi un sistema in cui il parere del singolo dirigente pesa a dismisura, con tutto ciò che ne consegue.

  • La seconda attiene il metodo. I tuttologi nella vita non esistono, ma l’INPS premia paradossalmente una conoscenza tanto generica quanto onnicomprensiva dell’Istituto, in luogo di un processo di specializzazione che dovrebbe invece essere perseguito, anche in coerenza con la costituzione dei diversi profili professionali.

Ora, se le nostre proposte sul primo punto sono note (ridurre sensibilmente il peso dato all’esame orale e conferire almeno 25-30 punti a un test scritto a risposta multipla, come avviene nei concorsi), si potrebbe perfezionare il processo rendendolo ancora più trasparente e creare un database, un set di domande e risposte per area tematica, valido sia per gli orali che per eventuale prova scritta.

Ciò consentirebbe ai candidati di prepararsi sul proprio “pezzo” e la possibilità di crescere professionalmente si legherebbe stabilmente a una sorta di processo formativo indotto.

Codificando la teoria, inoltre, le lavoratrici e i lavoratori portatrici e portatori della conoscenza pratica (operativa e procedurale) avrebbero anche l’opportunità di vedere valorizzato quel valore aggiunto che rappresentano per l’Istituto.

In una realtà che non ruota attorno alle PAPERless ma investe perfino sull’Intelligenza Artificiale, predisporre domande e risposte ratione materiae non sembra un progetto né proibitivo né avveniristico. Perché l’INPS non lo fa suo?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Oggi mercoledì 25 giugno 2025 si è tenuto il previsto incontro relativo alla trattativa per il rinnovo del CCNL Fabbricerie.

Nel corso dell’incontro è proseguito il confronto congiunto sulla parte normativa: in particolare, nella riunione odierna, è stata affrontata una integrazione del procedimento disciplinare, le modalità di ricorso a forme contrattuali a tempo determinato e approfonditi gli effetti organizzativi dei periodi di malattia e i conseguenti effetti economici.

Trattandosi di argomenti particolarmente delicati si è ritenuto necessario prevederne la trattazione al termine di ulteriori approfondimenti da sviluppare congiuntamente nel prossimo appuntamento.

I lavori sono stati aggiornati alla seconda metà di luglio, al fine di consentire alle Parti lo scambio di nuovi elaborati.

Vi terremo costantemente aggiornati

FP CGIL                 CISL FP          UIL FPL

Gamberini                 Bruni             Gambini

Intendiamo prendere posizione comune sulle notizie che giungono dalla riunione dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione e sugli effetti che certe proposte presentate dall’Amministrazione in materia di lavoro agile potrebbero avere sulla vita delle lavoratrici e lavoratori dell’INL.

Sembrerebbe che il nuovo regolamento sia molto più restrittivo dell’attuale: ad esempio, si toglierebbe la possibilità di cumulare i giorni di lavoro agile nel corso del mese, si renderebbero proporzionali e non consecutive le giornate di lavoro agile rispetto a quelle in presenza, si toglierebbe la possibilità di smart-working il lunedì e il venerdì, salvo casi eccezionali (bisognerebbe essere sul letto di morte, forse, o non basta?), si ridurrebbero i giorni di lavoro agile per il personale ispettivo (e ti pareva non ci fosse la norma contro gli ispettori).

Il tutto, immaginiamo, nell’ottica di migliorare il benessere dei dipendenti e rendere più attrattivo l’INL. Quindi, a fronte di Enti che utilizzano il lavoro agile come leva organizzativa per migliorare la produttività (sviluppo, questo, avvenuto all’INL grazie all’attuale regolamento) e come strumento per invogliare i lavoratori a prendere servizio o a non andarsene, INL sembrerebbe pronto a istituire un nuovo strumento: IL LAVORO INFLESSIBILE. Uno strumento che darà certamente i suoi frutti nell’aumentare la conflittualità interna alle sedi, il malessere organizzativo, indebolire la conciliazione tra esigenze di vita e di lavoro e favorire dimissioni e rinunce alla presa di servizio.

O forse la necessità di questi correttivi nasce dall’incapacità dell’Amministrazione di vigilare sul rispetto dell’attuale regolamento da parte degli uffici territoriali e, quindi, si pensa di far fronte a evidenti carenze organizzative con la restrizione del lavoro agile per tutto il personale??? Da applausi, davvero!!!

Insomma, pur di non assumersi le responsabilità della gestione (perché hanno il ruolo di dirigenti, ancora non si capisce?!?), si preferisce azzerare di fatto l’istituto, penalizzando tutto il personale.

Ogni volta si pensa che al peggio ci sia un limite, invece…

Da parte nostra comunichiamo senza mezzi termini che passi indietro sul lavoro agile determineranno la proclamazione di un nuovo e più articolato STATO DI AGITAZIONE, con l’adozione di tutte le forme di lotta capaci di bloccare il raggiungimento degli obiettivi strategici dell’INL, visto che la pazienza delle lavoratrici e dei lavoratori dell’INL, dopo l’esclusione “politica” dall’incremento FRD, ha un limite che si è già ampiamente superato.

                                                               FP CGIL                     UIL PA                        USB PI

                                                         Matteo ARIANO         Ilaria CASALI          Giorgio DELL’ERBA

Dopo le Funzioni Centrali, anche la Sanità è capitolata grazie alle giravolte di qualche organizzazione sindacale.

Il nuovo CCNL conferma quanto scriviamo da tempo: il Governo sta tagliando gli stipendi del pubblico impiego, con dei rinnovi farsa che non consentono neppure di recuperare l’inflazione maturata negli anni passati.

E mentre tutto ciò avviene – e chi ha offerto il fianco a questa linea entra curiosamente a far parte della compagine governativa – il leitmotiv è sempre lo stesso: a risorse date, questi sono “i migliori accordi possibili”.

Peccato che oltre alle spese militari (in questa surreale corsa agli armamenti….), ai gusci vuoti delle grandi opere, alle infrastrutture detentive costruite all’estero, ai rimborsi per i Ministri non eletti, oltre a tutto ciò il Governo continua a fare occasionali “concessioni”, dimostrando che i cordoni della spesa possono essere aperti a seconda del vento che tira.

L’ultima, in ordine di tempo, è quella promessa a chi gestisce stabilimenti balneari: ventuno anni dopo l’approvazione della direttiva Bolkestein in Europa, il Governo abbassa i canoni, portando i valori minimi dagli attuali 3.377 euro a 3.204 euro all’anno, e aumenta al contempo gli indennizzi previsti.

Al netto di ogni opinione di merito, è un’agevolazione che testimonia come dietro ogni stanziamento ci sia una valutazione politica nelle priorità di spesa. Detto in altri termini: i soldi ci sono, ma non per chi lavora al servizio dello Stato.

Non c’è un interesse a valorizzare la pubblica amministrazione, a tutelarne il perimetro d’azione, a premiarne le professionalità. La PA non è ritenuta un asset strategico del cambiamento, ma è un utile banco su cui fare cassa.

Che il Governo che ha boicottato i referendum con esortazioni balneari ci provi, lo capiamo; che altre sedicenti organizzazioni non abbiano nulla da eccepire, e anzi gioiscano per il trattamento ricevuto utilizzando toni festanti, francamente lo capiamo meno.

Sarà un colpo di sole?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

In data martedì 24 aprile 2025 si è tenuto il quarto incontro relativo alla trattativa per il rinnovo del CCNL FICEI, applicabile ai dipendenti dei Consorzi e degli Enti industrializzati aderenti a FICEI, per il triennio 2025-2027.

Nel corso dell’incontro è proseguito il confronto congiunto sulla parte normativa, da noi proposta, che si è quasi completato, pur prevedendo alcuni rinvii per ulteriori approfondimenti da affrontare nel prossimo appuntamento.

È stato concordato di aggiornare i lavori a martedì 22 luglio, data nella quale si intende concludere l’esame dei punti normativi residui e avviare in maniera continuativa il confronto sull’intero impianto economico del contratto.

Vi terremo costantemente aggiornati

   FP CGIL                    CISL FP          UIL FPL

    Daniele Gamberini    Diego Truffa    Pietro Bardoscia

Il 24 giugno si è svolta in Aran una nuova riunione per il rinnovo del CCNL del comparto autonomo della Presidenza del Consiglio dei Ministri 2019-2021.

La riunione ha discusso della bozza di testo trasmessa da Aran che non ha riportato avanzamenti in relazione alle proposte inviate da FP CGIL per iscritto già nel mese di maggio e certifica una chiusura da parte dell’amministrazione in materia di lavoro agile e da remoto, segno che non c’è la volontà dell’amministrazione di riallineare la Presidenza agli avanzamenti normativi degli altri comparti pubblici con l’introduzione di una modalità che ha già dimostrato di migliorare il benessere lavorativo e di favorire la conciliazione dei tempi di vita e lavoro del personale.

Non sono state recepite, inoltre, le modifiche presentate in merito alle criticità emerse nel Dipartimento della Protezione Civile, in tema di retribuzione della chiamata in reperibilità e del riposo compensativo, né sulle ipotesi di rafforzare le relazioni sindacali in merito alla definizione di criteri e modalità di ricorso alla mobilità interna alla Presidenza e in merito al PIAO, né alla richiesta di superare la penalizzazione dei lavoratori in posizione di comando cui, pur svolgendo lo stesso lavoro di colleghi di ruolo, è riconosciuta un’indennità inferiore.

 

Si è tenuto ieri mattina, lunedì 23 giugno, il terzo incontro tra Aran e Organizzazioni sindacali per il rinnovo del CCNL per il triennio 2022 – 2024 dell’Area della Dirigenza delle Funzioni Centrali.

Dopo il quadro degli incrementi economici esposto nella precedente seduta, abbiamo rilevato come gli aumenti sulle parti fisse delle retribuzioni contenuti nella bozza discussa confermano quanto abbiamo già dichiarato in apertura di questa trattativa. Le risorse messe a disposizione per questo contratto sono del tutto insufficienti e sviluppano un aumento di poco più del 6% sulle parti fisse della retribuzione, dove per il personale non dirigente sempre delle funzioni centrali si è arrivati al 7,9%, comunque del tutto insufficienti a fronte di un’inflazione per lo stesso periodo del 16%.

Come Funzione Pubblica CGIL abbiamo ribadito il nostro giudizio di netta e ferma contrarietà per un contratto che non è minimamente sufficiente ad allineare le retribuzioni di dirigenti, professionisti, medici e sanitari, di ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici, Enac, Cnel e Agid al costo della vita registrato nel triennio di riferimento. In più si conferma nessun arretrato per il 2022 e 2023, oltre all’assorbimento dell’indennità di vacanza contrattuale e degli anticipi erogati unilateralmente dal Governo a dicembre 2023.

Nel merito del testo proposto da ARAN abbiamo poi esposto quanto segue:

SMART WORKING

Abbiamo ribadito che il contratto non prevede criteri di prevalenza tra l’attività lavorativa svolta in presenza ed in modalità di lavoro agile, per questo riteniamo che debba essere definitivamente chiarito che tanto ai dirigenti e professionisti regolati dal tempo di lavoro, tanto al personale sottoposto all’orario di lavoro, deve essere garantito l’accesso a questa modalità di esecuzione della prestazione di lavoro. Abbiamo nuovamente chiesto che ci fosse un intervento chiarificatore per riconoscere non solo il buono pasto, ma per individuare, nell’ambito della contrattazione integrativa, delle compensazioni economiche che andassero a coprire tutte le spese sostenute dal dipendente in ragione della sua

attività in modalità di lavoro agile, a partire dal pasto certo ma estendendo anche alle utenze e all’eventuale strumentazione utilizzata.

INCARICHI

Abbiamo accolto positivamente lo spirito della proposta formulata da ARAN sul tema della garanzia della continuità dell’incarico ma l’abbiamo ritenuta ancora insufficiente. Bisogna fare di più per raggiungere una formulazione che tuteli adeguatamente il diritto all’incarico del dirigente, anche immaginando di estendere l’applicazione della clausola di salvaguardia ex art. 54 del CCNL 2016-2018 ad esempio.

Abbiamo chiesto poi di inserire una norma che salvaguardasse gli importi della retribuzione di risultato qualora l’amministrazione intendesse attivare nuovi incarichi, da realizzare mediante un corrispondente aumento dei fondi di contrattazione integrativa anche alla luce dell’eventuale risparmio di spesa derivante dall’attribuzione di questi incarichi al personale interno rispetto all’attivazione di consulenze esterne.

Per i dirigenti sanitari del ministero della salute nonché dell’AIFA abbiamo chiesto di inserire una clausola di salvaguardia che preveda l’attribuzione prioritaria degli incarichi di direzione di strutture complesse agli ex dirigenti sanitari di II fascia.

Infine abbiamo poi posto il tema della trasparenza ed accessibilità degli incarichi di coordinamento dei professionisti EPNE, con una specificità riguardo le posizioni organizzative per i professionisti ENAC, chiedendo che venisse sancito nel contratto di primo livello un principio di rotazione degli incarichi attribuiti dalle amministrazioni.

LIVELLI DIFFERENZIATI DI PROFESSIONALITÀ

Abbiamo ribadito nuovamente la nostra proposta già avanzata nel corso delle trattative del CCNL 2016/2018 e 2019/2021 di superare progressivamente i livelli differenziati per sostituirli con un sistema più agevole che possa riconoscere pienamente il diritto ad una adeguata valorizzazione economica del personale nel corso della propria carriera lavorativa.

MEDICI EPNE

Con l’introduzione dell’indennità di esclusività per i medici e i sanitari del ministero della salute si è determinata una sperequazione tra medici all’interno dell’area. Per questo

abbiamo chiesto di estendere l’indennità di esclusività a tutti i medici dell’area e la possibilità di prevedere l’attività intramoenia dei medici Epne.

Su tutti questi punti ci siamo riservati di inviare delle nostre osservazioni scritte in vista del prossimo appuntamento per la trattativa già fissato per il 10 luglio.

Funzione Pubblica CGIL

Florindo Oliverio Segretario nazionale

Alessandro Casile Coordinatore dirigenza FFCC

Andrea Russo Area Funzioni Centrali

  1. Differenziali stipendiali: quanti posti?

Nel pomeriggio di lunedì l’Amministrazione ha presentato alle organizzazioni sindacali la seconda bozza del contratto integrativo. Il testo evidenzia pochi accorgimenti rispetto alla prima versione e non affronta il nodo centrale su cui continuiamo a richiamare l’attenzione: il numero di differenziali stipendiali previsti.

L’impressione è che non sia stato fatto alcun passo avanti dal tavolo negoziale, poiché la cifra stanziata rimane ancorata agli 8 milioni di euro: cioè ai circa 3.000 passaggi che non coprono, neanche alla lontana, gli oltre 6.000 lavoratori in attesa di transitare nel nuovo ordinamento.

Serve una ricognizione precisa, per comprendere il numero esatto della platea dei potenziali aventi diritto.

Va fatto uno sforzo non banale per evitare battute d’arresto, garantendo un riconoscimento economico a tutti i lavoratori bloccati nelle vecchie categorie (A, B, C) in attesa del primo differenziale.

Resta inevasa la questione dell’apprezzamento della valutazione individuale, fissata a 42 punti e con un’articolazione estremamente dettagliata. Su questo, nel ribadire la nostra posizione, lanciamo un monito a tutto il personale:

c’è il serio rischio, firmando un simile contratto, che INPS diventi l’unica amministrazione in tutte le Funzioni Centrali a riconoscere ben 42 punti al giudizio del dirigente!

Lo diciamo per chiarezza: chi tuona contro le pagelline e non pone il tema come una pregiudiziale, malgrado quanto stabilito nel precedente integrativo, sta ancora una volta prestandosi a un gioco che passa sulla pelle di chi opera in Istituto, segnando una svolta tanto penalizzante quanto potenzialmente irreparabile.

È inutile piangere sul latte versato, promettere ricorsi, aggiustamenti o minacciare carnevaleschi stati di agitazione, se ogni volta si accetta supinamente la forzatura della controparte.

L’unico elemento che possiamo apprezzare nel nuovo impianto è la scelta oculata dell’Amministrazione di rivedere, in coerenza col dettato ARAN, il disposto sul punteggio da attribuire a chi risulta assente dal servizio.

  1. Differenziali: sui titoli l’ennesima offensiva

Quanto ai punteggi afferenti alla valutazione dei titoli, la FP CGIL giudica inammissibile il riconoscimento di corsie preferenziali ai titolari di posizione organizzativa.

Come chiarito nel nostro precedente comunicato, i responsabili POSSONO e DEVONO essere valorizzati, ma attraverso l’indennità a essi riconosciuta, in relazione al carico lavorativo e alle responsabilità effettivamente svolte. Non devono, per il solo fatto di assolvere una funzione, precedere i colleghi nelle graduatorie per le progressioni interne. Sono due partite diverse e innescare una sovrapposizione vuol dire penalizzare chi lavora con spirito di gruppo.

I titoli di studio devono pesare 25 punti, approdo di mediazione di una lunga trattativa condotta due anni addietro da questa organizzazione. Rileviamo, inoltre, quello che ipotizziamo sia un errore di stesura: secondo lo schema fornito dall’Amministrazione, 19 sarebbero i punti riconosciuti a chi ha una laurea magistrale con master di secondo livello; 20 i punti a chi ha solo la magistrale. Qualcosa non torna.

Apprezzabile è il tentativo di dar più peso al dottorato di ricerca: manca, però, il riconoscimento ex aequo dell’abilitazione professionale, legata alla formale iscrizione ad albi.

  1. Particolari compiti: l’incompiuta

L’Amministrazione non recede e non intende apprezzare economicamente le indennità riconosciute ad alcune categorie di lavoratori. Così chi fa sportello, chi svolge mansioni infermieristiche, i comunicatori, chi si costituisce in giudizio seguendo il contenzioso in materia di invalidità civile viene trattato come figlio di un Dio minore da un Ente che già un anno fa pose il veto a un simbolico aumento per queste categorie di lavoratori.

Non è una ragione di budget, poiché il testo avanzato – pur revocando l’improprio conferimento di una indennità agli RSPP – conferma la costituzione di una nuova attribuzione economica, ancora da quantificare. Essa verrebbe riconosciuta a chi presidia “il valore sociale delle prestazioni erogate dall’Istituto in sedi, previamente individuate dalla Direzione generale, caratterizzate da situazioni di particolare responsabilità nell’assicurare i servizi di sicurezza sociale”.

Qui va sgomberato il campo da ogni equivoco: o l’Amministrazione indica preventivamente 1) la categoria professionale che risulterebbe beneficiaria, 2) il numero dei soggetti interessati, 3) le competenze specifiche legate alla particolare attività svolta (evitando di menzionare il sempreverde SMVP), o l’impressione è che si stiano aprendo i cordoni della spesa senza che ci sia un’avvertita necessità. Un’operazione che, come organizzazione, in assenza di riferimenti chiari riteniamo controproducente per il presente e per il futuro dell’Istituto.

  1. Banca ore: un danno in corso d’opera?

Infine, come anticipato, la controparte conferma la volontà di scoraggiare o penalizzare il ricorso alla banca ore. In base alle disposizioni inserite nel CCNI, chi oggi sta beneficiando di questo istituto potrebbe a fine anno scoprire di aver agito fuori dal disposto contrattuale. Sì, perché se si ha un contratto di lavoro da remoto/lavoro agile pari ad almeno tre giorni a settimana non si può più ricorrere alla banca ore. E ciò vale a ritroso nel tempo, senza che peraltro sia chiarito qual è il rimando normativo di una simile scelta punitiva!

La definizione del contratto continua a essere complessa. Per questo ribadiamo la necessità di procedere con un accordo stralcio sui differenziali, garantendo risorse e liquidità al personale che opera in quest’Ente.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Tra le varie procedure concorsuali che INPS ha in cantiere, troviamo un processo di selezione dei dirigenti, da reperire tra il personale in servizio nell’Amministrazione con almeno cinque anni di anzianità di ruolo.

Una notizia apparentemente positiva, perché dovrebbe aprire una strada, almeno sul piano teorico, alle professionalità presenti in Istituto, per suggellare una crescita con il conferimento del massimo ruolo di responsabilità. 

Utilizziamo il condizionale perché forte è il timore che, in coerenza col mandato di Zangrillo, il processo di natura selettiva possa non essere pienamente trasparente, o perlomeno possa essere declinato garantendo alla commissione valutatrice eccessivi margini di discrezionalità.

Ma andiamo con ordine.

Di quanti posti stiamo parlando? Secondo quanto rivelato al tavolo sindacale l’anno passato, si tratta di dieci posizioni, che si apriranno per diventare dirigenti di seconda fascia sui territori. Contestualmente altre tre posizioni dovrebbero essere bandite per il reclutamento di dirigenti informatici. Tredici posti totali, dunque, a fronte di migliaia di candidati.

Sì, perché come abbiamo ripetuto nei mesi passati, in INPS la piramide è ormai rovesciata e la riqualificazione professionale  avvenuta con gli ultimi concorsi ha portato a poter annoverare la gran parte del personale nell’area dei funzionari, dunque tra i soggetti potenzialmente interessati al percorso di crescita.

Ora, nel cronoprogramma delle immissioni, il concorso per dirigenti potrebbe essere bandito anche prima dell’estate. 

L’auspicio è che l’Amministrazione riesca a trovare un punto di compromesso utile per garantire una selezione basata sul merito, valore condiviso solo sulla carta (e il modello di valutazione individuale adottato nell’ente sta lì a testimoniarlo). 

Come FP CGIL due sono i punti che mettiamo in rilievo:

  1. La necessità di non mischiare impropriamente, come sta avvenendo nel CCNI, i titoli di studio con i percorsi di responsabilità interna. Sono due voci differenti, distinte, ed è bene che tali rimangano, considerate le criticità connesse a una trasparente individuazione dei titolari di posizione organizzativa. Lo abbiamo scritto in passato e lo ripetiamo adesso: riconoscere 65 punti al colloquio per la selezione di una PO vuol dire trasformare il processo di individuazione della PO stessa in un vestito cucito su misura del gusto del dirigente, il quale – però – non solo non risponde più di tanto di eventuali errori, ma retribuisce ogni posizione con le risorse del fondo. È un meccanismo che richiederebbe seri correttivi. Nella selezione dei dirigenti bisognerebbe procedere, quindi, a una valorizzazione del percorso interno, ma senza sovrapporre i due piani.

  2. Il rifiuto di strane formule di carattere privatistico, come gli orali di gruppo, la cui possibile adozione è stata già ventilata dalla controparte, che rendono ancor più evidente la cifra discrezionale.

Pur apprezzando la capacità dell’INPS di ritagliarsi un margine di autonomia per questi agognati concorsi, non possiamo non ricordare che un modello esiste già ed è una strada lineare e facilmente percorribile. È quella che l’Istituto sperimenta ogni volta che ha la necessità di assumere risorse dall’esterno: un concorso vero, con un riconoscimento dei titoli di studio, con uno scritto a risposta multipla e un esame orale. Un impianto che consenta a tutti di misurarsi, senza veti o barriere. E del resto non si capisce perché una procedura ritenuta di garanzia, e coerente con l’impianto normativo, dovrebbe essere revisionata proprio per l’occasione. 

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Al Capo Divisione Risorse dell’Agenzia delle Entrate Dott. Antonio Dorrello

div.risorse@agenziaentrate.it

Alla Direttrice Centrale

Risorse Umane

dell’Agenzia delle Entrate Dott.ssa Laura Caggegi

dc.risorseumane@agenziaentrate.it

e p.c.

Direzione Centrale – Risorse Umane

Ufficio Relazioni Sindacali

Dott.ssa Ornella Oliveri

dc.ru.relazionisindacali@agenziaentrate.it

OGGETTO: Richiesta incontro costituzione sede Direzione Regionale Trentino Alto Adige con sede a Bolzano.


In data 02 agosto 2024 avevamo chiesto notizie circa la costituzione della Direzione regionale di cui all’oggetto individuando in tale scelta alcune criticità importanti relative all’impatto delle specifiche normative vigenti per la Provincia Autonoma di Bolzano e per tutte le amministrazioni nazionali aventi sede in quel territorio.

La scelta di costituire una direzione regionale con sede a Bolzano, avallata da ultimo da una recente deliberazione del Comitato di Gestione, concretizza tutte le nostre preoccupazioni, sia sotto il mero profilo gestionale che sotto il profilo più propriamente legato all’impatto delle normative sul bilinguismo.

Tale scelta estenderà le criticità organizzative dell’attuale Direzione Provinciale di Bolzano anche alle sedi di Trento senza alleviarne alcuna, proprio in un momento in cui la stessa Direzione Provinciale di Trento ha raggiunto un fragilissimo equilibrio tra risorse presenti e carichi di lavoro, un equilibrio destinato a decadere con i

prossimi pensionamenti le cui sostituzioni non potranno più avvenire con i concorsi nazionali, ma solo con i concorsi specifici per la Provincia Autonoma di Bolzano che scontano le criticità relative agli obblighi di bilinguismo.

Se fin qui tali normative hanno ostacolato enormemente l’attività della Direzione Provinciale di Bolzano, la scelta di costituire una Direzione Regionale con sede a Bolzano comporterà l’estendersi di tali problematiche ad un territorio che fino ad ora ne aveva altre, nessuna delle quali risolte con tale riorganizzazione, ma almeno poteva contare su concorsi più attrattivi.

A ciò si aggiunge la chiusura del minicam, indipendentemente da una valutazione di efficacia, oltre che l’annosa questione delle sedi periferiche, soprattutto quella di Riva del Garda. Ciò ha chiaramente creato un clima di assoluta sfiducia tra i lavoratori della DP di Trento, con il concreto rischio che molte delle nuove assunzioni decidano di rivolgere altrove le loro attenzioni.

Si chiede quindi di sospendere e ponderare nuovamente la scelta organizzativa in questione e convocare un incontro urgente con le OO.SS. per discutere delle ricadute organizzative di tali decisioni sui lavoratori ed individuare le necessarie garanzie a tutela degli stessi.

Il Coordinatore Nazionale FP CGIL
Agenzia delle Entrate

Florindo Iervolino

Il 24 ottobre del 2024 l’Amministrazione varò ufficialmente il regolamento per il cambio di famiglia professionale. Il documento doveva dispiegare i suoi effetti in tempi brevissimi per consentire il ripopolamento di due profili in particolare, quello ispettivo e quello degli STT, ormai in evidente stato di difficoltà.

Il 3 marzo del 2025, a distanza di cinque mesi, l’Amministrazione comunicò le sue intenzioni: dar seguito al mandato, più volte sollecitato da quest’organizzazione, per consentire l’arruolamento di 47 unità tra gli STT e di 69 funzionari nelle fila del personale ispettivo.

Il 21 marzo partì il primo interpello per il mondo dell’informatica, con il messaggio 981/2025.

Questa breve cronistoria purtroppo finisce qui.

Non abbiamo ancora notizia, infatti, dell’esito di quella procedura, né della promessa selezione dei responsabili di progetto rimasta in fieri. Il mondo dell’informatica vive una stagione densa di trasformazioni, di cambiamenti, è stato investito della necessità di adempiere al PNRR e di costruire una via pubblica all’adozione dell’Intelligenza Artificiale, ma la valorizzazione professionale delle sue risorse, la possibilità di costruire percorsi di carriera appaganti per chi realmente crea un valore aggiunto, non sembra essere percepita come una necessità.

Analogamente si sta abbassando il sipario sul destino degli aspiranti ispettivi, interni o esterni che siano, laddove il terreno da recuperare è ancor più vasto considerando il blocco alle assunzioni da un lato e i pensionamenti dall’altro.

È calato il silenzio. Un silenzio profondo e cupo, considerando che appena un anno fa moriva Satnam Singh, il bracciante indiano che lavorava in nero in un’azienda laziale. E allora il Ministro Marina Calderone, tuonando dall’indignazione di fronte alle agenzie, prometteva un impegno deciso sul versante legalitario: un impegno che stenta a decollare, tra concorsi bloccati e atteggiamenti punitivi assunti da questo Governo proprio verso quegli enti che dovrebbero presidiare la funzione.

Ne vien fuori un quadro a tinte fosche, dove il rischio più grande è quello di avere così poche unità da smantellare implicitamente l’operato della vigilanza.

Nel frattempo i lavoratori resistono a tutto: ai carichi in aumento e alle promesse da marinaio. Ma per quanto ancora?

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

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