La FP CGIL è tra i primi firmatari di un appello delle organizzazioni sindacali degli operatori sanitari contro gli attacchi alle strutture sanitarie di Gaza e il blocco degli aiuti umanitari alla popolazione.
L’appello esprime la più ferma condanna per quanto sta accadendo da mesi nella Striscia di Gaza con i reiterati attacchi che colpiscono le infrastrutture e il personale sanitario, privando la popolazione civile palestinese di assistenza vitale, e chiede l’immediato cessate il fuoco, la protezione per gli operatori sanitari e l’accesso incondizionato dei convogli umanitari cui viene impedito l’accesso a Gaza.
Il movimento sindacale europeo ribadisce la richiesta all’Europa, ai Paesi membri e a tutta la comunità internazionale di condannare quanto sta avvenendo e intraprendere tutto quanto necessario per arrivare al cessate il fuoco immediato e alla protezione delle attività di soccorso e di aiuto umanitario alla popolazione civile.

Al Capo DAP Ufficio Capo del Dipartimento Ufficio I – Segreteria Generale
segreteriagenerale.dap@giustizia.it

Al Direttore Generale Detenuti e Trattamento
Ufficio I Affari generali
prot.dgdt.dap@giustiziacert.it

Al Direttore Generale del Personale Ufficio I – Segreteria Generale
direttoregenerale.dgp.dap@giustizia.it

e p.c.

Direzione Generale del Personale Ufficio III – Relazioni Sindacali
relazionisindacali.dgp.dap@giustizia.it

Oggetto: Sentenza n.10/2024 della Corte Costituzionale – Affettività in carcere – Prime linee guida per i Provveditori, Direttori e Comandati di Reparto. Osservazioni.

In merito alla circolare GDAP01644287.U del 11 /04/2025 a firma del Capo del Dipartimento f.f. dott.ssa Lina Di Domenico, appare doveroso da parte di questa O.S. fare alcune osservazioni.

La sentenza n.10 /2024 della Corte Costituzionale sancisce che il colloquio intimo costituisce una legittima espressione del diritto all’affettività e rientra in un diritto soggettivo riconosciuto al detenuto. Tale diritto rientra in un interesse individuale protetto dall’ordinamento giuridico. La Corte Costituzionale precisa che tale diritto può essere negato solo per ragioni di sicurezza o per ragioni giudiziarie.

La natura giuridica dei colloqui intimi è giustamente ricondotta alla normativa dei colloqui con i familiari che trova applicazione nell’art 37 del Regolamento di Esecuzione di cui al DPR 230/2000.

Secondo il dettame legislativo i colloqui con i familiari sono decisi esclusivamente dall’A.G. procedente in caso di imputati e dalla Direzione dell’Istituto Penitenziario dopo la sentenza di primo grado.

L’attuale ordinamento non prevede che la Direzione assuma il parere del GOT o del GOTA o dello Staff multidisciplinare per autorizzare o meno i colloqui, rientrando questi in un diritto soggettivo che, per essere esercitato, necessita di controllo sulla documentazione necessaria da produrre da parte del detenuto.

In analogia, rientrando il colloquio intimo nei colloqui con i familiari, non si comprende il perché sia necessario il parere di un gruppo di osservazione eventualmente allargato, quando la competenza è esclusivamente della Direzione dell’Istituto. Addirittura si auspica una relazione di sintesi al termine dei sei mesi dalla richiesta del colloquio intimo.

L’istruttoria di una pratica non è un parere ma una mera raccolta di informazioni indispensabili all’ Autorità Dirigente per decidere. Emerge invece che quello che è un diritto si trasforma in premialità stravolgendo completamente il concetto espresso dalla Corte Costituzionale che vede l’esclusione di un diritto soggettivo motivato solo da ragioni di sicurezza.

Va oltremodo segnalato, a tutela della dignità del singolo detenuto, che un parere espresso sulla concessione di un colloquio intimo da un gruppo allargato, seppur direttamente coinvolto nella fase di reinserimento, possa creare un forte imbarazzo nel soggetto e nella famiglia essendo per definizione, un’intimità che deve essere garantita e tutelata dall’Istituzione.

Appare inoltre doveroso segnalare che il parere espresso dal Got anche nell’essenzialità numerica di un gruppo, sovraespone il ruolo dei FGP che, trascorrendo parte della giornata lavorativa all’interno delle sezioni, sarebbero ulteriormente esposti a pressioni nonché a rivendicazioni in caso di diniego, da parte della popolazione detenuta.

Si chiede per tanto un’urgente rivalutazione delle linee guida poiché si ritiene che l’impostazione della circolare stravolga il concetto di diritto soggettivo, così come sancito dalla Corte Costituzionale, a favore di una concezione premiale.

Si chiede conseguentemente di investire le Direzioni della responsabilità in ordine alla decisione di autorizzazione dei colloqui intimi svincolando tale decisione da ogni parere che questa O.S. non solo ritiene illegittimo, ma pericoloso per l’incolumità di tutti gli operatori penitenziari.

Si ringrazia e si porgono Distinti saluti

per la FP CGIL

il coordinatore nazionale FC DAP
Roberto Mascagni

Il 13 maggio scorso il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza ha approvato il nuovo Piano Strategico ICT 2025-2027, un manifesto sulla “visione dell’innovazione tecnologica e l’evoluzione del sistema informativo dell’Istituto per il triennio”.

Il documento rivolge particolare attenzione agli obiettivi dell’Istituto, “attraverso il miglioramento continuo dei servizi e l’implementazione di tutti gli strumenti necessari per massimizzare il Valore Pubblico”.

Noi che abbiamo a cuore il destino dell’informatica, che condividiamo l’investimento in essa e che consideriamo l’attività svolta dal personale addetto uno dei fiori all’occhiello di questo Ente, non possiamo non rilevare la distanza tra aspettative e realtà.

Sì, perché come già segnalato lo scorso 16 maggio, il malfunzionamento di diversi applicativi sta funestando tanto l’attività di produzione quanto quella della consulenza.

Non sappiamo individuare quale sia l’origine dei problemi, ma è difficile ignorare i continui rallentamenti, in alcuni casi l’impasse totale, cui incappano i funzionari dalle sedi. Ci risulta che perfino un corso formativo sia stato soggetto a rinvio per i guasti registrati sulla piattaforma da illustrare ai colleghi.

Le copiose segnalazioni che ci vengono indirizzate evidenziano lo stress, anzi l’aperta frustrazione, di chi dall’alto è sottoposto a continui moniti dalla dirigenza, dal basso riceve i solleciti dell’utenza.

In quella sottile linea rossa in cui si colloca il personale chiamato a dare risposte al paese non ci sono diserzioni, ma tanta amarezza per l’impossibilità di operare serenamente nelle ore di servizio.

Urge un intervento. E un chiarimento su cosa l’INPS intende fare per evitare nuove criticità.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Si è svolto ieri 27 maggio 2025 l’incontro presso il Ministero della Giustizia tra la Capo di Gabinetto, dott.ssa Giusi Bartolozzi, la Direttrice Generale del personale, Mariaisabella Gandini e il Vice Capo di Gabinetto, dott. Vittorio Corasaniti, e le Organizzazioni sindacali FP CGIL, UIL PA e USB PI.

In apertura di incontro abbiamo chiesto di riprendere le trattative per il contratto integrativo, con particolare attenzione alla definizione delle famiglie professionali e dei profili, ribadendo, in particolare, l’urgenza di dare applicazione all’articolo 18 del CCNL 2019/2021 per attuare i passaggi di area in deroga, utilizzando tutte le risorse economiche disponibili a partire dai 9.500.000 di euro messi a disposizione dal CCNL 2019/21.

Abbiamo inoltre richiesto:

  • maggiori risorse per attivare un sistema indennitario serio (posizioni organizzative, indennità di responsabilità);

  • un accordo programmatico che consenta di proseguire le progressioni tra le aree, con l’obiettivo di far transitare quanto più personale possibile dall’area assistenti all’area funzionari e dall’area operatori all’area assistenti;

  • il recupero di ulteriori risorse fisse e ricorrenti per programmare passaggi economici costanti, come avviene in altre amministrazioni del comparto Funzioni Centrali;

  • la stabilizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari del PNRR o con altri finanziamenti. La Capo di Gabinetto, dott.ssa Bartolozzi, ha confermato la volontà dell’Amministrazione di mantenere relazioni regolari con tutte le organizzazioni sindacali, eventualmente ricorrendo a convocazioni di tavoli separati, qualora richiesti dalle organizzazioni firmatarie e non firmatarie del CCNL 2022/2024.

Ha inoltre comunicato che a breve saremo convocati per la sottoscrizione definitiva del FRD 2023 e per avviare il confronto del FRD 2024.

Ha confermato che le risorse finora disponibili per le stabilizzazioni permetterebbero solo 6.000 assunzioni a tempo indeterminato.

Apprezziamo la scelta dell’Amministrazione di garantire relazioni sindacali con tutte le sigle rappresentative delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Ministero.

Tuttavia, non possiamo dirci soddisfatti dell’esito dell’incontro per quanto riguarda le risorse. Pur riconoscendo l’impegno a reperire ulteriori fondi per il salario accessorio, non abbiamo ricevuto rassicurazioni sufficienti su ulteriori nuove risorse per la stabilizzazione di tutte le lavoratrici e i lavoratori precari, né risposte concrete in termini di avanzamenti di carriera ed economici per tutto il personale ministeriale.

Per questo continueremo a rappresentare gli interessi di tutti i lavoratori, di ruolo e precari, impegnandoci a realizzare gli obiettivi utili a tutti vi aggiorneremo su ulteriori sviluppi.

                  FP CGIL                                 UIL PA                          USB PI

                        F.Russo                             D. Amoroso                    G.Todisco

Si è tenuto, nella giornata di lunedì, l’incontro tra l’Amministrazione e le organizzazioni sindacali in merito alla regolamentazione dell’attività libero professionale dei medici dell’Istituto.

In apertura dei lavori, la controparte ha presentato il testo dell’integrativo del 2024, vagliato dai ministeri vigilanti. La FP CGIL, come annunciato al momento della definizione dell’ipotesi, ha rinnovato la propria contrarietà rispetto al dettato di un accordo privo di variazioni innovative.

I principali nodi, economici e normativi (la disciplina dell’intramoenia e l’indennità di esclusività), sono rimasti sul tavolo.

Come organizzazione continuiamo a prospettare l’attivazione di forme facoltative di lavoro in plus orario (cioè fuori dall’orario di servizio) pagate con risorse dell’Istituto (partecipazione a commissioni mediche di invalidità civile, presenza alle operazioni peritali come CTP, effettuazioni di visite fiscali).

La libera professione dei medici è ancora materia controversa e di diversa applicazione fra le varie regioni. Qui segnaliamo il primo fatto inedito registrato in riunione: l’Amministrazione si è dimostrata disponibile ad emanare un nuovo regolamento che parta dalla definizione di “cosa non si può fare”, in luogo di una declaratoria dei comportamenti ammessi. Un ribaltamento della prospettiva cui guardiamo con interesse.

Relativamente all’attività medica abbiamo ribadito la nostra contrarietà all’attuale modalità di convocazione a visita, che sta provocando in diverse realtà un lavoro che definire straordinario è eufemistico.

Come si possono giustificare 30 visite a commissione? Perché non vengono regolati i tempi di effettuazione della singola visita? Perché, ancora, non si ascoltano e non si coinvolgono i primari di sede su queste valutazioni?

Non vorremo parlare di burnout, ma se esso corrisponde “a una sindrome da stress professionale caratterizzata da esaurimento emotivo, distacco dal lavoro e ridotta realizzazione personale”, il rischio di registrarlo in Istituto tra il personale medico inizia a essere evidente, almeno finché questo è il modus operandi.

Riguardo il concorso per 1.069 medici, infine, l’Amministrazione ha ribadito la volontà di accelerare l’iter valutativo per permettere l’immissione in servizio nell’anno corrente.

È bene ricordare il gravissimo pregiudizio economico che arrecherebbe ai medici dell’Istituto il ritardo nell’immissione, se questa dovesse concretizzarsi nel 2026, considerate le possibili conseguenze sulla determinazione del fondo.

Resta la nostra perplessità, specie per quanto concerne alcune aree del paese, circa il reale arruolamento di almeno 1.069 unità al termine della procedura concorsuale. Non era il caso di modificare il bando, come chiesto da questa organizzazione sindacale, allargando a tutte le specializzazioni l’accesso al concorso?

FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Francesco Reali

Al Direttore del Personale

dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli

dott. S. D’Ecclesiis

OGGETTO: Cambio attività forzata del personale Chimico/Biologo presso la DT Campania.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali, FP CGIL e UIL, intendono segnalare formalmente una situazione di criticità in riferimento alla nota prot. 10460/RU del 23.04.2025, con cui si avviava un’indagine conoscitiva tra i funzionari del Laboratorio Chimico di Napoli, finalizzata all’eventuale assegnazione di 4 unità presso l’Ufficio delle Dogane di Napoli 1 e l’Ufficio Affari Generali.

Dalle informazioni ricevute direttamente dai lavoratori interessati, emerge che nessuna disponibilità è stata manifestata, dato che il personale in oggetto è stato assunto con profilo tecnico di chimico, dotato di adeguata formazione professionale e regolarmente iscritto all’albo, in coerenza con la specifica Famiglia Professionale tecnico-scientifica prevista dagli accordi sottoscritti con l’Amministrazione.

In tale contesto le scriventi apprendono con forte preoccupazione che, nonostante l’esito negativo dell’indagine, la Direzione starebbe valutando la possibilità di procedere comunque con assegnazioni forzose, mascherate da esperienze formative, in contrasto con le regole comuni di assegnazione ad una Famiglia Professionale specifica senza una adesione volontaria per svolgere una attività tipica di un’altra Famiglia Professionale.

Tra l’altro il personale in questione è stato oggetto di una adeguata formazione inerente alle mansioni per cui è stata assunta.

Cogliamo infine l’occasione per ribadire la forte carenza di personale presso Uffici ADM del Sud Italia, con particolare riferimento alla Campania, affinchè la soluzione delle problematiche relative alle dotazioni organiche mancanti venga affrontata in maniera strutturale mediante una destinazione specifica di neo assunti e/o di personale interno in mobilità nazionale, anche con un aumento dei posti già individuati.

Pertanto, si chiede un intervento affinché non si proceda a qualsiasi forma di assegnazione coatta di personale tecnico a strutture amministrative tutelando la dignità e le competenze professionali dei funzionari coinvolti.

Certi di una Sua sensibilità al riguardo, in attesa di riscontro, si porgono cordiali saluti.

FPCGIL                    UILPA

  Iervolino                    Procopio

Pubblichiamo i report ISTAT Gennaio-Marzo 2025 su contratti collettivi e retribuzioni contrattuali, i dati provvisori Marzo 2025 concernenti occupati e disoccupati e una lettura integrata su IV trimestre 2024 il Mercato del lavoro.

p.la FP CGIL Nazionale
Tommaso Vigliotti

Siamo arrivati a giugno del 2025 e l’Amministrazione non ha ancora liquidato i differenziali stipendiali del 2024. Il danno è contenuto, certo: gli importi saranno stanziati da gennaio dell’anno passato, senza pregiudizio economico per gli interessati; ma è innegabile che nel contesto inflattivo vissuto dal paese, lavoratrici e lavoratori restano in attesa della provvidenziale manna dal cielo. Anzi, da Ciro.

Basterebbe questo spunto per essere poco ottimisti circa la nuova stagione contrattuale, apertasi in INPS la settima scorsa. In occasione della prima riunione – “riservata” a pochi intimi vista l’assenza del 50% della rappresentanza – sono state infatti illustrate le linee guida relative alla costituzione del Fondo per l’anno corrente. E qui viene il bello: perché è iniziato il balletto dei numeri, anche con qualche operazione creativa. Andiamo con ordine.

I famosi 30 milioni in più garantiti dalla ratifica del contratto collettivo sono in realtà assai meno: quasi 14 milioni, infatti, sono una tantum, dunque disponibili solo per l’anno corrente.

Era quanto avevamo anticipato prima delle elezioni RSU, specificando che quella riserva non avrebbe potuto coprire le spese “a regime”: quindi né le promesse dei differenziali, né le posizioni organizzative. Sono risorse destinate a tamponare l’erosione dell’incentivo. Congiunturali e non strutturali, per i più tecnici.

Finché il tetto imposto dal d.l. 75/2017 permane – considerato anche che il d.l. PA esclude qualsiasi miglioria per gli ex enti non economici – chi lavora in INPS vede gli spicci.

Stupisce, pertanto, scoprire che – a risorse date – le organizzazioni firmatarie propongano ogni ben di Dio: non solo l’aumento delle indennità per le PO, non solo l’aumento delle risorse per i particolari compiti (indistintamente, anche a quei famosi 35 esperti di analisi amministrativa che non si sa bene quale funzione esercitino in INPS), ma addirittura l’aumento del TEP!

Bene, bravi, bis! Peccato che le risorse non siano sufficienti. E infatti puntale è arrivata la proposta dell’Amministrazione, ancorché esplorativa: un’ipotesi di 3.000 differenziali economici e chi s’è visto s’è visto.

Ora, nel 2022 le progressioni orizzontali furono circa settemila. Pur al netto dei pensionamenti intervenuti, è evidente come sia coperta a malapena la metà dei potenziali interessati. I quali, è bene ricordarlo, attendono ancora di rientrare nell’ordinamento garantito dal CCNL 2019-2021!

Che impianto contrattuale sarà varato in queste condizioni?

Considerata la tempistica, meglio sarebbe scindere i piani.

  • Procedere IMMEDIATAMENTE e TEMPESTIVAMENTE con un accordo stralcio sui differenziali, anche per evitare le maratone di fine dicembre che non appassionano più neppure gli amanti del genere.

  • E definire poi, a bocce ferme, un contratto integrativo che consenta di distribuire le risorse restanti.

I differenziali sono la priorità perché rimangono, oggigiorno, l’unico strumento reale di crescita del salario, almeno finché si firmeranno contratti collettivi che non consentono di recuperare nemmeno l’inflazione maturata nel triennio di riferimento.

Tagliare i differenziali vuol dire colpire, e in malo modo, gli interessi di chi lavora.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Nella mattinata del 26 maggio 2025 si è tenuto l’incontro, fra l’Amministrazione e le Organizzazioni Sindacali, inerente allo schema di provvedimento nel quale sono regolamentati i cosiddetti “incentivi alle funzioni tecniche”.

Anche in questa circostanza si è assistito alla strana convergenza fra le tesi dell’ARAN e l’operato delle sigle sindacali firmatarie dell’ultimo contratto 2022/24, le quali sostengono che Fp Cgil non sia titolata a partecipare alla suddetta contrattazione sugli incentivi tecnici.

Si è, nuovamente, eccepito circa la titolarità delle OO.SS. non firmatarie a partecipare a questo incontro; per tal verso si impedirebbe alla Fp Cgil di partecipare ai tavoli di contrattazione e rappresentare le esigenze dei lavoratori anche in merito a normative non di discendenza contrattuale, ma derivate da altre leggi (come il Codice degli Appalti o il Codice della Strada).

A nostro modo di vedere una democrazia sindacale compiuta non può non tener conto della volontà degli elettori che, alle ultime elezioni RSU, hanno consentito alle sigle non firmatarie di raggiungere il 65% dei consensi.

Per questo motivo abbiamo consegnato e messo a verbale la nostra posizione sugli incentivi tecnici (allegata a questo comunicato) ed abbiamo lasciato il tavolo augurando “buon lavoro” alle OO.SS. firmatarie del contratto, sulle cui uniche spalle, evidentemente, si vuole far ricadere la responsabilità di rappresentare le esigenze di tutti i colleghi.

In attesa che il Giudice restituisca ai lavoratori la possibilità di essere rappresentati anche da Fp Cgil, la scrivente O.S. auspica che l’Amministrazione vorrà anticipare il ripristino del senso di democrazia nelle relazioni sindacali del nostro Ministero, convocando ai prossimi tavoli anche le sigle non firmatarie e rappresentative della maggioranza dei lavoratori del MIT.

p. la FP CGIL

Luigi Gianfreda

Carmen Sabbatella

Le elezioni di aprile hanno confermato un dato: all’interno dell’Istituto la FP CGIL è in costante crescita sia in termini di iscrizioni che in termine di consenso. Segno della vitalità riconosciuta alla nostra piattaforma, della condivisione delle proposte da noi avanzate.

La titolarità all’esercizio della rappresentanza non la conferiscono singolari pareri orientativi dell’ARAN, ma il sostegno delle lavoratrici e dei lavoratori di questo Ente: parte attiva di quella comunità INPS che i vertici hanno più volte richiamato quale primo patrimonio dell’Istituto.

Un’Amministrazione che si proclama attenta alla partecipazione e alla condivisione delle scelte non può escludere gli interlocutori “scomodi”, bypassando il principio di rappresentatività.

La mancata convocazione delle organizzazioni non firmatarie del contratto collettivo capestro siglato nel novembre scorso rappresenta, per noi, una precisa presa di posizione da parte dei vertici di questo Ente.

Il confronto, il dialogo, la condivisione sono sempre state pratiche che nella storia dell’INPS hanno fatto la differenza quando siamo stati chiamati a grandi trasformazioni e innovazioni.

La scelta di procedere escludendo il confronto con le organizzazioni che rappresentano una parte importante del personale dell’ente non produrrà effetti positivi e pone una seria pregiudiziale di carattere democratico rispetto al clima interno.

Se qualcuno vuole limitare il tasso di democrazia sul posto di lavoro, sappia fin da ora che noi continueremo a fare rumore. Lavoratrici e lavoratori dell’INPS chiedono un contratto giusto, non giusto un contratto: integrativo o collettivo che sia.

Coordinatore nazionale FP CGIL INPS

Giuseppe Lombardo

Si è svolto oggi l’incontro con l’ARAN per la prosecuzione della trattativa per il rinnovo del CCNL Funzioni Locali 2022-2024.

L’ARAN, in apertura dell’incontro, ha affermato che, viste le novità del DL PA, che prevede una possibilità di integrazione del fondo del salario accessorio, si potessero superare le posizioni espresse sulla carenza delle risorse per il contratto nazionale.

Abbiamo illustrato le criticità applicative e la disomogeneità dell’impatto della norma sugli Enti, che esclude

non prevedendoli — Camere di Commercio, Enti Regionali, Unioni dei Comuni, Consorzi e ASP, e non è applicabile agli Enti “non virtuosi”.

Se fosse vero che ci sono importanti risorse per il rinnovo del contratto, come dichiarato dal Ministro Zangrillo al question time alla Camera dei Deputati, allora andrebbero destinate a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori tramite il tabellare.

Un approccio corretto al tema della perequazione tra i diversi comparti delle PA, e all’interno dello stesso comparto, deve prevedere che vengano destinate direttamente risorse agli Enti, per evitare gli effetti sperequativi che la sola possibilità d’integrazione del fondo del salario accessorio rischia di generare.

Il DL PA non risponde all’esigenza di aumentare le risorse destinate al trattamento fisso e ricorrente.

Finché il Governo non destinerà risorse direttamente al rinnovo contrattuale, come abbiamo richiesto in più occasioni, non si potrà realmente ridurre il gap che sussiste tra il comparto FFLL e gli altri comparti del pubblico impiego.

Ad oggi, inoltre, restano inevase molte proposte fatte da noi in merito a: inquadramento di tutte le Educatrici e delle Insegnanti nell’Area dei Funzionari; superamento dell’Area degli Operatori; inserimento di un’Area delle Elevate Professionalità; superamento delle problematiche connesse al festivo infrasettimanale; pagamento delle indennità durante le giornate di ferie; e altre questioni ancora.

Il tavolo è stato aggiornato al 10 giugno alle ore 11:00.

Segretaria Nazionale FF.LL. FP CGIL                Responsabile dipartimento funzioni locali UIL FPL

 Tatiana Cazzaniga                                                              Lorenzo Raia                      

Intendiamo prendere posizione comune sul DM “Efficientamento” n. 50/2025 e, in particolare, sull’attuazione dello stesso in parecchi territori.

Anzitutto una questione di metodo: durante la riunione di fine gennaio, l’ultima che ci ha visto convocati, si era detto che per il 2025 i progetti erano in fase di elaborazione e sarebbe stata data informativa alle OO.SS. prima dell’invio al Ministero del Lavoro. Questo passaggio non è avvenuto, nonostante le norme del DM abbiano ricadute dirette sull’aspetto economico, sugli obiettivi e sui carichi di lavoro dei dipendenti dell’INL.

Se questo è il modo di procedere, lo riteniamo gravissimo, considerato che in materia di prestazioni dei lavoratori “da efficientare” un passaggio con le OO.SS. è per noi dovuto, da parte dell’Amministrazione.

Nel merito, non comprendiamo affatto il perché di alcune storture e chiediamo si ponga rimedio.

In molti uffici territoriali, i dirigenti stanno provvedendo ad elaborare progetti di efficientamento relativi alla sussidiarietà o collaborazione tra uffici, senza alcun coinvolgimento della RSU di sede.

Purtroppo, l’aver previsto che solo una parte di personale potrà ottenere l’incentivo sta scatenando conflitti e tensioni tra lavoratori. Se, grazie all’impegno di alcuni, tutto l’ufficio raggiunge un obiettivo, è tutto il personale dell’ufficio a dover ricevere le relative somme e non solo alcuni. Sia chiaro che siamo pronti alla mobilitazione su ciascun territorio qualora i dirigenti procedano ad accordi di collaborazione “sotto banco” e senza il coinvolgimento della RSU, i primi rappresentanti dei lavoratori sui luoghi di lavoro.

Riteniamo che la “sussidiarietà”, peraltro da noi sempre auspicata, se da un lato rappresenti sicuramente un mezzo per equilibrare i carichi di lavoro e sopperire alla cronica carenza di personale in alcune sedi, non debba tuttavia rappresentare uno strumento che possa creare conflitto tra i lavoratori.

In altri termini, ci domandiamo il motivo per il quale se si raggiunge il 5% di ispezioni in più o se si aumenta il tasso di irregolarità per la vigilanza tecnica

saranno tutti i dipendenti a beneficiarne, mentre se i colleghi di un ufficio supportano il carico di lavoro di un altro ufficio, il premio verrà distribuito solo a pochi soggetti coinvolti???

Così facendo non si favorisce l’efficienza dei servizi, ma si alimentano solo divisioni tra lavoratori.

Non viene infatti migliorata la qualità del lavoro, ma si accentuano le diseguaglianze.

Così come sembra francamente assurdo e contrario ad ogni regola che, nei diversi progetti previsti dal DM n. 25/2025, per i dipendenti vengano trattenute le somme per le assenze equiparate alle presenze.

Ancora, non è assolutamente detto che per efficientare l’attività di vigilanza si

debba necessariamente incrementare il numero delle ispezioni.

Si continua ad inseguire la logica del numero di accessi avviati, mentre si potrebbe dare maggior risalto al numero di lavoratori tutelati.

Si potrebbero predisporre progetti che evidenzino il contrasto ai più scellerati fenomeni di irregolarità (caporalato, appalti illeciti/somministrazioni, evasioni e recuperi contributivi, violazioni della normativa in tema di orario di lavoro, corretta applicazione dei contratti collettivi, etc.) o redigere progetti sui risultati dell’attività ispettiva nei settori con maggiori criticità come in agricoltura, logistica, edilizia etc.

Insomma, dovremmo smetterla di prediligere la quantità e orientare ogni sforzo verso un’attività ispettiva più profonda, mettendo al centro di ogni ragionamento la qualità del lavoro ispettivo, intesa come capacità effettiva di garantire tutela e protezione alla parte più debole del rapporto di lavoro, ossia offrire tutela ai lavoratori cosi come impone la mission istituzionale dell’INL.

E allora, come organizzazioni sindacali, chiediamo una riflessione profonda sul modello di lavoro e di efficientamento che vogliamo costruire all’interno dell’INL.

Il miglioramento della funzionalità nei nostri uffici può realizzarsi anche al di fuori di certe logiche divisive per il personale!

Per questi motivi chiediamo che il DM n. 25/2025 venga modificato. 

FP CGIL

UIL PA

USB PI

Matteo ARIANO

Ilaria CASALI

Giorgio DELL’ERBA

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