Nel mondo occidentale la settimana corta ha una formulazione lineare: si riducono le ore di lavoro a parità di salario. Non a caso la sua introduzione viene generalmente preceduta da una sperimentazione: il datore prova un nuovo modello, ne testa l’efficacia.
Non c’è generosità dalla controparte, ma freddo calcolo. L’esperienza mostra che lavorando meno si lavora meglio. Banalmente, si produce di più.
Ora, pensavamo di dover spiegare questa situazione al Governo, vincendone le resistenze; pensavamo di dover convincere la controparte datoriale, poco avvezza a modificare i propri paradigmi operativi; non immaginavamo di doverlo spiegare a chi dovrebbe stare “al di qua” del tavolo a rappresentare gli interessi dei lavoratori.
Allora, pur inforcando gli occhiali, abbiamo provato a leggere con attenzione il dettato del contratto e purtroppo dobbiamo confermare il giudizio. La settimana densa porta inesorabilmente a:
una riduzione delle ferie;
una riduzione dei permessi;
la perdita di un buono pasto;
l’impossibilità di scegliere in autonomia il giorno di riposo;
una permanenza in ufficio per oltre 9 ore;
l’impossibilità di effettuare straordinari.
Dopo aver complicato la vita a tutti, costringendo i dipendenti a programmare ad aprile le ferie dell’intero anno; dopo aver accettato il ridicolo aumento contrattuale di 165 euro lorde (di cui la metà pagate a dicembre, per consentire al Governo di recuperare tutto con l’Irpef); dopo aver fatto gli opossum quando si dovevano trattare temi extra-contrattuali come il tetto al Fondo (…ma confidiamo nel Gruppo Misto); dopo tutto questo, il sospetto viene: non è che stanno puntando tutto sull’assoluzione per non aver compreso il fatto?
Nel qual caso, ricambiamo la gentilezza: suggeriamo di farvi assistere da uno bravo, ma bravo per davvero.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Si è tenuto oggi l’incontro con l’Amministrazione avente ad oggetto l’accordo sui sussidi. Il fondo ammonta anche quest’anno a circa 60.000 euro.
La bozza rimodula e specifica alcune voci ma senza restringere lo spazio delle spese ammesse o l’importo massimo riconosciuto per le varie voci. La bozza di accordo prevede che l’importo intero sia erogato fino a ISEE pari a 25.000 euro rispetto ai 18.000 del precedente accordo. La seconda fascia, da 25.001 a 30.000, percepisce il 95% dell’intero importo e le fasce successive a scalare di 5 punti percentuali ciascuna, fino al 75% per la fascia tra i 55.001 a 65.000 euro. Riteniamo positivo che sia aumentato l’ISEE della prima fascia, ma riteniamo che sia possibile migliorare ancora la distribuzione del fondo per favorire i redditi medio bassi. Abbiamo quindi proposto di accorpare le prime due fasce, garantendo l’importo intero fino a ISEE pari a 30.000 oppure di rimodulare le percentuali dei rimborsi alle fasce precedentemente previste, che prevedevano il 50% dei rimborsi per la soglia ISEE più elevata, al fine di redistribuire le eventuali economie. L’amministrazione si è mostrata disponibile a intervenire o sulle fasce o sui massimali previsti per le singole voci di spesa e porterà una nuova proposta al prossimo incontro.
Abbiamo inoltre chiesto, come fatto nel comunicato di qualche giorno fa, notizie in merito alla polizza sanitaria integrativa su cui l’Amministrazione aveva preso un impegno sia nell’arco di un’assemblea del personale che in occasione dell’incontro con la Ministra.
Con riferimento all’incontro con la Ministra, abbiamo chiesto notizie dell’aumento del fondo risorse decentrate.
L’Amministrazione ci ha comunicato che è in corso un nuovo tentativo di inserire due emendamenti nel Decreto-legge del 14 marzo 2025 n. 25 (DL PA), sia rispetto all’aumento del fondo risorse decentrate sia rispetto alle risorse utili a finanziare il welfare integrativo.
Abbiamo colto l’occasione, inoltre, per chiedere nuovamente aggiornamenti rispetto all’accordo Pon, dato che sappiamo esserci stato un incontro a seguito della nostra richiesta di notizie in merito. L’Amministrazione ha riferito che sta lavorando alle verifiche e ai controlli necessari e che non è possibile fornire una data indicativa per l’erogazione delle risorse, mentre invece il bando sulle progressioni orizzontali sarà in uscita a maggio, con l’obiettivo di chiudere la procedura entro l’estate.
In merito alle ultime questioni chiediamo risposte e tempi certi perché i lavoratori di quest’Amministrazione non sono più disposti ad attendere oltre.
FP CGIL
Matteo Ariano Alessandra Pone
Nel corso dell’incontro di ieri l’Amministrazione ha sottoposto alle organizzazioni sindacali l’ennesima bozza di contratto.
Non più tardi di una settimana fa, in considerazione dell’estremo ritardo nella stipula del CCNI 2024 e della non condivisibilità dell’impianto da ultimo proposto dalla controparte, avevamo richiesto di firmare un contratto sulla falsariga di quello precedente, o comunque espungendo quelle disposizioni sulle quali non si era registrata condivisione, con l’impegno a modificare il sistema delle maggiorazioni della retribuzione di risultato, previo tavolo tecnico, con il prossimo contratto.
È pervenuta, invece, un’ulteriore bozza, che contrariamente a quanto da noi proposto:
• ha confermato il doppio immotivato aumento di maggiorazioni e indennità per il solo Coordinatore Generale,
• non ha introdotto alcun criterio oggettivo per l’attribuzione delle maggiorazioni di risultato a due famiglie di professionisti su tre,
• ha previsto ancora, senza alcuna giustificazione, maggiorazioni differenziate per le diverse famiglie di professionisti e, anzi, ha introdotto aumenti differenziati anche della indennità di funzione.
Il tutto ad anno ormai abbondantemente trascorso e senza aver mai attivato i tavoli tecnici più volte richiesti, evidentemente indispensabili per verificare e condividere operazioni di questo genere.
Per tali motivi abbiamo ribadito il nostro NO alla firma di un contratto che riteniamo irragionevole e divisivo.
Condivisi questi rilievi anche da altre sigle sindacali, l’Amministrazione si è riservata di valutare la possibilità di firmare un’ipotesi sulla falsariga del CCNI 2023, con l’impegno all’immediata apertura di un tavolo tecnico finalizzato a valutare gli elementi innovativi per il CCNI 2025.
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani
Continuiamo a confrontarci con valutazioni della performance profondamente insoddisfacenti.
Non funzionano per l’impostazione, per l’unilateralità, per la mancanza di elementi oggettivi, per l’impreparazione dei nostri valutatori e, infine, per l’impossibilità di opporvisi.
L’esito di una valutazione della performance pesa sulla possibilità di avere uno scatto economico nelle selezioni previste durante le progressioni economiche orizzontali, oggi ‘differenziali stipendiali’. Quindi, dato l’impatto che la valutazione ha sulle nostre vite, è fondamentale che sia attribuita correttamente e in modo imparziale.
Diventa, pertanto, irrinunciabile che siano riconosciuti coloro che oggettivamente sono meritevoli.
Così com’è oggi, la valutazione della performance è uno strumento verosimilmente ricattatorio in mano alla dirigenza dell’Amministrazione. Quest’ultima potrebbe, quindi, discrezionalmente premiare chi offre prestazioni fuori orario e penalizzare chi non si adegua a disponibilità non previste anche se svolge ottimamente il proprio lavoro.
Per questo, abbiamo sollecitato l’Amministrazione ad adottare in tempi brevi quanto previsto dalla normativa vigente relativamente alla Valutazione Partecipativa: un meccanismo che consente al personale di valutare il proprio dirigente e i propri colleghi, al fine di ottenere una pluralità di voci utile alla definizione di un quadro più completo sulla performance di ognuno.
Riteniamo che i primi a dover essere valutati seriamente siano i dirigenti della PA, in quanto primi veri responsabili dell’andamento del Servizio Pubblico.
Vogliamo abolire una modalità di valutazione che vada solo ed esclusivamente dall’alto verso il basso, perché in gioco non c’è la gestione di un potere ma il funzionamento di un’Amministrazione Pubblica, finanziata con soldi pubblici.
In gioco c’è l’interesse pubblico.
(…) Oggi viviamo una stagione difficile perché siamo anche in fase di rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro, non siamo per nulla soddisfatti perché gli incrementi ammontano al 6 per cento. Intanto stiamo rinnovando un contratto vecchio 2022/24 e questi ritardi ormai sono ingiustificabili e creano un danno ai lavoratori e noi non lo possiamo consentire, non lo possiamo accettare. Ma dicevo, gli incrementi stipendiali produrranno incrementi medi delle retribuzioni pari al 6 per cento, mentre invece sappiamo che il tasso di inflazione è di gran lunga superiore; quindi, con questo rinnovo contrattuale non ci sarebbe neanche la possibilità di recuperare il potere d’acquisto. Non va bene, non va bene. Occorrono risorse aggiuntive, occorrono risorse nuove (…)
Queste parole, facilmente condivisibili, non sono state dette da chi si è rifiutato di sottoscrivere il peggior contratto collettivo nazionale di sempre per il personale delle Funzioni Centrali, come la FP CGIL e la UIL PA che da mesi esprimono il medesimo ragionamento logico.
Queste affermazioni sono state dette, nel corso di una intervista reperibile in rete (almeno fino a quando qualcuno non la farà rimuovere), dal segretario nazionale della Cisl scuola…lo stesso sindacato che, il 27 gennaio u.s., ha aderito prontamente e fedelmente assieme ad altre sigle autonome alla proposta unilaterale del governo per il rinnovo del CCNL 2022 – 2024 per il comparto delle Funzioni Centrali.
Lo stesso sindacato che in INAIL spaccia l’attuale impianto contrattuale come il miglior contratto possibile…sostenendo esattamente il contrario di quanto affermano i propri dirigenti sindacali su altri comparti, dove al ricorrere delle medesime condizioni economiche non ci si è accontentati supinamente. E dove, grazie alla ferma posizione di CGIL e UIL, è ancora in piedi il tavolo delle trattative. Quelle stesse trattative svendute per un piatto di lenticchie (e siamo stati generosi) a danno delle lavoratrici e dei lavoratori delle Funzioni Centrali.
Quindi non solo una grande disparità di trattamento tra i comparti del privato e quelli pubblici, ma anche all’interno di quest’ultimo. Dove, a quanto pare, coesistono categorie di lavoratori meritevoli di tutela e di rivendicazione salariale e altri (noi….!!!) vergognosamente venduti in nome di accordi che nulla hanno a che vedere con la tutela di tutti i lavoratori.
Qualcuno, magari abbagliato dai fasci di luce del nuovo tavolo sindacale a composizione ridotta – lo stesso che, per intenderci, ha prodotto i questionari per i differenziali stipendiali e la “supercazzola” della deroga al vincolo quinquennale per i neoassunti – tempo fa dichiarava su un proprio comunicato che occorreva “Accordare i separati in casa”. Beh, che dire…concordiamo!!!
Peccato che la loro incoerenza sta costando cara alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Inail…!!!
Alessio Mercanti Giuseppe Paglia
FP CGIL UIL PA
Egregio Presidente,
Lo scorso 24 settembre, in occasione della presentazione del Rapporto Annuale dell’Istituto, nella Sua relazione introduttiva rilevò come i dipendenti rappresentano “la forza dell’Istituto“. Dipinse le lavoratrici e i lavoratori di quest’Ente come “una comunità viva di persone che nel tempo ha acquisito nuove conoscenze, competenze e professionalità, per rispondere alle sfide dei tempi“. Specificò, inoltre, che un obiettivo imprescindibile per la governance è quello di mettere le persone al centro della missione INPS.
Furono spunti che apprezzammo, pur rilevando già allora che – a dispetto dei buoni propositi – le lavoratrici e i lavoratori chiedevano, e chiedono ancora oggi, atti concreti, non meri attestati di stima.
La difficoltà di reperire funzionari nelle città con il caro-vita più alto testimonia un disagio economico che non può essere ignorato da chi governa l’Istituto, né si può pensare di affrontare una criticità simile sopprimendo qualche Direzione territoriale, nello specifico la DCM Milano, che magari brilla per i risultati raggiunti in termini di performance.
Che cosa vuole fare l’Istituto per dare ossigeno a chi serve il Paese con abnegazione e ha il torto
di operare in città in cui gli affitti mensili dei monolocali si aggirano sui mille euro? Noi abbiamo sollecitato a più riprese due misure:
– la prima, strategica e a costo zero, è un’operazione verità sulle carenze d’organico. Vanno
rese note le carenze sede per sede, agenzia per agenzia, per programmare le prossime
immissioni tenendo in considerazione le fragilità registrate, al fine di garantire un’efficiente
allocazione;
– la seconda, politica, è un impegno concreto dell’Amministrazione per il
Su quest’ultimo punto, in particolare, come INPS ci sentiamo in credito. Perché mentre le agenzie fiscali hanno ottenuto giustamente delle deroghe, l’Istituto – nonostante l’aumento dei carichi di lavoro – non ha avuto analogo riconoscimento. Una penalizzazione incomprensibile, che noi denunciamo dentro e fuori l’INPS, in ogni occasione di confronto pubblico, con una coerenza non comune.
Rispetto a questo tema, Le scriviamo la presente lettera perché abbiamo appreso che nella Sua memoria sul decreto-legge del 14 marzo 2025 n. 25, presentata lo scorso 27 marzo all’attenzione delle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro presso la Camera dei Deputati, Lei ha sollecitato “una riflessione sul potenziamento del Fondo per le risorse accessorie che nella norma sono incrementate solo per i Ministeri e la Presidenza del Consiglio dei Ministri“. Ci risulta, però, che abbia circoscritto la riflessione “al personale in servizio inquadrato nelle aree professionali e dirigenziali“.
Perché?
Chiariamoci, Presidente. Per noi servono risorse per tutti: per garantire assunzioni, per aumentare salari, per potenziare il welfare, per spostare in alto l’asticella della nostra capacità di assistere la cittadinanza.
Crediamo che l’INPS assolva un compito costituzionale e ci sentiamo parte di un sistema di tutele dei diritti. In questa nostra battaglia trasversale, mi permetta di sottolinearlo, non c’è soltanto la cifra identitaria della CGIL: c’è un tratto caratteristico dell’INPS. La peculiarità di questo Istituto è sempre stata una: nei momenti di difficoltà si è riusciti a superare ogni sfida insieme, riscoprendo il valore di un’azione unitaria e collegiale. L’esperienza pandemica, l’ultima in ordine di tempo, sta lì a testimoniarlo.
Noi chiediamo la “liberazione” di tutti i Fondi, il superamento di una disposizione anacronistica e datata, per dare risorse alle diverse professionalità che costituiscono il valore principale di questo Ente. Stupisce, allora, che l’Amministrazione, nella sede più solenne effettui una distinzione simile, non tutelando parte di quella comunità che pure viene esaltata in ogni occasione pubblica.
Presidente, vorremmo capire a questo punto, e una volta per tutte, se la battaglia che qui rappresentiamo è condivisa dalla governance oppure no.
Convochi le organizzazioni sindacali tutte, ci dica cosa intende fare per chi lavora in questo Istituto. È passato oltre un anno dalla Sua nomina. Non possiamo più aspettare.
Giuseppe Lombardo
Alla Direzione Generale del Personale e delle Risorse
e, p.c. alla Direzione Generale per la Giustizia Minorile e Riparativa Alla Direzione Generale della Giustizia di Comunità
A tutti le lavoratrici e i lavoratori iscritti e simpatizzanti
OGGETTO: FP CGIL – convocazione assemblea sindacale – martedì 8 aprile dalle 10 alle 12
in presenza presso il DGMC e in modalità remota.
La FP CGIL comunica di aver indetto in data martedì 8 aprile dalle ore 10 alle ore 12 un’assemblea aperta a tutti i lavoratori iscritti e simpatizzanti dei servizi in indirizzo con il seguente o.d.g.:
Elezioni RSU 2025: presentazione candidati e programma elettorale;
problematiche di sede.
Saranno presenti la coordinatrice nazionale, Paola Fuselli, e la coordinatrice regionale, Manuela Mariotti.
L’assemblea si terrà in presenza presso il DGMC. Si chiede, pertanto, alla Direzione di voler mettere a disposizione un locale idoneo, di voler diffondere la presente nota a tutto il personale e di favorirne la partecipazione.
Sarà possibile partecipare anche da remoto tramite il seguente link:
Entra nella riunione in Zoom https://us06web.zoom.us/j/83296865446?pwd=iP4zkal5OteNjDeZCR0i6iBh0oQbDp.1
ID riunione: 832 9686 5446
Codice d’accesso: 756487
Nel ringraziare, si porgono cordiali saluti,
La coordinatrice regionale FP CGIL Per la segreteria FP CGIL Roma e Lazio Roma e Lazio DGMC
Manuela Mariotti Francesca De Rugeriis
Abbiamo consentito all’Ente di funzionare perfettamente, in tutte le sue parti, quando durante la pandemia siamo rimasti chiusi in casa per mesi.
Continuiamo a fornire una prestazione efficace, efficiente, senza perdita di valore produttivo, anche oggi, quando lavoriamo da casa.
Siamo costretti a venire in ufficio, spesso in stanze sovraffollate, per partecipare a call da remoto (mentre TUTTO IL MONDO LAVORA in videoconferenza) con il solo risultato di non riuscire a farlo in modo utile.
In tutta la PA il lavoro a distanza, che sia agile o da remoto, è largamente utilizzato per tutti i vantaggi che offre mentre qui da noi, per l’incapacità dei vertici di questa Amministrazione, siamo obbligati a condizioni lavorative antidiluviane e a una vita frenetica e gratuitamente sfiancante.
Il lavoro a distanza è promosso (e adottato) ovunque perché consente risparmio, serenità lavorativa, decongestione delle città, riduzione dell’inquinamento, ma in ENAC questo non conta e ogni affermazione che sostenga che da noi lo sw non sia praticabile è perlomeno infondata e semplicistica.
Abbiamo lavorato per un anno alla costruzione di un nuovo regolamento sul lavoro a distanza e, ora, pare emerga una volontà contraria, unilaterale, nella totale mancanza di rispetto di quelle che sono le relazioni sindacali e ignorando l’inestimabile valore di un risultato condiviso.
A fine 2022 abbiamo concordato con l’Amministrazione di questo Ente l’adozione di un Regolamento sul lavoro agile. Di quell’accordo, l’Amministrazione ha acquisito tutti i vantaggi che la riguardavano, ma noi, da allora, del Regolamento abbiamo avuto un’applicazione disomogenea, arbitraria, negata, inattendibile e soprattutto inesigibile.
Abbiamo sempre ritenuto che il lavoro a distanza fosse un traguardo necessario per un mondo lavorativo migliore, lo ribadiamo in ogni occasione e in ogni sede.
Se anche voi ritenete che il lavoro a distanza sia fondamentale per una vita più serena e una migliore prestazione lavorativa, se pensate che sia giusto ribellarsi a qualsiasi tentativo di negazione di un nostro diritto contrattuale, votate per la FP CGIL!
Il Coordinamento Nazionale FP CGIL Enac
Nei mesi scorsi abbiamo avuto rassicurazioni, da parte dei vertici del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sulla volontà di attivare forme di Welfare integrativo per tutto il personale del Ministero e dell’INL. Ci era stato comunicato che si erano anche attivate interlocuzioni con altri Enti, per aderire a forme di assistenza già presenti, e che si sarebbero fatti tutti i passaggi necessari per arrivare al più presto a una soluzione.
Come FP CGIL del Ministero del Lavoro e dell’INL riteniamo che questa possa essere una delle leve per rendere attrattive queste due Amministrazioni nel panorama della PA e provare a invertire l’alto tasso di rinunce alla presa di servizio, oltre a evitare la fuga del personale già in forza.
Pur nella consapevolezza che questo elemento da solo non è sufficiente a ridurre il problema, esso può comunque rappresentare un segnale importante per chi vorrà entrare e/o restare in una di queste Amministrazioni.
Proprio per questo, non avendo avuto più aggiornamenti in proposito, chiediamo di sapere se si stiano rispettando gli impegni assunti con il tavolo sindacale e quali azioni si stiano ponendo in essere per realizzare in tempi rapidi l’obiettivo.
Le lavoratrici e i lavoratori, anche su questo tema, aspettano risposte e tempi certi.
Coordinatore INL Coordinatrice Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali
Matteo Ariano Alessandra Pone