SIAMO STANCHE DI MINUTI DI SILENZIO, NOI VOGLIAMO GIORNI DI RUMORE
All’indomani della notizia che riporta l’ennesimo femminicidio commesso in Italia (l’undicesimo dall’inizio del 2025), registriamo con amarezza un clima di sconforto rassegnato.
Il discorso pubblico sulla violenza di genere nel nostro paese oscilla, ormai da anni, tra un esasperato sensazionalismo e il più agghiacciante dei silenzi.
Eppure il fenomeno non può e non deve essere inquadrato come un aspetto quasi inevitabile dello “stato delle cose”: non possiamo restare zitti di fronte a questi episodi, non possiamo rassegnarci a portare un lutto interminabile e sterile, a vivere nella paura e nel flebile sollievo che, almeno per oggi, non sia toccato a noi o a una persona a noi cara.
Non taceremo, non organizzeremo minuti di silenzio, perché il silenzio delle donne è durato abbastanza. Chi ci vuole contrite, meste e dimesse rimarrà deluso.
Come Comitato Donne FP CGIL INPS, indiciamo un minuto di rumore, che sia solo il primo di tanti, per lunedì 7 aprile alle ore 11.30. Un minuto di rumore che serva ad avviare una stagione di parole, di voci e di gesti concreti, anche in Istituto.
Il nostro appello si rivolge a donne e uomini che non accettano più di piangere silenziosamente l’ennesima donna uccisa per la sola colpa di voler vivere la propria esistenza come vuole. Donne e uomini che non sfuggono alle domande con cui questi episodi ci interrogano: per quanto ancora? E perché? E io cosa posso fare?
Il Comitato Donne FP CGIL INPS vi invita a riunirvi per registrare, nelle sedi di lavoro, un minuto di rumore.
Mandateci i vostri video, scriveteci cosa pensate, rompiamo il silenzio.
Facciamolo per Ilaria, per Sara, per Giulia, ma forse anche per la vicina di scrivania che ieri era stranamente silenziosa.
E soprattutto cercateci: ci troverete.
Comitato Donne FP CGIL INPS
In allegato Accordo di rinnovo CCNL UNEBA 2023-2025.
Al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
Marina Elvira Calderone
Al Capo di Gabinetto
Mauro Nori
Al Dipartimento per l’innovazione, l’amministrazione,
il personale e i servizi
Direzione Generale per le Risorse finanziarie,
la razionalizzazione della gestione degli immobili,
degli acquisti e della logistica
Alla Direzione Generale per le Politiche del
personale e i servizi generali
A tutti i Lavoratori del MLPS
Oggetto: Riorganizzazione logistica del MLPS per dismissione sede di Via Fornovo.
Con la presente queste OO.SS desiderano esprimere il proprio disappunto e la propria preoccupazione in merito alla paventata decisione di procedere alla dislocazione di alcune direzioni generali presso la zona EUR della città Metropolitana di Roma.
Tale decisione, che comporterebbe un significativo spostamento di una sede operativa, solleverebbe diversi problemi che coinvolgono direttamente i lavoratori, sia sotto il profilo delle condizioni di lavoro, sia sotto il profilo della mobilità.
Giova ricordare che nelle ultime riunioni con le organizzazioni sindacali, dapprima l’Onorevole Ministra ha prospettato la possibilità di ridurre il numero di sedi per investire ulteriormente sul lavoro agile e da remoto, prevedendo strumenti di prenotazione delle scrivanie ed una visione finalmente innovativa del lavoro pubblico, successivamente, operando in senso contrario, l’Amministrazione si è pronunciata sulla ricerca di una ulteriore sede nel centro della città per evitare di trasferire alcune Direzioni Generali, a seguito di una riorganizzazione logistica complessiva, in sedi dislocate.
Sembrerebbe, invece, che l’Amministrazione stia procedendo diversamente senza informare le organizzazioni sindacali ed i lavoratori del futuro che li aspetta.
In effetti quest’Amministrazione già negli ultimi mesi dello scorso anno ha dimostrato scarsa attenzione ed interesse per i suoi lavoratori, un esempio ne è il promesso aumento del Fondo Risorse decentrate di cui non si hanno notizie ufficiali, e ora va nella direzione di aumentare il disagio dei lavoratori con scelte peggiorative delle condizioni di vita del personale, stravolgendo l’organizzazione logistica e creando, di fatto, delle disparità di trattamento tra gli stessi dipendenti dell’Amministrazione.
Dopo la collocazione dei dipendenti nella sede di San Nicola da Tolentino, chissà per quali motivi ritenuta idonea ad accogliere una Pubblica Amministrazione, la gestione di continui lavori di ristrutturazione nelle sedi di Via Veneto e Via Flavia con i relativi e prevedibili disagi legati a rumori da sostenere durante l’orario di lavoro e l’abbondare di polvere nell’aria e nelle stanze, il peggioramento del regolamento di lavoro agile e da remoto, effettivamente mancava il colpo di scena finale.
In particolare, preme sottolineare che l’assetto che l’Amministrazione sta realizzando comporta numerosi problemi, partendo da difficoltà in merito al raggiungimento della nuova sede di lavoro: la nuova sede comporta difficoltà per la maggior parte dei lavoratori sia domiciliati in città, ma su fronti opposti rispetto alla nuova sede con un tempo di percorrenza minimo di oltre un’ora a tratta per raggiungere la sede di lavoro, sia pendolari in quanto provenienti da altre province della Regione o da fuori Regione, il cui tempo di percorrenza casa-lavoro può passare dalle 2 alle 3 ore per la sola andata.
Inoltre, l’utilizzo di una nuova sede così dislocata potrebbe scoraggiare l’utilizzo dei mezzi pubblici a favore di mezzi privati con ulteriori costi da sostenere ed a scapito di ogni criterio di mobilità sostenibile e tutela ambientale.
Un cambiamento di sede così significativo, in un’area metropolitana così complessa e già congestionata dal Giubileo, ci rende ulteriormente increduli per le scelte che l’Amministrazione sta operando.
È opportuno chiedersi, inoltre, come è stata ipotizzata questa riorganizzazione logistica, quali DG si sposteranno all’EUR e quali materie i vertici dell’Amministrazione scelgono di allontanare dal centro della città e dalle sedi di rappresentanza del Ministero.
Qualsiasi sia l’ipotesi, risulta essere un precedente grave l’idea che pezzi dell’Amministrazione possano essere trasferiti senza alcuna considerazione dell’impatto interno ed esterno all’Amministrazione e delle condizioni di vita e lavoro dei dipendenti.
A fronte di tale situazione, chiediamo formalmente all’Amministrazione di rivedere tale progettualità e, in assenza di sedi disponibili al centro della città, di provvedere alla riallocazione del personale presso la sede di Via Flavia 6, provvedendo celermente agli adeguamenti necessari all’impianto antincendio per consentire l’ampliamento della capienza della sede ridotta a seguito dell’incendio che ha interessato gli ultimi piani dello stabile, come peraltro suggerito dalle scriventi OO.SS. durante l’ultima riunione sul tema.
Per quanto sopra esposto la FP CGIL e la UIL PA ribadiscono la necessità di un urgente incontro con l’Amministrazione per valutare insieme soluzioni alternative volte a garantire il miglior equilibrio possibile tra le esigenze dell’Amministrazione, i diritti dei lavoratori ed il benessere organizzativo nel suo complesso.
Qualora non dovesse pervenire una convocazione in tempi rapidissimi, si procederà con l’organizzazione di ogni iniziativa ritenuta necessaria con il coinvolgimento di tutti i lavoratori dell’Amministrazione, ricordando che lo stato di agitazione proclamato non è mai stato revocato.
Infine, ritenendo fondamentale l’unità di lavoratrici e lavoratori, rivolgiamo un appello a tutte le altre sigle nell’unirsi a questa lotta perché riteniamo sia interesse di tutti impedire spostamenti di personale senza alcun previo confronto sindacale e nessuna tutela.
FP CGIL
Matteo Ariano
Alessandra Pone
UILPA
Ilaria Casali
Orlando Grimaldi
Al Capo di Gabinetto
Dott. Mauro Nori
segrgabinetto@lavoro.gov.it
Al Direttore della Direzione Generale per le
Politiche del Personale e l’Innovazione
organizzativa
Dott.ssa Grazia Strano
Oggetto: Organizzazione lavoro agile/da remoto. Segnalazione criticità.
Le scriventi OO.SS sono venute a conoscenza di rilevanti criticità in ordine all’organizzazione del lavoro agile e da remoto in alcune Direzioni Generali.
La prima criticità segnalata riguarda la fascia di contattabilità: alcuni dirigenti hanno chiesto ai dipendenti di sottoscrivere l’accordo di lavoro agile con una fascia di contattabilità che va dalle 10:00 alle 18:00, con pausa pranzo dalle 13:00 alle 14:00, quindi oltre le 6 ore previste dall’art. 16 del D.D. n. 4 del 10/01/2025 secondo cui: “Il personale non dirigenziale deve garantire, nell’arco della giornata di lavoro agile, la contattabilità attraverso la strumentazione telematica messa a disposizione dall’Amministrazione, per 6 ore, articolate fascia antimeridiana e pomeridiana, comprese nell’arco temporale dalle 8.00 alle 18.00”.
Altra criticità segnalataci è relativa all’impossibilità di cambiare il giorno di lavoro agile con un giorno di lavoro in presenza. Già in sede di confronto abbiamo manifestato il nostro dissenso per la previsione di impedire modifiche delle giornate di lavoro agile in caso di fruizione di istituti contrattuali e legali, ma gli uffici del personale delle singole Direzioni Generali stanno interpretando la previsione del nuovo regolamento in maniera ancora più restrittiva, impedendo anche il cambio tra giorno di lavoro agile e giorno in presenza o viceversa, mentre in sede di confronto era stato chiarito che almeno questa facoltà sarebbe stata ancora assicurata ai lavoratori. Inoltre, risulta che alcuni dirigenti non consentano di usufruire di giornate di lavoro agile consecutivamente il lunedì ed il venerdì nonostante nel regolamento non sia indicata alcun obbligo in merito e tale ulteriore previsione rende per alcuni complicata la conciliazione di esigenze di vita e di lavoro.
Infine, in riferimento al lavoro da remoto, è emerso che alcuni dirigenti stiano chiedendo ai colleghi per i quali il regolamento prevede un giorno di rientro in presenza a settimana, l’obbligo di presenza per due giorni a settimana. Chiediamo quindi di chiarire che il rientro settimanale è previsto da regolamento “almeno 1 giorno a settimana” che non vuol dire prevedere il rientro in presenza due o più giorni.
Tanto premesso, rileviamo ed evidenziamo ancora una volta una scarsa inclinazione di alcuni dirigenti verso il lavoro agile quale modalità di prestazione lavorativa, a favore di una manifesta e dichiarata preferenza della presenza fisica del personale nelle sedi ai fini di un’asserita migliore operatività delle strutture.
Chiediamo pertanto di voler verificare quanto riportato e di intervenire tempestivamente per il rispetto delle disposizioni contenute nel D.D. n. 4 del 10/01/2025 e nella relativa nota operativa.
FP CGIL
Matteo Ariano
Alessandra Pone
UIL PA
Ilaria Casali
Orlando Grimaldi
Le scriventi FP CGIL, CISL FP e UIL FPL hanno appreso per le vie brevi della decisione dell’AIAS di non procedere al rinnovo del CCNL Associazione Italiana Assistenza Spastici (AIAS). Inoltre e scriventi OO.SS. non avendo avuto formale riscontro alle missive inoltrate in data 08/05/24, 05/07/24 dall’ Associazione Italiana Assistenza Spastici (AIAS), hanno convenuto di procedere alla proclamazione dello stato di agitazione per il mancato rinnovo del CCNL. La scelta della Associazione Italiana Assistenza Spastici (AIAS) non risponde alle legittime attese dei lavoratori del settore che in questi ultimi anni hanno visto eroso il potere d’acquisto a causa dell’inflazione e a nostro avviso, lede la loro dignità e professionalità. Per questo motivo ci vediamo costretti a mettere in campo da subito tutte le azioni di coinvolgimento dei lavoratori a partire dall’apertura dello stato di agitazione di tutto il personale. Segnaleremo alla Conferenza delle Regioni questa condotta che inficia i corretti rapporti negoziali e istituzionali a tutti i livelli.
FP CGIL
Michele Vannini
CISL FP
Diego Truffa
UIL FPL
Pietro Bardoscia
Ciro Chietti
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: GRADUATORIE DIFFERENZIALI STIPENDIALI 2024
Con riferimento al Messaggio Hermes 209/2025, contenente le graduatorie provvisorie per l’accesso ai differenziali stipendiali in attuazione dell’accordo stralcio siglato lo scorso 31 dicembre, si evidenzia come da più parti giungano alla scrivente organizzazione segnalazioni di anomalie in graduatoria relative al criterio della maggiore età in caso di ex aequo, che non risulterebbe rispettato.
Ciò sarebbe visibile soprattutto per i consulenti di protezione sociale assunti nel 2019, con identica anzianità di servizio ove ricorra la parità di valutazione individuale.
In attesa che le verifiche di rito siano effettuate, si richiede l’indicazione chiara dei posti in riserva per i dipendenti della Provincia autonoma di Bolzano.
Si rimane in attesa di riscontro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Dott.ssa Valeria Vittimberga
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: GESTIONE FERIE RESIDUE 2023 E 2024
Da più parti giungono segnalazioni in merito a ordini di servizio relativi alla tematica in oggetto. Le Direzioni territoriali, in applicazione di quanto statuito dall’Hermes n. 2371/2024, starebbero richiedendo ai dipendenti di smaltire le ferie del 2023 entro il 31 marzo e quelle del 2024 entro il 30 giugno.
Tali indicazioni, se da un lato risultano essere un tentativo di adeguare la gestione delle ferie a quanto previsto dal CCNL Funzioni Centrali, dall’altro evidenziano una serie di problematiche di non facile risoluzione, che l’Amministrazione sembra ignorare:
1. Una scadenza così ravvicinata comporterà l’obbligo per i dipendenti di smaltire i giorni di ferie in maniera continua, portando a carenze di personale anche per periodi medio-lunghi, ove non alla scopertura di aree/prodotti/servizi;
2. Tali assenze incideranno inevitabilmente sul raggiungimento degli obiettivi, ivi considerato il carico individuale già assolto da ogni unità INPS.
Da settembre scorso richiamiamo la necessità di una gestione flessibile, nell’interesse dell’Istituto e a garanzia di un diritto intangibile delle lavoratrici e dei lavoratori, quello al riposo, che non può né essere determinato unilateralmente dalla parte datoriale, né può essere eluso con l’assegnazione di obiettivi incompatibili con le giornate di ferie di cui i singoli dovrebbero fruire.
Tutto questo – stante l’impossibilità di intervenire sul CCNL per la volontà di altre organizzazioni sindacali di non affrontare il punto al tavolo negoziale – impone adesso, a nostro avviso, un intervento estensivo da parte dell’Amministrazione. Intervento che auspichiamo possa essere celere e risolutivo.
Si rimane in attesa di riscontro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Il prossimo 23 gennaio l’Amministrazione ha convocato le organizzazioni sindacali per una seduta dell’Organismo Paritetico per l’Innovazione. Il tema all’ordine del giorno è il nuovo Regolamento di attuazione del decentramento territoriale, ossia l’atto attraverso cui si definiscono i criteri di costituzione e di sopravvivenza dei diversi presidi territoriali dell’istituto.
La delibera oggetto del confronto è già stata adottata dal Consiglio d’Amministrazione nella seduta del 4 dicembre scorso.
Ora, a oltre un mese di distanza, che senso ha convocare le organizzazioni sindacali su qualcosa che è già stato deciso, definito e determinato a tavolino? Quale dovrebbe essere lo scopo di un incontro, peraltro nell’illusoria cornice di un organismo paritetico, se la facoltà di intervento è nulla?
Come chiarisce il contratto collettivo, l’OPI dovrebbe assolvere una funzione strategica in seno all’Istituto, essendo il luogo deputato al coinvolgimento partecipativo delle organizzazioni sindacali.
Qui siamo di fronte a un fatto assolutamente inedito, che deteriora ulteriormente il clima: le rappresentanze dei lavoratori vengono convocate pro-forma, dopo l’adozione di un provvedimento che discende dalla trasmissione di un’informativa tardiva. Su tale aspetto ci riserviamo tutte le valutazioni del caso.
Nel frattempo, la FP CGIL non accetta questo modo di rapportarsi con chi rappresenta le lavoratrici e i lavoratori dell’ente: non è una questione di buone maniere, ma di dignità e rispetto nei confronti di chi tiene in piedi l’Istituto. Non siamo disposti a rassegnarci a un sistema di relazioni che riduce chi lavora a spettatore inerme.
Il futuro dei presidi territoriali, elemento peculiare della nostra identità, viene deciso bypassando coloro che garantiscono il servizio all’utenza e si pensa di rimediare inscenando un confronto che ha i tratti della farsa e la forma del webinar.
Per questo insieme di ragioni diserteremo l’incontro: non abbiamo intenzione di partecipare a un gioco delle parti stucchevole che rappresenta un gravissimo precedente.
Quanto al merito, poi, la documentazione offerta impedisce perfino di comprendere le ragioni che hanno portato i vertici a discostarsi dal precedente modello, di là da un richiamo generico all’esigenza di governare fenomeni legati “alla maggiore complessità che investe oggi i diversi contesti territoriali”.
Con il nuovo impianto, già ora dieci agenzie rischierebbero di essere cancellate – Caprino Veronese (VR), Cavalese (TN), Codogno (LO), Erba (CO), Fidenza (PR), Iseo (BS), Merate (LC), Mirandola (MO), Morciano di Romagna (RN), Sant’Angelo Lodigiano (LO) – ma non c’è un documento che illustri organicamente l’impatto dei nuovi criteri, con tutto ciò che ne consegue non solo per le colleghe e i colleghi interessati, ma più in generale per la cittadinanza.
Il tutto con un’aggravante: non risultano mai rese note le carenze d’organico sede per sede, agenzia per agenzia, come più volte richiesto – in beata solitudine – dalla nostra organizzazione ai vertici dell’Ente.
Non professiamo la nostra delusione solo perché il tempo delle illusioni è finito da un pezzo.
Presenziare vorrebbe dire avallare un modo di relazionarsi che squalifica il confronto.
Noi non ci stiamo.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Nella mattinata di ieri si è svolto il tavolo nazionale con alcuni punti all’ordine del giorno.
Accordo superamento turni festivi obbligatori L’Amministrazione ha sottoposto una bozza di accordo che ricalca la stesura degli anni precedenti, quindi nessuna variazione sostanziale. Le Organizzazioni hanno dichiarato la propria posizione ma per necessità di alcune sigle di approfondire l’eventuale sottoscrizione si è rimandata la trattazione al prossimo 23 gennaio.
Contratto Collettivo Integrativo di Ministero
Successivamente l’Amministrazione ha introdotto la necessita di procedere a un aggiornamento del Contratto Integrativo di Ministero, data l’obsolescenza della versione 2009/2010 e data la bocciatura dell’ipotesi formulata nel 2019. Ciò, peraltro, sarebbe in linea anche con le richieste degli organi di controllo che, in occasioni passate, hanno richiesto espressamente di evitare accordi- stralcio. Abbiamo risposto a questa proposta che abbiamo bisogno di sapere se tale CCIM possa essere considerato come una raccolta di accordi già sottoscritti oppure se si prevede la trattazione di nuovi argomenti. Perché la nostra mancata sottoscrizione del CCNL 2022/2024 inevitabilmente ci porta a non poter affrontare i nuovi istituti contrattuali e la loro applicazione pratica al secondo livello. Valutiamo, comunque, positivamente la possibilità di cominciare una discussione sui temi che la vigente contrattualistica riconosce alle relazioni sindacali nella declinazione della contrattazione e del confronto.
Elevate professionalità
Su questo argomento va attivato un ragionamento che riguarda le prerogative contrattuali, ovvero la definizione dei criteri di conferimento (e revoca) degli incarichi e la retribuzione di risultato. Non abbiamo fatto altro che ribadire, in termini complessivi, la nostra netta contrarietà rispetto a come è stato condotto il bando rispetto alle figure esterne; nello specifico, siamo ovviamente disponibili e interessati a definire gli aspetti che il CCNL ancora vigente riconosce alla contrattazione, nella speranza di riuscire a valorizzare le figure professionali interne nel momento in cui l’Amministrazione centrale deciderà di procedere al bando per la loro selezione.
Queste le notizie affrontate nelle varie ed eventuali:
Proroga contratto lavoratori part-time tempo determinato
L’esito positivo della Legge di Bilancio, che ha rinnovato per ulteriori 12 mesi il contratto di queste lavoratrici e questi lavoratori, ha bisogno di una applicazione pratica che garantisca il più possibile la continuità fra l’ultimo giorno di vigenza dell’attuale contratto e il primo giorno di lavoro con il nuovo. In tal senso ci siamo espressi all’Amministrazione che ci ha riferito di essere in attesa dal MEF della conferma (che riguarda ogni dicastero) delle facoltà assunzionali, perché le risorse per la prosecuzione dei contratti gravano su di esse. Non dovrebbe essere necessario molto tempo perché tale conferma è propedeutica agli allegati del PIAO, che va approvato entro il 31 gennaio. Quindi si immagina che entro la prossima settimana arrivino questi dati per poter procedere.
Convocazione al tavolo nazionale dei dirigenti coinvolti in vertenze territoriali
Sul tema abbiamo ribadito che le note scritte, al livello individuale o collettivamente, non hanno avuto un effetto pratico rispetto a quegli Istituti per i quali sono stati esperiti tutti i tentativi di ricomposizione locale. A titolo di esempio non esaustivo: AS Napoli, SABAP CE BN, SABAP AN. Nel corso della prossima riunione l’Amministrazione ci fornirà riscontro dettagliato su ciascuna vertenza.
FP CGIL MIC
V. Giunta
UIL PA MIC
F. Trastulli
Lo scorso anno, prima della seduta del 31 dicembre, l’Amministrazione ha presentato al tavolo il nuovo sistema di valutazione della performance individuale (SMVPI), con importanti accorgimenti per il 2025.
Come FP CGIL non possiamo che censurare il testo trasmesso: nonostante le riflessioni promesse sul tema, i nodi che avevamo posto in evidenza restano tutti in essere, costituendo un modello penalizzante, ancor più che in passato.
In sintesi:
Come riportato nella stessa bozza del SMVPI, la performance individuale rappresenta il “contributo fornito dal singolo nel raggiungimento degli obiettivi dell’unità organizzativa di appartenenza”. Non appare quindi condivisibile la tendenza degli anni più recenti a ridimensionare il peso degli obiettivi di gruppo con riferimento agli sviluppi di carriera, disancorando sempre più le dimensioni individuali della valutazione (contributo individuale e fattori di abilità) dalla dimensione che rappresenta il risultato del gruppo.
L’impressione è che l’Amministrazione non capisca il carico di frustrazione che sta determinando il modello delle pagelline così come è declinato: il proliferare di fenomeni di conflittualità tra colleghi danneggia le relazioni sul luogo di lavoro e fiacca le performance individuali anziché accrescerle.
La bozza del nuovo SMVPI indica, con riferimento al contributo individuale, che “gli elementi della prestazione individuale ottimale e i relativi descrittori sono indicati ad opera del Direttore generale nei documenti prodromici al processo valutativo”. Stessa specifica in riferimento alle abilità. È tutto un rimandare a future determine. Non si capisce su quale tema le organizzazioni sindacali possano esprimersi in presenza di così tante incognite.
L’articolazione in fasi del processo di valutazione riflette una comunicazione del tutto unilaterale, peraltro non ancorata al calendario gregoriano (sic!). I colloqui restano facoltativi e a discrezione del dirigente: questo conferma l’intenzione di conservare un approccio fortemente gerarchico, che non consente – e mai consentirà – alcuna crescita professionale. Nella scheda finale si stabilisce, poi, che “è onere del valutatore inserire nel campo note una motivazione”: una simile impostazione non offre elementi di garanzia. Abbiamo già visto schede con motivazioni sibilline, asciutte, che non consentono neppure una comprensione della contestazione. Se è vero che sparisce, in fase di conciliazione, l’onere probatorio a carico del dipendente, permane una elasticità nelle mani del valutatore che si tramuta facilmente in arbitrio.
Per ciò che riguarda la raccolta di informazioni, l’Amministrazione cancella il termine “portfolio” ma resta la schedatura con una possibile raccolta di ogni elemento utile a determinare il contributo lavorativo del valutato (“es.: iniziative, progetti, tavoli di lavoro, interlocuzioni”). La possibilità d’iniziativa di un dipendente, in un’Amministrazione gerarchizzata come l’INPS, è predeterminata dall’alto. Che un lavoratore possa essere giudicato per le sue iniziative, interlocuzioni etc., ci preoccupa non poco, fintantoché l’Amministrazione non decida di imporre in capo ai dirigenti l’onere della prova di aver tentato, senza riuscirvi, il coinvolgimento del dipendente nelle attività per cui viene profilato.
Nella fase di conciliazione registriamo ancora uno sbilanciamento che non garantisce minimamente i valutati: di fronte a motivazioni potenzialmente non dettagliate, bisogna comunque indicare “precisamente” gli aspetti contestati, con documenti utili alla formazione del parere della Commissione di valutazione (la cui composizione resta un’incognita). Non c’è una verbalizzazione del confronto, come accade invece in altre Amministrazioni, né un report dettagliato in cui si fornisce una spiegazione del perché è stata adottata una certa decisione in luogo di un’altra al termine della procedura.
Il modello proposto, pertanto, ci vede fermamente contrari e minaccia, a nostro avviso, la stessa tenuta dell’organizzazione: un giudizio verticale, che stacca il singolo dalla dimensione collettiva in cui opera e non offre alcuna garanzia sugli elementi di giudizio presi in analisi, è tutto fuorché un passo avanti.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo