Sistema VA.L.E.:
PAROLA ALLE LAVORATRICI E I LAVORATORI
Il Coordinamento Nazionale FP CGIL Agenzia delle Entrate lancia la consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori sul sistema di valutazione delle performance individuali (VA.L.E.).
Dopo tre anni di sperimentazione e alla vigilia della piena operatività del sistema, crediamo sia necessario un bilancio reale fondato sulle esperienze concrete vissute nei luoghi di lavoro.
La consultazione è uno strumento indispensabile per raccogliere dati, evidenziare criticità e rafforzare il confronto con l’Amministrazione, che finora ha mostrato forti resistenze alla trasparenza sui dati di struttura.
Dall’ultima riunione tecnica del 21 luglio continuano ad emergere criticità rilevanti:
Il 76,3% dei dipendenti è stato valutato come “più che adeguato” o “eccellente”, ma senza un reale confronto individuale.
I colloqui iniziali (“di patto”) si riducono spesso a una comunicazione unilaterale degli obiettivi.
Le competenze non vengono spiegate né monitorate durante l’anno, pur essendo determinanti per il giudizio finale.
I colloqui intermedi sono spesso omessi o privi di contenuti utili al miglioramento.
Le valutazioni eccellenti sugli obiettivi vengono spesso ridimensionate a causa di giudizi soggettivi sulle competenze.
Le revisioni sono rare e poco trasparenti, perché affidate agli stessi valutatori.
Si diffonde un clima di sfiducia, demotivazione e conflitto nei luoghi di lavoro.
Invitiamo tutte e tutti a partecipare, in forma anonima, compilando il modulo presente a questo link: https://docs.google.com/forms/d/e/ 1FAIpQLScDkN9_n0R1u1yEqd2Xk9d0NDs22uG9CXEURT98eV7bcDKD8g/viewform
I risultati saranno utilizzati per rafforzare l’iniziativa sindacale e per sollecitare una revisione del sistema, che oggi appare più uno strumento di pressione che un’opportunità di crescita professionale.
Per un quadro dettagliato e documentato della nostra posizione, si rimanda alla relazione allegata, frutto del confronto al tavolo tecnico del 21 luglio 2025.
FP CGIL – Coordinamento Nazionale Agenzia delle Entrate
Si sa che in estate i colpi di sole sono frequenti, ma ad essere particolarmente pericolose sono le scottature.
Nelle scorse settimane abbiamo saputo di una riunione dell’Organismo paritetico per l’innovazione in cui era stata presentata, alle sole sigle presenti, una bozza di nuovo regolamento di lavoro agile che peggiorava notevolmente l’attuale.
A questo punto, ci siamo comportati come un sindacato è storicamente chiamato a operare: tutelare i diritti di tutti i lavoratori, anzitutto informando lavoratrici e lavoratori di tutta Italia di quanto “bolliva in pentola”. Da quel momento, in tutta Italia è partita una protesta di notevole ampiezza e partecipazione, considerato che il tema del lavoro agile è argomento molto sensibile, impattando direttamente sulla vita personale di molti. Si sono così mobilitati migliaia di colleghi con quasi 40 assemblee, da Nord a Sud, molto partecipate anche da lavoratori che hanno votato per altre sigle e membri di RSU eletti in altre liste.
L’importanza del tema, accanto alla denuncia del silenzio e dell’inerzia del Ministero del Lavoro sulla questione del blocco del salario accessorio, dimostrava la necessità e l’urgenza di una risposta sindacale vera, senza nascondersi dietro a tecnicismi e alibi.
A seguito di tutto ciò, abbiamo chiesto di incontrare l’Amministrazione per rappresentare le criticità che erano emerse durante le numerose assemblee tenutesi nelle diverse sedi dell’INL. A seguito di un dialogo proficuo e costruttivo, l’Amministrazione ha compreso che proseguire sulla strada inizialmente intrapresa era oltremodo pericoloso.
Siamo soddisfatti di aver difeso le lavoratrici e i lavoratori dell’INL e aver realizzato concretamente la missione per cui il sindacato esiste: la tutela della parte più debole del rapporto di lavoro.
Questo un sindacato lo deve e lo dovrebbe fare sempre, a prescindere da norme contrattuali che certo non scalfiscono l’azione e la libertà sindacale nelle sue varie forme. Perché una cosa è certa: noi non rinunceremo mai a svolgere la nostra funzione usando tutti i mezzi a nostra disposizione per impedire che altri si arroghino il diritto di decidere per tutti solo perché firmatari.
Il resto, ossia gli strepiti, le urla scandalizzate, il chiacchiericcio telefonico con relative lamentele per non aver rispettato norme che puniscono il dissenso, lo lasciamo volentieri ad altri, che ben farebbero a pensare al proprio ruolo di tutela collettiva e non di accattonaggio presso l’Amministrazione.
E’ consigliato proteggersi dalle scottature estive: perché bruciano, eccome se bruciano…
FP CGIL
Matteo ARIANO
UIL PA
Ilaria CASALI
USB PI
Giorgio DELL’ERBA
Coordinamento Nazionale della Giustizia Amministrativa
A tutto il personale della G.A.
Come loro consuetudine, hanno atteso in sordina, rimanendo imboscate fino all’ultimo istante. Poi, in un gesto di palese spregio per il lavoro altrui, hanno intimato all’Amministrazione di escludere la FP CGIL e la UIL PA dal tavolo della sottoscrizione, appellandosi a una circolare ARAN. Questo comportamento, emerso solo il giorno precedente all’incontro decisivo per la firma, ha rivelato la loro vera natura.
Per tutto questo tempo, una maschera ha celato i loro veri intenti e le loro reali capacità. Quella maschera è ora caduta, rivelando una totale assenza di capacità propositiva e di autonomia negoziale. Chi non possiede la competenza per elaborare, contrattare e coinvolgere i colleghi, dimostra purtroppo una spiccata attitudine ad appropriarsi indebitamente dei frutti dell’impegno altrui. Non hanno saputo costruire e proporre, ma sono stati abili nel presentare come propri i risultati ottenuti grazie al nostro lavoro e alla nostra perseveranza.
La FP CGIL e la UIL PA hanno operato con la ricchezza e la generosità di chi crede nel valore della cooperazione, senza mai tirarsi indietro. Abbiamo lavorato nell’esclusivo interesse dei colleghi, per migliorare la nostra situazione economico-lavorativa. Ci troviamo ora scherniti e disprezzati, un comportamento che ricorda tristemente l’arroganza di chi non riconosce il valore dell’operato altrui.
È bene ricordare che il sostegno della base dei lavoratori è per noi un fondamento irrinunciabile. Le recenti elezioni RSU hanno dimostrato in modo inequivocabile che la FP CGIL e la UIL PA godono del supporto di oltre i due terzi dei colleghi. Questa fiducia, già palesata fin dalla firma del CCNL, si è tradotta in un incremento delle iscrizioni alle nostre sigle come mai negli ultimi anni. Questo chiaro segnale ci rafforza e ci spinge a proseguire nella nostra azione sindacale.
Nonostante questa condotta palesemente scorretta e volta a eclissare il nostro contributo, la FP CGIL e la UIL PA continueranno a vigilare sull’applicazione di questo accordo e a lavorare, come sempre, nell’interesse esclusivo dei lavoratori. La nostra trasparenza e il nostro impegno sono e rimarranno la nostra guida.
Restiamo a vostra completa disposizione per ogni chiarimento e approfondimento.
Le Segreterie di FP CGIL e UIL PA
CGIL FP
Maria Paola Lo Monaco
UIL PA
Elisabetta Argiolas
LA TRASPARENZA È UN DIRITTO DI TUTTI I LAVORATORI ESERCITARLA È UN DOVERE DEI VERTICI AMMINISTRATIVI
In questi giorni saranno resi noti, nei vari uffici, gli emolumenti relativi alle quote del FRD 2024 e i criteri di ripartizione, in vista degli accrediti presumibilmente previsti nei mesi di agosto e settembre.
Ricordiamo a tutto il Personale che, l’art. 3 del Contratto collettivo nazionale integrativo del personale delle aree funzionali della Corte dei conti fondo risorse decentrate – triennio 2022-2024, richiesto fortemente da diversi anni da queste OO.SS. e recepito finalmente dall’Amministrazione, recita:
È bene rammentare che questo articolo deriva da quanto disciplinato dal decreto del Presidente della Corte n. 53 del 2011, in cui si evidenziava il diritto del lavoratore alla trasparenza, informazione e partecipazione e, soprattutto, alla conoscenza di come il salario accessorio fosse distribuito nel proprio ufficio.
Poiché le valutazioni atte alla corresponsione dei premi individuali hanno validità anche ai fini del punteggio per le PEO, a maggior ragione, tutti i dirigenti o i preposti sono tenuti a far conoscere a tutto il Personale dell’Ufficio di loro pertinenza, i criteri di ripartizione adottati, l’elenco dei dipendenti a cui è corrisposto il premio maggiorato, le posizioni organizzative e le altre indennità.
Pertanto, invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori a vigilare affinché quanto sopra indicato venga osservato nel proprio Ufficio, in modo da salvaguardare il diritto alla trasparenza, finalmente riconosciuto dopo 15 anni dal decreto sopra menzionato.
Ad oggi sappiamo che NON TUTTI GLI UFFICI hanno RISPETTATO tale disposizione. Laddove non sia stata eseguita tale procedura, invitiamo tutto il Personale a segnalarlo alle scriventi Organizzazioni Sindacali.
CGIL
Susanna Di Folco
UIL
Fernanda Amidani
USB
Felice Dell’Armi
È trascorso meno di un mese da quando le lavoratrici e i lavoratori dell’INPS hanno ricevuto, a mezzo posta, l’abilitazione a formarsi su Syllabus, la piattaforma formativa zangrilliana che a ora, da una prima ricognizione, sembra avere la capacità di unire l’inutile al poco dilettevole.
Da quel momento fiumi di inchiostro hanno alimentato le perplessità dei colleghi circa le scadenze formative previste per l’anno corrente. Scadenze che comprensibilmente creano dubbi, stante anche la rigorosa programmazione delle ferie cui si è dovuto adempiere per l’ingegnosa trovata contrattuale di qualche sedicente organizzazione, sempre pronta a firmare contratti a perdere.
Ma si sa: chi fuori è un pesce rosso, qui dentro gioca a fare lo squalo; chi fa finta di essere apolitico, poi si trova tra i banchi del Governo. Tant’è.
Torniamo a Syllabus: perché l’Amministrazione, al tavolo nazionale di lunedì 15, ha anticipato la pubblicazione di un messaggio Hermes e, a distanza di una settimana (msg 2328/2025), ha fornito un quadro della situazione.
Lo diciamo a chiare lettere: la formazione non è solo un dovere, ma un diritto per chi opera in questo Ente. Deve essere seria, deve determinare una crescita della conoscenza e deve essere eseguita durante l’orario di lavoro, anche se qualcuno pensa di approfittare del momento per ricavarne un’esenzione.
A differenza di altre organizzazioni, non saremo certo noi a proporre il boicottaggio dei corsi, che semmai andrebbero sempre migliorati e rafforzati, mettendo a valore (anche economico) l’esperienza delle colleghe e dei colleghi impegnate in prima linea.
Ciò che stupisce, e non poco, è che l’impianto produttivistico delle PA in era zangrilliana non tenga in considerazione un dato: 40 ore, debitamente neutralizzate, saranno sottratte alla produzione. Più si avvicina la fine dell’anno, più il rischio che ciò ricada sugli utenti è evidente.
Parimenti stupisce, si fa per dire, la polemica creata ad arte per l’occasione:
perché il TEP non è stato pagato per mesi al personale assunto nel 2023 (sempre grazie ai fiscalisti con il tep degli altri) e non ricordiamo comunicati tonitruanti;
lo stesso si può dire dei differenziali stipendiali del 2024, in liquidazione dopo mesi di incomprensibile ritardo.
A proposito.
Nell’attesa di recepire le disposizioni di Zangrillo, è possibile dare pubbliche notizie sui DIFFERENZIALI STIPENDIALI DEL 2025?
CI SONO SEIMILA LAVORATRICI E LAVORATORI CHE ATTENDONO DI CAPIRE SE VEDRANNO IL BECCO DI UN QUATTRINO, dopo essere stati offesi da un CCNL capestro e da un decreto-legge, il d.l. PA, punitivo per l’Istituto.
È su questo versante che monta la protesta, anche se alcuni fanno finta di niente.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Sono state decine e decine i verbali di assemblea inviati dagli Uffici d’Italia sul tema del lavoro agile.
A seguito di questa importante mobilitazione nazionale, abbiamo richiesto incontro con l’Amministrazione, che si è tenuto nella mattinata del 22 luglio.
Come OO.SS. che all’interno dell’INL possiedono un grado di rappresentatività superiore al 50% abbiamo rappresentato con fermezza all’Amministrazione la nostra netta contrarietà alle modifiche in peius all’attuale regolamento, visti i molteplici punti critici della bozza presentata, come evidenziano i verbali delle numerose assemblee del personale tenutesi.
Abbiamo ribadito che un regolamento – che finora ha funzionato bene – può sicuramente essere rivisto, ma nell’ottica del miglioramento delle condizioni ivi previste per i lavoratori. Non accettiamo incomprensibili passi indietro rispetto al regolamento attuale, che ha comunque consentito sia ai lavoratori che all’INL il pieno raggiungimento degli obiettivi.
Se si sono evidenziate criticità in alcune sedi, è giusto intervenire in quei casi, senza penalizzare tutti e riscrivere in senso peggiorativo le attuali regole.
La scarsa inclinazione di alcuni dirigenti verso il lavoro agile, a favore di una manifesta preferenza della presenza fisica del personale, è un problema culturale che va superato in modo definitivo e non può vedere inaccettabili ritorni al passato.
Questo, infatti, inciderebbe negativamente anche sull’attrattività dell’Ente, posto che il tema del lavoro a distanza è sempre più spesso elemento di scelta della presa di servizio. Noi riteniamo che l’INL si possa rendere attrattivo sia attraverso la leva economica, sia attraverso una organizzazione del lavoro più flessibile e moderna.
Possiamo dire con soddisfazione che l’Amministrazione, su questo punto, ha espressamente dichiarato che avvierà un monitoraggio delle criticità delle singole sedi e non renderà operativa la bozza, rinviandone la discussione ad altro momento.
Se, quindi, quella bozza è stata accantonata possiamo dire che è anzitutto merito delle lavoratrici e dei lavoratori che in queste settimane hanno tenuto tante assemblee e discusso e inviato documenti all’Amministrazione.
Grazie a tutte e a tutti. Naturalmente, continueremo a vigilare perché non vi siano, nei mesi a venire, nuove tentazioni di passi indietro sull’argomento.
Durante l’incontro abbiamo discusso anche il problema dell’ingiusta esclusione dell’INL dall’incremento del salario accessorio previsto per il personale dei Ministeri e della Presidenza del Consiglio dei ministri dalla L. 69/2025 e dal successivo DPCM pubblicato il 16/6/2025. Questa esclusione ci sembra davvero intollerabile e rappresenta un vero e proprio attacco alla dignità di lavoratrici e lavoratori dell’INL e abbiamo chiesto espressamente quali azioni si stiano intraprendendo: ci è stato risposto che sono stati presentati degli emendamenti al Ministero del Lavoro tesi a includere il personale dell’INL, perché li proponga nella prima sede normativa utile.
Non dubitiamo che INL abbia fatto la sua parte, elaborando delle proposte emendative. Ciò di cui continuiamo a dubitare – fino a prova contraria, s’intende – è la volontà politica del vertice del Ministero di sostenere politicamente tali proposte, in favore dei dipendenti dell’INL. Il silenzio dalle parti di via Veneto continua a essere assordante, oltreché imbarazzante.
Noi ribadiamo che non ci si può far belli sventolando i numeri delle attività dell’INL e poi non tutelare chi garantisce il raggiungimento di quei numeri. Occorre far seguire alle parole i fatti. Altrimenti qualcuno si stancherà …
Come avevamo anticipato lo scorso 15 luglio, l’Amministrazione si accinge a dare l’ok definitivo alla stabilizzazione di 53 unità in comando. Un provvedimento che salutiamo positivamente, ma che – ancora una volta – risulta incompleto e rischia di diventare l’ennesima occasione mancata, l’ennesima promessa infranta.
Da quanto ci risulta, infatti, la procedura sarebbe ad esclusivo appannaggio del personale in comando, trascurando però quanti prestano servizio per l’ex art. 42 bis d.lgs. 151/20021.
Parafrasando Achille Lauro, l’INPS sembra così esserci “cascata di nuovo“, perché già nel marzo del 2024, pubblicando i bandi per la stabilizzazione sulla piattaforma InPA, l’Istituto aveva operato nella stessa direzione, pregiudicando l’immissione definitiva in servizio di colleghe e colleghi che pure da tempo operano sul territorio, garantendo servizi con la loro professionalità.
Di più: in quell’occasione si decise di operare un’autentica discriminante, coprendo solo le unità assunte con profilo sanitario per “la grave carenza che contraddistingue detta famiglia“.
Adesso non vorremmo che la condotta dell’Ente fosse di fatto analoga, che cioè si riproponesse uno schema destinato a inibire la stabilizzazione nell’Ente di una platea consistente, trattata alla stregua dei figli di un Dio minore.
Errare umane, perseverare è inpsiano?
Roma, 22.07.2025
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
ALLE LAVORATRICI E ALLE LAVORATORI DEL MINISTERO DELLA CULTURA
Qualche giorno fa, il ministro Giuli ha dichiarato con grande enfasi di essere insoddisfatto dell’esito che la commissione giudicatrice aveva a lui trasmesso in relazione a cinque dirigenti generali da nominare con selezione internazionale. Il polverone mediatico conseguentemente sollevatosi, deve averlo indotto in qualche modo a decidere di non interferire nei lavori della commissione e a decretare i nomi dei nuovi dirigenti generali, che, peraltro, hanno riscosso anche il generale plauso degli addetti ai lavori.
Venerdì sera è stato il momento, invece, dei dirigenti di seconda fascia, messi a bando con pubblica selezione per un totale complessivo di 175 posti. Un comunicato formale del Ministero uscito in tarda serata annunciava finalmente l’individuazione di 140 incaricati, salvo dimenticare (non sappiamo se volontariamente o no) di divulgarne i nominativi. La lettura combinata degli eventi dimostra che l’Amministrazione non è in grado neanche di concludere una procedura di respiro nazionale, dopo che il termine del 30 giugno, apparentemente imposto da una serrata interlocuzione con la Corte dei conti, evidentemente non era poi così perentorio per la messa a terra della riforma. Ci sembra che la tanto decantata riorganizzazione avviata dal precedente ministro Sangiuliano oltre un anno fa e proseguita dall’attuale ministro in assoluta continuità, non abbia prodotto risultati. Ci chiediamo, quindi, che senso abbia annunciare il (semi) completamento di una procedura, peraltro senza rendere pubblici i nomi di quante e quanti sono stati prescelti, se non per poter dichiarare il mero assolvimento di un compito. Che poi sia stato fatto bene o male, non importa.
Noi continuiamo a ritenere che il coinvolgimento delle parti sociali, come ripetutamente richiesto sin dall’inizio e reiteratamente in corso d’opera, avrebbe garantito esiti molto più apprezzabili, se non altro perché è tra le nostre ordinarie attività recepire e affrontare le vertenze che quotidianamente si formano nei luoghi di lavoro.
Ci auguriamo che il ministro, il capo di gabinetto e tutti coloro che a vario titolo sono coinvolti nella riforma si decidano, finalmente, a convocare le organizzazioni sindacali, come più e più volte ufficialmente richiesto dalle scriventi, e riferire sugli intendimenti relativi alle ultime (?) fasi della riforma, sulla politica assunzionale, sulla nuova distribuzione degli organici, sulla formazione, sulla salute e sicurezza del lavoro.
Per quanto ci riguarda, nella piena convinzione che il Ministero non gestisca neanche parzialmente la complessità organizzativa di una riforma deliberatamente non partecipata, invece di interrompere le relazioni sindacali con la mano sinistra per firmare accordi nazionali con la mano destra continueremo la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, stremati da mesi di incertezza, resilienza forzata e inesauribile senso di responsabilità. Quelle stesse colleghe e quegli stessi colleghi che hanno garantito la continuità dei diversi cicli di lavoro e che oggi, malgrado il loro ben operare, vedono finire sui giornali un’Amministrazione prigioniera della Politica.
A fronte di tutto questo nei prossimi giorni e nelle settimane a venire organizzeremo presìdi e assemblee su tutto il territorio nazionale. Invitiamo tutte e tutti alla massima partecipazione!
LA MOBILITAZIONE NON VA IN VACANZA! (E SE CI VA, NON FIRMA ACCORDI)
FP CGIL MIC
V. Giunta
UIL PA MIC
F. Trastulli
E’ ora di istituire una struttura dell’INL in Sicilia
“ Torniamo nuovamente sul “Contingente Sicilia”, quel gruppo di sessantanove ispettori del lavoro e ispettori tecnici che sta portando avanti la vigilanza sul lavoro e su salute e sicurezza garantendo risultati eccezionali. Riprendendo quanto la Delibera 44/2025 della Corte dei conti ha recentemente scritto, ossia di un “ulteriore rafforzamento del contingente, alla luce dei risultati conseguiti”, noi riteniamo sia venuto il momento di segnare una reale svolta sul punto, istituendo una struttura dell’INL in Sicilia “ . Cosi’ in una nota congiunta FP CGIL Nazionale e FP CGIL Sicilia, a firma Matteo Ariano Coordinatore nazionale FP CGIL – INL e Monica Genovese Segretaria Regionale FP CGIL Sicilia.
“ Da mesi “ – si legge nella nota – “ l’INL ha espresso la volontà di creare una propria struttura, con a capo un dirigente e del personale, dedicata alla vigilanza in Sicilia. Ciò che noi crediamo essenziale, a questo punto, è che vi sia personale esclusivamente dedicato a questo tipo di attività e che questa struttura trovi la sua naturale sede in Sicilia e non altrove, anche al fine di facilitare i rapporti con tutti gli altri soggetti – istituzionali e sociali – coinvolti e interessati “.
“ Questo consentirebbe” – dichiara Matteo Ariano – “ certamente un reale cambio di passo rispetto alla situazione attuale. Come FP CGIL sappiamo bene che il cammino che ha portato alla creazione del contingente non è stato facile ma, essendo stati noi tra i promotori della creazione del contingente ispettivo siciliano con l’obiettivo di garantire tutele e diritti a lavoratrici e lavoratori su tutto il territorio nazionale, riteniamo che si debba avere il coraggio di fare un ulteriore sforzo. Su questo chiederemo non solo all’INL, ma anche alla Ministra del Lavoro e delle Politiche Sociali, cosa si intenda fare, coinvolgendo anche il Governo Regionale”. “Nel frattempo” – prosegue Ariano – “registriamo che la bozza sul lavoro agile avrebbe un forte impatto negativo anche sui colleghi del contingente: infatti, visto che molti di loro non sono stati inviati nella propria provincia di residenza e sono costretti, quindi, a spostamenti di centinaia di chilometri (a proprie spese), il lavoro agile ha rappresentato, finora, un valido e utile strumento per organizzare l’attività di vigilanza in linea con le proprie esigenze. Se quella famigerata bozza dovesse tradursi in realtà, questo determinerebbe un impatto negativo che peggiorerebbe di molto la loro condizione lavorativa e personale. Ciò che, invece, noi chiediamo, in un’ottica di maggiore flessibilità organizzativa è che nei giorni in cui questi lavoratori potrebbero recarsi in ufficio, lo facciano andando negli uffici delle altre Amministrazioni della propria Provincia, previo accordo naturalmente. E a proposito di organizzazione, infine, non possiamo non evidenziare che la situazione di questi colleghi ci sembri ancora troppo affidata all’autogestione: non ci pare accettabile, ad esempio, che non abbiano carta e stampanti e debbano chiederla agli Istituti che li ospitano. L’INL non ha davvero nel suo bilancio soldi da impiegare per l’acquisto di materiale per questi suoi dipendenti che permettono all’Ente di raggiungere importanti risultati? “. “Condizioni di lavoro per gli stessi Ispettori” – conclude Genovese – “che chiamano a forti responsabilità il Governo Regionale siciliano, che non può occuparsi del tema salute e sicurezza solo quando si verificano incidenti e perdite di vita sul lavoro, per un lasso di tempo legato esclusivamente alla durata della notizia”.
Segretaria Reg.le FP CGIL Sicilia
Monica Genovese
Coordinatore Nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano
Tra le tante balle girate in campagna elettorale, l’Armata Brancaleone dei firmatari ha avuto il coraggio di magnificare il contratto sottoscritto anche per la cosiddetta clausola “salva rendita”.
Il riferimento è all’art. 17 c. 8 del CCNL, che ha introdotto il diritto al conferimento di una posizione organizzativa per il Funzionario che abbia ricoperto un incarico di responsabilità per più di 8 anni, anche non consecutivi.
Una norma che, se presa in senso letterale e calata nella realtà, ha rischiato e rischia di bloccare i percorsi di carriera.
In questo senso la campagna di alcuni firmatari è stata sottile, furbesca: pochi volantini sul punto, accenni generici nei comunicati; meglio il passaparola, ma solo tra chi poteva già rivendicare incarichi di responsabilità. Un ammiccamento a buon rendere.
Nelle ultime settimane ARAN è però intervenuta con una serie di orientamenti che ancora una volta hanno ridimensionato le false promesse di alcuni firmatari. In particolare è stato chiarito che:
si considerano utili solo gli incarichi conferiti dal 28 gennaio 2025, data dalla quale inizierà a decorrere il tempo di maturazione del diritto al conferimento dell’incarico (e cioè il conteggio degli otto anni in questione);
le modalità procedurali connesse al conferimento sono rimesse all’autonomia del datore di lavoro;
qualora il numero di incarichi di posizione organizzativa disponibili sia inferiore alla platea degli aventi diritto, qualcuno di essi rimarrà privo di incarico. Ove, in seguito, il numero degli incarichi di posizione organizzativa tornasse a essere corrispondente o maggiore del numero degli aventi diritto indicati nel comma 8, coloro che vorranno concorrere avranno priorità.
In altre parole, che cosa ci dice ARAN? Intanto che non ci sono maggiori tutele per chi aveva una PO, quindi tutta la retorica per valorizzare l’esperienza professionale e strappare qualche voto ai responsabili era aria fritta.
Poi ci conferma che la pasticciata dizione firmata tra le parti ha comunque stabilito un principio deleterio: e cioè la costruzione di corsie preferenziali per chi acquisisce un incarico, ferma restando l’autonomia del datore nella disciplina del riconoscimento e la disponibilità di posti.
Un mezzo guazzabuglio che nella migliore delle ipotesi resterà lettera morta, nella peggiore rischia di incrinare seriamente le possibilità di crescita delle colleghe e dei colleghi che intendono mettersi alla prova.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Si è tenuto ieri mattina, giovedì 10 luglio, il quarto incontro tra ARAN e Organizzazioni sindacali per il rinnovo del CCNL dell’Area della dirigenza delle Funzioni Centrali per il triennio 2022 – 2024.
Il testo presentato continua a essere carente in diversi aspetti, in particolar modo non sembra accogliere nessuna delle numerose proposte formulate dalla FP CGIL al tavolo durante le precedenti fasi negoziali.
Dal punto di vista economico e degli incrementi retributivi delle parti fisse non c’è stato nessun intervento correttivo rispetto alle mancanze sottolineate da parte della nostra delegazione. Si confermano, anzi, percentuali di incremento più basse rispetto al comparto (6% contro il 7,9%), comunque insufficienti a garantire il recupero del potere d’acquisto perso dalle lavoratrici e lavoratori durante il triennio 2022-2024, pari a oltre il 16%.
Per i professionisti si profila addirittura un passo indietro sulla questione aperta relativa al superamento – anche graduale – del meccanismo dei due livelli di professionalità, offrendo una risposta insufficiente che cristallizza le differenze, invece di produrre un avanzamento.
Emerge al tavolo la fretta di voler chiudere il prima possibile questa discussione, anche da parte di alcune Organizzazioni, a scapito delle lavoratrici e dei lavoratori cui si applicherà questo contratto.
E così sul tema degli incarichi ai dirigenti rimane una formulazione inadeguata a tutelare in maniera effettiva il loro diritto all’incarico riconosciuto dal contratto collettivo nazionale, non avendo ARAN preso in considerazione alcuna formulazione alternativa al testo attuale per garantire l’applicazione concreta di questo diritto e rafforzarne l’esigibilità.
Avevamo proposto che il conferimento di un incarico in costanza di rapporto di lavoro con la medesima amministrazione avesse decorrenza, senza soluzione di continuità, dal giorno successivo alla scadenza dell’incarico precedentemente assolto: una semplice formulazione che darebbe concretezza al diritto all’incarico e fungerebbe da deterrente a quei comportamenti omissivi che purtroppo sempre più spesso registriamo nelle Amministrazioni.
O ancora sullo smart working, che porta con sé la questione del favorirne l’utilizzo in amministrazioni sempre più restie all’innovazione organizzativa e il riconoscimento di adeguate compensazioni economiche a fronte delle spese sostenute per pasti, utenze e le eventuali strumentazioni per il personale in regime di lavoro agile regolato dal “tempo di lavoro” e non già dall’orario di lavoro, non si prevede alcunché, generando invece una profonda spaccatura all’interno del comparto con il riconoscimento del buono pasto al personale regolato dall’orario di lavoro.
Permangono le criticità che abbiamo chiesto di affrontare sulla trasparenza e rotazione degli incarichi di coordinamento così come per le posizioni organizzative per i professionisti ENAC, la mancanza di adeguate garanzie a tutela del valore medio della retribuzione di risultato, che viene meno se l’amministrazione decide, nella propria autonomia, di variare il numero e la consistenza degli incarichi aggiuntivi, o ancora sulla prioritaria assegnazione degli incarichi di struttura complessa per i dirigenti sanitari di seconda fascia e continua a mancare la possibilità di portare in contrattazione integrativa i regolamenti sugli incentivi alle funzioni tecniche.
La proposta di Aran è poi ancora incompleta: nel contratto ad esempio sono ancora lasciati in bianco gli articoli su delle ipotesi di incremento delle indennità di specificità medica e sanitaria, su cui aspettiamo ancora di capire quale sarà la proposta e, soprattutto, quanto costerà e quali risorse verranno utilizzate per finanziare questi ipotetici incrementi, fermo restando che è una priorità della FP CGIL l’adeguata valorizzazione economica oltre che professionale del personale dirigente medico e sanitario, nonché dei professionisti medici. Tra l’altro ancora una volta non si prevede nulla in merito al riconoscimento dell’indennità di esclusività per i medici INPS al pari delle colleghe e dei colleghi dell’INAIL che vedono applicato quanto già riconosciuto per i dirigenti sanitari, così come la possibilità conseguente di scelta di esercitare l’attività libero-professionale.
Infine sulla retribuzione di risultato permane una formulazione inserita nella precedente bozza che rischia di andare a detrimento anche di alcune buone prassi delle amministrazioni, che anticipano componenti della retribuzione di risultato connesse alla performance organizzativa, a fronte di adeguate verifiche del conseguimento degli obiettivi organizzativi mediante opportuni stadi di avanzamento.
Per queste ragioni giudichiamo la proposta di ARAN ancora insufficiente e continueremo nella prossima riunione del 29 luglio p.v. a lottare per ottenere migliori condizioni e tutele per il personale
Funzione Pubblica CGIL
Florindo Oliverio – Segretario nazionale
Alessandro Casile – Coordinatore dirigenza FFCC
Andrea Russo – Area Funzioni Centrali
Dopo aver firmato il peggior accordo nella storia della contrattazione pubblica, le organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto il CCNL 2022-2024 da qualche giorno hanno scoperto un rinnovato attivismo in Istituto.
No, non facciamo riferimento al set di offerte promozionali e affini, a questo redivivo sindacalismo alla Mastrota, fatto di occasioni “eccezionali e imperdibili” degne del migliore catalogo Postalmarket.
Ad accendere la tensione sindacale è un tema serio: il tetto al Fondo Risorse Decentrate, annoso problema tornato però d’attualità soltanto dopo la firma del contratto collettivo, a babbo morto.
E dire che nel settembre del 2023, pubblicando la piattaforma unitaria per le Funzioni Centrali, Cgil, Cisl e Uil avevano già annoverato il tema tra gli elementi cardine attorno a cui impostare il confronto negoziale.
Poi qualcosa non è andato per il verso giusto. Un’organizzazione ha deciso di intraprendere un percorso diverso e di fronte alla suadente promessa di perdere il 10% del salario reale rispetto all’inflazione, ha prevalso la tentazione “realista” di prendere la penna e firmare. Un afflato di “responsabilità” che ha portato in dote “il miglior contratto possibile”, quello che ha compromesso un principio cardine: la stagione dei rinnovi serve a recuperare il potere d’acquisto perso.
Stupisce allora, ma si fa per dire, che il tema sia tornato prepotentemente in auge giusto in queste settimane.
Sì, perché quando a febbraio evidenziammo come l’importo medio individuale del fondo avesse registrato, nel triennio di riferimento del CCNL, un saldo negativo di 2549,23 euro, le sedicenti organizzazioni ci tacciarono di essere “corvi”, “gufi” e giù altre contumelie in ordine sparso.
Dissero che la nostra era un’opposizione “politica” (proprio mentre si spellavano le mani negli applausi alla presidente del Consiglio) e che il CCNL dava una boccata d’ossigeno ai lavoratori. Dissero anche che avremmo firmato alla chetichella poco dopo le RSU, sbugiardando la nostra linea.
Bene, siamo arrivati a luglio e possiamo già tirare un primo bilancio rispetto alle suggestioni da Divino Otelma:
Perché, allora, quest’insolita verve? Non è sospetta dopo tanto mutismo?
FORSE QUALCUNO STA CERCANDO DI ELUDERE L’UNICA DOMANDA CHE MONTA DAI POSTI DI LAVORO: IL TAVOLO DEI
FIRMA-LESTA RIESCE A GARANTIRE 6.000 DIFFERENZIALI O NO?
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo