Qualche anno fa, un comico torinese – Beppe Braida – dal palcoscenico di una nota trasmissione televisiva ironizzava sulla rappresentazione della realtà operata dai mass media. Interpretando uno stesso fatto alla luce dei registri utilizzati dai diversi telegiornali, Braida ne esasperava le letture. Un gelato che macchiava appena il vestito di un politico veniva presentato dallo zelante conduttore con tono apocalittico: “Attentato! Si tratta di attentato!“.
Chissà come Braida avrebbe rappresentato la surreale discussione che in INPS ha investito le agenzie complesse. Un impianto di mappatura delle sedi RSU è diventata l’occasione per annunciare disastri, con improvvisati capipopolo che stanno provando a ritagliarsi un ruolo alla Indiana Jones per lucrare qualche voto: “vogliono chiudere i presidi territoriali! Stanno cancellando il diritto di voto di 1.900 colleghi! Non ci saranno più Rls!” e giù altre amenità.
La realtà è ovviamente diversa: come abbiamo evidenziato altre volte, la scelta di andare alle elezioni nella Settimana Santa renderà difficoltoso il processo elettorale.
Per ovviare qualunque criticità, è stato sottoscritto un protocollo che riconosce le RSU a livello di Direzione Provinciale/Filiale Metropolitana – seguendo il mantra “un dirigente, una rappresentanza” – ed evitando così una distinzione che ha penalizzato, in alcuni casi, proprio i delegati sindacali delle agenzie complesse.
Nel testo, come da nostra richiesta, viene peraltro ribadito l’impegno che ogni commissione è chiamata ad assolvere: quello di costituire seggi permanenti, o in subordine volanti, nelle realtà territorialmente distanti. È evidente come questa disposizione serva proprio a garantire il coinvolgimento più ampio possibile dell’elettorato.
Come FP CGIL, in forza della nostra presenza capillare, ci impegneremo a garantire che non ci siano più distinzioni tra chi sta “alle porte dell’Impero” e chi invece si confronta a tu per tu con il dirigente territoriale, dando pari centralità alle rappresentanze di tutte le articolazioni dell’Istituto.
Le sedi devono essere difese sempre, non solo per ragioni strumentali. Perché i soliti noti non parlano di carenze d’organico nelle agenzie, dove si fa fatica perfino a programmare un piano ferie? Perché non affrontano il tema dell’accesso allo smart working quando il presidio con l’utenza è costante?
Qualcuno ha gonfiato il petto solo per la mappatura elettorale, pretendendo un appoggio esterno: prima quello dei Comitati, inusitatamente chiamati in campo; poi quello dell’Amministrazione, dipinta come Ponzio Pilato. Adesso è partita la fase due: la campagna di mistificazione.
Ci chiediamo quali mirabolanti risultati si potrebbero raggiungere se la stessa veemenza fosse usata per difendere le lavoratrici e i lavoratori da un sistema di valutazione discrezionale (ci torneremo nei prossimi giorni) o per una maggiore trasparenza sulle posizioni organizzative.
Purtroppo non avremo mai la controprova.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Come abbiamo più volte evidenziato nel corso dei mesi passati, il tema del lavoro agile è stato declinato dall’INPS alla stregua di un giro sulle montagne russe.
Dapprima era una modalità organizzativa osteggiata, ridotta a una riserva indiana, con un numero esiguo di dipendenti chiamati – su base volontaria – a seguire questo approccio sperimentale.
Poi c’è stato il COVID, che è stato giustamente definito un “acceleratore involontario“. L’espressione non è casuale: indica un cambio di prospettiva determinato da un condizionamento esterno, non da una riflessione ad ampio spettro sulle possibilità legate a una lavorazione per processi.
C’è stata, quindi, la fase ministeriale dei rientri massicci: la prevalenza della presenza per aiutare gli esercenti a vendere pasti pronti, come da mantra brunettiano.
Da ultimo lo Smart Friday (il tentativo di rendere obbligatorio il lavoro agile anche ai più riottosi pur di fare economia) e il suo smantellamento.
Questo approccio, dettato dalla contingenza, ha creato non poche perplessità tra le lavoratrici e i lavoratori dell’Ente, perennemente in attesa di indicazioni dalle Risorse Umane per comprendere se i contratti in essere resistevano nel tempo o dovevano essere ridiscussi in relazione a nuove “esigenze” emerse. È cronaca di questi giorni, stante la scadenza dei contratti AULA al 31 dicembre.
Va poi notato come, in nome della flessibilità organizzativa, ogni struttura abbia rimodellato le linee guida sul lavoro a distanza in relazione alle necessità e purtroppo anche agli umori della Dirigenza territoriale. Nel quadro dello stesso Istituto c’è una disparità inaccettabile: ci sono sedi che concedono anche quattro giorni a settimana (peraltro cumulabili per una fruizione continuativa) e sedi che invece patiscono i diktat del territorio (non si unisce lo smart alle ferie, non si può prendere lo smart tra i festivi, il lavoro agile non può essere utilizzato a ridosso dei week end).
Amenità che rivelano un ritardo culturale evidente. E che magari permettono a qualcuno, in un quadro mutevole, di promettere a destra e manca chissà quali deroghe.
È quindi comprensibile lo smarrimento delle organizzazioni sindacali – almeno di quelle serie, che ancora tengono a una funzione critica e non fanno da megafono alla controparte – rispetto ai premi e alle rivendicazioni pubbliche sul punto.
Noi crediamo in un Istituto radicato sul territorio, in grado di essere forte e flessibile al tempo stesso, dove lo smart working sia una modalità di organizzazione del lavoro liberamente utilizzabile dal dipendente che ne fa richiesta.
Del resto, anche sotto il profilo della produzione, i benefici per l’organizzazione sono evidenti. Semmai il rischio all’orizzonte è un altro: quello di rendere il dipendente in lavoro agile perennemente raggiungibile, con buona pace di quanto riporta AULA. Per evitare che ci siano degenerazioni, abbiamo lanciato nei mesi scorsi una proposta ai vertici: l’adozione di un Regolamento per il diritto alla disconnessione, per restituire lo smart working alla sua cornice, garantendo che esso sia un elemento migliorativo e non deteriorante per la vita delle persone.
La nostra proposta, elemento di garanzia che intende affiancare le linee guida, è ancora ferma al palo, stante una resistenza da parte dell’Istituto a mettere in discussione un assetto ormai rodato.
E dov’è la capacità innovativa che tanto rivendichiamo?
Chissà se, adottando un tono dimesso, INPS vorrà davvero pensare al benessere dei suoi dipendenti o preferirà, invece, continuare a ricevere l’applauso distante di qualche osservatore non coinvolto.
Roma, 12.12.2024
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
DIRIGENTI, MEDICI, PROFESSIONISTI:
COSA CAMBIA PER LA PERFOMANCE
L’Amministrazione ha inteso ieri l’altro concludere il confronto con le Organizzazioni sindacali in merito al nuovo sistema di misurazione e valutazione della performance dell’Istituto.
Per quanto riguarda professionisti e medici, e relativamente alla cd. “performance organizzativa”, l’Amministrazione propone un sistema che dovrebbe segnare il definitivo superamento del cd. parametro 124, rivelatosi inidoneo a cogliere le specificità di tali attività professionali e già negli ultimi anni approdato a un sistema di valutazione per progetti, che tuttavia non ha impedito il fiorire di risultati di performance negativi sul territorio, nonostante l’eccezionale sforzo profuso in condizioni di cronica insufficienza di organico.
Il sistema proposto si basa sulla clusterizzazione delle strutture diversificate in cinque fasce di complessità, tanto sulla base del contesto socio-economico, quanto sulla base dell’attività professionale effettivamente svolta, secondo indicatori che sono stati concordati con i singoli coordinamenti.
Per l’area legale:
dimensioni uffici giudiziari per bacino d’utenza;
volumi del contenzioso;
atti di recupero crediti emessi.
Per l’area medico-legale:
personale medico in forza;
volumi accertamenti invalidità civile;
pareri e consulenze su istanze ATPO.
Per l’area tecnico-edilizia:
complessità della struttura in rapporto al personale in forza nelle regioni;
perizie rese per accesso a mutui;
peculiarità del territorio: mq gestiti per immobili strumentali e a reddito.
È stata altresì annunciata la revisione del cruscotto, con la sostituzione degli indici di efficacia ed efficienza a vantaggio di indici di qualità e impatto, con l’introduzione di nuovi indicatori e l’eliminazione di quelli non più significativi.
Le direttrici di fondo, condivisibili in linea di principio anche perché intercettano una nostra reiterata richiesta, attestano la necessità che il sistema di valutazione della performance di professionisti e medici non sia fondato su parametri eccessivamente parziali o astratti, ma sia basato invece su metodologie e parametri idonei a rilevare l’effettiva produttività di tale personale specialistico, così come a individuare le situazioni di maggiore e particolare sofferenza lavorativa.
Abbiamo lamentato una certa genericità dell’informativa, in particolare per quanto riguarda il censimento e la ponderazione dei diversi prodotti dell’attività professionale, che vanno considerati tutti e “pesati” al fine di dare evidenza agli effettivi carichi di lavoro delle strutture, eventualmente nel loro diverso atteggiarsi da territorio a territorio.
È stato precisato, al riguardo, che il lavoro è in divenire, in quanto allo stato si sta provvedendo a miglioramenti tecnologici che consentano di rilevare i flussi di lavoro su alcuni prodotti che attualmente sfuggono a una rilevazione automatica. Analogamente, si sta ancora lavorando sugli indicatori che confluiscono nel cruscotto, e rispetto ai quali sono state recepite alcune osservazioni del tavolo. Il lavoro sarà completato entro il 2025 per andare a regime nel 2026.
Il confronto ha riguardato anche la cd. “performance individuale”. Proprio alla vigilia dell’incontro, è stata per la prima volta trasmessa alle organizzazioni sindacali una bozza che codifica anche dei criteri di valutazione per la dirigenza.
Il lasso temporale ristretto non consente di comprendere la decisione di aprire e chiudere il confronto appena iniziato, quando sussistono una serie di evidenti criticità, non affrontate al tavolo. In particolare, per professionisti e medici:
abbiamo evidenziato la necessità di semplificare la scheda di valutazione: sono stati individuati ben otto ambiti di competenza come oggetto della valutazione del singolo e la valutazione avviene in base a una scala articolata in sei gradi di giudizio, a ciascuno dei quali corrisponde un punteggio;
abbiamo evidenziato la necessità di chiarire le modalità di formazione ed attribuzione degli obiettivi, che sembrano riferiti a ciascun valutato;
pur apprezzando l’introduzione di una fase di verifica intermedia, utile a vagliare l’andamento delle attività in corso d’anno ed eventualmente a correggere gli obiettivi, abbiamo suggerito di garantire una interlocuzione effettiva con il valutato, soprattutto in ipotesi di andamento non positivo e con tempistiche consone all’attività (metà anno);
ma, soprattutto, abbiamo ritenuto insufficiente la disciplina della fase di gestione delle divergenze valutative. La circostanza che non sia stato previsto l’intervento di un soggetto od organismo terzo per il riesame delle divergenze tra valutatore e valutato, con una precisa scansione procedimentale, rende evidente l’assenza di garanzie di obiettività del sistema, particolarmente grave laddove si tratti di personale al quale va assicurata ex lege l’autonomia nell’esercizio della professione.
L’Amministrazione si è impegnata ad approfondire tali aspetti.
Sul fronte della dirigenza, il documento ha degli evidenti punti di caduta. In esso si specifica che “le aree di valutazione unitamente alle singole competenze oggetto di valutazione e i relativi descrittori sono indicati ad opera del Direttore generale nei documenti prodromici al processo valutativo“. Questo rinvio a successive delibere rende il sistema di performance individuale più fragile, perché non individua gli elementi che si intendono monitorare, limitandosi a elencazioni di principio. Non ci convince, peraltro, il richiamo a una flessibilità del modello, tanto più se tale flessibilità lascia delle zone grigie di potenziale incomprensione. Anche il richiamo al cd. “bonus reputazionale”, discendente dal decreto legislativo n. 150/2009, resta una meteora astratta: “La composizione del Comitato, i criteri di individuazione dei destinatari e le modalità di selezione verranno esplicitati con atto del Direttore generale“. Un richiamo costante, che impedisce financo di comprendere come l’Istituto intende declinare i pochi elementi d’innovazione introdotti.
Il documento prodotto, inoltre, non codifica quasi nessuna indicazione fornita da Funzione Pubblica, in particolare manca il coinvolgimento di quella pluralità di soggetti che dovrebbe definire una valutazione non meramente gerarchica, ma orientata a un giudizio onnicomprensivo sull’azione del singolo. Manca, infine, qualsiasi richiamo al dettato degli artt. 2 e 4 della Direttiva ministeriale del 28 novembre 2023.
La circostanza che il confronto sia stato chiuso nonostante queste fondate perplessità impegna l’Istituto nel suo insieme a un’attenta ponderazione e monitoraggio del sistema che opererà nel 2025, al fine apportare i correttivi e miglioramenti necessari e, soprattutto, di evitare il prodursi di distorsioni.
Roma, 12.12.2024
FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Giuseppe Cipriani
Francesco Reali
Schema di Provvedimento del Capo del Dipartimento recante “i criteri per la mobilità a domanda del personale di Polizia Penitenziaria appartenente ai ruoli degli agenti-assistenti, sovrintendenti e ispettori per gli istituti penitenziari, gli istituti penali per minorenni ed i Nuclei Traduzioni e Piantonamenti di maggiore rilevanza, cittadini, provinciali e iterprovinciali”.
In data odierna si è svolto presso il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), con la partecipazione del Direttore Generale per l’Esecuzione Penale Esterna e di Comunità (DGMC), il previsto incontro finalizzato alla revisione dei criteri di mobilità a domanda del personale di Polizia Penitenziaria.
Dopo aver espresso apprezzamento per la proposta avanzata dalla parte pubblica mirata a migliorare il vigente Provvedimento del Capo del Dipartimento (P.C.D.), abbiamo presentato le seguenti osservazioni in merito all’informazione preventiva:
1. Contrarietà all’assegnazione del 20% dei nuovi agenti a sedi poste ad interpello:
Abbiamo espresso dissenso rispetto alla proposta di riservare il 20% degli agenti di nuova immissione in ruolo per le sedi poste ad interpello. Tale misura, a nostro avviso, genera una disparità di trattamento rispetto al personale più anziano, che da anni attende un trasferimento. Inoltre, considerata l’elevata età anagrafica del personale nelle sedi del sud, riteniamo che l’avvicendamento sarà naturale nel giro di pochi anni, rendendo ingiustificata l’assegnazione diretta di nuovo personale proveniente dalle scuole.
2. Durata minima del servizio nella sede di assegnazione:
Condividiamo la proposta secondo cui il dipendente debba prestare almeno un anno di servizio nella sede di assegnazione prima di poter presentare domanda di mobilità.
3. Blocco di 2 anni per la revoca del trasferimento:
Ci siamo dichiarati contrari alla proposta di impedire, per un periodo di due anni, la partecipazione alla mobilità al personale che eserciti il diritto alla revoca del trasferimento.
4. Punteggio aggiuntivo per ispettori e sovrintendenti:
Siamo favorevoli alla proposta di attribuire un punteggio aggiuntivo per ogni anno di appartenenza al ruolo degli ispettori e sovrintendenti.
5. Punteggi aggiuntivi:
Abbiamo richiesto che, oltre ai punteggi aggiuntivi già previsti per gli appartenenti al G.O.M., G.I.O. e G.I.R., venga riconosciuto un punteggio supplementare al personale che presta servizio negli istituti di I livello e I livello superiore, considerato particolarmente esposto.
6. Mobilità ordinaria per i Nuclei Traduzioni e Piantonamenti:
Tra le proposte, riteniamo che l’istituzione della mobilità ordinaria per l’accesso ai Nuclei Traduzioni e Piantonamenti rappresenti un’innovazione rilevante. Abbiamo accolto positivamente questa novità, riconoscendo che i Nuclei sono veri e propri reparti. Tuttavia, abbiamo sottolineato la necessità di rivedere sia gli organici attuali sia l’attuale modello organizzativo, in particolare per quanto concerne l’assegnazione al reparto detentivo degli invii urgenti in luoghi esterni di cura.
7. Mobilità mirata per il personale specializzato:
Abbiamo manifestato la nostra contrarietà alla previsione di favorire il personale specializzato del Corpo e/o in caso di cambio di ruolo. Riteniamo che, qualora l’Amministrazione intenda preservare le competenze e l’investimento formativo, debba prevedere una mobilità mirata, consentendo ai dipendenti specializzati di concorrere esclusivamente per coprire eventuali carenze di specializzazione.
La parte pubblica, dopo aver ascoltato le osservazioni di tutte le Organizzazioni Sindacali, si è riservata di elaborare una nuova proposta.
Donato Nolè
FP CGIL Nazionale
Resoconto del 63° Standing Committee Local and Regional Government
Si è svolto a Bruxelles il 17 ottobre il 63° Standing Committee Local and Regional Government che prevedeva, tra l’altro, l’elezione del Presidente e dei Vicepresidenti.
Sono stati eletti i candidati:
Eva-Lotta Nilsson (Vision, Sweden) Presidente
Christian Jedinger (Younion, Austria) Vice-Presidente
Matthieu Fayolle (Interco CFDT, France) Vice-Presidente
Joana Mor Biosca (UGT-SP, Spain) Vice-Presidente
L’impegno del Comitato per I prossimi 5 anni sarà imperniato sulle linee d’azione approvate dal Congresso di Bucarest ed il perseguimento dei seguenti cinque obiettivi strategici:
A. assicurare pace, democrazia, equità, diritti e libertà, contrastando le destre estreme, lavorando sulla tutela delle minoranze e dei rifugiati e sullo sviluppo della solidarietà dei lavoratori.
B. rafforzare il sistema di servizi pubblici agendo prioritariamente in materia di housing sociale, di cura dell’infanzia, a tutela dei lavoratori della cultura e sul ciclo dei rifiuti e acqua
C. lottare per una transizione verde, digitale e socialmente giusta
D. rivendicare il lavoro di qualità per creare servizi di qualità anche attraverso lo sviluppo delle competenza digitali e la negoziazione di line guida per l’accesso ai servizi digitali specie nelle aree più remote. Tendere allo sviluppo di competenze Green e di AI
E. rafforzare i sindacati dei servizi pubblici sia in ambito europeo che globale.
Sorcha Edwards di Housing Europe, che rappresenta le associazioni pubbliche e gruppi no profit, ha presentato il progetto di Housing prendendo in considerazione tutti gli aspetti che coinvolgono non solo l’ambito sociale ma anche il lavoro nel settore delle costruzioni e dell’energia.
Daria Cibrario ha specificato che la priorità di PSI (Public Services International) è quella di negoziare un accordo quadro a livello mondiale per migliorare le relazioni sindacali ed ha aggiornato sui principali progetti in corso, che vanno nella stessa direzione di rafforzamento dei servizi pubblici per assicurare il diritto universale alla salute e alla casa.
Nadja Salson, per conto di Epsu, ha illustrato lo stato dei lavori per la definizione di Linee Guida in materia di prevenzione della violenza di terze parti e delle molestie sul lavoro anche con il contributo dei rappresentati dei datori di lavoro pubblici.
La discussione ha riguardato i temi chiave dell’azione del Comitato, in particolare riferiti alla possibilità di aggiornamenti alla Direttiva in materia di appalti pubblici, alle criticità legate al lavoro dei vigili del fuoco, alla necessità di vigilare sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, all’importanza dell’educazione infantile.
E’ stato ribadito l’impegno di Epsu contro l’avanzare delle destre estreme e l’impatto del loro avvento in alcuni ambiti specifici del mondo del lavoro, particolarmente di quelli legati alla cultura.
p.la FP CGIL Nazionale FF.LL.
Franca Sponticcia
Si è svolto a Bruxelles il 30 ottobre il meeting del settore del dialogo sociale nei servizi pubblici e governo locali (Sectoral Social Dialogue Committee of Local and Regional Governments), alla presenza dei rappresentanti della Commissione Europea e del CEMR, la rappresentanza delle controparti nel dialogo sociale del governo locale.
L’elaborazione delle Linee Guida in materia di prevenzione della violenza di terze parti e delle molestie sul lavoro, anche con il contributo dei rappresentati dei datori di lavoro pubblici, è in fase di completamento, tuttavia il documento non è ancora stato sottoposto all’approvazione per la necessità di una revisione linguistica che tenga conto delle molteplici realtà rappresentate in Epsu.
Il Direttore della DG Employment Maria Luisa Cabral ha illustrato le priorità della Commissione europea in materia di condizioni di lavoro e dialogo sociale, che si sviluppa, nonostante le difficoltà del contesto attuale, secondo due linee strategiche d’azione:
definizione e promozione del lavoro di qualità
semplificazione delle procedure per una maggiore efficacia e tempestività del dialogo sociale.
Nella programmazione delle attività del triennio 2023-2025 il Comitato si concentra nell’affrontare l’impatto della transizione digitale nei servizi pubblici locali e della violenza di terze parti e delle molestie nel lavoro, sviluppare relazioni solide e stabili con le organizzazioni sociali nazionali e valutare l’importanza di una diversa governance economica europea che consenta maggiore pianificazione e investimenti strategici da parte dei governi locali, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2023.
E’ stato ribadito l’importante ruolo che governi locali svolgono, insieme ai sindacati di settore, nella riduzione delle disuguaglianze nelle rispettive comunità, nell’ottica di un mercato del lavoro sempre più inclusivo che possa contribuire alla definitiva ripresa post pandemica.
E’ prevista, inoltre, la revisione della Guida europea sulla responsabilità sociale negli appalti pubblici (Socially Responsible Public Procurement – SRPP) per la definizione di principi, requisiti e standard da applicare da parte dei governi locali e regionali nelle loro politiche di acquisizione di beni e servizi.
p.la FP CGIL Nazionale FF.LL.
Franca Sponticcia
Alla Direttrice Generale
Dott.ssa Valeria Vittimberga
Al Coordinatore Generale Medico Legale
Dott. Raffaele Migliorini
Al Direttore Centrale Risorse Umane
Dott. Giuseppe Conte
per il tramite del Dirigente Area Relazioni Sindacali
Dott. Salvatore Ponticelli
OGGETTO: STABILIZZAZIONE MEDICI COMANDATI E PROCESSO DI MOBILITÀ NAZIONALE
In relazione al concorso per l’assunzione di 1.069 medici, indetto con deliberazione del Consiglio d’Amministrazione INPS del 25 settembre 2024 n. 79 e pubblicato sulla piattaforma InPA in data 4 ottobre, la scrivente organizzazione ribadisce la richiesta di preventiva stabilizzazione del personale medico attualmente in comando presso l’Istituto.
Parallelamente la FP CGIL ritiene indispensabile la contestuale attivazione di un processo di mobilità nazionale riguardante i medici dipendenti in servizio.
Si rimane in attesa di riscontro.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
In questo inizio settimana sono stati denunciati malfunzionamenti di diversi applicativi INPS: da Webdom a Unex passando per Unicarpe, senza contare i disservizi registrati sulla posta elettronica Outlook.
Le problematiche diffuse pare abbiano rallentato notevolmente la produzione nelle sedi, mettendo a dura prova la pazienza delle colleghe e dei colleghi chiamati a svolgere l’ordinaria attività lavorativa a singhiozzo e pregiudicando – in alcuni casi – la qualità del servizio reso all’utenza.
Riteniamo, però, ingeneroso e ingiusto rovesciare le responsabilità sul mondo dell’informatica INPS, che sempre più spesso è costretto a lavorare in apnea.
Quando le cose vanno per il meglio, il contributo di chi serve l’Istituto viene dato per scontato; quando invece sorge qualche difficoltà, si va alla ricerca del capro espiatorio.
Su un tema come questo non è possibile fare ragionamenti semplicistici.
INPS è un bersaglio sensibile agli attacchi hacker e l’infrastruttura di base è estremamente complessa e stratificata. Possono quindi evidenziarsi zone di fragilità: un granello fuori posto può determinare un effetto domino.
L’Istituto, inoltre, opera sempre di più con fornitori esterni. In teoria l’obiettivo sarebbe garantire standard di servizio elevati; in realtà le risposte alle esigenze funzionali “interne” non sembrano sempre tempestive e all’altezza del compito.
Le risorse stanziate nella catena di appalti non aiutano a reperire risorse stabili e ben pagate, pronte a diventare parte dell’ecosistema digitale dell’Istituto. Si genera così dispersione di competenze e confusione.
Rovesciare sulle lavoratrici e sui lavoratori l’onere dei disservizi è un tiro al bersaglio a cui non ci prestiamo. Così come non vogliamo dare all’Istituto la colpa di una difficoltà tecnica che può insorgere.
C’è, però, una questione che va affrontata, con la massima onestà intellettuale e trasparenza. Come abbiamo chiesto in data 15 ottobre, è necessaria una maggiore condivisione sullo stato di avanzamento dei lavori finanziati dal PNRR.
Il rinnovamento, sia tecnologico che del patrimonio software, resta uno dei driver del cambiamento imposti a livello comunitario. In un Ente in cui ancora coesistono procedure lente e datate con altre che fanno ricorso all’Intelligenza Artificiale, diventa necessario spiegare alle rappresentanze sindacali come ci si sta muovendo, cosa è cambiato, qual è l’orizzonte temporale delle prossime trasformazioni. Un percorso costruttivo, che dimostrerebbe non solo la volontà di coinvolgere e non escludere chi opera all’interno dell’Istituto, ma il desiderio di rendere il discorso sull’innovazione autentico, non piegato a una mera retorica autoreferenziale o all’inseguimento di illusorie tendenze di mercato.
Non vogliamo spot sugli agenti del cambiamento: vogliamo capire in che direzione va l’INPS e vogliamo poter esprimere il nostro punto di vista. Lo meritano soprattutto le tante colleghe e i tanti colleghi che sono da poco in Istituto e che hanno diritto a conoscere la strada che si intende tracciare per il prossimo futuro.
Roma, 31.10.2024
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
DIFFERENZIALI STIPENDIALI E MOLTO ALTRO
Incontro ricco, quello tenutosi oggi al tavolo nazionale. A parte, in un comunicato unitario, vi scriveremo dell’incontro tenutosi con il Capo di Gabinetto del Ministero del Lavoro.
Il tema all’ordine del giorno con INL era l’avvio rapido delle trattative per i nuovi differenziali stipendiali con decorrenza 1° gennaio 2024, come era previsto nell’accordo FRD 2023. Sul punto, l’Amministrazione ha precisato che ci farà avere a breve una bozza di ipotesi, prima del prossimo incontro, fissato per il 6 novembre: considerando i paletti imposti dagli organi di controllo al limite di beneficiari delle progressioni (massimo 50% degli aventi diritto), la proposta prevede passaggi per 3 operatori, 297 assistenti e 536 funzionari, per un totale di 836 posti complessivi, prevedendo un minimo di due anni di anzianità di servizio per poter partecipare alla procedura. Al netto della bozza, la nostra idea è di arrivare a definire immediatamente anche questo accordo, considerando che sarà poi necessario attenderne la certificazione per sottoscriverlo definitivamente e il termine ultimo utile è il 31 dicembre 2024. Abbiamo poi ricordato che c’è una dichiarazione congiunta di intenti, allegata al FRD 2023, con cui ci impegniamo a un nuovo accordo di differenziali stipendiali con decorrenza 1° gennaio 2025 e non possiamo interrompere questo ciclo virtuoso avviato nel 2021.
Riguardo alle procedure per i differenziali stipendiali in corso, con decorrenza 1° gennaio 2023, ci è stato comunicato che la corresponsione delle somme agli assistenti amministrativi – comprensive degli arretrati – dovrebbe avvenire in busta paga dicembre, mentre per i funzionari amministrativi occorrerà più tempo, essendo state presentate diverse richieste di accesso agli atti. A questo proposito, abbiamo evidenziato due questioni: da un lato, sarebbe utile rendere pubblici i dati delle graduatorie, come hanno di recente fatto altri Enti del Comparto (Ministero della Cultura o Ministero dell’Interno, ad es.), in modo da coniugare il rispetto della privacy con le esigenze di trasparenza.
Inoltre, abbiamo chiesto di fare una valutazione sul numero degli ex aequo (attualmente sarebbero 160), non escludendo la possibilità di prevedere uno stanziamento specifico per farli rientrare in quella procedura. Una cosa simile è assolutamente possibile e altrove si è già fatto (Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali). Questo è, peraltro, uno dei frutti velenosi che ci consegna una illogica direttiva del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministro della Pubblica Amministrazione, che non permette di valorizzare l’età anagrafica dei candidati in caso di parità di punteggio nelle progressioni economiche.
Riguardo alle progressioni verticali in deroga, l’Amministrazione ritiene di poter procedere al loro inquadramento a partire dal 1° dicembre.
Riguardo al FRD 2023, l’Amministrazione ci ha comunicato che, nonostante i loro solleciti, ancora non giungono notizie dagli organi di controllo rispetto alla certificazione ed è questa una cosa che ci preoccupa non poco, considerati i ritardi che ciò determina. Abbiamo quindi chiesto che anche il vertice politico del Ministero del Lavoro intervenga nei loro confronti per rappresentare questo estremo ritardo e chiedere che la certificazione avvenga il più rapidamente possibile.
L’Amministrazione ci ha comunicato che si è conclusa la procedura per i cambi di famiglie professionali e sono arrivate molte domande. Per avere il quadro completo della situazione, abbiamo chiesto di sapere sia il numero complessivo delle domande, sia di conoscere le domande tra le varie famiglie e di sapere anche se saranno accolte tutte, per l’impatto che questo avrà sulla dotazione organica complessiva e dei singoli uffici. Rispetto al concorso per ispettori tecnici, ferma restando la competenza di RIPAM sulla procedura, l’INL dovrebbe procedere a indicare i nominativi dei membri di commissione ma l’Amministrazione si è detta fiduciosa che per gennaio possano tenersi le prove del concorso.
Coordinatore nazionale FP CGIL – INL
Matteo Ariano
La FP CGIL Corte dei conti, come già dichiarato, non sottoscrive l’Accordo per il Fondo Risorse Decentrate per l’anno 2024, comprendente anche le procedure per le Progressioni Economiche Orizzontali per l’anno in corso.
Tale decisione scaturisce dalla posizione dell’Amministrazione, non più tollerabile, a non voler riconoscere le procedure delle PEO, quali materia di contrattazione. Infatti, a giudizio della scrivente, anche le procedure possono essere contrattate ai sensi dell’Art. 6 lettera c1) l’integrazione e la ponderazione dei criteri per l’attribuzione delle progressioni economiche nei limiti di quanto previsto all’art. 14 (Progressioni economiche all’interno delle aree) e dall’art.14, comma 2, lettera d, punto 3) ulteriori criteri, definiti in sede di contrattazione integrativa di cui all’art. 7 (Contrattazione collettiva integrativa: soggetti, livelli e materie), comma 6, lett. c1), correlati alle capacità culturali e professionali acquisite anche attraverso i percorsi formativi di cui all’art. 31 (Destinatari e processi della formazione).
La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco
PUNIZIONI ECONOMICHE VERTICALI 2
LA VENDETTA
Sono state pubblicate sulla pagina Intranet le modalità per le procedure PEV:
– Confermato il percorso formativo solo per gli Operatori; gli Assistenti? Che si arrangino;
– I candidati sono convocati per il giorno 12 novembre entro le ore 9,30 presso la Caserma dei Carabinieri “Salvo d’Acquisto” – Viale di Tor di Quinto, 119 (con ingresso dei candidati dal civico n. 153): come arrivarci? L’Amministrazione con una “simpatica mappa” spiega quali siano i trasporti pubblici (per chi non è di Roma non sarà facile) con i quali si può raggiungere la sede di esame; sarebbe opportuno, come accaduto per le PEO degli anni scorsi, che l’Amministrazione mettesse a disposizione dei candidati delle “navette” con partenza da Via Baiamonti, per raggiungere il luogo preposto per la prova selettiva;
– Si conoscono le materie di esame, ma nessun testo o simulatore o pubblicazione dei quiz con i quali esercitarsi, il che significa tutto lo scibile umano;
– Praticamente chi si cimenterà con queste procedure, si troverà davanti ad un vero e proprio concorso.
La Coordinatrice FP CGIL Corte dei conti
Susanna Di Folco
Sono trascorsi due mesi da quando abbiamo condiviso l’ultimo report sul numero di dipendenti in servizio presso l’Istituto. Sessanta giorni di calendario in cui abbiamo registrato altre duecento unità in meno.
Tra operatori, assistenti e funzionari a vario titolo, in Istituto oggi sono presenti 24.245 lavoratrici e lavoratori. Il deficit di risorse rispetto al fabbisogno è evidente e a pagarne dazio sono principalmente le strutture territoriali, dove le carenze di organico – in assenza di interventi – potrebbero presto o tardi mettere a repentaglio i servizi per la cittadinanza.
Mancano infatti all’appello 2.747 funzionari, 1.315 assistenti, 640 operatori.
È un canto del cigno che richiede una presa di coscienza collettiva: serve personale, servono risorse, molte di più di quelle che il Governo ha stanziato per il comparto delle Funzioni Centrali! Servono concorsi regionali, serve un’allocazione che sia efficiente, senza conculcare i diritti che il Legislatore garantisce con le assegnazioni provvisorie!
Perché ciò possa avvenire, non ci stanchiamo di ripeterlo, INPS deve fare la sua parte: deve adottare una modalità più trasparente nella stima delle carenze d’organico, indicando chiaramente quante unità mancano a livello provinciale, rappresentando le criticità sede per sede, agenzia per agenzia. La rappresentazione deve essere veritiera, basata sui carichi di lavoro effettivi che gravano su ciascun territorio.
La nostra linea è sempre stata chiara: difendiamo i presidi territoriali come avamposto dei diritti della cittadinanza, ma non possiamo mettere a repentaglio o sotto stress i colleghi che lavorano sui territori più periferici, trattandoli alla stregua della fanteria di prima linea.
Troppo spesso si susseguono voci di intemperie agli sportelli, di sedi in cui si registrano situazioni tumultuose.
L’ansia sociale che questo Ente gestisce merita maggiore attenzione: il ruolo dell’INPS è unico nel panorama nazionale ed è estremamente delicato. Anche per questo non ci stanchiamo di combattere. Non è una questione di meri numeri: è in gioco la dignità del servizio pubblico e il valore del nostro impegno.
Coordinatore nazionale FP CGIL INPS
Giuseppe Lombardo
Dipartimento Giustizia minorile e di Comunità
Alla Direzione Generale del personale,
delle risorse e dell’attuazione dei provvedimenti minorili
Dott. Alessandro Buccino Grimaldi
prot.dgmc@giustiziacert.it
Oggetto: Osservazioni su schema delle famiglie professionali e CCNI
Facendo seguito al confronto sindacale del sindacale del 24.10 u.s. la scrivente FP CGIL invia le seguenti osservazioni:
Per quanto concerne la proposta di schema delle famiglie professionali del Dipartimento Giustizia minorile e comunità, abbiamo apprezzato che il
il dipartimento abbia accolto la richiesta di rinominare la famiglia dei servizi del trattamento socio-rieducativo in famiglia “dei servizi del trattamento rieducativo e del reinserimento sociale” proprio per riconoscere le diverse competenze tecniche delle figure professionali che insistono nella suindicata famiglia, in particolare ci riferiamo ai funzionari di Servizio Sociale, Funzionari della Professionalità Pedagogica, funzionari psicologi e funzionari della mediazione culturale. A tale proposito, rinnoviamo la nostra contrarietà all’introduzione della nuova figura professionale del funzionario del trattamento rieducativo, di cui l’amministrazione non ha reso noti i titoli di accesso e che rischia di creare ulteriore confusione in relazione alle competenze del funzionario della professionalità pedagogica, alla luce anche dell’istituzione dell’albo delle professioni pedagogiche ed educative introdotto con la legge n. 55 del 2024.
Inoltre relativamente alla descrizione della famiglia suindicata nell’ambito di competenze si chiede di aggiungere : “Svolgimento di funzioni legate all’attività di trattamento, di servizio sociale e mediazione culturale aggiungere “in base alle proprie competenze”. Inoltre relativamente alle capacità tecniche individuate si chiede di aggiungere “Attività di osservazione, redazione..aggiungere “ di relazioni
di servizio sociale e” programma di trattamento delle persone sottoposte a misure e sanzioni di comunità in carico agli uffici di esecuzione penale esterna”.
Si chiede infine di inserire un’ulteriore competenza:
“Attività di sostegno e controllo nei confronti di minori e adulti sottoposti alle misure alternative alla detenzione e di comunità, al fine di favorire il percorso di reinserimento sociale e contenere la recidiva”.
Con l’occasione si rinnova la richiesta reiterata più volte, di un confronto sindacale urgente, sulle attività che saranno assegnate agli educatori che prossimamente prenderanno servizio all’interno degli UIEPE e degli USSM.
Inoltre chiediamo il reintegro del profilo di ruolo del Direttore sia nella famiglia dei Servizi Amministrativi che nella famiglia dei servizi del trattamento rieducativo e del reinserimento sociale.
Per avere contezza dell’impianto complessivo del sistema delle famiglie professionali, si chiede di trasmettere la descrizione di tutti i profili di ruolo.
Infine relativamente ai passaggi in deroga tra le aree, ai sensi dell’art. 18, finanziati con lo 0,55% del monte salari dell’anno 2018 – che per il Ministero ammonta complessivamente a 9.500.000 euro, si chiede di conoscere la somma disponibile assegnata al DGMC e di quantificare i passaggi che si potranno programmare per le progressioni tra le aree: dall’area Operatori a quella Assistenti e da Assistenti a Funzionari.
La Fp Cgil, conferma la volontà di arrivare alla sottoscrizione del contratto integrativo, che dovrà prevedere oltre all’accordo sulle famiglie professionali, propedeutico per realizzare i passaggi tra le aree in deroga alla normativa vigente (ex art. 18) e l’applicazione dei differenziali stipendiali (ex art. 14), il nuovo sistema degli incarichi e le relative indennità per il personale afferente alle aree Assistenti e Funzionari e per le Elevate professionalità.
Distinti saluti.
Per la FP CGIL
la Coordinatrice nazionale
Paola Fuselli