Modifiche ai criteri di elargizione dei sussidi al personale dell'Amministrazione Penitenziaria, per spese sostenute in occasione del decesso di congiunti.

 

Aumento della quota di partecipazione alla contribuzione volontaria in favore dell'Ente di Assistenza

Nota ministeriale n.00227869 del 23.1.2017 di cui all’oggetto. 

 

Nota unitaria al Ministro Graziano Delrio

            Al Ministro Infrastrutture e Trasporti  
        Graziano Delrio   

Nel  corso degli
ultimi anni  si sono susseguiti diversi
provvedimenti legislativi che hanno interessato il Ministero infrastrutture e
Trasporti  modificando e  regolamentando  diversamente i servizi che l’Amministrazione
svolge al servizio dei cittadini e della comunità con l’obiettivo di
migliorare, in termini di maggiore efficacia e produttività, i servizi erogati.

In
questo contesto i dipendenti del Ministero hanno sempre affrontato tali sfide
convinti che con il proprio lavoro contribuissero al rilancio di un settore
strategico per il  Paese e per le
condizioni dei cittadini in un momento di profonda crisi di tutto il sistema
economico e produttivo. Con tale spirito hanno anche accettato spesso di
applicare le direttive comunitarie o nazionali anche in condizioni difficili
per l’assenza di idonei strumenti di lavoro, fra l’altro previsti dalle norme,
superando le difficoltà con l’esperienza acquisita negli anni.

 Abbiamo una serie di problemi aperti nei diversi rami del
Ministero: dalla ormai non più sostenibile carenza di personale in molte realtà
territoriali, alle difficoltà logistiche e ambientali di molti uffici, alle
problematiche collegate alle politiche del personale.

Le
scelte politiche intervenute, unitamente all’assenza di qualsiasi forma di
confronto e partecipazione con i rappresentanti dei lavoratori,  ha fatto si che si introducessero modifiche
normative senza tenere conto delle condizioni organizzative e funzionali delle
Strutture del Ministero esponendo i funzionari preposti a tali attività al
rischio di gravi inadempienze.

Tale
situazione è stata ulteriormente aggravata con l’emanazione degli ultimi
provvedimenti legislativi in materia di trasporti e lavori pubblici. Anche
questa volta senza il confronto con le Organizzazioni sindacali, si emanano
istruzioni e regolamenti che, pur avendo come obiettivo il rispetto delle
norme, corrono il rischio di infrangersi contro la realtà delle situazioni in essere
nelle strutture del Ministero. Non solo ma spesso, paradossalmente, mortificano
anche la professionalità e le competenze degli operatori con riflessi sul
corretto svolgimento delle attività in particolar modo nel versante dei
controlli, collaudi, revisioni  e di
vigilanza e collaudo.

Abbiamo
addirittura riscontrato nelle ultime norme un aggravio di competenze e di
limitazioni  che, invece di agevolare e
semplificare il lavoro dei dipendenti, lo ha di fatto reso difficile da gestire
con pesanti ricadute  sui cittadini  sia in termini di costi, se pensiamo al picco
di incarichi esterni nel settore infrastrutture oppure  il blocco totale delle attività con  una drastica riduzione dei servizi, nel ramo
trasporti.

L’obiettivo
era già evidente con l’abolizione dell’incentivo alla progettazione nei lavori
pubblici, con l’immediata impennata della progettazione affidata all’esterno.

Cosa aspettarci per il ramo trasporti? Riteniamo che se non si interverrà
rapidamente  si correrà il rischio di
dover affrontare una campagna di denigrazione e di delegittimazione che
potrebbe creare le condizioni, anche in modo strumentale,  per favorire il ricorso a pesanti processi di
esternalizzazione dei servizi.

Non
accetteremo più questo stato di cose. Non si possono efficentare i servizi con
le criticità presenti nelle varie componenti organizzative (strumenti, mezzi,
procedure, dotazioni organiche) così come agire in maniera contraddittoria
circa le competenze e responsabilità del personale con la conseguenza di
mortificare la professionalità, per esempio, dei nostri dipendenti delle
Capitanerie perché quello è “un ambiente militare”, oppure, quando è convenuto,
utilizzare disinvoltamente il personale per svolgere attività incardinate
nell’area superiore oppure inferiore.

Senza
che nessuno, invece, che proponga una norma che, superando i blocchi vigenti,
permetta di attivare politiche del personale che consentano di allineare
l’ordinamento professionale con l’organizzazione del lavoro in modo da poter
anche soddisfare le legittime aspettative di progressione di carriera per il
personale del Ministero.

E’
giunto il momento che la politica , Il Ministro, prendano atto che per
aumentare la sicurezza nelle nostre strade e fare  buone opere pubbliche, occorre formare e  riqualificare il personale, dotarlo di mezzi
e risorse idonee, di piste e di attrezzi a norma, nonché adeguare le dotazioni
organiche per affrontare le sfide  che
abbiamo davanti a noi.

Non
vogliamo che la responsabilità degli eventuali 
fallimenti ricada sui dipendenti del MIT ; abbiamo professionalità e
competenze in linea con le migliori esperienze esterne malgrado tutte le
criticità che abbiamo sottolineato.

C’è poi
un altro tema, non secondario, che merita particolare attenzione: vi è un
diffuso malessere causato da un susseguirsi di vicende che evidenziano un
significativo aumento del tasso di illegalità all’interno del Ministero o
per attività ad esso collegate che, dal nostro punto di vista, non è più
possibile sottovalutare. Occorre intervenire individuando, al netto dei
comportamenti che attengono all’operato dei singoli, le cause che determinano
questi fenomeni migliorando l’organizzazione del lavoro e rendendo più efficaci
i sistemi di controllo.

E’ un
compito che ci deve responsabilizzare tutti per garantire un clima migliore
all’interno delle Strutture e per tutelare al meglio la dignità e la
correttezza professionale della stragrande maggioranza dei lavoratori che
operano quotidianamente nel Ministero. 

Per
quanto sopra, per lo stato di profondo malessere dei nostri dipendenti le
scriventi OO.SS.,  in assenza di risposte
concrete, a partire da un tavolo di confronto su tali temi, programmeranno una
serie di iniziative  a tutela di tutti i
dipendenti.

 

Roma,
23 gennaio 2017

 

  

              FP CGIL                CISL FP                    UILPA

   
              (Morelli)                (Amato)                 (Lichinchi)

Salario minimo e diritti per tutti

Parlamento europeo

Risoluzione del Parlamento europeo sul pilastro sociale

Il Parlamento europeo ha approvato il 19 gennaio 2017 una risoluzione sul “pilastro europeo dei diritti sociali”  con 396 voti a favore, 180 contrari e 68 astensioni. La relazione del Parlamento non è vincolante, ma la sua approvazione arriva due mesi prima che la Commissione proporrà nuove norme relative al welfare, comprese le misure relative alle condizioni di lavoro e ai salari.
A sorpresa la maggior parte dei deputati ha sostenuto una parte nella risoluzione che chiede una legge europea per un reddito minimo in ogni paese membro.
“…mette in evidenza l’importanza di regimi adeguati di reddito minimo per preservare la dignità umana e lottare contro la povertà e l’esclusione sociale, così come il loro ruolo , quale forma di investimento sociale che consente alle persone di partecipare alla società e intraprendere percorsi di formazione e/o la ricerca di un lavoro; invita la Commissione e gli Stati membri a valutare i regimi di reddito minimo nell’Unione europea, anche esaminando se tali regimi consentano alle famiglie di soddisfare le loro esigenze; invita la Commissione e gli Stati membri a valutare su tale base le modalità e gli strumenti per fornire redditi minimi adeguati in tutti gli Stati membri e a esaminare i possibili interventi successivi a sostegno della convergenza sociale nell’Unione, tenendo conto delle condizioni economiche e sociali di ciascun paese e delle pratiche e tradizioni nazionali”
Ad oggi 22 paesi dell’UE hanno già leggi sul salario minimo. Non hanno salario minimo Svezia, Danimarca, Italia, Cipro, Austria e Finlandia.
Il commissario europeo per gli affari sociali Marianne Thyssen ha più volte insistito sul fatto che lnon intende “pestare i piedi dei governi nazionali”, proponendo un salario minimo a livello europeo Le leggi sui salari sono generalmente di competenza dei paesi membri dell’UE, non della Commissione.Ma, a dire la verità.  Thyssen ha già incoraggiato più volte i paesi ad introdurre un salario minimo nazionale.  L’idea che sembra profilarsi è una cornice europea che introduce il salario minimo in Europa, mentre il livello rimarrebbe di competenza degli stati nazionali. Il PPE e la nuova maggioranza di centro destra che ha eletto il 17 gennaio Antonio Tajani alla presidenza ha bloccato quella parte della relazione che chiedeva che il salario minimo nazionale fosse almeno il 60% del reddito medio di ogni paese. 
La risoluzione affronta anche la questione di come la tecnologia e l’economia app mobile ha rovesciato le condizioni di lavoro. Oramai sono molti i casi sociali e giudiziari come Uber, Airbnb e  Deliveroo. 
per quanto concerne le forme di lavoro che si svolgono su piattaforme digitali e altre tipologie di lavoro autonomo dipendente, una chiara distinzione, ai fini del diritto dell’Unione e fatte salve le disposizioni del diritto nazionale, tra questi lavoratori realmente autonomi e quelli inquadrati in un rapporto di lavoro, tenendo conto della raccomandazione n. 198 dell’OIL, secondo cui il rispetto di vari indicatori è sufficiente per stabilire un rapporto di lavoro; lo status e le responsabilità di base della piattaforma, il richiedente e la persona che effettua il lavoro andrebbero pertanto chiariti; dovrebbero essere introdotte anche norme minime per le regole di collaborazione con informazioni complete ed esaurienti al prestatore di servizi sui loro diritti e obblighi, sulle prestazioni, sul corrispondente livello di protezione sociale e sull’identità del datore di lavoro; i lavoratori dipendenti e gli autentici lavoratori autonomi che operano attraverso piattaforme online dovrebbero avere analoghi diritti come nel resto dell’economia ed essere protetti mediante la partecipazione a regimi di assicurazione sanitaria e di sicurezza sociale; gli Stati membri dovrebbero garantire un controllo adeguato di tutti i termini e condizioni del rapporto di lavoro o del contratto di servizi, prevenendo gli abusi di posizione dominante da parte delle piattaforme. 

 
 

 

Alle Lavoratrici ed ai lavoratori del Ministero della Giustizia

Vi inviamo la nostra bozza di proposta da portare al tavolo di discussione alla riunione del prossimo 30 gennaio.

La proposta riguarda tutti i Dipartimenti del Ministero e tende a creare uno strumento ‘ponte’, di transizione, che modifichi l’ordinamento professionale, adattandolo alle esigenze di modernizzazione ed alle sentenze intervenute, e stabilisca alcuni passi fondamentali per dare risposte alle legittime aspettative del personale relativamente alla
riqualificazione professionale. La parte giuridica subirà per il momento piccole variazioni che poi, ai sensi del nuovo CCNL, verrà integrata ed armonizzata al nuovo sistema di relazioni sindacali di cui al recente accordo tra
OO.SS. e Governo. Lo stesso vale per l’ordinamento professionale del Ministero che dovrà poi, in via conclusiva una volta passata la fase di transizione, armonizzarsi al nuovo Ordinamento Professionale di cui al nuovo CCNL. Con questa proposta vogliamo superare alcune ingiuste frammentazioni create dall’Integrativo del 2010, che ha danneggiato i lavoratori ed il servizio reso alla cittadinanza. Oltre alla revisione dei profili la
nostra proposta tende a restituire a tutte le qualifiche professionali la
possibilità di riconoscimento professionale e relativo adeguamento economico, che deve essere sostenuto dalla volontà politica della parte pubblica di reperire nuove risorse. Si tratta di una bozza di lavoro che proponiamo alla vostra attenzione e della Amministrazione e vi chiediamo di farci pervenire eventuali osservazioni e/o integrazioni che terremo in conto nell’ambito delle negoziazioni.

Roma, 23 gennaio 2017

p. Funzioni Centrali FPCGIL

Nicoletta
Grieco

Pa: Fp Cgil, rischio niente 80 euro per lavoratori difesa, sicurezza e soccorso

“Il governo con una mano dà e con l’altra prende”

Roma,
13 gennaio 2017

“Rischio niente più bonus di 80 euro per i lavoratori del
comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico”. A denunciarlo è la Fp
Cgil Nazionale che spiega: “Le risorse destinate per il bonus degli 80
euro anche per l’anno 2017, infatti, sembra possano in futuro andare a
finanziare il cosiddetto riordino delle carriere, attraverso
l’applicazione unilaterale delle disposizioni della legge di bilancio”.

Secondo
il segretario nazionale della Funzione Pubblica Cgil, Salvatore
Chiaramonte, “senza confrontarsi in modo trasparente con le
rappresentanze sindacali, si è in sostanza deciso di tagliare la
retribuzione di fatto di centinaia di migliaia di lavoratori,
assicurando che in un imprecisato futuro queste risorse saranno rese
nuovamente disponibili per riconoscere quella che, al momento, appare
come una semplice riparametrazione stipendiale, naturalmente sottratta
ad ogni confronto sindacale. Al di là di quello che verrà discusso e
contrattato in seguito, infatti, gli 80 euro devono continuare ad essere
garantiti in busta paga, fin dalla retribuzione di gennaio, con le
stesse modalità dello scorso anno”. Inoltre, aggiunge il dirigente
sindacale, “appare sempre più nebulosa la prospettiva di un adeguato
finanziamento per i Vigili del Fuoco. Per quest’ultima Amministrazione è
sempre più probabile che intere categorie di personale resteranno
escluse da ogni beneficio, attuale e futuro”.

Poiché, prosegue
Chiaramonte, “come Funzione Pubblica Cgil non accettiamo (come fanno
altri) il metodo della regale elargizione per le lavoratrici e per i
lavoratori, di cui a parole si riconosce il ruolo delicato e centrale
per la sicurezza del Paese, ribadiamo la necessità e l’urgenza
dell’apertura del tavolo del rinnovo contrattuale che acquisisca tutte
le risorse disponibili e le destini con trasparenza ed equità a
riconoscere il lavoro e la professionalità di tutte e tutti. Il
Presidente del Consiglio imponga ai Ministri Minniti, Madia e Orlando la
convocazione urgente delle delegazioni trattanti, rispettando così
anche l’accordo del 30 novembre e ponendo così fine ad un metodo opaco e
sbagliato”, conclude.

 

Prosegue l'iniziativa della Fp Cgil e del Silp Cgil – Ancora una nota sugli 80 Euro: serve più chiarezza da parte del Governo

 
 

20.01.2017 – Il Governo deve essere più chiaro; la circolare di Noi PA Mef va subito modificata altrimenti la risposta della Ministra Madia è solo mediatica e di facciata.

Che lo stanziamento era stato predisposto nella Legge di Bilancio 2017 lo sapevamo  ma le lavoratrici e i lavoratori, a gennaio, non avranno gli 80 euro in busta paga e questo, per la Fp Cgil è inaccettabile.  

Alla luce dell’impegno profuso in un momento difficile per il Paese, i vigili del Fuoco e tutto il comparto della sicurezza e soccorso pubblico, stanno incessantemente portando aiuto alle popolazioni colpite violentemente nell’animo sia dal terremoto che dall’ondata inconsueta di maltempo.

La risposta giusta del Governo quindi è, fare tutto il necessario affinché si provveda all’immediato pagamento delle spettanze dovute a partire dal mese in corso, così come annunciato nel comunicato della Ministra Madia.

Inoltre, è necessario aprire il tavolo sul rinnovo del contratto di lavoro, unico strumento utile per dare ai lavoratori  quel riconoscimento economico legato alla particolare attività lavorativa che questi svolgono, ciascuno per il proprio compito. 

 

 

Unici nella tutela.

 
 

20.01.2017 – Unici nella tutela.

# UNICI NELLA TUTELA

Basta guardare questa immagine per comprendere la differenza tra chi si occupa di security e chi di safety (i Vigili del Fuoco).

Non ci sono poliziotti o carabinieri intorno ai Vigili del Fuoco, non ci sono armi, non ci sono stellette, solo soccorritori. Gli altri stanno svolgendo il proprio lavoro un pochino più distanti, non sono direttamente coinvolti nelle zone operative.

Sono queste le motivazioni che spingono la Fp Cgil a chiedere al Governo di destinare risorse adeguate per il Corpo e riconoscere ai Vigili del Fuoco, senza somiglianze o raffronti, il ruolo svolto per la collettività all’interno del sistema di Protezione Civile.

Per questo siamo contrari alla equiparazione tanto voluta da alcuni, legati e sottomessi al potere prefettizio, che ci vorrebbero vicini alle altre forze dello Stato. 

I Vigili del Fuoco svolgono un lavoro unico, difficile e pericoloso.

Non meritano di essere pagati perché altri lo sono, semmai meritano di essere riconosciuti come professionisti del soccorso in quanto tali.

Coordinatore Nazionale FP CGIL VVF 
Danilo ZULIANI 

 

 

NEWS

Sanità: Report Fp Cgil, sistema al tracollo, -50 mila lavoratori da 2009

Sanità: Report Fp Cgil, sistema al tracollo, -50 mila lavoratori da 2009
Età media oltre 50 anni, urgente risorse e sblocco turn over

Roma,
21 gennaio – Una sanità che si “impoverisce”, non solo nelle risorse
economiche ma anche in quelle umane, e che “rischia seriamente il
tracollo”, in termini di tenuta dei servizi ai cittadini e di garanzie
per i lavoratori. La Fp Cgil Nazionale ha analizzato i dati del Conto
annuale dello Stato in un focus specifico sul segmento sanità tra
risorse e servizi e, da una rielaborazione dei dati della Ragioneria
generale dello Stato, emerge “una vera e propria emorragia di personale,
quasi 50 mila lavoratori in meno dal 2009 a oggi”.

Il report
della Funzione Pubblica Cgil sullo stato del servizio sanitario e sui
servizi offerti ai cittadini analizza in dettaglio la variazione
dell’occupazione, in parallelo con il blocco del turn over, dalla quale
si evince come negli anni che vanno dal 2009 (dato preso come
riferimento perché ultimo rinnovo contrattuale) al 2015 si siano persi
40.364 lavoratori, passando da un totale di impiegati nel servizio
sanitario nazionale nel 2009 pari a 693.716 a 653.352 nel 2015. Si
tratta, nello specifico, di circa 8.000 medici, quasi 10.300 infermieri e
2.200 Operatori di assistenza (Oss, Ota e Ausiliari) e all’incirca
20.000 lavoratori tecnici, riabilitativi, della prevenzione e
amministrativi, su un totale di quasi 40.000 lavoratori in meno. Di
questi, rileva la Fp Cgil, oltre 10.000 nel solo 2015, dato che
proiettato sul 2016 porta la ‘emorragia’ di posti di lavoro a 50 mila
lavoratori in meno dal 2009.

Ma non solo: a causa del blocco del
turn over è esplosa l’età media nel sistema sanitario, ben oltre quella
registrata nell’intera Pa. Si sfonda infatti quota 50,1 anni e le
proiezioni del conto annuale la collocano a 54,3 nel 2020. Proprio in
ragione di questi dati, ovvero “blocco del turn over, emorragia
occupazionale e esplosione dell’età media”, aumenta il ricorso a forme
di lavoro precarie nel servizio sanitario nazionale. Dai dati
rielaborati dalla Fp Cgil emerge che cresce tra il 2014 e il 2015 la
quota di personale non stabile (tempi determinati e formazione lavoro,
interniali e co.co.co) di circa 3.500 unità per complessivi 43.763
lavoratori. Cala invece il ricorso a consulenze ma allo stesso tempo
aumenta la spesa complessiva che arriva a 230 milioni di euro.  In
questo quadro si inserisce lo stato dei servizi ai cittadini e del
finanziamento al servizio sanitario nazionale, giudicato “insufficiente e
costantemente ridotto” e il bisogno dello sblocco del turn over.

Risorse e nuovi Lea
– Se l’approvazione dei nuovi Lea, “auspicata da lungo tempo”, è per la
Fp Cgil “un passo avanti per avere prestazioni in linea con i bisogni
dei cittadini, è necessario però rivedere le attuali organizzazioni del
lavoro, in estrema sofferenza in molti territori, e fissare adeguati
standard minimi di personale in maniera omogenea e uniforme su tutto il
territorio nazionale, sui quali programmare coerentemente le assunzioni
di personale, a prescindere dalle inevitabili specificità territoriali”.

Per il sindacato “non è più possibile aspettare oltre per
scongiurare l’eventualità che l’aumento delle prestazioni da garantire
ai cittadini, con l’attuale scarsità di risorse complessive, arrivi a
creare una effettiva selezione delle prestazioni, con il rischio
concreto di non poterle garantire e non solo nell’immediato. Proviamo,
per esempio, a pensare al trattamento delle ludopatie, introdotto dal
nuovo DPCM: siamo sicuri che nei servizi ci sia un numero adeguato di
personale formato? O è necessario pensare sin da subito ad assumere ed a
programmare interventi formativi mirati?”.

Secondo la categoria
dei servizi pubblici della Cgil è urgente superare il blocco del turn
over, “anche nelle regioni soggette a piano di rientro, per garantire
servizi ai cittadini e assicurare il funzionamento dei nuovi Lea. Così
come non è più rinviabile una riorganizzazione complessiva che guardi
all’uniformità nazionale delle prestazioni per recuperare la marcata
frantumazione del Servizio sanitario nazionale che ha prodotto enormi
differenze fra sistemi regionali/territoriali, per costruire l’effettiva
garanzia dei Lea, vecchi e nuovi. Affinché tutte le nuove attività
previste, o anche solo la parziale modifica di quelle già in essere,
possano essere svolte con capacità e competenza, bisogna investire con
l’attuazione di un adeguato piano di formazione rivolto a tutto il
personale del Servizio Sanitario Nazionale”.

Infine, per la Fp
Cgil “bisogna arrivare al più presto alla definizione dei corrispondenti
livelli essenziali per l’assistenza sociale e sociosanitaria, per
concretizzare quell’integrazione dei servizi di welfare alla persona
prevista da quasi vent’anni e mai attuata, rendendo finalmente esigibile
e uniforme quel diritto alla salute che è costituzionalmente
garantito”. Per tutti questi motivi la Funzione Pubblica Cgil chiede che
“il Comitato Lea si confronti, in modo permanente, con le
rappresentanze sindacali dei lavoratori, evitando così di parlare di
cose astratte”.

Comunicato esiti udienza ricorso ex CFS – TAR Puglia Lecce

  – Aggiornamento stato Ricorsi Amministrativi – T.A.R. PUGLIA –                  

             
   Roma,
20 Gennaio 2017

 

Ai ricorrenti ed ex
appartenenti

soppresso Corpo Forestale dello
Stato

 

      Il
TAR Puglia sede  di Lecce, con
l’ordinanza allegata, ha declinato la propria competenza territoriale in favore
del TAR per il Lazio sede di Roma, dinanzi al quale i legali incaricati
provvederanno a riassumere il processo.

           
Continueremo a
tenervi sempre tempestivamente informati/aggiornati.

           
 
p. la Fp Cgil Nazionale

Comparto Sicurezza

Francesco Quinti  
                                                                                                                                      

Bari – Inadeguate condizioni logistiche ed operative del Comando.

 
 

20.01.2017 – Bari – Inadeguate condizioni logistiche ed operative del Comando.

La FP CGIL VVF denuncia, ancora una volta, l’insufficiente attenzione alle condizioni logistiche e operative del Comando di Bari, vale a dire, alle misure minime da attivare per garantire efficienza delle attrezzature e dei mezzi di soccorso e le adeguate misure di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori VV.F..

Non ultima, l’incresciosa situazione verificatasi il 18 gennaio 2017 in occasione dell’avvicendamento del personale nelle zone colpite dal sisma, circostanza in cui il mezzo di trasporto è risultato privo di catene da neve idonee mentre le condizioni meteo proibitive imperversavano mettendo in serio pericolo l’incolumità dei soccorritori VV.F. che sono giunti sul sito con grande difficoltà.

I viaggi della speranza devono finire !!!

 

 

Agenzia del demanio: Comunicato incontro del 18 gennaio 2017

L’AGENZIA NON PAGA L’EX COMMA 165 A GENNAIO 

L’Agenzia del demanio nell’incontro tenutosi in data 18.01.2017 ha

prioritariamente informato le OO.SS. che l’erogazione al personale delle somme

sostitutive di cui all’art.3 del comma 165, l.350/2003, anche in caso di

sottoscrizione dell’apposito accordo tra le parti, per problemi “tecnico/operativi” non

avrebbe avuto luogo entro il corrente mese di gennaio.

Le OO.SS hanno manifestato la loro sorpresa per l’erogazione posticipata

delle somme suddette e chiesto all’Agenzia di mantenere la parola data

proponendo, in aggiunta, la soluzione
di procedere comunque mediante

anticipazione di una percentuale della somma
dovuta a gennaio e saldo/conguaglio

nel mese di febbraio.

E’ bene evidenziare che, nel corso del precedente incontro
tenutosi in data

12.01.2016, il testo dell’accordo necessitava di alcune
modifiche poiché non si

esauriva unicamente nella mera liquidazione delle somme, ma
inseriva un ulteriore

stringente riferimento alla cessazione definitiva delle stesse con
il fine di condividerne

la responsabilità con la Parte sindacale.

L’Agenzia stessa aveva quindi avanzato la possibilità di risolvere
la problematica

in un nuovo incontro tra le Parti assicurando, se la
sottoscrizione del relativo accordo

fosse avvenuta entro la data del 18.01.2016, la sussistenza dei
tempi necessari per le

operazioni contabili necessarie per la corresponsione degli
importi individuali entro il

mese di gennaio.

Inquadrando ora la tematica nel contesto, sul Tavolo resta la scorretta

posizione assunta dalla delegazione
aziendale, al di fuori, invece, la diversa

aspettativa del personale consolidatasi anche
a seguito delle recenti dichiarazioni

del vertice dell’Agenzia sul punto.

E’ previsto per la settimana prossima un incontro con l’Agenzia
finalizzato alla

sottoscrizione dell’accordo per la liquidazione dell’ex comma
165 e

all’approfondimento congiunto delle proposte presentate dalle
OO.SS. inerenti il

regolamento per la ripartizione dell’incentivo di cui all’art 113 del d.lgs. 50/2016.

p. la
Delegazione Trattante 
FP CGIL
Nazionale

Elena Antonino – Annamaria Scarpati

FP CGIL
Nazionale

Coordinatore
Agenzia del Demanio

Daniele Gamberini

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