“Un fatto estremamente positivo. Per anni abbiamo denunciato la deriva che ha caratterizzato l’era dei cosiddetti grandi eventi, una mutazione genetica della Protezione Civile che ha prodotto sprechi e ha indebolito la capacità di programmazione e prevenzione, snaturando le funzioni del dipartimento” con queste parole Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil, commenta l’approvazione dell’emendamento al Dl liberalizzazioni che sancisce la chiusura della stagione dei grandi eventi per il DPC.
“Adesso speriamo che il Capo del Dipartimento Gabrielli imprima un’accelerazione all’istituzione del comitato paritetico, come previsto dall’art.5 della legge 401 del 2001, coinvolgendo tutto il sistema di protezione civile, Stato, Regioni ed enti locali, ma senza dimenticare di riattivare il comitato operativo del Volontariato previsto dal Dpr 194/01. Si ritorni a programmare gli interventi e a occuparsi di prevenzione, ma soprattutto si dia un segnale forte di discontinuità con il passato. Crediamo che Gabrielli sia nelle condizioni per farlo conclude Chiaramonte – e che debba pretendere dal Governo tutti gli strumenti necessari.”
Roma, 29 febbraio 2012
29.02.2012 – In allegato graduatoria mobilità ordinaria direttivi
29.02.2012 – In allegato Dichiarazione unitaria stato di agitazione
29.02.2012 – In allegato Nota unitaria sulla situazione della Medicina del Lavoro.
A novembre 2007, si sono svolte le precedenti elezioni RSU.
Con grandi difficoltà e ritardi, finalmente procediamo al loro rinnovo, da noi fortemente voluto.
Da quella data si sono alternati tre diversi Governi: da allora sono cambiati i lineamenti del lavoro dipendente e per quanto ci riguarda sono stati alterati gli elementi fondamentali del pubblico impiego. Si sono stravolti contratti, valori e conquiste sul lavoro che ritenevamo definitivi.
Che cosa è successo nel nostro Paese lo abbiamo appreso giorno per giorno.
In queste ultime settimane, ascoltando le lavoratrici ed i lavoratori del Mef nelle assemblee per il rinnovo delle RSU, abbiamo avuto modo di fare assieme il punto della situazione:
da giugno del 2008, dai tempi del decreto 112 (la prima “Brunetta”) ci siamo visti decurtare il salario accessorio, ci siamo visti cambiare il sistema di calcolo dell’incremento del costo della vita. Con l’arrivo del decreto 78 (Tremonti) ci siamo visti bloccare i rinnovi dei contratti collettivi e integrativi, le progressioni di carriera, cambiare le regole del sistema pensionistico: tutto arricchito dalle invettive contro i fannulloni pubblici.
Sappiamo bene che non in tutte le Amministrazioni il ruolo di compressione dei diritti dei lavoratori è stato interpretato allo stesso modo: al MEF, grazie ad un accordo faticosamente cercato da noi, abbiamo portato a casa le progressioni di carriera interne alle aree e recentemente un organico complessivo che ci lascia qualche margine di tranquillità, avendo sanato il sovra dimensionamento della forza sull’organico teorico nell’area 2°.
Ma, per altri versi, abbiamo subito la legge 150 che ha statuito, non con la nostra adesione, ma con l’opposizione che abbiamo messo in campo con scioperi e manifestazioni cui hanno aderito lavoratori, pensionati, giovani precari e disoccupati, l’espropriazione del diritto alla contrattazione sui posti di lavoro, privandoci, in primo luogo, del diritto a discutere dell’organizzazione del lavoro.
Abbiamo via via assistito, dopo la creazione del ruolo unico del Mef (DPR 43), agli atti unilaterali dell’Amministrazione con i quali sono state soppresse le direzioni territoriali dell’Economia, avviando contemporaneamente l’esodo volontario di oltre 1300 lavoratori di questo settore verso i Monopoli di Stato.
Tutte le funzioni e competenze delle ex DTEF sono state aggiunte ed affastellate nelle ragionerie territoriali, divenute vere e proprie sedi uniche del Ministero.
Stesso procedimento è stato usato nelle commissioni tributarie del Dipartimento delle Finanze, dove a problemi irrisolti nel tempo (vedi la questione del cosiddetto “cancelleriato”, funzione distribuita su due aree diverse) si sono sovrapposte le problematiche derivanti dal cosiddetto contributo unificato e più complessivamente dall’aumento dei carichi di lavoro.
L’organizzazione del lavoro è nelle mani dell’Amministrazione.
L’Amministrazione ad un anno dalla chiusura delle DTEF e ad oltre sei mesi dall’istituzione del contributo unificato ha taciuto.
Se l’Amministrazione ritiene tutto ciò normale, noi e ancora di più i lavoratori impegnati nel servizio pubblico ritengono questa condizione intollerabile.
La costruzione di organici di sede adeguati ai carichi di lavoro, l’attribuzione alle sedi e ai singoli di un equilibrato programma di lavoro annuale, un sostegno formativo alle diverse esigenze dei singoli uffici, un’attenzione, almeno pari a quella che i lavoratori Mef nutrono nei confronti degli utenti e del servizio pubblico reso, da parte di una dirigenza molto numerosa, ma mal distribuita, sarebbe necessaria.
Occorre finalmente che i vertici dei vari Dipartimenti e l’Amministrazione politica escano dal loro lunghissimo silenzio.
Occorre che soluzioni organizzative siano esaminate ed assunte (il telelavoro fra sedi?) prima che magari comincino a circolare idee sulle esternalizzazioni.
Occorre che le scelte organizzative adottate dall’Amministrazione vengano discusse e condivise, se possibile, al tavolo negoziale.
La FP CGIL, anche al Mef, ha un suo programma molto semplice, al di là delle singole articolazioni: va ripreso il confronto sull’organizzazione del lavoro, devono essere completate le progressioni interne alle aree, senza penalizzare in modo insensato il FUA dei dipendenti, va perfezionato l’utilizzo del salario accessorio nella misura e nelle modalità di distribuzione, senza adottare come ormai è spesso prassi dei vertici del Ministero soluzioni riduttive per i problemi dei lavoratori e per le criticità del lavoro.
Per questi motivi, esposti anche nel nostro programma al Ministero, per un servizio pubblico che rimanga tale e venga migliorato, invitiamo tutte le lavoratrici ed i lavoratori del Mef a votare le nostre candidate ed i nostri candidati RSU il 5, 6 e 7 marzo prossimi, ricordandoci che SIAMO STATO NOI.
Roma, 29 febbraio 2012
p. FP CGIL NAZIONALE MEF
DANIELE NOLA
29.02.2012 – In allegato mozione dell’Assemblea Capitolina e comunicati stampa a sostegno dei vigili del Fuoco.
29.02.2012 – L’accordo in oggetto va nel solco indicato da questo sindacato di premiare il merito e la responsabilità e quindi è stato recepito senza particolari problemi.
Tuttavia questa organizzazione ha inteso sottolineare la delicatezza dell’incarico della regenza che non può essere svilito attribuendone più di una alla volta, mentre è assolutamente da favorire una discussione dalla quale emergano chiari criteri condivisi di attribuzione delle regenze.
L’amministrazione, su richiesta sindacale, infine ha inteso comunicare che a marzo pv saranno messi in pagamento gli emolumenti ancora spettanti ai dirigenti per le calamità anno 2009.
Ugo D’ANNA
Roma, 28 febbraio 2012
Al Capo Dipartimento Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Dott. Francesco Paolo TRONCA
Al Capo del CNVVF
Dott. Ing. Alfio PINI
Al Direttore Centrale per l’Emergenza ed il Soccorso tecnico
Dott. Ing. Pippo Sergio MISTRETTA
Al Direttore Centrale per le Formazione
Dott. Ing. Gregorio AGRESTA
Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali
Dott. Giuseppe CERRONE
Oggetto: Mobilità personale specialista.
Egregi,
dalla lettura della circolare prot. n.6190 del 24/02/2012, relativa alla mobilità del personale, non si rileva, ad eccezione di una esigua quantità di Capi Squadra portuali, alcun riferimento rispetto alla restante parte del personale qualificato specialista.
Tale situazione deriverebbe dal mancato avvio dei relativi corsi di specializzazione che non consentirebbe l’afflusso di nuovo personale nei nuclei e l’impossibilità, dunque, stante l’ormai annosa situazione di sofferenza degli stessi, di mobilitare il personale anziano seppure in posizione utile per il trasferimento.
Si richiede, pertanto, che nella riunione prevista per il giorno 9 marzo, relativa al Servizio di Elisoccorso, possa trovare spazio anche l’avvio di una discussione sulle citate problematiche, nonché una calendarizzazione di incontri con la Direzione Centrale per la Formazione sulle tematiche dei corsi specialistici.
Distinti saluti.
FP CGIL VVF NAZIONALE
Mario MOZZETTA
COMUNICATO
L’integrazione tra Inpdap e Inps e’ il passo fondamentale che questo Governo ha voluto per ridefinire il modello di Welfare del Paese.
Un’operazione da 700 miliardi di Euro, 37 mila lavoratori, un casellario delle prestazioni sociali che avrà una banca dati completa di tutte le informazioni reddituali e non che riguardano ciascuno di noi, DEVE mirare al miglioramento qualitativo e quantitativo dei servizi offerti e rendere tutto il sistema di Welfare più inclusivo e solidale.
Questi i termini in cui la Cgil intende verificare il progetto del Ministro e valutare l’operato degli Organi dell’Istituto.
Non sarà permessa l’introduzione di alcuna gestione privata di funzioni che la Cgil considera debbano essere obbligatoriamente affidate allo Stato, né si potranno sottrarre competenze che fino a questo momento sono state riconosciute come servizi essenziali agli iscritti e agli stessi dipendenti.
L‘inpdap è da sempre riconosciuto sostituto d’imposta e come tale ha svolto l’assistenza fiscale diretta a favore di un’utenza sempre crescente e a favore dei dipendenti stessi.
Ora, il passaggio in Inps rischia di vedere da subito un adeguamento della gestione ex inpdap all’operatività dell’Ente incorporante che nega il servizio dei 730.
Certamente l’alternativa dei CAF, gratuita in autocompilazione del modello, non è messa in discussione ed ha sempre svolto un ruolo di sostegno sussidiario anche in Inpdap.
Tuttavia perché i vertici dovrebbero convincersi che l’efficienza si traduce in una riduzione dei servizi diretti ai nostri pensionati e ai nostri dipendenti?
E’ il primo passo verso “lo snellimento” delle funzioni?
Del resto la decisione sulla soppressione dell’attività non può riguardare certo una migliore utilizzazione delle professionalità dei lavoratori, visto che il servizio si svolge con addetti già presenti all’interno di processi collaudati.
Non va dimenticato, inoltre, che questa attività costituisce parte integrante degli obiettivi e delle risorse impegnate dall’ex Inpdap per il 2012, già prevista nel piano della performance delle Sedi e approvata con tanto di determina del Presidente.
A parità di condizioni, poi, l’ assistenza fiscale diretta, non solo non provoca oneri che possono gravare sul bilancio, ma consente di incrementare con risorse ( queste si davvero certe!) il fondo di Ente a disposizione di tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’Inpdap.
Se si mira realmente all’efficienza cosa vieta all’Inps di affiancare i nostri lavoratori ed estendere questo servizio a tutti i suoi dipendenti e pensionati anziché pensare ad eliminarlo per tutti?
Su questi aspetti concreti che il SuperInps deve considerare già nell’immediato ( non è ancora uscita la circolare della d.C. Ragioneria che normalmente avvia il processo di raccolta dei 730) la Cgil chiede un confronto urgente affinchè tutti i servizi siano garantiti e i lavoratori tutelati.
Roma 28/02/2012
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL INPDAP
Marinella Perrini
INCONTRO ODIERNO
SOPPRESSIONE DIFESAN
LA CGIL NON CONDIVIDE E CONTRASTERA’ L’APPLICAZIONE DELLA RIFORMA BRUNETTA PER IL REIMPIEGO DEI LAVORATORI DI DIFESAN.
Si è svolto oggi, presso SEGREDIFESA, l’incontro con il quale ci veniva comunicato che il reimpiego dei lavoratori di DIFESAN dovrebbe avvenire secondo quanto stabilito dalla Legge che esclude il sindacato dalla trattativa.
La Legge di stabilità prevede tempi brevissimi (10 giorni) e la sola informazione alle OO.SS.
Nell’illustrare il piano di reimpiego del personale l’amministrazione ha dichiarato quando segue:
– gli enti che presumibilmente saranno in grado di recepire il personale reimpiegato sono: UGESAN, PERSOCIV, PERSOMIL, COMMISERVIZI;
– che la professionalità del personale civile verrà mantenuta;
– che procederà all’accoglimento dei desiderata compatibilmente alle esigenze dell’Amministra-zione.
La FP CGIL ha da subito evidenziato il comportamento scorretto dell’Amministrazione nei confronti dei lavoratori di DIFESAN, che da oltre un anno dalla decisione unilaterale di sopprimere la Direzione generale, attendono un confronto a livello nazionale su tale problematica.
La FP CGIL ha da subito evidenziato il comportamento scorretto dell’Amministrazione nei confronti dei lavoratori di DIFESAN, che da oltre un anno dalla decisione unilaterale di sopprimere la Direzione generale, attendono un confronto a livello nazionale su tale problematica.
La soppressione della Direzione appartiene ad avviso della Cgil alla più generale riforma della Sanità militare, per la quale già nel 2006 la FP Cgil Difesa ha rivendicato uno specifico incontro con la parte politica. In particolare, alla soppressione formale della Direzione non sono seguite azioni e procedure che tutelino i lavoratori così come previsto dal CCNI Difesa.
Nel considerare la procedura “d’urgenza” per DIFESAN un inizio di procedure che non prevedono il coinvolgimento delle OO.SS., abbiamo chiesto che venga convocato il tavolo politico al Gabinetto del Ministro ritenendo quello odierno come un solo incontro tecnico.
Nel rivendicare la convocazione di un tavolo politico la FP Cgil Difesa ha espresso nello specifico la propria posizione ribadendo alcuni criteri che dovranno essere seguiti nelle procedure di reimpiego, considerata anche l’annunciata riforma della Difesa da parte del Ministro.
La FP CGIL ha sempre sostenuto che una politica di rigore e di efficienza deve essere realizzata nel rispetto dei diritti e della dignità dei lavoratori DIFESAN NON FA ECCEZIONE.
La FP CGIL ed altre OO.SS. hanno chiesto ed ottenuto un prossimo incontro a dopo le elezioni RSU.
Roma, 28 febbraio 2012
Per la Delegazione Trattante FP CGIL
Francesco QUARTU Noemi MANCA
C’è un gran fermento dalle parti del 7° piano di questo Ministero, si danno indicazioni circa la necessità di procedere con la valutazione del personale non dirigenziale , l’obiettivo sembra quello di attribuire pagelle: dare le coccarde ai bravi , incoraggiamento ai meno bravi ed esporre al pubblico ludibrio e finalmente riconoscere i veri fannulloni!
Ancora una volta si sfiora il ridicolo, esimi giuristi e scrupolosi dirigenti di questo Ministero non colgono la totale illegittimità del procedimento che l’Amministrazione intende seguire.
Dopo che per tutto il 2011 la totale inerzia degli Uffici che avrebbero dovuto guidare, coordinare l’attuazione del Piano della Performance ha lasciato le diverse Direzioni Generali in balia di un organizzazione precaria e mai definitiva adesso qualcuno ci ricorda che “dobbiamo applicare la legge”.
Forse vale la pena ricordare cosa dice la legge:
il manuale operativo per il sistema di misurazione e valutazione del personale, adottato in maniera unilaterale con decreto ministeriale GAB-DEC-20011 n.23 del 22/11/20011, illustra gli obiettivi, i destinatari, gli elementi del sistema di valutazione, i criteri di valutazione dei risultati e da ultimo il processo di valutazione.
Al punto 4 del citato manuale di valutazione viene chiarito che “l’articolazione del processo di valutazione del personale è coerente con il processo di programmazione e controllo strategico ed è strettamente connesso con il processo di valutazione dei dirigenti ed al processo di programmazione e controllo di gestione”.
Il Dirigente, d’intesa con i valutati, propone gli obiettivi oggetto di valutazione da assegnare alla struttura e da perseguire per l’anno successivo e gli eventuali obiettivi individuali o di gruppo.
La proposta dovrebbe essere formulata tenendo conto delle attività più rilevanti desumibili dal sistema informativo di controllo e gestione. Non risulta attivato uno specifico sistema informativo di controllo e gestione per il 2011
Le proposte devono risultare da un apposito verbale e si considerano definite se sottoscritte almeno dalla maggioranza dei valutati. Non risulta che nella varie Divisioni si sia provveduto a redigere verbali sottoscritti dai dipendenti.
Entro 10 giorni dall’emanazione della Direttiva ministeriale sull’attività amministrativa e sulla gestione il titolare del CdR emana il decreto direttoriale per l’assegnazione di obiettivi e risorse ai dirigenti di seconda fascia, precisando contestualmente gli obiettivi oggetto della valutazione ed i pesi relativi. Questo adempimento risulta effettuato solo parzialmente dalla DG Valutazioni Ambientali, Protezione Natura e AA.GG.
I Dirigenti sono tenuti al monitoraggio dello stato di avanzamento degli obiettivi informando il personale coinvolto di eventuali scostamenti rispetto ai risultati attesi Non risulta ci sia stata alcuna informativa.
Messe in campo tutte queste azioni propedeutiche e prodromi che all’attività di valutazione, si procede alla valutazione finale.
Alla valutazione dei risultati va aggiunto il punteggio derivante dalla valutazione delle competenze e dei comportamenti professionali e organizzativi.
Sull’attribuzione del punteggio siamo di fronte ad una spettacolo surreale: Si dice che va consolidato il risultato della valutazione successivamente ad una valutazione e si richiamo i punti 3.24 e 3.3 del manuale che sono inesistenti .
Entro febbraio va consegnata la scheda al valutato contenente la valutazione dei risultati e quella dei comportamenti organizzativi, con l’assegnazione di un termine di 10 giorni per un eventuale contraddittorio mediante la presentazione di osservazioni o richiesta di confronto diretto sulla regolarità della procedura seguita e sulle valutazioni effettuate.
I provvedimenti di valutazione sono trasmessi all’OIV che redige le graduatorie complessive da pubblicarsi sul sito istituzionale. Tale fase dà avvio alla procedura per la corresponsione da parte della Direzione Generale AA.GG dei compensi incentivanti.
C’è da aggiungere altro?
Ci sentiamo di dire e aggiungere le seguenti richieste:
Al Ministro, che attraverso i suoi più stretti collaboratori ha deciso di partecipare alle prossime elezioni RSU, chiediamo di bloccare immediatamente questa procedura.
Ai lavoratori che dovessero essere valutati attraverso questa procedura ridicola illegittima che saremo al loro fianco per tutelarli.
28 FEBBRAIO 2012
Stamane un operaio, dipendente della Provincia di Perugia, è morto a causa di un incidente sul lavoro. Marco Orsolini aveva 35 anni e lascia una moglie e un figlio. La morte, a quanto si è appreso, è stata causata da una scarica elettrica che ha colpito il giovane operaio provinciale mentre era occupato nella pulitura di un mezzo. Nessuna ipotesi più specifica è quindi possibile e attenderemo in tal senso gli esiti delle indagini.
Oggi non è il tempo delle denunce urlate. Oggi è il tempo del silenzio e del rispetto. Lo stesso rispetto che ci spinge a dare a ogni vita umana persa lo stesso, grande valore.
Alla famiglia Orsolini va la nostra vicinanza e la nostra solidarietà per una perdita così grave e insensata.
Roma, 28 Febbraio 2012