Verbale

     
 Verbale del 13 gennaio 2012 redatto in occasione dell’incontro su “Dotazioni organiche degli Uffici e Servizi e problematiche degli Uffici EPE”
 

 
 
 
 
 
 

Provvedimento riguardante i trasferimenti temporanei al Comando Provinciale VV. F. di L'Aquila.

24.01.2012 – In allegato il provvedimento riguardante i trasferimenti temporanei al Comando Provinciale VV. F. di L’Aquila.
 

 
 

 
Al Ministro dell’Interno
Dott.ssa Annamaria CANCELLIERI
 
E p.c.:     Al Sottosegretario di Stato all’Interno
Dott. Giovanni FERRARA
 
Al Capo Dipartimento VVF, S.P. e D.C.
Dott. Francesco Paolo TRONCA
 
Al Capo del CNVVF
Dott. Ing. Alfio PINI
 
All’Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali
Dott. Giuseppe CERRONE

 
 
 

 
 
Gentilissima Ministro Cancellieri,
è nostra intenzione, prima di tutto, ringraziarLa per le parole di elogio che ha voluto rivolgere nei confronti dei Vigili del Fuoco in occasione dei soccorsi prestati ai passeggeri della nave “Costa Concordia”.

Tuttavia, abbiamo l’obbligo di segnalarLe la situazione di estremo disagio in cui versa il Corpo Nazionale che ha subito, malgrado i molteplici riconoscimenti ricevuti per l’altissima professionalità espressa, numerosi interventi, anche di carattere normativo, che impediscono ai Vigili del Fuoco di espletare al meglio le proprie competenze istituzionali.

Con riferimento alle stesse, confortati dalla normativa vigente che non assegna, in alcun modo, compiti di sicurezza e ordine pubblico ai Vigili del Fuoco, manteniamo un punto di vista assolutamente negativo rispetto ad un ipotetico inserimento del CNVVF nel cosiddetto “comparto sicurezza”.

Inoltre, continuiamo a sostenere che l’ipotetico trasferimento del Dipartimento della Protezione Civile nel Ministero dell’Interno, non solo non risolverebbe i problemi legati al soccorso delle popolazioni durante le calamità, ma impedirebbe anche il coordinamento tra le Strutture Operative del sistema – Difesa, Trasporti, Sanità, Lavori Pubblici – oggi garantito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Per tali ragioni, siamo ad evidenziare che occorrerebbe inserire tra i componenti della Commissione Nazionale per la previsione e prevenzione dei grandi rischi, in parte già nominati con DPCM 28 dicembre 2011 non ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, figure professionalmente qualificate appartenenti al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, le quali possono fornire un essenziale contributo in termini di preparazione ed esperienza tecnica in materia.

Per ciò che concerne, invece, le problematiche che investono direttamente il personale, abbiamo già avuto occasione di evidenziare, nell’incontro tenutosi il 5 gennaio u.s., una serie di criticità che presentano l’urgente necessità di una risoluzione immediata, ovvero:
 
· la condizione salariale di una categoria che vede scaduto da oltre 24 mesi il proprio contratto di lavoro ed attende ancora la corresponsione degli arretrati relativi agli aumenti contrattuali bloccati da un contenzioso amministrativo;
· la tutela previdenziale per un’attività fortemente esposta all’usura ed al disagio;
· la necessaria copertura assicurativa a tutto il personale nell’espletamento dell’attività di istituto propria delle mansioni del profilo di appartenenza.
 
Oltre tutto ciò, al fine di evitare spiacevoli strumentalizzazioni, riteniamo di primaria importanza l’apertura di un confronto per definire, insieme all’individuazione di specifiche modifiche normative, nel pieno rispetto delle relazioni tra Amministrazione e OO.SS., un piano di interventi migliorativi dell’organizzazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, che riguarda in particolare lo snellimento delle procedure burocratiche e le relative modifiche all’ordinamento (D.Lgs. 217/05), la rimodulazione delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del CNVVF (D.Lgs 139/06) ed infine la riforma dei rapporti con il volontariato (D.p.r. 76/04).


In attesa della convocazione di un incontro sindacale, che richiediamo con cortese sollecitudine, resta inspiegabilmente ancora disapplicata la norma che ha consentito di sbloccare le procedure dei passaggi di qualifica interni con la moratoria dell’art.12 del D.Lgs. 217/05.


Attendiamo, infine, una risposta definitiva ai problemi derivanti dalla mancanza di personale, ritenendo indispensabile un rilevante aumento della pianta organica, grazie allo scorrimento sia della graduatoria del concorso pubblico per 814 posti da VVF, sia di quella relativa alla stabilizzazione, con il parziale utilizzo delle risorse disponibili per i richiami del personale discontinuo.

Al riguardo, tutto il personale mantiene una grande attenzione rispetto all’approvazione delle prossime norme in discussione in Parlamento e, per quanto ci riguarda, restiamo in attesa di segnali concreti allo scopo di scongiurare lo stato di agitazione dei Vigili del Fuoco e l’attivazione delle relative iniziative sindacali.

In attesa di cortese urgente riscontro, l’occasione è gradita per inviare i più Cordiali Saluti      
 
                                           

SEGRETARIO NAZIONALE FP CGIL    FP CGIL VVF NAZIONALE                  
Adriano SGR0′                                    Mario MOZZETTA  

 

 

NEWS

Intersindacale scrive a Governo e Regioni sul Patto per la Salute

 
ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – FASSID – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL FEDERAZIONE MEDICI – SDS SNABI – AUPI – FP CGIL SPTA – SINAFO – FEDIR SANITA’ – SIDIRSS – FIMMG – SUMAI -SNAMI – INTESA SINDACALE – SMI – FIMP – CIMOP – UGL MEDICI FEDERSPECIALIZZANDI

 
Al Prof. Renato Balduzzi Ministro della Salute
Al Dott. Vasco Errani
Coordinatore Presidenti delle Regioni
Ai Presidenti delle Regioni e Province autonome
Agli Assessori alla Salute delle Regioni e Province autonome

LORO E-MAIL
Prot. n. 18/2012/snrm
Roma 24 gennaio 2012

Oggetto: PATTO DELLA SALUTE

Il sistema sanitario italiano rappresenta non solo un agglomerato di spesa ma un grande contenitore di competenze professionali ed innovazioni tecnologiche, che può fare da volano essenziale per la stessa crescita. Oggi la filiera della salute produce, con la più alta concentrazione di occupati, circa il 12% del PIL, con una spesa inferiore alla media dei paesi industrializzati e numerosi indicatori positivi. Eppure, mai come oggi è palpabile una situazione di disagio diffuso e di malessere dei professionisti che quotidianamente operano nelle aziende sanitarie, tenuti ai margini dei processi decisionali, derubricati a mero fattore produttivo da contenere e controllare più e prima degli altri. Tanto da concepire l’esodo pensionistico quale unica via di uscita da una condizione professionale sempre più difficoltosa e da un sistema che scarica su di loro diverse contraddizioni di gestione.
Le condizioni di lavoro diventano sempre più gravose e rischiose a causa della carenza di risorse umane a fronte di una domanda crescente,e sempre più complessa, e di un contenzioso legale che, in attesa di un provvedimento legislativo che dorme nei cassetti da tre anni, alimenta una preoccupante deriva verso una costosa ed inappropriata pratica di medicina difensiva. Le manovre economiche del 2010-2011, compreso il decreto salva-Italia, hanno prodotto in ospedali e studi medici una miscela esplosiva che aspetta solo un detonatore per esplodere.
La necessità di mantenere livelli adeguati di tutela della salute attraverso un Servizio Sanitario Nazionale “universale”, “equo” e “solidale”, insieme con la coesione sociale ed organizzativa in un Paese in cui le differenze tra le Regioni ormai interessano la stessa efficacia e sicurezza delle cure, ci appare oggi, ancora e più che mai, un obiettivo irrinunciabile. Difficile da centrare senza il rispetto e la valorizzazione del lavoro che svolgiamo tutti i giorni e tutte le notti per rispondere a domande e bisogni dei cittadini, la affermazione di principi di trasparenza e merito professionale in un nuovo modello di governo clinico, una rilettura dei processi produttivi alla luce della appropriatezza contro sprechi ed inefficienze.
Un nuovo patto per la salute non può, perciò, limitarsi ad un incontro istituzionale. La sostenibilità non solo economica del servizio sanitario richiede un vero patto sociale che recluti le intelligenze e le competenze dei professionisti agli obiettivi che si intendono raggiungere senza negare le prerogative della contrattazione.

Eppure, mai come oggi è palpabile una situazione di disagio diffuso e di malessere dei professionisti che quotidianamente operano nelle aziende sanitarie, tenuti ai margini dei processi decisionali, derubricati a mero fattore produttivo da contenere e controllare più e prima degli altri. Tanto da concepire l’esodo pensionistico quale unica via di uscita da una condizione professionale sempre più difficoltosa e da un sistema che scarica su di loro diverse contraddizioni di gestione.
Le condizioni di lavoro diventano sempre più gravose e rischiose a causa della carenza di risorse umane a fronte di una domanda crescente,e sempre più complessa, e di un contenzioso legale che, in attesa di un provvedimento legislativo che dorme nei cassetti da tre anni, alimenta una preoccupante deriva verso una costosa ed inappropriata pratica di medicina difensiva. Le manovre economiche del 2010-2011, compreso il decreto salva-Italia, hanno prodotto in ospedali e studi medici una miscela esplosiva che aspetta solo un detonatore per esplodere.
La necessità di mantenere livelli adeguati di tutela della salute attraverso un Servizio Sanitario Nazionale “universale”, “equo” e “solidale”, insieme con la coesione sociale ed organizzativa in un Paese in cui le differenze tra le Regioni ormai interessano la stessa efficacia e sicurezza delle cure, ci appare oggi, ancora e più che mai, un obiettivo irrinunciabile. Difficile da centrare senza il rispetto e la valorizzazione del lavoro che svolgiamo tutti i giorni e tutte le notti per rispondere a domande e bisogni dei cittadini, la affermazione di principi di trasparenza e merito professionale in un nuovo modello di governo clinico, una rilettura dei processi produttivi alla luce della appropriatezza contro sprechi ed inefficienze.
Un nuovo patto per la salute non può, perciò, limitarsi ad un incontro istituzionale. La sostenibilità non solo economica del servizio sanitario richiede un vero patto sociale che recluti le intelligenze e le competenze dei professionisti agli obiettivi che si intendono raggiungere senza negare le prerogative della contrattazione.
I livelli di assistenza sanitaria sono, a nostro parere, inscindibili dai livelli organizzativi delle strutture ospedaliere e territoriali e la definizione degli standard dimensionali ed organizzativi della spesa sanitaria non può prescindere dalla individuazione di livelli organizzativi minimi. Necessari anche per assicurare la coerenza della medicina ospedaliera con la riorganizzazione delle cure primarie e della prevenzione.
Se il patto per la salute non si traduce in un nuovo compromesso sociale tra Stato e Professionisti, e se Stato e Regioni non aprono linee di confronto e di credito con loro, i risultati saranno prevedibilmente scarsi e la sanità continuerà a rincorrere di manovra in manovra le ragioni della propria sopravvivenza acuendo il disagio dei cittadini.
Per questo chiediamo al Ministro della Salute ed al Presidente della Conferenza delle Regioni di consentirci di esprimere valutazioni sulle aree tematiche di nostro interesse che possano arricchire i contenuti del Patto.

Distinti saluti.

Costantino Troise ANAAO ASSOMED
Riccardo Cassi CIMO ASMD
Vincenzo Carpino AAROI-EMAC
Massimo Cozza FP CGIL MEDICI
Aldo Grasselli FVM
Alessandra Di Tullio FASSID
Biagio Papotto CISL MEDICI
Carmine Gigli FESMED
Raffaele Perrone Donnorso ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI
Armando Masucci UIL FPL FEDERAZIONE MEDICI
Alberto Spanò SDS SNABI
Mario Sellini AUPI
Lorena Splendori FP CGIL SPTA
Antonio Castorina SINAFO
Antonio Travia FEDIR SANITA’
Franco Socci SIDIRSS
Giacomo Milillo FIMMG
Roberto Lala SUMAI
Angelo Testa SNAMI
Massimo Cozza, Roberto Lala,
Mauro Mazzoni, Biagio Papotto INTESA SINDACALE
Salvo Calì SMI
Giuseppe Mele FIMP
Fausto Campanozzi CIMOP
Ruggero Di Biagi UGL MEDICI
Daniele Indiani FEDERSPECIALIZZANDI

 

Accordi del 23.1.2012 su criteri e integrazioni/modifiche ripartizione FPSRUP 2010

Pubblichiamo gli accordi in oggetto sottoscritti in data 23 gennaio 2012.


 

news

DAP: Convenzione con la Società Alitalia per la fornitura dei biglietti aerei.

 
 

 INCONTRO CON IL MINISTRO CANCELLIERI
 
 “ADESSO ATTI CONCRETI”

 
 
 

Nel pomeriggio di ieri si è svolto l’atteso incontro con il Ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, richiesto unitariamente da CGIL, CISL e UIL con nota del 28 dicembre u.s., allo scopo di approfondire le problematiche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e del servizio di soccorso.

La delegazione Fp Cgil vvf ha rappresentato, prima di tutto, la necessità di aprire un confronto politico serio e costruttivo con le parti sociali, focalizzando l’interesse sulle criticità legate sia agli aspetti economici e professionali dei Vigili del Fuoco, sia al funzionamento della struttura organizzativa del Corpo Nazionale.

La sterile polemica in merito alla collocazione istituzionale del Dipartimento della Protezione Civile ha rischiato di distogliere l’attenzione dalle vere tematiche che presentano l’urgente bisogno di una risoluzione immediata.

A tal proposito, abbiamo ribadito il nostro esclusivo interesse verso un miglioramento organizzativo e gestionale delle deleghe in materia di soccorso e protezione civile.

Ancor prima di entrare nel merito della discussione, tuttavia, abbiamo evidenziato tutte le difficoltà derivanti dalla mancanza di personale qualificato che, da un lato, mettono fortemente a rischio la qualità del servizio di soccorso e tutte le ordinarie attività svolte nei Comandi Provinciali, dall’altro, gravano sullo stipendio e sulla carriera professionale dei Vigili del Fuoco.

Inoltre, il danno economico subito dal personale risulta oramai insostenibile se si considera che le risorse destinate al rinnovo del contratto – biennio economico 2008-09 – non sono ancora esigibili, in quanto appese all’esito del ricorso presentato alle Commissioni Tributarie da parte delle società aeroportuali.

               NON BASTANO PIU’ LE PAROLE O LE BUONE INTENZIONI.
 
Sono indispensabili ATTI CONCRETI che sino ad oggi non sono stati riscontrati. Pertanto, abbiamo reclamato un decisivo impegno politico del Ministro finalizzato alla:
 
· sblocco dei passaggi di qualifica interni con la moratoria dell’art.12 del D.Lgs. 217/05;
· corresponsione degli arretrati relativi agli aumenti contrattuali.

Per quanto concerne la gestione dei Comandi Provinciali, abbiamo suggerito la notevole importanza rivestita dagli strumenti che potrebbero rendere il lavoro di dirigenti e direttivi più concreto ed efficace:
 
· le nuove distribuzioni territoriali del personale;
· il regolamento di servizio (che definisce lo svolgimento i servizi di istituto);
· la rivisitazione del regolamento dei volontari.

La definizione di norme e regolamenti, nonché la formazione del personale a tutti i livelli, consentirebbe di risolvere le controversie, gestire le situazioni, affrontare con consapevolezza e professionalità le attività quotidiane.

A tutto ciò abbiamo associato l’importanza del decreto sulle nuove competenze delle Direzioni Regionali per l’attuazione del decentramento di funzioni e compiti del Dipartimento, che potrebbe dare risposte concrete al bisogno di garanzia e tutela sui luoghi di lavoro richiesto dalla società (1200 morti anno), diventando un punto di riferimento per le politiche di sicurezza e concretizzando anche l’attuazione del testo unico sulla sicurezza.

Altresì, il modello di prevenzione incendi, attuato dal Corpo negli ultimi 50 anni, ha dato risultati positivi e può essere trasferito, in termini di approccio culturale, da repressivo a partecipativo nel settore della prevenzione della sicurezza sui luoghi di lavoro.
 
In termini politici generali e sempre in tema di strumenti, abbiamo sollecitato, non solo un’auspicabile iniziativa per le attività legate agli incendi boschivi, che la legge del 2000 demanda per competenza alla Regioni, ma anche una soluzione all’infinita diatriba con il Soccorso Alpino, che genera sul territorio, in materia di coordinamento del soccorso in ambienti ostili ed impervi, difficoltà di gestione e elementi di conflitto con altri enti traducendosi, peraltro, ma non secondariamente, in costi per i cittadini rispetto a talune duplicazioni sostanzialmente inutili.

La crisi economica e la diminuzione delle risorse deve essere vissuta all’interno delle sedi dei Vigili del Fuoco  anche come un’opportunità di rinascita.
 
Questo è possibile mettendo i dirigenti nelle condizioni di gestire e condividere con il personale e le OO.SS. l’utilizzo delle risorse economiche disponibili in forma di budget e non più per capitoli di spesa, permettendo quindi di  misurare anche concretamente le capacita gestionali di ciascun dirigente.
 
Va rilanciata, inoltre, la formazione nel suo insieme studiando soluzioni che motivino il personale trasmettendo entusiasmo.

Nei Comandi la mancanza di istruttori compromette il quotidiano addestramento, generando una situazione di vera emergenza che richiede una soluzione di emergenza.

Per tali ragioni abbiamo richiesto un piano specifico per la formazione di istruttori e la definizione di percorsi di carriera più rapidi e meno ingessati, validi per i funzionari direttivi ma anche personale operativo e sati, fornendo prospettive di crescita soprattutto legate al merito, alla professionalità ed alla vera disponibilità di ciascuno di noi.

In relazione alle questioni di maggior spessore politico, abbiamo rammentato  la viva attenzione che la nostra organizzazione sindacale sta ponendo nel confronto con il vertice governativo del Paese.
Parafrasando l’attuale Presidente del Consiglio, in termini di rigore, il Corpo Nazionale ha già scontato fin troppo.

Le ultime manovre finanziarie hanno investito in pieno i Vigili del Fuoco e le proprie famiglie.

Dunque, a nostro modo di vedere, è giunto il momento di iniziare a ragionare in termini di equità e di crescita dell’organizzazione del soccorso.

Al riguardo, il nostro ruolo ci impone di dover affrontare, immediatamente, il problema della condizione salariale di una categoria che vede scaduto da oltre 24 mesi il proprio contratto di lavoro e, contestualmente, in modo ancor più incisivo, il tema della tutela previdenziale, sia dal punto di visto dei requisiti di accesso al pensionamento, sia per garantire in termini economici una pensione dignitosa ai Vigili del Fuoco, grazie all’avvio della previdenza complementare.

La crescita del Corpo Nazionale passa inevitabilmente anche attraverso il rinfoltimento delle dotazioni organiche, poiché l’indebolimento dovuto alle continue politiche restrittive si riflette negativamente su tutte le ordinarie attività operative ed amministrative.

Segnatamente, abbiamo ribadito la nostra proposta rispetto ad un indispensabile aumento di organico, conseguibile sostanzialmente a costo zero per l’Amministrazione, procedendo con lo scorrimento della graduatoria relativa alla stabilizzazione ed utilizzando parte delle risorse disponibili per i richiami del personale discontinuo.

 Un altro punto di forte criticità, che abbiamo proposto di decontestualizzare dal quadro complessivo del dibattito, riguarda il finanziamento dell’Opera Nazionale, in quanto si tratta dell’unica fonte assistenziale per i Vigili del Fuoco ma, soprattutto, perché il taglio dei relativi fondi in bilancio rappresenta un vero e proprio furto, perpetrato nei confronti del Corpo Nazionale, di risorse provenienti dall’egregio lavoro svolto da tutto il personale.

Infine, l’ultima richiesta avanzata dalla nostra O.S., ma non per ordine di importanza, riguarda la possibilità di rivisitare, all’interno di un adeguato strumento legislativo, la normativa che presiede al funzionamento della macchina del soccorso, con particolare riferimento ai seguenti punti:

· snellimento delle procedure burocratiche;
· ottimizzazione dei tagli subiti in finanziaria;
· modifiche dell’ordinamento;
· rimodulazione del modello organizzativo del Corpo;
· eliminazione della confusione in materia di incendi boschivi;
· definizione dei rapporti con il volontariato.

In chiusura di riunione, confermando l’impossibilità di aprire in quel tavolo un confronto su di un possibile trasferimento d’autorità all’interno della Protezione Civile e sollecitando ulteriori proposte costruttive, il Ministro Cancellieri ha informato tutti i presenti che verranno fornite, al più presto, le risposte ad ogni richiesta avanzata dalle OO.SS.

Per quanto sopra, come sempre, vi terremo puntualmente informati sugli eventuali sviluppi della discussione che si verificheranno nei prossimi giorni.
 

Roma, 6 gennaio 2012 
 

                                          SEGRETARIO NAZIONALE FP CGIL   
                                                       Adriano SGR0′
 
                    FP CGIL VVF NAZIONALE                       FP CGIL VVF Dirigenti Direttivi
                          Mario MOZZETTA                                       Ugo D’ANNA

 

 

news

DAP: Promozioni anno 2012 del ruolo Agenti e Assistenti.

Promozione alla qualifica di “Agente Scelto”, ” Assistente” e “Assistente Capo” del Personale del Corpo di P.P. – Scrutinio per merito assoluto (a ruolo aperto) anno 2012 – artt. 9, 10 e 11 D.LGs. 30.10.1992, n. 443.

Istituto per minori Bologna – avvio procedure trasferimento personale di Polizia Penitenziaria
 

Al Ministro della Giustizia
On. Paola Severino
R o m a
                                                                       e, p.c.
Alla Segreteria regionale e territoriale FP
B o l o g n a
Al Coordinamento regionale FP CGIL
Polizia Penitenziaria
B o l o g n a
Ai Delegati ed iscritti FP CGIL Polizia Penitenziaria
I.P.M. – B o l o g n a
 

All’avvocato Emanuela Mazzola
Via Tacito n. 50
R o m a
 

 

OGGETTO: Istituto per minori Bologna – avvio procedure trasferimento personale di Polizia Penitenziaria
 

Egregio Ministro,
 

abbiamo fin qui avuto contezza esclusivamente dai media locali delle legittime iniziative ispettive da Lei disposte per far luce su quanto accaduto nell’istituto per minori di Bologna, e del contestuale avvio delle indagini sul caso da parte dell’autorità giudiziaria competente.
Siamo così venuti a sapere – in attesa di conoscere anche il risultato delle indagini avviate dall’A.G. – dei provvedimenti di rimozione disposti nei confronti del comandante dell’istituto e dei vertici locali e regionali dell’amministrazione minorile, eseguiti subito dopo l’ispezione ministeriale; ma di nessuna misura si è avuta conoscenza che riguardi in particolare i vertici e le direzioni generali del Dipartimento Giustizia Minorile, che si auspica siano quanto prima rinnovati, che pure gestisce e sovrintende le strutture penitenziarie minorili italiane.
Responsabilità individuali che, però, stando almeno alle notizie di pubblico dominio, sembra non stiano riguardando il personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso quella sede, nei confronti del quale – almeno fino ad oggi – non risulta siano stati avanzati rilievi di natura disciplinare e/o provvedimenti giudiziari.
E allora, se questo è lo stato dell’arte, ci domandiamo e le chiediamo di conoscere  la ragione per la quale attraverso l’emissione di un interpello nazionale diramato dal D.A.P. volto al reperimento di ben 27 unità sostitutive di Polizia Penitenziaria, si è sostanzialmente scelto di avvicendare il predetto personale, peraltro specializzato, assumendo nei fatti decisioni così drastiche e oltremodo punitive che in questa fase, a giudizio della scrivente O.S., anche in considerazione dell’avvio delle procedure di trasferimento comunicate al personale con i decreti inviati ieri sera a Bologna, rischierebbero solo – senza peraltro alcuna certificata distinzione e/o motivazione plausibile – di gettare ombre sull’operato di tutti poliziotti in servizio presso quell’istituto e, più in generale, sull’intera categoria, a prescindere dall’accertamento delle eventuali responsabilità individuali che in seguito dovessero poi, se del caso, emergere.
Reputiamo quest’ultima una iniziativa autoritaria e oltremodo inaccettabile, signor Ministro, assunta in manifesta violazione della normativa contrattuale vigente.
La quale, come noto, stabilisce che per il Corpo di Polizia Penitenziaria l’amministrazione prima di assumere le relative determinazioni provvede all’esame previsto dall’art. 1 dell’art. 26 del D.P.R. 164/2002, nel rispetto dei termini ivi stabiliti, dopo aver fornito alle rappresentanze sindacali del personale le informazioni necessarie.
In considerazione di quanto testé premesso, sul caso in oggetto La invitiamo a considerare la possibilità di disporre l’immediata revoca dei provvedimenti di trasferimento del personale di Polizia Penitenziaria e far tenere quanto prima la convocazione di un apposito tavolo di confronto nazionale con le rappresentanze sindacali nazionali del personale di Polizia Penitenziaria.
Si resta in attesa di cortese urgente riscontro.
           
Con viva cordialità.
           
                                    Il Responsabile Nazionale Fp Cgil
                                             Comparto Sicurezza
                                                Francesco Quinti

Servizi pubblici locali: il Governo non mortifichi il risultato referendario nel decreto sulle liberalizzazioni non si impedisca gestione pubblica – Comunicato stampa di Rossana Dettori, Segretaria Generale Fp-Cgil Nazionale

“A quanto apprendiamo, il decreto sulle liberalizzazioni predisposto dal Governo conterrebbe norme che contraddicono l’esito del referendum di giugno sui servizi pubblici locali. In particolare a essere messa a rischio sarebbe la gestione pubblica del servizio idrico, dopo che con la manovra estiva sono stati rafforzati gli interventi di privatizzazione obbligatoria dei servizi di igiene ambientale e di trasporto pubblico locale. Un fatto che, se confermato, sarebbe estremamente grave per la nostra vita democratica, perché contraddirebbe palesemente il pronunciamento dei cittadini e manterrebbe in piedi quanto fatto in questa direzione dal Governo Berlusconi”, queste le parole di Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, in merito alle indiscrezioni giornalistiche e alle bozze non ufficiali che circolano in queste ore.

“La privatizzazione forzata dei servizi pubblici locali è stata bocciata da una grande maggioranza di italiani e su questo fronte non sono possibili arretramenti. Il Governo Monti, invece di porre ostacoli alla gestione pubblica del sistema idrico, dovrebbe mettere in pratica l’esito del referendum – continua Dettori – modificare la manovra estiva per quel che concerne il settore dei trasporti e dei rifiuti, procedere all’eliminazione della remunerazione del capitale investito, che la Corte Costituzionale ritiene immediatamente applicabile”.

“Continueremo a sostenere e animare, come già fatto in questi anni, la mobilitazione del ‘Forum per l’acqua pubblica’ e chiediamo che il Governo torni sui suoi passi, ascoltando le nostre istanze e quelle di un movimento che sul tema dei beni comuni ha avuto un enorme consenso sociale. In caso contrario il messaggio inviato ai cittadini sarebbe dirompente sotto il profilo democratico: la sovranità appartiene al popolo solo a fasi alterne e quando la sua volontà non si scontra con forti poteri economici. Un messaggio sbagliato dal punto di vista del rispetto della nostra Costituzione – conclude la Segretaria Generale – che incrinerebbe ulteriormente il già critico rapporto di fiducia tra cittadini e istituzioni”.

Roma, 19 Gennaio 2012

 
 
 
 

Giustizia: da Severino valutazioni giuste e ricetta sbagliata. Non ripercorrere gli errori del Governo Berlusconi – Comunicato stampa di Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale Fp-Cgil

La Ministra Paola Severino nella sua relazione alla Camera ha espresso preoccupazione per lo drammatica situazione in cui versa il sistema giudiziario italiano. Valutazioni condivisibili, alle quali però non vediamo corrispondere adeguati provvedimenti. L’impressione è che ci sia continuità con la disastrosa linea politica del Governo Berlusconi, fatto che ci fa essere doppiamente preoccupati.

Riteniamo che sia opportuno avviare un confronto rigoroso sui temi toccati nella relazione. A tal proposito siamo disposti a illustrarle la nostra proposta di riorganizzazione degli uffici giudiziari, presentata a Napoli lo scorso 12 gennaio e già inviata alla Ministra.

Sul tema della geografia giudiziaria, ad esempio, divergiamo nella valutazione, ritenendo che non sia possibile ridurre la presenza sul territorio senza valutare attentamente le specificità. Allo stesso modo non condividiamo le valutazioni sullo schema di Dlgs sui Giudici di Pace, che produrrà un sistema a più velocità scaricando i costi della giustizia sugli enti locali.

In generale riteniamo sbagliato tenere in piedi i provvedimenti tampone del Governo Berlusconi e del Ministro Alfano, come quello della manovra estiva che prevede giovani laureati impegnati a titolo gratuito per un anno come assistenti di studio negli uffici giudiziari e i vari provvedimenti propagandistici che oltre a non aver aumentato l’efficienza del sistema hanno aumentato le presenze in carcere e creato più confusione che velocizzazione.

Ci stupisce che la Ministra Severino non senta la necessità di confrontarsi su questi temi con gli operatori della giustizia, tra i pochi a poter delineare con facilità le falle e le disfunzioni del sistema, e che non intenda mettere mano ai pasticci, spesso voluti, del precedente esecutivo.

Roma, 19 gennaio 2012

news

Liberalizzazioni : FpCgil dice NO a privatizzazione Carceri – Agenzie di stampa e quotidiani.

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