Si pubblica l’articolo di Repubblica nel quale viene intervistato il segretario regionale della FPCGIL Medici Lazio Stefano Mele a difesa della sanità pubblica.
(www.dirittosanitario.net) Il datore di lavoro, una volta esercitato validamente il potere disciplinare nei confronti del prestatore di lavoro in relazione a determinati fatti costituenti infrazioni disciplinari, non può esercitare una seconda volta, per gli stessi fatti, il detto potere, ormai consumato. Gli è consentito soltanto di tener conto delle sanzioni eventualmente applicate, entro il biennio, ai fini della recidiva, nonché dei fatti non tempestivamente contestati o contestati ma non sanzionati – ove siano stati unificati con quelli ritualmente contestati – ai fini della globale valutazione, anche sotto il profilo psicologico, del comportamento del lavoratore e della gravità degli specifici episodi addebitati. (Cassazione Sezione Lavoro n. 21760 del 22 ottobre 2010).
(Agi) La stabilizzazione dei precari, la legge sul rischio clinico, ma anche i certificati medici online, le trattative aziendali, l’arrivo del federalismo sanitario. E’ fitta l’agenda dei sindacati medici per questo 2011 appena iniziato. Tra le priorita’, spiega Massimo Cozza, segretario della Fp Cgil Medici, la soluzione del problema del precariato medico: “Nel 2011, 8.000 camici bianchi rischiano di essere messi per strada – sottolinea Cozza – un danno enorme per loro ma anche per il servizio sanitario. Il nostro primo obiettivo e’ la proroga dei contratti, per poi avviare un processo che porti alla loro stabilizzazione”. Inoltre, la Cgil medici sottolinea l’importanza “della partita sul federalismo sanitario, su cui dovremo tutti vigilare perche’ vengano garantite le risorse per i livelli essenziali di assistenza con un sistema di perequazione verticale: deve continuare ad essere il governo centrale a stabilire le risorse”. Infine, per Cozza altra priorita’ del nuovo anno sara’ “la valorizzazione dei tavoli di contrattazione integrativi a livello aziendale, perche’ deve essere chiaro che la riforma Brunetta non si applica al SSN fino a un nuovo contratto nazionale”. Ottimista, tutto sommato, il segretario dell’Anaao-Assomed Costantino Troise: “Il peggio e’ passato: il 2010 e’ stato terribile, penso che non possiamo che migliorare”. Primo obiettivo, per Troise, deve essere l’unita’ sindacale dei camici bianchi: “Dobbiamo mettere in campo un soggetto in grado di imporsi con il mondo politico, superando la frammentazione che a volte ci ha penalizzato”. Altro tema, il rischio clinico: “Siamo ormai al limite – attacca Troise – non c’e’ giorno in cui non ci siano allarmi che minano il rapporto medico-paziente e incentivano il fenomeno della medicina difensiva. Una legge e’ stata scritta ed e’ buona, perche’ affronta in modo incisivo anche gli aspetti legali della questione, ma giace in Parlamento. Il 2011 potrebbe essere l’anno buono per approvarla”. Anche i medici di famiglia auspicano maggiore coesione: “Nel 2011 – spiega Giacomo Milillo, segretario Fimmg – puntiamo molto su un coordinamento dal punto di vista sindacale, che riesca a sintetizzare quelle che potremmo chiamare ‘minime comune rivendicazioni’. Ma il nostro obiettivo e’ anche la riforma della medicina generale, su cui lavoriamo da tempo, e sono ottimista che possa finalmente vedere la luce quest’anno”. Il 2011 per i medici di famiglia e’ anche l’anno dei certificati medici on line, ma Milillo avverte: “l’uso del certificato on line si sta diffondendo ma buona parte dei medici non sono in grado di farlo regolarmente, e il call center non funziona. Per cui il 31 gennaio sicuramente non potra’ entrare a regime il sistema, chiederemo al ministero una ulteriore proroga per l’entrata in vigore delle sanzioni”.
(www.quotidianosanità.it) Archiviato un anno giudicato dai più negativo, anche se prodromico di nuove iniziative importanti, si avvia un 2011 altrettanto difficile per le categorie della sanità. Almeno a leggere i commenti raccolti da Quotidiano Sanità tra i principali stake holders del settore. Il bilancio 2010 e le aspettative per il nuovo anno di: Cassi, Cozza, Gigli, Lala, Mandelli, Silvestro, Testa e Troise (prima puntata).
Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici
La contrattazione aziendale sarà la chiave di volta del 2011
Ci lasciamo alle spalle un anno negativo, ma non privo di segnali positivi. Il primo è il successo della Vertenza Salute che ha visto la quasi totalità dei sindacati medici uniti in difesa del Ssn. Un’esperienza fortemente positiva che si è ripetuta con la battaglia sulla certificazione online per scongiurare alcuni degli aspetti più negativi della legge.
Positivo è stato anche lo stop al testo sul governo clinico, che conteneva elementi molto critici e avrebbe completamente distrutto la legge sull’intramoenia. Soddisfazione anche per il nuovo Statuto dell’Onaosi e la possibilità per i contribuenti di eleggere i propri rappresentanti, nonostante una parte sia ancora disegnata dagli Ordini.
La Fp Cgil Medici ha inoltre condotto, insieme a tutta la Cgil, la battaglia in difesa della legge 180 riuscendo a fermare un testo di riforma che avrebbe peggiorato il sistema di assistenza psichiatrica.
Apprezzabile è stato anche l’impegno del ministro Fazio che, al contrario di altri ministri, ha avviato un confronto positivo con i sindacati ed è intervenuto ripetutamente in difesa del servizio sanitario pubblico.
Altrettanto numerosi sono stati però gli aspetti negativi del 2010. Anzitutto la manovra economica con il blocco dei contratti e il congelamento degli stipendi. E poi la Riforma Brunetta, che svuota la contrattazione nel Pubblico Impiego e rimette tutto in mano al potere politico.
Negativa anche l’approvazione del Collegato Lavoro, che oltre a rendere più facili i licenziamenti e infliggere un ulteriore colpo alla contrattazione, introduce il pensionamento a 70 anni impedendo lo sviluppo professionale dei medici che non hanno posizioni apicali e la stabilizzazione dei precari. Proprio per i precari, auspichiamo che il 2011 porti dei risultati. Qualche segnale arriva già da alcune Regioni, come Lazio, Campania e Sicilia, ma c’è ancora molto da fare.
Punteremo poi ai tavoli di contrattazione integrativa. In mancanza di una contrattazione nazionale, infatti, la contrattazione aziendale diventa di fondamentale importanza per apportare dei correttivi alle condizioni di lavoro dei medici, anche in materia di organizzazione e attribuzione degli incarichi.
Rimarremo vigili sul federalismo affinché garantisca un fondo sanitario nazionale adeguato e avvii un percorso di ottimizzazione e responsabilizzazione delle Regioni.
Infine, il 2011 sarà un anno importante per portare a compimento il sistema di previdenza complementare per i medici, particolarmente importante per i giovani medici e il loro futuro pensionistico.
Si pubblica l’articolo oggi in prima pagina sul Corriere della Sera in edicola nel quale si affronta la decisione del Tar, su ricorso di otto medici con la Cgil, di cancellare le linee guida sull’aborto varate da Formigoni in contrasto con la 194.
E’ imminente il 6° Forum Salute Mentale Aversa 14 e 15 gennaio 2011 : ” Sulle strategie e pratiche per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari: il ruolo dei dipartimenti di salute mentale“.
Di seguito l’intervento di Massimo Cozza, segretario nazionale FPCGIL Medici, nel Dossier sulla formazione medica pubblicato sul numero 47/48 del 20 dicembre 2010 di Panorama della Sanità.
Si pubblica la sentenza del Tribunale di Firenze, ripresa da www.quotidianosanita.it ,con la quale
si afferma che il tutore legale – a cui viene affidato un compito preciso in caso di perdita di coscienza – può a norma di legge impedire ai medici di procedere con la rianimazione o con alimentazione e idratazione artificiale. Si tratta di un importante decisione in linea con quanto sempre sostenuto dalla FPCGIL Medici in riferimento alla Costituzione ed al Codice Deontologico.
Si pubblica il testo dell’Accordo Stato Regioni sulla intramoenia del 18 novembre 2010 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 6 del 10-1-2011, con il recepimento delle richieste di modifica della FPCGIL Medici.
P.A.: MICHELI, LASCIO CIVIT PERCHE’ NON E’ INDIPENDENTE =
RIFORMA NON SI FA CON MAGISTRATI, BRUNETTA CORAGGIOSO MA HA
SBAGLIATO
Roma, 15 gen. (Adnkronos) – Ha rassegnato le proprie dimissioni
dopo appena un anno dal suo incarico Pietro Micheli, tra i cinque
commissari della Civit, la Commissione indipendente per la
Valutazione, la Trasparenza e l’Integrita’ delle amministrazioni
pubbliche, istituita ad ottobre 2009 e operativa da dicembre 2009.
L’organismo presieduto da Antonio Martone e fortemente voluto dal
ministro Renato Brunetta, “cosi’ come e’ non puo’ portare avanti la
riforma della pubblica amministrazione e allora lascio” ha spiegato
Micheli raggiunto telefonicamente dall’ADNKRONOS in Gran Bretagna,
dove e’ tornato e dove riprendera’ a lavorare come docente di
Misurazione e valutazione delle performance presso il Centre for
Business Performance alla Cranfield School of Management. In Gran
Bretagana Micheli ha svolto anche attivita’ di consulenza in questa
materia per il governo inglese. Incarichi che aveva lasciato per la
Civit.
I motivi principali dell’addio di Micheli, che giovedi’ scorso
si e’ dimesso e il giorno dopo ha inviato una lettera a Brunetta per
informarlo della sua decisione, sono la mancanza di autonomia della
Civit, l’inadueguatezza dell’incarico affidato ad alcuni membri che
sono magistrati e la sovrapposizione di compiti svolti dalla
commissione rispetto ad altri organismi pubblici.
“In Italia la pubblica amministrazione e’ dominata da una
prospettiva giuridica e questo crea molti problemi – afferma Micheli –
non si possono affidare progetti manageriali a dei magistrati. Mi
riferisco al presidente Martone e a Filippo Patroni Griffi. Li stimo
entrambi ma sono esperti di diritto amministrativo, vengono da un
ambiente diverso che mastica poco la materia manageriale, non sono
adatti per riformare la pubblica amministrazione”. Inoltre, per
Micheli, “la Civit non ha alcuna indipendenza dalla politica (ne’ su
come usare le risorse, ne’ su chi assumere ne’ su che progetti portare
avanti) e spesso entra in conflitto di competenze con altri attori
pubblici come la Ragioneria Generale dello stato, il ministero
dell’Economia, eccetera”.
Tuttavia Micheli, la cui candidatura venne
sponsorizzata dal giuslavorista Pietro Ichino, apprezza la “scelta
coraggiosa di Brunetta di tentare la riforma della pubblica
amministrazione che e’ prioritaria in Italia” e si augura che la Civit
vada avanti ma “in modo diverso”.
Quanto alla riforma Brunetta, l’esperto solleva una critica
sulle fasce di merito. “Il ruolo del manager pubblico deve cambiare,
non deve essere un burocrate. Brunetta ha ingessato il sistema con le
fasce di merito che sottraggono la possibilita’ ai manager pubblici di
valutare i dipendenti in maniera autonoma. Ad esempio – spiega Micheli
– se io devo valutarne 2 bravi, 4 medi e 2 scarsi non ho la
possibilita’ di esprimere un giudizio piu’ libero, magari sono tutti
bravi o tutti negligenti. Insomma c’e’ poca liberta’”.
Micheli comunque lascia a malincuore l’icarico alla Civit che
sarebbe durato sei anni e uno stipendio da 150mila euro l’anno visto
che in Inghilterra sara’ pagato il 40% in meno. Ma “lo stipendio non
conta. La Civit mi ha deluso”, conclude laconico.
Si pubblica l’articolo “Sanità pubblica ai privati ?” con la posizione della FPCGIL Medici, uscito a pagina 3 del n. 1 del 13-19 gennaio 2011 del settimanale Rassegna Sindacale.
All’appuntamento, organizzato ad Aversa il 14 e 15 gennaio, dal Forum salute mentale, con CGIL e FP CGIL, Comune di Aversa, Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo, hanno partecipato oltre cinquecento persone. Settantadue gli interventi, di un dibattito appassionato e approfondito, che ha tracciato la strategia per il supermanto degli OPG. Sono state particolarmente emozionanti le drammatiche testimonianze di tre cittadini reclusi nell’OPG. Tutti gli interventi dovranno ora essere resi pubblici.
Di grande significato l’intervento del senatore Marino, che ha confermato gi impegni della Commissione parlamentare da lui presieduta, per la chiusura definitiva degli OPG. Strutture che appaiono come un vero e proprio oltraggio alla coscienza civile del nostro Paese, per le condizioni aberranti in cui versano 1300 nostri concittadini, 300 dei quali potrebbero uscirne fin da ora. Alla Commissione d’inchiesta il Forum chiederà subito un confronto per offrire la necessaria collaborazione.
L’Assemblea nazionale del Forum ha ribadito che la chiusura degli OPG è possibile, in tempi rapidi, utilizzando e applicando la legislazione vigente, in primo luogo il DPCM del 2008 che ha avviato il passaggio di questi istituti dal Ministero di Giustizia a quello della Salute e l’avvicinamento progressivo dei pazienti alle Regioni di residenza. In particolare, al Governo e alle Regioni è richiesto un impegno per sostenere l’avvio di progetti personalizzati per la cura e per il ritorno dei cittadini internati nella propria comunità.
Per questo il Forum e le associazioni che hanno promosso l’iniziativa, chiameranno in causa formalmente il Governo (Ministeri della Salute e della Giustizia) e la Conferenza delle Regioni, chiedendo l’apertura di uno specifico confronto.
L’azione nei confronti delle istituzioni va però sostenuta con una mobilitazione, per questo si sta valutando di lanciare una campagna per dare “un volto e un nome” ai cittadini internati negli OPG: come nei casi in cui viene richiesta la liberazione di ostaggi e di prigionieri detenuti illegalmente.
Serve infine mobilitare e sostenere i servizi per la salute mentale: con Centri di salute mentale aperti 24 ore, integrazione tra servizi, forte partecipazione innovativa della cooperazione sociale e risorse finalizzate come il progetto terapeutico riabilitativo personalizzato. Anche per questo CGIL e FP CGIL hanno annunciato due appuntamenti: uno dedicato agli operatori, per discutere su “come si lavora per la salute mentale” e un altro dedicato a “Salute e carcere”, sul passaggio dell’assistenza ai detenuti al Servizio Sanitario Nazionale, indispensabile anche per “svuotare” gli OPG.
Si tratta di realizzare davvero ciò che è stato scritto nel manifesto di convocazione del Forum: “l’OPG può diventare un ricordo e stupire come terribile armamentario nel museo degli orrori della scienza del recente trascorso secolo”. E’ imminente anche la pubblicazione del documento “conclusivo” del VI Forum.
(a cura di Stefano Cecconi e Fabrizio Rossetti)