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La FPCGIL Medici sul caos pronto soccorso su ADN Kronos, Messaggero, Gazzetta del Sud e Rassegna Sindacale

 

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I privati invadono la sanità. La FPCGIL Medici su Doctor News.

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La FPCGIL Medici a RAI NEWS sul caos pronto soccorso

 
Questa alle 21 e 30 circa su RAI NEWS nella trasmissione sul caos pronto soccorso interviene il segretario nazionale FPCGIL Medici Massimo Cozza.

Approvata la direttiva sulla mobilità dei pazienti

L'assistenza sanitaria e la sua qualità restano una prerogativa delle politiche sociali nazionali

Con il voto di mercoledì 19 gennaio, il Parlamento ha approvato a larga maggioranza la relazione legislativa redatta da Françoise Grossetête, francese del PPE, che ha commentato: “I pazienti non saranno più lasciati soli quando vogliono curarsi all’estero e ottenere un rimborso. Questa direttiva, finalmente, farà luce sui diritti dei pazienti, fino ad ora molto aleatori”.

Le nuove norme stabiliscono che i cittadini dell’UE possono essere rimborsati per l’assistenza medica che ricevono in un altro Stato membro, a condizione che il trattamento e i costi siano coperti dal sistema sanitario nel loro paese. I costi relativi alle cure all’estero saranno rimborsati dal paese d’origibe del paziente in misura corrispondente ai costi che il sistema avrebbe coperto se tale assistenza fosse stata prestata in patria.

Le autorità possono esigere che i pazienti richiedano un'”autorizzazione preventiva” per i trattamenti che necessitano di un ricovero ospedaliero o di cure sanitarie specializzate. L’autorità sanitaria nazionale dovrò dimostrare che il paziente otterrà la prestazione in tempo utile nel paese di residenza.
 
Un punto di contatto per informare il paziente
Ogni paese deve designare un “punto di contatto” per fornire informazioni ai pazienti interessati a curarsi all’estero. I punti di contatto forniranno anche assistenza in caso di problemi.
Farsi visitare, operare o ricoverare all’estero diventerà un vantaggio soprattutto per i pazienti inseriti in lunghe liste d’attesa, o quelli che hanno bisogno di cure specialistiche che non esistono nel loro paese. I deputati hanno anche rafforzato le disposizioni per la cooperazione fra Stati UE in materia di malattie rare.
Un dato comune a tutta Europa, comunque, è che la maggior parte dei pazienti preferisce ricevere cure vicino a casa. Attualmente, solo l’1% dei bilanci sanitari è speso in cure transfrontaliere.
Le nuove norme riguardano solo le persone che scelgono di farsi curare all’estero. La tessera europea di assicurazione malattia continuerà a restare valida per i cittadini che hanno bisogno di un trattamento urgente quando sono in viaggio in un altro paese dell’UE.
Le prossime tappe
Il testo approvato dai deputati europei è il risultato di un accordo raggiunto con il Consiglio, che ora deve dare soltanto la sua approvazione formale. A quel punto gli Stati membri avranno 30 mesi di tempo per apportare le necessarie modifiche alla loro legislazione nazionale.


 
 

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Nuovo Piano, vecchi tagli. Governo e maggioranza incoerenti e schizofrenici. Testo PSN 2011 – 2013

 
Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp Cgil Sanità

 
Mentre il Governo adotta il nuovo piano sanitario nazione, nel quale la metà delle pagine (circa 50 su 100) è dedicata ad azioni per lo sviluppo del servizio sanitario nazionale, prosegue l’iter del Decreto Milleproroghe che conferma i tagli al Fondo Sanitario Nazionale per circa 1 miliardo.

Il Governo indica fra i suoi obiettivi quelli del miglioramento dell’appropriatezza delle prestazioni e “della presa in carico del cittadino”, e contemporaneamente in Parlamento, attraverso il taglio di circa 500 milioni di euro, si creano le condizioni affinché a Giugno venga reintrodotto il “super ticket” di 10 euro per ogni ricetta e/o prestazione.

Il Piano licenziato dal Governo dedica un intero capitolo all’integrazione socio sanitaria, assumendo un serie di obiettivi ambiziosi per meglio aiutare cittadini, anziani e famiglie nei percorsi di assistenza e cura, ma nel Decreto Milleproroghe il fondo per la non autosufficienza continua ad essere pari allo zero assoluto.

Può essere considerata normale una situazione nella quale il Governo e la maggioranza che lo sostiene, su un tema delicato come la salute dei cittadini, assumono comportamenti così schizofrenici?

Un’ultima considerazione: tutto ciò avviene dopo che si è imposto il blocco dei contratti di lavoro e del turn over in sanità e mentre la legge finanziaria impone il licenziamento del 50% dei lavoratori precari.

Un capolavoro! 

NOTA REDAZIONALE
Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi lo schema di Piano Sanitario Nazionale 2011-2013 sul quale verranno sentite le organizzazioni sindacali e che verrà inviato alle commissioni parlamentari per il parere ed alla Conferenza unificata per la prevista intesa.

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No al tentativo di impoverire i dirigenti e il servizio pubblico

 
ANAAO ASSOMED – FP CGIL MEDICI – FASSID – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – CISL MEDICI – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – FVM – FESMED – FEDERAZIONE UIL FPL – SDS SNABI – AUPI – SINAFO – FEDIR SANITA’ – SIDIRSS

 
Le Organizzazioni Sindacali della dirigenza medica, sanitaria, veterinaria ed amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) denunciano il tentativo in atto di tagliare ulteriormente le loro retribuzioni ed amplificare, se possibile, le plurime vessazioni economiche e professionali previste nei loro confronti dalla manovra economica voluta dal Governo il 30 luglio 2010.

Oramai appare chiara la volontà di realizzare un progressivo impoverimento delle categorie della dirigenza del SSN ed attivare un combinato disposto di minore-retribuzione/maggiore-disagio, che non potrà non avere conseguenze sulla quantità e qualità delle prestazioni assistenziali erogate agli utenti e sulla tenuta stessa del sistema.

Frustrazione e demotivazione, conseguenti alla riduzione ai minimi storici del trattamento economico, spingeranno un numero crescente di medici ed altri dirigenti, sempre meno tutelati dal contratto modificato “ope legis”, ad abbandonare il servizio, ingrossando la gobba pensionistica e preparando la rottamazione del sistema sanitario impoverito di preziose risorse umane e professionali, non surrogabili nell’immediato per le insufficienze delle politiche formative, a vantaggio del privato e con maggiori costi per lo Stato e i cittadini.

L’attacco frontale ai due fondamentali strumenti che dall”800 regolano i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori, CCNL e sindacato, viene portato avanti da più parti, centrali e periferiche, con l’obiettivo di introdurre libertà gestionali, fino all’arbitrio, e mettere sotto torchio categorie professionali cui è affidata la tutela di un diritto fondamentale, alle quali si prospetta solo l’appiattimento economico.

L’ultimo provvedimento “brunettiano” approvato oggi dal Consiglio dei Ministri tende a riportare indietro di un secolo le relazioni sindacali per eliminare l’idea stessa di una forma associativa a salvaguardia delle condizioni di lavoro, spogliando di ruolo e di strumenti il sindacato attraverso la modifica non negoziale dei contratti di lavoro in spregio delle leggi dello Stato.

Sappiano però gli apprendisti stregoni, che stanno recitando il requiem per il sistema sanitario pubblico e nazionale. Ma è forse proprio questo l’obiettivo malcelato dietro alla volontà di trasformare gli ospedali e i servizi territoriali in caserme ed i sindacati in silenti spettatori.

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Direttiva Ue – cure trans-frontaliere: un argine a turismo sanitario e libero mercato. Il testo

 
Comunicato Stampa di Rosa Pavanelli, Responsabile Internazionale FP CGIL
Vice Presidente Federazione Europea dei Sindacati dei Servizi Pubblici

Il 18 gennaio il Parlamento Europeo ha approvato la “Direttiva sul
diritto dei pazienti alle cure trans-frontaliere”. Un compromesso tra le
attese di chi, come la Commissione Europea, sperava di aprire alla
concorrenza sul mercato interno il settore dei servizi sanitari e chi,
come la Federazione Europea dei Servizi Pubblici e l’Fp-Cgil, puntava a
garantire l’allargamento del diritto alla cura dei cittadini europei
senza avallare la mercificazione della salute e pregiudicare la tenuta
dei sistemi sanitari pubblici.
L’applicabilità delle regole del mercato interno ai servizi sanitari,
già riconosciuta dalla Direttiva Servizi del 2006 e dalla Corte di
Giustizia Europea, trova finalmente un argine. “La sanità pubblica – si
legge nella direttiva – rientra nei motivi imperativi di interesse
generale che possono giustificare restrizioni alla libertà di
circolazione prevista dai trattati”. Inoltre il testo ribadisce che
universalità, equità, solidarietà e accesso a cure di buona qualità sono
fattori determinanti delle prestazioni sanitarie nella UE.
Agli Stati Membri compete la responsabilità di fornire prestazioni
sanitarie sicure, di qualità, efficaci e quantitativamente adeguate ai
bisogni dei propri cittadini. La libertà di richiedere prestazioni
sanitarie in un altro paese non può pregiudicare la programmazione
nazionale, né l’equilibrio finanziario dei singoli sistemi sanitari. Per
questa ragione gli Stati Membri possono decidere di introdurre procedure
di autorizzazione preventiva.
Dal testo è scomparsa la libera circolazione dei fornitori di servizi
sanitari sul mercato interno. E’ un fatto importante che riposiziona
l’accento sulla dimensione sociale della tutela della salute nella UE,
ma è anche uno degli aspetti che dovrà essere monitorato nella fase di
adozione della Direttiva da parte degli Stati Membri, perché non
prevalgano le spinte liberiste che recentemente la Presidenza di turno
ungherese ha dichiarato di volere promuovere.

 

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Eletta la nuova responsabile della FPCGIL Medici Torino

 
Il 18 gennaio 2011 è stata eletta la nuova responsabile dei medici della FP CGIL medici di Torino: è Clara Peroni, 53 anni, reumatologa presso l’Ospedale Molinette di Torino.
La priorità di lavoro dei prossimi mesi sarà il contrasto alla proposta di Piano Sanitario Regionale che prevede la costituzione di grandi aziende sanitarie (territoriali ed ospedaliere) e lo scorporo degli ospedali dal territorio.
Si tratta – dichiara la nuova responsabile – di un impianto “ospedalocentrico” che cancella il lavoro fatto in Piemonte in questi anni per riconoscere importanza alla prevenzione, all’integrazione socio-sanitaria, al corretto utilizzo degli ospedali; non tiene conto che tutelare la salute dei cittadini non vuol dire aumentare il numero delle prestazioni di cura che vengono offerte, ma vuol dire educarli a richieste corrette ed intervenire prima che le persone si ammalino“.
La riorganizzazione pensata dalla giunta regionale, se dovesse essere attuata, provocherà enormi problemi di carattere organizzativo e gestionale.
Com’è possibile governare un’azienda ospedaliera – sottolinea Peroniche mette insieme Molinette, CTO, Sant’Anna, Regina Margherita, più tutti gli altri ospedali della zona sud di Torino e quelli che oggi appartengono all’ASLTO5? Come sarà possibile dare risposte ai cittadini e valorizzare le professioni sanitarie?”
Un’altra priorità di lavoro dei medici della CGIL sarà quella di riaffermare, anche in presenza del blocco dei contratti nazionali e delle norme previste dai decreti Brunetta, il diritto a contrattare in tutti gli ospedali ed aziende sanitarie: salario ed organizzazione del lavoro.
Infine sarà posta molta attenzione al tema della precarietà.
Ci sono nei nostri ospedali molti medici che da anni hanno un rapporto di lavoro precario e che, secondo le nuove norme, dovrebbero essere lasciati a casa. Ci proponiamo di aprire un confronto con la Regione per trovare le forme per proseguire questi rapporti di lavoro e stabilizzarli, per non perdere il prezioso patrimonio di professionalità di questi colleghi e per mantenere i servizi ai cittadini“.

No allo stravolgimento del sistema di valutazione dei dirigenti del Ssn – Comunicato intersindacale

 
NO ALLO STRAVOLGIMENTO DEL SISTEMA DI VALUTAZIONE DEI DIRIGENTI DIPENDENTI DEL SSN

ANAAO ASSOMED – CIMO-ASMD – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI – FVM – CISL MEDICI –
FASSID – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL FEDERAZIONE MEDICI –
SDS SNABI – AUPI – SINAFO – FEDIR SANITA’ – SIDIRSS

 

   
I dati della sperimentazione del sistema di valutazione dei dirigenti del Ssn voluta dalla riforma Brunetta, recentemente ufficializzati, hanno dimostrato l’impossibilità di applicare una metodologia eccessivamente rigida e burocratica alle sofisticate e specifiche professionalità presenti in un mondo, come quello della sanità, troppo complesso ed articolato per essere costretto nella semplicistica formuletta del 25-50-25 del Ministro Brunetta.

“Siamo costretti ad affidare le nostre critiche ad un comunicato – denunciano i sindacati della dirigenza del SSN – dal momento che il Dipartimento per la Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio ed il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali hanno organizzato un convegno insieme ad Agenas, Fiaso e Formez al quale hanno pensato bene di non invitare le organizzazioni sindacali direttamente coinvolte in questo processo, bensì la Fnomceo che, è bene ricordare, non svolge funzioni di supplenza.

Non possiamo evitare di stigmatizzare la pervicacia con cui il Governo e le altre istituzioni coinvolte continuano ad escludere i legittimi rappresentanti dei Dirigenti del SSN da un confronto su una materia, concernente la disciplina del rapporto di lavoro, in merito alla quale la dirigenza del SSN ha adottato, fin dal 1996, in recepimento della legislazione di riferimento, regole originali e all’avanguardia per la pubblica amministrazione, peraltro largamente eluse dalle Aziende Sanitarie.

Auspichiamo che le Regioni, sempre attente a difendere le loro prerogative costituzionali, ma finora silenziose e passive di fronte a evidenti “invasioni di campo” che pretendono di dettare le regole di un gioco che pure si vuole federativo, sappiano contrastare con la loro indipendente legislazione un modello non adatto alla dirigenza del servizio sanitario.

Nel caso le Aziende sanitarie, nonostante i nostri richiami alla legislazione speciale e ai contratti ancora vigenti, dovessero procedere in maniera acritica, eserciteremo tutte le iniziative sindacali e giudiziarie al fine di salvaguardare i diritti delle categorie professionali del servizio sanitario”.
 
25 gennaio 2011
 

 

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Sintesi conclusiva dei lavori del VI Forum nazionale per la salute mentale

 

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Cgil medici su infezioni in corsia, formazione e strutture piu' moderne

 
Roma, 26 gen. (Adnkronos Salute) – Per combattere e ridurre il numero dei casi di infezioni in corsia “dobbiamo investire sulla formazione, nonostante il dimezzamento dei fondi a essa dedicati per colpa della manovra economica, e sull’ammodernamento delle strutture ospedaliere, per il quale, però, stiamo in una fase di disinvestimento da parte di questo Governo“. Ad affermarlo è Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp Cgil medici, che commenta così il quadro sulle infezioni ospedaliere in Italia, tracciato all’Adnkronos Salute dall’Istituto superiore di sanità (Iss). Dall’analisi elaborata dall’Iss che, grazie a una ricerca condotta l’anno scorso in 50 ospedali della penisola, può tracciare un quadro aggiornato sul tema delle infezioni ospedaliere, emerge che ad essere colpiti da infezioni in corsia sono circa 400 mila pazienti all’anno. Con una tasso di mortalità annuale pari al 2%, quindi circa 8 mila ricoverati. Polmoniti, setticemie e infezioni da catetere, le infezioni più diffuse.

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Eletto il nuovo segretario regionale FP CGIL Medici della Sardegna

 
 Il giorno 25 gennaio 2010 si è tenuta a Tramatza l’Assemblea regionale dei delegati medici Fp Cgil alla presenza del Segretario nazionale Fp Cgil Medici Massimo Cozza e del Segretario regionale Fp Cgil Giovanni Pinna.

L’assemblea in conclusione dei lavori ha eletto nuovo Segretario regionale Fp Cgil Medici Bruno Palmas, che sarà affiancato nel suo lavoro dall’Esecutivo regionale espressione di tutti i territori della Sardegna.

L’assemblea ha espresso una forte critica sulla situazione della sanità sarda, denunciando le ripercussioni negative per gli utenti, anzitutto per l’aumento delle liste di attesa e per la crescita preoccupante della mobilità dei pazienti verso strutture del continente, a causa dell’assenza di una seria programmazione nella organizzazione dei servizi e del protrarsi della gestione commissariale delle Aziende Sanitarie.

In merito alla annunciata riforma contenuta nel disegno di legge della Giunta Regionale, l’assemblea regionale ha evidenziato la forte contraddizione tra l’esigenza di contenere i costi e quella di creare nuove aziende ospedaliere. Una scelta dannosa per i costi e negativa per i fini della riorganizzazione del sistema, utile solo alle esigenze dei posti da gestire nella ripartizione politica degli incarichi. Le nuove aziende infatti rischiano di rappresentare un ulteriore spinta al “ricovero ospedaliero” in una logica aziendalistica di fatturato, mentre il sistema necessita al contrario di potenziare i servizi territoriali, potenziare e riqualificare i piccoli ospedali, favorire il riequilibrio nel territorio dell’offerta dei servizi, ridurre drasticamente il ricorso ai ricoveri inappropriati.

La Fp Cgil Medici, intende perciò contrastare un disegno di riforma che non risponde ai bisogni dei cittadini, ma solo ad esigenze politiche della maggioranza.

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