Mobilità del personale appartenente al ruolo di vigile del fuoco specialista sommozzatore.

 
 

05.10.2016 – Mobilità del personale appartenente al ruolo di vigile del fuoco specialista sommozzatore.

 

 

Elenco trasferiti personale C.R. specialista nautico, sommozzatore e radioriparatore.

 
 

05.10.2016 – Elenco trasferiti personale C.R. specialista nautico, sommozzatore e radioriparatore.

 

 

La rana dalla bocca larga

 
 

05.10.2016 – Comunicato Nazionale – La rana dalla bocca larga

Lavoratrici
e lavoratori, compagne e compagni,

in
queste ultime ore sono circolati attraverso Social, Forum, siti e
mail fantasiosi proclami di talune organizzazioni sindacali che, alla
prova dei fatti, si sono rivelati soltanto fumo.

Siamo
abituati alla belle parole ed alle promesse del nostro Presidente del
Consiglio ed è per questo non ci siamo avventurati in affermazioni
di comodo, inutili e del tutto opportunistiche.

Il
lavoro che stiamo facendo come Fp Cgil VVF, lontano da logiche di
propaganda, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di lavoro
attraverso norme democratiche e risorse economiche adeguate, è sui
gruppi parlamentari e sui vertici politici. Un lavoro faticoso, visto
il momento di crisi, ma che, a nostro parere, dovrà portare un
risultato, difficile da quantificare, ma adeguato alle necessità
della categoria.

I
Vigili del Fuoco hanno ancora una volta dimostrato negli ultimi mesi,
se mai ce ne fosse stato il bisogno, che l’unica categoria di
lavoratrici e lavoratori capace di rispondere immediatamente e
capillarmente sul territorio, mettendo in campo professionalità e
competenza, è proprio il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Per
questo pensiamo che sia arrivato il momento che il Governo la smetta
con le chiacchiere e passi ai fatti concreti, tangibili, immediati.

Per
passare ai fatti, però, è necessario fare bene i conti ma,
evidentemente, i conti ancora non tornano, a tal punto da non
ottenere il benestare dal Ministro Padoan (vedi il CdM di ieri) sullo
stanziamento straordinario di 100 milioni di euro per l’acquisto di
nuovi mezzi e i fatidici 30 milioni di euro per il fondo di
operatività o specialità o come si voglia esso chiamare. Tutto è
stato rinviato al CdM dell’11 ottobre; sarà vero?

Si
sta delineando di fatto il percorso unitario intrapreso nell’ottobre
del 2015 da Cgil Cisl e Uil, con l’unica pecca di qualcuno che, come
gli annunci nei social e nei siti o attraverso le mail, se ne vuole
prendere da solo il merito, in barba a quella unitarietà tanto
sbandierata quanto, a questo punto, probabilmente soltanto di comodo.

La
legge 252, i Decreti legislativi 217 e 139 sono stati partoriti
grazie all’apporto di altre organizzazioni, le condizioni di lavoro
sono peggiorate per responsabilità non di certo attribuibili alla Fp
Cgil VVF.

Il
declino del Corpo in termini di condizioni economiche e di lavoro,
passaggi di qualifica, progressioni di carriera, diritti singoli e
collettivi, portano il nome del Prefetto Morcone e di chi, allora, ha
sostenuto il suo progetto.

Oggi,
per mera opportunità politica, non è giusto riempirsi la bocca
sull’eventuale fondo da costituire e sui 30 milioni di euro da
destinarci. Le responsabilità pregresse rimangono e i responsabili
pure!

Va
chiarita una cosa!! Come diceva l’Imperatore Vespasiano, “pecunuia
non olet” (i soldi non puzzano) quindi ben vengano. Se ciò
avverrà, per quanto ci riguarda, bisognerà riavviare la fase
contrattuale e le risorse messe a disposizione dovranno essere
ridistribuite attraverso una contrattazione tra le parti applicando
gli articoli contrattuali già esistenti. La sagra delle indennità
accessorie a noi non è mai interessata e continua ad essere
indigesta soprattutto se si svendono le certezze legate al diritto ed
alla tutela.

La
CGIL è, da sempre, il sindacato che rivendica una struttura
salariale basata su risorse certe, fisse e continuative, che siano
pensionabili e che rientrino, a pieno titolo, nel trattamento di fine
rapporto e questi 30 milioni di euro, se arriveranno, dovranno essere
di tale natura.

Al
riguardo stiamo continuando, in sintonia con la Confederazione, a
percorrere la strada per ottenere il riconoscimento della previdenza
complementare e l’accesso ai fondi già in essere per gli altri
lavoratori seguiti, dopo tanto tempo, anche da altre OO.SS. che ne
hanno capito l’importanza.

Abbiamo
chiesto al Sottosegretario di farci conoscere l’articolato del nuovo
Decreto legislativo, che sostituirà 217 e 139, per poterne discutere
con i lavoratori affrontando l’argomento in termini generali e non
solo economici.

Ci
dispiacerebbe, infine, e non saremmo certo d’accordo, se, come già
successo per tutte la altre forze di polizia, riconoscimento
economico significa svendere gli ultimi diritti e tutele rimasti.

Questa
è la storia, quella vera, ed è per questo la Fp Cgil VVF negli
ultimi giorni ha pensato di dedicarsi ad altro, evitando slogan e
meriti, sollecitando l’Amministrazione su alcune delle problematiche
che realmente attanagliano e complicano non poco la vita alle
lavoratrici ed ai lavoratori del Corpo, vedi art. 28, salute e
sicurezza, criticità dell’emergenza sisma, formazione, nuove
assunzioni e proroga graduatorie, bando del prossimo concorso, ecc..

Per
questo siamo convinti che per
migliorare le condizioni di lavoro la strada è una, quella del #ContrattoSubito
e #rinnoviamoicontratti

Coordinatore
Nazionale

FP
CGIL VVF

Danilo
ZULIANI

 

 

Agenzia delle Entrate: CGIL CISL UIL su Patti 05.10. 2016

Egregio Signor Prefetto,

le scriventi OO.SS.
Territoriali e la RSU FP CGIL CISL FP e UIL PA dell’Agenzia delle Entrate
Direzione Provinciale di Messina, si vedono costrette a chiedere il Suo deciso,
autorevole e tempestivo intervento in merito alla chiusura dell’Ufficio
Territoriale di Patti programmato dall’Agenzia Entrate Direzione Regionale
Sicilia per il prossimo 31 di ottobre.

Lo scorso 1 settembre c’è stato
un incontro tra l’Agenzia delle Entrate Direzione Regionale Sicilia e le
OO.SS., avente ad oggetto la chiusura di alcuni Uffici Territoriali della
Sicilia ed in quella sede era stato detto che in atto vi erano contatti con
l’Amministrazione Comunale di Patti la quale aveva dato la disponibilità di
alcuni locali per consentire il mantenimento dell’ufficio.

Successivamente, l’Agenzia
delle Entrate Direzione Regionale Sicilia senza ulteriori chiarimenti ha
comunicato la chiusura dell’Ufficio Territoriale di Patti, senza che sia stato
trasmesso alle OO.SS. alcun provvedimento formale a firma del Direttore
Generale dell’Agenzia delle Entrate di chiusura dell’Ufficio Territoriale di
Patti.

Tra l’altro la decisione di
chiudere l’Ufficio di Patti è in palese contrasto con gli impegni assunti dai
vertici dell’Agenzia con il verbale d’intesa sottoscritto con le OO.SS.
nazionali il 19 ottobre 2015. Era stata la stessa Agenzia delle Entrate che
aveva avviato il processo di sospensione di chiusura degli uffici fino alla
conclusione di un confronto tra le parti, da attivare entro il mese di febbraio
2016 che avrebbe dovuto ridefinire il modello e la collocazione dei nuovi
uffici integrati delle Entrate con quelli dell’ex Territorio, confronto che a
tutt’oggi non c’è stato.

In data 28 settembre u.s. il
Direttore della Direzione Provinciale di Messina convocava le OO.SS. per
stabilire i criteri per la ricollocazione del personale interessato.
Continua a leggere scaricando il pdf allegato

MEF: Procedure passaggi economici

In considerazione dell’approssimarsi della prova finale del percorso di formazione per le progressioni economiche che verrà preceduto dal blocco del programma di test per la preparazione, la FP CGIL, in quanto firmataria del relativo accordo, chiede di conoscere:- Quando è prevista, almeno con una certa approssimazione, la data della prova- Quali saranno le modalità di svolgimento della prova stessa- Quando non saranno più disponibili i test preparatori per la provaQuesto per fornire un’informazione chiara alle lavoratrici e ai lavoratori e per far cessare la ridda di voci e notizie più o meno formali che spesso vengono diffuse ad arte, con l’obiettivo di creare il panico tra i colleghi.

Roma 5 ottobre 2016

Il coordinatore Fp Cgil MEF
Luciano BOLDORINI

MEF: Progressioni economiche – Nota al Capo Dipartimento

Protocollo n.
282/U-FP 2016

Roma, 20 Luglio 2016

MEF

C.A. Dr. Luigi Ferrara Capo
Dipartimento DAG

p.c.   Al Dr. Michele Nardone Dirigente Ufficio Relazioni
Sindacali

Oggetto: Progressioni economiche 2016.

Stanno pervenendo in questi giorni alla scrivente O.S.
segnalazioni riguardo le difficoltà emerse nell’accedere al sistema operativo
predisposto per i piani formativi. Le difficoltà maggiori riguarderebbero le piattaforme software non dialoganti tra strutture
interne al MEF, una disfunzione tecnico/ organizzativa che rischia di
determinare ritardi nel completamento dei corsi di formazione finalizzati allo
sviluppo economico del personale.

Ricordiamo che il c. 6 art. 18 del CCNL 2006/2009 stabilisce che “Ove
le Amministrazioni non garantiscano la formazione a tutto il personale
interessato alla selezione, il presente criterio (la formazione) non può
essere utilizzato”.

Invitiamo pertanto l’Amministrazione a provvedere in tempi brevi a
rimuovere le inefficienze segnalate e ad esortare tutti i Responsabili delle
strutture a favorire la partecipazione dei lavoratori ai piani formativi
durante l’orario di lavoro, così come previsto dal bando.

In mancanza di riscontri
positivi sarà inevitabile l’applicazione del citato articolo del CCNL.

FP CGIL
NAZIONALE

Luciano Boldorini 

Amsterdam 16 giugno 2016 Incontro DG-TUNED

sala riunione
Riunione Plenaria

Il 16 giugno scorso si è tenuta la riunione DG –TUNED-EUPAN, presso la sede della rappresentanza olandese del semestre europeo ad Amsterdam.  La delegazione TUNED era composta da Nadja Salson, Marco Ouwehand, Diane Gassner per EPSU, Anders Lindstroem (SSR Svezia) Christian Moos (DBB Germania), Stelios Tsiakarros (CFDT Francia), Fatima Aguado, Josè Manuel Vera (FSC CCOO Spagna), Agate Smyth-Rongeat (CESI), Kalle Liivamagi (ROTAL Estonia) Per la Fp Cgil Salvatore Chiaramonte e Nadia Pagano.
L’incontro si è articolato in due parti: la prima in plenaria durante la quale rappresentanti del governo olandese hanno illustrato la situazione generale e dei servizi pubblici nel loro paese. E’ stato quindi proposto un nuovo “modello” di riunione,  accettato da tutti, senza interpretariato per contenere i costi e articolato in tavole rotonde per facilitare la partecipazione di tutti. E’ stata quindi presentata una ricerca sulla qualità dei servizi pubblici che, dopo una fotografia del momento, ha evidenziato l’urgenza per i servizi pubblici di affrontare le nuove sfide che vengono dal cambiamento del mondo del lavoro e della vita dei cittadini (“vita liquida”, nuove forme contrattuali, ecc)A seguire sono intervenuti Marco Ouwehand  quindi Nadja Salson e Stefano Pizzicannella (EUPAE) per un breve report  sull’ultima riunione del Comitato per il Dialogo sociale. Nadja Salson ha citato in particolare l’accordo su informazione e consultazione. Pizzicannella ha riportato, tra gli altri temi,  l’approvazione del programma di lavoro che durerà 3 anni.

 
Parte della delegazione TUNED
Parte della delegazione TUNED

Le 7 Tavole rotonde prevedevano i seguenti argomenti: Coordinamento, responsabilità e trasparenza nella PA, Formazione e sviluppo per top managers, Management per top managers, Hrm orientato al futuro, Posto di lavoro flessibile, Ri (e)voluzione digitale, Erogare i servizi futuri  Alla tavola rotonda su Coordinamento, responsabilità è trasparenza, presieduta da Ronald van Roeden (Vice Segretario generale del Ministero affari esteri olandese) hanno partecipato rappresentanti DG di Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Latvia, Romani, Slovacchia; per il Tuned Salvatore Chiaramonte e Nadia Pagano.Ogni paese ha parlato della propria situazione e in particolare della riforma della pubblica amministrazione, di decentramento e coordinamento. Chiaramonte, tra le altre cose,  ha parlato della necessità di un monitoraggio laddove si sono stabiliti degli obiettivi. Se si annuncia un obiettivo bisogna verificare che sia raggiunto. Della trasparenza per recuperare la fiducia dei cittadini e dell’importanza del dialogo sociale, assolutamente necessario che le parti sociali siano ascoltate e informate e che gli accordi siano condivisi. Solo così i cambiamenti possono avere maggiore garanzia di successo. Il presidente della tavola rotonda, ha sintetizzato i punti emersi, appunto le grandi differenze tra paesi, la necessità di lavorare per obiettivi, il monitoraggio, lo scambio esperienze tra paesi, la trasparenza e la comunicazione che sono stati poi riportati nella seduta plenaria del pomeriggio alla quale, però, hanno partecipato solo i rappresentanti delle DG, senza il Tuned che ha terminato i suoi lavori intorno alle 13.30. Al ritorno in plenaria, prima dell’interruzione per il pranzo, c’è stata la presentazione della Slovacchia che avrà il prossimo turno del semestre europeo.  

Amsterdam 16 giugno 2016 

 

 
 

'Dentro a metà' continua, il 3 e 4 ottobre iniziative sul 'cambiare la pena'



‘Dentro
e fuori le mura del carcere’, una visione della pena in linea con gli standard
Europei e con la Costituzione italiana

 

Dietro
questo obiettivo la Fp Cgil Nazionale dà continuità al percorso intrapreso agli
inizi di quest’anno, con ‘dentro a metà’, sulla condizione in cui versano le
carceri italiane e le persone che dentro queste ci operano.

 

Attraverso
una due giorni, il 3 e il 4 ottobre, la Funzione Pubblica Cgil rilancia il suo
impegno sulle condizioni di chi, tutti i giorni, opera nelle carceri.

Una
due giorni che affronterà a tutto tondo il mondo del carcere per mettere
insieme idee e proposte su come attuare, con risorse effettive, le riforme già
messe in campo e su come costruire condizioni di lavoro migliori, per il
rispetto dei diritti e del lavoro di chi vi opera, di chi vi è detenuto e della
cittadinanza tutta.

 

Il
3 ottobre continua  al carcere di
Rebibbia la campagna ‘Dentro a metà’.

Una
delegazione della Fp Cgil, guidata dalla segretaria generale Serena Sorrentino,
visiterà la struttura carceraria romana e subito dopo si terrà l’assemblea
delle lavoratrici e dei lavoratori dell’istituto.

 

Il
4 ottobre la due giorni prosegue con un approfondimento sull’esecuzione della
pena e di riflessione sulle riforme messe in campo negli ultimi anni. Sempre
presso il carcere romano di Rebibbia, la Fp Cgil promuove un’iniziativa che
vedrà la presenza, tra gli altri, del ministro della Giustizia, Andrea Orlando
e della nostra segretaria generale.

Il
convegno sarà l’occasione per confrontarsi con la politica, le istituzioni e il
mondo delle associazioni su come riorganizzare l’esecuzione della pena, intra
ed extramuraria, attraverso l’investimento di risorse effettive e su quale
ruolo avranno le operatrici e gli operatori, dalla polizia penitenziaria, agli
educatori, agli assistenti sociali.

Il pomeriggio, invece, si terrà un focus
sul lavoro femminile e sulle pari opportunità nel mondo carcerario nel quale,
anche qui, la Fp Cgil si confronterà con la politica e le istituzioni su come
creare migliori condizioni lavorative per le donne, nell’esecuzione penale, in
un ambiente che è ancora dominato dalla figura maschile.

 

PROGRAMMA

Informazioni: Per partecipare all’iniziativa è obbligatorio
accreditarsi inviando una mail a saccoia@fpcgil.it entro lunedì 3
ottobre

 
 

 

Una giornata con la polizia penitenziaria

 
 

 

Una giornata di approfondimento sull'esecuzione della pena

 
 

 

Un Focus sul lavoro femminile – le pari opportunità nel mondo carcerario

 
 

 

Locandina convegno 3 e 4 Ottobre 2016

 

Nota art. 28 – indennità di missione e lavoro straordinario per conduzione automezzi

 
 

04.10.2016 – 

Al
Capo Dipartimento VVFSPDC
Dott.
Bruno FRATTASI

Capo
del Corpo Nazionale VVF

Ing.
Gioacchino GIOMI


       
Direttore
Centrale per l’Emergenza

Ing.
Giuseppe ROMANO

       
Dirigente
dell’Ufficio per la Garanzia dei Diritti Sindacali
Dott.
Silvana LANZA
BUCCERI

Oggetto:
Indennità
di missione e lavoro straordinario per conduzione di automezzi.
Ulteriore richiesta di incontro.

Egregi,

la
presente per rappresentare l’esasperante situazione in cui è
costretto a lavorare il personale in servizio nei Comandi ogni qual
volta è chiamato a spostarsi per servizio in sedi diverse da quella
in cui quotidianamente lavora.

L’applicazione
della circolare della Direzione Centrale per l’Emergenza n.
426/18301 del 03.02.2011 e i riconoscimenti economici degli istituti
in essa contenuti stanno diventando, giorno dopo giorno, difficili se
non addirittura impossibili da rivendicare da parte delle lavoratrici
e dei lavoratori interessati.

Con
la nota n. 40931 del 25.11.2015 la Direzione Centrale per le Risorse
Finanziarie aveva inteso fornire ulteriori chiarimenti alla circolare
del 2011 che, a suo tempo, si prefiggeva di precisare il contenuto
della Circolare n. 5552/18301 del 29.10.2010, causando così un vero
e proprio blackout nel procedimento amministrativo.

Preso
atto che a tutt’oggi non c’è stata alcuna intenzione da parte
dell’Amministrazione di voler risolvere concretamente l’annoso
problema lasciando il personale senza alcun riferimento applicativo
certo, considerando inaccettabili le condizioni di lavoro, precarie e
di incertezza totale su aspetti specifici e contrattuali, chiediamo
la convocazione urgente di uno specifico incontro così da
condividere una linea di indirizzo ben definita e comune per tutte le
sedi di servizio.

Qualora
non avessimo immediato riscontro alla presente, la scrivente si
riserva di mettere in campo ogni azione sindacale necessaria per
sostenere la vertenza.

       
Coordinatore
Nazionale

FP
CGIL VVF 
Danilo ZULIANI

 

 

Comunicato su Biblioteche e utilizzo del Codice Etico

    Il caso
delle Biblioteche sparite

 

 

 

 

Non è un giallo, ma molto più semplicemente un prodotto
della nouvelle vague franceschiniana  e
il colpevole è certo, come pure il movente.

Il colpevole è il DM Musei, con quella sua strana previsione
di assegnazione a Poli Museali e Musei autonomi di alcune prestigiose
Biblioteche (la BIASA, la Braidense, la Estense e, da ultimo, la Palatina).
Assegnazione a metà, il decreto si affrettava a precisare. Per salvaguardare
l’autonomia tecnico-scientifica della Biblioteche assegnate il decreto
prevedeva una sorta di testa bicefala, da un lato la DG Biblioteche,
competente, ça va sans dire, sul patrimonio bibliografico, e dall’altro la DG
Musei, titolare di competenze sulla valorizzazione dell’intero sito monumentale
nel cui ambito operano le Biblioteche oggetto delle attenzioni improprie della
riforma. Insomma uno di quei matrimoni impossibili da realizzare nel mondo
della burocrazia statale, nel quale uno dei due soggetti è destinato  a soccombere. Cosa regolarmente avvenuta e la
vittima predestinata, manco a dirlo, è la povera DG Biblioteche, costretta ad
una precipitosa e poco onorevole ritirata a seguito di una sfilza di pareri
dell’Ufficio Legislativo, seguiti a ruota da indicazioni operativa da parte di
Segretariato Generale e Direzioni Generali, che di fatto hanno sancito una
completa annessione delle Biblioteche interessate al sistema museale. E lo
hanno fatto intervenendo esattamente rispetto alle competenze
tecnico/scientifiche che dovevano garantire l’autonomia delle Biblioteche sui
processi di tutela e conservazione del patrimonio bibliografico posseduto. Il
funzionario direttore è stato privato di ogni potere di spesa e al dirigente
spettano le autorizzazioni in materia di acquisizioni, prestito ed esportazioni
delle opere bibliografiche. Il dirigente può intervenire persino sulla
ricollocazione del patrimonio e sul sistema di catalogazione e digitalizzazione
utilizzato. In sostanza si riduce la Biblioteca ad una articolazione
organizzativa del Museo a cui è stata aggregata e i poteri di tutela sul
patrimonio vengono di fatto sottratti ai funzionari bibliotecari. Altrimenti
qualcuno ci spieghi che cosa è l’autonomia tecnico-scientifica e, visto che ci
troviamo, ci spieghi meglio questa curiosa applicazione della polivalenza
funzionale che vede dirigenti storici dell’arte formulare pareri vincolanti sul
patrimonio bibliografico. Tutto in nome della valorizzazione tramite non meglio
evidenziati progetti culturali che come primo effetto stanno producendo la
sparizione dalla toponomastica ministeriale di Biblioteche storiche che pure
avevano resistito a ben altri sommovimenti nel passato.
Così è successo per la
Biblioteca Estense Universitaria di Modena, più prosaicamente inserita nelle
Gallerie Estensi e per la BIASA, sparita nel Polo Museale Laziale, senza alcuna
considerazione nemmeno per il brand, che di solito è il primo elemento da
valorizzare. È così succederà anche alle altre, man mano che il processo di
fagocitazione organizzativa andrà avanti. E che in alcuni casi comporterà anche
audaci  riassetti logistici, magari per
far spazio a ristoranti, ormai immaginati un po’ dappertutto come il segnale
del nuovo corso.

Sempre sul sistema delle Biblioteche sembra incombere la
creazione dei cosiddetti poli amministrativi bibliotecari, che dovrebbero
ricondurre a unicum il governo di alcune Biblioteche su base territoriale. Anche
in questo caso siamo molto curiosi si capire come concretamente si attuerà
questo processo, ovvero se pure per questo processo registreremo, cosa
facilmente prevedibile, mere annessioni con annullamento della specificità
culturale su cui storicamente si basa il nostro sistema delle Biblioteche
Statali.

Un panorama desolante, quello delle Biblioteche statali, che
rischiano di essere sempre più marginalizzate e che hanno pagato costi
pesantissimi alle riforme, perdendo nel corso degli anni la gran parte dei dirigenti
e dei finanziamenti e, con essi, la necessaria autorevolezza a proseguire in un
progetto culturale che ne doveva fare punti di riferimento sulla tutela, sulla
ricerca e sulle innovazioni organizzative. Nemmeno le clamorose dimissioni dei
membri del Comitato Tecnico-Scientifico sono servite a smuovere le coscienze e
a suscitare un dibattito ampio sulle prospettive di questo fondamentale
settore.

Una vicenda che si consuma nel paradosso della
valorizzazione in salsa italiana, ovvero lasciando credere che il futuro di
questo settore passi per una improbabile messa a reddito del patrimonio e non
per un processo lungo e faticoso di rimodulazione organizzativa e dell’offerta
culturale e di progetti che migliorino la fruizione e l’innovazione dei servizi
connessi.

 

 

 

 

Schmidt
  e il Codice Etico

 

Il Direttore degli Uffizi ha emanato una disposizione nei
giorni scorsi che richiama le famigerate previsioni del Codice Etico in materia
di rapporti con i media. Una disposizione inutile, in quanto già evidenziata
nel Codice Etico, e peraltro improvvida in quanto getta sale sulle ferite
aperte da disposizioni giudicate, non solo da noi, palesemente illiberali e
senza alcun riscontro giuridico rispetto alla normativa generale vigente. Resta
da chiedersi come mai il Direttore del più prestigioso museo italiano senta la
necessità di richiamarsi così tautologicamente alle controverse disposizioni.
Dalle vie brevi risulta esclusa esplicitamente e definita casuale la sequenza
temporale che vede queste disposizioni emanate subito dopo un articolo di
Tomaso Montanari sul curioso utilizzo del Cortile degli Ammannati per una festa
di “addio al celibato”, una vicenda, quella si, squalificante rispetto alle
modalità di utilizzo del nostro patrimonio culturale che lo vedono mortificato
e mercificato con eventi la cui natura è lontanissima da qualsivoglia progetto
culturale. Ma a noi interessa poco sapere il perché di questa decisione, in
questa sede rivolgiamo un accorato appello al Direttore Schmidt perché la
ritiri, perché non si nasconda dietro una norma antidemocratica.

Il diritto di critica deve essere garantito e non può
assoggettarsi a ridicole regole burocratiche: è un principio fondamentale della
nostra democrazia occidentale. Per questo la palla torna direttamente al Ministro,
perché questa vicenda del Codice etico investe direttamente le responsabilità
della Direzione politica del Ministero: siamo ancora in attesa di risposta
sulla squalificante vicenda del Polo Museale del Piemonte e con ogni
probabilità la risposta ce la fornirà il giudice. Ma il Ministero si è
arroccato dietro una indispettita attesa dell’esito di un contenzioso promosso
dai colleghi della UILBAC, e continua a ignorare la necessità di ridare al
Codice quello che è il suo ruolo, ovvero uno strumento di contrasto efficace e
reale ai fenomeni corruttivi e  di mala
gestione, non certo uno strumento antidemocratico di controllo dell’eventuale
dissenso verso le scelte gestionali.

 

Assmann e il diritto di
critica

 

Sempre in relazione al diritto di critica i lavoratori del
Museo di Palazzo Ducale di Mantova  hanno
inviato una lettera alla Gazzetta di Mantova in risposta ad un intervento,
pubblicato sullo stesso giornale,  palesemente denigratorio, scritto in difesa
del Direttore Assmann da un suo collaboratore, nel quale si evidenziava che le
critiche al progetto di gestione del Direttore erano essenzialmente dovute
all’inguaribile fannullonismo dei dipendenti. La lettera dei lavoratori è un
esempio di civiltà democratica nel rivendicare la dignità e la passione per il
lavoro svolto evidenziando, allo stesso tempo, il reale oggetto delle critiche
avanzate allo stile gestionale della Direzione del Museo, improntato su un
utilizzo molto disinvolto del Museo come mero spazio espositivo e senza alcuna
relazione con quello che il sito rappresenta sul piano storico-culturale. La
lettera ve la giriamo in visione, ad esempio di come la coscienza democratica
dei lavoratori serva ad alimentare il dibattito democratico e il diritto alla
critica ne sia l’elemento corroborante. 

Claudio Meloni

FP CGIL Nazionale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
allegato 1

Di seguito la lettera dei lavoratori di Palazzo Ducale

 

 

     Al Direttore della  

    “Gazzetta di Mantova”  
    Paolo Boldrini  

  


   

 Gentile Direttore, 
  

 in risposta agli articoli pubblicati sul suo giornale – con particolare riferimento alla
questione dell’interrogazione parlamentare e alla supposta “aria
nuova al Ducale” – e per maggiore chiarezza dei suoi lettori, desideriamo
esporre il nostro punto di vista su alcune delle questioni sollevate.  

 Innanzitutto la lettera che abbiamo scritto e di cui
sono stati pubblicati a nostra insaputa alcuni estratti, era indirizzata al
direttore del Museo Peter Assmann e non alla stampa. Ciò per motivi di
opportunità, nonché nel rispetto del nostro codice
disciplinare (che, in barba alla libertà di espressione ci vieta di comunicare
con gli organi di stampa). Senza dubbio i problemi e le criticità da noi
sollevati sono di pubblico interesse, avendo per oggetto un Museo Statale,
ovvero un bene comune che appartiene a tutti noi, in
quanto cittadini prima che dipendenti. E infatti, da una lettura integrale del
testo si evincerebbe che non è il nostro interesse ad essere al centro
dell’attenzione.  

  
   

 Le chiediamo quindi di poter correggere alcune affermazioni attribuibili in alcuni casi addirittura a persone
che hanno collaborato con il direttore, la cui “manifesta parzialità”
non decade certo con la fine della collaborazione (tanto più se gli eventi
divengono oggetto di un’interrogazione parlamentare al
ministro Franceschini).  

 In secondo luogo “guardare” sale che
custodiscono tesori quali Pisanello Mantegna Raffaello e Rubens non è guardare
qualcosa di irrilevante, ma una seria responsabilità, e tutelare l’incolumità
di questi beni preziosi è e rimane il nostro primo
compito. Nonostante il furbesco tentativo di ridurre la questione all’ennesima
lamentela dei dipendenti fannulloni, ci auguriamo che non sfugga il vero tema
che abbiamo voluto sollevare: l’uso che viene fatto di un monumento che appartiene alla collettività e che, come tale, ci sentiamo di dover
tutelare e preservare.  

 Affermare poi che il malcontento “ovviamente si
giustifica con l’aver aumentato i flussi turistici” è quantomeno
scorretto: primo perché il calo dei visitatori era principalmente dovuto al terremoto, e non ci ha certo fatto
contenti; secondo perché i flussi turistici sono aumentati, ma in linea con gli
anni precedenti il terremoto, soprattutto in considerazione della riapertura
della Camera
Picta nell’aprile 2015 e
della eccezionalità di Mantova capitale italiana
della cultura. 
  

 Non ci siamo permessi di dare giudizi sul valore
scientifico della “linea impostata” da Assmann. Ci siamo permessi
però di sollevare perplessità sullo spazio dato ai privati, a discapito del
bene pubblico (il nostro stipendio continuano a
pagarlo i cittadini, o meglio i contribuenti). Ammettiamo che ci riempirebbe di
orgoglio vedere il nostro Museo citato insieme a Louvre Prado o National
Gallery londinese, ma non ci risulta che la stampa nazionale né tantomeno internazionale abbia dato tale risalto alle
iniziative che portano la contemporaneità “dentro il Museo di arte
antica” (sic).  

 Questo Museo non è un contenitore vuoto da riempire,
ma è già pieno della sua storia e usarlo come “location” per qualsiasi cosa, pur di togliere la polvere in nome di una
supposta modernità, rischia di ridurlo a mero fondale – per quanto prestigioso
– e di farci dimenticare che chi viene per visitarlo cerca la magnificenza
gonzaghesca, non l’arte contemporanea.  

 “Costringere il
personale ad aumentare l’orario di lavoro” non è possibile (fortunatamente
e finché dura la resistenza agli attacchi ai diritti dei lavoratori). Il fatto
che tutte le attività si svolgano senza aggravio dei turni di lavoro non è una
concessione di Assmann: l’orario di lavoro è ancora
materia di competenza del ministero e ad oggi, non è stata delegata ai singoli
direttori. Tuttavia le iniziative del direttore sono state possibili grazie
alle ore di straordinario del personale. Retribuite, e ci mancherebbe altro. Ricordiamo che il personale del Museo, una
settantina di persone su tre turni di lavoro, garantisce l’apertura del Palazzo
undici ore al giorno, sei giorni su sette, tutto l’anno (ricordiamo che il
Museo apre dalle 8.15 alle 19.15, con frequenti
aperture straordinarie).  

 Non sono state aperte sale chiuse da decenni, ma è
vero piuttosto il contrario: l’arte contemporanea ha portato alla frequente
chiusura dell’appartamento di Isabella d’Este, dell’appartamento
dell’imperatrice, per non dire della mancata
apertura, già prevista prima dell’arrivo del direttore, dell’intera Corte
Nuova, ad esclusione dell’appartamento dell’Estivale, già oggetto di restauro
durante la soprintendenza della dottoressa Paolozzi Strozzi e destinato ad
ospitare i marmi di Vespasiano Gonzaga, e aperto
invece temporaneamente per lo show room di Agape. Sottolineiamo inoltre che la
chiusura di tali ambienti, parte del percorso di visita del Museo, è funzionale
all’uso del personale di custodia per la Galleria, spazio aperto a tutti gratuitamente e che ospita opere
private.  

 

 Annotiamo in calce un estratto dal discorso
pronunciato il 5 maggio del 2003 dall’allora Presidente della Repubblica Carlo
Azeglio Ciampi, che ci conforta e ci gratifica.  

  
   

 Lettera firmata  

 

[…] 

  
   

 “L’identità nazionale degli italiani si basa
sulla consapevolezza di essere custodi di un patrimonio culturale unitario che
non ha eguali al mondo. Forse l’articolo più originale della nostra
Costituzione repubblicana è proprio quell’articolo 9
che, infatti, trova poche analogie nelle costituzioni di tutto il mondo:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica
e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della
Nazione”. La Costituzione ha espresso come
principio giuridico quello che è scolpito nella coscienza di ogni italiano. La
stessa connessione tra i due commi dell’articolo 9 è un tratto peculiare:
sviluppo, ricerca, cultura, patrimonio formano un tutto inscindibile. Anche la
tutela, dunque, deve essere concepita non in senso di
passiva protezione, ma in senso attivo, e cioè in funzione della cultura dei
cittadini, deve rendere questo patrimonio fruibile da tutti. Se ci riflettiamo
più a fondo, la presenza dell’articolo 9 tra i “principi
fondamentali” della nostra comunità offre una indicazione importante sulla
“missione” della nostra Patria, su un modo di pensare e di vivere al
quale vogliamo, dobbiamo essere fedeli. La cultura e il patrimonio artistico
devono essere gestiti bene perché siano
effettivamente a disposizione di tutti, oggi e domani per tutte le generazioni.
La doverosa economicità della gestione dei beni culturali, la sua efficienza,
non sono l’obiettivo della promozione della cultura, ma un mezzo utile per la
loro conservazione e diffusione. Lo ha detto
chiaramente la Corte Costituzionale in una sentenza del 1986, quando ha
indicato la “primarietà del valore estetico-culturale che non può essere
subordinato ad altri valori, ivi compresi quelli economici” e anzi indica che la stessa economia si deve ispirare alla cultura, come
sigillo della sua italianità. La promozione della conoscenza, la tutela del
patrimonio artistico non sono dunque una attività “fra altre” per la
Repubblica, ma una delle sue missioni più proprie, pubblica
e inalienabile per dettato costituzionale e per volontà di una identità
millenaria”.  

 

 

29 settembre Festa per i 110 anni della Cgil in Piazza del Popolo

Festa che coincide con il termine della raccolta firme per la Carta dei diritti universali del lavoro

La Cgil compie 110 anni e il 29 settembre festeggerà a Roma in Piazza del Popolo a partire dalle ore 17.
Una festa che coincide con il termine della raccolta firme per la Carta dei diritti universali del lavoro iniziata il 9 aprile scorso.
La serata di musica e spettacolo vedrà
vari artisti alternarsi sul palco: Enzo Avitabile, Paolo Hendel, Med
Free Orkestra feat Kutzo e Leo Pari, Modena City Ramblers, Fabrizio
Moro, Andrea Perroni. Lo spettacolo sarà presentato da Natasha Lusenti.
Ai festeggiamenti parteciperà il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso.

Napoli – Commissione paritetica per procedura di conciliazione

 
 

04.10.2016 – A seguito dello stato di agitazione indetto unitariamente da Cgil Cisl e Uil del Comando di Napoli, considerando il Direttore Regionale della Campania corresponsabile delle disposizioni contestate, si è reso necessario chiedere al Capo del Corpo la sostituzione dell’Ing. Nanni con un altro Dirigente Generale per presiedere la commissione paritetica. Pubblichiamo la nota  

 

 
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