Programma delle iniziative
8 ottobre
Apertura serale della sede nazionale di corso d’Italia a paritre dalle ore 19 con proiezioni video e visite guidate dopo il corteo e il comizio conclusivo a piazza del Popolo della manifestazione ‘Italia Europa, ascoltate il lavoro’. Il Segretario generale della CGIL Maurizio Landini, alla presenza di Ennio Calabria, inaugura il quadro vandalizzato durante l’assalto fascista del 9 ottobre 2021 e restaurato a cura dell’ICR per volontà del MiBACT. L’artista poi regalerà alla CGIL una nuova opera che sarà presentata per l’occasione.
9 ottobre
Tavola rotonda ‘Una rete internazionale antifascista per Lavoro Diritti e Democrazia’, dalle ore 9,30 alle ore 12 sempre in corso d’Italia. Partecipano Gilbert F. Houngbo, Direttore Generale OIL (videomessaggio); Luca Visentini, Segretario Generale Confederazione Europea dei Sindacati; Oliver Roepke, Presidente Gruppo Lavoratori Comitato Economico e Sociale europeo; Gianfranco Pagliarulo, Presidente ANPI; Luigi Sbarra, Segretario Generale CISL; Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale UIL; Camilla Piredda, Coordinamento nazionale UDU. A seguire gli interventi delle delegazioni dei sindacati europei e internazionali. Coordina Gianna Fracassi, Vicesegretaria Generale CGIL. Conclude Maurizio Landini, Segretario Generale CGIL.
→ Materiali grafici (italiano): Invito – Locandina – Invito tavola rotonda – Locandina tavola rotonda
Dopo una serie di incontri svolti nei mesi scorsi, nella giornata di lunedì 19 settembre CGIL FP, CISL FP, UIL FPL e altre sigle sindacali, hanno sottoscritto il CCNL triennio 2022-2024 per la parte normativa ed economica riguardante i lavoratori dipendenti dell’ANCI e sue partecipate.
Lo sforzo che le parti hanno assunto sin dall’avvio della trattativa è stato quello di assicurare una risposta adeguata sul piano degli incrementi economici stipendiali e integrativi in considerazione dell’elevato tasso d’inflazione già registrato nel corso del 2022. Il valore complessivo del rinnovo si attesta per i livelli intermedi al 6% nell’arco del triennio, la cui metà del valore verrà erogata a partire dal 1 gennaio 2022. Con la contrattazione integrativa la percentuale d’incremento potrà salire all’8%.
Avendo nel corso del precedente rinnovo, riformulato il sistema di classificazione in maniera soddisfacente, per la parte normativa ci si è limitati a riformulare in modo strutturale l’attivazione del lavoro agile con possibilità d’integrare anche il lavoro a distanza con vincolo d’orario (modalità remota).
Per la stipula del Contratto Collettivo della Dirigenza in ANCI, le parti hanno convenuto di avviare la trattativa il 3 ottobre p.v. , sulla base di una proposta di parte sindacale e concludere la stessa entro 120 giorni.
Questi i punti del rinnovo per la parte economica:
– un incremento medio stipendiale pari ad Euro € 106,80 al 3° livello.
– un incremento di € 8,00 dell’ Indennità minima di ente (da 6,00 a 14,00 euro) elevabile in sede decentrata fino a € 40,00
– il riconoscimento di un ulteriore scatto di anzianità (settimo scatto) dopo tre anni di permanenza nel livello.
– destinare, a partire dall’anno 2022 e previa contrattazione decentrata, un quota parte della formazione non impegnata per l’annualità di riferimento fino al 50% del suo valore economico, in piani di welfare aziendali anche mediante il riconoscimento dei benefici previsti dall’art.12 del D.L. n°115/2022 (erogazione una tantum fino a € 600,00 esentasse).
– Incremento dei valori minimi per le indennità di posizione e funzione per il personale collocato al 1° e 2° livello del sistema di classificazione.
CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, pur nelle oggettive difficoltà dello scenario politico ed economico in cui si trova il Paese, hanno concluso con semplicità e chiarezza il rinnovo di questo CCNL che consentirà nell’immediato il mantenimento del potere di acquisto delle retribuzioni in godimento, e uno sviluppo significativo della contrattazione integrativa tenuto conto anche degli importanti impegni che l’Associazione dei Comuni e il suo personale, dovranno svolgere nel coadiuvare gli enti locali per l’attuazione del
PNRR.
Nei prossimi giorni CGIL FP, CISL FP, UIL FPL, incontreranno i lavoratori di ANCI e partecipate per illustrare il nuovo CCNL.
CGIL FP
Camardella
CISL FP
Petriccioli
UIL FPL
Galante
Protesta oggi delle lavoratrici e dei lavoratori civili della Difesa per dire no alla privatizzazione del Ministero e per rivendicare un piano straordinario di assunzioni. Presidio oggi promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa a Roma davanti alla Direzione Generale del Personale Civile e Segretariato Generale della Difesa, nuova tappa della mobilitazione dopo la proclamazione dello stato di agitazione e la manifestazione del 27 luglio scorso.
Al centro della mobilitazione, fanno sapere i sindacati, “la assoluta mancanza di risposte concrete davanti alla inarrestabile emorragia di personale a cui, da almeno un decennio, non corrisponde un adeguato piano di reclutamento. Serve subito un piano straordinario di assunzione di almeno novemila unità, se si vuole salvare la capacità operativa e logistica delle Forze Armate e impedire la deriva economica dei tanti territori che ospitano gli insediamenti della Difesa. Così come, con la prossima legge di bilancio occorre restituire ai lavoratori i 21 milioni di euro sottratti, necessari per la continuità di attività e servizi fondamentali”.
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa rilevano inoltre, “mentre si perdono attività lavorative preziose del personale civile per mancanza di manodopera, si delinea, con sempre maggiore evidenza, il pericolo di una privatizzazione selvaggia e un aumento vertiginoso dei costi a carico del paese. Allo stesso tempo le articolazioni del Ministero della Difesa, la stessa delegazione trattante decretata dal dicastero e l’inadeguatezza della direzione generale del personale ancora senza guida rendono, poi, difficile l’esigibilità dei diritti sanciti dalle norme di legge e dal contratto nazionale per tutti i dipendenti, anche quelli che operano, ci risulta, in quella stessa direzione”.
Infine, “il regolamento del lavoro agile che nessuno sa che fine abbia fatto, il piano sulla mobilità inesistente, ristrutturazioni nascoste alle spalle dei lavoratori e in violazione degli obblighi di partecipazione sindacale, continue riduzioni unilaterali delle tabelle organiche, ridimensionamento dell’Agenzia Industria Difesa che rischia ora il tracollo, ecc.. Insomma, siamo davanti ad uno sbandamento dell’intero apparato produttivo affidato al personale civile mentre continua, irrisolto, il Mistero dei concorsi perduti, annunciati ma mai realizzati, mentre ben altra considerazione viene invece riservata alla componente militare a cui continuano ad essere affidati (unico paese al mondo) compiti amministrativi e logistici e la cui riduzione degli organici, fissata dalla legge 244/12, è stata prorogata al 2030”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa che annunciano il prosieguo della mobilitazione.
Le ragioni e le rivendicazioni dalla diretta voce delle lavoratrici e dei lavoratori oggi in presidio
(ANSA) – NAPOLI, 22 SET – “Il carcere di Salerno è una polveriera pronta ad esplodere. Centocinquanta Poliziotti penitenziari per gestire cinquecento detenuti. Il DAP invii immediatamente il Gruppo Operativo Mobile”. Sono le prime dichiarazioni di Mirko Manna, Coordinatore nazionale FP CGIL Polizia Penitenziaria, all’uscita dal carcere, dopo una visita sui luoghi di lavoro che il Sindacato sta effettuando negli istituti penitenziari della Regione Campania.
“Le Poliziotte e i Poliziotti della Penitenziaria del carcere di Salerno – ha dichiarato Manna – stanno fronteggiando da mesi una situazione ormai diventata insostenibile. Dei ventidue Poliziotti previsti di rinforzo dal piano nazionale dei trasferimenti, ne sono arrivati solo sette di cui tre già distaccati a vario titolo presso l’istituto salernitano. Trenta Poliziotti andranno in pensione a breve e quindici non lavorano perché in malattia da tempo. Garantire la sicurezza è diventato ormai impossibile. Temiamo gravi eventi critici da un momento all’altro”.
La delegazione era composta anche dal Coordinatore regionale FP CGIL Orlando Scocca che ha da sempre denunciato le condizioni di lavoro fatiscenti in cui sono costretti a lavorare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria: “Conosco da vicino questa realtà e confermo tutti i nostri allarmi e i solleciti che abbiamo effettuato in Regione”.
Parole di apprezzamento per il lavoro svolto dalle colleghe nel Reparto femminile, sono state espresse da Livia Veltre FP CGIL Salerno: “Ho avuto modo di verificare la professionalità delle Poliziotte Penitenziarie che in un contesto così difficile e precario riescono a garantire alti livelli di sicurezza nel proprio ambiente di lavoro”.
La visita è stata accompagnata dalla Direttrice del carcere, la Dott.ssa Rita Romano, a cui la delegazione FP CGIL vuole esprimere un sincero ringraziamento per come ha saputo gestire fino ad ora una situazione del genere svolgendo, di fatto, anche le funzioni di Comandante di Reparto.
“I continui avvicendamenti dei Dirigenti di Polizia Penitenziaria nel carcere di Salerno – ha concluso Manna – non hanno certo contribuito a creare un clima sereno e coeso tra gli Agenti ai quali fino ad ora è mancato un Comandante di Reparto all’altezza della situazione. Ribadiamo il nostro appello urgente al Capo del DAP Carlo Renoldi di inviare al più presto un contingente del Gruppo Operativo Mobile della Polizia Penitenziaria, per evitare i gravi eventi critici che ormai, c’è da aspettarsi, che si verificheranno da un momento all’altro nel carcere di Salerno”.
Cgil Aperta, 8 e 9 ottobre in corso d’Italia a un anno da assalto fascista
“L’alluvione nelle Marche dimostra ancora una volta la necessità di investire nel soccorso e di adeguare il sistema di Protezione Civile”. Lo afferma il coordinatore nazionale della Fp Cgil Vigili del Fuoco, Mauro Giulianella, nel rilevare che: “Il soccorso, senza voler creare inutili allarmismi, sta pian piano perdendo la sua qualità e il sistema di Protezione Civile va rivisto. Servono risorse da destinare al soccorso, servono assunzioni, mezzi, attrezzature e un sistema di Protezione Civile adeguato ai tempi”.
Per il dirigente sindacale “serve previsione e prevenzione degli eventi e bisogna ammodernare il sistema di Protezione Civile individuando l’abito di intervento di ogni singolo Ente e Corpo che ne fa parte, così come serve una revisione più moderna dell’articolo 10 del Codice di Protezione Civile del 2018, in grado di dare più consapevolezza dei compiti assegnati ai partecipanti”.
Inoltre, aggiunge, “la sinergia, tra tutti gli Enti, Corpi e Associazioni, in un sistema di Protezione Civile innovativo, diverso e funzionale alle esigenze del cittadino, deve consentire a tutti coloro i quali si occupano di soccorso, in primis al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, di partecipare alla stesura dei piani di emergenza quale organo di collegamento degli amministratori territoriali per tutti gli aspetti concernenti gli scenari emergenziali ipotizzabili”, conclude.
Stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Giustizia. A proclamarlo sono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa che, nel denunciare “l’immobilismo del Ministero della Giustizia”, così motivano la decisione: “Da mesi stiamo chiedendo ai vertici del Ministero, e dei quattro dipartimenti che lo compongono, l’apertura del tavolo negoziale per iniziare il confronto sul contratto integrativo del personale del comparto delle Funzioni Centrali e procedere agli adempimenti previsti dal CCNL 2019/2021 e dare risposte alle aspettative vecchie e nuove del personale, a partire dalle progressioni verticali che consentirebbero l’apertura di percorsi di carriera, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta”.
Per i sindacati, “i ritardi dell’amministrazione rischiano di compromettere ancora una volta la piena esigibilità del contratto. Dal primo novembre 2022 dovrebbe esserci il passaggio dal vecchio al nuovo ordinamento che, assieme alla ridefinizione della struttura delle retribuzioni, dovrebbe anche portare alla definizione delle nuove famiglie professionali. Ma per quella data, di questo passo, si rischia di non aver neanche iniziato la discussione. Se a ciò si aggiunge che non sono state portate a termine neanche le progressioni economiche definite dai precedenti contratti integrativi, si capisce facilmente il rischio che stanno correndo i lavoratori del settore”.
“Non è più tollerabile – proseguono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa – che i lavoratori dei quattro dipartimenti della Giustizia siano sempre svantaggiati nelle progressioni economiche e di carriera rispetto al resto del personale del pubblico impiego a causa dell’inerzia delle amministrazioni e del Ministero della Giustizia. Per questo dichiariamo lo stato di agitazione del personale che andrà avanti fino a quando non avremo risposte concrete”, concludono.
“Basta attacchi, Pompei è stata riscattata dai lavoratori”. Lo afferma la Fp Cgil Nazionale in merito alle dichiarazioni di oggi del Ministro della Cultura, Dario Franceschini. “Che la cultura sia fattore di sviluppo del paese e occasione di creazione di posti di lavoro é sempre stata nostra convinzione e delle lavoratrici e dei lavoratori che proprio in essa operano – aggiunge il sindacato -. E per questo non possiamo che salutare favorevolmente chiunque oggi riconosca questo principio”.
Per la Fp Cgil, “è paradossale però che l’attuale ministro della cultura parli di Pompei come del ‘riscatto da crolli e scioperi’ come non sapesse che gli scioperi delle lavoratrici e dei lavoratori si sono resi necessari proprio per convincere chi ne aveva la responsabilità a rimuovere le cause del degrado e dell’abbandono in cui versavano e, purtroppo versano, diversi siti archeologici del nostro paese”.
“La riflessione autorevole di chi ha conoscenza che occorre valorizzare la cultura come bene comune e bene pubblico sa che servono investimenti e personale sempre più qualificato. Già in passato – prosegue – l’evidente mancanza di una seria politica culturale è stata giustificata strumentalizzando i momenti di conflitto che il personale, sottorganico, precario ed esternalizzato ha determinato sempre con l’intento di riportare l’attenzione sull’emergenza cultura”.
“Speriamo che il ministro corregga il tiro, un conto sono i crolli altro sono le mobilitazioni dei lavoratori. Dire che in vent’anni non si è stati capaci di mettere in valore il patrimonio più grande del mondo concentrato nel nostro paese a causa di qualche assemblea e qualche sciopero è offensivo per chi lavora nei beni culturali ma anche per i cittadini”, conclude la Fp Cgil.
Presidio oggi a Bari e a Caserta davanti alle Prefetture dei dipendenti dell’Autorità di bacino del Distretto dell’Appennino meridionale, promosso da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa, per rivendicare lo stanziamento dei fondi per stabilizzare il personale precario, già in possesso dei requisiti richiesti dalla legge Madia. In entrambi i presidi i lavoratori e le rappresentanze sindacali sono state ricevute in Prefettura, dove hanno ricevuto rassicurazioni circa un interessamento relativo alla soluzione della questione, investendo Presidenza del Consiglio dei Ministri e Ministero della Transizione Ecologica.
Presidio Bari
Per l’Autorità dell’Appennino Meridionale parliamo di diciassette lavoratori precari altamente specializzati, già in servizio presso l’Autorità da molti anni, per la realizzazione della missione istituzionale dell’Ente, ma lo Stato non ha ancora posto in bilancio le risorse economiche necessarie alla loro stabilizzazione, con la conseguenza che se da un lato i lavoratori rischiano di perdere il posto di lavoro, dall’altro l’Autorità potrebbe trovarsi improvvisamente sguarnita di forza lavoro determinante.
Le dotazioni organiche relative alle nuove Autorità distrettuali sono, inoltre, ben lontane dall’essere riempite e sono in molti casi ancora ferme al 50% circa delle dotazioni organiche provvisorie richiamate: in questo quadro la stabilizzazione dei lavoratori già operanti diventa una priorità assoluta.
Presidio Caserta
Considerata l’importanza e l’urgenza di mantenere la continuità e potenziare le azioni di questi enti pubblici così importanti, e con un organico relativamente piccolo (circa 800 dipendenti in tutta Italia), Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa chiedono con forza al Governo le risorse economiche necessarie alla stabilizzazione del personale precario e al riempimento delle dotazioni organiche individuate dai decreti attuativi della Presidenza del Consiglio nel 2018.