Come è noto l’Amministrazione ha sottoposto alle Organizzazioni Sindacali la bozza di un protocollo di intesa tra Ministero dei trasporti e il nostro per l’impiego del personale CFS in compiti di controllo delle infrazioni al Codice della strada.

Dalle premesse si evince chiaramente che è stato proprio il nostro Ministero a proporre questo tipo di collaborazione e per questo non possono non sorgere alcune domande di fondo:

Non dovrebbero essere programmati e rafforzati prima di tutto i servizi più consoni alla natura stessa del CFS? Tuttora in periferia si vive uno stato di disagio perché sono scarse le risorse necessarie al normale funzionamento delle stazioni forestali per la sola attività di vigilanza ambientale. Si riesce a svolgere solo una parte delle competenze previste dalla legge 36/04 perché il personale non è sufficiente, né sufficientemente formato già per i compiti di sua competenza. Non dovrebbe avere la priorità la riorganizzazione del servizio antincendi boschivi, il cui tavolo tecnico tra l’altro è ormai fermo da tempo?

I compiti relativi al Codice della strada non dovrebbero essere svolti soltanto in contesti di montagna o in zone di particolare richiamo paesaggistico? E anche in tale contesto non occorrerebbe formazione, mezzi, dotazioni ecc. che tuttora mancano al CFS?

Ricordiamo che lo stesso 1515 in alcune regioni non è possibile svolgerlo in orario notturno; e si vorrebbe attuare dei servizi di controllo stradale proprio in quelle ore? E la presenza sul territorio nel resto del giorno?

Ci si rende conto che mancano, per impossibilità oggettive, una serie di standard di sicurezza quali, tanto per fare alcuni esempi:

* Impossibilità di supporto operativo di altre pattuglie CFS soprattutto in orario notturno;

* Impossibilità di supporto da parte delle centrali operative regionali, visto il perdurare della non attivazione del cruscotto operativo;

* Impossibilità di supporto informativo da parte degli operatori SDI dei provinciali, presenti solo in orario di ufficio;

* Inesistenza di un protocollo operativo di intervento;

Ma l’elenco potrebbe continuare.

Si torna pertanto a chiedere all’Amministrazione di scegliere le priorità di intervento del CFS e su questa scelta calibrare risorse, investimenti formativi, personale adeguato, professionalizzazione e messa a punto di protocolli operativi, pena il perdurare di incertezza sofferto da molta parte del personale in questa fase, che al contrario offre possibilità di intervento con risorse economiche precedentemente impossibili.

Roma 6 febbraio 2008

Stefano Citarelli – Coordinatore Nazionale FP CGIL CFS

 
EMANATA NOTA DI RETTIFICA CHE DIMINUISCE DRASTICAMENTE IL NUMERO DI POSTI IN APPELLO PER LA SEDE ISPETTORATO GENERALE DI ROMA
 
Dopo il comunicato congiunto CGIL–CISL–UIL del 29/03/2011, l’Amministrazione ha emanato una nota di rettifica (n. 8753 del 30/03/2011) con la quale diminuisce da 88 a 14 i posti messi in appello ordinario nazionale 2011 per la (già numerosa) sede “Ispettorato Generale CFS di Roma”.
 
Ha prevalso il buon senso, anche se è stato necessario protestare con forza.