Considerate le pesanti ricadute sulla sfera contrattuale e più in generale sul sistema dei servizi, riteniamo utile fornire alcune prime riflessioni sul Decreto in oggetto, che, peraltro, abbiamo condiviso con la CGIL confederale.
Il 4 Novembre u.s. è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto legislativo n.153 del 3 Ottobre 2009 avente per oggetto “Nuovi servizi erogati dalle Farmacie”.
Prima di offrire alcune prime considerazioni sui contenuti generali del Decreto, che vi alleghiamo, intendiamo sottolineare come su questa vicenda, che interessa molto da vicino il servizio sanitario nazionale e i suoi rapporti con le farmacie private, non sia stato espresso il parere della Conferenza delle Regioni, con tutte le implicazioni che questo prefigura.
Nel merito il Decreto legislativo 153 introduce, per le farmacie pubbliche e private convenzionate con il SSN, sic et simpliciter:
– la possibilità di partecipare al servizio di assistenza domiciliare integrata per i cittadini, residenti o domiciliati nel territorio pertinente (?)
– la dispensazione domiciliare di farmaci e dispositivi medici
– la preparazione e la dispensazione di miscele per la nutrizione artificiale e dei medicinali antidolorifici
– la messa a disposizione di operatori socio sanitari, di infermieri e fisioterapisti per l’effettuazione, a domicilio, di specifiche prestazioni richieste dai medici di famiglia
– l’erogazione di servizi di primo livello, all’interno di programmi di educazione sanitaria
– l’erogazione di servizio di secondo livello rivolti ai singoli assistiti, anche avvalendosi di personale infermieristico
– l’inserimento delle farmacie tra i punti territoriali forniti di defibrillatori semiautomatici
– l’effettuazione di prestazioni sanitarie analitiche nell’ambito “dell’autocontrollo”
– la possibilità di assumere funzioni di centri di prenotazione per prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale presso le strutture sanitarie pubbliche o private accredidate e la conseguenze attività di pagamento delle quote di partecipazione e di ritiro referti.
Il decreto legislativo rimanda l’adesione delle farmacie ai servizi che riguardano le nuove funzioni e la fissazione dei requisiti necessari al loro svolgimento, alle convenzioni (previste dall’articolo 8 del decreto legislativo 502/1992) e agli accordi nazionali e regionali del settore.
Si tratta, quindi, come potrete meglio comprendere da una lettura più approfondita del testo, di una norma legislativa, di forte impatto sui Lea e sul Servizio Sanitario Nazionale e che contiene caratteristiche “invasive” anche su questioni che attengono alle professionalità sanitarie, al loro utilizzo, al rapporto fra quest’ultime e le attività garantite da ASL e Regioni.
Una prima considerazione di merito riguarda proprio il comma due dell’articolo 1, del quale vogliamo prendere, a titolo esemplificativo, la distribuzione delle sacche nutrizionali per i pazienti: sono spesso medicinali soggetti a prescrizione medica limitativa,; si tratta, cioè, di medicinali ad alta complessità terapeutica, da utilizzare in ambito ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile secondo le disposizioni delle Regioni o delle Provincie autonome, e che, al fine della fornitura, per motivi di tutela della salute pubblica, per le condizioni di impiego clinico e di setting assistenziale, richiedono l’uso esclusivo in ambiente ospedaliero; o in alternativa possono essere dispensati direttamente dalla farmacia ospedaliera sul territorio in ambito extraospedaliero, secondo le disposizioni delle Regioni e delle province autonome, con l’assunzione di responsabilità dello specialista per la somministrazione a domicilio del paziente, in alternativa all’ospedalizzazione.
L’erogazione istituzionale presso le strutture sanitarie non alternativa alla convenzionata ha quindi carattere esclusivo per le strutture sanitarie sia sul piano normativo, per espresso divieto alla vendita di taluni farmaci presso le farmacie convenzionate, sia sul piano della concedibilità a carico del SSR. L’uso ospedaliero è prima di tutto a tutela del paziente, perchè la complessità del farmaco richiede che il suo uso e monitoraggio sia effettuato in ambiente ospedaliero o dallo specialista. Ciò determina che, anche in virtu’ della natura specialistica di talune attività farmaceutiche peraltro precluse alle farmacie convenzionate, tale attivita’ sia affidata a personale farmacista in possesso della specifica specializzazione che opera in stretto rapporto con il team specialistico per il monitoraggio ed aggiustamento delle terapie.
Altra considerazione riguarda i possibili effetti sulla spesa: attualmente le modalità di consegna di farmaci e dispositivi medici dalle farmacie del SSR alle strutture ADI interne alle ASL, permettono un contenimento della spesa, grazie agli sconti ottenuti tramite gara pubblica. Il decreto invece nulla indica rispetto al controllo dei prezzi dei farmaci e dei dispositivi distribuiti direttamente dalle farmacie ai cittadini.
Un altro rischio di elevare i costi a carico al servizio sanitario regionale deriva dall’esigenza di organizzare un’attività di controllo e monitoraggio della qualità e della spesa di questi servizi. Molto complesso, e costoso, sarà anche assicurare la crescita del livello di formazione professionale necessario ai farmacisti per l’allestimento di preparazioni oncologiche, di terapie personalizzate del dolore. Oggi tutto ciò è assicurato dai farmacisti ospedalieri formati appositamente durante la scuola di specializzazione e nei successivi master di farmacia clinica e che, cosa non secondaria, operano in stretto rapporto con il team nutrizionale specialistico per il monitoraggio ed aggiustamento dei bisogni nutrizionali.
La seconda considerazione esemplificativa riguarda la possibilità di utilizzare figure professionali sanitarie e non per l’erogazione di queste prestazioni.
Intanto, in totale disprezzo della normativa vigente in tema di professioni sanitarie, nell’indicare le tipologie di lavoratori che le nuove farmacie potranno mettere a disposizione per specifiche prestazioni professionali, si opera una pericolosissima confusione fra operatori socio sanitari da un lato e infermieri e fisioterapisti dall’altro, non distinguendo ambiti, spazi e responsabilità dei singoli operatori chiamati ad operare in questo nuovo contesto, salvo un generico rimando ad un prossimo decreto del Ministero del Lavoro.
In secondo luogo non v’è assoluta considerazione sui possibili effetti che tale previsione contiene sull’individuazione dei fabbisogni formativi universitari (alla quale, ricordiamo, sono strettamente legate anche le possibilità di assunzione di infermieri e fisioterapisti nel servizio sanitario nazionale) né, tanto meno, alla sfera dei rapporti e delle relazioni di responsabilità fra questi professionisti ed il sistema sanitario pubblico del territorio.
Ultimo, ma non ultimo, non v’è cenno alcuno sulle questioni che attengono i rapporti di lavoro, le tipologie contrattuali, i diritti e, appunto gli ambiti di autonomia di questi professionisti.
Avevamo, come Fp Cgil Nazionale, dichiarato di non essere pregiudizialmente contro questa ipotesi di inserimento di infermieri e fisioterapisti nelle farmacie (in una dichiarazione stampa di Giugno, che per sintesi alleghiamo alla presente). Avevamo, però, posto tutta una serie di condizioni (verifica del rapporto pubblico/privato, il contesto organizzativo e di relazione, la questione delle risorse e dei diritti del lavoro, dei fabbisogni) che, puntualmente e purtroppo, il Decreto omette completamente di affrontare.
Ben diversa è la partecipazione delle farmacie all’erogazione di un servizio istituzionale di assistenza domiciliare integrata comprendente sia l’erogazione dei farmaci e presidi che la messa a disposizione dei singoli operatori sanitari. In questo caso è evidente l’incompatibilità del cumulo delle diverse professioni proprio per l’incentivazione della diffusione strumentale dei medicinali e dispositivi medici che ne potrebbe derivare e che così viene incoraggiata, oltre alla limitazione di autonomia nelle scelte assistenziali degli operatori sanitari dipendenti.
Su questo tema, quindi, non possiamo che confermare la nostra assoluta indisponibilità a concorrere nella realizzazione di una terza fascia (dopo quella della sanità privata accreditata) di professionisti delle scienze infermieristiche senza diritti e con retribuzioni più basse di quelle del privato accreditato.
Ora, a fronte di tale scenario, abbiamo bisogno di rilanciare, sinergicamente, una nostra opposizioni alle previsioni, a maglie troppo larghe, contenute nel decreto e di richiedere alle istituzioni territoriali una forte partecipazione del sindacato nei luoghi decisionali attraverso i quali queste previsioni possono diventare fatti concreti (le Regioni, gli assessorati, le Aziende) e di richiedere (noi struttura nazionale) alla Conferenza delle Regioni un apposito incontro per meglio capire, innanzitutto, il perché non sia stato espresso il parere delle Regioni sul decreto.
E’ bene precisare che vediamo con interesse l’inserimento delle farmacie, anche con nuove funzioni rispetto alle attuali, nella rete dei servizi delle ASL, per la loro diffusione capillare nel territorio. Ma ciò non può essere attuato con le modalità previste dal Decreto perché, a nostro giudizio, troppo proteso a valorizzare le loro attività commerciali anzichè quelle necessarie ad innalzare il livello di salute e la sanità pubblica nel suo insieme.
Crediamo sia giusto dunque comprendere meglio e tutti insieme se, condivise le valutazioni e verificati i possibili rischi sul Servizio sanitario nazionale, sia opportuno lanciare una iniziativa specifica su questo Decreto.
Attendiamo, quindi, una qualche vostra sollecitazione e riflessione.
Roma 17 Novembre 2009
Allegati:
Oggi, nell’ambito dell’incontro tra le organizzazioni sindacali della dirigenza del Ssn e il Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio, abbiamo condiviso l’opportunità di un accordo Governo Regioni che introduca una maggiore trasparenza tra carichi di lavoro e libera professione e un Centro unico di prenotazioni per le attività istituzionali e per la libera professione senza modificare contratti e legge.
Si tratta di scelte in linea con il nostro obbiettivo di una intramoenia in una casa di vetro, in particolare rispetto alle liste di attesa.
La proposta avanzata dal Ministro di una proroga di due anni per la scadenza del 31 gennaio 2011 dell’intramoenia allargata per le situazioni di inadempienza è stata accettata dal tavolo ma abbiamo chiesto un preciso impegno del Governo e delle Regioni per il passaggio definitivo dell’intramoenia esclusivamente nelle strutture pubbliche e non più nel privato.
Si tratta di migliorare la qualità dell’assistenza per i cittadini e del lavoro per i medici e per le professioni sanitarie.
Tentativo in verità abbastanza arduo a fronte di una politica nazionale che taglia risorse alla sanità e che attraverso il federalismo sanitario rischia di produrre ulteriori iniquità.
Roma, 14 ottobre 2010
I risultati della sperimentazione delle pagelle di valutazione del personale del Ssn – in base ad un protocollo tra Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’innovazione e FORMEZ, AGeNaS, FIASO, ASL e Aziende ospedaliere – sanciscono il fallimento della riforma Brunetta.
La sperimentazione – decisa unilateralmente senza alcun coinvolgimento dei sindacati – evidenzia una bassa valutazione solo per una percentuale inferiore al 15% del personale. E allora chiediamo perché dovrebbe comunque rimanere senza premio il 25% come indicato dal Ministro Brunetta ?
E’ evidente che il sistema delle tre fasce predeterminate non funziona per la sanità così come per tutto il pubblico impiego, come da sempre
denunciato dal nostro sindacato.
Peraltro l’obbligo di destinare alla produttività individuale la maggioranza delle risorse è contrario ad ogni obbiettivo di miglioramento del lavoro di equipe, fondamentale per dare risposte appropriate in sanità.
Ed infine un piccolo particolare: si tratta solo di un gioco virtuale, infatti fino a tutto il 2013 le retribuzioni rimarranno congelate con la compartecipazione dello stesso Brunetta che doveva premiare i migliori…
Riteniamo pertanto che vada abbandonata la strada della propaganda mediatica, puntualmente smentita dai fatti, e vada invece ripresa la
strada maestra della contrattazione nazionale e aziendale per raggiungere l’obbiettivo di una sanità di qualità a tutela della salute dei cittadini.
Roma, 7 dicembre 2010
Il 15 marzo scorso presso la sede del Ministero della Salute si è svolta la prima riunione del tavolo tecnico ristretto per elaborare un documento che faccia il punto complessivo della situazione ed elabori indicazioni per affrontare le problematiche dell’Operatore Socio Sanitario, nel rispetto dello spirito e del percorso delineato nell’accordo stato regioni istitutivo del profilo.
All’incontro, convocato e coordinato dal Dott. Saverio Proia del Ministero della Salute, FP CGIL era rappresentata da Gianluca Mezzadri ed hanno partecipato i rappresentanti di CISL FP, UIL FPS, FIALS, FSI, MIGEP, IPASVI, Regione Lombardia e Regione Veneto.
La bozza di documento in esame è stata costruita recependo le indicazioni delle scorse riunioni ed i punti salienti utilizzati come spunti sono i seguenti:
– certificare i numeri reali degli OSS oggi impegnati nei diversi settori, con appositi registri o altro;
– ribadire con forza che il ruolo e le funzioni dell’OSS sono definite, non sono delegate da altri ma attribuite dalle norme e dai contratti, in un contesto di equipe integrate e in un’organizzazione del lavoro incentrata sui bisogni del paziente; non è pensabile sfruttare questi lavoratori per compiti impropri che non possono accollarsi, nemmeno in condizioni di emergenza;
– individuazione, sperimentazione, applicazione e diffusione delle buone prassi organizzative, incentivando, ove possibile, la revisione degli attuali modelli e aumentando l’impiego di questi lavoratori nelle equipe sanitarie e socio sanitarie di assistenza alla persona (rispettandone i ruoli);
– come presupposto di quanto sopra, è oltremodo necessario perseguire la stabilità occupazionale, poiché i rapporti di lavoro precari non consentono la costruzione di prospettive stabili sia per i lavoratori che per le aziende;
– monitorare e migliorare l’attività formativa di base (anche attraverso benchmark con realtà virtuose) in modo da consentire l’effettivo riconoscimento nazionale degli attestati e la reale “circolarità” per l’accesso all’impiego dei lavoratori in tutti i territori;
– opportunità di aggiornamenti professionali periodici, in analogia a quanto già succede per altri lavoratori della sanità;
– necessità di attivare un osservatorio dell’impiego dell’OSS nel terzo settore compreso il variegato mondo dell’assistenza domiciliare nei confronti degli anziani non autosufficienti.
Riguardo gli operatori con formazione complementare, il documento, pur menzionando che quattro territori avevano avviato percorsi (oggi peraltro in gran parte sospesi), non ha previsto ulteriori indicazioni e non ha ipotizzato soluzioni anche perché abbiamo fatto emergere che, stante il perdurante blocco della contrattazione e le risorse inesistenti, non è né ragionevole né onesto legittimare la discussione su questo particolare.
Il tavolo, ritiene prioritario ridefinire l’argomento OSS nel suo complesso, partendo dalle problematiche proprie della figura che dovrebbe essere pienamente riconosciuta e non ha assecondato le sollecitazioni espresse da CISL FP a sostegno di quelle analoghe portate dalle loro segreterie in alcuni singoli territori in merito alla formazione ed all’impiego dell’OSSS.
Quindi, in attesa del termine dei lavori, che dovranno produrre linee guida nazionali condivise in materia, vi invitiamo a contrastare eventuali iniziative territoriali inerenti modifiche organizzative, formative o di riconoscimenti lavorativi particolari per questi operatori.
Sarà nostra cura tenervi informati sul prosieguo dei lavori.
Roma 24 Marzo 2011
Pubblichiamo il testo della lettera unitaria inviata alle istituzioni ed ai datori di lavoro in merito al CCNL della Sanità privata.
Ricordiamo che saranno organizzate iniziative di mobilitazione in tutti i luoghi di lavoro, anche in preparazione di una possibile iniziativa nazionale se dovesse permanere il rifiuto delle controparti ad avviare il negoziato.
Roma, 14 marzo 2008
Comunicato stampa
Sanità privata – oltre 150.000 lavoratori senza contratto da 28 mesi
Venerdì 9 maggio 2008
Migliaia di lavoratori della sanità privata sfileranno davanti le sedi di AIOPe ARIS in tutte le Regioni d’Italia e contemporaneamente CGIL FP–CISL FP– UIL FPL saranno ricevute da tutti gli Assessori alla salute per chiedere impegni precisi
Le segreterie nazionali di CGIL FP CISL FP UIL FPL dopo 28 mesi dalla scadenza del contratto, dopo la firma e l’applicazione del contratto della sanità pubblica, dopo tante richieste di incontro alle Associazioni datoriali private e agli Assessori alla salute, rimaste inevase, hanno organizzato una grande mobilitazione nazionale dei 150.000 lavoratori della sanità privata.
La mobilitazione di domani venerdì 9 maggio p.v, prevede in tutte le città capoluogo di Regione manifestazioni pubbliche davanti le sedi regionali di AIOP e ARIS, alle quali parteciperanno i lavoratori della sanità privata, per chiedere la firma del contratto di lavoro prima delle ferie estive, senza ulteriori indugi.
Nel frattempo tutte le segreterie regionali di CGIL FP CISL FP UIL FPL saranno ricevute dagli Assessori alla salute per la sottoscrizione di un impegno finalizzato a garantire la firma del contratto di lavoro da parte dei datori di lavoro privati, considerato che tutte queste strutture operano nel servizio sanitario nazionale, attraverso il sistema di accreditamento pubblico e con la copertura finanziaria pubblica.
La firma del contratto non può essere usata, al solito, come elemento di scambio fra istituzioni e privati – affermano i segretari nazionali di CGIL FP CISL FP UIL FPL – per queste ragioni non accetteremo ulteriori rinvii che pagherebbero solo i lavoratori e non accetteremo da fare i contratti regionali come l’AIOP propone per smantellare il sistema contrattuale nazionale.
Le Associazioni datoriali devono firmare prima delle ferie estive, le Regioni devono garantire che questo accada, diversamente il sindacato confederale, a fronte dell’emergenza salariale del paese, porrà la questione a livello politico, su tutto il sistema nazionale di accreditamento della sanità privata e a tutte le istituzioni responsabili: Parlamento, Governo e Regioni.
CGIL FP Rossana Dettori – CISL FP Daniela Volpato – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Roma, 8 maggio 2008
Domani alle ore 12,30 manifestazione nazionale e conferenza stampa (Sede AIOP Nazionale, Roma Via Lucrezio Caro, angolo Via Cola di Rienzo)
Da 30 mesi 150.000 lavoratori dipendenti delle strutture sanitarie private, accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale per l’erogazione di prestazioni sanitarie ai cittadini, sono senza contratto.
Una situazione di una gravità inaudita che ha determinato una perdita del potere d’acquisto dei salari ormai insostenibile per i lavoratori e per le loro famiglie.
Grave ancor di più se si pensa che i datori di lavoro, attraverso le loro associazioni ARIS ed AIOP, condizionano il sacrosanto diritto ad avere un contratto di lavoro al raggiungimento con le Regioni di accordi di loro gradimento per le convenzioni con il SSN.
Un vero e proprio ricatto operato a danno, da un lato dei lavoratori, ai quali si negano diritti e bisogni assolutamente indisponibili ed irrinunciabili e, dall’altro, a danno del sistema sanitario nazionale e dei soldi della fiscalità generale, dei cittadini.
Una situazione ormai insostenibile anche alla luce dei recenti gravissimi fatti di cronaca che hanno rilanciato in maniera drammatica la questione del rapporto fra i “privati convenzionati” ed il Servizio Sanitario Nazionale.
Domani, alle ore 12.30 le Segreterie Nazionale di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl terranno, in Roma Via Lucrezio Caro, angolo Via Cola di Rienzo, una conferenza stampa nella quale illustreranno le motivazioni della manifestazione nazionale a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto di lavoro e le loro proposte per un diverso e migliore rapporto fra il sistema della Sanità privata ed il Servizio Sanitario Nazionale.
Subito dopo si terrà la manifestazione che concluderà questa ennesima fase di mobilitazione dei lavoratori della sanità privata alla fine della quale si terrà un comizio delle tre Segretarie nazionali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Flp.
CGIL FP Rossana Dettori – CISL FP Daniela Volpato – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Roma 12 Giugno 2008
Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato stampa
Centinaia di lavoratrici e lavoratori, in rappresentanze dei 150.000 dipendenti delle strutture sanitarie private, sono scesi oggi in piazza per protestare contro il mancato rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro scaduto ormai da più di trenta mesi.
Sono donne ed uomini che, operando in strutture sanitarie private convenzionate con il SSN, assicurano l’erogazione di servizi sanitari “PUBBLICI” ai cittadini e che vedono negato dalle associazioni datoriali il diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Le associazione datoriali, ARIS – AIOP – DON GNOCCHI, che rappresentano i grandi gruppi imprenditoriali della sanità privata, devono a questo punto smetterla di ricattare le Regioni usando i lavoratori: non si può guadagnare, legalmente ed anche illegalmente, usando i soldi della fiscalità generale e degli accreditamenti e non rispettare i più elementari diritti riconosciuti dalla nostra Carta Costituzionale.
Né è oltremodo sostenibile l’idea che i costi del lavoro siano avulsi dagli stanziamenti che il Servizio Sanitario Nazionale prevede per il regime delle convenzioni pubblico/privato e che si possa, quindi, sostenere senza vergogna, che il rinnovo del contratto di lavoro si può fare solo se le Regioni coprono le spese!
Un’imprenditoria italiana, quella della Sanità privata, che rifugge le regole del mercato e che capitalizza gli enormi guadagni e prova, al contempo, a socializzare i costi, le spese.
La manifestazione nazionale di oggi è solo la prima tappa di un ulteriore percorso di mobilitazione che porterà i lavoratori del settore allo sciopero nazionale per il 19 Settembre 2008 con gravissime ricadute sull’erogazione di prestazioni sanitarie ai cittadini.
Il Governo, il Parlamento, il sistema delle Regioni devono ormai prendere atto che il rapporto fra Pubblico e Privato in settori così delicati quali la salute dei cittadini va immediatamente ricalibrato.
Va da se che, in assenza di immediati segnali, lavoreremo affinché lo sciopero nazionale sia determinante perché gli amministratori, intesi in senso generale, si convincano di ciò.
CGIL FP Rossana Dettori – CISL FP Daniela Volpato – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Roma, 11 Luglio 2008
Comunicato di Fabrizio Rossetti, Comparto Sanità Fp Cgil nazionale
Pubblichiamo la nota della Conferenza delle Regioni con la quale la stessa comunica di aver approvato e fatte proprie le linee di indirizzo definite dalla Commissione Salute degli Assessori Regionali alla Sanità sulla ormai nota vicenda del mancato rinnovo contrattuale del personale della Sanità privata.
Un documento dal quale emerge chiaramente, al di là dei riferimenti normativi e dei combinati disposti, la precisa e reiterata volontà delle associazioni datoriali, in particolar modo ARIS ed AIOP, ma anche della Don Gnocchi, di non procedere al rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei 150.000 lavoratori del Comparto Sanità Privata, se non a fronte di un adeguamento delle tariffe già dichiarato impossibile dalle stesse Regioni.
Le note a verbale riportate nel documento degli Assessori Regionali, poi, appaiono ancora più gravi dell’insostenibile atteggiamento evidenziato sin qui dalle associazioni datoriali nei confronti delle Regioni.
Da quelle note, infatti, emergono chiaramente ed in tutta la loro pochezza quelli che sono sempre stati i reali interessi dei datori di lavoro su tutta la vicenda del mancato rinnovo: sapendo sin dall’inizio che le Regioni avrebbero resistito a questo ignobile “do ut des” (aumento delle tariffe in cambio della garanzia del contratto), ARIS, AIOP E DON GNOCCHI, si sono comunque rifiutate di aprire le trattative per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro. Ora dichiarano che, comunque sia, se rinnovo dovrà essere, questo non potrà che avere decorrenza dal 1° Gennaio 2008.
E le risorse che dovevano essere accantonate per il 2006/2007?
E gli utili, i tanti utili prodotti in quel biennio dai datori di lavoro della sanità privata?
E, in tutto questo, cosa c’entrano quelle 150.000 donne ed uomini che quotidianamente garantiscono servizi e prestazioni sanitarie ai cittadini con stipendi ormai falcidiati dall’inflazione?
Ed il loro diritto al contratto di lavoro?
La lettura del documento allegato non fa altro che rafforzare la convinzione, peraltro già fortissima, che la vertenza va inasprita, che va confermata la mobilitazione e che lo sciopero nazionale, già proclamato per il 18 settembre 2008, dovrà essere un’iniziativa, non solo partecipata e riuscita, ma anche di forte e precisa denuncia nei confronti di un sistema datoriale che, come abbiamo ripetutamente osservato in questi ultimi mesi, non risparmia mai di lucrare sul diritto alla salute dei cittadini, sul diritto al contratto dei lavoratori.
I prossimi giorni ci incontreremo con CISL e UIL per cominciare a ragionare sulle modalità di svolgimento delle iniziative di mobilitazione in occasione della giornata del 18 settembre.
Roma, 4 agosto 2008
A Roma una grande manifestazione per il contratto di lavoro.
Domani i lavoratori dipendenti delle strutture sanitarie private sono in sciopero e migliaia di lavoratrici e lavoratori, in rappresentanze dei 150.000 dipendenti delle strutture sanitarie private manifesteranno per protestare contro il mancato rinnovo del loro contratto nazionale di lavoro scaduto ormai da più di trentadue mesi.
Sono donne ed uomini che, operando in strutture sanitarie private convenzionate con il SSN, quotidianamente assicurano l’erogazione di servizi sanitari “PUBBLICI” ai cittadini e ai quali è negato, dalle associazioni datoriali, il diritto al rinnovo del contratto nazionale di lavoro.
Alla manifestazione nazionale, che si svolgerà domani a Roma, sono previsti più di quindicimila lavoratori provenienti da tutta Italia.
I manifestanti si ritroveranno alle 9.00 in Piazza Esedra e sfileranno in corteo per le vie della città (Via Einaudi, Via Cavour, Largo Corrado Ricci, Via dei Fori Imperiali) ritrovandosi in Piazza Madonna di Loreto (piazza Venezia), dove intorno alle ore 11.00 si terrà il comizio conclusivo dei tre Segretari Generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl , Podda, Tarelli e Fiordaliso.
Lo sciopero e la manifestazione nazionale del 18 settembre è la naturale conseguenza dell’irresponsabile e ricattatorio atteggiamento delle associazioni datoriali ARIS-AIOP-Don Gnocchi che utilizzano i lavoratori per chiedere alle Regioni un aumento dei soldi destinati alle convenzioni con il Sistema Sanitario Nazionale.
Il Governo, il Parlamento, il sistema delle Regioni devono ormai prendere atto che il rapporto fra Pubblico e Privato in settori così delicati quali la salute dei cittadini va immediatamente ricalibrato, riformato.
Si costringano le associazioni datoriali ad aprire immediatamente le trattative ed a procedere alla sottoscrizione del contratto di lavoro.
CGIL FP Rossana Dettori – CISL FP Daniela Volpato – UIL FPL Carlo Fiordaliso
Roma 17 Settembre 2008
La risposta dei lavoratori della sanità privata alla giornata di mobilitazione e sciopero nazionale promossa oggi da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl è stata grandissima, ben al di là delle stesse previsioni della vigilia.
Il dato nazionale di adesione allo sciopero in tutte le strutture sanitarie private accreditate con il Servizio Sanitario Nazionale supera l’80% con punte, in molte grandi strutture ospedaliere e nei centri di riabilitazione, del 100%.
Alcuni dati:
Tutto questo mentre a Roma più di 25.000 lavoratori provenienti da tutta Italia, in rappresentanza dei 150.000 lavoratori del settore, hanno manifestato in Corteo per le vie della Città chiedendo il rinnovo del loro contratto di lavoro scaduto da ben 33 mesi.
Roma 18 Settembre 2008
La Fp Cgil è per una legge che confermi il diritto alla salute, una legge di libertà che garantisca il diritto di ogni persona a poter scegliere.
Sosteniamo l’appello per il diritto alla libertà di cura e per il testamento biologico
Roma, 5 dicembre 2008