(www.doctornews.it del 15 marzo 2007)
Niente imposta Iva per i medici dipendenti del Ssn (con rapporto esclusivo) che, in via occasionale, al di fuori dell’attività intramuraria eseguono consulenze e perizie mediche dietro specifica autorizzazione dell’azienda per cui lavorano. E’ quanto emerge da una risoluzione dell’Agenzia delle entrate del 12 marzo 2007, pubblicata sul sito web dell’Agenzia. La risoluzione stabilisce che “in caso di consulenze prestate in maniera occasionale, i relativi onorari dei camici bianchi devono considerarsi ‘redditi diversi’. Compensi – si legge nella risoluzione – derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitabile abitualmente e, quindi, esenti da Iva”.
Il Governo Clinico rappresenta per il nostro sindacato un obbiettivo per migliorare la qualità del servizio pubblico valorizzando le professionalità.
Il testo base approvato il 29 luglio 2009 dalla Commissione Affari Sociali della Camera presenta invece diverse ombre e colpisce i cittadini, i medici e tutti gli operatori sanitari, con una devastante deregulation della libera professione e la fine sostanziale della esclusività del rapporto di lavoro senza alcuna rivalutazione.
La scelta dei direttori di struttura complessa rimane nelle mani dei direttori generali nominati dalla politica, nell’ambito di una gattopardesca terna indicata dalla commissione esaminatrice, nella quale ricompare l’inaccettabile presenza del professore universitario, offensiva della dignità dei medici ospedalieri. E’, inoltre, evidente una mancanza di trasparenza e di obbiettività nelle norme che prevedono le modalità di nomina degli altri incarichi sia di struttura che professionali.
La facoltà per i dirigenti di rimanere in servizio fino a 70 anni rappresenta uno schiaffo per migliaia di precari e specializzandi e chiude ogni prospettiva di carriera per decine di migliaia di medici e veterinari con incarichi professionali.
Le uniche note positive, più volte da noi richieste, sono rappresentate dal riconoscimento del Collegio di Direzione come organo aziendale e della centralità del Dipartimento, dai migliori criteri per la scelta dei direttori generali e dal divieto di utilizzare in modo improprio l’art. 15 septies per ricoprire gli incarichi dirigenziali senza concorso. Troppo poco.
Non si prevede, inoltre, l’unicità del ruolo per i nuovi medici di medicina generale, la strutturazione dell’emergenza sanitaria con il solo rapporto di dipendenza, la possibilità per i medici precari senza specializzazione di poter accedere ai concorsi e l’accesso alle graduatorie regionali per la medicina generale per i medici iscritti alla Facoltà di Medicina prima del 1991.
La FPCGIL Medici e la FPCGIL hanno pertanto inviato oggi a tutti i componenti della Commissione Affari Sociali della Camera le proprie valutazioni e diverse proposte di modifica – anche in considerazione della scadenza del 22 settembre per la presentazione degli emendamenti – ed invitano i cittadini, i medici e tutti gli operatori sanitari, le forze politiche sensibili, a battersi insieme al sindacato per cambiare questo testo che peggiora la qualità dell’assistenza e del lavoro nella sanità pubblica.
Roma, 1 settembre 2009
La proroga dell’intramoenia allargata fino al 31 gennaio 2012, contenuta nel Decreto Mille proroghe approvato oggi dal Consiglio dei Ministri, è limitata solo alle aziende che ancora non hanno garantito la libera professione all’interno delle proprie strutture e dovrà quindi essere accompagnata da precisi impegni del Governo e delle Regioni per le situazioni di inadempienza.
Si tratta di attuare in tutte le aziende sanitarie ed ospedaliere le norme della legge 120 del 2007 e l’Accordo della Conferenza Stato Regioni del 19 novembre 2010 con il quale si introduce una maggiore trasparenza, in primo luogo rispetto alle liste di attesa.
Garanzia prioritaria di svolgimento dei volumi prestazionali istituzionali, prenotazioni e riscossioni a carico delle aziende, oltre che adeguati spazi da reperirsi sempre da parte delle aziende, rappresentano elementi importanti per una reale regolamentazione della libera professione intramuraria, a favore della qualità del lavoro e dell’assistenza.
Abbiamo comunque sconfitto il tentativo del Parlamento attraverso il Disegno di Legge sul Governo Clinico, in un primo tempo appoggiato dal
Governo, di cambiare la legge 120 istituzionalizzando per tutte le aziende l’intramoenia allargata, senza più alcuna sostanziale regolamentazione e trasparenza, ed arrivando perfino a lasciare alle aziende la possibilità di non attuare l’intramoenia pura.
La FPCGIL e la FPCGIL Medici continueranno il loro impegno per superare definitivamente la libera professione dei medici pubblici negli studi e nelle strutture private, e per una vera intramoenia in una casa di vetro nelle aziende del Ssn.
Roma, 22 dicembre 2010
Da – www.doctornews.it del 19 febbraio 2007
Il Consiglio dei ministri ha dato “via libera” al piano del Governo per promuovere stili di vita sani, favorire l’attività fisica e combattere l’obesità partendo dai piccoli italiani. Il documento programmatico ‘Guadagnare salute’, promosso e coordinato dalla Salute, coinvolge diversi ministeri, fra cui Agricoltura, Istruzione, Famiglia, Sport e Sviluppo economico, tutti chiamati a fare la propria parte per la tutela e la promozione della salute degli italiani. Fra le principali novità introdotte dal Piano interministeriale: un’ora di educazione alla salute nelle scuole italiane, frutta fresca nei distributori automatici di uffici e aziende, menù salutari al ristorante e spot pubblicitari a prova di bambini, senza informazioni ingannevoli sui benefici di alcuni alimenti per la salute. In particolare, sono tre le azioni “concrete”, ha precisato il ministro della Salute Livia Turco, illustrando “Guadagnare salute”.
Innanzitutto “campagne di comunicazione per rendere più consapevoli i cittadini, indicazioni su come poter promuovere stili di vita salutari e su quello che il Ssn può fare in questo campo”. Secondo punto, “un’alleanza con il mondo della scuola. E su questo – ha precisato il ministro – c’è già un accordo con il collega dell’Istruzione Giuseppe Fioroni per inserire, fra le materie, l’ora di educazione alla salute. A breve sarà emanato un atto di indirizzo, rivolto alle scuole e alle aziende sanitarie”. Terzo, una politica di alleanze più complessiva.
“E’ già stata avviata la discussione – ha detto la Turco – con tutta la filiera alimentare perché le aziende si assumano la propria responsabilità nella promozione di un’alimentazione sana e nella prevenzione del fumo o dell’abuso di alcolici. Arriveremo a una piattaforma sottoscritta dal Governo e dal mondo delle imprese. E se i vari interventi allo studio saranno adottati in modo convinto dalle industrie, sarà un’iniziativa molto importante per il Paese”. Sono stati, infatti, già predisposti protocolli d’intesa con le associazioni della filiera alimentare (Federalimentare, Coldiretti, Confagricoltura, Confederazione italiana agricoltori, Acli terra, Copagri, Confesercenti, Confcommercio, Legacoop e Confcooperative), centrati su obiettivi specifici. Per esempio, sviluppare la ricerca tecnologica per prodotti e processi produttivi innovazioni per rendere più facile la diffusione sul mercato di alimenti salutari: un’idea sono i menù alternativi, più sani, in mense e ristoranti. Per sostenere politiche commerciali orientate a favorire comportamenti salutari, si pensa a intervenenti sui prezzi e incentivi fiscali.
Allo studio inoltre codici di autoregolamentazione della pubblicità per migliorare la qualità dell’informazione, con particolare attenzione agli spot rivolti ai bambini ed eliminando espressioni ingannevoli su eventuali benefici di alcuni alimenti. Infine, si punta a sostenere il consumo dei prodotti ortofrutticoli freschi, anche mettendo la frutta nei distributori automatici aziendali. Altri protocolli sono stati predisposti con le organizzazioni dei consumatori e degli utenti e con Cgil, Cisl e Uil per azioni efficaci di sensibilizzazione e sostegno a un’alimentazione sana e responsabile.
All’Assessore alla Sanità
Regione Lazio
On. A. Battaglia
Via R. Raimondi Garibaldi, 7
00145 Roma
Al Presidente
Giunta Regionale Lazio
On. Piero Marrazzo
Via R. Raimondi Garibaldi, 7
00145 Roma
Al Prefetto di Roma
Via IV Novembre, 119/A
00187 Roma
Alla Commissione di Garanzia
dell’ attuazione della legge sullo sciopero
nei servizi pubblici essenziali
Via Po, 16/a
00198 Roma
Roma, 14 Giugno 2007
Oggetto: Proclamazione stato di agitazione e richiesta di procedura di raffreddamento e
conciliazione ai sensi dell’Accordo Nazionale 26 Settembre 2001.
Le seguenti Organizzazioni Sindacali rappresentative dell’area della dirigenza medica, veterinaria,
sanitaria, tecnica, professionale ed amministrativa: ANAAO-ASSOMED – ANPO – AUPI – CIMOASMD
– CIVEMP (SIVEMP-SIMET) – FEDERAZIONE CISL MEDICI-COSIME – FEDERAZIONE
MEDICI aderente UIL FPL – FESMED – FP CGIL MEDICI – SDS-SNABI – SINAFO – UMSPED
(AAROI-AIPAC-SNR), UNIONE REGIONALE CONFEDIR LAZIO (CONFERDIR SANITA’-DIRERDIREL- SICUS-DIRP-SIDAS) comunicano quanto segue.
A seguito delle Deliberazioni assunte dalla Giunta Regionale in data 12 giugno c.m. che,
operando tagli indiscriminati di finanziamenti e di personale, rappresentano una gravissima
violazione unilaterale delle norme di legge e dei contratti nazionali di lavoro, le Organizzazioni
sindacali rappresentative di tutta la Dirigenza Medica, Veterinaria, Sanitaria, Tecnica,
Professionale ed Amministrativa della Regione sono obbligate, per difendere il Servizio Sanitario
pubblico, alla proclamazione di un primo sciopero regionale per il 11 luglio 2007.
I contenuti delle deliberazioni, assunte nel totale disprezzo delle regole fondanti lo stato di
diritto, sono totalmente da rigettare in quanto: a) sono lesivi degli interessi degli utenti, b) violano i
diritti fondamentali dei lavoratori, c) sono assolutamente inefficaci per i fini del piano di rientro
regionale dal deficit perché poggiano su presupposti fuorvianti.
Le scriventi OO.SS. valuteranno l’impugnativa dei suddetti atti innanzi al Giudice
Amministrativo e ove le Aziende dovessero procedere all’attuazione delle deliberazioni,
procederanno al ricorso innanzi al Giudice del Lavoro, diffidando, pertanto, i Direttori Generali dal
dare attuazione a quanto deliberato dalla Giunta.
I veri nodi alla base del gravissimo disavanzo regionale vengono inspiegabilmente elusi e, in
alternativa, scegliendo misure tese a colpevolizzare e penalizzare i lavoratori della Sanità
Pubblica, si pretende di continuare a prendere i giro i cittadini.
Le scriventi OO.SS. esprimono allarme per lo stato di “occupazione” illegale in cui versa la
Regione Lazio da parte dei funzionari ministeriali di Sanità e Tesoro che pretendono di imporre atti
che vanno al di là della stessa volontà del Governo Nazionale; in questo modo si sta esponendo la
Regione Lazio a pericolose “derive autoritarie” attraverso percorsi improntati agli intollerabili
personalismi di tali burocrati e scelte del tutto discrezionali. Piuttosto che subire una così umiliante
alienazione delle competenze regionali sarebbe auspicabile che il Governo Regionale, assumendo
in pieno le proprie responsabilità, operasse giuste misure di correzione del dissesto finanziario del
Servizio sanitario Regionale. Con questa ulteriore mutilazione del Servizio Pubblico si sta
rischiando il collasso del Sistema che si fa carico dei più rilevanti bisogni di salute dei cittadini della
nostra Regione.
Per tale motivazione i sindacati della dirigenza rifiutano ipotesi di ulteriori incontri con
l’Assessore alla Sanità in assenza della revoca immediata di tutti i provvedimenti in questione e del
ripristino della legalità nei rapporti tra Ministeri e Regione e tra Regione e OO.SS..
Le sottoscritte Associazioni richiedono, altresì, – ai sensi di quanto previsto nei rispettivi “Accordi
sui servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di
sciopero” – l’avvio della procedura conciliativa.
ANAAO-ASSOMED
ANPO
AUPI
CIMO-ASMD
CIVEMP (SIVEMP-SIMET)
FEDERAZIONE CISL MEDICI-COSIME
FEDERAZIONE MEDICI aderente UIL FPL
FESMED
FP CGIL MEDICI
SDS-SNABI
SINAFO
UMSPED (AAROI-AIPAC-SNR)
UNIONE REGIONALE CONFEDIR LAZIO (CONFERDIR SANITA’-DIRER-DIREL-SICUS-DIRPSIDAS)
Le organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria esprimono grande soddisfazione per la sentenza del Giudice del lavoro di Firenze, Dott.ssa Antonella Taiti, che ha riconosciuto la violazione del CCNL nel caso del licenziamento di due medici ginecologi da parte dell’Azienda USL 11 di Empoli e ordinato il loro reintegro nel posto di lavoro.
Nel dispositivo viene, in particolare, ribadita in modo netto e chiaro la piena validità del contratto di lavoro, dove si stabilisce che il parere del Comitato dei Garanti è obbligatorio e vincolante per le Aziende sanitarie e deve essere espresso in tutti i casi di recesso. come affermato dalla stessa Corte di Cassazione che riconosce al Comitato una “…funzione di garanzia a tutela del lavoratore contro l’arbitrio o comunque la discrezionalità assoluta degli organi politici….”
Le organizzazioni sindacali regionali hanno più volte nei giorni passati sollecitato l’Assessore alla salute Enrico Rossi ad intervenire presso il direttore generale dell’Azienda USL 11 di Empoli, non per effettuare atti “giuridicamente inesistenti” ma per il ripristino della legalità, ponendo il rispetto dei patti contrattuali come elemento irrinunciabile del mandato fiduciario che lo lega alla Giunta Regionale.
Oggi la Magistratura ha emesso la sua sentenza accogliendo il ricorso dei due Colleghi di Empoli. Non esistono più spazi per comportamenti arbitrari che infliggono danni irreparabili all’efficienza delle strutture sanitarie. Il direttore generale dell’Azienda USL 11 di Empoli dovrebbe prendere atto di quanto disposto da ben due sentenze del Tribunale di Firenze e rimettere il suo mandato nelle mani dell’Assessore Rossi.
Su questo terreno non possiamo arretrare, e, in assenza di precise prese di posizione da parte dell’Assessore Rossi, saranno portate avanti tutte le iniziative necessarie per riaffermare la centralità del contratto nazionale, che non può e non deve essere calpestato, magari nell’ imbarazzante silenzio delle istituzioni regionali, proprio quando si colpisce in modo illegittimo il diritto al lavoro.
Si tratterebbe di una ulteriore provocazione, perpetrata contro il giusto rapporto tra istituzioni e lavoratori e il corretto svolgimento della vita civile, presa all’ombra degli slogan demagogici sulla “malasanità” e sui “fannulloni”, nel pieno di una deriva aziendalistica e di un esasperato federalismo in sanità.
Tutto ciò per noi è semplicemente inaccettabile!!
Firenze 30/07/2007
Segreterie Regionali
Anaao Assomed – Aupi – Cimo Asmd – Cisl Medici – FP Cgil Medici – Fesmed
Federazione Medica aderente Uil Fpl – Sinafo- Snabi Sds – Umsped (Aaroi, Snr, Aipac)
Noi non siamo preoccupate del “pericolo” della “valanga rosa” che secondo il Presidente della Fnomceo, la Federazione degli ordini dei medici, travolgerà anche l’ultima fortezza del potere maschile: secondo le sue stime, infatti, le donne medico costituiranno tra dieci anni l’80% della popolazione medica, paventando oscuri e apocalittici scenari.
Noi non siamo preoccupate perché siamo consapevoli, del resto lo abbiamo sempre sostenuto, che una maggiore presenza femminile tra i medici può essere solo fonte di buona salute, e miglioramento del sistema di cura. Chi meglio delle donne può contribuire per migliorare la qualità della cura ed “umanizzare” ulteriormente i nostri servizi sanitari? Quelle del “prendersi cura” e l’attenzione alle relazioni ed alle emozioni dei più deboli sono infatti patrimonio femminile di antica memoria.
Siamo invece preoccupate dalla situazione attuale del sistema sanitario che allontana le donne dai ruoli decisionali ed organizzativi. Infatti, anche tra le altre categorie professionali, ad esempio quella degli infermieri (storicamente a prevalenza femminile) e della dirigenza in genere, constatiamo una marginalità delle donne rispetto ai ruoli decisionali. Sono proporzionalmente troppo poche le donne che esercitano un ruolo di dirigenza di strutture sanitarie complesse o di direzione delle stesse Aziende Sanitarie.
E’ arrivato il momento di rimuovere definitivamente gli ostacoli – orari incompatibili con gli impegni familiari e i tempi di vita, la gravidanza colta come intralcio per la carriera ecc. – presenti nell’ambito del nostro sistema sanitario per garantire alle donne pari opportunità. Per questo esprimiamo tutta la nostra soddisfazione per le prese di posizione della Ministra della salute Livia Turco e della Ministra alle pari opportunità Barbara Pollastrini nei confronti delle dichiarazione del presidente della Federazione degli ordini dei medici, preoccupato dell'”esagerata” presenza di donne tra i camici bianchi. Chiediamo però alle Ministre un impegno concreto per realizzare le pari opportunità in ambito lavorativo e la garanzia di quote rosa anche in sanità.
Per quanto ci riguarda, oltre a chiedere nei prossimi contratti l’istituzione in ogni Regione dei Comitati per le pari opportunità per le aree dirigenziali, continueremo la nostra battaglia per eliminare le barriere e i pregiudizi che impediscono nei fatti alle donne di ottenere il pieno riconoscimento delle ampie responsabilità già assunte nel lavoro e di accedere alle posizioni più alte della dirigenza.
Roma, 4 ottobre 2007
Sembrano non bastare più né accordi né leggi per affermare il diritto alla stabilizzazione dei circa 2.000 precari della Croce Rossa Italiana.
Tantissime donne e uomini che quotidianamente assicurano servizi sanitari strutturati, quali ad esempio il 118 o l’assistenza ai portatori di handicap grave nei centri di educazione motoria, non vengono inseriti nei processi di stabilizzazione previsti per tutte le amministrazioni dello Stato perché, per una incomprensibile proprietà transitiva, il Governo dichiara “precarie” anche le funzioni esercitate dai lavoratori a tempo determinato.
Un drammatico spaccato su come una sempre più debole attenzione della politica al tema della precarietà unita ad un abnorme interpretazione tecnicistica dei Ministeri vigilanti, rischia di produrre una situazione a dir poco assurda: servizi che sono parte strutturata del nostro sistema sanitario nazionale (l’emergenza sanitaria) che il Governo non considera attività istituzionale e che i Governi regionali allegramente esternalizzano.
Non può più essere tollerata alcuna ambiguità: le prestazioni sanitarie, oggi garantite dalla Croce Rossa Italiana, non possono essere privatizzate e per fare ciò occorre dare immediata risposta alla richiesta di stabilizzazione del lavoro precario dell’Ente. La volontà politica deve sopravanzare le difficoltà burocratiche e interpretative, altrimenti la reazione dei lavoratori precari della CRI sarà durissima.
Da troppi anni, ormai, assistiamo allo sfregio che dei diritti del lavoro si perpetua in Croce Rossa; ora è necessario garantire solo ed esclusivamente il diritto ad un lavoro stabile per l’espletamento di funzioni vitali per tutta la cittadinanza.
Roma, 16 Ottobre 2007
FP–CGIL (C. Podda) CISL–FP (R. Tarelli) UIL–PA (S. Bosco)
La disinformazione al servizio dei cittadini, e dei lavoratori
Il Direttore Generale del Ministero della Salute, Dr. Giovanni Leonardi, con un telegramma inviato il 4 Novembre u.s. a tutte le Regioni d’Italia, dichiara che la Fp Cgil ha revocato gli scioperi generali proclamati per le giornate del 3-7-14 Novembre 2008 per i lavoratori del pubblico impiego.
Se fossimo in una situazione normale il Direttore Generale del Ministero della Salute, Dr. Giovanni Leonardi, sarebbe stato già licenziato in tronco.
Un alto dirigente dello Stato non può permettersi, a tre giorni dallo sciopero generale del pubblico impiego (area nord), di diramare un telegramma a tutte le Regioni con il quale afferma il falso, le bugie.
La Fp Cgil, come ormai tutti sanno, tutti tranne, a questo punto, il valente Dr.Leonardi, NON ha revocato gli scioperi generali.
Affermare il contrario è affermare il falso.
Affermare il contrario significa non solo provare scientificamente a disorientare i lavoratori, operazione che sarà gradita ovviamente a molti, ma anche creare un grave danno a quei cittadini che il 7 ed il 14 Novembre si recheranno in una struttura sanitaria pubblica e la troveranno chiusa.
Affermare il contrario significa anche violare spudoratamente, senza vergogna, quel principio di imparzialità che si richiede ad ogni dipendente pubblico, indispensabile per esercitare la delicatissima funzione di dirigenza al Ministero della Salute.
Ci attiveremo autonomamente per verificare qualsiasi possibilità, pur minima, di agire per via giurisdizionale nei confronti del Direttore Generale che ha dichiarato il falso.
Vorremmo anche capire se qualcuno ha consigliato al Direttore Generale Dr.Leonardi di mentire in maniera così spudorata.
Roma, 6 Novembre 2008
Al VI Forum salute mentale (Aversa 2011) dedicato agli OPG, ci siamo impegnati a continuare la mobilitazione per la chiusura di queste strutture che rappresentano un vero e proprio oltraggio alla coscienza civile del nostro Paese, per le condizioni aberranti in cui versano 1.300
nostri concittadini, 300 dei quali potrebbero uscirne fin da ora.
Nel mese di aprile partirà la campagna “STOP OPG: la pazzia è non occuparsene”.
Intanto sono da segnalare:
16 marzo la Commissione d’indagine parlamentare, presieduta dal Senatore Ignazio Marino, presenterà una anteprima del documentario girato all’interno dei sei Ospedali Psichiatrici Giudiziari italiani (ore 10:30 Sala Nassyria, Senato della Repubblica, Roma)
20 marzo la trasmissione “Presa diretta” di RAI3 trasmetterà uno speciale sugli OPG, a partire dal documentario curato dalla Commissione parlamentare d’inchiesta
26 marzo l’iniziativa “Carcere e OPG. Disumanità della pena: quali alternative?” (Vico Equense ore 9:30 Hotel Aequa)
31 marzo il Forum nazionale per il diritto alla salute delle persone private della libertà personale organizza l’incontro nazionale “Tre anni di riforma della sanità penitenziaria. Analisi e proposte” (Sala delle Colonne, Camera dei Deputati, via Poli 19 in Roma, ore 9:00)
maggio iniziativa sull’OPG di Montelupo fiorentino
giugno è in programma il convegno su “Salute e carcere”.
Come abbiamo scritto nel manifesto di Aversa “l’OPG può diventare un ricordo e stupire come terribile armamentario nel museo degli orrori della scienza del recente trascorso secolo” Forum Salute Mentale, Centro Basaglia di Arezzo, CGIL nazionale, FP CGIL nazionale, Conferenza permanente per la salute mentale nel mondo F. Basaglia, Fondazione Franco e Franca Basaglia, Psichiatria Democratica, Unasam
15 marzo 2011
“Procedere alla chiusura dei 6 ospedali psichiatrici giudiziari italiani, come previsto dalla legge, e farlo velocemente. Si è perso già troppo tempo e il numero degli internati è costantemente lievitato. Fino all’ultima escalation, con 4 decessi in poco più di 4 mesi nell’Opg di Aversa, l’ultimo per soffocamento, un ragazzo meno che trentenne. Ha fatto bene il comitato StopOpg, di cui siamo tra i promotori assieme alla Cgil nazionale e a molte associazioni dei settori della salute mentale e penitenziario, a manifestare di fronte all’Opg di Aversa.
Chiediamo un intervento immediato del Governo, una vera e propria road map per chiudere le strutture e prevedere percorsi di reinserimento per gli oltre 1400 internati, 350 dei quali già dismissibili ma inspiegabilmente tenuti dentro gli ospedali psichiatrici”, queste le
parole di Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil Nazionale, in merito a quanto avvenuto nell’Opg di Aversa e alla proposta avanzata dal Comitato StopOpg di chiusura immediata delle strutture, senza l’esclusione di commissari ad acta, e l’indicazione di un percorso
chiaro di recupero degli internati.
“Gli Opg sono luoghi di privazioni e sofferenze inaccettabili tanto per chi è ristretto in condizioni disumane quanto per chi lavora nel degrado. Va posto fine a questo stillicidio. Al Ministro Fazio – conclude Dettori – chiediamo di fare un primo passo importante: un piano straordinario per la sanitarizzazione immediata delle strutture, attraverso l’affidamento totale dei pazienti al solo personale del Servizio Sanitario Nazionale”.
Roma, 17 Maggio 2011