Abrogazione art. 1 – septies Legge 3 febbraio 2006, n. 27

Pubblichiamo di seguito il testo della nota unitaria

Al Ministro della Salute
On. Le Livia TURCO

Al Sottosegretario
Dr. Le G. Patta

Al Ministro dell’Università
On. Le Fabio MUSSI

Al Sottosegretario
Dr. Le N. Dalla Chiesa

Dr. Vasco ERRANI
Presidente della Conferenza delle Regioni

Ai Sigg. Capigruppo Parlamentari
della Camera dei Deputati

Al Presidente
VII Commissione Cultura
Camera dei Deputati
On. Le Pietro Folena

Ai Sigg. Deputati Componenti
VII Commissione Cultura
Camera dei Deputati

Gentili Ministri, Gentili Onorevoli
le scriventi OO.SS. nel prendere atto positivamente dell’importante ed unanime approvazione del DDL 1525, in sede deliberante alla VII Commissione Istruzione pubblica, beni culturali del Senato del 1 agosto u.s. sulla questione riguardante l’articolo 1-septies Legge 3 febbraio 2006, n. 27

CONFERMANO

* La propria condivisione nel merito del provvedimento adottato, che permette l’abrogazione di una normativa lesiva della tutela della salute pubblica e della professionalità degli operatori e conferma il riconoscimento di eventuali crediti formativi acquisiti nell’ambito delle regole vigenti

SOLLECITANO

* La rapida approvazione in VII Commissione Cultura alla Camera dei Deputati per la conclusione definitiva dell’iter parlamentare del provvedimento.

Con l’occasione porgiamo distinti saluti.

FP CGIL (R. Dettori) CISL FP (D. Volpato) UIL FPL (C. Fiordaliso)

Roma, 01 ottobre 2007

Professioni Sanitarie: Riparte il confronto con il Ministero – Comunicato stampa di Rossana Dettori e Gianluca Mezzadri

Riparte il confronto con il Ministero per l’istituzione degli albi e ordini delle professioni sanitarie: comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Funzione Pubblica CGIL e  Gianluca Mezzadri Responsabile per le professioni sanitarie FP CGIL.

Il giorno 8 novembre 2007, è ripreso il confronto tra il Ministero della Salute e le Organizzazioni Sindacali FP CGILCISL FPUIL FPL.

Dopo la recente approvazione della Legge che proroga i termini della delega al Governo, introdotta dalla Legge 43/2006, sino al 4 marzo 2008, il Sottosegretario alla Salute Giampaolo Patta ha riavviato i confronti bruscamente interrotti nella tarda estate del 2006.

Si riparte dalle bozze elaborate in quel periodo che dovranno tenere conto dei recenti accadimenti e delle proposte di legge, oggi in discussione alle Camere, che intendono disciplinare le professioni intellettuali nel complesso.

Al termine della discussione, FP CGIL si è riservata di produrre le proprie osservazioni in tempo utile per il nuovo incontro, che dovrebbe svolgersi entro la fine del corrente mese di novembre.

FP CGIL è intenzionata a dare il proprio contributo affinché tutte le 22 professioni sanitarie possano disporre degli specifici albi professionali, gestiti da ordini, con procedure trasparenti e incompatibilità correttamente definite, che siano effettivamente rappresentativi, democratici e di concreto aiuto al mondo del lavoro nel suo complesso. 

Roma, 12 Novembre 2007

Sanità: Professioni sanitarie; informativa indennità di polizia giudiziaria comparto sanità (art. 44, comma 2, CCNL 1995/97)

 
In allegato nota informativa su indennità di polizia giudiziaria comparto Sanità (art. 44, comma 2, CCNL 1995/97) e nota operativa INPDAP la quale ha invitato le proprie sedi a definire le pensioni in via di liquidazione secondo queste istruzioni.

Professioni Sanitarie: dai numeri del Censis un' indicazione. Nuove politiche per il personale – Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale FP CGIL

Al di la’ delle classifiche sulla qualita’ delle prestazioni e del divario fra nord e sud sulle capacita’ di gestione ed organizzazione del servizi sanitari regionali, il dato che emerge dal rapporto Censis sul livello di cure nel nostro paese e’ quello relativo ai fabbisogni di personale.

Mentre per la dirigenza medica lo scarto fra il fabbisogno del servizio sanitario nazionale e l’offerta universitaria si restringe, per le professionalita’ infermieristiche, per quelle della riabilitazione, per quelle tecniche e della prevenzione assistiamo ad un fenomeno inverso: l’Italia e’ uno dei Paesi tuttora più indietro in quanto il rapporto abitanti/infermieri è pari a 1000 a 6!

Uno scarto fra i bisogni attuali del sistema sanitario e l’offerta formativa che oscilla dalle 3000 alle 5000 unita’; scarto che sfiora il doppio se osservato in relazione alla necessita’ di migliorare la qualita’ delle prestaZioni cosi’ come emerge anche dal rapporto.

Sono mesi che inascoltati chiediamo l’attivazione di un tavolo di confronto, per rimuovere le cause di tale stortura (ad esempio il blocco generalizzato delle assunzioni nella Pubblica Amministrazione e il numero chiuso imposto dalle università per l’accesso alle lauree per le professioni sanitarie) a Governo centrale, Regioni e parti sociali così che si possa concordare un piano generale di rientro a “compatibilita’” del rapporto fra forza lavoro e prestazione resa.

Occorre inoltre che il Ministro Sacconi, la Ministra Gelmini e le Regioni concordino i reali fabbisogni di figure sanitarie necessarie a soddisfare i bisogni di salute della cittadinanza.

Non ci si puo’ scagliare, sempre e lancia in resta, contro il servizio sanitario nazionale, magari da una comoda poltrona da Ministro, e concorrere scientificamente al suo progressivo degrado.

La sanita’ ha bisogno di un’attivita’ di governo diversa da quella fin qui dimostrata dal Ministro Sacconi: si apra un vero confronto sociale sul tema e la si smetta di definanziare il sistema, di minarne i principi di universalita’, di destrutturarne l’organizzazione con il chiaro obiettivo di privatizzarne le attivita’.

Roma 10 agosto 2009

Patto per la Salute: il Governo cambi la proposta o sarà il disastro. A rischio l'assistenza ai cittadini, i diritti dei lavoratori. Comunicato stampa di Rossana Dettori Segretaria Nazionale Fp Cgil Sanità

Che quella del Governo non poteva essere la base di partenza per una nuova intesa sul Patto per la Salute 2010/2011, lo abbiamo dichiarato non appena il Ministero dell’Economia (non della Salute!) ha reso noti i termini della proposta.

Nessuna discussione seria sulla salute dei cittadini può ragionevolmente essere avviata se il punto di approccio è quello della riduzione dei diritti dei cittadini, del finanziamento del servizio sanitario nazionale, dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità.

Apprendiamo, quindi, con soddisfazione la notizia che il Governo ha deciso di rinviare ad altra data l’incontro previsto per oggi con la Conferenza delle Regioni.

Un’altra data, a questo punto, deve poter significare anche un’altra proposta di Patto per la Salute.

Una proposta che la Fp Cgil chiede sia completamente diversa da quella oggi sul tappeto: riqualificazione dei servizi, innalzamento dei livelli di assistenza ai cittadini, rifinanziamento del Fondo Sanitario Nazionale, investimenti sui modelli organizzativi, rispetto per l’autonomia delle Regioni, nessun ticket per i cittadini e, soprattutto, per quel che ci riguarda, una diversa e maggiore attenzione alle questioni legate ai diritti dei lavoratori, compreso quello a non vedersi decurtate quote di salario.

Esprimiamo, in questo senso, la nostra condivisione per l’atteggiamento che le Regioni hanno saputo mantenere su questa vicenda: siamo dalla parte dei diritti dei cittadini e dei lavoratori e siamo con chi intende difendere il Servizio Sanitario Nazionale, la sua universalità, il suo carattere unificante.

Roma 17 Settembre 2009

Brunetta pensi alla salute dei cittadini e la smetta con le operazioni d'immagine – Comunicato Stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale FP CGIL e Massimo Cozza, Segretario Nazionale FP CGIL MEDICI

 

Stupisce che il Ministro Brunetta, invece di pensare alla salute pubblica contribuendo a contrastare la pandemia del virus H1N1, in rapida diffusione, torni su un suo vecchio cavallo di battaglia, la lotta al cosiddetto “fannullonismo”, innalzando le ore di reperibilità per le visite fiscali da 4 a 7.

Il Ministro dovrebbe sospendere la decurtazione del salario in caso di assenza per malattia per tutti quei lavoratori pubblici che ogni giorno offrono servizi diretti ai cittadini, per il personale medico, gli insegnanti ed i lavoratori addetti al front office. Il rischio che i lavoratori, disincentivati dalle decurtazioni ad assentarsi per periodo di guarigione idoneo, tornino a lavoro aggravando la situazione, è concreto ed evidente.

Il Ministro invece mette in pista il suo cavallo stanco, dimenticando che siamo in piena emergenza, e tornando a colpevolizzare il lavoro pubblico. “Per colpa di qualcuno, non si fa credito a nessuno” dice, tornando ad usare toni paternalistici francamente inaccettabili, e dimostrando la propria incapacità di assumere una linea politica coerente, anzi modificandola in base alla contingenza.

Roma, 29 Ottobre 2009

 

Dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa del SSN: La Fp Cgil non sottoscrive il contratto 2008/2009 – Comunicato Stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp-Cgil

La Funzione Pubblica Cgil conferma la sua posizione di dissenso sul rinnovo del Contratto di lavoro per la dirigenza sanitaria, professionale, tecnica ed amministrativa che opera nel Servizio Sanitario Nazionale e quindi non sottoscrive l’accordo.

Nonostante le osservazioni avanzate dalla Corte dei Conti in sede di certificazione dell’ipotesi di accordo consigliassero un diverso orientamento del tavolo contrattuale, il testo finale proposto dall’ARAN ha riconfermato nei fatti la scelta di snaturare il valore e la finalità dell’indennità di esclusività, indennità che “premia” i dirigenti che decidono di lavorare esclusivamente con il Servizio Sanitario Nazionale.

Una decisione che per i dirigenti del SSN assume il valore della beffa: per la prima volta quell’indennità è rivalutata, ma usando gli stanziamenti contrattuali, nonostante la legge istitutiva avesse in origine sancito una separazione netta dai normali istituti contrattuali, proprio come valore aggiunto per la scelta del rapporto esclusivo con il pubblico.

Una decisione che, se letta in relazione alla discussione parlamentare sul disegno di legge sul “Governo clinico e sulla libera professione”, dà la dimensione di una manovra organica della maggioranza e del Governo: la totale deregulation del rapporto di lavoro che lega i dirigenti al Servizio Sanitario Nazionale.

Tutti con il rapporto libero professionale, tutti premiati con l’indennità di esclusività.

Roma 12 Maggio 2010

Direttiva Ue – cure trans-frontaliere: Il Parlamento Europeo approva. Un argine a turismo sanitario e libero mercato dei servizi sanitari – Comunicato Stampa di Rosa Pavanelli, Responsabile Internazionale FP CGIL Vice Presidente Federazione Europea dei Sindacati dei Servizi Pubblici

Il 18 gennaio il Parlamento Europeo ha approvato la “Direttiva sul diritto dei pazienti alle cure trans-frontaliere”. Un compromesso tra le attese di chi, come la Commissione Europea, sperava di aprire alla concorrenza sul mercato interno il settore dei servizi sanitari e chi,
come la Federazione Europea dei Servizi Pubblici e l’Fp-Cgil, puntava a garantire l’allargamento del diritto alla cura dei cittadini europei senza avallare la mercificazione della salute e pregiudicare la tenuta dei sistemi sanitari pubblici.

L’applicabilità delle regole del mercato interno ai servizi sanitari, già riconosciuta dalla Direttiva Servizi del 2006 e dalla Corte di Giustizia Europea, trova finalmente un argine. “La sanità pubblica – si legge nella direttiva – rientra nei motivi imperativi di interesse generale che possono giustificare restrizioni alla libertà di circolazione prevista dai trattati”. Inoltre il testo ribadisce che universalità, equità, solidarietà e accesso a cure di buona qualità sono fattori determinanti delle prestazioni sanitarie nella UE.

Agli Stati Membri compete la responsabilità di fornire prestazioni sanitarie sicure, di qualità, efficaci e quantitativamente adeguate ai bisogni dei propri cittadini. La libertà di richiedere prestazioni sanitarie in un altro paese non può pregiudicare la programmazione nazionale, né l’equilibrio finanziario dei singoli sistemi sanitari. Per questa ragione gli Stati Membri possono decidere di introdurre procedure di autorizzazione preventiva.

Dal testo è scomparsa la libera circolazione dei fornitori di servizi sanitari sul mercato interno. E’ un fatto importante che riposiziona l’accento sulla dimensione sociale della tutela della salute nella UE, ma è anche uno degli aspetti che dovrà essere monitorato nella fase di adozione della Direttiva da parte degli Stati Membri, perché non prevalgano le spinte liberiste che recentemente la Presidenza di turno ungherese ha dichiarato di volere promuovere.

Roma, 21 gennaio 2011

Le proposte Fp Cgil e Fp Cgil Medici in materia di Governo Clinico

Le proposte in materia di Governo Clinico (e ammodernamento del Ssn)
In riferimento alle proposte presentate dalla Ministra della Salute on. Livia Turco in materia di Governo
clinico e di ammodernamento del sistema sanitario si esprimono le seguenti valutazioni.

CONSIDERAZIONI GENERALI
Riteniamo necessario formulare, in premessa, alcune precisazioni:

Le nostre osservazioni attengono principalmente a questioni riferite al governo clinico e al personale.
I temi di interesse più generale, riferiti alla programmazione e al cosiddetto ammodernamento del SSN, dovranno essere trattati anche col Sindacato confederale e ricondotte al confronto più generale sull’attuazione del Patto per la Salute, per evitare frammentazioni e incoerenze; solo così sarà possibile selezionare le priorità, anche in riferimento alla “manutenzione” del D.lvo 229/1999.
Una parte consistente delle materie qui trattate, come è noto, deve necessariamente essere definita congiuntamente tra Stato e Regioni, il che, ancora una volta ripropone l’esigenza di stabilire relazioni non solo “bilaterali” ma anche “multilaterali” (Ministero/Conferenza delle Regioni/Sindacato).

Osservazioni specifiche al Documento del Ministero

DIREZIONE GENERALE
Si condivide la proposta di assegnare ai Direttori Generali l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza e non più di rispondere puramente a criteri economici e di efficienza.

COLLEGIO DI DIREZIONE
Si condivide la proposta di trasformare in organo dell’Azienda il Collegio di direzione, chiarendo le sue attribuzioni. Si ritiene che il Collegio di Direzione dovrà coadiuvare la Direzione Generale, e dovrà vedere rappresentate tutte le figure dirigenziali, dai direttori di dipartimento ai direttori sanitari ospedalieri, dai direttori di distretto ai dirigenti dei servizi infermieristici e tecnico sanitari.
Il Collegio dovrà costituire la cabina di regia sanitaria dell’Azienda, nell’ambito del quale avviene l’integrazione tra Dipartimenti, Ospedali e Distretti.

CONSIGLIO DELLE PROFESSIONI SANITARIE
Si propone il superamento dell’attuale Consiglio dei Sanitari, e l’istituzione del Consiglio delle Professioni Sanitarie, composto dai rappresentanti eletti delle diverse figure professionali della dirigenza e del comparto, per il quale vanno definiti precisi compiti in funzione del governo clinico dell’azienda sanitaria.

DIPARTIMENTO
Si condivide la scelta del Dipartimento quale snodo reale della Clinical Governance, ed al quale vengono dati gli strumenti per raggiungere obiettivi di qualità clinica ed organizzativa. Così come è apprezzabile la scelta di fornire a livello dipartimentale gli strumenti per gestire la sicurezza, la qualità, la politica di formazione del personale, l’audit etc., anche al fine di identificare le criticità prima che determinino errori.
E’ utile la definizione di linee guida sul Dipartimento, in particolare per favorirne la diffusione come modalità organizzativa dell’Azienda sanitaria, sia in ambito ospedaliero che territoriale, con particolare attenzione alle diversità tra le due realtà che dovranno essere sempre più integrate, e alla esigenza di rafforzare il ruolo nel territorio dei Distretti.
Il Comitato di Dipartimento, composto dai dirigenti apicali delle diverse figure professionali, dovrebbe proporre il Direttore di Dipartimento, arrivando anche fino a tre nominativi, mentre al Direttore Generale compete la scelta con parere motivato.
Il Comitato di Dipartimento, al termine del mandato triennale del Direttore del Dipartimento, dovrebbe esprimere un parere obbligatorio sulla Direzione svolta. In caso di parere positivo il Direttore è confermato, se negativo il Comitato di Direzione avanza una nuova proposta al Direttore generale, prevedendo altresì forme di verifica in itinere.
Il Comitato di Dipartimento dovrebbe rappresentare il luogo di programmazione delle attività sanitarie specifiche per ciascun dipartimento.
La centralità del Dipartimento dovrà portare, conseguentemente, un impegno a tempo pieno del Direttore, che nelle funzioni di Direttore di struttura complessa dovrà essere formalmente sostituito per il periodo dell’incarico, non potrà temporaneamente svolgerà attività libero professionale, e dovrà vedere una rivalutazione economica.

DISTRETTO e MEDICINA NEL TERRITORIO
Si condivide la scelta del Distretto quale sede preposta alla programmazione, all’organizzazione e all’erogazione di attività di assistenza primaria e alla gestione delle prestazioni sanitarie a rilevanza sociale ed alta integrazione socio sanitaria e quale sede di stretta collaborazione con le autonomie locali.
Per quanto attiene agli aspetti di governo clinico, va avviato un processo che, partendo dagli attuali medici di famiglia e guardie mediche, porti alla nuova figura del medico delle cure primarie, sempre con un rapporto di convenzione ma pienamente integrato nell’azienda.
Un nuovo ruolo dovrà essere giocato anche dagli specialisti ambulatoriali e dagli stessi medici dipendenti.
Si tratta di valorizzare a tempo pieno tutte le figure professionali della categoria per una riqualificazione e riorganizzazione del territorio come rete integrata, che dovrà diventare il luogo prioritario di assistenza 24 ore su 24 per tutti i cittadini.
Il servizio del 118 va integrato con i dipartimenti di emergenza-urgenza (DEA) e, anche alla luce della recente istituzione della scuola di specializzazione, per una migliore qualità del servizio, dovrà vedere in tutte le Regioni il passaggio alla dipendenza dei medici che ancora vi lavorano con un rapporto di convenzione.

PERCORSI CLINICO-TERAPEUTICI
Si condivide l’individuazione dei percorsi clinico-terapeutici integrati come processi “chiave” del Sistema Sanitario, da vagliare e ridisegnare in base alle prove di efficacia e alla reale centralità del paziente (anche in termini di sicurezza). Così come la scelta del Dipartimento quale organo operativo della Governance e dei percorsi diagnostico-terapeutici integrati quale strumento ed indicatore della qualità e della sicurezza delle cure erogate, fermo restando il ruolo centrale del Distretto a livello territoriale.

SELEZIONE DEGLI INCARICHI
Si condivide l’obbiettivo di rivedere il sistema di selezione per gli incarichi di struttura complessa, valorizzandone fortemente la trasparenza e gli elementi meritocratici. Apprezzabile in questo ambito è la volontà di rimettere in discussione il potere discrezionale dei DG, cercando altresì di impedire alla cattiva politica di influenzare indebitamente scelte tecniche. Lasciare però, anche se solo in parte all’interno di una terna di nomi proposti dalla Commissione giudicante, la facoltà di scelta al Direttore Generale, sarebbe una operazione gattopardesca, che, nei fatti, non cambierebbe l’attuale situazione.
Una volta che la Commissione è composta da due Direttore di Struttura Complessa scelti mediante sorteggio nazionale, presieduta dal Direttore Sanitario in rappresentanza della Direzione Generale, ed ha svolto una valutazione, possibilmente anonima, in base al curriculum professionale rispetto al posto da ricoprire, non c’è bisogno di nessun altro passaggio. Né di un colloquio né di una ulteriore valutazione del Direttore Generale.
Al fine di garantire l’effettivo svolgimento della selezione, l’inserimento in una lista nazionale, presso il Ministero della Salute, è effettuato previa disponibilità dei Direttori di Struttura Complessa, fermo restando che gran parte del processo valutativo potrà essere effettuato anche a distanza.
Ugualmente si condivide la scelta di rivedere anche il sistema di selezione per gli incarichi di struttura semplice. Anche in questo caso si ritiene che vada effettuato un avviso pubblico, con una commissione presieduta sempre dal Dire ttore Sanitario e della quale dovrebbero far parte il Direttore del Dipartimento ed un Direttore di Struttura Complessa del Dipartimento scelto a sorteggio. Ed anche in questo dovrebbe essere sufficiente una valutazione in base al curriculum professionale rispetto al posto da ricoprire, senza ulteriori passaggi.

ESCLUSIVITA’ DI RAPPORTO E LIBERA PROFESSIONE
Si condivide la necessità di rivede il sistema dell’esclusività di rapporto, non essendo accettabile il perdurare dell’attuale situazione di reversibilità, dove ogni anno entro il 30 novembre tutti i medici e i dirigenti sanitari scelgono se rimanere o non in regime di esclusività.
La nostra proposta prevede che tutti i dirigenti medici e sanitari debbano avere un rapporto di esclusività con l’azienda, a maggior ragione se ricoprono responsabilità gestionali, sia a livello di struttura complessa che semplice.
Cosi’ come appare ineludibile una rivisitazione del sistema della libera professione intramoenia. Per la libera professione allargata si tratta di confermare la scadenza del 31 luglio 2007, e di garantire gli spazi necessari da parte dell’azienda, con la nomina di un commissario ad acta per le aziende inadempienti, come previsto dalla legge Legge 248 dell’8 agosto 2006.
In ogni caso l’attività libero professionale non potrà superare, sul piano quantitativo nell’arco dell’anno, l’attività istituzionale dell’anno precedente, così come già previsto dalla suddetta legge.
Più in generale va rivisto tutto il sistema della libera professione intramuraria, sia in regime ambulatoriale che di ricovero, con controlli appropriati, in primo luogo rispetto alle liste di attesa. Fondamentale è il sistema di prenotazione che deve essere in capo all’azienda e non al dirigente, così come il pagamento delle prestazioni che deve essere sempre effettuato all’azienda e non al medico.

SSN – UNIVERSITA’
Il rapporto SSN-Università rappresenta una dei temi cruciali per l’ammodernamento del Servizio Sanitario.

In particolare, si condivide di partire dalla constatazione di una eccessiva lunghezza e di una relativamente scarsa efficacia del percorso formativo dei medici (MMG, specialisti) e delle altre professioni sanitarie, e dalla necessità di apportare i correttivi indispensabili. Così come si condivide la necessità di una analoga verifica dei risultati della sperimentazione che ha dato vita alle Aziende Ospedaliere Universitarie.
Alla integrazione di tutte le realtà universitarie con il servizio sanitario, già annunciata dal Governo, dovrà corrispondere una omogeneità contrattuale di tutto il personale non docente nell’ambito della sanità.
Si condivide anche l’obbiettivo di rendere omogenea l’età di pensionamento tra dirigenti del SSN e medici universitari con responsabilità assistenziale.

IRCSS E ZOOPROFILATTICI
Particolare attenzione va posta su i temi della ricerca finalizzata e su i relativi finanziamenti.

ASSR
Si condivide la valorizzazione dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (ASSR) con l’assegnazione dei compiti di scrittura e aggiornamento delle linee guida, di prevenzione e gestione del rischio connesso alla attività sanitaria, di indirizzo e valutazione della formazione permanente basata sull’ECM e sullo Sviluppo Continuo Professionale, di promozione e verifica della qualità professionale e dei servizi resi ai cittadini, di predisposizione di report annuali al parlamento, ministero e regioni sui risultati raggiunti.
L’ASSR dovrà anche essere deputata alla implementazione di una elaborazione comune europea nell’ambito delle materie sanitarie.

PRECARIATO
La mancanza di una proposta sul precariato, nel documento presentato dalla Ministra Livia Turco, rappresenta una grave lacuna da colmare.
L’ammodernamento della sanità pubblica non può prescindere dalla questione della precarietà, che, se non affrontata, rischia di vanificare l’obbiettivo del miglioramento della qualità.
Il comma 565 della Finanziaria 2007 prevede la possibilità di trasformare le posizioni di lavoro in sanità già ricoperte da personale precario in posizione di lavoro dipendente a tempo indeterminato, dando indicazione alle Regioni di definire nella loro autonomia gli indirizzi in riferimento ai principi definiti dalla stessa finanziaria.
Si tratta di attuare questi principi nella sanità sia per il personale del comparto che per la dirigenza medica- veterinaria e STPA.
C’è infine la drammatica urgenza di affrontare, per via legislativa, la precarietà medica nelle convenzioni, dove migliaia di medici, sostituti da diversi anni, stanno progressivamente perdendo la possibilità di lavorare.
Il Dlgs 368 del 1999, in recepimento delle normative europee, “per diritto acquisito” ha consentito l’accesso alle graduatorie regionali della medicina generale per i medici laureati prima del 1994, che, pur non avendo effettuato il necessario corso triennale di formazione, erano in possesso di un titolo equipollente.
Migliaia di medici, pur essendosi iscritti alla Facoltà di Medicina prima del 1991, data dell’entrata in vigore del primo decreto di recepimento della normativa europea che prevede l’obbligatorietà del corso di formazione, ed essendosi laureati dopo il 1994, pur essendo privi del requisito del corso, si sono invece ritrovati a lavorare in modo precario.
Fino ad oggi hanno infatti ricoperto temporaneamente incarichi nell’ambito della medicina generale (si veda le sostituzioni dei medici di base particolarmente nel periodo estivo), della continuità assistenziale (le trimestralità attribuite per coprire le decine di posti vacanti), del pronto soccorso (presso cui lavorano medici con il contratto della continuità assistenziale, reso possibile dalla trasformazione del “pronto soccorso” in “punto di primo soccorso”). D’altro canto, per requisiti anagrafici, essendo favoriti i giovani medici, nei fatti non possono neanche più accedere ai corsi di formazione, requisito necessario per l’inserimento nelle graduatorie regionali.
Per risolvere questa drammatica situazione si deve prevedere, in via legislativa, il diritto ad esercitare l’attivita’ professionale in qualita’ di medico di medicina generale, anche ai medici iscritti al corso universitario in Medicina e Chirurgia prima del 31 dicembre 1991 e abilitati all’esercizio professionale dopo il 31 dicembre 1994.
Peraltro la Direttiva del Consiglio delle Comunità Europee n°93/16/CEE del 5 Aprile 1993, prevede che gli Stati membri, possono rilasciare il diploma per l’accesso alle graduatorie per la medicina generale anche ai medici che non abbiano seguito lo specifico corso triennale ma che possiedano un’altra formazione complementare comprovata.
A questi medici potrà e dovrà essere pertanto riconosciuto il titolo di formazione equipollente in Medicina Generale, purché in possesso di un diploma di Medico Chirurgo Specialista ai sensi dell’art. 20 del suddetto Dlgs. 368, e di una esperienza professionale di almeno 6 mesi anche non continuativa nell’ambito della Medicina Generale o nell’ambito di ogni altra attività equipollente, ovvero di una formazione certificata ai sensi dell’art. 16 bis del D.Lgs 502/92 e di una esperienza professionale di almeno 3 anni anche non continuativa nell’ambito della Medicina Generale o nell’ambito di ogni altra attività equipollente.
Peraltro non vi sarebbero costi aggiuntivi per il bilancio dello Stato e verrebbe seguita una via già adottata in precedenza, come ad esempio per il riconoscimento della possibilità di esercitare l’attività di odontoiatra per i medici iscritti antecedentemente alla data di nuova istituzione del corso di laurea in odontoiatria.

Schema di decreto legislativo recante: "Recepimento della Direttiva 2005-30/36CE"

Pubblichiamo di seguito il testo della nota unitaria

Al Presidente della
II Commissione permanente
GIUSTIZIA
On. Le Pino Pisicchio
Camera dei Deputati

Al Presidente della
X Commissione permanente
Attività produttive
On. Le Daniele Capezzone
Camera dei Deputati 

Le scriventi OO.SS. in riferimento all’argomento in oggetto e considerata l’importanza fondamentale della Direttiva Europea rispetto la legislazione nazionale vigente sulle professioni sanitarie,
– a seguito della richiesta di incontro urgente al Ministro della Salute
– a seguito dell’audizione presso la XII Commissione Igiene e Sanità del 25 settembre u.s.
– visto l’apprezzamento e la condivisione della raccomandazione approvata dalla Commissione stessa, in particolare per i riferimenti alla vigente legislazione nazionale in materia di professioni sanitarie
chiedono alle SS.VV. di assumerla quale Vostro impegno nei confronti del Governo nelle prossime riunioni a Commissioni riunite.
Certi che vorrete accogliere la nostra richiesta cogliamo l’occasione per porgerVi distinti saluti.

FP CGIL Rossana Dettori CISL FP Daniela Volpato UIL FPL Carlo Fiordaliso

Roma, 01 ottobre 2007

Anche in Sanità il Governo comincia male – Comunicato di Rossana Dettori e Massimo Cozza

Chiedevamo un Ministro e scopriamo oggi di avere solo sottosegretari, ai quali facciamo comunque auguri di buon lavoro.

Ribadiamo la richiesta di un Ministro per la Salute, per l’unitarietà del servizio sanitario nazionale, per contrastare le disuguaglianze tra Nord e Sud, per una migliore tutela dei cittadini e di tutti gli operatori della Sanità.

Rossana Dettori Segretaria Nazionale FP CGIL  –  Massimo Cozza Segretario Nazionale FP CGIL Medici

Roma, 13 maggio 2008
 

Modalità di iscrizione ai Master telematici "Uni.Tel.M.A." per i lavoratori del SSN

In relazione all’oggetto, nei giorni scorsi, a mezzo posta elettronica (inviata a: segreteria@unitelma.it), il 31 gennaio u.s., abbiamo chiesto chiarimenti in merito al Master telematico di 1° livello in “Management e funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie”.

In relazione a questo corso, una lettera inviata da questa Università all’Asl di Pesaro, il 18 dicembre 2007, spiegava i contenuti formativi e le modalità di iscrizione, specificando che “Il corso di iscrizione pro capite al master è di € 1000,00 per i dipendenti della PP.AA. (2000 euro per gli altri partecipanti)”.

Considerato anche che questa Università fa capo al Ministero dell’innovazione e delle Riforme della Pubblica Amministrazione, questa scelta è da ritenere efficace per soddisfare il bisogno di formazione e di miglioramento continuo dei lavoratori pubblici che si trovano oggi a rispondere, in prima persona e nel miglior modo possibile, alle moderne esigenze di crescita qualiquantitativa dei servizi al cittadino.

Tuttavia, nonostante questa premessa, il Direttore Amministrativo, Dott.M.Ventrice, il 2 febbraio u.s., ci rispondeva a mezzo posta elettronica comunicando: “Con riferimento alla Sua richiesta di chiarimenti, Le confermo il contenuto della nota presidenziale in questione. L’ iscrizione al master a tassazione ridotta extra convenzioni, per l’a.a. 2007/08 e con decorrenza temporale 1 dicembre 2007- 31 luglio 2008 ha trovato applicazione per quanti, all’atto dell’immatricolazione, abbiano dichiarato per tale finalità lo stato di dipendenti del SSN. Cordiali saluti”.

Questo, di fatto, non ha chiarito i molti dubbi in merito ma li ha, se possibile, aumentati anche perché alcune sigle sindacali, continuano a pubblicizzare convenzioni con Unitelma che permetterebbero le riduzioni delle quote solamente ai loro iscritti e causano una notevole confusione tra i lavoratori, vanificando, di fatto, i condivisibili auspici espressi più sopra, al terzo periodo.

Abbiamo allora richiesto nuovamente chiarimenti, con lettera prot. 87 del 6/02/2009, sia sul master di 1° livello in “Management e funzioni di coordinamento delle professioni sanitarie” che per altri presenti nell’offerta formativa (Master in infermieristica forense; Management della formazione in ambito sanitario; Management ed E-governement nelle amministrazioni pubbliche).

Il 10 febbraio u.s., su segnalazione di un delegato di Bergamo, abbiamo contattato telefonicamente la Facoltà universitaria che gestisce questi corsi e, oltre ad aver fissato un incontro a breve per esaminare complessivamente la materia con l’obiettivo di offrire concreti strumenti di crescita ai lavoratori, abbiamo avuto formale rassicurazione che, comunque sia, anche gli iscritti alla CGIL Funzione Pubblica hanno diritto allo sconto sulle tasse d’iscrizione.

La Segretaria Nazionale Funzione Pubblica CGIL Rossana Dettori
Il Responsabile per le professioni sanitarie della FP CGIL Nazionale Gianluca Mezzadri

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