Agenzia degli affitti per gli studenti universitari

Al Ministro dell’Università e Ricerca
ON. Fabio Mussi
AL Presidente della Conferenza delle Regioni
ON. Vasco Erani
Al Presidente ANCI
ON. Leonardo Domenici

OGGETTO: Agenzia degli affitti per gli studenti universitari.

Gli studenti universitari fuori sede risultano essere i soggetti più esposti a speculazioni di tipo abitativo.
Nei grandi centri urbani, il canone per una stanza singola si attesta intorno ai
500 euro.
Secondo il SECIT, un contratto di locazione su due non è registrato. Si stima che il gettito sottratto all’Erario sia di 5 miliardi euro all’anno.
Il Governo con i provvedimenti previsti dalla legge finanziaria 2008, in particolare con il comma 319 si prefigge di:
* Alleggerire i costi sostenuti dalle famiglie degli
studenti universitari fuori sede per l’alloggio;
* Stimolare l’emersione del mercato delle locazioni “in nero”;
* Realizzare un primo tassello del “Piano sulla casa”,previsto dall’art. 4 del Disegno di Legge “Interventi per la riduzione del disagio abitativo per particolari
categorie sociali” approvato dalla Camera dei Deputati il 19 Dicembre 2006.
Come noto,la disposizione in esame, nel modificare l’articolo15 del T.U. delle imposte sui redditi, ha previsto la possibilità di portare in detrazione il 19% delle spese, per un importo non superiore a 2.633 euro, sostenute per i canoni derivanti dai contratti di locazione, stipulati e rinnovati ai sensi della legge 9 dicembre 1998, n. 431,
dagli studenti (o dalle loro famiglie) iscritti ad un corso di laurea presso una università ubicata in un comune diverso da quello di residenza, distante da quest’ultimo almeno 100 Km e comunque in una provincia diversa,per unità immobiliari situate nello stesso comune in cui ha sede l’università o in comuni limitrofi.
Il provvedimento in esame, pur se in controtendenza con la politica di abbandono in materia del precedente Governo, non risolve strutturalmente la questione annosa della locazione selvaggia, a danno dei giovani studenti universitari e delle loro famiglie, in questo caso, per le Segreterie Nazionali di FP CGIL , CISL FP, UIL FPL e Fesica Confsal, gli enti locali possono assumere un ruolo di forte impatto sul mercato degli affitti.
Significativa, e da assumere come linea guida nazionale, l’iniziativa promossa dall’Assessorato all’Istruzione della Regione Lazio con la collaborazione del Comune di Roma ed il supporto del laziodisu e con il coinvolgimento delle OO.SS di settore ( SICET, Sunia, Uniat-UIL, Uppi) e di Federcasa, per la istituzione dell’Agenzia sugli affitti per gli studenti universitari.
Il protocollo di intesa tra Regione Lazio, comune di Roma e OO.SS. si propone di fornire consulenza nella stipula dei contratti, ad assistere gli studenti nel reperimento degli alloggi messi a disposizione dai proprietari.
Da parte sindacale, l’impegno di informare i propri associati, dell’iniziativa promossa ed illustrare le agevolazioni fiscali previste dalla legge 431/98 per chi affitta agli studenti.
L’agenzia, ha il compito di mettere in relazione gli studenti in cerca di alloggio con i proprietari di immobili da locare, favorendo l’emersione degli ” affitti in nero”

CGIL FP
Crispi
CISL FP
Alia
UIL FPL
Fiordaliso 
FESICA-CONFSAL 
Mariani

Roma, 25 Ottobre 2007

Comunicato unitario

 
CGIL FP   CISL FP    UIL FPL

Si è svolto oggi, 30 ottobre, l’incontro con i rappresentanti del Ministero degli affari regionali sul provvedimento, inserito nella finanziaria per l’anno 2008 ed in questi giorni in discussione al senato, relativo alla soppressione delle comunità montane.
Le scriventi OO.SS. hanno espresso le loro perplessità sul provvedimento perché ritengono che una razionalizzazione dei livelli di governo territoriali e la riduzione dei costi della politica devono essere inseriti in un più vasto disegno riformatore, un disegno che se si prefigge di ridurre i costi della politica e che non parta dai rami deboli, altrimenti rischia di essere soltanto uno spot senza efficacia reale.
Per quanto riguarda il merito del provvedimento abbiamo chiesto garanzie e tutele per le lavoratrici ed i lavoratori che operano nelle comunità montane, sia per quelli con rapporto di lavoro a tempo indeterminato e sia per coloro i quali hanno una tipologia contrattuale precaria.
La risposta che ci è stata fornita è stata insufficiente e parziale perché siamo stati informati che la norma sarà emendata, prevedendo le garanzie soltanto per chi ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato, lasciando alle regioni eventuali interventi per rinnovare e/o stabilizzare le aree di precariato esistente.
Da oggi lavoreremo affinché anche questi lavoratori entrino nella norma generale di stabilizzazione dei precari della Pubblica Amministrazione che, a quanto ci risulta, proprio stamane è stato raggiunto, in tal senso, un accordo di maggioranza.
Vi terremo ovviamente informati dell’evoluzione della vertenza sulla quale siamo impegnati anche attraverso richieste di confronto con l’UNCEM e la Conferenza delle Regioni.
Roma, 30 ottobre 2007

FP CGIL     FP CISL     UIL FPL
CRISPI       ALIA           FIORDALISO

 


 

Mobilitazione Enti locali: Informazioni sul presidio del 16 gennaio

Di seguito il testo del comunicato unitario dei Segretari nazionali Crispi  (Fp Cgil) Alia (Fp Cisl) Fiordaliso (Uil Fpl) 
 
In relazione alle iniziative di mobilitazione previste per il mese di gennaio divulgate nel precedente comunicato, le Segreterie Nazionali informano che ci è stata negata, dalla Questura, l’autorizzazione per lo svolgimento del presidio sotto la sede dell’ANCI previsto il 16 gennaio in occasione dello svolgimento della riunione del Comitato di Settore.

Pur in presenza di un diniego, le Strutture Nazionali ritengono che bisogna mantenere l’iniziativa seppure in forma ridotta, rendendo in tal modo visibile e percepibile le ragioni di coloro i quali oltre ad essere da un tempo inaccettabile senza contratto, quotidianamente vengono additati da più parti come nullafacenti, e sui quali si scaricano le responsabilità delle disfunzioni della Pubblica Amministrazione.

Le strutture nazionali quindi invieranno una nutrita delegazione alla riunione del Comitato di Settore per rivendicare il diritto al contratto e consegnare formalmente una lettera nella quale verranno fornite le ragioni per le quali deve essere modificata la direttiva.

Nel ribadire la necessità affinché il 28 gennaio sia vissuta come una giornata di mobilitazione generale, visibile attraverso il coinvolgimento della stampa e delle emittenti locali, le Strutture Nazionali nel rendersi disponibili per le iniziative vi terranno costantemente informati sull’evoluzione della vertenza.

FP CGIL (CRISPI) – FP CISL (ALIA) –  UIL FPL (FIORDALISO)

 
Roma, 15 gennaio 2008

Autonomie Locali: rinnovo CCNL: 28 gennaio 2008 giornata di mobilitazione – Comunicato stampa delle Segreterie Nazionali

Pubblichiamo di seguito il testo del comunicato stampa delle Segreterie Nazionali

La caduta del Governo non compromette in alcun modo le iniziative a sostegno della giornata di mobilitazione delle lavoratrice e dei lavoratori del comparto Regioni e Autonomie Locali per il giorno 28 Gennaio.

Riteniamo utile ricordare, anche per non dare spazio a coloro i quali vorrebbero prendere a pretesto la crisi politica per ritardare ulteriormente il rinnovo del contratto, che il biennio in discussione è finanziato.

Non ci sono, dunque ostacoli per la sua definizione.

Il Comitato di Settore, formato da Anci, Upi, la Conferenza delle Regioni e la stessa Aran, devono impegnarsi, in quanto atto dovuto, per chiudere il biennio 2006 – 2007 così come previsto dall’accordo del 29 maggio e definito in finanziaria con il Patto di Stabilità e successivi interventi legislativi.

Per queste ragioni dobbiamo fare in modo che la giornata di mobilitazione del 28 sia un messaggio chiaro per il Comitato di Settore ed in particolare per coloro che dopo 25 mesi di ritardo, pensano ancora ad inutili, quanto irrealizzabili sperimentazioni.

FP CGIL (CRISPI) – FP CISL (ALIA) – UIL FPL (FIORDALISO)

Roma, 25 Gennaio 2008

Interpretazione art. 71 L. 133/08, voci del trattamento accessorio da non decurtare

Al Presidente ANCI
Al Presidente UPI
Al Presidente UNIONCAMERE
Al Presidente UNCEM
e, p.c. Al Presidente CONFERENZA
DELLE REGIONI

Oggetto: interpretazione art. 71 L. 133/08, voci del trattamento accessorio da non decurtare

Egregi Presidenti,
la Conferenza delle Regioni il 9/10/2008 ha adottato per i lavoratori e le lavoratrici regionali una interpretazione sulle voci da decurtare in caso di malattia e permesso retribuito ai sensi dell’art. 71 della L. 133/08.
Le Scriventi Segreterie, nel condividere tale interpretazione, ritengono essenziale per questioni di equità nel comparto, che le SS.LL. procedano ad analoga iniziativa dando fin da ora disponibilità ad eventuali confronti di chiarimento.
Distinti saluti.

LE SEGRETERIE NAZIONALI

FP CGIL   CISL FP   UIL FPL
  Crispi       Alia    Fiordaliso

Roma, 10 ottobre 2008


Proclamati gli scioperi del 3, 7 e 14 novembre 2008

 
Nei giorni 3, 7 e 14 novembre la nostra categoria ha proclamato, unitariamente, lo sciopero generale interregionale per rivendicare il rinnovo del contratto attraverso il quale affermare la dignità del lavoro pubblico che per noi significa servizi pubblici di qualità, universali e solidali.

Non può sfuggire che la fase è delicata anche in termini di rapporti unitari i quali dopo la vertenza Alitalia e ancor più a seguito di una visione profondamente diversa sul modello contrattuale, si mantengono su equilibri da ricercare volta per volta.

In questo senso aver mantenuto un percorso unitario non deve essere sottovalutato, ma va consolidato raggiungendo velocemente accordi con CISL e UIL sulle modalità di svolgimento delle iniziative, sia di preparazione degli scioperi e sia della stessa organizzazione dei cortei.

Questa lettera è indirizzata alle lavoratrici ed ai lavoratori del sistema delle Autonomie Locali, le quali quotidianamente tra mille difficoltà riescono a far funzionare i servizi, districandosi negli apparati burocratici pensati e mantenuti più come luoghi in cui si esercitano micro poteri che non come occasione di programmazione, coordinamento e organizzazione tra strutture.

Lo sciopero che andremo a fare dunque assume un rilievo di modello di società, di welfare locale, per contrastare coloro i quali, invece, attaccano il lavoro ed il lavoratore pubblico in nome del mercato ma che in realtà sono alla ricerca di nuovi monopoli, ed alla luce di questo punto di vista diventa quasi visibile lo scambio effettuato da una parte rilevante della politica con le organizzazioni degli imprenditori.

Dobbiamo scioperare perché vogliamo rivendicare il diritto al contratto; al contratto nazionale che deve essere lo strumento che rende i diritti uguali per tutti, ovunque residenti in questo paese, senza differenze tra nord e sud. Ancora una volta dobbiamo essere noi a combattere chi teorizza società basate sull’egoismo.

Ed in fondo crediamo che questa sia la caratteristica del movimento sindacale forte dell’esperienza ormai centenaria: solo l’unione rende forti i lavoratori che Governo e Confindustria vogliono escludere dalle scelte fondamentali, tanto più quando lo fanno con arroganza e protervia come in questo caso.

Dobbiamo scioperare perché la recessione si combatte tutelando il potere di acquisto delle retribuzioni e non gli interessi dei banchieri.

Dobbiamo scioperare pensando al miglioramento dei servizi, a partire dagli asilo nido e scuole materne, strutture attraversate dalle profonde modifiche delle comunità locali, dunque come occasione irripetibile per far nascere e crescere politiche inclusive, solidaristiche, in cui la diversità delle culture diventa una ricchezza di crescita. Scuole dell’infanzia messe a rischio, tra l’altro dalla riforma della scuola, forse perché radicalmente alternative a chi teorizza la tolleranza zero, l’apartheid e quindi il razzismo.

Dobbiamo scioperare per stabilizzare il precariato che si è diffuso nei nostri Enti, precariato di ogni genere e natura, anche a seguito delle leggi sul mercato del lavoro che, probabilmente pensando al mercato hanno creato una miriade di tipologie contrattuali che i datori di lavoro possono scegliere come se fossero ad un supermarket.

Per noi la stabilizzazione di quel lavoro significa stabilizzare le strutture ed il lavoro pubblico, anche attraverso le stabilizzazioni si determina il mantenimento delle strutture, crediamo sia per questo che il ministro Brunetta ha fatto un punto d’onore il licenziamento del numero maggiore possibile di lavoratrici e lavoratori precari attraverso il ddl 1441.

Le lavoratrici ed i lavoratori del sistema delle Autonomie Locali devono caratterizzare lo sciopero e rendersi visibili nelle manifestazioni, con striscioni, volantinaggi, parlando con i cittadini che quotidianamente si rivolgono ai nostri uffici, ai nostri servizi.

In ogni comune provincia e regione deve partire e si deve far sentire il dissenso verso l’idea di strutture snelle della P.A., idea tanto cara al Governo e ad una certa politica, mentre noi siamo convinti che il welfare si difende con più pubblico.

Infine chiediamo alle lavoratrici e lavoratori dei Consorzi Industriali, Federcasa, Federculture, ecc..di manifestare la loro solidarietà, attraverso prese di posizione con ordini del giorno delle RSU, e una loro visibile presenza nelle piazze.

Il Segretario Nazionale Fp Cgil
Regioni e Autonomie Locali
Antonio Crispi
 
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Regioni e Autonomie Locali

Ugo Gallo

AA.LL. – Pubblico impiego: l'autoritarismo come modello, in questo caso contrattuale – Dichiarazione stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FP CGIL e Ugo Gallo Coordinatore Comparto AA.LL.

 

 
In questi giorni si sta scatenando nei comuni, province e regioni, l’anticipazione dell’inflazione programmata, in base alla legge 185/08 dicono i formatori, consulenti ed i tanti che ruotano intorno al sistema delle Autonomie Locali con lo scopo di fare affari.

La Ragioneria Generale dello Stato si è affannata ad individuare gli importi per le amministrazioni non statali, ed i summenzionati consulenti sono stati ligi ad inviare ai vari uffici del personale le tabelle della ragioneria, sembra quasi un disegno precostituito, ma se questo è, hanno fatto i conti senza l’oste.

L’aspetto che ci interessa affrontare è l’idea di relazioni sindacali che guida il comportamento del Governo: unilateralità ed autoritarismo individuando i meccanismi democratici come una sorta di perdita di tempo; è troppo faticoso convocare il sindacato ed aprire un confronto; è troppo faticoso costruire un contratto vero che migliori l’organizzazione del lavoro, la fruizione dei servizi da parte del cittadino, che valorizzi veramente il lavoro e le professionalità, perché l’obiettivo non è la riforma, ma la destrutturazione del lavoro pubblico e per questa via la costruzione di nuovi monopoli da affidare al privato, magari per quei padroni che pensano ad un modello contrattuale che non garantisce le retribuzioni, i diritti e la prevenzioni dagli infortuni, ma che per fini di lucro persegue la distruzione del clima e dell’ambiente.

Con dispiacere osserviamo che tale punto di vista sia nel merito che nel metodo sia stato assunto anche da amministrazioni governate dal centro sinistra, anche loro solerti ad erogare una mancia di pochi euro che, peraltro, combinati con la tredicesima fanno scattare l’aliquota abbassando maggiormente l’importo netto (con gli arretrati non si arriva a 50 €).

Chiediamo a queste ultime di non rincorrere la destra, ma di impegnarsi affinché si arrivi alla definizione di un contratto vero, in grado di rappresentare un modello alternativo a quello del governo, che a partire dalle realtà locali si sviluppi una cultura fondata sull’universalità dei servizi connessi al welfare, per la difesa dello spazio pubblico inteso come luogo di presidio della legalità, per creare le condizioni per lo sviluppo del territorio, per un’idea di sicurezza basata sulla prevenzione.

Da parte nostra saremo in piazza venerdì 12 dicembre, data che non intendiamo quale conclusione di un percorso, ma per l’avvio di una stagione in cui i corpi sociali intermedi saranno chiamati a garantire le condizioni minime democratiche.

Roma, 10 dicembre 2008

ANALISI DIRETTIVA DEL COMITATO DI SETTORE PER IL COMPARTO

La seconda direttiva del Comitato di Settore per il comparto Regioni e Autonomie Locali, elaborata dopo che il Ministero dell’Economia ha bocciato la precedente, se possibile peggiora ulteriormente il quadro in cui si colloca il rinnovo contrattuale.
La direttiva è accompagnata da una lettera del presidente del Comitato inviata al Presidente della Conferenza delle Regioni, nella quale si pongono in rilievo le pressioni effettuate dal Ministro per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione attraverso l’invio formale di una lettera nella quale si sollecita l’applicazione di quanto previsto in finanziaria e cioè l’erogazione degli incrementi contrattuali.
Si conferma quindi la volontà di ripubblicizzare il rapporto di lavoro, dunque l’annullamento della contrattazione; abbastanza stravagante inoltre la formulazione che, riteniamo, non serva alcun commento, è sufficiente la riproposizione letterale: “…. erogare unilateralmente, sentite le organizzazioni sindacali, gli incrementi contrattuali ….”.
La premessa della direttiva è identica alla prima, nulla è stato modificato, rimane l’impostazione politica secondo la quale si valorizza l’attuale fase e la L.133/08 catalogandola come “..profonda spinta innovatrice..”.
Del memorandum non si fa alcuna menzione, ne letteralmente tanto meno come principio ispirativo, seppure parziale.
Il secondo titolo, quadro economico finanziario, conferma quanto previsto dall’accordo truffa del 30 ottobre 2008 e cioè un aumento per il 2008 pari allo 0,4%, portando tale percentuale al 3,2 nel 2009.
Sul capitolo relativo alla struttura della retribuzione vi è un notevole peggioramento rispetto alla precedente direttiva, sparisce, infatti, l’indicazione seconda la quale l’indennità di comparto, l’indennità delle categorie A e B (€ 64,56), nonché la quota minima della retribuzione di posizione dei titolari di posizione organizzativa debbano rientrare nel trattamento economico fondamentale.
Sulla Progressione Economica Orizzontale (PEO) quanto scritto è assolutamente inaccettabile, sia per motivazioni di merito che di opportunità. Ma iniziamo da cosa scrivono.
Le progressioni dovranno essere indette con cadenza triennale e riguardare il 20% del personale in servizio al 1° gennaio, inoltre un singolo dipendente potrà avere una nuova progressione dopo un congruo numero di anni. Per quanto riguarda il finanziamento si fa riferimento solo a quella parte del fondo stabile già utilizzato per questo istituto, naturalmente la quota parte lasciata libera per effetto di cessazioni; in alternativa specifiche risorse contrattuali stanziate dal contratto nazionale.
Il nostro punto di vista su questo istituto è il seguente:
* Inopportuno. Nell’ultima tornata contrattuale le PEO sono state disciplinate, se ad ogni tornata torniamo su questioni affrontate e risolte mentre si tralasciano molti istituti normativi che hanno bisogno di essere rivisti per migliorare l’organizzazione del lavoro vuol dire che l’impianto del ragionamento è solo di restrizione. La seconda inopportunità è assolutamente dirompente, si prevedono risorse economiche insufficienti ed inoltre si cancella la possibilità di progredire professionalmente.
* Sbagliato. Non possono pensare ad una classificazione di fatto bloccata, se si cancella la possibilità di progredire orizzontalmente le aspettative si riverseranno sulle progressioni verticali, quindi rientrano nel patto di stabilità, per conseguenza si sottopongono alle circolari della ragioneria centrale dello stato, altro che federalismo fiscale.
Per quanto riguarda il finanziamento delle risorse aggiuntive si prevede il meccanismo degli ultimi contratti, cioè gli enti sono ritenuti virtuosi se hanno gli stessi indicatori dello scorso contratto (rapporto entrate correnti spese del personale un incremento del fondo pari a 0,6% sul fisso e 0,9 sul variabile). Qualora nel corso della trattativa fosse emanato il DPCM di cui all’art. 76 della L. 133 la percentuale può aumentare rispettivamente all’1% e all’1,5%, naturalmente solo per quegli enti che rientreranno nei parametri virtuosi ridefiniti per legge. A ciò si aggiunge che in base al nuovo patto di stabilità anche le collaborazioni e le consulenze rientrano nelle spese del personale, inoltre la stessa L. 133 ha fortemente ridotto i trasferimenti al sistema delle Autonomie Locali. Per tutte queste ragioni una tale previsione si tradurrà che solo una piccola percentuale di lavoratrici e lavoratori potranno ricevere questa parte di aumento contrattuale.
Sul capitolo riservato al sistema di valutazione si fa solo aria fritta, non vale la pena spendere parole, le elaborazioni della nostra piattaforma sono sideralmente più avanzate.
Posizioni organizzative. In questo capitolo si fanno delle affermazioni apparentemente positive, cioè che il finanziamento di quest’istituto è a carico dei bilanci degli enti. L’apparenza consiste in più fattori che riassumiamo così:
* Le attuali P.O. continuano ad essere finanziate dal fondo, dunque non c’è nessun incremento dello stesso;
* Non si dice nulla sulle relazioni sindacali per l’attribuzione delle P.O.;
* Si tratta per lo più di una partita di giro perché se i rinnovi contrattuali prevedono incrementi aggiuntivi sono solo per chi raggiunge una determinata percentuale tra spesa del personale e entrate correnti, si rischia che oltre al danno si aggiunge la beffa: non si percepiscono incrementi aggiuntivi e una parte consistente della spesa del personale viene assegnata unilateralmente con l’attribuzione delle P.O.
Risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Per come è scritto sembra più il premio rottamazione, tutto da capire poi cosa si intende che una parte percentuale da stabilire di copertura dell’istituto è a carico dei dipendenti.
Adeguamento delle disposizioni contrattuali. In questo capitolo non si intende aggiornare i tanti istituti contrattuali normativi per far lavorare meglio le persone e risolvere il tanto contenzioso, ma si vuole mettere le mani su alcuni istituti (per la verità solo tre) come se il resto andasse bene. L’intento, neanche a dirlo, è di limitare i diritti delle lavoratrici, dei lavoratori turnisti e quelli in trasferta. Infine, lo inseriamo per ultimo ma solo per dargli maggiore risalto, l’adeguamento della legislazione per quanto riguarda la “flessibilità dei rapporti di lavoro”.
Sezione delle Regioni. E’ l’unico punto in cui si cita il Memorandum.
Sugli autisti degli organi istituzionali, da una prima lettura c’è una interpretazione eccessivamente estensiva del D. Lgs 66/03, relativamente all’orario di lavoro settimanale ed alla somma dell’orario straordinario. Infine viene chiesta una deroga per i riposi giornalieri e le pause che tende ad annullare le 11 ore minime del riposo giornaliero previsto dallo stesso decreto.
Polizza sanitaria integrativa. Qui ogni argomentazione è superflua, si tratta di abbattere, surrettiziamente, il Servizio Sanitario Nazionale e regionale.

p. il Comparto AA.LL
Ugo Gallo
p. la Segreteria
Antonio Crispi

Avvio trattative – Direttiva Comitato di Settore

Venerdì 13 Febbraio il giorno della nostra grande manifestazione, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro Brunetta ha approvato la Direttiva  che pubblichiamo del Comparto Regioni ed Autonomie Locali.

Il nostro pensiero su questa Direttiva lo abbiamo già espresso nell’analisi precedentemente inviata.

 

Lettera unitaria ai Ministri sulla revisione del testo unico sugli enti locali

CGIL FPCISL FPUIL FPL

AL MINISTRO DELL’INTERNO
On. GIULIANO AMATO
AL MINISTRO PER GLI AFFARI REGIONALI
On. LINDA LANZILLOTTA
AL PRESIDENTE DELL’ANCI
Dott. LEONARDO DOMINICI
AL PRESIDENTE DELL’UPI
Dott. FABIO MELILLI

OGGETTO: REVISIONE DEL TESTO UNICO SUGLI ENTI LOCALI

Le scriventi OO.SS. nell’apprendere dalla stampa la posizione del Ministro Lanzillotta in ordine alla urgente necessità di “riscrivere in maniera moderna il Testo Unico delle autonomie locali”, ritengono condivisibile quanto dalla stessa affermato in ordine alla necessità di privilegiare gli interessi del cittadino.
Le scriventi ritengono inoltre che il voler riformare e regolamentare il proliferare delle aziende pubbliche eroganti i servizi nel sistema delle autonomie locali, nonché il sempre più massiccio ricorso, da parte degli EE.LL. alle più svariate e contraddittorie forme di gestione e i relativi modelli contrattuali, sono materia che deve essere oggetto di un confronto preventivo con le OO.SS., per definire il confine tra quanto deve essere gestito dal pubblico, i servizi privatizzabili, affermando comunque la qualità del servizio ed i diritti dei cittadini e dei lavoratori.
In tale ottica si sottolinea che i lavoratori del settore sono i primi ad essere interessati a realizzare elevati livelli di qualità dei servizi della pubblica amministrazione da offrire ai cittadini. Occorre tenere presente che per raggiungere tali obiettivi di qualità la voce principale da attivare è proprio la salvaguardia e la valorizzazione della professionalità degli stessi lavoratori ed un loro adeguato trattamento economico e normativo.
Nell’esprimere unitariamente perplessità per i contenuti di diverse parti dei precedenti testi di ipotesi di riforma diffusi, le scriventi chiedono un confronto sulla riforma del testo unico, e in particolare per discutere, fra l’altro, delle seguenti tematiche:
– politiche del personale: blocco delle assunzioni e precariato;
– definizione del ruolo e dello status dei segretari comunali per offrire elementi di certezza alla categoria;
– coinvolgimento del personale delle amministrazioni locali sulla diffusione della carta d’identità elettronica, con forme di incentivazione economica alla produttività da gestire contrattualmente;
– attuazione di politiche del territorio incentivando forme di servizi associati o in unione di comuni e le relative politiche del personale impiegato;
– politiche scolastiche ed educative;
– norme legislative di coordinamento della Polizia Locale.
Si segnala che la presente nota fa seguito ad altra, trasmessa due mesi fa, rimasta ancora inevasa.

CGIL FP
Crispi
CISL FP
Alia
UIL FPL
Fiordaliso

Roma, 27 luglio 2006

Rinnovo biennio economico 2004-2005 Dirigenza Comparto Regioni – Autonomie Locali.

CGIL FPCISL FPUIL FPL

Al Presidente del Comitato di settore
Comparto Regioni – Autonomie Locali
On Giancarlo Gabbianelli

Le Scriventi OO.SS. rappresentano la necessità di una rapida conclusione della tornata contrattuale 2002-2005 con la sottoscrizione del CCNL relativo al biennio economico 2004-2005 del personale con qualifica dirigenziale dipendente dagli enti del Comparto Regioni – Autonomie Locali.
Considerato che è rimasto l’unico Comparto nella Pubblica Amministrazione, eccetto la categoria dei segretari comunali e provinciali per i quali addirittura si deve ancora chiudere il primo biennio economico ed il quadriennio normativo, privo del CCNL in oggetto, sollecitiamo l’adozione della direttiva necessaria per l’avvio del confronto che ci auspichiamo possa concludersi in tempi brevi.
E’ gradita l’occasione per inviare cordiali saluti.

FP CGIL
Santucci 
CISL FP
Alia
UIL FPL 
Fiordaliso

Roma 23 marzo 2006

AA.LL.: i conflitti fra istituzioni non devono mettere in discussione gli incrementi contrattuali

Pubblichiamo di seguito il testo di una nota unitaria
 
 
Al Presidente del Comitato di Settore Comparto Regioni – Autonomie Locali
Al Presidente dell’ARAN
e.p.c
All’ANCI
All’UPI
Alla Conferenza delle Regioni
All’UNCEM
All’UNIONCAMERE
Al Presidente FENASAP (Ipab)
Al Ministro Affari Regionali
Linda Lanzillotta
Al Ministro Rapporti con il Parlamento e Riforme Istituzionali Vannino Chiti
Al Ministro dell’Interno Giuliano Amato
Al Ministro per le Riforme e Innovazione nella P.A. Luigi Nicolais

Oggetto: I CONFLITTI FRA ISTITUZIONI NON DEVONO METTERE IN DISCUSSIONE GLI INCREMENTI CONTRATTUALI

Le scriventi OO.SS. sono venute a conoscenza che il comitato di settore del comparto Regioni ed Autonomie Locali ha inviato, avviando un percorso anomalo e coinvolgendo altre autorità istituzionali, la direttiva con un incremento economico effettuato con un criterio diverso da quello usato per i 101 euro medi stabiliti dall’accordo del 29 maggio che valgono anche per gli enti locali.

Il motivo del comportamento del comitato di settore, se le nostre informazioni sono esatte, è incomprensibile ed ingiustificabile dato che i contenuti dell’accordo del 29 maggio sono noti a tutti; non vorremmo quindi che incomprensioni tra istituzioni o incapacità della gestione della contrattazione ricadessero sui lavoratori. Gli atteggiamenti provocatori nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori del pubblico impiego hanno ormai raggiunto il limite della sopportazione, soprattutto se tali provocazioni sono lanciate da chi è titolare della potestà organizzatoria, e che spesso usufruisce dei privilegi che tale posizione comporta.

Le scriventi OO.SS. reputano tale atteggiamento gravissimo, dannoso per il lavoro pubblico, indice di una mentalità che scarica sulle lavoratrici ed i lavoratori degli enti locali la fase conflittuale/confusionale che anima il protagonismo delle controparti in un momento di definizione di un nuovo assetto istituzionale (codice delle autonomie, riforma fiscale in senso federale ecc…).
Il perdurare di tale atteggiamento e delle conseguenti interpretazioni economiche riduttive, quando non rimossi entro la conclusione del periodo feriale e prima dell’avvio della trattativa all’ARAN, ci vedrà costretti ad intraprendere tutte le iniziative di lotta sindacale, raccogliendo il diffuso malcontento di tutti i lavoratori del comparto delle autonomie locali, impegnato a garantire la funzionalità del settore ed i servizi alla cittadinanza ed alle istituzioni democratiche e che si vede privato, per un atteggiamento irresponsabile delle controparti, di un rinnovo contrattuale che altro non è che un atto dovuto da parte di chi ha la responsabilità di governare.

FP CGIL Crispi – FP CISL Alia – UIL FPL Fiordaliso

Roma, 2 Agosto 2007

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