CGIL FP MILANO INFORMA:
ORDINE DEL GIORNO ASSEMBLEE 23 FEBBRAIO 2007
La riorganizzazione del Comune di Milano avviata con il mese di Settembre, ha interessato il Corpo della Polizia Locale di Milano, modificandone gli assetti organizzativi, la strutturazione delle sedi di lavoro e la collocazione in termini generali della quasi totalità degli organici.
A distanza di quasi cinque mesi dall’avvio delle operazioni di accorpamento delle sedi dei Comandi -ricordiamo la decisione unilaterale del Comune di ridurre da 15 a 9 le sedi dei comandi di Zona- la situazione presente all’interno di ogni zona appare difficoltosa e in alcuni casi caotica per tutta una serie di motivi.
Oggi, nell’assemblea indetta a seguito delle innumerevoli segnalazioni pervenute alle OO.SS., registriamo che la disponibilità mantenuta dal personale e dalle Organizzazioni Sindacali in ordine al difficile processo di riorganizzazione, non è stata riconosciuta con l’accoglimento delle segnalazioni più importanti avanzate al Comando, a seguito della nostra precedente assemblea e nei lavori del tavolo tecnico avviato per scongiurare il peggioramento delle condizioni lavorative del personale.
Và innanzitutto evidenziato che l’obiettivo dell’avvicinamento dei servizi alla cittadinanza si è rivelato quanto mai irrealizzato.
La chiusura di importanti sedi e l’aumento delle zone di riferimento per ciascun Vigile, ha reso difficoltosa la possibilità per i cittadini di raggiungere le sedi dei Comandi e alquanto lenta la capacità di intervento sul territorio delle unità operative preposte a tale scopo.
Le strutture organizzative ed i centralini telefonici sono appesantiti e resi inoperativi da un approccio confusionario ed improvvisato nella modifica dell’organizzazione del servizio.
Gli accorpamenti di sede, quindi, hanno ampliato il problema della logistica. Ciò , sia per le strutture da adibire a spogliatoi che per gli uffici ed i locali da utilizzarsi per le attività necessarie e funzionali all’interno dei comandi.
Sale vigili inesistenti, spogliatoi inagibili ed affollati, uffici sottodimensionati per la presenza dei Vigili, sportelli inadeguati rappresentano la cruda realtà oggi riguardante la generalità dei servizi e degli appartenenti al CPM.
Per queste motivazioni oggi più che mai è necessario un confronto con l’amministrazione comunale a livello dei responsabili politici.
Nell’incontro tenutosi il giorno 22, appena 12 ore prima delle assemblee odierne, si è svolto un confronto alla presenza del quadro dirigente del CPM- Comandante e vice- in cui le richieste avanzate dalle OO.SS. sono state ancora una volta semplicemente registrate dalle nostre controparti, anche con la condivisione delle motivazioni addotte.
La riunione, però, come evidenziato dalla relazione introduttiva, con grande rammarico, si è conclusa con un impegno generico e non formalizzato su molte vicende e, fatta salva la disponibilità a riconvocare le OO.SS. sui prossimi concorsi per le progressioni verticali per COMM.AGG. e per COMM.Capo, sul resto delle questioni non si è prodotta alcuna significativa soluzione reale e condivisa.
Ricordiamo che prima del confronto del 22 era stata richiesta una disponibilità su alcune questioni dirimenti, al fine di rendere maggiormente sostenibile il processo di riorganizzazione.
Le questioni della logistica inadeguata restano aperte e, la disponibilità degli appartenenti al Corpo resta senza alcuna contropartita rispetto all’adeguamento dei problemi più spinosi.
Né la sistemazione dei Locali di via S.Paolino- per il trasferimento della zona Gratosoglio oggi in via S.Abbondio- o alcune sistemazione degli uffici della zona 1 in xxv aprile risultano risposte sufficienti.
Anche le procedure realizzate per la razionalizzazione del personale a seguito degli accorpamenti degli uffici, non sono state sottoposte al criterio più rigido della matricola ed hanno registrato fortissime anomalie in alcune zone della vigilanza, in alcuni casi violando le prerogative previste per i dirigenti sindacali.
La stessa parametrazione per l’individuazione delle percentuali di personale da utilizzare “all’esterno”, risulta viziata dalla considerazione di alcune casistiche mai interessate all’individuazione dei rapporti numerici (pers. amministrativo, maternità,servizi condizionati temporanei).
Per quanto riguarda il personale amministrativo, và avviato un confronto apposito al fine di definire competenze e ruoli all’interno della nuova strutturazione dei servizi della polizia locale.
Mentre il processo di riorganizzazione avanza imperterrito, le risorse per il progetto Vigili in Strada, ferme da dieci anni, non hanno avuto alcuna considerazione fino alla stessa riunione del 22.
Al problema rappresentato dalle circa 150 domande di mobilità verso altri enti, rimaste senza alcun ascolto da parte del Comune di Milano, l’amministrazione intende rispondere con un bando di mobilità per alcune decine di unità.Tale procedura, così come congegnata, non realizza l’obiettivo della mobilità e crea disequilibri nel funzionamento dei turni.
Occorre procedere alle nuove assunzioni attraverso un nuovo bando di concorso, con procedure snelle e rapide ed utilizzando le nuove possibilità offerte dalla legge finanziaria.
Occorre avviare la trattativa per la distribuzione nei confronti del Corpo delle quote di risorse previste dall’art.208 del codice della strada.
Occorre concludere il percorso delle progressioni orizzontali per quanti non hanno ancora ottenuto tale riconoscimento in base agli accordi sindacali vigenti.
Occorre avviare un processo di nuova formazione del personale e di nuova organizzazione del servizio che riduca, per la tutela della salute degli operatori, l’esposizione agli incroci.
Il Comune di Milano, ha investito diversi milioni di euro per la riorganizzazione dei servizi e per le assunzioni di tanti dirigenti esterni, con modalità che in questi giorni la stampa evidenzia essere messe al vaglio della magistratura contabile e penale.
Va ora riservata una quota di risorse per i dipendenti non dirigenti e all’interno dei servizi della Polizia Locale.
Le organizzazioni sindacali hanno il compito di presidiare costantemente il processo di riorganizzazione anche per evitare il peggioramento delle condizioni lavorative e per mantenere la difesa della dignità degli operatori del Corpo.
Per questi motivi l’assemblea da mandato alla Fp Cgil. di avviare lo stato di agitazione del Corpo della Polizia Locale, investendo della questione il Prefetto di Milano.
Dà mandato alla Fp Cgil di coinvolgere tutte le OO.SS.
Nei prossimi giorni, in concomitanza dell’apertura del confronto sindacale sulla costituzione del nuovo fondo per i dipendenti comunali, occorre predisporre un presidio della Polizia Locale, presso la sede delle risorse umane per ottenere il riconoscimento economico dovuto alla categoria e le nuove procedure concorsuali.
Durante la stessa giornata, individuata adesso per il giorno 13 di Marzo, giorno in cui partirà il confronto sulle risorse per il Contratto Integrativo e per la costruzione del fabbisogno triennale del personale,dovrà essere organizzata una conferenza stampa.
Va altresì prevista, in caso di mancata risposta alle questioni più importanti e dopo una nuova assemblea del personale una giornata di lotta per tutta la categoria.
Approvato all’unanimità dai partecipanti alle due assemblee.
Comunicato stampa
Gli scontri di ieri tra le forze dell’ordine e la comunità cinese della zona di via Paolo Sarpi a Milano sono il frutto dello stato di abbandono di porzioni del territorio cittadino. La politica delle Giunte che si sono succedute in questi ultimi anni ha creato situazioni al limite della vivibilità. Dopo anni di assenza si cerca di riprendere il controllo del territorio con provvedimenti autoritari e aleatori: non si ascoltano i cittadini italiani e stranieri residenti in questa città e si mettono a dura prova i compiti delle lavoratrici e dei lavoratori della Polizia locale e della Polizia di Stato, a cui va la nostra piena solidarietà, così come a tutti gli altri cittadini rimasti feriti con loro.
La stessa maggioranza di centro-destra, che in Regione ha approvato una legge sulla sicurezza urbana che viene definita come sicurezza negoziata e governo del territorio, utilizza in modo strumentale la Polizia Locale, pretendendo dalla stessa l’applicazione dell’ordine “tutto e subito”.
Riteniamo indispensabile che si avvii un attento monitoraggio del territorio e che si apra un tavolo istituzionale di confronto con tutti i soggetti interessati alla soluzione dei problemi: non possiamo accettare che le lavoratrici ed i lavoratori della Polizia locale siano mandati allo sbaraglio. La legalità e la sicurezza sono argomenti seri e l’obiettivo della loro applicazione deve essere ponderatamente perseguito: ogni etnia presente in Italia deve essere portata al rispetto della legalità, ma attraverso percorsi specifici ed articolati che partano dal riconoscimento delle differenze e dall’attuazione di politiche di integrazione. Facciamo appello anche al Prefetto che, in altri casi (pensiamo agli interventi sui luoghi di ritrovo notturno giovanile), ha saputo mostrare un approccio prudente ed articolato ai problemi, evitando, così, non solo danni alle persone, ma soprattutto di aumentare o addirittura creare problemi di ordine pubblico.
Ancora una volta la situazione evidenzia che è attraverso una presenza delle istituzioni che si governano i problemi. La razionalizzazione del Corpo di Polizia Locale che ha comportato la chiusura dei Comandi di Zona è un segnale che indica la volontà dell’Amministrazione Comunale di allontanarsi dai cittadini a partire da quelli che sono sempre stati i punti di riferimento della popolazione. Anziché usare artifici contabili spostando ingenti fondi tra i vari capitoli di bilancio dei Servizi Locali, con una riduzione delle risorse per lo stato sociale e la sicurezza dei cittadini, il Sindaco Moratti dovrebbe dare più concretezza ai propri proclami istituendo anche a Milano (come in altre città lombarde, tra le quali Brescia e Cremona) un tavolo intersettoriale sulla sicurezza urbana che (sempre in ossequio a quella legge regionale approvata da un’identica maggioranza di centro-destra) veda collaborare tutti quei soggetti che, a diverso titolo, fanno sicurezza governando insieme il territorio ed il suo sviluppo.
Segr. FP CGIL Lombardia
Vito Romito
Segr. FP CGIL Milano
Adriano Sgrò
Coord. Reg. FP CGIL Polizia Locale
Roberto Citterio
Milano, 13 aprile 2007
Nella giornata di domenica notte abbiamo dovuto registrare il ripetersi di un atto intimidatorio nei confronti della Polizia Municipale di Torino, che solo per un evento fortuito non ha provocato danni alle persone.
Fatto gravissimo, che al di là delle indagini specifiche della Magistratura, deve vederci mobilitati a sostegno del ruolo della Polizia Municipale quale elemento di garanzia democratica nella civile convivenza.
Ai lavoratori va la nostra totale solidarietà e l’impegno a utilizzare tutti i percorsi che le norme consentono per realizzare le aspettative di questo fondamentale servizio pubblico, in materia ordinamentale, contrattuale e professionale.
La FP nazionale da la propria totale disponibilità a partecipare ad iniziative di mobilitazione e di confronto a dimostrazione che non saranno questi seppur gravissimi atti intimidatori a farci recedere dal valorizzare questo importante servizio pubblico, gli addetti e la legalità quale collante del vivere comune.
Il Segretario Nazionale
Antonio Crispi
Il Coordinatore Nazionale Polizia Locale
Martinelli Gennaro
Roma, 21 maggio 2007
A FISU, CGIL FP, CISL FPS, UIL FPL, SULPM, ANVU,
ANCUPM, MARCO POLO,GRUPPO DEI 13
Abbiamo con attenzione esaminato il documento inviatoci dal Forum italiano, per la sicurezza urbana, relativamente alla Manifestazione Nazionale prevista in Roma il prossimo 5 ottobre, rilevando delle discrasie che riteniamo giusto e costruttivo sottolineare.
In particolare, come già in precedenza sottolineato nell’incontro avuto in preparazione dell’iniziativa, l’importanza del tema trattato e la necessità dover di condividere con una molteplicità di altre associazioni una linea d’indirizzo programmatico e politico, rendono indispensabile che i contenuti e l’obiettivo strategico dell’iniziativa siano chiaramente espressi.
Quanto sopra anche per il dovuto rispetto alle legittime diverse posizioni che le altre associazioni esprimono e soprattutto per la trasparenza che ci è fatto obbligo di avere con i lavoratori, i cittadini e le istituzioni che parteciperanno.
In particolare, la genericità dell’impostazione non aiuta a rimuovere possibili equivoci e, pertanto, ribadiamo la necessità che emerga quale obiettivo l’approvazione da parte del Parlamento della proposta ANCI-UPI-REGIONI o comunque di questa con eventuali modifiche che non ne snaturino l’impianto e l’impostazione.
Il problema non è, quindi, dare organicità ad esperienze quali i patti territoriali che rappresentano spesso una distorsione della centenaria professionalità della Polizia Locale e dell’autonomia degli Enti, ma ottenere finalmente un assetto legislativo che costruisca un identità nazionale (chiarezza di compiti e funzioni, percorsi professionali, tutele, ecc) che ne confermi e valorizzi la peculiarità professionale nell’ambito delle politiche integrate di sicurezza urbana.
Sarebbe spiacevole per tutti ed in particolare per la valenza stessa dell’iniziativa, scoprire che i quattro obiettivi così come descritti sono vissuti ed interpretati dai soggetti promotori in maniera diametralmente opposta.
Per quanto su esposto, rimaniamo assolutamente convinti della importanza di dare corso all’iniziativa ma, vogliamo procedere con chiarezza nel rispetto di tutti.
p. il Coordinamento Nazionale
G. Martinelli
p. la Segreteria Fp Cgil
A. Crispi
Roma 19 Giugno 2007
In questi giorni è calendarizzata la ripresa del confronto in Commissione Affari Costituzionali, sulla Riforma della Polizia Locale a partire dai testi sinora depositati in Parlamento.
Un iter a tutti già noto poiché insieme lo abbiamo percorso nelle legislature passate, senza che alla fine sia stato però possibile ottenere quel nuovo assetto giuridico capace di valorizzare il ruolo e la professionalità della Polizia Locale, migliorandone la qualità del servizio reso ai cittadini e le tutele per gli addetti.
La FPCGIL ha sin dall’inizio di questa legislatura posto con forza il tema della riforma, sostenendolo con la mobilitazione dei lavoratori e continue iniziative sull’intero territorio nazionale.
Siamo ancora oggi più convinti che sia la capacità del sindacato di mobilitarsi a sostegno della riforma la strada da seguire, in particolare rispetto ad un aggravarsi delle condizioni di lavoro degli addetti, un depotenziamento della peculiarità professionale ed una sicurezza fai da te introdotta dai patti che si stanno sottoscrivendo in giro per l’Italia.
Per questo, riteniamo importante che si torni a parlare di Polizia Locale in Commissione Parlamentare dove è depositata l’ipotesi di Riforma elaborata da ANCI-UPI-Conferenza delle Regioni, ma è solo uno sprone a proseguire nell’azione sindacale sin qui intrapresa.
Roma, 2 Luglio 2007
Nella giornata di venerdì 5 ottobre si è tenuta, in un aula magna della facoltà di lettere della università di Roma tre affollata di appartenenti alla Polizia Locale, l’importante iniziativa di sostegno alla proposta ANCI – UPI – Regioni di riforma della legge 65/86.
Un’iniziativa che ha visto la partecipazione convinta della FPCGIL sia in sede di organizzazione che di partecipazione, testimoniata dall’attenta e numerosa presenza di delegazioni da tutte le regioni italiane.
Un percorso coerente, testimoniato dall’ intervento del Segretario Nazionale Crispi, che ricerca la massima unità possibile sui temi che caratterizzano la su citata proposta depositata in Parlamento a partire da:autonomia dei Corpi; valorizzazione del ruolo specifico della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana; equiparazione previdenziale, assistenziale ed infortunistica con le forze di polizia ad ordinamento statale; ecc.
Il documento finale votato all’unanimità testimonia ancora una volta la rispondenza con le istanze dei lavoratori della politica adottata dalla FPCGIL per questo fondamentale servizio pubblico.
Una coerenza che è riscontrabile nell’intero contenuto del testo e raffrontabile con tutti i documenti che la FP ed il Coordinamento Nazionale della Polizia Locale hanno prodotto in tutti questi anni.
Di certo, non pensiamo che quella di venerdì sia il termine di un percorso ma solo una tappa importante. La mobilitazione per una Legge di Riforma coerente con l’evoluzione che ha caratterizzato la Polizia Locale in questo decennio, che tuteli i lavoratori del settore oggi sopraesposti, ne riconosca la professionalità anche attraverso una indennità di polizia locale riformulata e finanziata, chiarisca compiti, funzioni, strumenti operativi, percorsi di formazione ecc, proseguirà e ci vedrà ancora protagonisti sempre più convinti e determinati.
La sicurezza delle persone, i loro diritti di libertà, la civile convivenza passano anche attraverso un servizio di Polizia Locale efficiente e funzionale.
Per questo, a breve sarà convocato il Coordinamento Nazionale della Polizia Locale e dato corso all’assetto organizzativo deciso nell’ ultima riunione.
P. la Segreteria Fp Cgil
Antonio Crispi
Il coordinatore Polizia Locale
Gennaro Martinelli
Il Coordinamento Regionale Polizia Locale Emilia Romagna imposta le nuove iniziative a sostegno del ruolo della Polizia Locale e dei diritti degli addetti.
Il Coordinamento Provinciale di Reggio Emilia contribuisce alla discussione con un articolato documento.
La passata campagna elettorale è stata contraddistinta da alcuni temi specifici, che hanno visto forze politiche tra loro diverse rincorrersi nel sottolinearne la priorità nella loro futura agenda di governo.
Tra questi il ridotto potere d’acquisto dei salari, la riduzione del carico fiscale, la sicurezza delle città, la lotta ai “fannulloni”.
La scelta fatta dalle attuali forze politiche di opposizione di inseguire l’impostazione determinata dal centrodestra, ha ottenuto il risultato che oggi questi temi vengono affrontati con una sorta di “pensiero unico”, sostenuto da una incessante campagna mediatica.
E’, quindi, sempre più importante ragionare dell’impostazione politica scelta dalla maggioranza di governo, valutando nel merito i provvedimenti adottati e l’obiettivo che essi vogliono traguardare.
Sul problema salariale non s’intravede alcun segnale che affronti il continuo peggioramento delle condizioni di vita delle persone, sul fisco siamo ancora ai proclami e sulla pubblica amministrazione solo tagli indiscriminati, depotenziamento degli organici, processi di privatizzazione, attacco al ruolo del sindacato e nemmeno un euro per i rinnovi contrattuali.
Sul tema della sicurezza, occorre ora esaminare quanto approvato ieri dalla maggioranza al Senato e che da un idea sempre più concreta delle linee sulle quali avanza il governo rispetto al ruolo della Polizia Locale.
All’art. 7 si demanda al Governo di definire le modalità di collaborazione tra le Forze di Polizia Statali e la Polizia Locale, attraverso i piani coordinati di controllo del territorio previsti dalla legge 26 marzo 2001 n° 128.
Sarà un Decreto del Ministero dell’Interno, da emanare in tre mesi, a definire le modalità di raccordo e le procedure operative.
Tutto ciò lascia presagire, sempre più, un allontanamento della Polizia Locale dalla sua specifica professionalità ed un suo declassamento ad un ruolo complementare delle Forze di Polizia ad ordinamento statale, dalle quali si finisce per raccogliere compiti residuali o non attinenti alla specifica operatività della Polizia Locale.
In pratica, invece di avere dei sindaci o presidenti di provincia che si preoccupano di avere una polizia locale (municipale o provinciale) capace di erogare un servizio di qualità a garanzia della sicurezza urbana, della vivibilità e legalità nelle materie specifiche che ne caratterizzano la professionalità, avremo una rincorsa a snaturarne il ruolo.
Si parla di decentramento e federalismo per poi fare l’inverso, con il risultato di depotenziare gli interventi che la Polizia Locale sa e può fare in quei settori dove spesso s’annida in maniera infida la criminalità organizzata (abusi edilizi, contraffazione commerciale, reati ambientali) o dove le città si rendono invivibili (viabilità, contrasto alla guida in stato d’ebbrezza, controllo sui prodotti, ecc)
La Polizia Locale non è un servizio di serie B, svolge un ruolo determinante per le nostre città che deve essere valorizzato attraverso una coerente legge nazionale, che ne identifichi i compiti sull’intero territorio nazionale, valorizzandone la professionalità e garantendo tutele.
Da questo deve discendere un’organizzazione del lavoro che dia operatività piena al servizio offerto ai cittadini, anche attraverso idonei mezzi e strutture.
Nel rispetto di questo ruolo ed in pari dignità, deve avvenire il necessario ed indispensabile coordinamento con le forze di polizia statali.
Non esiste competizione, ne duplicazione di ruoli, ma solo la necessità che strutture diverse ( per ruolo e competenze) si coordinino nell’interesse delle persone.
Non abbiamo mai partecipato a sterili referendum su armi ed altri accessori, la nostra preoccupazione è sempre stata la difesa del ruolo della polizia locale e su questo ci misureremo con altre forze sociali, partiti ed istituzioni in una grande manifestazione nazionale.
In data odierna si ë tenuto presso la sede della FP toscana la riunione del Coordinamento Regionale della Polizia Locale.
Un ampio dibattito aperto dal Seg. Gen. Reg. FP Andrea Brachi che ha posto, tra l’altro, i temi relativi alle pesanti e negative ricadute sulla PL e sui cittadini delle politiche adottate nel campo della sicurezza. Gli effetti sono un progressivo depotenziamento della Polizia Locale, la sovraesposizione degli addetti, ronde di vario genere istituzionalizzate, l’esercito in compiti di polizia e quest ultima soggetta a tagli inaccettabili.
La stessa ipotesi regolamentare della Regione Toscana in materia di Polizia Locale, presenta questioni che vanno al di la della tipologia dei distintivi di grado. Rimangono inevase le principali domande sul ruolo ed i compiti che questo importante servizio pubblico deve garantire ai cittadini e per lo svolgimento dei quali dotarli di questa o altra strumentazione. Giubotti antiproiettili, zainetti tattici, anfibi e tute mimetiche vorremmo capire per qualoi attivitâ andranno utilizzate.
Attraverso corrette relazioni sindacali sarebbe possibile discutere ed evitare che si debba mobilitarsi perennemente in difesa del valore pubblico della sicurezza e della professionalitä degli addetti a Pisa piuttosto che a Viareggio o Firenze. Lo stesso dicasi su l’istituzione di distintivi di grado che violano la norma contrattuale o creano spaccature tra gli addetti, in un momento ove l’unitä dei lavoratori é basilare per fronteggiare gli attacchi al lavoro pubblico ed ai diritti delle persone. Sull’intera tematica si svolto il dibattito che ha visto l’intervento di molti territori, sino ad affrontare in dettaglio tutte le questioni poste dalla ipotesi di regolamento.
Al dibattito ha partecipato il Coordinatore Nazionale dellla Polizia Locale che ha ripreso i temi affrontati a partire dalla situazione nazionale generale e nello specifico della Polizia Locale. Al termine su proposta del Seg. Gen. FP Toscana ë stato costituito un gruppo ristretto per formulare in tempi rapidissimi le nostre proposte sull’ipotesi regolamentare.
Roma, 19 novembre 2008
FP CGIL NAZIONALE
Gennaro Martinelli
In data 28 novembre si è riunito a Roma presso la Funzione Pubblica, l’esecutivo del Coordinamento Nazionale Polizia Locale per dare attuazione alle decisioni assunte da quest’ultimo circa le iniziative da intraprendere: a sostegno di un nuovo assetto giuridico, per la valorizzazione del ruolo della Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana nonché a tutela degli stessi addetti.
La discussione si è aperta con la relazione del coordinatore nazionale, che nel sottolineare il difficile momento complessivo, l’attacco al lavoro pubblico e la pesante crisi economica i cui effetti sono drammaticamente presenti sul salario delle persone, ha evidenziato l’assoluta necessità di strutturarsi ancora più capillarmente sul territorio, dar voce a tutti i delegati, attivare iniziative che coinvolgano la discussione sui temi della sicurezza e del ruolo della Polizia Locale , infine rilanciare il tema della Legge di Riforma, dell’organizzazione del lavoro, della formazione professionale.
Ha fatto seguito un ampio e concreto dibattito cui hanno partecipato i responsabili della P.L. della Lombardia, Calabria Emilia e Lazio, che hanno evidenziato le complesse e variegate situazioni esistenti sul territorio e l’insostenibilità di una politica fai-da-te, che su temi come quello della legalità e della sicurezza sta producendo effetti nefasti.
Non ultimo le spinte di amministratori sceriffi che si dotano di nuclei d’elite con specializzazioni e nomi vari, stanno producendo ulteriori e pericolosi guasti.
Ha concluso i lavori il Segretario Nazionale Antonio Crispi che, nell’esporre le tematiche inerenti la situazione nazionale e lo stato d’avanzamento delle piattaforme per le Autonomie Locali, si è poi focalizzato sui temi politici inerenti la P.L., partendo dal patrimonio di idee e dall’impostazione della FP , analizzando il depotenziamento in atto del ruolo e degli organici e, quindi, l’urgenza di definire concrete iniziative (a partire da un confronto pubblico che coinvolga maggioranza ed opposizione parlamentare, anci, upi e regioni) a sostegno di una riforma della P.L. con interventi che valorizzino la professionalità, la specifica indennità di funzione, il ruolo, l’autonomia dalla politica e le tutele in materia di assistenza previdenza e infortunistica.
La riunione si è conclusa con l’individuazione di alcuni percorsi operativi sia sull’organizzazione che in tutti gli altri temi discussi e per i quali a breve ci saranno ulteriori riunioni, con l’elaborazione di proposte e documenti che saranno rappresentati e discussi all’interno del Coordinamento Nazionale.
Mercoledì 08 novembre 2006 si è svolto a Cuneo un convegno sulla Polizia Municipale organizzato dalla Segreteria CGIL FP provinciale di Cuneo e dal Coordinamento provinciale Polizia Municipale CGIL FP dal titolo:
La Polizia Municipale – quale Futuro?
Incontro-Confronto su:
sicurezza della città, previdenza integrativa (art. 208 c.d.s.), riforma legge quadro, nuove forme di gestione, inquadramento professionale e coordinamento provinciale
con la partecipazione dei seguenti relatori:
Stefano Bellezza(Dirigente Regione Piemonte Polizia Locale)
Ezio Longo (Coordinatore regionale Polizia Municipale FP CGIL)
Marco Odasso(Comandante Polizia Municipale Unione Fossanese e Terre di Pianura)
Gennaro Martinelli(Coordinatore nazionale Polizia Municipale FP CGIL)
Ha presieduto i lavori:
Walter Biancotto (Coordinatore provinciale Polizia Municipale FP CGIL)
L’incontro ha visto la partecipazione della Camera del lavoro di Cuneo, delle segreterie provinciali di CISL FP e UIL FPL, dei Sindaci, dei Comandanti e di oltre un centinaio di operatori di Polizia Municipale della Provincia di Cuneo.
Dai lavori de convegno sono emerse alcune necessità ormai non più prorogabili, in particolare:
Una nuova legge nazionale che chiarisca ruoli compiti e funzioni della Polizia Locale che sempre più si trova a svolgere compiti, sul territorio, propri di altre forze di polizia tralasciando i propri compiti specifici di polizia amministrativa. Una legge che impedisca l’attuale confusione che consente agli amministratori locali di “interpretare” il ruolo da fare svolgere alla Polizia Municipale a seconda delle richieste del cittadino/elettore.
Una riforma dell’attuale Legge Regionale, in particolare in materia di segni distintivi di grado, che recepisca quanto previsto dal CCNL, e cioè che la categoria C è degli agenti e che gli addetti al coordinamento e controllo devono trovare collocazione nella D.
Una maggiore spinta verso le forme associative, in particolare le Unioni di Comuni, che attraverso la creazione di nuovi Enti Locali, con compiti prettamente di Polizia Locale, consentono di sopperire alle croniche carenze di organico delle Polizie Municipali e di avere un’organizzazione dei servizi più mirata al miglioramento del controllo del territorio ed alle esigenze degli stessi operatori di Polizia.
Il convegno ha quindi visto non solo un’ottima partecipazione, ma gli argomenti trattati hanno ricevuto una piena condivisione dei presenti consentendo di lanciare proposte concrete che speriamo trovino al più presto attuazione.
Cuneo 8 Novembre 2006
In data 18 Ottobre 2006, si è tenuto presso la sede Regionale della F.P. CGIL, l’attivo delle Polizie Provinciali della Toscana. La riunione, convocata dal Segretario Regionale della F.P. Andrea Brachi e che ha visto la partecipazione di diversi Segretari Provinciali e del Coordinatore Nazionale della Polizia Locale della F.P. CGIL, Gennaro Martinelli., è stata positivamente partecipata ed incentrata sui temi di maggiore ricaduta sulla qualità della vita lavorativa degli agenti e sulla qualità dei servizi offerti ai cittadini.
L’introduzione del Segretario Regionale ha evidenziato i punti di maggiore criticità esistenti sia in termini di carenze operative, funzionali e di tutele connesse alla mancata riforma della legge 65/86, che in rapporto all’organizzazione del lavoro cui soggiacciono le diverse Polizie Provinciali della Toscana.
La relazione introduttiva ha poi segnalato il ruolo centrale rivestito dalla Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana e la peculiarità rivestita dalla Polizia Provinciale quale soggetto che sinergicamente e pariteticamente alle Polizie Municipali garantisce la tutela della legalità e vivibilità dei territori.
Il Coordinatore Nazionale della Polizia Locale ha proseguito nell’analisi dei temi introdotti nella discussione con particolare riferimento alla modifica della Legge 65/86, fattore indispensabile per impedire la deriva cui oggi la Polizia Locale è soggetta con una inaccettabile sovraesposizione dei suoi addetti..
Sono poi seguiti molti interventi dalla platea, che hanno dato un importante contributo alla discussione e posto in evidenza specifiche tematiche, quali le dicotomie operative connesse all’utilizzo improprio del volontariato a partire dalle divise indossate dalle G.A.V. che in alcuni casi sono uguali a quelle della Polizia Provinciale, contrariamente a quanto stabilito dalla la Legge 12/06 della Regione Toscana.
Dagli interventi è risultato inoltre che in alcune Province viene impiegato il personale anche in servizi che mascherano un impiego in compiti di ordine pubblico di altrui pertinenza. Per questi e altri motivi è stato richiesto che la FPCGIL si faccia carico anche attraverso le sedi Territoriali d’impedire che il lavoro, la professionalità, la capacità operativa ed investigativa degli addetti sia svilita e depotenziata.
E’ stato richiesto, inoltre, al Regionale di porre particolare attenzione alle pesanti ricadute sulla funzionalità dei servizi che potrebbe avere a proposta di modifica al regolamento sul volontariato, presentato dalle stesse associazioni di volontariato alla Regione Toscana.
Dopo un ampio dibattito, ha ripreso la parola il Segretario Regionale Brachi per le conclusioni. Nell’intervento Brachi ha manifestato soddisfazione per l’iniziativa, prendendo l’impegno di far ripartire un coordinamento Regionale sulla Polizia Locale, affinché si abbia uno strumento sindacale in più per sostenere le istanze degli addetti alle Polizie Locali della Toscana, lo stesso Brachi pur ribadendo l’importanza del volontariato e la delicatezza dell’argomento si è detto disponibile per vigilare su una corretta applicazione della Legge Regionale, affinché la Vigilanza Volontaria non sia utilizzata dalle Province in sostituzione della Polizia Provinciale.
La mattinata è terminata con Martinelli, che ha ribadito l’impegno della F:P: Nazionale, come già avvenuto nel passato, ricordando le numerose conquiste ottenute nel Contratto Nazionale per la categoria, e confermando l’impegno nel continuare e rafforzare il Coordinamento Nazionale della Polizia Locale, ricordando che la FP CGIL è il sindacato più rappresentativo della Polizia Locale e che va rafforzato cercando di contrastare spinte populistiche e devastanti oggi presenti a diversi livelli.
Firenze, 23 Ottobre 2006