La crisi profonda che attraversa attualmente la sanità pubblica, in preda a carenze di risorse umane ed economiche, spinge le Organizzazioni sindacali della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria a fare fronte comune chiedendo alle forze politiche impegnate nella campagna elettorale un chiaro impegno in difesa del loro lavoro e del loro ruolo a garanzia di un diritto costituzionale dei cittadini.

A seguire il ‘Manifesto per la nuova Sanità’ dell’intersindacale costituita dai Sindacati della Dirigenza Medica, Veterinaria e Sanitaria del SSN: ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED (ANPO, ASCOTI, CIMO, FESMED) – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA – CISL MEDICI.

MANIFESTO PER LA NUOVA SANITÀ

Le Organizzazioni sindacali, in rappresentanza di 120.000 medici, veterinari e sanitari dipendenti chiedono alle forze politiche di impegnarsi in difesa del Servizio Sanitario pubblico e nazionale, del ruolo dei medici e dei dirigenti sanitari al suo interno, del valore del suo capitale umano.

Il ridimensionamento dell’intervento pubblico, la china avviata verso la privatizzazione, la carenza strutturale di medici specialisti, il peggioramento delle loro condizioni di lavoro, le fughe verso la quiescenza e lidi professionali diversi dalla dipendenza pubblica, mettono a rischio la sopravvivenza del servizio sanitario a 45 anni dalla sua nascita.

Esiste un’emergenza ospedali – con Pronto soccorso allo stremo, liste d’attesa infinite ed un continuo ricorso alle soluzioni estemporanee più fantasiose per tappare le falle di una nave che sta affondando -, ed esiste un’emergenza territorio, che la riforma finanziata con i fondi del PNRR rischia di non riuscire a risolvere, in assenza di ulteriori investimenti a regime. Emergenze che tuttavia stentano a comparire tra gli interventi prioritari promessi dai partiti politici nella campagna elettorale in corso.
Eppure, la tempesta della pandemia Covid-19 è stata perfetta, non risparmiando nessuna delle fragilità del nostro SSN e del nostro sistema Paese. Ha retto, almeno in una prima fase, la cultura civile delle comunità ed il lavoro di quanti sono rimasti, in primis medici e professionisti sanitari, in quelle trincee che non potevano essere abbandonate, pagando prezzi durissimi.

Il virus ha funzionato da acceleratore di fenomeni esistenti cambiando radicalmente, e forse definitivamente, lo scenario in cui ci muoviamo.

Oggi emerge la necessità di ricostruire un ambiente politico, sociale e culturale nel quale la tutela della salute come di tutto il sistema di welfare siano considerati fattori di produzione di ricchezza collettiva, nella misura in cui lo stato di salute e di benessere fisico e psichico di una popolazione correlano direttamente con lo sviluppo sociale e culturale di un Paese. Senza tacere gli effetti sull’economia, per la mole di Pil che tutto ciò che ruota intorno al mondo della salute muove in settori strategici e avanzati del nostro sistema produttivo (farmaci, device, ricerca, biotecnologie, robotica, digitalizzazione, etc). Possiamo dire, senza timore di essere smentiti, che la cattiva tutela della salute di una comunità ne pregiudica lo sviluppo, in termini civili ed economici.

La sanità pubblica, equa, solidale e universalistica produce e non consuma ricchezza. La ricostruzione economica e sociale post Covid-19, tra crisi energetica e conseguenze della guerra in Europa, non deve farla slittare in basso nell’agenda delle priorità, considerandola un oneroso capitolo di spesa del bilancio pubblico, a dispetto della sua mission di presidio di diritti fondamentali di ciascuno e di tutti.

I dati dimostrano che l’Italia è fanalino di coda per quanto riguarda la spesa sanitaria in Europa, per valori pro-capite a parità di potere d’acquisto (nel 2019 pari a 2.473 euro, a fronte di una media Ocse di 2.572 euro) con un gap vertiginoso rispetto a Paesi di riferimento come Francia e Germania. Per quanto riguarda la percentuale sul Pil, l’Italia si pone invece leggermente sopra la media Ocse con una percentuale complessiva di 6,6%, lontana mille miglia da Germania (11,7% del suo Pil) e Francia (11,2%).

Dopo la pandemia niente è cambiato. Continua la fuga dei medici dagli ospedali, continua la sofferenza del personale medico e sanitario, continua la sofferenza dei pazienti che non trovano risposte alle richieste di cure in un sistema vicino al collasso, senza differenze di latitudine.

Le Organizzazioni sindacali della Dirigenza Medica e Sanitaria ritengono che siamo di fronte a un processo di consunzione della sanità pubblica, certificata dalla crisi dei Pronto Soccorso affollati di pazienti e deserti di medici, alla quale serve un approccio di sistema che riconosca la medicina di prossimità e quella ospedaliera come due facce della stessa medaglia e un sostanziale cambio di paradigma culturale, politico e organizzativo per invertire le curve di caduta della qualità e del consenso sociale.

La sostenibilità del servizio sanitario passa per la valorizzazione, l’autonomia e la responsabilità dei suoi professionisti. Perché parlare di sanità significa parlare di lavoro in sanità e parlare di lavoro significa parlare di capitale umano.
È questo il passaggio necessario per chiunque abbia a cuore il presente e il futuro della più grande infrastruttura civile e sociale che questo Paese abbia costruito.

Per i medici, i veterinari e i dirigenti sanitari del SSN, tramontata la retorica, occorrono nuove risorse a loro dedicate, a partire dalla prossima Legge di Bilancio, e interventi legislativi che valorizzino il loro ruolo, finalizzati a:
1. superare la politica dei tetti di spesa al personale; attuare forti politiche di assunzioni che recuperino i tagli del passato, escludendo il precariato, eterno e non contrattualizzato, come ci chiede la stessa UE;
2. migliorare le condizioni del lavoro nel SSN in un sistema che privilegi i valori professionali rispetto a quelli economicistici e aziendali;
3. riportare all’interno dell’inquadramento professionale del CCNL della Dirigenza del SSN il reclutamento di personale medico e sanitario, che negli ultimi anni sta subendo una inaccettabile e regressiva sostituzione con prestazioni privatistiche acquistate a cottimo, con una distorsione evidente del mercato del lavoro;
4. riformare lo stato giuridico della dirigenza medica e sanitaria, nel segno della dirigenza “speciale” delineato dall’articolo 15 del D.lgs 229/99 rafforzandone l’autonomia sia sotto il profilo professionale che gestionale, valorizzando la peculiarità della funzione svolta a tutela di un diritto costituzionale, anche attraverso forme di partecipazione ai modelli operativi;
5. aumentare le retribuzioni, detassando gli incrementi contrattuali e il salario accessorio, come già avviene nella sanità privata e in alcune categorie del pubblico impiego come gli insegnanti; prevedere per il rischio contagio una apposita indennità; abrogare il famigerato art. 23, comma 2 del decreto 75/2017, cosiddetto “Madia”, che pone un tetto al salario accessorio;
6. introdurre il contratto di formazione lavoro per i medici specializzandi (che si ricorda essere medici e sanitari già abilitati ad un esercizio professionale inquadrabile in un ruolo lavorativo dirigenziale e non studenti) e avviare un processo di riforma della formazione post-laurea, divenuta vera emergenza nazionale;
7. completare la legge sulla responsabilità professionale con il passaggio ad un sistema “no fault” sul modello europeo, superando l’eccezionalità dello “scudo Covid”;
8. rispettare la tempistica e la esigibilità a livello periferico del CCNL cambiando l’impianto della indennità di vacanza contrattuale.

ANAAO ASSOMED – CIMO-FESMED (ANPO, ASCOTI, CIMO, FESMED) – AAROI-EMAC – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA – CISL MEDICI

Alla Sala Stampa di Montecitorio ore 10, al centro gravi condizioni del Corpo

‘Quale futuro per i Vigili del Fuoco?’. Mercoledì 7 settembre Fp Cgil Vvf, Fns Cisl e Confsal Vvf terranno una conferenza stampa a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, a Palazzo Montecitorio in via della Missione 4, alle ore 10 per denunciare le gravi condizioni di lavoro in cui versano i Vigili del Fuoco e per rivendicare interventi urgenti sul fronte assunzioni, contratto, previdenza e salute.

Alla conferenza stampa interverranno i rappresentanti nazionali delle tre sigle sindacali: Mauro Giulianella (Fp Cgil Vvf), Massimo Vespia (Fns Cisl) e Franco Giancarlo (Confsal Vvf). Sono stati invitati a partecipare, inoltre, i capigruppo di Camera e Senato, con i responsabili politici del comparto Sicurezza e Soccorso, il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga, il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, il presidente del fondo pensione Perseo Sirio, Wladimiro Boccali, il direttore generale dell’Inail, Andrea Tardiola, il presidente del comitato idonei Vvf 250, Luca Napoli, e un rappresentate del comitato dei discontinui dei Vigili del Fuoco. Appuntamento a Roma, quindi, il 7 settembre presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati alle ore 10.

Grazie alle nostre lotte lo Smart Working non è né una disposizione emergenziale né un favore ma un diritto per tutte le lavoratrici e lavoratori della Pubblica amministrazione
Se nella tua amministrazione non hai riscontro della corretta applicazione contatta la sede della Fp Cgil a te più vicina!
Scarica il volantino: https://bit.ly/3Qcl2Zk

“Finanziare con la tassazione degli extraprofitti, come chiede la Cgil, anche le spese sostenute dallo Stato, dalle Regioni e dagli Enti Locali perché siano garantiti i servizi pubblici ai cittadini”. A chiederlo è la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, che aggiunge: “Si discute in queste ore degli effetti sulle famiglie e sulle imprese dei rincari bollette e dell’aumento dell’inflazione, ma bisogna occuparsi anche dell’aggravio che queste voci hanno sui bilanci delle amministrazioni pubbliche. La soluzione non può essere ridurre i servizi, spegnere l’illuminazione o un’altra drastica misura che le amministrazioni dovranno trovare per far fronte all’emergenza e che peserà sui cittadini”.

Come Fp Cgil, aggiunge la dirigente sindacale, “siamo particolarmente preoccupati per il sistema sanitario: non si possono mettere ancora più in affanno i bilanci delle aziende, già oggi senza rimborso delle spese covid, e in difficoltà sul fronte assunzioni e sul riconoscimento della produttività agli operatori sanitari. La sanità continua ad essere una priorità: i partiti anziché polemizzare sulla gestione della pandemia, che abbiamo alle spalle grazie soprattutto al sacrificio degli operatori sanitari, dovrebbero occuparsi in queste ore dell’emergenza vera che è quella di dare più risorse al sistema. E non ci dicano che ci sono i fondi del Pnrr, quella non è spesa per il personale e quindi il problema carenza di personale c’è ed è serio e va affrontato in modo adeguato”.

Inoltre, continua Sorrentino, “in queste ore riapre la scuola dell’infanzia e riparte tutto il settore 0/6 dei servizi educativi ed è urgente mettere in sicurezza questi servizi e la garanzia di continuità. Così come, sempre in queste ore, le persone non autosufficienti e le loro famiglie sono ancor di più in difficoltà nell’affrontare questa condizione di fragilità sociale, se venisse meno anche il rafforzamento delle reti pubbliche e dei sostegni straordinari ci sarebbe non solo una grave emergenza sociale ma anche una profonda ingiustizia”.

Per Sorrentino, ancora, “mai come adesso lo Smart working, come disciplinato nei nuovi Contratti pubblici, è una giusta e utile risposta organizzativa. È assurdo che alcuni dirigenti pubblici, che evidentemente non hanno neanche letto il Contratto Nazionale che loro stessi dovrebbero applicare, ne disattendano l’applicazione. Noi faremo ovunque vertenze per garantire che siano rispettati i diritti delle lavoratrici e lavoratori”.

Per queste ragioni, quindi, rivendica la segretaria generale della Fp Cgil, “il Governo deve dare una risposta concreta al sistema pubblico e deve farlo adesso. Le persone pagano questa crisi due volte: in termini di peggioramento delle condizioni personali e di quelle collettive se i servizi pubblici si riducono. Persone, lavoro e servizi pubblici sono scomparsi dalla campagna elettorale. Non ci sono le condizioni economiche e sociali per aspettare la fine della campagna elettorale, le misure per garantire la tenuta dei servizi pubblici vanno assunte con urgenza”, conclude Sorrentino.

La scrivente Federazione sindacale ritiene necessario ed opportuno evidenziarLe
diverse doglianze che pervengono, legittimamente, da diverse articolazioni
periferiche, in ordine alla gestione dei detenuti minorenni e giovani adulti.
Orbene, tale condizione è inevitabilmente dettata dalla significativa ed oggettiva
incidenza di detenuti presenti, che sta interessando alcuni Istituti, con
consequenziali difficoltà organizzative; indi per cui si vanno a creare situazioni
precarie con i carichi di lavoro del personale tutto, tenuto conto delle già
problematiche strutturali e logistiche che attanagliano le relative realtà, nonché
per tutte le attività correlate ai nuovi giunti e alle varie movimentazioni (senza
tralasciare il persistente fenomeno epidemiologico e la presenza di soggetti affetti
da disturbi psichiatrici).
Esposto quanto sopra in narrativa, la FP CGIL chiede ogni valutazione politica
della questione, affinché si possono coniugare le esigenze istituzionali con la
sicurezza delle operatrici ed operatori, al fine di assicurare idilliache condizioni
di vivibilità per le comunità penitenziaria di cui trattasi.
Tanto si doveva, per una Sua certa sensibilità, con l’auspicio di costruire un
tavolo di confronto con le Parti Sociali, rispetto alle linee programmatiche che
coinvolgono personale, mezzi, strumenti e risorse varie (anche in virtù di alcuni
affanni in seno all’esecuzione penale esterna).

Gent.le Provveditrice,
purtroppo, dopo i fatti di cronaca di pochi giorni fa, senza doverle ricordare
quelli di qualche hanno fa che, ancora oggi sono al giudizio deli inquirenti,
non possiamo esimerci dal chiedere un suo autorevole intervento presso
l’istituto oggettivato dove, sembrerebbe che la Dirigente in missione, già
titolare della sede di Avellino, sede in cui la stessa non ha mai fatto servizio,
abbia mobilitato circa dieci unità di Polizia Penitenziaria con modalità
sconosciute alla scrivente organizzazione sindacale, e prive di una
procedura amministrativa trasparente che, di fatto, lede la legittima
aspettativa di tutte le lavoratrici e lavoratori del Comparto Sicurezza.

In data 22 agosto c.m., una nostra delegazione ha potuto riscontrare
concretamente alcune violazione che di seguito le elenchiamo:
• Rimozione del Coordinatore dell’Ufficio servizi durante
l’assenza del Comandante di reparto, incaricando altra
unità del ruolo Ispettori distogliendo dai reparti detentivi;
• Intoccabilità di un suo uomo di fiducia, destinato dalla
stessa a segreteria particolare, autista e factotum che,
anche in sua assenza non può e non deve essere impiegato
nei reparti detentivi, nonostante il provvedimento fosse
temporaneo per 60 gg. ed è scaduto il 13 agosto 2022;
• n°2 unità all’ufficio Lavoro;
• n° 2 unità all’ufficio protocollo;
• n° 2 unità al C.E.D.;
• n°1 unità all’infermeria.
Purtroppo, tale modus operandi ha generato un inasprimento dei
rapporti con il personale di Polizia Penitenziaria che, fortunatamente ha
trovato la disponibilità del Dirigente agg. di Polizia Penitenziaria Dott.
Giramma che riesce a sopperire a molteplici e mutevoli mancanze dell’A.D.
in missione, logicamente è sensazione percepita durante la nostra visita sui
luoghi di lavoro.
Abbiamo apprezzato la disponibilità e l’integrazione del personale
del G.O.M. presente nella struttura che con professionalità e sensibilità è
riuscito ad integrarsi in un contesto non facile dopo i fatti dell’anno 2020.
Inoltre, durante la visita erano presenti unità del suo provveditorato
in supporto al personale dell’Ufficio servizi per l’utilizzo del GUSWEB,
dallo stesso e dal Comandante di reparto abbiamo appreso che a breve
partirà il servizio decentrato dei reparti il tutto senza informativa alle OO.SS..
Dottoressa Castellano, prenda queste nostre doglianze con il giusto
peso, il suo predecessore, probabilmente, ha sottovalutato tanti aspetti del
Carcere Sammaritano, aspetti che sono divenuti di cronaca nera.
Per quanto sopra, la invitiamo ad andare Lei stessa in quella struttura per riscontrare quanto segnalatoci che, se riscontrato mina gravemente la sicurezza dell’istituto e di tutti i lavoratori che vi operano giornalmente.
Al Presidente Renoldi che informiamo con la presente, chiediamo di
mettere in campo ogni azione utile al ripristino dell’armonia e
dell’equilibrio lavorativo, per evitare che possano generarsi ulteriori disagi
e contestualmente l’immediato invio di un nuovo Dirigente Penitenziario
attraverso una regolare procedura di interpello e di destinare l’attuale al suo
posto di servizio che è la sede di Avellino.
Restando in attesa di un vostro cortese quanto celere riscontro, ci serbiamo
fin da ora di attivare le procedure previste nel P.I.R. della Campania entro
e non oltre 10 giorni dal ricevimento della presente, con ulteriore riserva di
proporre apposito ricorso ex art. 28 L.300/1970 per condotta antisindacale,
nel legittimo interesse di cui la scrivente è portatrice.

FP CGIL Nazionale – Carcere di Santa Maria Capua Vetere una polveriera pronta ad esplodere – Manna: “Abbiamo scritto una nota alla Provveditrice Castellano e al Capo del Dap chiedendo la rimozione dell’attuale  Dirigente in missione e l’invio di un nuovo Dirigente Penitenziario attraverso una regolare procedura di Interpello”.

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Roma, lunedì 29 agosto 2022 – la FP CGIL non indietreggia sul carcere Sammaritano.

A parlare è Orlando Scocca  FP CGIL Campania per la Polizia Penitenziaria che esprime solidarietà e forti perplessità sul modus operandi della Dirigente in missione, troppi spostamenti e mancato rispetto delle regole.

Abbiamo forti perplessità su cosa potrebbe accadere se l’Amministrazione centrale e il Provveditorato di Napoli non intervenga subito, temiamo fortemente per incolumità di lavoratrici e lavoratori – continua Carmela Ciamillo  Coord. Provinciale  Funzioni Centrali    FP CGIL Caserta.

Poca attenzione ai diritti dei lavori è emersa nella struttura di Sammaritana, una anomala rimozione di un rappresentante dei Lavoratori senza il nulla osta dell’Organizzazione Sindacale, favorendone altro è inaccettabile – aggiunge Salvatore Tinto Segretario Regionale della Campania FP CGIL  Urgono immediati interventi che tutelino concretamente i Lavoratori del comparto Sicurezza. – Conclude Mirko Manna FP CGIL Nazionale – questa mattina con una nota dettagliata abbiamo chiesto alle competenti autorità l’immediata rimozione dell’A.D. in missione e chiesto l’invio di un Dirigente titolare che provenga da procedure trasparenti, ora spetta al Dap decidere se rischiare una duplicazione degli eventi di marzo 2020 o essere garante di trasparenza efficienza ed efficacia della macchia istituzionale della Giustizia. Continua Manna – È semplice disporre pestaggi coordinati da Dirigenti con nomine ad persona e poi sospendere  107 Poliziotti Penitenziaria richiamati a casa per un’operazione che è rimasta come la più grande macchia nera del sistema penitenziario, privandolo allo stesso tempo della presunzione di innocenza e riducendolo in povertà dimezzandogli lo stipendio.
Chi ha sbagliato paghi, ma non devono pagare sempre i lavoratori su scelte prese da Dirigenti poco attenti e poco rispettosi della loro funzione.

FP CGIL – Carcere di Enna – dopo il suicidio del sostituto commissario, la condotta antisindacale e il comportamento scorretto nei confronti dei dipendenti, arriva la protesta dei detenuti per la mancanza dell’acqua calda. Manna:  “non comprendiamo come il DAP non abbia avvicendato i vertici Ennesi,  temiamo che si possano generare altri eventi critici, se non drammatici, chiederemo al Presidente Renoldi l’invio degli Ispettori Ministeriali”.

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Enna, 24 agosto 2022 – la FP CGIL interviene sul Carcere Ennese per  tutela dei diretti dei lavoratori.

A parlare è Concetta Basile Segretaria Regionale FP CGIL per la Sicilia e Alfio Giurato  FP CGIL Sicilia  per la Polizia Penitenziaria che esprime solidarietà e forti perplessità sul modus operandi dei vertici del Carcere di Enna.

Non auspichiamo più nulla, abbiamo il timore  che sarà quest’ultimo mese d’estate possa essere molto caldo, temiamo fortemente per incolumità di lavoratrici e lavoratori, non è accettabile lasciare una struttura senza acqua calda, non consentire alle Poliziotte e i Poliziotti di potersi fare almeno una doccia, per non parlare dei ristretti che stanno creando disordini per la mancata possibilità di curare l’igiene personale – continua Giurato

Poca attenzione ai diritti dei lavori è emersa nella struttura di Enna, siamo già ricorsi in giudizio invocando l’art.28 dello statuto dei lavoratori contro la direzione di Enna, dopo che la stessa ha   rimosso un rappresentante dei Lavoratori senza il nulla osta dell’Organizzazione Sindacale, comportamento inaccettabile. Urgono immediati interventi che tutelino concretamente i rappresentanti sindacali  della Polizia Penitenziaria, – aggiunge Mirko Manna FP CGIL Nazionale – Abbiamo già diffidato l’Autorità dirigente in più occasioni  per la sua condotta poco trasparente, contestualmente. Alla Provveditrice Calandrino,  chiederemo di farsi carico di interventi concreti sul territorio Siculo, temiamo che nella sede di Enna vi siano tutti i presupposti di un disastro annunciato che, oltre a ledere i diritti delle Poliziotte e Poliziotti Penitenziari, mette a rischio la sicurezza dei cittadini.
Auspichiamo che il Capo del Dap Renoldi e il Direttore Generale del Personale Parisi, intervengano per far chiarezza ed inviino gli ispettori Ministeriali, auspicando che  non restino silenti davanti ad un comportamento poco trasparente che deve essere chiarito dai  vertici Ennesi.
La FP CGIL non si fermerà nella sua azione di tutela delle Lavoratrici e dei Lavoratori della Giustizia.

Continuano a pervenire numerose segnalazioni in merito alla mancata
volontà dell’Amministrazione di accogliere le richieste pervenute dopo la
pubblicazione della graduatoria definitiva, adducendo che il dipendente
dopo l’arco temporale concesso nella su citata fase ( 30 giorni), non abbia
più diritto ad essere accolta e pertanto dovrà raggiungere la nuova sede di
assegnazione.
A parere della scrivente, l’interpretazione data
dall’Amministrazione centrale ai vari interlocutori che, chiamando i
competenti uffici, si sono sentiti rispondere che: “probabilmente non verrà
accolta perché fuori termine” è in netto contrasto con il comm. 2 del su citato
articolo che, opportunamente trascriviamo integralmente:
Articolo 6 (Revoca della domanda)
1. Il dipendente presenta le dichiarazioni di revoca, totale o
parziale, delle istanze di trasferimento, non oltre 30 giorni dalla data dipubblicazione della graduatoria definitiva sul sito istituzionale nei modi
previsti dall’art. 3, comma 9.
2. Nell’imminenza dei piani di mobilità a domanda, ivi compresi i
trasferimenti di cui all’art. 2 comma 4, l’Amministrazione, previo avviso al
personale, concede un termine non superiore a 30 giorni entro cui il
dipendente può presentare domanda di revoca della richiesta di
trasferimento.
3. Esperita la procedura di cui ai commi precedenti, fatti salvi casi
del tutto eccezionali e documentati, non è possibile revocare il
provvedimento di trasferimento emesso a domanda dell’interessato.
Inoltre, proprio quest’anno c’è stata una sovrapposizione dei su
citati termini di presentazione per la revoca della domanda e la contestuale
pubblicazione dei trasferimenti, ma proviamo a fare chiarezza, al comma 1
viene data la possibilità al dipendente di presentare istanza di revoca, totale
o parziale, dell’istanze di trasferimento, non oltre 30 giorni dalla data di
pubblicazione della graduatoria definitiva e fin qui nulla quaestio, ma da
un’attenta lettura del comma 2, si evince che l’Amministrazione, ha l’obbligo
di dare preavviso al personale che verrà trasferito, concedendo a
quest’ultimo un termine non superiore a 30 giorni entro cui lo stesso può
presentare domanda di revoca della richiesta di trasferimento.
Nella sottoscrizione del P.C.D. sia l’Amministrazione che le parti
sociali hanno inteso salvaguardare con una maggior tutela il dipendente,
in quanto, dalla graduatoria provvisoria a quella definitiva,
indipendentemente dalla posizione che l’avente titolo possa ricoprire, che
sia la prima posizione o che si la centesima posizione, il dipendente NON
viene messo a conoscenza se sarà trasferito ne, tantomeno, in quale delle
tre sedi scelte all’atto della presentazione della domanda di trasferimento.
È lapalissiano che, il comma 2 in primis impone all’Amministrazione di
dare il preavviso di trasferimento al dipendente, cosa non avvenuta con la
mobilità 2021 espletata a luglio 2022, andando a ledere il diritto di
quest’ultimo, se poi si vuole considerare il decreto di trasferimento anche
ai fini del preavviso, lo stesso, di fatto, determina la facoltà del dipendente
di revocare entro 30 giorni dall’avvenuta notifica.
Auspicando in una condivisione interpretativa, restiamo in attesa
di un Suo cortese riscontro.

La scrivente, in riferimento a quanto specificato è chiederle di
fornirci nel più breve tempo possibile la su citata documentazione.
Nello specifico si chiede copia dei Mod 14/A di tutti gli uffici e servizi dal
01.01.2022 al 31.06.2022, di tutti i ruoli e di tutti i settori, nonché il modulo
dal quale si evincono le variazioni dei posti di servizio e degli orari di
lavoro come parte integrante del foglio di servizio.
Tale richiesta è avanzata in quanto pervengono a codesta O.S.
doglianze circa una non equa distribuzione dei carichi di lavoro e di un
uso “arbitrario” del ricorso allo straordinario da parte di alcuni addetti,
che sembrerebbero essersi arrogati il diritto di 4/5 ore al giorno di
straordinario senza alcuna autorizzazione da parte della S.V.
Pertanto, alla luce di quanto sopra esposto, si chiede copia della
procedura amministrativa ai sensi della 241/90 che la Pubblica
Amministrazione è tenuta a fornire per ogni suo atto nel rispetto del
principio di trasparenza, di tutto il lavoro straordinario espletato per
singola unità di Polizia Penitenziaria, con riserva di verifica per successivo
inoltro alla competete Corte dei conti.
Si segnala la disponibilità ad acquisire i dati a mezzo pendrive di
questa O.S. che forniremo se richiestaci, con preghiera di far prevenire il
tutto in modo cronologico e decifrabile.
Diversamente la casella di posta elettronica alla quale inviare la
documentazione è la seguente dap@fpcgil.it .

Questa Organizzazione Sindacale effettuerà quindi controlli
prevalentemente su queste fattispecie di servizi:
• distribuzione dei turni giornalieri del personale appartenente ai
ruoli Agenti/Assistenti, Ispettori, Sovrintendenti e Funzionari;
• equa ripartizione dei turni disagiati (serali, notturni e festivi);
• equa rotazione del personale del servizio a turno nei vari posti di
servizio in applicazione a quanto disposto dal regolamento di
servizio del Corpo di Polizia Penitenziaria;
• esenzioni autorizzate dalle varie normative contrattuali e
regolamentari;
• eventuale espletamento di prestazione lavoro straordinario non
in linea con gli accordi vigenti, espletato da tutti i ruoli.
La scrivente, augurandosi di aver fatto cosa gradita, soprattutto avendo
avanzato richiesta con congruo anticipo, si assicura la riservatezza dei dati
sensibili.
Al Signor Direttore Generale Dott. Cacciapuoti, che legge per conoscenza,
si chiede un incontro urgente per discutere di quanto segnalatoci,
assicurando che sarà cura di questa O.S. una volta ottenuta la
documentazione, predisporre una relazione dettaglia di eventuali
riscontri.
Restando in attesa di un riscontro delle SS.LL., l’occasione è gradita per
porgere deferenti ossequi.

Roma, 22 ago 2022 – Nella mattina odierna, una delegazione sindacale della FP CGIL ha effettuato una visita presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

Carenze organiche, problematiche organizzative e gestionali da parte della Dirigente sono i punti focali su cui il sindacato torna nuovamente ad accendere i fari.

“La struttura sammaritana da tempo vive una condizione di disagio, dettata da molteplici precarietà che si riverberano sulle quotidianità del personale di Polizia Penitenziaria – affermano Carmela Ciamillo Resp. FP CGIL Funzioni Centrali Caserta, Orlando Scocca FP CGIL Campania Polizia Penitenziaria, Sergio Zacchia e Aniello de Luca FP CGIL Polizia Penitenziaria –

I sindacalisti chiedono una stabilità governativa di un Direttore assegnato definitivamente, pur apprezzando il costante e serio impegno del Comandante di Reparto. Inoltre, è altrettanto necessario perequare le vacanze organiche della Polizia Penitenziaria senza procedere ad assegnazioni provvisorie che, sicuramente, non giova l’assetto organizzativo dell’Istituto.

A sostenere la questione è anche Mirko Manna della FP CGIL Nazionale che interesserà nuovamente l’Amministrazione Penitenziaria e le Istituzioni affinché vi siano un improcrastinabile sensibilità, nell’interesse di tutta la comunità penitenziaria, tesa ad assegnare un Direttore che provenga da regolare mobilità e non con provvedimenti ad personam che minano il principio di trasparenza a cui la Pubblica Amministrazione è tenuta a rispettare.

Inoltre – conclude Manna – senza voler entrare nel merito, fermo restando il sacrosanto lavoro della Magistratura, come Organizzazione Sindacale rivendicheremo, ancora una volta, i 102 poliziotti penitenziari ancora sospesi per i fatti di marzo 2020 e pertanto chiederemo al Capo DAP di essere garante per questi lavoratori e per le loro famiglie. In Italia vige la presunzione di innocenza, come garanzia costituzionale, fino al 3 grado e se per vale per i cittadini deve valere anche per i poliziotti penitenziari.

Dal 23 dicembre 2021 sono trascorsi quasi 8 mesi, data in cui è stato sottoscritto il rinnovo contrattuale per il comparto Sicurezza e Difesa per il triennio 2019 – 2021, stipula avvenuta, peraltro, già a contratto scaduto da ben tre anni.
Orbene, ad oggi, dalla visione dell’importo stipendiale del mese di agosto, rilevato dal portale NoiPa, anche nel mese di agosto manca la corresponsione della c.d. una tantum (350 euro lorde), relativa alle annualità contrattuali 2019 – 2020 – 2022.
Ad erodere il potere d’acquisto delle retribuzioni dei Poliziotti Penitenziari, generato sia dall’attuale congiuntura economica, la quale continua a far aumentare il tasso d’inflazione, ad oggi, rilevato al 7,3% su base annua, si annovera anche la mancata corresponsione per il mese di agosto del FESI 2021 e del residuo FESI degli anni 2019 e 2020.
Il riconoscimento del lavoro e del sacrificio degli Uomini e Donne in Divisa, spesso manifestato dalle governace del momento, devono concretizzarsi in azioni concrete, diversamente, rischiano di essere percepiti dal Personale come frasi di circostanza.
A tal riguardo, per quanto esposto in narrativa, atteso che trattasi di temi economici di rilevata importanza, i quali stanno producendo un significativo malcontento tra i Poliziotti, si chiede alla S.V. di intercedere con carattere d’urgenza presso il Ministero dell’Economia e Finanza, al precipuo fine di accelerare le procedure per la remunerazione dei diritti economici maturati.

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