Comunicato CCNL

Quando si arriva alla chiusura di un contratto, sopratutto quando è di grande importanza per la nostra categoria, come quello del comparto Regioni – Autonomie Locali, arriva anche il momento di fare il bilancio dell’attività svolta, l’analisi delle condizioni e delle dinamiche, lo scenario relativo ai processi riformatori, le intrusioni, i tentativi di strumentalizzazione ed infine il risultato raggiunto.

Tuttavia, poiché non è nostra abitudine avere la testa rivolta all’indietro, ma al contrario vogliamo provare al alzare lo sguardo, bisogna continuare con l’analisi di prospettiva per elaborare, programmare e realizzare il nostro prossimo contratto nazionale di lavoro.

Sarà nostra cura avviare questa discussione al più presto per giungere ad una sintesi di merito condivisa.

Il CCNL che ieri abbiamo firmato però è fonte di due diversi stati d’animo, il primo, quello prevalente è la soddisfazione per aver raggiunto un accordo che garantisce l’aumento contrattuale a circa 600 mila lavoratrici e lavoratori, come risposta concreta ad un dibattito nel paese che ruota, astrattamente, intorno ai temi della perdita del potere d’acquisto delle retribuzioni.

Il secondo, che rimane sulla sfondo, è la consapevolezza di aver firmato un contratto con un inaccettabile ritardo e a carattere prevalentemente economico, con il rischio di essere uno strumento non sufficiente alla gestione delle trasformazioni del sistema delle autonomie locali, con il rischio di continue intrusioni tese a depotenziare il contratto nazionale.

Per questo motivo abbiamo voluto pervicacemente inserire nelle norme di rinvio l’attuazione del memorandum.

Sarà nostra cura inviarvi nelle prossime settimane un documento compiuto e definito con i su esposti contenuti, ora entriamo nel merito dell’accordo.

La parte economica.

La prima scelta, a nostro avviso di qualità se facciamo riferimento alla tutela del potere d’acquisto delle retribuzioni, riguarda la destinazione dell’intera somma stanziata con le finanziarie 2006 – 2007 sul tabellare, con il risultato di avere a regime 91 euro sulla posizione economica C 1. In questa posizione economica ed in quella successiva, C 2 sono addensati il maggior numero di lavoratrici e di lavoratori.

A queste somme va ad aggiungersi un ulteriore 0,6% del monte salari per l’anno 2005 nella parte stabile del fondo, articolo 31 comma 2 del CCNL 22.1.2004 per gli enti locali che raggiungono il rapporto tra spese del personale, esclusa la dirigenza, ed entrate correnti che non sia superiore al 39%. La dichiarazione congiunta n. 1 chiarisce come si calcola il monte salari.

Per le Regioni la percentuale si abbassa al 35% depurata della spesa sanitaria, per le camere di commercio, invece, la percentuale si alza al 41%. Tutti gli altri enti del comparto, es. Autorità di bacino, IPAB ecc.. non ci sono parametri ma il richiamo alla capacità di spesa.

Ulteriori risorse che oscillano tra lo 0,3 e 0,9% del monte salari per l’anno 2005 che incrementano la parte variabile del fondo, articolo 31 comma 3 del CCNL 22.1.2004, per gli enti locali che raggiungono i seguenti parametri:
1. fino al 32% un ulteriore 0,3%;
2. sotto il 25% un ulteriore 0,9%.

Il parametro però si alza per i comuni capoluogo delle aree metropolitane (art. 22 D.Lgs 267/2000) che incrementano le risorse dello 0,9% sulla parte variabile del fondo con il parametro del 39%.

Per le Regioni le risorse ulteriori e cioè lo 0,9% del monte salari da destinare alla parte variabile del fondo se raggiungono il parametro del 35% depurato della spesa sanitaria.

Le camere di commercio, invece, per incrementare le risorse sulla parte variabile del fondo devono raggiungere i seguenti parametri:
1. fino al 34% incrementano dello 0,3%;
2. sotto il 26% incrementano dello 0,9%.

A nostro avviso quindi un incremento medio che ci consente di affermare che continua il cammino, anche se lentamente, di raggiungere l’obiettivo di portare la massa salariale del comparto a quella degli altri comparti pubblici.

La parte normativa.
Nel ribadire il campo di applicazione e le decorrenze, abbiamo introdotto il requisito dell’anzianità di 24 mesi nella posizione economica per poter progredire verso quella superiore. Sono fatte salve le progressioni in corso di effettuazione e le permanenze maturate al momento della stipula del CCNL (dichiarazione congiunta n. 2).

Le modifiche introdotte nel codice disciplinare, a nostro avviso, ci consentono di affermare che abbiamo compiuto un passo in avanti nella qualificazione del lavoro pubblico, infatti, si prevede il licenziamento per coloro i quali sono colti in fragranza dei reati di peculato, concussione e corruzione.

Infine, la clausola di rinvio, nella quale come sottolineato all’inizio abbiamo pervicacemente voluto inserire: l’attuazione dei principi del memorandum, il sistema di classificazione con particolare riferimento e priorità ai profili indicati nell’articolo 12 del CCNL 22.1.2004 e la predisposizione del testo unico.

Valutazioni conclusive.

La scelta di un impianto contrattuale di questa natura è stata determinata principalmente per due fattori, la crisi politica e la rigidità della direttiva emanata dal Comitato di Settore.

La crisi politica ha come diretta conseguenza che diventa pressoché impossibile cambiare la direttiva perché qualsiasi modifica deve seguire un iter complesso: Dipartimento della Funzione Pubblica, il Ministero dell’Economia ed il Consiglio dei Ministri.

La Direttiva del Comitato di Settore non consentiva una discussione contrattuale con la possibilità di una positiva sintesi, l’indicazione esplicita, ad esempio, di voler cancellare l’istituto delle progressioni economiche orizzontali precludeva l’apertura stessa del confronto.

Il nostro compito ora è di riavviare nel più breve tempo possibile la discussione con l’ARAN, per costruire uno strumento che consenta di valorizzare il lavoro e lavoratore pubblico, la nostra piattaforma quindi rimane viva e attuale.

Ora è il momento della consultazione che, unitariamente abbiamo concordato che deve essere capillare, la struttura nazionale si rende ovviamente disponibile.

Il Coordinatore del comparto
(Ugo Gallo)
p. la Segreteria FP CGIL 
(Antonio Crispi)

Roma 29.02.2008

Comunicato

   
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

CORSO CONCORSO

Il 16 settembre abbiamo avuto un incontro con l’Amministrazione sulle procedure del corso concorso per il passaggio dall’ex area B all’ex area C, ex posizione economica C1.
L’Amministrazione ci ha comunicato che i primi due moduli formativi saranno conclusi sia in A.C. che nelle 18 regioni entro il 15 novembre.
Per quanto riguarda le esclusioni dalla partecipazione per mancanza dei requisiti previsti dal bando, sarebbero stati predisposti i relativi provvedimenti; l’impegno assunto dall’Amministrazione al tavolo è di concludere tale operazione entro il completamento dei primi due moduli formativi.
Complessivamente sono state presentate 2096 domande ed effettuate ad oggi 178 esclusioni.
E’ stato inoltre confermato che le spese per il raggiungimento delle sedi, individuate per la formazione in ambito regionale, sono a carico dell’Amministrazione e che sono state accertate le disponibilità economiche di tutte le Direzioni per la realizzazione dell’intero percorso formativo.
Come FP CGIL abbiamo rilevato, in primo luogo, che molte Direzioni Regionali non hanno convocato le Organizzazioni Sindacali per fornire l’informativa sulla organizzazione e le modalità di svolgimento dei corsi.
Riteniamo, a questo punto, necessario che tale incontro venga richiesto dalle nostre strutture regionali per verificare il rispetto dell’accordo nazionale e di quanto previsto dal bando di concorso.
Abbiamo inoltre sostenuto la necessità che la Direzione Generale del Personale continui a coordinare le attività avviate dalle Direzioni Regionali.
Ciò per evitare ritardi che potrebbero avere riflessi negativi sui tempi di espletamento del concorso di cui l’accordo prevede il completamento di tutta la procedura concorsuale in nove mesi.
I test previsti a conclusione della prima fase devono essere effettuati contemporaneamente in tutte le sedi e quindi è necessario che prima si concluda la formazione in tutte le regioni.
All’Amministrazione abbiamo fatto analoga richiesta di coordinamento per quanto riguarda i provvedimenti di esclusione per mancanza di requisiti, al fine di garantire da subito piena trasparenza della procedura ed omogeneità di trattamento.
Abbiamo, altresì, richiesto un approfondimento sulla esclusione di coloro che hanno prodotto come titolo di studio diplomi triennali in quanto diplomi di istruzione di secondo grado considerati validi fino ad oggi in tutte le selezioni effettuate, anche a seguito di indicazione data in tal senso ad altre Amministrazioni dal nostro Ministero.
L’Amministrazione, invece, alla luce di una recente nota predisposta dalla Direzione Generale degli Ordinamenti, che peraltro non ci è ancora stata fornita, ritiene che tali titoli non possano essere ritenuti validi.
Un ulteriore incontro su tale questione è previsto nella prossima settimana.
Al termine della riunione abbiamo sollecitato l’Amministrazione a fissare rapidamente un incontro sul contratto del FUA 2007 – seconda parte – che è stato bloccato dal MEF.

  FP CGIL PI
Angelo Boccuni 

 

 

comunicato unitario sul "Corso Concorso"

    

 

 

Berlusconi, ospedali verso privatizzazione. 'no' di cgil e cisl

 
(ASCA) – Roma, 29 set – Non si fermano le polemiche dopo l’annuncio fatto dal premier Silvio Berlusconi sul progetto di ”privatizzazione di molti ospedali pubblici” che i sindacati, interpellati dall’ASCA, bocciano senza riserve.

Unica voce fuori dal coro la Uil Spl che, attraverso le parole del segretario generale Carlo Fiordaliso, ha definito ”la privatizzazione della gestione degli ospedali” come ”una cosa su cui ragionare in modo positivo”.

”Un chiaro, trasparente e forte ‘no”’ lo ha espresso Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil Medici.

”L’obiettivo del profitto difficilmente si coniuga con la tutela della salute e gli Stati Uniti ne sono la dimostrazione effettiva. Inoltre – spiega Cozza – questo sistema produce anche maggiori spese per lo Stato. In Usa ci sono oltre 40 milioni di cittadini non assisititi e si spende quasi il doppio del Pil per mantenere la sanita’. Il diritto alla salute e’ un diritto di tutti”.

In Italia ”le regioni che hanno un forte settore privato sono quelle che hanno anche un maggiore deficit e una minore qualita’ dell’assistenza: Sicilia, Calabria, Lazio, Abruzzo, Puglia, dove ci sono dei piani di rientro e si garantisce una minore qualita”’. Il segretario nazionale Fp Cgil Medici si e’ sofferma poi sulle dichiarazioni fatte dal sottosegretario alla Salute, Ferruccio Fazio, che ha proposto una joint venture tra pubblico e privato: ”Una ‘joint venture puo’ anche andare bene in alcuni ambiti, ma non deve assolutamente entrare nella tutela della salute. Non vogliamo che gli ospedali pubblici italiani si trasformino in tante Santa Rita. Inoltre stupisce l’idea di iniziare a creare queste unita’ private in Sicilia, Calabria, Puglia proprio le regione dove gia’ c’e’ un maggior settore privato e ci sono le sedi della criminalita’ organizzata”.

Il segretario dei pensionati Cisl, Antonio Uda, si dice ”sempre aperto a qualsiasi discussione” ma sottolinea che ”una decisione unilaterale non puo’ che preoccupare molto perche’ privatizzare senza avere le garanzie dell’erogazione dei servizi sanitari non e’ cosa che ci lascia con il cuore tranquillo. Si apra una trattativa su queste cose anche perche’ nel discorso del federalismo fiscale dovrebbero essere le regioni a decidere come comportarsi e non il governo nazionale a meno che non si stia dando per deciso cio’ che e’ ipotizzato nel Libro Verde del Welfare dove si parla del restringimento della spesa sanitaria facendo passare il principio di sussidiarieta’ orizzontale per cui ogni persona in Italia deve contribuire alla spesa sanitaria”. Senza dimenticare, conclude Uda, ”che siamo l’ultimo paese in Ue e uno degli ultimi nel mondo per quanto riguarda le risorse finanziarie per il fondo di autosufficienza che non riguarda solo gli anziani, ma anche i giovani e i bambini. Con un sistema sanitario del genere si rischia di indebolire quelli che sono i diritti universali”.

A distinguersi dal coro di ”no” e’ la Uil Spl che, attraverso le parole di Carlo Fiordaliso, evidenzia come ”la proposta non sia esattamente di privatizzare ospedale, quanto piuttosto di privatizzarne la gestione. Negli ospedali dove si e’ dimostrato che la politica ha creato deficit e scarsa assistenza, pensare di rivolgersi all’esterno con regole diverse da quelle della spartizione politica potrebbe essere un possibile percorso da verificare” ma, sottolinea Fiordaliso, ”se l’idea e’ quella di affidarla agli attuali gestori di case di cura private la cosa mi terrorizza perche’ come imprenditori questi non hanno dato grande prova di se’.

Comunque – conclude – in linea di principio la privatizzazione della gestione e’ una cosa su cui ragionare in modo positivo”.

Nota Coordinamento FP CGIL

 

Effettuati rilievi sul FUA 2008 e appello al Referendum 

 
 

 

I diversi obiettivi della contrattazione dell'accordo economico FUA 2008

I diversi obiettivi della contrattazione dell’accordo economico FUA 2008 ex Ministero della Solidarietà Sociale

C’è stato un incontro con l’amministrazione il 18 giugno u.s., dopo l’assemblea, per la contrattazione dei criteri economici del FUA 2008 per la ex Solidarietà Sociale.
I lavoratori chiedono un accordo nel quale sia indicato l’intero ammontare delle risorse economiche, l’amministrazione vuole un accordo e basta: non importa se alla voce FUA 2008 parte variabile l’importo continua ad essere uguale a 0.
E’ uguale a 0 perché da novembre del 2008 ad oggi tutto quello che si è ottenuto è una informazione dell’ultimo minuto con la quale l’amministrazione ha dichiarato di avere espletato la procedura per la richiesta in assestamento dei noti 312.000,00 euro.
Con un importo certo che è meno della metà di quanto dovuto, bel modo di accordarsi sul FUA con cui si dovrebbero anche “premiare i lavoratori”.
Tuttavia l’amministrazione trasecola di fronte alla posizione dei lavoratori che continuano a chiedere l’interruzione della contrattazione sui criteri economici: certo non ci sarebbe nulla di eccezionale nel firmare un accordo senza sapere di quale cifra complessiva si parla, considerato che in questa vicenda quasi tutto è eccezionale.
Eccezionale è il caso per cui per la prima volta i lavoratori rischiano di non percepire una parte sostanziosa del FUA.
Eccezionale è che dal luglio 2008, malgrado l’amministrazione sapesse che qualcosa non era andato a buon fine per la parte variabile, ha finto di dimenticare, salvo riemergere dall’amnesia dopo l’estate quando è stata ripetutamente sollecitata dalle OO.SS. a fornire informazioni.
Eccezionale, ma senza conseguenze, è stato l’impegno assunto dal Segretario Generale, a novembre 2008, per il recupero della somma mancante.
Eccezionale e scorretto è che l’Amministrazione, tacendo sulle premesse, tenti di verbalizzare un “mancato accordo” con cui, già da ora, potrebbe chiudere la partita: niente FUA 2008 per la ex Solidarietà Sociale.
Eccezionale e minaccioso è quanto scrive nel proprio verbale l’Amministrazione: in mancanza di accordo la parte fissa del FUA 2008 va perduta in quanto non reimpegnabile.
Non si è arrivati a questo per negligenza dei lavoratori, e ci vuole rispetto per coloro che rivendicano i propri diritti e non si accontentano più di promesse.

Saremo ben lieti di sottoscrivere un accordo nel quale l’Amministrazione, manifesti il dovuto rispetto e indichi una cifra diversa da 0.

Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo

Comunicato

Il 27 aprile 2010 presso il Comitato centrale si è tenuta “l’ennesima” riunione del tavolo tecnico sul precariato. L’apertura del Dott. Niglio è stata lapidaria, per la CROCE ROSSA ad oggi i dipendenti stabilizzabili sono pari a ZERO, conferma che gli aventi diritto sono 1800 ma ribadisce che in questo momento, senza un espressa autorizzazione da parte del Ministero, quelli realmente inseribili in ruolo a tempo indeterminato sono zero.
Si è parlato della questione lombarda: con un certo ottimismo ci è stato detto che si è avviata una trattativa con Areu e CROCE ROSSA per dare a quest’ultima l’affidamento in esclusiva del servizio. Tale concessione non sarà immediata ma preceduta da una convenzione triennale che permetterà lo svolgersi degli incontri che eventualmente porteranno a tale soluzione.
Situazione simile per il Lazio, dove si è detto che alcuni servizi sono affidati DIRETTAMENTE a croce rossa in quanto ente pubblico e quindi senza alcun tipo di convenzione.
Durante tale incontro la CGIL ha espressamente richiesto che tutte le voci di busta (ex art. 35 per esempio) date ai dipendenti di ruolo vengano riconosciute anche ai lavoratori a tempo determinato. L’amministrazione presente ha detto che avrebbe fatto delle verifiche. Abbiamo in modo fermo e deciso ribadito che TUTTI I TRATTAMENTI DEVONO ESSERE APPLICATI SIA AI DIPENDENTI DI RUOLO CHE AI PRECARI .

Con la presenza del coordinatore del Piemonte si sono rappresentate le problematiche di questa regione legate in questo momento soprattutto alla volontà, della Dirigente Regionale, di voler cambiare in itinere il contratto che era stato firmato nel 2007 che non conteneva data di scadenza ma che legava tutti i lavoratori all’accordo quadro con scadenza 2012, con un contratto annuale scadente nel 2010 e che nemmeno conteneva riferimenti al fatto che il personale fosse stabilizzabile.

Dopo ampia discussione, svoltasi il giorno seguente alla presenza della Direttrice di Piemonte, le OO.SS., con la sola esclusione della CGIL, hanno firmato un verbale nel quale l’unico impegno preso dalla Dirigente era quello di inserire i riferimenti di Legge della stabilizzazione.

NON ABBIAMO FIRMATO PERCHE’ RITENIAMO CHE I CONTRATTI CHE GLI ALTRI HANNO AVALLATO SIANO PEGGIORATIVI RISPETTO A QUELLI FIRMATI.
A TALE SCOPO CONTINUEREMO DA SOLI LA NOSTRA LOTTA, COMINCIANDO DAL PIEMONTE, CONTRO LE VESSAZIONI CHE VEDONO LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI ESSERE SEMPRE MESSE IN DISCUSSIONE DA QUESTO O QUEL DIRIGENTE.

Roma, 28 aprile 2010

Coordinatore Nazionale FPCGIL/CRI
Pietro Cocco

 
 

 

Sos ospedali giudiziari, troppi ergastoli bianchi

 
Si pubblica l’articolo uscito oggi sul quotidiano l’Avvenire che affronta la problematica del superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, sulla quale il nostro sindacato è da tempo impegnato.
 

Comunicato

 
 

 
AGENZIA INDUSTRIA DIFESA 10.11.2010
SPOLETTIFICIO TORRE ANNUNZIATA

Ieri abbiamo avuto un incontro con il Direttore Generale dell’A.I.D. Ing. AIRAGHI, che ha illustrato quello che a grandi linee è un PROGETTO di FATTIBILITA’ PARZIALE per un’attività di recupero di materiale dismesso dalla Difesa, da effettuarsi presso lo Stabilimento di Torre Annunziata (materiale terrestre).
Tale progetto pilota fa seguito all’Accordo di collaborazione tecnico commerciale dell’A.I.D., con la società SiDefCo Srl ( giugno 2009), avente ad oggetto:. “riconversione di materiali, apparecchiature e mezzi dismessi dall’AD.”
L’Accordo prevede che in caso di commesse affidate all’A.I.D. dalla Difesa, i materiali potrebbero essere ceduti all’Agenzia, la quale potrà effettuare il pagamento mediante permuta di lavori e/o servizi, di cui gli Enti cedenti i materiali della Difesa, abbiano necessità.
La FPCGIL Difesa, dopo aver ascoltato e ringraziato l’Ingegnere, per l’informazione fornita, ha espresso le proprie valutazioni per la particolarità dello Stabilimento e del mantenimento dei livelli occupazionali, in un territorio che presenta particolare criticità.
Le richieste che la FPCGIL DIFESA ha effettuato, pur apprezzando la positività degli intenti e le eventuali prospettive future , sono le seguenti:

– Costante e tempestiva informazione ai lavoratori dello Stabilimento (RSU e OO.SS. Territoriali) delle fasi progettuali;
– Volontarietà nella scelta di partecipazione alle eventuali parziali nuove attività da parte dei dipendenti;
– Adeguata formazione e possibilità di incentivi;
– Mantenimento delle attività istituzionali dell’Ente;
– Utilizzo degli strumenti normativi vigenti per lo sblocco del turn-over e quindi “assunzioni mirate”;
– Tempi di realizzazione – presentazione del piano industriale con indicazione degli investimenti.

Ci riserviamo di esprimere le nostre valutazioni, quando avremo informazioni da parte delle rappresentanze locali, circa il loro coinvolgimento/confronto sulla fattibilità del “PROGETTO PILOTA di Torre Annunziata”.

Roma, 11 novembre 2010

FP CGIL DIFESA
Noemi Manca

 
 

Comunicato ACI – stralcio norme PRA

E’ ormai noto che dal disegno di legge sulle cosiddette “liberalizzazioni” sono stati stralciati gli articoli inerenti la soppressione del P.R.A. ed è altrettanto nota la volontà del Governo di trasferire la discussione sulla materia nell’ambito della Commissione Trasporti alla Camera dei deputati.
Un disegno di legge che per gli argomenti specifici era nato male, nel merito e nel metodo, ed è, giustamente, naufragato.
Abbiamo contestato il merito, poiché non ci appariva organico ad un disegno più complessivo di riorganizzazione dell’intero settore e perché non prefigurava una reale tutela delle lavoratrici e dei lavoratori se non con una mobilità selvaggia con relativa dispersione di professionalità.
Abbiamo contestato il metodo, perché contemporaneamente alla firma del “Memorandum sul lavoro pubblico”, nel quale è prevista una ampia gamma di relazioni sindacali a proposito di riforme nella Pubblica Amministrazione, il Governo con un atto unilaterale ed irrispettoso del “Memorandum” provvedeva ad una riforma, o meglio dire “soppressione”, di un settore della Pubblica Amministrazione.
In più occasioni, ribadendo fra l’altro quanto sostenuto in tempi passati, abbiamo chiesto incontri ai Ministri dell’attuale Governo, titolari della materia, per poter illustrare non solo i motivi della nostra contrarietà, ma soprattutto e più compiutamente le nostre idee relative a processi di riforma dell’intero settore dei trasporti terrestri; idee che abbiamo condiviso con le altre OO.SS. e che comunque sono state rese note alle lavoratrici ed ai lavoratori dell’ACI, al Governo ed all’opinione pubblica.
Siamo convinti che l’intero settore possa e debba essere interessato ad un processo di accorpamento delle funzioni e delle attività pubbliche oggi in capo a più amministrazioni.
A tal proposito ipotizziamo la creazione di un nuovo soggetto pubblico che accorpi le funzioni e le attività pubbliche oggi in capo all’ACI ed al Dipartimento trasporti terrestri del Ministero dei trasporti e nel quale far confluire i dipendenti dei settori interessati coinvolgendo, anche con processi di reinternalizzazione, quelle attività cosiddette “core” al fine di una ottimale utilizzazione delle risorse finanziarie pubbliche.
In questa ottica abbiamo anche affermato la necessità che la natura giuridica di questo nuovo soggetto pubblico non possa che essere quella di Ente pubblico non economico dotato di autonomia di bilancio.
È nostra convinzione che tale progetto vada nella giusta direzione rispetto alla richiesta dei cittadini in termini di ulteriore semplificazione, di efficacia ed economicità e, nel contempo, vada incontro alle richieste dei lavoratori interessati in termini di salvaguardia del posto di lavoro, della tutela delle professionalità e dei trattamenti economici acquisiti.
Le lotte e le iniziative promosse dalle OO.SS., con la piena e totale presenza e condivisione della Funzione Pubblica CGIL, che hanno visto una grande partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori dell’ACI ed hanno stimolato positivamente la sensibilità di molti parlamentari dell’attuale maggioranza di Governo, hanno ottenuto il giusto e meritato successo!
Quanto fatto è stato per controbattere ad uno “sgorbio” legislativo che si stava proponendo e che non ha niente a che vedere con i cosiddetti processi di “liberalizzazione”.
Quanto fatto è per proporre una idea di garanzie e tutele dei diritti collettivi e dei singoli cittadini nell’alveo dell’unico soggetto in grado di garantirli, ossia la pubblica amministrazione.
Sbaglia chi pensa che l’abolizione del PRA sia una “liberalizzazione”; sbaglia chi pensa che lo stralcio dal disegno di legge delle norme relative al PRA sia “intollerabile”; sbaglia chi sostiene che in quelle norme vi fossero le tutele dei posti di lavoro e dei lavoratori!
Il nostro lavoro continuerà per vedere realizzato un progetto che abbia come fine una amministrazione pubblica “amica” dei cittadini così come è stato, ad esempio, per lo STA (Sportello Telematico per l’Automobilista).
Una attenzione maggiore ed una ancora maggiore cautela, è l’invito che rivolgiamo anche a chi si approccia ad affrontare argomenti così delicati senza il necessario supporto informativo. Roma 15/6/2007

p. FPCGIL Funzioni Centrali
il Coordinatore naz. Funzioni Centrali

(V. Di Biasi)

Comunicato unitario

 
A seguito dell’incontro con l’Amministrazione per la verifica circa gli effetti prodotti dagli inquadramenti conseguenti alla attribuzione dei profili
 
 

Ultime dal coordinamento

 
Come ultime dal Coordinamento Aci, vi alleghiamo il comunicato unitario per i lavoratori e la lettera unitaria inviata al Vice Presidente Aci su una questione molto delicata che riguarda un appalto esterno.

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