La Corte costituzionale con
la sentenza n. 133 depositata il 10 giugno 2016 ha dichiarato infondate le
questioni di incostituzionalità sul c.d. decreto legge Madia (convertito nella
legge n. 114 del 2014), che aveva disposto il divieto di trattenimento in servizio
per i dipendenti pubblici.
Le eccezioni erano state sollevate a proposito di alcuni
casi relativi a docenti universitari e avvocati dello Stato.
Per la generalità del pubblico impiego la possibilità
di rinviare la pensione ha avuto termine il 31 ottobre 2014, mentre una deroga
è stata concessa ai magistrati per i quali, pur con alcuni limiti, la scadenza
è fissata alla fine del 2016.
La Consulta ha rilevato che la norma che prevede l’eliminazione del
trattenimento in servizio si inserisce tra le misure volte a «favorire la più
razionale utilizzazione dei dipendenti pubblici», come afferma la legge stessa,
e «costituisce – scrive la Corte, giustificando l’uso del decreto legge – un
primo intervento, peraltro puntuale e circoscritto, di un processo laborioso,
destinato a dipanarsi in un arco temporale più lungo, volto a realizzare il
ricambio generazionale nel settore».
La legge Madia, afferma la Consulta, si propone « di favorire politiche di ricambio
generazionale a fronte della crisi economica. Gli effetti positivi attesi
dall’abrogazione del trattenimento in servizio sono connessi alla necessità di
realizzare progressivi risparmi da cessazione che, in relazione al regime del
turn over, alimenterebbero le risorse utilizzabili per le nuove assunzioni».
La censura
di irragionevole disparità di trattamento è palesemente priva di fondamento
Richiamando precedenti sentenze, la Consulta
ribadisce che «il buon andamento dell’amministrazione non può dipendere affatto
dal mantenimento in servizio di personale che ha raggiunto i limiti di età»,
posto che «il prolungarsi del servizio oltre i limiti non è sempre indice di
accrescimento dell’efficienza organizzativa».
Anche
l’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa finalmente è
chiuso. Ora concentrare gli sforzi per chiudere Montelupo
Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto. Ma la vera sfida è
costruire un’ alternativa alla logica manicomiale
Dopo
le chiusure degli OPG di Napoli Secondigliano e di Reggio
Emilia arriva la chiusura anche per quello di Aversa. Un
risultato importante, reso possibile anche grazie al lavoro
svolto dal Commissario per il superamento degli OPG Franco
Corleone.
Ora
restano da chiudere i vecchi manicomi giudiziari di
Barcellona Pozzo di Gotto e di Montelupo Fiorentino, dove
restano poco più di sessanta persone internate. Ma anche la
soluzione di Castiglione delle Stiviere va radicalmente
rivista, perché l’Opg ha solo cambiato targa diventando una
mega Rems con oltre duecento internati.
Intanto
resta urgente un provvedimento del Governo per fermare gli
ingressi nelle Rems di persone con misura di sicurezza
provvisoria: un fenomeno preoccupante che ha rallentato la
chiusura degli Opg e soprattutto alimentato l’idea che
l’alternativa alla loro chiusura fossero solo le Residenze
per misure detentive. Quando invece la legge sulla chiusura
degli Opg ha stabilito che devono essere le misure
alternative alla detenzione la norma e la detenzione in Rems
l’extrema ratio.
Ecco
perché la vera sfida è costruire l’alternativa alla logica
manicomiale. Ciò è possibile investendo decisamente sul
potenziamento e la riqualificazione dei servizi socio
sanitari e di salute mentale del territorio, spesso in gravi
difficoltà e con carenze: per garantire il diritto alla
salute mentale e alle cure per tutti i cittadini, comprese
finalmente anche le persone sinora internate nei manicomi
giudiziari.
p. stopOPG
Stefano Cecconi, Vito D’Anza,
Giovanna Del Giudice, Denise Amerini, Patrizio Gonnella
Roma 14 giugno 2016
Mancano poche ore alla
seconda giornata di sciopero nazionale della categoria e l’irritazione per il
silenzio irresponsabile
di Utilitalia e la miopia di Assoambiente stanno costringendo il settore dell’igiene
ambientale a un conflitto
senza precedenti.
Anche la lunghissima
trattativa terminata stanotte con Assoambiente, dove non si è raggiunta una
sintesi, non ci ha
permesso di avviare un percorso per un contratto nuovo e di maggiore forza per
il settore.
Oramai la situazione è di
un conflitto continuo, dove le ragioni della vertenza, volte a migliorare
tutele e condizioni di
lavoro, non riescono a trovare risposte.
Nei giorni passati,
avevamo riservato, dopo la proclamazione dello sciopero di domani, molta
fiducia negli incontri
annunciati con l’ANCI Nazionale e con FISE/Assoambiente, non avendo più nessuna
notizia da Utilitalia da
quasi due mesi.
Per questo, ringraziamo
il Presidente dell’ANCI Fassino per il grande lavoro e per la grande
disponibilità messa in
campo ma, com’è noto, il tentativo di mediazione tra i sindacati e associazioni
datoriali non è andato a
buon fine a causa dell’intransigenza di Utilitalia, cosi come la trattativa
successiva
con Assoambiente, dove le
imprese private non hanno compreso i rischi che stiamo vivendo come settore e
le crescenti difficoltà
che il nostro lavoro sta subendo.
Ora, proseguiremo
la mobilitazione con ancora più forza e decisione, proprio come ci hanno
chiesto a gran voce
le operatrici e gli operatori del settore, dopo lo straordinario risultato
dello sciopero
del 30 maggio
scorso, anche estendendo il conflitto con le aziende in ogni momento di
confronto
territoriale.
Domani sarà
sciopero e sarà l’ennesima tappa di una vertenza che continuerà a essere
durissima
se le regole sugli
appalti e sui passaggi di gestione, le garanzie sulla salute e sulla sicurezza,
le clausole
sociali e il giusto
adeguamento economico non saranno valorizzati.
Dobbiamo fermare chi
vuole generazioni di lavoratori precari; dai diritti alle tutele nei rapporti
di
lavoro, nelle condizioni
di salute e sicurezza – segnate dalle costanti morti bianchi nel settore -, e
negli
appalti alle cooperative
spurie con condizioni di lavoro assurde e fatiscenti con concreti rischi d’infiltrazioni
criminali, come più volte
riportato dalle cronache quotidiane.
Basta alla
mercificazione del lavoro.
Dal 16 giugno
riprenderemo il confronto con i Sindaci e con le forze politiche locali sul
nostro
progetto che parla di un
lavoro dignitoso e di servizi di qualità; ora con il coraggio di sempre
dobbiamo
sostenere la nostra
battaglia ed essere protagonisti del cambiamento.
Avanti con lo
sciopero.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL
Basile/Cenciotti Paniccia/Curcio Odone/Modi Garofalo/Verzicco
Roma, 11 giugno 2016
“Ringraziamo l’Anci
per il grande lavoro svolto e per la grande disponibilità messa in campo
per la mediazione tra i sindacati e le associazioni datoriali,
Fise/Assoambiente e Utilitalia”, fanno sapere Fp-Cgil, Fit-Cisl,
UilTrasporti e Fiadel. “A
partire dal Presidente dell’Anci, Piero Fassino, e dal Presidente del
Consiglio Nazionale, Enzo Bianco, al delegato Anci all’ambiente, Filippo
Bernocchi, e a tutti i sindaci che si sono interessati e che hanno
colto sin da subito il senso della nostra vertenza e agevolato la
ripresa del confronto per conciliare il riconoscimento a un giusto
rinnovo del contratto per le lavoratrici e i lavoratori del settore e il
miglioramento dell’offerta del servizio ai cittadini, riducendone allo
stesso tempo i costi”, affermano i sindacati.
“Purtroppo
la mediazione non è andata a buon fine – affermano Fp-Cgil, Fit-Cisl,
UilTrasporti e Fiadel – e per questo abbiamo deciso di confermare
convintamente lo sciopero previsto per il prossimo 15 giugno.
Proseguiremo la mobilitazione dell’igiene ambientale con ancora più
forza e decisione, proprio come ci hanno chiesto a gran voce le
operatrici e gli operatori del settore. Resta comunque positivo, come da
noi sempre sostenuto, il ruolo e la centralità politica dell’Anci sui
servizi pubblici locali e sulle aziende dell’igiene ambientale”,
continuano i sindacati.
“Di
fronte alla sordità delle associazioni datoriali non ci rimane altra
strada che andare avanti con un’altra giornata di sciopero, dopo lo
straordinario risultato di quello del 30 maggio scorso”, proseguono
Fp-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Fiadel. “È l’ennesima ‘tappa’ di una
vertenza che continuerà ad essere durissima se le regole sugli appalti e
sui passaggi di gestione, le garanzie sulla salute e sulla sicurezza,
le clausole sociali e il giusto adeguamento economico non saranno
valorizzati. Le organizzazioni sindacali, comunque, confidano ancora
nella trattativa di domenica con Fise/Assoambiente, affinché almeno uno
dei due contratti possa essere finalmente rinnovato”, concludono.
Abbiamo inviato ad Utilitalia e
Assoambiente la dichiarazione di una nuova iniziativa di sciopero per mercoledì
15 giugno. La mobilitazione e la partecipazione ai presidi di lunedì 30 maggio
è stata talmente enorme che, ovunque, i lavoratori e le lavoratrici ci chiedono
di andare avanti con forza e determinazione fino alla sottoscrizione del
contratto collettivo nazionale di lavoro. In questi giorni, abbiamo raccontato
ai Sindaci e alle Amministrazioni locali come si possono sviluppare i temi
della piattaforma sindacale e i nuovi bisogni affinché – tramite un rinnovo
contrattuale industriale – si potranno garantire ai lavoratori le regole e le
tutele e ai cittadini il miglioramento della qualità del servizio, senza
aumentare le tariffe fin troppo esose. Ovunque, abbiamo chiesto scusa per i
disagi ma il diritto di sciopero, soprattutto di fronte al blocco ideologico e
conservatore di alcune imprese, è previsto costituzionalmente e di certo – da
questo comparto – mai abusato; addirittura in Utilitalia l’ultimo sciopero
nazionale prima del 30 maggio è stato nella primavera del 2008. Hanno provato
ad umiliare i diritti di cittadinanza e il sistema delle relazioni sindacali
definendo la rappresentanza come un privilegio (ne chiederemo conto) e hanno
provato a raccontare con i soliti ritornelli delle nostre pregiudiziali e delle
nostre richieste improprie. Le “verità” diffuse da alcuni del blocco
conservatore, ideologico e antisindacale che impongono all’Associazioni
datoriali una posizione ottocentesca, si posano anche sull’idea che le
ingiustizie e la precarietà alla fine possano passare come consuetudine. In
ogni modo, dobbiamo spiegare ai cittadini che a pagare saranno sempre loro e i
lavoratori. Lo sciopero nazionale sarà per l’intera giornata di mercoledì 15
giugno e riguarderà tutti i turni di lavoro con inizio nella medesima giornata.
Molti lavoratori chiedevano due giornate consecutive d’astensione dai servizi,
ma tutto ciò non sarebbe possibile in quanto la franchigia elettorale impone un
fermo alle agitazioni sindacali dal 16 giugno compreso. Il 14 giugno non era
disponibile come data per il rispetto del termine di preavviso minimo. Per
scioperare due giorni consecutivi avremmo dovuto aspettare la fine del mese di
giugno ma l’inquietudine tra i lavoratori e le lavoratrici non ci permettono
tempi così lunghi. In queste ore abbiamo ricevuto dal Presidente dell’ANCI la
richiesta di riprendere le trattative per il rinnovo del CCNL per evitare i
gravi disagi ai cittadini. Noi siamo immediatamente disponibili alla trattativa
e ad un negoziato breve, necessario a scongiurare il prossimo sciopero. Il
nostro obiettivo è migliorare i turni e i pesantissimi carichi di lavoro, le
regole sugli appalti e sui passaggi di gestione, ampliare le garanzie sulla
salute e sulla sicurezza, evitare il potere discrezionale sui licenziamenti
facili e garantire i giusti aumenti economici. Per questo, la categoria ha
scioperato in maniera compatta e su questo firmeremo un contratto nazionale che
sviluppi anche i servizi ai cittadini e la produttività delle imprese. Il
Sindacato ha lanciato la sfida della modernizzazione attraverso un ciclo
integrato del lavoro che pensa alla qualità ambientale a tariffe contenute per
i cittadini. I lavoratori e le lavoratrici del settore sono sempre stati dei
riformisti e alla fine avranno ragione sulla parte più conservatrice delle
imprese. Ad oggi, non ci sono previsti incontri ufficiali, ivi compreso
l’annunciato tavolo con Assoambiente per il 6 giugno ma non ancora confermato.
Le Segreterie Nazionali
FP CGIL FIT CISL UILTRASPORTI FIADEL
Roma, 3 giugno 2016 – “Confermiamo al presidente
dell’Anci, Piero Fassino, la disponibilità piena a riprendere
immediatamente il confronto per arrivare ad un accordo, che ci auguriamo
in tempi celeri, per il rinnovo del contratto nazionale”. Così Fp Cgil,
Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel replicano alla richiesta del presidente
dell’associazione dei Comuni, Piero Fassino, di riprendere al più
presto il negoziato sul rinnovo del contratto dell’Igiene ambientale.
Il
nostro obiettivo, precisano i sindacati, “è quello di coniugare il
diritto dei lavoratori al contratto, con la sacrosanta esigenza dei
cittadini ad avere servizi efficienti e di qualità. Obiettivo
raggiungibile solo attraverso il rinnovo di un contratto scaduto da
oltre due anni e mezzo e che interessa poco meno di 100 mila
lavoratori”. Per questo, fanno sapere Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e
Fiadel, “rinnoviamo al presidente Fassino la disponibilità alla
trattativa e a un negoziato, da tenersi anche in sede Anci, che possa
scongiurare lo sciopero già in programma per il prossimo 15 giugno e gli
inevitabili disagi ai cittadini”.
Nel merito, ribadiscono,
“serve un rinnovo che migliori i turni, i pesantissimi carichi di
lavoro, le regole sugli appalti e sui passaggi di gestione, che ampli le
garanzie sulla salute e sulla sicurezza, che eviti il potere
discrezionale sui licenziamenti facili e che dia i giusti aumenti
retributivi. Per questo la categoria ha scioperato in maniera compatta
lo scorso 30 maggio e su queste basi firmeremo un contratto nazionale
che sviluppi anche i servizi ai cittadini e la produttività delle
imprese. Il sindacato ha lanciato la sfida della modernizzazione
attraverso un ciclo integrato del lavoro che pensa alla qualità
ambientale e tariffe contenute per i cittadini. Su questo terreno
sfidiamo la controparte”, concludono.
Roma, 3 giugno 2016 – “Confermiamo al presidente
dell’Anci, Piero Fassino, la disponibilità piena a riprendere
immediatamente il confronto per arrivare ad un accordo, che ci auguriamo
in tempi celeri, per il rinnovo del contratto nazionale”. Così Fp Cgil,
Fit Cisl, UilTrasporti e Fiadel replicano alla richiesta del presidente
dell’associazione dei Comuni, Piero Fassino, di riprendere al più
presto il negoziato sul rinnovo del contratto dell’Igiene ambientale.
Il
nostro obiettivo, precisano i sindacati, “è quello di coniugare il
diritto dei lavoratori al contratto, con la sacrosanta esigenza dei
cittadini ad avere servizi efficienti e di qualità. Obiettivo
raggiungibile solo attraverso il rinnovo di un contratto scaduto da
oltre due anni e mezzo e che interessa poco meno di 100 mila
lavoratori”. Per questo, fanno sapere Fp Cgil, Fit Cisl, UilTrasporti e
Fiadel, “rinnoviamo al presidente Fassino la disponibilità alla
trattativa e a un negoziato, da tenersi anche in sede Anci, che possa
scongiurare lo sciopero già in programma per il prossimo 15 giugno e gli
inevitabili disagi ai cittadini”.
Nel merito, ribadiscono,
“serve un rinnovo che migliori i turni, i pesantissimi carichi di
lavoro, le regole sugli appalti e sui passaggi di gestione, che ampli le
garanzie sulla salute e sulla sicurezza, che eviti il potere
discrezionale sui licenziamenti facili e che dia i giusti aumenti
retributivi. Per questo la categoria ha scioperato in maniera compatta
lo scorso 30 maggio e su queste basi firmeremo un contratto nazionale
che sviluppi anche i servizi ai cittadini e la produttività delle
imprese. Il sindacato ha lanciato la sfida della modernizzazione
attraverso un ciclo integrato del lavoro che pensa alla qualità
ambientale e tariffe contenute per i cittadini. Su questo terreno
sfidiamo la controparte”, concludono.
Roma 17 Marzo 2016
17 marzo si è tenuta la riunione tra Amministrazione e OO.SS con all’ordine
del giorno i seguenti argomenti:
Acconto FPSRUP 2015, produttività collettiva
Protocollo di intesa
sull’incentivazione del personale delle direzioni provinciali addetto
all’erogazione dei servizi nei confronti dei contribuenti per l’anno
2016
Prosecuzione della
sperimentazione del nuovo orario di sportello degli uffici delle
principali aree metropolitane.
Sul primo punto abbiamo sottoscritto un accordo che consente,
come negli anni passati, di percepire un
acconto sull’FPSRUP 2015 secondo i seguenti parametri:
Area III
€ 2.000
Parametro 177
Area II
€ 1.785
Parametro 158
Area I
€ 1.130
Parametro 100
Abbiamo avanzato la proposta
di unificare la prima area con la
seconda , considerato che in prima Area sono collocati circa 150 lavoratori che svolgono le mansioni dell’area
superiore e sono esclusi dalle
progressioni economiche 2015 in quanto apicali nell’area; la richiesta non è stata accolta, ma l’Amministrazione si è resa disponibile a
ridiscutere i criteri di erogazione della produttività nazionale al momento
della stipula dell’accordo FPSRUP 2015.
L’acconto 2015 sarà
presumibilmente riscosso con la busta paga del mese di giugno
2016.
Sul secondo punto all’ordine del giorno (acconto front
office 2016) l’accordo sottoscritto conferma solo
in parte quello degli anni
precedenti, mentre si discosta per quanto riguarda l’ultimo punto dove, su
nostro input, è stato eliminato il riferimento ai criteri di erogazione degli importi “all’impegno
effettivamente prestato, da rilevare secondo indicatori significativi nel
singolo contesto locale” che da
sempre alimenta fasi conflittuali in sede di contrattazione locale per
l’attribuzione di tale indennità.
Gli importi sul front office 2015 saranno erogati ( il 60%
con cadenza trimestrale) al
personale interessato “previa
contrattazione con le rappresentanze sindacali”.
Abbiamo finalmente raggiunto un obiettivo perseguito da sempre,
quello del pieno coinvolgimento delle RSU e delle organizzazioni sindacali
territoriali nella contrattazione del salario accessorio.
Abbiamo altresì proposto la costituzione di un fondo “veramente unico”, senza la
distinzione fra Entrate/Territorio, l’Amministrazione ha risposto che trattandosi di acconto 2016, solo
con la stipula dell’accordo definitivo FPSRUP 2016 sarà possibile unificare le due
parti del Fondo.
Sul terzo punto all’ordine del
giorno – prosecuzione della
sperimentazione del nuovo orario di sportello
degli uffici delle principali aree metropolitane – che, ricordiamo come
CGIL non abbiamo firmato, le OO.SS, con esclusione della CISL, firmatarie del primo accordo sull’ampliamento
dell’orario di apertura al pubblico nelle aree metropolitane, hanno dichiarato
la loro non disponibilità alla prosecuzione della sperimentazione, preso atto
del suo sostanziale fallimento dato che è stata applicata (peraltro con
forzature della stessa Amministrazione locale) solo nelle DP di Roma. In
considerazione di ciò l’Amministrazione
ha dichiarato la sua indisponibilità a proseguire senza accordo nella
sperimentazione, riservandosi di presentare nuove proposte.
A conclusione della riunione sono state affrontate le
problematiche dei lavoratori “retrocessi” dalla terza alla seconda
area a seguito delle sentenze del Tar,con riferimento esplicito alla palese
ingiustizia che subiscono ” i retrocessi” cui viene applicata
la normativa, da poco approvata, che nell’attuazione da parte dell’Agenzia dovrebbe
salvaguardare l’aspetto
economico e funzionale dell’attività, ma non quello
giuridico. E’ stato chiesto, nella fase di transizione, in attesa di una soluzione da
ricercare in ambito contrattuale, di
garantire la loro posizione giuridica, in applicazione della recente norma che fa esplicitamente riferimento alla continuità funzionale.
Su questo argomento l’Amministrazione non si è pronunciata.
Continueremo unitariamente a chiedere provvedimenti che sanino le
disparità di trattamento denunciate.
La riunione è stata fortemente condizionata dai recenti attacchi che i
funzionari dell’Agenzia stanno subendo quotidianamente da parte di una rete
televisiva il cui proprietario è stato più volte condannato per evasione
fiscale. La recente condanna del
vicepresidente e presidente di Mediaset per il reato di frode fiscale non può
non alimentare il sospetto che gli ignobili servizi pseudo giornalistici siano
funzionali a gettare discredito sull’Agenzia, e depotenziare agli occhi
dell’opinione pubblica il verdetto dei giudici. Abbiamo unitariamente chiesto all’Agenzia di mettere in atto tutte
le iniziative necessarie a salvaguardare l’incolumità dei lavoratori,
potenziali vittime dell’odio alimentato da sedicenti conduttori televisivi.
Su questo argomento seguirà uno
specifico comunicato.
CGIL FP Coordinamento Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini
CGIL
FP
Coordinamento Agenzia delle Entrate
Carmine Di Leo
Roma, 14 giugno 2016
Si è svolto nella giornata di ieri l’incontro
con il Ministro della Giustizia Orlando chiesto dalle
organizzazioni sindacali rappresentative
del Corpo sulla revisione degli ordinamenti e dei ruoli delle
Forze di Polizia.
Dal punto di vista strettamente politico,
la FP CGIL nel proprio intervento ha
immediatamente sottolineato la difficoltà
di realizzare un riordino delle carriere complessivo ed
omogeneo che tenda realmente a valorizzare
il personale di Polizia Penitenziaria con i soli 119
milioni resi infine disponibili dal Governo
Renzi.
In tal senso, abbiamo inteso ricostruire al
Ministro Orlando il percorso degli stanziamenti
economici destinati al riordino fin dal
1999, depauperati in maniera illogica ed oltremodo pesante
negli ultimi 15 anni dai governi che si
sono fin qui succeduti. Circa 900 milioni finiti a compensare
altre spese, tagli imposti dalla cosiddetta
finanza creativa di tremontiana memoria.
Per questa ragione – abbiamo sostenuto nei
confronti del Ministro – riteniamo che il nodo
da sciogliere sia anzitutto politico.
Perché una volta risolta quella situazione potremo
evidentemente cominciare a lavorare
pensando a valorizzare le qualifiche più basse del Corpo, ed
investire nei ruoli intermedi
(sovrintendenti ed ispettori) creando le condizioni affinché sia possibile
evitare che la stragrande maggioranza degli
assistenti capo continuino loro malgrado e senza alcun
riconoscimento formale ed economico ad
essere impiegati in mansioni superiori e magari anche
nella sorveglianza generale dell’istituto
penitenziario, soprattutto nei turni serali e notturni.
Dobbiamo smetterla di rincorrere gli altri
Corpi di polizia, abbiamo affermato, ma invece
eliminare subito tutti i disallineamenti
che da anni ormai coinvolgono le colleghe ed i colleghi del
ruolo dei sovrintendenti, degli ispettori e
dei funzionari del Corpo di Polizia Penitenziaria rispetto
agli omologhi della Polizia di Stato, o
piuttosto che della Forestale, e poi pensare a costruire la
dirigenza del Corpo. Per fare questo 119
milioni non bastano affatto, ed è per questo che serve un
intervento politico del Ministro che
favorisca un ulteriore stanziamento nella prossima legge di
stabilità, facendo parimenti molta
attenzione alla norma che vincola l’autorizzazione di spesa
all’anno corrente.
La Fp Cgil lavora affinché sia
possibile conseguire un riordino delle carriere con risorse
economiche adeguate a garantire la
progressione di carriera di tutto il personale del Corpo di
Polizia Penitenziaria in maniera paritaria
ed omogenea, non solo di parte di esso, come
inizialmente prospettato
dall’amministrazione centrale, liberando così anche parte delle dotazioni
organiche del ruolo agenti assistenti e
favorire l’avvio dei necessari concorsi volti a conseguire
nuove e significative assunzioni.
Ma il richiesto intervento politico del
Ministro dovrà ovviamente riguardare anche il rinnovo
contrattuale, e impedire che la
stabilizzazione degli 80 euro diventi un surrogato di un rinnovo
contrattuale che noi continuiamo a
rivendicare con forza e rinnovata ostinazione, perché non
vogliamo affatto rinunciare al nostro
diritto di vedercelo rinnovato!
Il Ministro Orlando ha da subito precisato
che non sarà la nostra amministrazione a
mettersi di traverso al tavolo del
riordino, poiché questa mossa ci indebolirebbe. In ogni caso,
qualora dovessero esserci rinvii sine die,
farà di tutto per reperire ulteriori risorse economiche,
anche attraverso l’inserimento del
riallineamento in alcuni disegni di legge già presentati sul
sistema penitenziario e attualmente in
discussione in Senato.
Al momento tre sono i suoi obiettivi
declinati:
a) istituire la Dirigenza del Corpo;
b) ampliare i ruoli tecnici;
c) rafforzare i ruoli intermedi
(sovrintendenti ed ispettori).
Non è possibile, allo stato attuale,
immaginare di aumentare le dotazioni organiche di tutti i
ruoli, così ha affermato il Ministro,
bisogna stabilire prima le funzioni e poi, su quelle, decidere le
dotazioni organiche dei vari ruoli.
Considerato, però, che entro le successive 24 ore dobbiamo
inviare la nostra proposta al Ministero degli
interni, vi invito a trasferirvi al DAP per l’avvio di un
tavolo tecnico con l’amministrazione
penitenziaria, in cui discutere delle dotazioni organiche dei
vari ruoli.
In realtà, poi a quel tavolo tecnico l’amministrazione
non ha portato tutti i dati delle
dotazioni organiche dei vari ruoli, ma ha
solo comunicato che nell’ultima riunione al ministero
dell’interno si è parlato della dotazione
organica della futura dirigenza, concordata per circa 125
unità. Da un’analisi fatta sulla base delle
reali esigenze e funzioni da espletare, tale dotazione
sarebbe poi scesa a 113 unità per la
Polizia Penitenziaria.
Abbiamo contestato tale modo di operare,
rimandando il nostro giudizio alla successiva
analisi di un progetto completo di
riorganizzazione del Corpo che, al momento, la parte pubblica
non era ancora stata in grado di fornire.
Si è, in sostanza, ribadito ancora una
volta che intendendiamo sapere quali progressioni
erano previste per il personale del ruolo
agenti/assistenti, sovrintendenti ed ispettori, e quali
possono essere le semplificazioni previste
per quei percorsi.
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Comparto Sicurezza
Francesco Quinti
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Polizia Penitenziaria
Massimiliano Prestini
14.06.2016 – La Fp Cgil VVF, a conclusione dell’Assemblea Nazionale tenutasi il 24 Maggio u.s., tenuto conto delle proposte e dei contributi arrivati dal territorio, rende pubblico il suo documento politico.
La fase attuale, ristagnante e per certi versi inadeguata sia dal punto di vista delle risorse economiche messe a disposizione ma anche per la collocazione contrattuale, non lascia grandi spiragli di miglioramento per le lavoratrici e i lavoratori del Corpo.
Il Documento che riteniamo moderno e assolutamente innovativo, propone una visione diversa e globale dell’intero impianto di Protezione Civile Nazionale.
Roma, 14 giugno 2016
Come già richiesto nel corso dei recenti incontri,
la FP CGIL sollecita la piena equiparazione, ai sensi della Legge n. 76 del 20
maggio 2016 “Regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e
disciplina delle convivenze”, delle unioni civili ai matrimoni e la conseguente
integrazione delle disposizioni e delle politiche attinenti al personale.
Vista anche la sensibilità dimostrata
nell’accogliere la richiesta della FP CGIL di non discriminazione di genere,
nell’accordo sui criteri per la mobilità nazionale 2013, si è certi di un
immediato riscontro.
IL Coordinatore Nazionale FPCGIL
INPS
Oreste
Ciarrocchi
14.06.2016 – Pubblichiamo una nota unitaria a firma delle delegazioni Regionali del Piemonte, in merito ad aspetti legati alla sicurezza sul lavoro, a seguito dell’incendio dello stabilimento di Scamagno avvenuto il 31 maggio u.s.
MEF PROGRESSIONI ECONOMICHE 2016
RITENIAMO ANCORA INSUFFICIENTI
LE MODIFICHE APPORTATE AL BANDO
Roma, 14 giugno 2016
A seguito della nostra nota
inviata il 27 maggio, l’Amministrazione ha emanato un nuovo decreto che modifica
i bandi relativi alle procedure di sviluppo economico. In esso si chiarisce che la Commissione, istituita dall’art. 9 del
decreto, ha il solo compito di assegnare “gli ulteriori 18 punti in base al numero di risposte
esatte sul totale delle domande previste”.
Valutiamo positivamente questa modifica
poiché si è evitato che alla Commissione venisse demandato il potere di attribuire alle singole domande pesi diversi, come la precedente stesura lasciava intendere.
Purtroppo non possiamo esprimere lo stesso giudizio per quanto
riguarda la variazione apportata all’art. 6 del precedente bando che,
ricordiamo, contemplava l’esclusione dalla procedura per il
dipendente impossibilitato a
sostenere la prova finale.
La modifica prevede che “al dipendente che non effettui, per
qualunque motivo, l’esame finale è attribuito un punteggio pari a zero
relativamente al criterio della formazione”.
Modifica che
consideriamo comunque
inaccettabile, poiché ad un lavoratore
che non sostenga l’esame finale, a conclusione dell’iter formativo, verrebbero negati i 12 punti della formazione.
Riteniamo fondamentale che
su questo punto l’Amministrazione riveda la propria posizione, per rendere il
bando conforme all’intesa raggiunta. Un mancato riscontro potrebbe costituire il tentativo di introdurre quei criteri selettivi che eravamo riusciti a tenere fuori dall’accordo.
CGIL
FP Nazionale
Luciano
Boldorini
14.06.2016 – Palermo – Documento della FP CGIL VVF relativo alla cronica situazione di disagio del personale del supporto tecnico, ed il completo disinteresse del Comandante relativamente alle sedi di servizio.
13.06.2016 – Continua la mobilitazione dei Vigili del Fuoco 15 giugno Piazza Montecitorio
13.06.2016 – Pubblichiamo, condividendone i contenuti, la nota del 13 giugno u.s. del Coordinatore Regionale Fp Cgil VVF Umbria sulla questione relativa all’obbligatorietà della pausa mensa per i personale del ruolo operativo. In allegato troverete anche dell’altra documentazione inerente l’argomento