SODDISFAZIONE PER IL SALVATAGGIO DEI MINATORI IN CILE MA SIAMO LONTANI DA UN LAVORO SICURO E DECENTE INTUTTO IL MONDO.
Fabrizio Fratini, segreteria nazionale della FP CGIL
In occasione della mia partecipazione all’anniversario della Cut cilena e al primo sciopero generale del pubblico impiego dopo la fine della dittatura di Pinochet (che come in occasione di tutti i golpe e dei regimi dittatoriali, mise fuorileggel’attività sindacali, uccise sindacalisti e lavoratori sindacalizzati, abolì la contrattazione, etc.), ho avuto l’occasione di incontrare lavoratori di vari settori (agricoli, ministeriali, ecc.) e di visitare miniere attive e in disuso. Era agosto, e tutto il Paese seguiva con trepidazione e passione le sorti dei lavoratori della miniera di San Josè. L’attività di estrazione del rame è una delle più rilevanti dal punto di vista economico del Cile, e dopo la fine del Governo Allende, che aveva pubblicizzato le miniere, la selvaggia privatizzazione avviata da Pinochet ha permesso di abbassare di molto i livelli di guardia sul versante della sicurezza del e nel lavoro. Come sempre, in nome del profitto a ogni costo, il capitalismo selvaggio che non vuole regole considera inutile investire sulla sicurezza. É ordinario che accadano incidenti mortali (come si evince dagli atti giudiziari relativi all’incendio e alla morte dei lavoratori della Thyssenkrupp di Torino) se la sicurezza sul lavoro viene ritenuta, come capita in Italia, un costo per le imprese. Lo ha sostenuto il nostro Ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, mentre il Ministro del Lavoro Sacconi ha dichiarato con molta nettezza che la legge 626, il testo sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, non è più sopportabile dalle imprese. Evidentemente il pensiero ispiratore di tanti governi, compreso quello italiano, e di molte imprese si basa su fatto che una merce vale più di una vita umana.
Da questo punto di vista ci sono moltissime similitudini tra Berlusconi e Piñera (populismo demagogico reazionario, presidenza squadra di calcio, conflitti di interesse, controllo dell’informazione pubblica e privata, disprezzo del lavoro e dei lavoratori etc.). La sicurezza nei luoghi di lavoro, la conquista di un lavoro decente, la dignità di chi lavora, di chi ha perso il lavoro, di chi cerca un lavoro, dovranno essere gl iobiettivi del sindacato italiano, di quello europeo (positiva in questa direzione la manifestazione della sindacato europeo, la Ces, del 27 ottobre).
È necessario costruire momenti di confronto e un vero percorso da organizzazione sindacale a livello mondiale. Non è un caso che laddove la presenza di lavoro precario e instabile è più consistente, registriamo un’alta percentuale di incidenti sul lavoro, favorita spesso dall’indebolimento e del de pauperamento dei controlli pubblici. Di conseguenza la sicurezza sul lavoro dovrà diventare sempre di più l’obiettivo prioritario del movimento sindacale. Il sistema di tutele sindacali non può prescindere in nessun caso (crisi economica, ristrutturazioni, etc.) dalla sicurezza sul lavoro. Spesso non sono morti bianche, ma omicidi colposi e dolosi. Possiamo e dobbiamo fare di più.
Satisfacción por el salvamento de los mineros en Chile pero estamos lejos de un trabajo seguro y decente en todoel mundo.
Fabrizio Fratini, secreteria nacional FP CGIL
En ocasión de mi participación all’ aniversario de la Cut de Chile y al la primera huelga general del empleo público después de la final de la dictadura de Pinochet (que como en ocasión de todos los golpe de Estado y de los regímenes dictatoriales, mise ilegal actividades sindicales, asesinadas sindicalistas y trabajadores, abolió la negociación, etc. ), tuve la ocasión de reunirse con trabajadores de distintos sectores (agrícolas, ministeriales, etc. ) y devisitar minas activas y en desuso.
Era el mes de agosto, y todo el país seguía con gran expectación y pasión la suertede los trabajadores de la mina de San José. Las actividades de extracción del cobre es una de las más importantes desde el punto de vista económico de Chile, y después de la final del Gobierno Allende, que había anunciado las nazionaliciacion de las minas, la salvaje privatizacióni niciada por Pinochet ha permitido bajar de mucho los niveles de guardia en el campo de la seguridad del y en el trabajo. Como siempre, en nombre del beneficio a toda costa, el capitalismo salvaje que no quiere normas y considera inútil invertir sobre la seguridad.
Es normal que ocurran accidentes mortales (como se desprende de actos judiciales relativos alincendio y a la muerte de los trabajadores de Thyssenkrupp de Turín) si la seguridad en el trabajo se considera, como ocurre en Italia, un coste para las empresas. Lo ha apoyado el nuestro Ministro de Economía, Giulio Tremonti, mientras que el Ministro de Trabajo Sacconi ha declarado com mucha claridad quela ley 626, el texto sobre la seguridad sobre los lugares de trabajo, no es más soportable por las empresas. Es evidente que el pensamiento inspirador de muchos gobiernos, incluido el italiano, y de muchas empresas se basa en hecho de que una mercancía vale másde una vida humana. Desde este punto de vista existen muchas similitudes entre Berlusconi y Piñera (populismo demagógico reaccionario, presidencia de equipo de fútbol, conflictos de interés, control de información pública y privada, desprecio del trabajo y de los trabajadores etc. )
La seguridad en los lugares de trabajo, la conquista de un trabajo decente, ladignidad de quien trabaja, de quien ha perdido el trabajo, de quien busca un trabajo, deberán ser los objetivos del sindicato italiano, de lo europeo (positiva en esta dirección la manifestación del sindicato europeo, la CES, del 27 de octubre).
Es necesario construir momentos de comparación y un verdadero camino de organización sindical en el nivel mundial. No es un caso que, cuando la presencia de trabajo precario e inestable es más consistente, registramos un alta porcentaje de accidentes de trabajo, frecuente favorecida por debilitamiento y del empobrecimiento dec ontroles públicos. En consecuencia, la seguridad en el trabajo deberá convertirse cada vez más come el objetivo prioritario del movimiento sindical. El sistema de protecciones sindicales no puede prescindir en ningún caso (crisise conómica, reestructuraciones, etc. ) por la seguridad en el trabajo.
Frecuenteno están “muertos blancas”, pero asesinatos culposos y provocados.
Podemos y debemos hacer más.
Roma, 10/01/2011
Al Sottosegretario di Stato
Sen. Giacomo Caliendo
Al Capo Dipartimento
dell’Organizzazione
Giudiziaria
Presidente Luigi Birritteri
Facciamo seguito alla nostra richiesta del 25 novembre scorso in relazione alla circolare del Capo Dipartimento sul part-time.
Ad oggi non è giunta nessuna risposta concreta da parte vostra ma nel frattempo zelanti diligenti si stanno cimentando nella revoca della quasi totalità dei part time, come da noi preannunciato, con la vostra silenziosa complicità: solo al Tribunale di Firenze, tanto per fare un esempio, ci sono state 36 richieste di revoche del part time.
Poiché le questioni delle quali discutere sono molteplici, non ultima quella relativa ai finanziamenti per l’informatica e la vostra originale interpretazione del C.I. che contrasta con il CCNL, torniamo a chiedervi un incontro con la massima urgenza.
Non siamo certi che vi rendiate conto che negli ultimi due anni avete dimostrato totale indifferenza verso i problemi dei lavoratori della giustizia.
Sarebbe ora di invertire questa tendenza.
Per FPCGIL Funzioni Centrali
Nicoletta Grieco
Di seguito l’allegata nota che riguarda una bizzarra interpretazione del rapporto di lavoro del personale ex ETI (personale addetto ai teatri) in riferimento alla cosiddetta sosta stagionale, regolamentata nel CCNL di riferimento (AGIS), che viene recepita dall’Amministrazione come contratto part-time con la conseguenza normativa indicata nella nota unitaria e con la conseguenza pratica di forzata interruzione del lavoro dei dipendenti ex ETI, già in servizio presso gli Uffici MIBAC, che si trovano nella sopra indicata condizione normativa.
Roma, 24 giugno 2011
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
Roma, 1 dicembre 2006
Nella giornata di ieri si è svolto, presso la Direzione Generale dell’Agenzia, un ulteriore incontro circa le procedure di utilizzo dell’anagrafe tributaria che l’Amministrazione si appresta ad introdurre per meglio tutelare i colleghi impegnati nell’attività telefonica di assistenza all’utenza.
L’iniziativa, già anticipata nel nostro precedente comunicato, prevede, a partire dal 12 dicembre, l’adozione di un sistema che consentirà agli operatori di acquisire dati identificativi circa le richieste dei contribuenti che comportano l’utilizzo della banca dati, attraverso la registrazione dei numeri telefonici delle chiamate.
Nell’esprimere apprezzamento per l’impegno, sia pure tardivo, che l’Agenzia sta mostrando in questo settore, abbiamo lamentato la persistente carenza di proposte per quanto attiene le ben più delicate ed importanti attività connesse al controllo fiscale.
L’Agenzia, rispondendo ai nostri rilievi, ha preannunciato una successiva riunione, fissata per il 13 dicembre, nella quale ci sarà illustrato l’adozione di un sistema di indicatori statistici in grado di segnalare possibili utilizzi anomali della banca dati e innescare, laddove valutati necessari, controlli più approfonditi.
In attesa di conoscere nel dettaglio i contenuti della proposta valutiamo positivamente la decisione di escludere, così come da noi espressamente indicato, l’adozione di sistemi elettronici di controllo individuale che sono vietati da norme contrattuali e di Legge.
L’Amministrazione ci ha poi informato circa l’iter di approvazione del primo CCNI di Agenzia che, superati i controlli presso la Ragioneria Generale dello Stato, è attualmente al vaglio della Funzione Pubblica.
Si prevede che entro pochi giorni anche questo passaggio possa essere espletato, consentendo a breve la sottoscrizione definitiva del contratto.
In fine, in merito alla procedura di riqualificazione dalla ex area B verso la ex posizione C1, in attesa di conoscere le determinazioni del Tar del Lazio in merito ai ricorsi già richiamati nel nostro precedente comunicato, abbiamo formalmente richiesto i dati contabili circa la disponibilità di risorse non utilizzate concernenti i risparmi della riqualificazione ex L. 549/95.
Riteniamo infatti possibile ed anzi doveroso da parte dell’Agenzia, utilizzare tutte le disponibilità economiche reperibili, per aumentare i posti messi a concorso con tale procedura, in favore del personale risultato idoneo alle prove d’esame.
p. la Cgil Fp Agenzia delle Entrate
Il Coordinatore Nazionale
Carlo Cielo
F.P. C.G.I.L.
Corte dei Conti
Sono passati solo cinque giorni dal nostro allarmato comunicato nel quale evidenziavamo il grave atteggiamento che l’Amministrazione della Corte dei conti sta perpetrando nei confronti delle OO.SS. ( e quindi contro i lavoratori), che già l’Amministrazione ci riprova.
ECCO I FATTI:
Venerdì 13-10-2006 l’Amministrazione ha convocato una riunione con le OO.SS. per sottoscrivere il protocollo d’intesa sul “CODICE CONTRO LE MOLESTIE SESSUALI E PER LA TUTELA DELLA DIGNITA’ DEL PERSONALE DELLA CORTE DEI CONTI “, presentando, inoltre , la proposta per le nomine dei consiglieri/e di fiducia in materia di pari opportunità e di mobbing.
Le OO.SS. si sono dichiarate molto soddisfatte sul lavoro svolto dal Comitato Pari Opportunità ed hanno sottoscritto il protocollo d’intesa di adozione del Codice.
Non altrettanto è avvenuto per la proposta dei nominativi formulata dall’Amministrazione riguardo ai due consiglieri di fiducia, rispettivamente del Comitato Pari Opportunità e del Comitato Paritetico sul fenomeno del mobbing.
Le critiche sono state rivolte al metodo con il quale è stata operata la scelta:
prima di procedere alle nomine era necessario individuare i criteri;
si era convenuto che il Consigliere di fiducia dei due Comitati fosse uno solo;
che lo stesso dovesse essere individuato tra persone qualificate per esperienza, competenza e professionalità nella difficile e delicata materia del mobbing.
Si era quindi deciso di soprassedere alla nomina fino a quando non si fosse individuato da parte dell’Amministrazione il personale qualificato per questo difficile compito, senza alcuna preclusione di professionalità esterne all’Istituto.
Dopo tutto questo, l’Amministrazione, con atto autoritativo, con decreto n. 1452 del 20 ottobre 2006, in completo contrasto con quanto argomentato con le OO.SS. ripropone i nominativi già proposti il 13-10-2006 ignorando completamente il dibattito avuto con le OO.SS.
Non è questo il modo di agire di un Amministrazione che cerca il dialogo per poi fare esattamente come gli pare.
Non è questo il modo di trattare i sindacati e con essi i lavoratori.
La C.G.I.L. constato che, come aveva paventato nel precedente comunicato, l’Amministrazione ha interrotto il corretto clima di confronto con le parti sociali, dimostrando di avere intenzione di procedere in maniera autoritativa ed unilaterale su tutti gli argomenti che interessano il personale della Corte dei conti;
CHIEDE
la sospensione del decreto n. 1452/S. G./2006;
un incontro immediato al Segretario Generale ed alle OO.SS. per ristabilire un clima corretto di relazioni sindacali a tutela e salvaguardia di tutti i lavoratori della Corte dei conti.
Roma, 25 ottobre 2006
Coordinamento Regionale CGIL
Coordinamento Nazionale CGIL
A fronte di autorevoli, plurime e non univoche dichiarazioni che si rincorrono in queste ore sulla copertura dei contratti dei lavoratori pubblici, mi aspetto che nell’incontro previsto per domani tra le OO.SS. ed il Ministro dell’Economia, si arrivi ad un chiarimento definitivo in senso positivo.
In assenza di ciò, l’unica risposta possibile sarà lo sciopero generale del Pubblico Impiego.
Roma, 20 marzo 2007
Pubblichiamo il testo della lettera inviata da Carlo Podda, Segretario generale Fp Cgil, al giornalista Alberto Statera per il suo articolo, dal titolo “Dove lo Stato non produce. Per uno che lavora due stanno a guardare”, pubblicato oggi dal quotidiano La Repubblica.
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Roma, 4 ottobre 2007
Egregio Dott. Statera,
il suo articolo di oggi sulla Repubblica, “Dove lo Stato non produce” ci ha lasciato di stucco.
Additare al pubblico ludibrio 3 milioni e mezzo di pubblici dipendenti partendo dalla Signora Pina (che magari aveva preso un legittimo permesso per badare al figlio malato) ci pare quanto meno ingeneroso.
Mettere in evidenza l’arretratezza tecnologica della PA è come sfondare una porta girevole, ma non credo che ciò possa essere addebitato ai dipendenti di quei servizi.
Descrivere il precariato ed i molti problemi del settore dei ministeri è lodevole, ma non lo è altrettanto far apparire queste questioni come se fossero in relazione al fenomeno dei fannulloni.
Infine, accompagnare un articolo che verte sui ministeri, con tabelle che riguardano l’intero settore delle pubbliche amministrazioni può produrre generalizzazioni e confusioni.
Noi, per parte nostra, non abbiamo mai difeso i “fannulloni”, riteniamo che, ove ci siano, vadano cacciati, non fosse altro che per rispetto e giustizia nei confronti di chi fa il proprio dovere.
E quelli che fanno il loro dovere sono davvero tanti. Provi ad andare, per esempio, nelle caserme dei vigili del fuoco o negli ospedali o nelle scuole materne e nei nidi comunali, dove le lavoratrici ed i lavoratori, spesso in condizioni di sotto-organico, garantiscono i servizi alle persone, provi ad andare all’INAIL o all’INPS, si chieda chi sta lavorando per battere l’evasione fiscale e quella contributiva con i risultati, che sono sotto gli occhi di tutti. Se vuole, noi saremmo onorati di accompagnarla in questo viaggio.
Per queste ragioni mi pare davvero sbagliato, oltre che fuorviante, affrontare i serissimi problemi che ci sono nella Pubblica Amministrazione, scaricandone il peso e le colpe sui lavoratori pubblici.
Uno Stato che funziona , una sanità che funziona, servizi alle persone ed alle imprese che funzionano, sono elementi indispensabili per il sistema Paese e per il suo sviluppo: affrontiamo quindi i problemi seri come tali, le caricature non servono.
Distinti saluti
Il Segretario Generale Funzione Pubblica CGIL
Carlo Podda
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Roma 05/05/08
Al Capo Dipartimento CRI
Dott. Niglio
Oggetto: circolare Presidenza Consiglio Ministri inerente linee guida per la stabilizzazione.
La circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione Pubblica n° 5/2008 del 18/04/08 stabilisce alcune linee guida per il processo di stabilizzazione del precariato nel pubblico impiego.
Tra le altre sembra di rilevante interesse il punto 7 dove il Ministero individua due passaggi che le amministrazioni devono espletare: la programmazione triennale e i piani di progressiva stabilizzazione.
Ritenendo che il Ministero subordina il processo di stabilizzazione a questi due provvedimenti che l’amministrazione deve svolgere si chiede:
– se l’amministrazione ha preparato la programmazione triennale
– se i piani di progressiva stabilizzazione che ne derivano sono pronti
Ritenendo urgente la risposta dell’Amministrazione, si chiede un incontro per la dovuta informativa.
In attesa di un immediato riscontro si porgono distinti saluti.
Il Coordinatore Nazionale FP CGIL CRI
Pietro Cocco
Vergogna! Non c’è altro termine per qualificare l’azione del governo di respingimento di centinaia di migranti in arrivo sulle coste italiane in spregio alle convenzioni internazionali.
Il salvataggio fuori dalle acque territoriali dei migranti non esenta il ministro Maroni e l’intero Governo da pesanti responsabilità: quella di non avere prestato adeguato soccorso a persone in evidente stato di bisogno – tra le quali bambini e donne incinte – accolte sulle navi italiane e, quindi, ospiti sul territorio nazionale; quella di avere omesso il riconoscimento dei migranti e l’accertamento della loro eventuale condizione di richiedenti asilo, come le convenzioni internazionali dispongono; quella di accertare preventivamente in quali condizioni saranno trattenute sul territorio libico.
Consideriamo ancor più vergognoso, oltre che colpevolmente ipocrita, invocare la legittimità dell’azione sulla base dell’accordo con la Libia. Infatti un’intesa rispettosa dei diritti umani, della tradizione solidale e umanitaria dell’Italia, coerente con la memoria e la storia di emigrazione del nostro paese, avrebbe dovuto contemplare la richiesta alla Libia di ratificare la Convenzione dell’ONU sui rifugiati del 1951, nonché la Dichiarazione fondamentale dei diritti dell’uomo.
Dimenticare che nei centri di detenzione per i migranti del deserto libico i diritti umani sono ignorati, lavarsene le mani sul territorio italiano, non solleva il nostro paese dalla responsabilità morale e sostanziale di contravvenire al rispetto del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale. A chi cerca rassicuranti giustificazioni nella necessità di garantire la sicurezza, chiediamo quale minaccia possano costituire decine di donne, delle quali alcune incinte, di bambini, di uomini disperati in fuga dalla fame, dalla miseria, da tremendi conflitti.
La pratica di respingimento dei migranti, che il governo assicura di volere continuare a praticare, è una misura disumana generata da una crescente volontà razzista e xenofoba che colloca l’Italia al di fuori del rispetto del diritto internazionale, che lede i presupposti stessi della democrazia. Del resto, le reali intenzioni del Governo sono rese evidenti, oltre che dall’impunità verso coloro che obbligano migliaia di migranti a vivere nell’illegalità e a lavorare in condizioni di sfruttamento che rasentano la schiavitù, dall’imminente approvazione del “pacchetto sicurezza” con il quale, tra obblighi di denuncia e negazione di diritti fondamentali dell’uomo, si prepara un vero e proprio clima di segregazioni per gli stranieri in Italia.
Ci aspettiamo che le forze sane del paese si uniscano alla protesta dell’Onu, della Chiesa, che la comunità internazionale accerti la portata delle violazioni commesse dal Governo Berlusconi per impedire la nascita di una nuova apartheid.
La FP CGIL, così come ha già fatto con i medici chiamati a denunciare gli stranieri senza documenti che si presentano in ospedale, chiederà a tutti i suoi iscritti, alle lavoratrici ed ai lavoratori di tutti i servizi pubblici in qualsiasi modo coinvolti con la gestione del fenomeno migratorio, di rispondere con l’obiezione di coscienza ad ogni ordine che abbia come conseguenza la negazione dei diritti umani.
Per non negare un futuro di tolleranza, di democrazia, di civiltà alla società italiana.
Roma, 10 Maggio 2009
AGENZIA DELLE ENTRATE
INCONTRO DELL’11 NOVEMBRE 2010
COMUNICATO UNITARIO
A tutti i colleghi dell’Agenzia delle Entrate
Nel corso dell’incontro tenutosi ieri 11.11.10, convocato a seguito dell’avvenuta registrazione del D.M. di assegnazione delle risorse del c.d. comma 165 e conclusosi a tarda ora, è stata effettuata la ripartizione delle risorse disponibili. L’importo complessivo, pari a circa € 128 milioni è stato destinato per il 91,5% (circa € 117 milioni) all’incentivazione del personale delle aree professionali e per il restante 8,5% al personale dirigente.
L’amministrazione ha quindi informato le Organizzazioni Sindacali che l’acconto sulla produttività collettiva di cui all’accordo del 5 agosto scorso, sarà liquidato nel prossimo mese di dicembre.
Durante il successivo esame delle somme disponibili per la Costituzione definitiva del Fondo per le politiche di sviluppo delle risorse umane e per la produttività – FPSRUP 2009, che ammonta complessivamente a circa € 260 milioni lordo dipendente, le Organizzazioni sindacali hanno unitariamente formulato alcune osservazioni e chiesto degli approfondimenti sulla natura delle risorse stesse.
Nel prendere atto che l’amministrazione ha già quantificato alcune risorse caratterizzate da stabilità e certezza, che potrebbero quindi essere impiegate per le nuove progressioni, si è rilevato che l’entità delle stesse è assolutamente inadeguata all’obiettivo stabilito con l’intesa del 5 agosto scorso.
Si è quindi convenuto di aggiornare l’incontro al fine di consentire alle parti di svolgere un esame più dettagliato degli importi già disponibili e di quelli ulteriormente reperibili, aventi quel tratto di stabilità che è necessario per avviare una nuova stagione di progressioni economiche all’interno delle aree.
Le scriventi Segreterie Nazionali si incontreranno nelle prossime ore per definire una proposta unitaria di riparto, quale risultato di una forte azione congiunta orientata alla più ampia tutela dei diritti e della professionalità legata agli sviluppi di carriera di tutti i lavoratori.
Il tavolo negoziale è stato aggiornato al 22.11. p.v.
Roma, 12 novembre 2010
FP CGIL CISL FP UIL PA CONFSAL-SALFi FLP USB
Boldorini Fanfani Cefalo Sempreboni Patricelli Santoro
AGENZIA DELLE ENTRATE
In data 21 settembre 2010 la Direzione Centrale del Personale ha disposto il trasferimento del personale, a seguito di scorrimento della graduatoria nazionale di mobilità volontaria per l’anno 2008, dagli Uffici di organica appartenenza alle Direzioni Regionali di destinazione.
A seguito di rinuncia o mancata assunzione da parte del personale interessato alla data del 3 gennaio 2011, termine ultimo per prendere servizio presso la Direzione Regionale di destinazione, viene ora disposta la revoca del sopra citato atto limitatamente al personale indicato nella tabella dell’allegato A.
A copertura dei posti che si sono resi disponibili, quindi, si stabilisce il trasferimento del personale indicato nell’allegato B.
Contestualmente al suddetto scorrimento si dispone, per le regioni interessate, un numero aggiuntivo di trasferimenti (allegato C) a compensazione delle unità entrate, secondo i criteri indicati nel bando.
I suddetti trasferimenti decorreranno dal 2 maggio 2011.
Entro questa data dovranno essere presentate le dichiarazioni di accettazione del trasferimento.
Qualora venga richiesto, per documentati motivi di necessità, un differimento del trasferimento nella nuova sede di assegnazione dopo l’avvenuta accettazione, questo non potrà essere superiore a 6 mesi e al termine del periodo i dipendenti dovranno comunque assumere servizio nella sede di destinazione.
Tutti coloro che non avranno prodotto espressa accettazione verranno considerati rinunciatari e potranno comunque partecipare alla successiva procedura.
Il personale trasferibile elencato negli allegati B e C, che si è utilmente collocato nello scorrimento della graduatoria, farà pervenire, entro il 1° aprile 2011, alla Direzione Regionale per la quale è risultato trasferibile l’indicazione delle sedi di destinazione, in ordine di preferenza.
Ciascuna Direzione Regionale individuerà le sedi di assegnazione del personale trasferibile nel proprio ambito regionale, sulla base delle preferenze espresse e dell’ordine di graduatoria, tenendo altresì conto dei posti che si sono resi disponibili a seguito dei dipendenti rinunciatari.
I dipendenti che non avranno indicato preferenze di sede o quelli che non avranno trovato collocazione nelle sedi richieste verranno assegnati agli uffici rimasti disponibili successivamente all’assegnazione delle altre unità trasferibili.
Le sedi di assegnazione, come precedentemente individuate, dovranno essere comunicate al personale interessato, per il tramite dell’ufficio ove prestano servizio, entro il 15 aprile 2011.
Nell’ambito delle iniziative di mobilitazione della categoria in preparazione dello sciopero generale del 6 maggio, la Segreteria Nazionale della FP CGIL ha deciso, insieme alla FLC, di organizzare per il giorno 25 marzo 2011 a Roma dalle ore 10 alle ore 12 un sit-in di lavoratori e precari davanti a Palazzo Vidoni (Via Vittorio Emanuele 116).
Al presidio parteciperanno i Segretari Generali delle due categorie Rossana Dettori e Domenico Pantaleo.
Roma, 21 marzo 2011