Dirigenti dell’organizzazione giudiziaria
incontro col ministro Alfano del 24 febbraio 2009
Si è svolto nel pomeriggio di ieri la riunione fra il ministro Alfano e le rappresentanze sindacali dei dirigenti dell’organizzazione giudiziaria.
Il ministro seguendo un copione ormai collaudato dalla riunione col personale delle aree dell’11 febbraio scorso ha dato subito la parola alle OO.SS.
La nostra organizzazione ha esposto le seguenti questioni:
1) il governo sta promuovendo una rilegificazione del rapporto di lavoro, ciò non fa bene al lavoro pubblico, non fa bene ai lavoratori pubblici quindi non fa bene ai dirigenti, nello specifico ai dirigenti della giustizia, infatti tanto è più ampio lo spazio della norma nell’organizzazione del lavoro, tanto è minore l’apporto di una professionalità specifica che sempre più viene ridotta a guardia di una procedura e non a garanzia di un obiettivo.
2) sul decentramento del ministero della giustizia a parte certe cervellotiche decisioni geografiche ancora non vi è chiarezza sulla responsabilità delle risorse materiali
3) in virtù delle riforme contro il lavoro pubblico il numero dei dirigenti della organizzazione giudiziaria passa sulla carta da oltre 400 a circa 350, in servizio però sono in 235, ciò vuol dire che in molti casi i dirigenti hanno più di un incarico e che in moltissimi casi il magistrato capo dell’ufficio svolge i compiti del dirigente.
4) Il concorso per dirigente deve avere nuovo impulso, tutto deve essere fatto bene ma anche con urgenza, deve migliorare il lavoro, devono migliorare le condizioni di lavoro e i magistrati capi degli uffici non devono essere distolti dai loro compiti principalmente giurisdizionali.
Il ministro, replicando la stessa scena già svolta con il personale delle aree, non ha risposto a nessuna questione nel merito, ha però preso l’impegno di consultarsi immediatamente con il proprio staff più ristretto per calendarizzare la soluzione dei problemi e quindi riconvocarci per proporci un piano di lavoro con i tempi scanditi.
L’impressione che ne abbiamo tratto purtroppo non è molto consolante e in sede di brevissima replica lo abbiamo fatto notare, attendiamo comunque la prossima riunione, quella delle soluzioni scadenzate.
per FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone
FP–CGIL CISL– FP UIL–PA
ATTIVITA’ ISPETTIVA E DINTORNI
Queste OO.SS. hanno più volte manifestato la propria contrarietà sul metodo adottato dall’amministrazione in materia di attività di vigilanza, mettendo in evidenza anche l’insufficienza delle risorse disponibili per poter conseguire gli obiettivi istituzionali del nostro ministero.
Le scriventi sono costrette, ancora una volta, ad esprimere un forte dissenso circa le difficoltà in cui tutti i lavoratori – ed in particolare quelli che esercitano l’attività ispettiva – sono costretti ad operare soprattutto a seguito delle recenti disposizioni impartite (vedi procedimentalizzazione e progetto trasparenza) ed alle inadeguate risorse messe a disposizione.
Sono anni, ormai, che soltanto grazie alla disponibilità dei lavoratori, le attività istituzionali possono essere svolte. Sono mesi che il personale ispettivo è costretto ad anticipare le spese di missione.
Sono anni che si avvale dei propri mezzi personali (autovettura, cellulare…..) senza che l’amministrazione abbia mai preso in considerazione, e seriamente, la possibilità di attivare convenzioni; da anni non vengono ritoccate le condizioni contrattuali della polizza casko e l’adeguamento dell’indennità chilometrica alle tariffe ACI.
In questo desolante scenario, il progetto trasparenza, a nostro avviso, mortifica ulteriormente la figura dell’ispettore, spogliandolo dalla funzione assegnatagli dallo Stato e dalle norme, esponendo il suo operato al giudizio “interessato” di una delle parti in causa e non tenendo conto che, laddove lo stesso sia chiamato a rispondere, non è prevista alcuna copertura assicurativa da parte dell’amministrazione.
La recente circolare sulla procedimentalizzazione non convince più di tanto circa l’effettiva capacità di contrastare il lavoro sommerso; anzi da un’attenta lettura sembrerebbe che venga dato troppo peso alla forma e poco alla sostanza.
Ai vecchi e gravosi problemi se ne sono aggiunti di nuovi senza che l’amministrazione cercasse di individuare, anche attraverso un confronto serio e costruttivo con le Parti Sociali, il modo per risolvere gran parte delle tematiche che affliggono l’attività di vigilanza e, con essa, tutti i lavoratori.
Queste OO.SS., nel ribadire la necessità di un incontro urgente su tutte problematiche su evidenziate, valuteranno la possibilità di attivare ogni iniziativa utile a tutela degli interessi dei cittadini e dei lavoratori di questo ministero.
Roma, 27 luglio 2009
FP–CGIL CISL– FP UIL–PA
Giuseppe Palumbo Antonella La Rosa Palmina D’Onofrio
CGIL FP CISL FPS UIL PA
All’On.le Marco MINNITI – Vice Ministro dell’Interno
Al Cons. Alessandro PAJNO – Sottosegretario di Stato
Illustri Vice Ministro e Sottosegretario,
l’articolo 36 della legge di riforma della pubblica sicurezza (n. 121 del 1981) stabilisce che le funzioni amministrative, contabili e patrimoniali degli uffici, centrali e periferici, della Polizia di Stato devono essere svolte dal personale dell’Amministrazione civile del Ministero dell’Interno, al fine di impiegare i funzionari e gli operatori di Polizia nelle attività investigative e di controllo del territorio.
Nel rammentare che ad oggi sono ancora 25.000 circa le unità di Polizia impiegate negli uffici dell’Interno a svolgere mansioni prettamente amministrative, ci piace ricordare, in questa sede, la lungimirante dichiarazione politica, fatta dal Ministro Amato poche settimane fa in Senato, sulla necessità che i poliziotti devono fare i poliziotti, altrimenti avrebbero partecipato ad un concorso alle Poste.
Bene. Tutti concordano che la legge 121 è stata ed è una grande legge, ed anche noi condividiamo tale giudizio, ma sono in pochi, insieme a noi, a considerare quanto il recupero di 25.000 uomini e donne della Polizia di Stato alle attività di controllo del territorio e di investigazione possa rispondere alla richiesta di maggiore sicurezza che sempre più forte giunge dal Paese. Non utilizzare appropriatamente il personale della Polizia di Stato è un lusso che l’Italia non può più permettersi.
In questo ultimo periodo ne abbiamo ascoltate di tutti i colori: dalle ronde padane, ai dipendenti comunali da prestare alle Questure, alla ricorrente proposta di impiegare l’Esercito per assicurare un maggiore controllo del territorio.
Perdonate la banalità: perché non assumere personale dell’Amministrazione civile dell’Interno, così come stabilisce la legge, per sostituire i poliziotti impiegati negli uffici, che peraltro costa la metà, se consideriamo retribuzione, equipaggiamento ed addestramento delle forze di Polizia?
Per questi motivi, brevemente rappresentati, nella Vostra qualità di nostri interlocutori politico istituzionali, Vi chiediamo un primo incontro su una materia così delicata per avviare un sereno, leale e costruttivo confronto.
In assenza di risposte in tempi brevi, Cgil, Cisl e Uil intendono riprendere con forza, determinazione, convinzione e senza false ipocrisie politiche, che possono essere utili soltanto per un articolo di giornale, la vertenza sulla completa attuazione dell’articolo 36 della legge 121, per tutelare la dignità professionale dei lavoratori che rappresentiamo e per assicurare maggiore sicurezza alla collettività.
Certi della Vostra sensibilità politica al problema, ringraziamo per l’attenzione, e restiamo in attesa della convocazione.
Roma, 8 gennaio 2007
CGIL – Lino CECCARELLI
CISL – Paolo BONOMO
UIL – Enzo CANDALINO
CGIL FP CISL FP UIL–PA FLP INTESA
A seguito alla nostra richiesta del 31/05/2007, in data odierna si è tenuto l’incontro tra Amministrazione e OO.SS., per fare il punto sullo stato dell’arte del DDL governativo e la sua congruenza rispetto al protocollo d’intesa sottoscritto in data 9/11/2006. –
Il Sottosegretario Li gotti e il Dott. Claudio Castelli, ancora una volta, hanno sostenuto che in sede parlamentare ci sono tutte le condizioni per “sanare” la tematica dei passaggi di area, con la richiesta della sede deliberante; per fortuna ci sono le somme necessarie che permettono di “totalizzare” il massimo risultato, apportando quei correttivi che nella sostanza ci possono riportare nell’alveo delle intese gia raggiunte.
Questo, per noi, sarebbe il vero ed autentico successo, e presupposto per l’apertura di una fase negoziale che veda l’effettivo recupero della Giustizia al ruolo che le appartiene e per la definitiva valorizzazione dei suoi lavoratori.
Siamo pronti ad adottare ogni azione efficace ed idonea, per raggiungere gli obiettivi inseriti nel protocollo d’intesa.
Nei prossimi giorni ci saranno altri incontri per monitorare la situazione e l’iter parlamentare e per cominciare a discutere, concretamente, sull’impianto di una “preintesa attuativa”. –
CGIL FP CISL FP UIL–PA FLP INTESA
Arnone Marra Pilla Piazza Ratti
Roma, 6 maggio 2007
Si è svolta in data odierna, la programmata riunione in materia di applicazione della parte “negoziale” del protocollo di intesa del 9.11.2006. Nel corso della stessa il Sottosegretario di Stato avv. Luigi Li Gotti ha informato le OO.SS. di essersi recato all’Aran per avere garanzie in ordine ai lavori che si stanno sviluppando nell’Amministrazione della Giustizia in relazione alla progressione professionale del personale. Il Presidente dell’Aran ha assicurato che nel nuovo CCNL in discussione sarà inserita una clausola di salvaguardia a tutela degli accordi già programmati, concordati e/o avviati. Inoltre il Sottosegretario ha precisato come il ddl necessita di un emendamento correttivo al fine di ripristinare le condizioni iniziali previste nel protocollo d’intesa.
Sotto l’aspetto dei lavori del tavolo tecnico dopo ampia ed approfondita discussione, durata per più di cinque ore, si è trovato un punto d’incontro tra le varie soluzioni possibili, in particolare, sulla ricollocazione dei lavori e sulla progressione professionale di tutto il personale.
Le parti, di comune accordo, hanno concordato di aggiornarsi all’inizio della prossima settimana per la predisposizione e per l’eventuale sottoscrizione dell’accordo.
Roma, 27 giugno 2007
FP CGIL
CISL FP
UIL PA
LP FED.
INTESA
Arnone
Marra
Pilla
Piazza
Ratti
Roma, 2 luglio 2007
Al Direttore Generale del personale e della formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia
Facciamo seguito a una nostra richiesta dello scorso gennaio con la quale contestavamo l’interpretazione dell’Amministrazione relativamente alle norme contrattuali sulle assenze dal servizio per corsi di formazione.
Ad oggi non si è ancora data soluzione al problema che spesso scoraggia il personale dal frequentare i corsi di formazione, soprattutto se si svolgono in un luogo diverso da dove si presta servizio, trovandosi infatti spesso a dover recuperare le ore in difetto, come se l’attività di formazione fosse conteggiabile in ‘ore’ al pari della normale attività lavorativa.
Riteniamo non condivisibile la posizione dell’Amministrazione poiché la formazione ai sensi dell’art. 26 del CCNL 1998/2001 è considerata servizio a tutti gli effetti, per cui è di conseguente applicazione la norma di cui all’art 19 comma 4 lettera che recita c) le assenze per l’intera giornata non possono essere calcolate in ore, quale che sia la durata dell’orario di lavoro nella giornata di assenza.
Tale situazione, particolarmente gravosa per il personale che lavora in uffici decentrati, si crea anche per la partecipazione a commissioni di esame, provocando demotivazione tra il personale che spesso vi rinuncia con conseguente danno per l’Amministrazione stessa.
Siamo fermamente convinti che la formazione sia di fondamentale importanza per garantire la competenza e la valorizzazione del personale della giustizia e che si debba incoraggiare il personale a seguire i corsi e non penalizzarlo come invece accade.
Chiediamo dunque un incontro per discutere di questa ed altre questioni, che abbiamo sollecitato con precedenti note, inerenti la corretta applicazione del contratto.
Per FPCGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone
Roma, 13/02/2008
Al Ministro della Giustizia
Professor Luigi Scotti
Al Sottosegretario di stato
Luigi Li Gotti
Al Capo Dipartimento
Claudio Castelli
La FPCGIL ha intrapreso un cammino, di concerto con altre OO.SS. e con l’Amministrazione, che è stato bruscamente interrotto dalla crisi di governo.
Ma il nostro impegno con i cittadini e con coloro che rappresentiamo è ancora più vivo e crediamo che sia possibile fare qualcosa adesso per risolvere il problema della riqualificazione del personale della giustizia.
Il CCNL con il nuovo ordinamento professionale impone una ricomposizione dei lavori che ci aiuta nel percorso intrapreso dal DDL 2873 e ci permette di risolvere l’anomalia della mancata riqualificazione: le riforme che hanno interessato il mondo giudiziario hanno modificato nella sostanza il contenuto professionale dei profili descritti nel vecchio contratto integrativo, è dunque opportuno che questi profili vengano ridisegnati al livello adeguato.
Siamo infatti tutti coscienti che il lavoro che viene svolto negli uffici giudiziari, anche in virtù delle carenze d’organico, si è profondamente modificato.
Vi chiediamo, in questi due mesi che ci separano dalle elezioni, di lavorare insieme per la redazione del nuovo integrativo con questa impostazione. Vogliamo evitare che il lavoro di questi due anni sia sprecato sia sul versante del servizio che rendiamo ai cittadini, sia sul riconoscimento della qualità del lavoro delle lavoratrici e lavoratori della giustizia
Per Funzioni Centrali FPCGIL
Cosimo Arnone
Nel corso dei prossimi giorni l’amministrazione dovrebbe convocarci per la ratifica definitiva del CCNI 2007 già certificato da parte dei Ministeri competenti.
La relativa certificazione e definitiva sottoscrizione darà la possibilità agli uffici competenti di erogare, con la retribuzione del mese di maggio, le variazioni relative a indennità e tep, contenute nel CCNI 2007 e , con il cedolino di giugno, l’incentivo legato alla produttività.
Si dovrebbe così definitivamente chiudere l’iter del CCNI 2007 e dare avvio alla nuova stagione contrattuale che ci vedrà impegnati nella definizione del CCNI quadriennale 2006/2009.
Nel frattempo occorrerà, una volta per tutte, definire e regolamentare tutta una serie di questioni tra le quali ricordiamo l’avvio della commissione retributiva (struttura assegno ad personam “cod.” 056), la definizione di nuovi criteri per la mobilità interente, che sempre di più appare estranea a logiche organizzative e alle reali necessità territoriali, nonché aprire da subito il tavolo di confronto sulla produttività 2008 a partire dai sistemi di misurazione della stessa.
Roma, 8 maggio 2008
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi
Vi trasmettiamo la lettera appena inviata all’Amministrazione in riferimento alla circ. n. 37.
Nella lettera c’è la richiesta di dare avvio da subito al confronto a livello regionale, io direi comunque di non attendere di essere convocati ma di chiedere immediatamente un’incontro, a livello di direzioni regionali, sulla circolare e sulle sue eventuali ricadute anche sulle sedi provinciali.
vi invitiamo inoltre a fonirci un’analisi del riassetto delle direzioni regionali tenedo conto della vostra realtà e delle risorse a disposizione.
FP CGIL NAZIONALE INPS
Oreste Ciarrocchi
Roma, 20/03/09
Al Ministro della Giustizia
On. Avv. Angelino Alfano
Signor Ministro,
è passato più di un mese dal nostro incontro durante il quale aveva preso ben due impegni che non ha mantenuto.
Si era impegnato a risolvere nel giro di qualche giorno il problema del blocco dei trasferimenti: ci risulta che ad oggi non ci sono novità e che il problema resta irrisolto.
Inoltre aveva preso l’impegno di parlare con il Ministro dell’Economia per dare risposte concrete ai lavoratori della giustizia sul problema della mancata riqualificazione e su questo secondo punto aveva assicurato che saremmo stati riconvocati nel giro di un paio di settimane, massimo un mese: non abbiamo ricevuto ancora nessuna convocazione né comunicazione scritta.
Quando ha intenzione di mantenere i Suoi impegni, Signor Ministro?
Distinti saluti,
La coordinatrice nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco
Roma, 5 gennaio 2010
Al Sottosegretario di Stato
Sen. Giacomo Caliendo
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Cons. Luigi Birritteri
Al Direttore Generale del Personale e della Formazione
Dr.ssa Carolina Fontecchia
p.c. Al Presidente della Commissione di Valutazione dei Dirigenti Dr. Angelo Giorgianni
Abbiamo appreso che si è recentemente verificato presso la Procura della Repubblica di Genova un episodio gravissimo riportato anche dalla stampa locale.
Il dirigente ha aggredito verbalmente una dirigente sindacale della nostra Organizzazione con una modalità talmente violenta da provocare un malore ed il conseguente trasferimento al pronto soccorso dell’interessata.
Il dirigente in questione non è nuovo a comportamenti simili, in passato aveva già avuto atteggiamenti non corretti con aggressioni verbali nei confronti della lavoratrice, il cui operato è apprezzato da tutti nell’ambito dell’ufficio, a causa della sua attività sindacale svolta egregiamente e sempre nel rispetto delle regole.
Recentemente infatti alcune iniziative ‘bizzarre’ del dirigente come quella di vietare l’affissione di calendari con gli attori del cinema negli uffici, erano finite sui giornali mettendo in evidenza una sua attitudine emulativa nei confronti del Ministro Brunetta che persegue atteggiamenti ad effetto invece dell’efficienza del servizio.
Riteniamo però che questa volta il dirigente abbia passato il segno e che non si possano accettare comportamenti persecutori contro chi si occupa della difesa dei diritti dei lavoratori.
Confidiamo in un vostro pronto interessamento per chiarire la vicenda in questione e riportare la situazione ad un clima di serenità e correttezza.
La coordinatrice nazionale
FPCGIL Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco
Roma, 13/07/10
Al Sottosegretario di Stato
Sen. Giacomo Caliendo
Al Capo Dipartimento dell’Organizzazione Giudiziaria
Presidente Luigi Birritteri
Ci è giunta voce da molti parti di Italia di un uso sistematico e disinvolto dell’istituto dell’applicazione temporanea, spesso in violazione dell’accordo sulla mobilità del marzo 2007, per sopperire alle grave carenze di organico che oramai riguardano la maggioranza degli uffici italiani.
Ricordiamo che l’applicazione è un istituto “temporaneo” ed “eccezionale” e non può essere utilizzato come mezzo di organizzazione del lavoro; comprendiamo il fatto che i Capi degli Uffici si trovino in condizioni emergenziali ma riteniamo inaccettabile che la totale l’indifferenza da parte dell’Amministrazione e del Governo verso i problemi della giustizia vada a riflettersi sui lavoratori, che vengono sbattuti da uno ufficio all’altro con gravissime conseguenze sulla loro vita.
Inoltre, in base ad una circolare applicativa del D.L. 78 del maggio 2010, recentemente emanata dal Capo Dipartimento, il personale non sarebbe più autorizzato al rimborso per l’uso del proprio mezzo; in moltissimi casi però gli uffici non sono raggiungibili agevolmente con i mezzi pubblici e dunque i lavoratori devono sobbarcarsi anche svariate ore di percorrenza senza diritto né al calcolo del tempo di viaggio né al buono pasto. Citiamo a titolo di esempio i lavoratori di Bergamo applicati a Cremona e a Brescia oppure quelli di Cagliari ai quali è stato intimato di recarsi in applicazione a Sant’Antioco, con minaccia di provvedimenti disciplinari.
I restanti provvedimenti contenuti nella finanziaria, come ad esempio il blocco del turn-over, non faranno che peggiorare tale situazione, che riteniamo del tutto insostenibile per i lavoratori della giustizia.
Vi chiediamo pertanto un incontro urgente per discutere della situazione nonché di richiamare immediatamente i capi degli uffici al rispetto delle regole e della vita dei lavoratori.
La coordinatrice nazionale FPCGIL
Organizzazione Giudiziaria
Nicoletta Grieco