“È inaccettabile che queste medesime scritte comparse sulle sedi di tante organizzazioni democratiche, tra cui i sindacati confederali, e che oggi compaiono su una istituzione pubblica come l’Inmi Spallanzani siano state rese possibili senza che nessuno se ne accorgesse. Un istituto, lo Spallanzanti, che oltretutto nella pandemia è stato il simbolo della lotta al Covid, sia con l’azione di ricerca che di assistenza e cura, insieme a tutti gli operatori del Servizio sanitario nazionale”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, in merito alle scritte no-vax apparse sul muro dell’ospedale romano.
“Speriamo che i colpevoli siano individuati – aggiunge la dirigente sindacale – e che la condanna di tutte le istituzioni e forze politiche sia inequivocabile. Siamo in una situazione molto critica: l’emergenza pandemica nella sua fase più acuta è alle nostre spalle, proprio grazie alla cura e al sacrificio dei lavoratori della sanità, colpire loro e non comprendere che il Covid circoli ancora, e massima deve essere la vigilanza per continuare a garantire cura e assistenza per tutti i cittadini, è da irresponsabili. Siamo come Funzione Pubblica Cgil al fianco delle lavoratrici e lavoratori e alla direzione dello Spallanzani. Forte è la gratitudine verso il loro lavoro e non saranno mai soli, avranno sempre il nostro sostegno come tutta la comunità sanitaria”, conclude Sorrentino.
‘Ricerchiamo Stabilmente’, martedì 28 giugno la Fp Cgil promuove a Roma il presidio nazionale dei precari della Ricerca Sanitaria a Roma in piazza Castellani dalle ore 11 alle ore 13. Si ritroveranno davanti alla sede del Ministero della Salute Ricercatori e Collaboratori di Ricerca provenienti da tutti gli IRCCS e IZS pubblici d’Italia per chiedere a gran voce la stabilizzazione, dopo anche 20 o 30 anni di precarietà, durante i quali hanno saputo garantire risultati scientifici di elevata qualità al sistema della Ricerca Sanitaria Pubblica.
La legge di Bilancio per il 2018 (L. 205/2017), ricorda il sindacato, “aveva avviato per loro un percorso a tempo determinato di 5+5 anni con la previsione della stabilizzazione, al termine del percorso nei ruoli, anche dirigenziali, nel Ssn. Dei 1.800 Ricercatori assunti in prima applicazione al termine del 2019, ne sono rimasti solo 1.300 nel sistema della cosiddetta “Piramide della Ricerca’, una perdita secca di oltre un quarto delle risorse umane dedicate. Nessuna azienda privata o pubblica potrebbe far fronte a una tale emorragia di risorse altamente qualificate senza subire un tracollo”.
“La quasi totalità dei direttori scientifici e generali degli Irccs – fa sapere la Fp Cgil – nel corso delle audizioni in Commissione Affari sociali sulla legge delega di riordino degli Irccs prevista dal Pnrr, ha chiesto di provvedere da subito a istituire dotazioni organiche ‘di ruolo’ per Ricercatori e Collaboratori di Ricerca, di fermare l’emorragia e di valorizzare questo personale, indispensabile per mantenere alti i risultati della Ricerca Sanitaria in Italia. Si tratta infatti di persone su cui il Sistema Italia ha investito, con anni di formazione specifica in ambito scientifico, abituati alla competizione per l’acquisizione di finanziamenti pubblici e privati nella Ricerca e particolarmente ambiti dalle aziende e dal sistema sanitario privato, dalle Università, oltre che dall’Estero”.
“La previsione dell’immissione nei ruoli del Ssn – aggiunge – sembra sempre più un miraggio per questo personale, Ricercatori e Collaboratori sono stati in prima linea nella lotta al Covid durante tutto il periodo di pandemia, ma il legislatore non ha previsto per loro la stessa tutela prevista per il restante personale precario del Ssn con la riduzione a 18 mesi del periodo necessario per accedere ai benefici della ‘Madia’. Nonostante i numerosi tentativi di modificare la normativa con interrogazioni e emendamenti, presentati anche dalla Cgil, governo e parlamento non hanno ancora saputo porre rimedio a questa palese iniquità di trattamento”.
“Non basta prevedere e la riduzione del percorso previsto dalla legge 205/2017, occorre – osserva il sindacato – intervenire subito con la predisposizione di una norma nella prossima legge di Bilancio che preveda l’assunzione di questo personale con contratto a tempo indeterminato, operazione che passa necessariamente attraverso la definizione di dotazioni organiche della ricerca. Chiediamo, infine, la definizione di un percorso certo e definito per l’attribuzione del ruolo della Dirigenza per Ricercatori e Collaboratori. I nostri Enti hanno perso per almeno 2/3 generazioni lavorative (cioè per più di 20 anni) la possibilità di sostituire i Dirigenti della Ricerca con personale altamente qualificato, con gravi danni per la produttività scientifica e la competitività anche internazionale della Ricerca Sanitaria Pubblica”.
“Per questi motivi i Ricercatori e i Collaboratori di Ricerca, perché la Ricerca di qualità si fa in team, si troveranno con un presidio a Roma il 28 giugno sotto la sede del Ministero della Salute e in tutti gli IRCCS e IZS dove verranno organizzate assemblee e faranno sentire forte la loro voce. Il nostro Paese non ha un futuro se non investe stabilmente e subito nella Ricerca”, conclude la Fp Cgil.
La spinta forte alla innovazione e digitalizzazione dei servizi pubblici in Europa, come missione del Next Generation EU, è sì una opportunità da cogliere per migliorare i servizi pubblici ma diverse sono le sue insidie, legate principalmente alla carenza occupazionale – le gambe perché cammini – e alla conseguente esternalizzazione dei servizi, ovvero al progressivo passaggio di pezzi dello stato nelle mani del privato. È la linea comune emersa nell’iniziativa promossa dalla Fp Cgil ‘Next Generation Eu. La progettazione in Italia, Spagna, Francia e Portogallo nell’ambito della innovazione organizzativa e digitale della Pa: riforme, partecipazione sindacale, qualità del lavoro e dei servizi pubblici’. A Palazzo Mattei di Giove, alla vigilia della giornata Europea dei servizi pubblici, infatti, esponenti dei sindacati del settore di questi paesi si sono confrontati sui rispettivi Pnrr, sulle opportunità e le relative criticità.
Ad aprire la giornata l’intervento di Serena Sorrentino, segretaria generale della Fp Cgil, che ha di fatti sottolineato come “le riforme previste dal Pnrr, pur coerenti con l’impianto di riprogrammazione, scontino la mancanza di investimenti straordinari e ordinari che dovrebbero accompagnare queste riforme”, a partire dal “mancato potenziamento dell’occupazione nei servizi pubblici”, dove le poche assunzioni previste sono a termine. Il Pnrr, infatti, si concentra sulle infrastrutture ma non investe sulla occupazione, aprendo la strada alle esternalizzazioni e nel frattempo il precariato aumenta esponenzialmente. Per queste ragioni il forte richiamo della Sorrentino è per un piano straordinario di assunzioni nel settore pubblico, così come sulla formazione dei dipendenti, per aggiornando il profilo delle competenze, che permetta al paese di non perdere la sfida dettata dal Pnrr, difendendo, anzi allargando, il perimetro pubblico contro il tentativo, neanche tanto velato, di esternalizzare e privatizzare pezzi dello Stato. La sintesi è, afferma Sorrentino, “cogliere la sfida dell’innovazione come un’occasione di miglioramento dei servizi pubblici ma soprattutto di valorizzazione dei dipendenti pubblici, a partire da carriere e opportunità offerte dal nuovo contratto”.
Natacha Pommet (segretaria generale Cgt services publics, Francia)
Per quanto riguarda l’esempio francese, invece, gli investimenti nella digitalizzazione stanno per un verso mettendo fine alle ‘zone bianche’, ovvero quelle senza copertura internet, ma stanno standardizzando verso il basso l’offerta dei servizi pubblici. Anche perché, ha osservato Natacha Pommet, segretaria generale della Cgt services publics, “lo sviluppo dei servizi digitali si accompagna alla soppressione del servizio fisico mettendo in serio pericolo l’univsersalità dei diritti”. Manca poi una adeguata formazione per le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, forte è ancora il digital divide nel paese transalpino, che insieme al binomio standardizzazione della risposte e sviluppo digitale sta conducendo “la Francia verso una riduzione delle spesa dove si riducono i servizi pubblici e gli aiuti agli utenti, perdendo di vista la qualità della offerta dei servizi pubblici”. Da sottolineare come, infine, la Cgt sia promotrice di una campagna chiamata 10% che sta a significare una rivendicazione pari di aumento salariale, di aumento dell’organico e di diminuzione dell’orario di lavoro.
Juana Olmeda (segretaria generale Ccoo Fsc, Spagna)
Anche in Spagna la spinta alla digitalizzazione sconta le differenze territoriali, con una dicotomia forte tra Stato centrale e amministrazioni locali, come ha sottolineato Juana Olmeda, segretaria generale di Ccoo Fsc. “I servizi pubblici sono essenziali e bisogna garantire la modalità, sia in presenza sia colmando il gap digitale. C’è una parte della popolazione – ha sostenuto Olmeda – che non ha accesso a internet, ci sono gruppi a rischio esclusione sociale, come gli anziani”. C’è poi un tema sottolineato dalla Olmeda è che riguarda il gap di genere, che investe soprattutto le donne per quanto riguarda il lavoro agile e il tema della conciliazione. Anche in Spagna il timore fondato è che “la digitalizzazione si trasformi in una forma di risparmio per le pubbliche amministrazioni”, per questo bisogna porre limiti alle esternalizzazioni. “Il servizio pubblico è fondamentale per sostenere lo stato di diritto e va garantita la dignità del lavoro pubblico”, ha affermato la dirigente sindacale di Ccoo Fsc.
Julio Lacuerda (segretario Generale Ugt Fesp, Spagna)
Dal canto suo anche Julio Lacuerda, segretario Generale di Ugt Fesp dalla Spagna, ha sottolineato come il Next generation Eu sia “un processo molto complesso complesso in un periodo molto ridotto che può determinare processi di esternalizzazione, per questo la digitalizzazione non deve essere un pretesto per alimentare le privatizzazioni. Non dobbiamo permettere ai soggetti privati di interferire con gli interessi pubblici ma garantire il ruolo esclusivo del pubblico”. Da qui il bisogno di investire sul tema della formazione e della creazione di nuovi posti di lavoro, tenendo conto dei profili professionali richiesti dalla evoluzione tecnologica. Così come anche il sindacato deve cogliere questa opportunità: “Dobbiamo trovare una strategia congiunta che non si opponga alla digitalizzazione ma che ne contrasti gli effetti negativi”, ha specificato Lacuerda.
José Abraão (segretario generale Sintap, Portogallo)
Il Portogallo sconta un grosso deficit in termini di mancanza di personale e bassi stipendi nel pubblico, che si accompagna a gravi problemi di gestione e organizzazione dei servizi. José Abraão, segretario generale del Sintap, ha fatto sapere che “se non ci sarà un miglioramento qualitativo del lavoro pubblico, soprattuto a livello salariale, mancheranno molto presto lavoratrici e lavoratori in grado di offrire servizi ai cittadini, che determinerà una crescita del settore privato, soprattutto in Sanità”. Il tema salariale diventa dirimente, con stipendi molto bassi: 900 euro netti il salario di un tecnico specializzato. Da qui il bisogno di agire sul versante della motivazione e del riconoscimento dei lavoratori pubblici e delle funzioni che svolgono. “Ci vuole un grosso cambiamento, creare le condizioni perché le generazioni più giovani possano realizzarsi nel loro paese”, ha sostenuto Abraão. Anche Josè Correira, segretario del sindacato proroghese Stal, in un video intervento ha sottolineato l’esigenza di “investire maggiori risorse, puntare sulla dignità del lavoro pubblico e sulle competenze per una amministrazione pubblica di qualità. Serve per questo un aumento salariale consistente, insieme ad un potenziamento delle carriere e a un intervento sui profili professionali”.
Collegato via Zoom Julien Morcrette, segretario nazionale della Cfdt Interco di Francia, ha sottolineato i rischi invece della digitalizzazione: “Siamo andati verso una digitalizzazione ad oltranza, con una marcia forzata che esclude un gran numero di cittadini dai servizi pubblici – ha affermato Morcrette -. In Francia è urgente non considerare la digitalizzazione come l’alfa e l’omega della qualità dei servizi pubblici. Si deve puntare ad un serivizio multimodale e non esclusivamente digitale. Le persone hanno bisogno di un servizio pubblico incarnato, soprattutto dopo il periodo della pandemia”. Ed è per questo che, dice Morcrette, “non bisogna fare economia sul servizio pubblico umano se vogliamo avere servizi pubblici di qualità”.
Pablo Sánchez Centellas (segretariato Epsu, Federazione Europea dei sindacati dei servizi pubblici)
“C’è una matrice politica forte a livello europeo che vuole mettere il servizio pubblico spalle al muro. Dobbiamo uscire da questa situazione”, ha detto da una prospettiva europea Pablo Sánchez Centellas, segretariato di Epsu, ovvero la Federazione Europea dei sindacati dei servizi pubblici, nel corso dell’ultimo intervento della mattinata. “Perché sì il Next Generation Eu mobilita grandi risorse ma il timore fondato è che serva alla costruzione di infrastrutture, da affidare a privati, e non alle persone. Non vediamo infatti che alle risorse investite si accompagni un eguale investimento nel fattore umano, non sembra essere la priorità”, ha concluso.
‘Next Generation Eu. La progettazione in Italia, Spagna, Francia e Portogallo nell’ambito della innovazione organizzativa e digitale della Pa: riforme, partecipazione sindacale, qualità del lavoro e dei servizi pubblici’. Questo il tema al centro dell’iniziativa promossa dalla Fp Cgil per mercoledì 22 giugno a Roma presso l’Auditorium dell’Istituto Centrale per i Beni Sonori e Audiovisivi di Palazzo Mattei di Giove in via Michelangelo Caetani 32 dalle ore 9 alle ore 17.30.
Un’iniziativa che vedrà la partecipazione di sindacati spagnoli, portoghesi, francesi e della federazione europea dei servizi pubblici, della Cgil, insieme a un confronto con le istituzioni italiane e spagnole, ovvero il Ministero della Pubblica Amministrazione e il Ministero de Politica Terrritorial e Función Pública. Una importante occasione di confronto sulle riforme nazionali di innovazione della pubblica amministrazione e la partecipazione sindacale in relazione ai fondi di Next generation eu.
La giornata si articolerà in due momenti, la mattina sarà dedicata alle programmazioni nazionali a confronto tra proposte e innovazione, dal punto di vista della qualità del lavoro e dei servizi, con la partecipazione di: José Abraão (segretario generale Sintap, Portogallo), Julio Lacuerda (segretario Generale Ugt Fesp, Spagna), Julien Morcrette (segretario nazionale Cfdt Interco, Francia), Juana Olmeda (segretaria generale Ccoo Fsc, Spagna), Natacha Pommet (segretaria generale Cgt services publics, Francia), Pablo Sánchez Centellas (segretariato Epsu, Federazione Europea dei sindacati dei servizi pubblici) e Serena Sorrentino (segretaria generale Fp Cgil, Italia).
Nel pomeriggio ci sarà un confronto con le istituzioni di Italia e Spagna e interverranno il capo di Gabinetto del Ministero della Pubblica Amministrazione, Marcella Panucci, e il capo di Gabinetto della Segreteria di Stato della Funzione Pubblica di Spagna, Javier Rueda Vázquez. I lavori saranno conclusi dalla segretaria confederale della Cgil Nazionale, Tania Scacchetti. La giornata è inserita tra gli eventi principali delle celebrazioni del sindacato Europeo Epsu per la giornata internazionale dei servizi pubblici.
“La notizia che Carmelo Cantone sarà il nuovo vice Capo del Dipartimento dell’amministrazione èenitenziaria è senza dubbio un segnale importante per tutti coloro che lavorano nel sistema penitenziario del nostro Paese”. Questo il commento della Fp Cgil in merito alla scelta fatta dalla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, di nominare Carmelo Cantone, Provveditore regionale amministrazione penitenziaria Lazio, Abruzzo e Molise, come vice Capo del Dap.
“Un segnale importante sotto ogni punto di vista – prosegue la Fp Cgil -. Innanzitutto poiché si sceglie una persona che viene dalla carriera della Dirigenza Penitenziaria e, senza nulla togliere ai magistrati che hanno egregiamente ricoperto lo stesso ruolo in passato, conosce molto bene il settore e le dinamiche che lo regolano. Poi perché nello specifico il dottor Cantone ha dimostrato prima da Direttore di istituto penitenziario e poi da Provveditore regionale di possedere elevate capacità e competenze professionali, oltre che relazionali”.
“Riteniamo che il prestigioso incarico conferito a Cantone sia inoltre il giusto riconoscimento per una brillante carriera condotta con grande impegno e spirito di servizio per lo Stato. Facciamo al nuovo vice Capo del Dap i nostri migliori auguri di buon lavoro, in attesa di confrontarci con lui per migliorare le condizioni di lavoro di tutto il personale dell’Amministrazione Penitenziaria”, conclude la Fp Cgil.
Tredici anni di precariato nel pubblico. Tredici lunghi anni, fatti di lotte e di mobilitazioni, di presidi e manifestazioni, con la sola Cgil a fianco. Tredici anni di lavoro insostituibile a sostegno della macchina della Giustizia – gravata da una sempre più critica carenza di personale – e che solo in queste ore vede finalmente uno spiraglio di stabilità. È la sintesi della storia di Elisa Colleo, ma come lei di tante e tanti, che incontriamo oggi alla manifestazione della Cgil in piazza del Popolo ‘Camminiamo Insieme’.
Elisa ha 54 anni e inizia questo lungo percorso di ‘precaria della giustizia’ nel 2010 quando, investita dagli effetti della crisi economica, perde il suo lavoro in una società di comunicazione e viene temporaneamente ricollocata come tirocinante della Giustizia. Elisa è sarda ma lavora a Milano e portare a casa soli 400 euro – perché è questa la cifra media guadagnata da un tirocinante della Giustizia in ragione delle ore lavorate – non è stato facile. Un anno e mezzo fa ha fatto e vinto un concorso come operatrice giudiziaria, con contratto a tempo determinato, in scadenza il prossimo anno, e si è trasferita a Nuoro.
“La mia lotta, la lotta di tanti come me, parte dal 2011. Una lotta che abbiamo condotto con il supporto della sola Cgil che ci ha sempre sostenuto e che ci ha permesso di ottenere risultati importanti, a partire dalle proroghe”, per arrivare all’emendamento approvato al Senato al decreto Pnrr 2 che prevede la stabilizzazione dei precari della Giustizia, racconta Elisa. “Sì io dovrei rientrare tra le stabilizzazioni previste. Certo ho ancora qualche dubbio perché dopo tredici anni di precariato e di lotte essere finalmente stabilizzata non mi sembra vero”.
“Dopo 13 lunghi anni di vertenza, con presidi e manifestazioni, ecco il risultato: stanotte è passato l’emendamento per la stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari della Giustizia. Un primo risultato di una lotta, condotta in solitudine dalla Fp Cgil, da sempre in prima linea nella tutela delle lavoratrici e dei lavoratori, contro ogni forma di precariato e sfruttamento”. Così la Fp Cgil in merito ad un emendamento al decreto Pnrr 2 approvato nelle commissioni Affari costituzionali e Istruzione al Senato.
L’emendamento prevede, spiega il sindacato, che “il Ministero della Giustizia può, fino al 31 dicembre 2023, assumere con contratto a tempo indeterminato, in numero non superiore alle 1.200 unità complessive, personale non dirigenziale, da inquadrare nei ruoli dell’amministrazione giudiziaria, area funzionale seconda, posizione economica F1, che risulti in servizio, successivamente alla data del 30 maggio 2022, con contratto a tempo determinato, con la qualifica di operatore giudiziario. Detto personale é assegnato, con immissione in possesso non antecedente al 1° gennaio 2023, alla sede presso cui presta servizio alla data del 30 maggio 2022”.
Per la Fp Cgil si tratta di “un primo risultato: la vertenza continua perché nessuno resti nel precariato. Nel Ministero della Giustizia tante lavoratrici e lavoratori sono precari, interinali o con appalti, svolgono attività assolutamente indispensabili per erogare i servizi e pertanto vanno assunti in modo stabile. La Giustizia è un diritto costituzionalmente garantito, non può essere erogato ad intermittenza a seconda di quanto personale c’è a disposizione. Serve un piano assunzionale straordinario, lo scorrimento delle graduatorie degli idonei e bisogna prepararsi per tempo a dare stabilità concreta all’Ufficio per il Processo, ponendosi l’obiettivo di non disperdere le competenze che proprio lì si formeranno nei prossimi mesi e fino al 2026”, conclude la Fp Cgil.
‘Chiedo Asilo. Contro le privatizzazioni!’. È il titolo dell’Assemblea nazionale del settore educativo scolastico promossa dalla Fp Cgil in programma venerdì 17 giugno in diretta streaming sulla pagina Facebook @fpcgil dalle ore 17.
Al centro dell’appuntamento la denuncia della Fp Cgil di come sia sempre più a rischio la gestione comunale del sistema integrato 0-6, con esternalizzazioni sempre più spinte in favore di soggetti privati. La Fp Cgil, attraverso le testimonianze di lavoratrici e lavoratori, porrà quindi l’attenzione sul bisogno di investimenti nel settore e sul riconoscimento dell’evoluzione professionale degli educatori e degli insegnanti dei servizi 0-6.
Sottoscritta l’ipotesi di Contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto di Sanità Pubblica per la vigenza 2019/2021 che interessa 545 mila lavoratrici e lavoratori. Accordo firmato in serata da Aran e dalle organizzazioni sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Fials, Nursind e Nursing Up che esprimono “grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo”.
Marco Vitelli, Michele Vannini e Simona Ricci
“Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini. Il contratto riconosce a queste lavoratrici e lavoratori un importante riconoscimento del valore e dell’impegno profuso, sia sul fronte del salario che su quello dei diritti, e rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili”, concludono i sindacati.
“Esprimiamo grande soddisfazione per la sottoscrizione del contratto nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori della sanità pubblica. Dopo anni difficili, durante i quali il personale del sistema sanitario nazionale ha affrontato l’emergenza pandemica pagando un costo enorme, arriva il primo giusto e necessario riconoscimento sia sul versante economico che sul versante dei diritti”. È quanto afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in merito alla sottoscrizione dell’intesa per il rinnovo del contratto nazionale della Sanità Pubblica.
“Siamo soddisfatti per la definizione di un contratto importante, dopo una trattativa difficile, che le lavoratrici e i lavoratori aspettavano si sbloccasse da tempo. Si apre una stagione nuova per il riconoscimento del lavoro nella sanità pubblica del nostro paese. Il contratto è un diritto riconquistato, ora ci aspettiamo un grande investimento nell’occupazione e nel Servizio sanitario nazionale”, conclude Landini.
Il 10 giugno 2022 ha avuto luogo la riunione del Tavolo di confronto tra parte datoriale e parte sindacale sul rinnovo del triennio 2022-2024 del CCNL ANCI. L’Amministrazione ANCI ha presentato una proposta di un aumento contrattuale stimato sul tabellare che abbiamo ritenuto insufficiente. Anche per i dipendenti dell’ANCI assume carattere prioritario la questione salariale a seguito della ‘tempesta perfetta’ che stiamo attraversando che ci vede appena usciti da una crisi economica dettata dalla pandemia per precipitare nella crisi politico militare in Ucraina con conseguenze dirette sui costi dell’energia, sull’inflazione e sul caro vita. Per quanto riguarda il triennio economico 2022-2024 dobbiamo tenere conto di quanto previsto in sede ISTAT (+9%).
È necessario un intervento per difendere il potere d’acquisto delle retribuzioni a fronte di una indiscutibile crescita del caro vita e dell’inflazione: ciò sarà possibile anche attraverso il Contratto Nazionale cui spetta il compito di difendere le retribuzioni, assicurando una quantità di risorse adeguata da destinare, all’incremento delle retribuzioni tabellari e delle buste paga.
Vogliamo essere chiari: a questo giro, puntiamo ad attingere a tutte le risorse possibili per arrivare al risultato da conseguire per consentire il recupero in busta paga e la tutela dei salari dei lavoratori in una prospettiva di ‘caro vita’ per i prossimi anni purtroppo molto seria. Inoltre, abbiamo anche dichiarato che la firma del rinnovo del CCNL avverrà solo se nel rispetto di quanto già previsto dal contratto precedente e cioè firmando la disciplina per i dirigenti ANCI. Il prossimo incontro di confronto è stato fissato al 6 luglio prossimo.