UN INCONTRO INTERLOCUTORIO
Un
incontro interlocutorio, sui cui contenuti vigileremo in termini di rispetto
degli impegni assunti dall’Amministrazione, quello che si è svolto martedì
pomeriggio con il Direttore generale dopo lo stato di agitazione del personale
proclamato da CGIL CISL e UIL.
Gli
argomenti trattati sono stati quelli indicati nella nostra nota dello scorso 22
aprile.
Innanzitutto
la questione della mancata erogazione del pre-saldo 2015 rispetto alla quale il
Direttore generale ha garantito il pagamento, unitamente al primo acconto
dell’incentivo ordinario 2016, con la retribuzione di maggio: non ci convincono
le non meglio specificate “ragioni tecniche” addotte dall’Amministrazione che,
in presenza di una produzione 2015 certificata in sede di Osservatorio
nazionale sulla produttività, riunitosi per ben due volte lo scorso mese di
marzo, non ha dato seguito al pagamento, come contrattualmente previsto e non
si è preoccupata di metterne al corrente le organizzazioni sindacali.
Altro
tema affrontato è stato quello della riorganizzazione dell’Istituto, argomento
rispetto al quale a tutt’oggi non esiste una formale proposta dell’Amministrazione
su cui sviluppare il doveroso confronto con i sindacati: il dott. Cioffi si è
limitato a dire che è in corso un approfondimento interno sul progetto e che
sullo stesso le parti sociali saranno convocate una volta definita la bozza del
piano di riordino.
Per
quanto concerne le selezioni interne del personale abbiamo ribadito la
richiesta di attivare al più presto un tavolo tecnico (la convocazione è stata
fissata per giovedì 5 maggio), per definire le risorse sul CCNI 2016 da
impegnare per il finanziamento delle progressioni nell’ambito delle aree dando
seguito così, dopo l’area A, ai percorsi di sviluppo professionale per le aree
B e C.
Strettamente
connesso al tema delle selezioni interne è la problematica dei C1 giuridici
(colleghi inquadrati giuridicamente in area C per effetto di scorrimenti o
addirittura selezioni interne di cui sono vincitori, ma con retribuzioni
tabellari di area B), per i quali auspichiamo, in presenza di una
giurisprudenza ondivaga in materia e nel quadro di un esercizio di autonomia da
parte dell’Ente, una soluzione positiva da parte dell’Amministrazione: il
Direttore generale ha assicurato che in tempi brevi una decisione sarà
adottata.
Sulla
partita dei comandati abbiamo chiesto che l’Istituto mantenga gli impegni presi
in termini di loro stabilizzazione entro la fine del 2016 così come formalmente
detto e verbalizzato anche nelle sedi parlamentari: la capienza c’è e, dopo la
ricollocazione del personale delle Province e della Croce Rossa Italiana, non
ci sono più alibi per l’Amministrazione di fronte a colleghi, meno di 300 in
tutto il territorio, formati e pienamente inseriti nei processi produttivi
dell’Istituto che non può permettersi il lusso di perdere ulteriori risorse.
La
stabilizzazione dei comandati unita ad una programmazione di nuove assunzioni,
anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie ancora aperte degli ultimi
concorsi pubblici, consentirebbe, per la regola del 50% di riserva al personale
interno, di mettere in cantiere in un futuro prossimo le progressioni verticali
tra le aree.
Altro
argomento trattato è stato quello della rivisitazione dei sistemi di
misurazione della produttività così come l’Amministrazione si era impegnata a
fare con l’Accordo di programma 2014/2016 sottoscritto da CGIL CISL e UIL: è
necessario convocare al più presto una riunione che affronti il tema in modo
organico, pena il rischio che la macchina dell’Istituto “giri a folle” con
ripercussioni sul piano economico nonostante l’impegno e l’abnegazione dei
colleghi.
Ultimo,
ma non certo per importanza, il tema della vigilanza rispetto alla quale sul
territorio l’Amministrazione si muove in ordine sparso: su tale argomento giace
una richiesta di CGIL CISL e UIL, datata 14 marzo 2016, di attivare un tavolo
tecnico di confronto al fine di affrontare i problemi di ordine logistico,
funzionale ed operativo connesse al rapporto tra il personale ispettivo Inps e
l’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
FP CGIL/INPS
Oreste CIARROCCHI
CISL FP/INPS
Paolo SCILINGUO
UIL PA/INPS
Sergio CERVO
28.04.2016 – I lavoratori hanno il diritto di decidere se partecipare alle iniziative “mediatiche” del Dipartimento. Il Coordinamento Nazionale Fp Cgil VVF non accetta l’obbligatorietà imposta ai corsisti del 77° e 78° corso. L’evento giubilare, che nulla ha a che vedere con i Vigili del Fuoco, poteva e doveva essere gestito diversamente.
IMBUCATI
D’ONORE
Obbligati
dal Palazzo a partecipare ad una festa senza invito
Basta
leggere i manifesti e la locandina dell’evento giubilare del 30
aprile e 1 maggio 2016 per accorgersi che i Vigili del Fuoco non sono
parte della manifestazione.
Ma
allora perché dobbiamo esserci ?
Per
di più ….. obbligati ?
La
spiegazione è semplice.
Da
dieci anni siamo infilati in un comparto che non ci appartiene.
Infatti,
uno Stato estero (perché tale è la Città del Vaticano ) ritiene di
organizzare una giornata dedicata alle forze armate e,
giustamente, non ci mette in cartellone.
Magari
pensando di fare una giornata a noi dedicata, come nel giubileo del
2000.
A
questo punto il solerte Palazzo ci imbuca nella festa ed il nostro
ospite non si sogna neppure di cambiare manifesti e locandina.
Però
la macchina è partita e, in fretta e furia, si deve PER FORZA
organizzare un plotone.
C’è
un corso in atto alle Scuole Centrali Antincendi, sono corsisti
residenziali, si può fare di loro, ai sensi del regolamento, quello
che si vuole.
Poco
importa se l’evento coincide con la festa dei lavoratori, ancora meno
se qualche padre o madre di famiglia ha deciso di passare un fine
settimana con i figli e, magari, ha già fatto il biglietto del treno
o dell’aereo ……. per nulla se qualcuno è ateo o protestante o
ebreo o musulmano o buddista.
Ci
tocca un quadrato nello scacchiere delle Forze dell’Ordine e noi, da
bravi soldatini dobbiamo riempirlo.
Questa
cosa non ci piace come non ci è mai piaciuta la nostra attuale
collocazione.
Siamo
un’altra cosa, facciamo un altro mestiere e vogliamo, anzi esigiamo,
rispetto e dignità.
Le
lavoratrici ed i lavoratori del Corpo Nazionale VVF meritano ben
altro.
Vogliamo
partecipare alle feste se e quando invitati, con gli onori che ci
competono.
IMBUCATI
…. NO … GRAZIE
Coordinatore
Nazionale
FP
CGIL VVF
Danilo
ZULIANI
28.04.2016 – Prosegue la protesta legata all’evento giubilare e alle modalità adottate dall’Amministrazione. Pubblichiamo un volantino e una richiesta di chiarimenti predisposti unitariamente da Cgil Cisl e Uil della DCF.
Roma, 27 aprile 2016
Si è tenuta ieri la prevista
riunione con la dirigenza di Agenzia Industrie Difesa, con all’ordine del
giorno:
– Ipotesi di accordo FUA – FUS
2015, con la previsione delle progressioni economiche per il 2016;
– Esame della situazione
dell’Unità Produttiva di Torre Annunziata;
– Programmazione triennale dei
fabbisogni del personale anni 2016-2018;
– Varie ed eventuali.
Nell’ambito
della programmazione triennale 2016/2018 la dirigenza di AID ci ha comunicato
che sussisterebbe la possibilità di procedere a circa 51 assunzioni nel
triennio 2016/2018, così suddivise:
anno
2016 – 15 assunzioni, di cui 13 nella terza area e 2 nella seconda area;
anno
2017 – 18 assunzioni di cui 16 nella terza area e 2 nella seconda;
anno
2018 – 18 assunzioni di cui 16 nella terza area e 2 nella seconda.
Nel
corso dell’anno 2016 saranno quindi effettuate 6 stabilizzazioni/assunzioni di
dipendenti che allo stato attuale beneficiano di contratto a tempo determinato.
Inoltre, stando a quanto comunicato, sarebbero previste nel predetto triennio
anche assunzioni delle categorie protette, secondo il seguente programma:
anno
2016- 5 unità;
anno
2017- 8 unità
anno
2018- 1 unità.
Sul
FUA – FUS 2015, la discussione è stata aggiornata ai prossimi giorni.
Auspichiamo possa procedersi con sollecitudine a stipulare l’accordo
definitivo, per consentire alle unità produttive di stipulare gli accordi
locali e permetterne quindi il pagamento.
Come
già per i lavoratori del Ministero difesa, si è poi deciso che parte della
quota finanziaria complessivamente destinata ad AID debba essere utilizzata per
definire le progressioni economiche nelle aree.
Per
quanto attiene la situazione dello stabilimento di Torre Annunziata, ci è stato
comunicato che entro al 31.12.2016 andranno in pensione 29 dipendenti in
applicazione della normativa pre Fornero. Sulle prospettive dell’Unità
produttiva di quest’ultimo, posto che abbiamo chiarito con forza ad Aid che è
tempo di dar seriamente seguito agli impegni che ogni volta che ci si incontra
vengono assunti per Torre Annunziata, salvo poi venire regolarmente e
completamente disattesi, ci è stato comunicato che in seno alla dirigenza di
AID si starebbe valutando anche la possibilità di trasferirvi parte della
dematerializzazione degli archivi dal poligrafico di Gaeta.
Alla
chiusura dell’accordo sul FUA 2015, seguirà l’avvio immediato della discussione
sulle progressioni economiche di cui vi daremo, come sempre, tempestiva
informazione.
Il Coordinatore Nazionale Fp Cgil
Ministero della Difesa
Francesco
Quinti
EMERGENZA CULTURA: TUTTI
IN PIAZZA IL 7 MAGGIO!
La fase organizzativa della manifestazione
nazionale è conclusa e adesso bisogna lavorare per favorire la più ampia
partecipazione dei lavoratori a questo appuntamento, che noi riteniamo
importantissimo. Emergenza Cultura si articolerà in due giornate, di studio e
di lotta.
La prima giornata sarà dedicata ad un
approfondimento in un convegno che terremo nel Centro Congressi di via Cavour
di Roma il pomeriggio del 6 maggio e che avrà al suo centro tutti i temi
contenuti nel manifesto di Emergenza Cultura, alla presenza di intellettuali, associazioni,
costituzionalisti e con la nostra qualificatissima partecipazione. Appena
disponibile vi invieremo il programma più dettagliato.
Il 7 maggio, di mattina, manifestazione
nazionale in piazza a Roma con partenza
da Piazza dell’Esquilino fino a piazza della Madonna di Loreto, dove si
terranno i comizi conclusivi.
Queste iniziative saranno la prima grande
risposta alle controriforme che mettono in discussione la tutela del nostro
patrimonio culturale, in difesa dell’articolo 9 della Costituzione e in difesa
della dignità del lavoro nei beni culturali, lavoro deriso e misconosciuto in
tutti i provvedimenti del Ministro.
Emergenza Cultura (www.emergenzacultura.org) è
un rassemblement di soggetti sociali, sindacati, studenti, associazioni di
tecnici e associazioni culturali, esponenti del mondo intellettuale e
costituzionalisti che si vogliono opporre alla deriva di chi vuole trasformare
questo Ministero in una sorta di baraccone dove i luoghi della cultura
diventano luoghi di eventi estemporanei e la valorizzazione un esercizio
commerciale. Una occasione unica per esprimere in modo democratico e civile
tutto il nostro dissenso.
Singolari coincidenze.
Abbiamo avuto qualche intoppo,
nell’organizzazione di questo evento, e quello più significativo ci è derivata
dalla contraddittoria decisione della DG Biblioteche di concedere, a pagamento,
l’utilizzo del Teatro dei Dioscuri al Quirinale per il convegno del 6 maggio e,
dopo che noi abbiamo regolarmente saldato il dovuto, revocare questa
concessione sulla base di una relazione sulla sicurezza che noi abbiamo
visionato e che ci lascia qualche perplessità. Il motivo è l’inagibilità di
alcune vie di fuga: dalla relazione, prontamente inviateci dopo la nostra
richiesta, risultano delle foto in cui le vie di uscita erano bloccate da sedie
e masserizie che non ci parevano ostacoli insormontabili. Che dire? Di fronte
ai problemi di sicurezza noi certo alziamo le mani e la solerzia con cui è
stata disposta questa verifica dopo la nostra richiesta di utilizzo ci lascia
ben sperare che la Direzione Generale affronterà con la medesima solerzia tutti
i gravi problemi di sicurezza esistenti in buona parte degli Uffici che le
dipendono. Pertanto, se dovesse servire, organizzeremo in tutti gli Uffici che
ne fanno richieste nuove iniziative come Emergenza Cultura sapendo che almeno
contribuiremo a risolvere l’emergenza sicurezza. Anche perchè nel Teatro dei
Dioscuri sino ad una settimana fa si svolgevano regolarmente iniziative, tra le
ultime una organizzata dal SILP CGIL alla presenza del Questore in persona.
Evento svoltesi regolarmente e senza alcuna segnalazione in ordine ai problemi
prontamente evidenziati nella relazione del precedentemente distratto RSPP. In
quello ed in altri casi caso nessuna emergenza sicurezza, eppure ci risulta
identica la situazione che ha portato alla tempestiva relazione che, per amore
di verità, adesso ha comportato la sospensione di tutte le iniziative in
programma e la chiusura del Teatro ad ogni utilizzo esterno. Noi seguiremo con
passione questa vicenda, anche perchè siamo involontaria causa della perdita,
ci auguriamo temporanea, di uno spazio sociale. Non utile, lo diciamo subito,
ad ospitare un ristorante di lusso.
E’ arrivato il decreto sul bando del concorso dei
500.
L’ultima notizia è la pubblicazione del decreto
che definisce i criteri del bando di concorso
dei 500 funzionari sulla Gazzetta Ufficiale. Come immaginavamo, poco o
nulla delle osservazioni pervenute è stata presa in considerazione, ed in
particolare il personale interno è rimasto senza alcun riconoscimento del
servizio prestato. Nel riservarci una valutazione approfondita del decreto ci
preme oggi segnalare che il testo dello stesso, inviateci preventivamente in
visione, poi non lo abbiamo più visto se non in Gazzetta Ufficiale. Insomma un
esercizio di democrazia, più volte rivendicato dalla nostra controparte in
quanto “non erano tenuti” a farlo, e un esercizio di negazione della
democrazia per cui si chiedono alle rappresentanze dei lavoratori di svolgere
osservazioni per poi ridurre il tutto ad una sommaria informazione del
Consigliere Casini. Se lo risparmiassero, la prossima volta. Se si porta al
tavolo un atto per sua natura unilaterale vuol dire che si accetta la logica
del confronto. Altrimenti ci prendiamo in giro e se si pensa di utilizzare le
Organizzazioni Sindacali come stampella di decisioni già assunte si fa un
grosso errore. Noi certo abbiamo i nostri limiti e le nostre contraddizioni, ma
siamo gente seria.
Fp Cgil Mibact
Claudio
Meloni
Roma, 27 aprile 2016
In relazione alla convocazione
per il prossimo 10 maggio le scriventi OO.SS., considerati i tempi trascorsi
dall’approvazione della L. 132/2015 e le aspettative dei lavoratori della
Giustizia, chiedono di potere esaminare con anticipo la eventuale proposta
dell’Amministrazione al fine di velocizzare i tempi di attuazione e dare
risposte immediate ai lavoratori della giustizia.
FPCGIL CISLFP UILPA
Amina D’Orazio Eugenio Marra Domenico Amoroso
Coordinamento Nazionale Corpo Forestale dello Stato
Roma, 18
aprile 2016
Dopo una campagna
mediatica vergognosa che per anni ha teso a confondere gli agenti e gli
ufficiali del Corpo forestale dello Stato con gli operai forestali stagionali o
con i corpi forestali regionali delle regioni a statuto speciale…
Dopo anni di riunioni
“segrete”, svolte a porte chiuse nei palazzi del potere…
Dopo mesi di trattative
sottobanco tra i vertici delle forze dell’ordine, sulla testa di Forestali,
Poliziotti e Carabinieri…
Dopo una prima
approvazione del cosiddetto Decreto Madia, un’accozzaglia di proposte
populiste, prive di contenuti importanti e senza alcun progetto organico,
proposto dal Governo in seguito ad una delega del parlamento che secondo noi
non sta affatto rispettando…
Dopo le proposte,
completamente ignorate, portate avanti dalla CGIL per incrementare l’efficienza
nel Corpo Forestale, eliminare eventuali sovrapposizioni con altre Forze di
Polizia e risparmiare molto denaro…
Dopo l’iter, che questo
decreto sta ancora ultimando, che non ha mai coinvolto le parti sociali né gli
esperti del settore, né svelato in alcun modo quale sarà effettivamente il
futuro del Corpo Forestale dello Stato e dei suoi 8000 uomini, né chiarito chi
svolgerà d’ora in poi e come tutti quegli essenziali compiti dell’unico corpo
nazionale di Polizia Ambientale (difesa del patrimonio agro-silvo-pastorale
italiano, del made in Italy, dei prodotti DOP, IGP, biologici; di conservazione
dei Parchi nazionali e delle Riserve Statali, di difesa della flora, della
fauna protetti e dei diritti degli animali; di spegnimento e repressione del
fenomeno degli incendi boschivi; della prevenzione del dissesto idrogeologico e
delle risorse idriche; della difesa delle arie, delle acque e del suolo
dall’inquinamento e dai rifiuti; del controllo del commercio internazionale di
specie protette e del legname; del contrasto alle agro/ecomafie etc.)…
Dopo decine e decine di
richieste di informazioni e di confronto rivolte vanamente da tutte le sigle
sindacali del CFS al Capo del Corpo, ai Ministri, al Presidente del Consiglio,
al Presidente della Repubblica etc…
Dopo le proteste della
stragrande maggioranza del personale, di tutte le sigle sindacali dei Corpi di
Polizia italiani che raccolgono quasi 150.000 iscritti tra gli operatori di
polizia, del sindacato europeo del pubblico impiego (EPSU) che raccoglie ben 8
milioni di impiegati pubblici in Europa, di tutte le associazioni ambientaliste
ed animaliste, di tutte le opposizioni politiche di destra e di sinistra, di
moltissime importanti personalità del mondo politico, giornalistico,
ambientalista…
Dopo lettere e diffide da parte delle
Organizzazioni Sindacali che, tramite i pareri dei propri legali e
costituzionalisti, minacciano migliaia di ricorsi ai Tribunali Amministrativi,
al Consiglio di Stato, alla Corte Costituzionale ed alla Corte Europea, contro
la contro la
militarizzazione forzata dei forestali,
contro la messa al bando delle organizzazioni sindacali del personale e contro
l’eccesso di delega riscontrato nell’adozione del Decreto che non ha rispettato
i limiti e gli obiettivi imposti nella delega parlamentare…
Finalmente un segno di vita da parte della
dirigenza del Corpo forestale e dell’Arma dei Carabinieri!!
Peccato che la nota apparsa sui siti Intranet
di CFS e CC (consultabili solo dal personale), dal titolo “Attuazione Delega
Legislativa relativa all’assorbimento del Corpo forestale dello Stato nell’Arma
dei Carabinieri”, sia assolutamente anonima e non si capisce chi l’abbia
scritta…
Continua a leggere il comunicato nel PDF allegato….
Relazione presentata dal segretario
nazionale Fabrizio Fratini al Seminario promosso dalla FP CGIL
Nazionale, del 21 aprile, sul tema : Welfare contrattuale welfare
aziendale.
COMUNICATO STAMPA FP CGIL CISL FP UIL PA
Dal ministro ennesimo No, inaccettabile
La mobilitazione sarà più forte
Roma,
22 aprile 2016
“Dal ministro l’ennesimo no. La nostra mobilitazione
sarà più forte”, è dura la risposta di Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa dopo che
il ministro Dario Franceschini ha rifiutato di incontrare i lavoratori
in presidio questa mattina davanti alla sede centrale del Mibact per
protestare contro la mancata valorizzazione dei lavoratori dei servizi
pubblici alla cultura. “E’ inaccettabile che un datore di lavoro non si
occupi dei propri dipendenti, lavoratori che con la propria passione,
dedizione e competenza permettono di tenere aperti i luoghi della
cultura e tutelare il più importante patrimonio culturale del mondo.
Patrimonio che potrebbe essere il volano dell’economia del paese, se
solo si riorganizzasse il sistema con investimenti adeguati. A partire
dalle risorse umane”.
Architetti, archivisti, bibliotecari,
archeologi, vigilanti, addetti al front–office.. tanti i lavoratori
presenti alla manifestazione di oggi e tante le professioni che hanno
preso la parola per denunciare la grave situazione di un ministero “a
rischio di estinzione per mancanza di assunzioni”. Altro che “concorso
dei 500”, rincarano Fp-Cgil Cisl-Fp e Uil-Pa: “rispetto alle
professionalità altamente specializzate che occorrono per garantire la
tutela, la fruizione e la valorizzazione del nostro patrimonio
culturale, e rispetto ai vuoti funzionali che si stanno creando nel
MiBACT tra assottigliamento degli organici e blocco pluriennale dei
contratti, è una goccia nel mare”.
“Gli interventi sui beni
culturali sono frutto di uno stretto lavoro di equipe svolto da
specialisti dei diversi settori” spiegano, “e questo modo di operare è
apprezzato e riconosciuto a livello internazionale per l’alto livello
dei risultati. Perciò lascia perplessi il fatto che nel bando siano
state dimenticate alcune figure, come il diagnosta e il chimico. E
ancora più grave è che stanno venendo meno le professionalità legate ai
siti museali, le cui aperture sono sempre più a rischio proprio per
carenza di personale”.
“Abbiamo chiesto un piano di assunzioni
serio, senza il quale questo Ministero arriverà a perdere per
pensionamento circa un terzo del suo personale (dal 2010 al 2020).
Abbiamo chiesto percorsi di crescita professionale per i dipendenti.
Abbiamo chiesto il rinnovo del contratto, per il MiBACT come per tutta
la PA. Ma dal ministro e dal Governo non è arrivato nessun impegno
concreto, anzi: oggi ci è stato negato perfino l’incontro. E questo è
inaccettabile nei confronti di lavoratori dalle competenze elevatissime e
di un sistema che crea ricchezza: basti pensare che il Colosseo ricava
solo dai biglietti oltre 41milioni di euro all’anno.”
“La
partecipazione di così tanti lavoratori oggi è il segnale di una
situazione di disagio che dura da troppo tempo. Senza un vero piano di
investimenti si rischia di mandare in tilt un sistema di servizi che dà
all’Italia visibilità planetaria, prestigio, introiti. E il primo asset
su cui puntare – concludono i sindacati – sono i professionisti e le
loro competenze. Per questo la nostra mobilitazione si farà ancora più
forte”.
Cozza (Medici Cgil): «Sanità a pezzi, si cura chi può»
Rapporto
Osservasalute 2015. Intervista a Massimo Cozza, segretario nazionale
della Funzione Pubblica-Cgil Medici: «Inaccettabile pensare di curarsi
meglio in base alla città o alla regione in cui si vive». Gran parte dei
tagli alla spesa sanitaria deriva dal blocco delle assunzioni e
dall’aumento del precariato. Dal 2009 persi 5 mila medici. “In italia
bisogna difendere il diritto a non pagare il pronto soccorso con la
carta di credito”
«Una sanità a pezzi. A pezzi perché ci
sono ventuno sanità regionali e si viene curati meglio a seconda della
città in cui si vive». Per Massimo Cozza, segretario nazionale della
Funzione pubblica-Cgil Medici, è l’immagine della sanità italiana che
emerge dal rapporto OsservaSalute reso noto ieri. «C’è bisogno di
riprendere una politica sanitaria forte e uniforme sul territorio
nazionale. È l’unico rimedio per contrastare il fenomeno della
migrazione sanitaria da Sud al Nord».
Avevamo il sistema sanitario tra i migliori al mondo. Oggi è solo un ricordo?
Il
servizio pubblico resiste ancora ed è certamente la migliore
assicurazione sanitaria sulla vita dei cittadini in termini di costi e
servizi offerti. È necessario però fermare logica dei tagli che ormai da
anni lo colpiscono. Investiamo di meno in sanità rispetto alla media
dei paesi Ocse. Gli Stati Uniti spendono quasi il doppio di noi e
tuttavia esistono milioni di persone senza assistenza sanitaria. Il
nostro sistema è migliore, ma viene minato alla base dai tagli.
Il governo sostiene di avere messo un miliardo in più nel fondo sanitario nazionale…
Quest’anno
sono previsti 111 miliardi, mentre il patto per la salute ne prevedeva
4,4 in più: 115,44 miliardi. Quindi il taglio c’è stato. Il Documento di
economia e finanza prevede un aumento della spesa in termini assoluti.
Ma questa spesa non copre nemmeno l’aumento dei prezzi. Il trend
dell’aumento previsto è inferiore a quello degli altri paesi. La
tendenza in atto porterà la spesa sanitaria al 6,5% del Pil. Sotto
questo livello comincia a ridursi l’aspettativa di vita. I cittadini
finiranno per non curarsi perché non avranno i soldi per pagarsi le
cure.
È quello che accade già oggi. Siamo all’ultimo posto al
mondo sulla prevenzione. Che ruolo hanno avuto i tagli alla sanità su
questa situazione?
Storicamente il nostro paese ha investito poco
in questo settore. Screening per malattie oncologiche, vaccini, sono
settori importanti sui quali bisognerebbe investire su tutto il
territorio nazionale. Invece si riducono i posti letto ospedalieri.
Abbiamo circa la metà dei posti della Francia. Finanziando più posti, si
potrebbe aumentare la prevenzione.
Per il Censis la sanità in Italia è negata per 9 milioni di cittadini. Cosa significa?
Il
cittadino ha di fronte a sé un muro fatto di liste di attesa e ticket
che a volte non riesce a superare. Molto spesso è costretto ad aspettare
mesi, mentre i ticket per gli esami ematochimici – per fare un esempio –
a volte costano più nel pubblico che nel privato. Per questo si parla
di sanità negata: nei fatti è un modo per impedire di accedere a un
diritto fondamentale. Un modo per svilire la sanità pubblica e spingere
verso quella privata. Per chi può. Chi non può, non si cura. È una
deriva che dobbiamo assolutamente fermare.
Gran parte della riduzione della spesa è dovuta al blocco delle assunzioni del personale sanitario. Continuerà questa tendenza?
Purtroppo
si. Siamo al limite della sopravvivenza dei servizi. Se devo fare una
visita cardiologica e ho sei cardiologi, invece di dieci previsti, è
chiaro che l’efficienza del servizio viene meno. Senza contare che la
sanità, dopo la scuola, ha il numero più alto di precari della pubblica
amministrazione. Serve un piano straordinario di stabilizzazione. Medici
e personale aspettano ancora il contratto. Quello su cui si è fatto più
economia è il valore della professione e i redditi. Invece di
rilanciare entrambi, li si è tagliati.
Perché?
Perché è
più semplice tagliare le risorse umane che potenziare il sistema. Dal
2009 al 2014 abbiamo perso 5 mila medici. E i precari sono aumentati.
Oggi molti servizi dipendono da loro.
Secondo l’Anac di Cantone la corruzione in sanità costa 6 miliardi all’anno. Cosa ne pensa?
Avverto
un pericolo. Buttare fango sulla sanità pubblica può contribuire a far
credere ai cittadini che è giusto non finanziare un settore che va male
ed è corrotto. Ci possono essere casi di questo tipo, ma bisogna fare
attenzione a non veicolare il messaggio di spingere, chi può, verso il
privato. Mentre i poveri saranno curati da una sanità povera. E chi non
ha nulla, non si curerà. Ritengo sia un diritto di tutti evitare che nei
pronto soccorso si paghi con la carta di credito.
Si svolge oggi, presso il Centro
Congressi Frentani, il seminario promosso dalla Funzione Pubblica
nazionale, sulle forme di welfare contrattuale e aziendale.
Anche se non ancora pubblicato sulla
gazzetta ufficiale, ci sembra importante far conoscere il testo
del decreto approvato dal Ministero del lavoro e della Politiche
Sociali di concerto con il Ministero dell’Economia e della
finanze, previsto nel comma 188 per dare attuazione a quanto
previsto nella Legge di Bilancio 2016 nei commi dal 182 al 187.