Roma, 3 febbraio 2016
La trattativa all’Aran per la definizione dei
comparti entra finalmente nel vivo. L’Aran ha formalizzato una proposta
di definizione dei comparti che giudichiamo condivisibile, il passaggio
da dodici a quattro, ovvero (1) Sanità, (2) Regioni e Autonomie locali,
(3) Funzioni centrali, Stato, Enti pubblici non economici e Agenzie
fiscali, (4) Scuola, Università, Ricerca e Afam.
È stata chiesta
da parte nostra verifica e istruttoria sul tema della rappresentanza e
della rappresentatività. Su questo l’Aran si è dichiarata disponibile a
presentare una proposta.
Ci sarà una successiva riunione, che
auspichiamo sia conclusiva tra 7 e 10 giorni, nella consapevolezza che
per noi la priorità resta quella di rinnovare al meglio i contratti
pubblici.
Sbagliato associare permessi a assenze
alimenta attacco a lavoro pubblico
Roma, 13 febbraio 2016
“I risparmi generati con l’applicazione della legge siano reinvestiti per migliorare la qualità dei servizi ai cittadini”. Così la segretaria generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, commenta i dati diffusi oggi dal ministero della Pubblica amministrazione sulle prerogative sindacali.
“Vale la pena però – prosegue – sottolineare che paragonare i permessi sindacali con le assenze è un’assoluta forzatura. Non si possono, infatti, confondere le libertà sindacali, garantite dalla Costituzione, insieme al ruolo e al valore dell’attività sindacale, con assenze non meglio specificate. Così facendo si continua solo ad alimentare l’attacco generalizzato al lavoro pubblico e ai servizi pubblici”, conclude Dettori.
Roma, 8 marzo 2016
Le scriventi Segreterie
Nazionali, in relazione alla sua nomina a Sottosegretario di Stato
alla Giustizia, con
importanti deleghe, tra le quali quella concernente il Dipartimento
dell’organizzazione
giudiziaria, e segnatamente quella relativa alla Direzione generale del
personale e della
formazione, Le esprimono le più vive felicitazioni e Le chiedono un incontro
anche al fine di un
primo approccio alle principali questioni sul tappeto.
FP CGIL
Salvatore Chiaramonte
CISL FP
Paolo Bonomo
UIL PA
Sandro Colombi
Signor Ministro,
abbiamo sollecitato più volte l’Amministrazione in merito alla delicata questione della decurtazione per malattia della indennità penitenziaria corrisposta al personale del Comparto Ministeri in servizio presso l’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia Minorile e di Comunità. Purtroppo, ad oggi, non abbiamo ricevuto alcuna risposta.Di contro, negli scorsi giorni, è stata emanata una circolare che, nel disporre un monitoraggio delle somme non decurtate, metterebbe in mora i lavoratori dal 2008 ad oggi.Ciò è del tutto inaccettabile e sta mettendo in forte ansia i lavoratori del DAPe del DGMC. Poiché le scriventi sigle sindacali ritengono che l’orientamento interpretativo dell’ARAN, posto a fondamento della circolari dell’amministrazione che hanno disposto fino al luglio scorso la mancata decurtazione, sia ancora attuale e fondato,le stesse considerano illegittime le decurtazioni che dovessero essere operate specie se in maniera retroattiva.Pur operando la predetta circolare un semplice monitoraggio dell’ammontare delle decurtazioni e la mera messa in mora, rinviando la eventuale effettuazione delle decurtazioni a successive disposizioni dell’amministrazione centrale, CGIL CISLe UIL ritengono opportuno un suo autorevole intervento sulla questione volto a salvaguardare la specificità del lavoro penitenziario e ad evitare inutili futuri contenziosi.
Roma 07 marzo 2016
A distanza di otto anni dal primo
Tavolo Tecnico in cui si era iniziato a discutere dei problemi legati alla
convivenza, non sempre fatta di “amorevoli sensi”, tra il personale civile
delle Capitanerie di Porto ed il personale militare del Corpo delle Capitanerie
di Porto ci si è incontrati oggi 7 marzo 2016 per riprendere un discorso
interrotto da anni.
Alla presenza della Dott.ssa Genga per la Direzione Generale del Personale
e dei rappresentanti del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, abbiamo
portato all’attenzione del tavolo argomenti di discussione da poter condividere
per far sì che si inizi a valutare con attenzione le problematiche del personale civile delle Capitanerie.
I punti che abbiamo riportato per
iniziare a discutere ed approfondire la discussione, sono quelli che
rappresentammo all’allora Ammiraglio Pollastrini e cioè:
1) la necessità di far ritornare ad esistere gli
Uffici Periferici Marittimi dell’ex Ministero della Marina Mercantile
“dimenticati” nei vari accorpamenti che l’attuale MIT ha subito nel tempo;
2) la necessità di definire adeguati fondi per le
attività di formazione/missione/straordinario che non si comprende da chi
vengono destinati e quantificati;
3) definizione delle piante organiche che non si
riferiscono esclusivamente a quanto personale vi è in un ufficio periferico, ma
che individuino anche le “qualifiche” e le funzioni ad esse attribuite del
personale civile.
La discussione ha visto momenti
di contrapposizione da parte dei rappresentanti del Comando Generale che
sembravano sentirsi “attaccati” (forse
qualche mea culpa dovrebbero farla?)
restando spesso e volentieri sulla difensiva, il che non ha giovato alla
discussione e tanto meno alla ricerca di
soluzioni condivise.
Spesso sono state evidenziate
problematiche di carattere non generale e legate soprattutto all’organizzazione
di un determinato ufficio periferico che hanno distolto la discussione dai
punti che dovrebbero invece focalizzare l’attenzione e la condivisione dei
rappresentanti sindacali al tavolo, colpa forse
della non conoscenza delle realtà delle Capitanerie di Porto in cui
convivono due status di impiegati con forze diverse.
Per quanto ci riguarda riteniamo
l’incontro un primo passo in avanti di un percorso che avviato non dovrà
interrompersi come, purtroppo, avvenuto otto anni fa.
La dott.ssa Genga ci ha
assicurato che si informerà per tutte le questioni prospettate e ci siamo dati
appuntamento tra un mese per discutere anche di soluzioni che sono state
richieste ai rappresentanti del Comando Generale.
FP CGIL MIT
Mario Mellano
COMUNICATO
INCONTRO
PRESSO LA FUNZIONE PUBBLICA SULLA CROCE ROSSA ITALIANA
Roma, 7 marzo 2016
Come
nei giorni scorsi formalmente chiesto dalle scriventi OO.SS., si è tenuta nella
mattinata di
oggi,
presso Palazzo Vidoni, un nuova riunione della cabina di regia, istituita
dall’articolo 6, comma 5, del
d.lgs.
n. 178 del 2012, sulla mobilità del personale dell’Ente strumentale alla CRI.
Nel
corso dell’incontro, su richiesta di Fp Cgil, Cisl FP e Uil Pa, il Dipartimento
della Funzione
Pubblica
ha precisato quanto segue.
– Tra l’8
e il 9 marzo pp.vv. saranno pubblicati uno specifico bando per la ricollocazione
del personale
CRI
presso altre PP.AA. e l’elenco delle lavoratrici e dei lavoratori che potranno
partecipare alla
prima
fase del processo di mobilità. La funzionalità che consentirà ai lavoratori di
avanzare le
istanze
di mobilità sarà attivata a far data dalla prossima settimana.
– Allo
stato, sulla base delle vacanze di organico inserite nel portale dai diversi
enti e amministrazioni,
i
posti disponibili che, a livello nazionale, potranno essere coperti attraverso
la ricollocazione del
personale
CRI ammontano a complessive 1.900 unità, in gran parte concentrate nelle
amministrazioni
centrali.
– Nella
prima fase sarà ricollocato circa il 50% degli oltre 2.000 lavoratori CRI
inseriti nel portale. Ciò,
in
quanto, al momento, solo nel 50% dei casi, verrebbe a determinarsi, avuto
riguardo ai profili
professionali
e alla collocazione territoriale dei posti disponibili, un pieno incrocio tra
domanda e
offerta
di mobilità.
– A
chiusura della prima fase che, tenuto conto di quanto annunciato dai
rappresentanti del
Dipartimento
della Funzione Pubblica, dovrebbe concludersi entro la metà del prossimo mese
di
maggio,
verrebbe ricollocato il personale CRI con profilo amministrativo. Tra i 1.900
posti allo stato
disponibili
non figurano infatti le vacanze di organico che, in forza dell’art. 1, comma
397 e 398
della
legge n. 208/2015 (legge di stabilità 2016), andranno coperte presso gli enti e
le aziende del
Servizio
sanitario nazionale, le regioni e gli enti locali, mediante ricollocazione
delle figure
professionali
diverse da quelle amministrative (autisti soccorritori, infermieri, medici ecc…).
A tal
proposito,
le scriventi hanno chiesto e ottenuto che sia al più presto convocato un tavolo
con i
rappresentanti
della Conferenza delle Regioni, oggi non presenti al tavolo, in modo da
definire, in
modo
univoco, le modalità applicative delle disposizioni sopra richiamate e
sciogliere i vari dubbi
interpretativi
nelle ultime settimane insorti (presa in carico dei costi a regime, futuro
inquadramento, ecc.). Ciò potrebbe consentire un
rapido inserimento nel portale anche dei posti
disponibili
nelle amministrazioni destinatarie delle stesse norme e, quindi, la conclusione
della
seconda
fase del processo di mobilità, come è nelle intenzioni della Funzione Pubblica,
prima
dell’estate.
– Le
disposizioni che, ai fini del rientro dal soprannumero, prevedono trovino
attuazione, anche nei
confronti
dei lavoratori CRI, le regole sul collocamento a riposo vigenti ante riforma
Fornero
possono
già da ora, previo avvio di una specifica interlocuzione con l’INPS, trovare
applicazione.
– Il
Dipartimento della Funzione Pubblica si farà carico di gestire, una volta
completate le attività
propedeutiche
alla liquidazione dell’Ente strumentale, la ricollocazione dei n. 169
dipendenti CRI
che
hanno scelto di rimanere in servizio presso il medesimo ente strumentale fino
al 31/12/2017;
dipendenti
che, tenuto conto di quanto evidenziato dall’Amministrazione della CRI, sono
già stati
espunti
dall’elenco del personale a suo tempo inserito nel portale.
– Per
quanto riguarda i lavoratori CRI assunti in forza di leggi quali la n. 482/68 e
la n. 68/99, Funzione
Pubblica
ha precisato che essi prenderanno parte ai processi di mobilità ordinari. Il
loro transito
non
influirà sulle quote dei soggetti diversamente abili che le amministrazioni di
destinazione sono
tenute
ad assumere. Sul tema, abbiamo comunque chiesto ed ottenuto che delle
particolari
condizioni
di salute di tali lavoratori si continui a tener conto anche presso gli enti e
le
amministrazioni
in cui gli stessi saranno ricollocati.
Nel
corso della riunione è stato inoltre possibile chiarire che la CRI non dovrà
procedere ad alcuna
dichiarazione
di eccedenza. Ciò, in quanto il D.Lgs. n. 178/2012, così come modificato dalla
legge di stabilità
2016,
prevede che partecipi ai processi di mobilità verso le altre PP.AA. il
personale della CRI risultante
eccedentario
rispetto ai fabbisogni; fabbisogni che, come è noto, CRI ha già a suo tempo
definito.
Su
richiesta delle scriventi, Funzione Pubblica si è infine impegnata ad operare
affinché:
– tutti
i lavoratori CRI eventualmente non assorbiti a conclusione della seconda fase
del processo di
mobilità
siano ricollocati presso altra P.A.;
– anche
in via interpretativa, possano essere superate, sul tema della salvaguardia dei
livelli
retributivi
in godimento, le problematiche di coordinamento presenti nel testo della legge
di
stabilità
2016. E ciò, con l’obiettivo di ampliare quanto più possibile le quote di
retribuzione che,
attraverso
il riconoscimento di un assegno ad personam, i lavoratori si vedrebbero
continuare ad
erogare
una volta ricollocati presso altre PP.AA.
Vi
terremo costantemente informati dello sviluppo della situazione.
FP
CGIL
Salvatore Chiaramonte
CISL FP
Paolo Bonomo
UIL PA
Gerardo Romano
07.03.2016 – Pubblichiamo la nota inviata al Direttore Regionale e al Comandante Provinciale di Sassari.
07.03.2016 – Pubblichiamo la nota del coordinatore di Catania relativa al riconoscimento del FUA da attribuire al personale specialista nautico che ha svolto mansioni di autista.
Roma, 7 marzo 2016
Negli ultimi cinque anni sono diminuite le donne
primario e sono solo il 15% rispetto agli uomini. È quanto risulta da
un’analisi della Fp Cgil Medici, in occasione della festa dell’8 marzo,
condotta sugli ultimi dati ufficiali del Conto annuale della Ragioneria
generale dello Stato. Un lavoro nel quale si evidenzia come, dal 2009 al
2014, i medici sono diminuiti di ben 5.689 unità (passando da 112.817 a
107.128) ma le donne medico nel Servizio sanitario nazionale sono
aumentate di 2.242 (da 41.896 a 44.138).
Il trend di un aumento
in valori assoluti delle donne medico, spiega la Funzione Pubblica Cgil
Medici, non vale per il ruolo apicale di direttore di struttura
complessa (ex primari): a fronte di una diminuzione di 2.000 unità (da
9.691 a 7.691) negli ultimi 5 anni, c’è stata una riduzione anche delle
donne di 126 unità (da 1.283 a 1.157). Nel 2014 il 41% dei medici
dipendenti del Ssn è donna ma solo il 15% è direttore di struttura
complessa.
La politica dei tagli nella sanità, afferma il
segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, “ha colpito
drasticamente anche il numero dei medici del Ssn, portando anche ad una
diminuzione dei ruoli apicali delle donne, che rappresentano ancora solo
il 15% rispetto al totale”. Per il dirigente sindacale “le donne medico
sono ancora oggi discriminate nel raggiungimento dei ruoli gestionali
apicali, con l’aggravante dei tagli in sanità. Ma il nostro impegno nel
superare le diseguaglianze continua, con l’obbiettivo di eliminare gli
ostacoli, a partire dall’organizzazione del lavoro, con una maggiore
conciliazione tra tempi di lavoro e tempi di vita, a partire dal
#giustOrario europeo: almeno 11 ore di riposo giornaliero, un orario di
lavoro massimo di 48 ore settimanale e un giorno di riposo settimanale”,
conclude Cozza.
07.03.2016 – Pubblichiamo la nota della Fp Cgil di Taranto relativa alla nomina del nuovo Coordinatore Provinciale dei Vigili del Fuoco Gaetano Lacorte che assume l’incarico di dirigente sindacale e sostituisce Rosanna Resta.
Cogliamo l’occasione per salutare e ringraziare la Coordinatrice uscente Rosanna Resta per la preziosa e proficua collaborazione. Un impegno durato tanti anni, volto alla tutela del diritto delle lavoratrici e dei lavoratori del corpo ma anche alla ricerca delle pari opportunità, contro ogni forma di clientelismo.
Esprimiamo, inoltre, le nostre più sincere congratulazioni al neo Coordinatore Gaetano Lacorte per l’assunzione dell’incarico di responsabile territoriale ed il sincero augurio di buon lavoro ricco di risultati e soddisfazioni.
Nota ministeriale n. 0080910 del 7.3.2016
Da riduzioni previste a turn over tracollo enti, a rischio tenuta servizi
Roma, 13 febbraio 2016
Dimezzamento del personale, prelievo di risorse per oltre 3 miliardi di euro, cancellazione di servizi fondamentali per i cittadini. La sopravvivenza di province e città metropolitane, i servizi che queste istituzioni erogano e i dipendenti che li forniscono, sono a serio rischio. Secondo un’indagine della Fp Cgil Nazionale condotta sui dati del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, infatti, sul personale di queste due istituzioni “si abbatterà una scure che produrrà un dimezzamento”: complessivamente, infatti, il personale calerà al 2019 di circa il 50%, passando da 48.575 (dato 2014) a 24.383, “con l’impossibilità per questi enti di fornire i servizi fondamentali a loro attribuiti, dall’edilizia scolastica alla tutela ambientale, dalla viabilità a trasporti e mobilità”, spiega la categoria dei servizi pubblici della Cgil.
Il crollo di personale, spiega la Fp Cgil, ha ragioni diverse. In parte in ragione della scorsa legge di Stabilità che prevedeva, alla fine dell’anno in corso, la riduzione del 50% del personale delle province e del 30% di quello delle città metropolitane. Riduzione che, tradotta, sottende per un verso il trasferimento di personale da questi enti a Regioni e Comuni, per l’altro cessazioni a vario titolo. Un iter che determinerà, secondo l’indagine della Fp Cgil, una riduzione di organico complessivo da 48.575 a 27.233. Nel dettaglio riguarderà il calo dei dipendenti delle province da 33.850 a 16.925 e per quanto riguarda le città metropolitane da 14.725 a 10.308.
“Questa prima decurtazione – spiega la Funzione Pubblica Cgil -, insieme al prelievo di risorse pari a oltre tre miliardi entro il 2016, metterà in seria difficoltà l’erogazione di servizi fondamentali che sono in capo alle province e alle città metropolitane, come la viabilità delle strade provinciali, il sistema dei trasporti, la tutela dell’ambiente e l’edilizia scolastica”. A questo crollo determinato dalla legge di stabilità dello scorso anno, secondo una proiezione condotta dalla Fp Cgil, si sommerà il blocco del turn over al 25% per gli anni 2017 e 2018 e le cessazioni di rapporti di lavoro pari al 4,34% (così come al 2014 sul totale addetti del 2013). Secondo questa simulazione gli addetti di province e città metropolitane passeranno da 27.233, ovvero il dato che si raggiungerà quest’anno, a 24.383. Un calo tra la fine di quest’anno e il 2019 del 10,5%.
“Un dato che riguarda non solo i dipendenti coinvolti ma anche e soprattutto i cittadini”, precisa la Fp Cgil, aggiungendo che: “Il progressivo deteriorarsi di questi enti avrà effetti sui servizi fondamentali che ancora erogano. Ecco perché, nei giorni in cui si stanno raccogliendo i dati sulla mobilità del personale in sovrannumero delle province e delle città metropolitane, bisognerebbe interrogarsi se questi lavoratori non possano invece essere utili per mantenere in piedi le funzioni cruciali previste”. Per la categoria dei lavoratori dei servizi pubblici si prospetta “un tracollo di questi enti necessiterebbe una gestione differente degli stessi processi di mobilità, salvaguardando i livelli occupazionali e i servizi ai cittadini”. Un ‘tracollo’, conclude la Fp Cgil, “che si determinerà anche dal prelievo di risorse che al 2016 arriverà a oltre 3 miliardi di euro”.
In allegato le tabelle sul personale di province e città metropolitane