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Comunicato unitario incontro Sott. Rossi del 29.9.2015
 

COMUNICATO 
Incontro con il Sottosegretario di Stato alla Difesa

Si è tenuta ieri pomeriggio la
riunione convocata dal Sottosegretario alla Difesa, Domenico Rossi, per
discutere della proposta elaborata dall’amministrazione sul tema della mobilità
volontaria interna e i reimpieghi.

           
Giudichiamo positivamente il
risultato finalmente ottenuto per i dipendenti civili del Ministero della
Difesa, peraltro in linea con le richieste avanzate dai lavoratori e con la
piattaforma sindacale, che prevedeva l’introduzione di regole e criteri precisi
e trasparenti nelle procedure di mobilità e reimpiego del personale.          
Di seguito alla definizione di
questo tema, abbiamo ritenuto opportuno sottoporre al Sottosegretario almeno
altre 4 questioni, che allo stato attuale permangono tuttora irrisolte, anche a
causa di una modalità di confronto eccessivamente dilatata nel tempo.

           
Nello specifico:

a) la
restituzione ai lavoratori civili della Difesa delle somme relative alla parte
variabile del FUA 2015;
b) la
rapida e non più ulteriormente rimandabile definizione della tabella di
equiparazione;

c) la
immediata ripresa dei lavori del tavolo tecnico per la definizione del
regolamento relativo alla distinzione delle funzioni tra personale civile e
militare, in attuazione di precise norme di legge;

d)
l’avvio della discussione sui contenuti del Libro Bianco.

           
A tal proposito, nell’occasione
abbiamo consegnato al rappresentante del Governo il nostro fermo e perentorio
messaggio: ” attendiamo risposte chiare ed esaurienti in occasione del prossimo
incontro, già fissato per il 7 ottobre, in caso contrario assumeremo le più
opportune ed incisive iniziative sindacali “.    
Nel corso della mattinata odierna,
inoltre, abbiamo partecipato alla riunione convocata da Persociv sul FUA 2015.

           
Preso atto della proposta
avanzataci, che invero nei contenuti non si discosta affatto da quella
sottoscritta per il 2014, salvo che per l’assenza delle somme sottratte al
fondo, da noi ritenute indispensabili e che ci hanno costretto a porre la questione
come pregiudiziale politica, nonché l’introduzione della parte V
dell’ipotesi di accordo (in accoglimento della nostra richiesta formulata
nell’incontro del 30 luglio scorso) che tratta dell’accantonamento delle
risorse per le progressioni economiche, peraltro tutta da verificare e
discutere nel merito.

In conclusione, abbiamo comunicato all’amministrazione che sino a
quando non sarà sciolta la pregiudiziale politica posta al Sottosegretario
Rossi sulle somme indebitamente scippate ai lavoratori, non saremo disponibili
a discutere di merito.

           
Vi terremo tempestivamente informati
dell’evolversi della situazione.

 

Roma, 29.9.2015

                

FP CGIL                           CISL FP               UIL PA
Francesco Quinti       Paolo Bonomo   Sandro Colombi

 
 
 
 
 
 
 

Concorso pubblico, per esami, a 10 posti nella qualifica di vice direttore del ruolo dei direttivi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco – Avviso di pubblicazione del diario delle prove scritte.

30.09.2015 – Pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana – 4ª Serie Speciale Concorsi ed Esami – del 29 settembre
2015 – Avviso concernente il diario delle prove scritte del concorso pubblico,
per esami, a 10 posti nella qualifica di vice direttore del ruolo dei direttivi
del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, che si svolgeranno a Roma presso le
Scuole Centrali Antincendi nei giorni 22 e 23 ottobre 2015.

 

 

Benemerenze del Dipartimento della Protezione Civile.

30.09.2015 – Benemerenze del Dipartimento della Protezione Civile.

 

 

Decreto di modifica della composizione dell'Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie.

30.09.2015 – Decreto di modifica della composizione dell’Osservatorio bilaterale per le politiche sulla sicurezza sul lavoro e sanitarie.

 

 

Dossier 23 Prefetture a rischio soppressione

In allegato il Dossier 23 Prefetture a rischio soppressione

 

 
 

Indennità specialistiche – Appunto della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie.

30.09.2015 – Indennità specialistiche – Appunto della Direzione Centrale per le Risorse Finanziarie.

 

 

 

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Nota unitaria concorso dirigenti
 

Dott. Giovanni Melillo
Capo di Gabinetto

La stagione delle riforme preannunciate dal Governo non può prescindere dallaquantità e dalla qualità del lavoro che il personale assicurerà quotidianamente negli uffici.Sarà decisivo anche il contributo dei dirigenti i quali dovranno applicare le riformenell’organizzazione e nella disciplina degli uffici.Per fare in modo che i processi di cambiamento siano accompagnati da unmanagement qualificato che sia capace di governare il cambiamento, CGIL CISL e UIL, purconsapevoli dei vincoli previsti dalla normativa vigente, chiedono che sia posto in esserequanto necessario per assumere gli ultimi idonei al concorso per dirigenti bandito con PDG10 maggio 2007, ribadendo quanto già sostenuto lo scorso 17 dicembre nella nota che siallega in copia (all. 1).Trattasi di diciotto colleghi che provengono in massima parte dai ruoli direttivi delpersonale giudiziario e che, oltre alla specifica preparazione giuridica richiesta dal bando diconcorso, vantano anni ed anni di servizio nelle cancellerie e nelle segreterie giudiziarie equindi un patrimonio di esperienza e di conoscenze che potrà giovare non pocoall’amministrazione in questa delicata fase di cambiamento.E’ utile precisare che la predetta assunzione non trova ostacoli nella riduzione delleposizioni dirigenziali, prescritta dalle leggi sulla spending review, atteso che, nonostante taleriduzione, permangono gravi e croniche scoperture di organico. Inoltre la stessa ha unaincidenza minima sul bilancio del ministero, in quanto trattasi di personale inquadratonell’area terza, già dipendente del ministero della giustizia.

Roma, 30 settembre 2015

         FP CGIL                CISL FP                      UIL PA
           Grieco                 Marra                      Amoroso

 

Pa: Cgil Cisl Uil, salviamo la forestale per il paese, 25 settembre assemblea nazionale


COMUNICATO STAMPA FP CGIL FNS CISL UIL PA

Pa: Cgil Cisl Uil, salviamo la forestale per il paese, 25 settembre assemblea nazionale
A Roma presso il Mipaaf in via XX settembre alle ore 10

Roma, 22 settembre 2015

‘Salviamo la Forestale per il paese’.
Per impedire il passaggio del Corpo forestale dello Stato in quello dei
Carabinieri, per dire sì alla riorganizzazione ma no alla
militarizzazione del corpo, Fp Cgil Fns Cisl e Uil Pa promuovono per
venerdì 25 settembre un assemblea unitaria nazionale a Roma presso la
sala Cavour del Ministero delle politiche agricole alimentari e
forestali di via XX Settembre 20 dalle ore 10 alle ore 13.
Al
centro dell’assemblea di venerdì la misura contenuta nella riforma
Madia sul riassetto delle Forze dell’ordine e, nello specifico, l’assorbimento del Corpo forestale dello Stato (verosimilmente) nel corpo dei Carabinieri.
Un passaggio, denunciano i sindacati, che determinerebbe “la
militarizzazione di un corpo nato col pieno riconoscimento per i suoi
dipendenti di diritti civili e prerogative sindacali propri di una forza
di Polizia ad ordinamento civile”, così come temono “lo svilimento
delle funzioni di un Corpo che rappresenta un insostituibile presidio di
legalità, il corpo forestale deve poter espletare i propri compiti di
polizia ambientale e agroalimentare in un corpo di polizia civile e non
militare”.

La rivendicazione dei sindacati è quella di “una vera
riorganizzazione della Forestale, contro il tentativo di destrutturare
il corpo, mentre la strada presa dal governo va in altra direzione:
l’Europa chiede ai paesi membri di istituire un corpo analogo alla
nostra Forestale, noi pensiamo di abolirlo”. Ragioni che saranno al
centro dell’assemblea di venerdì a Roma.

 

Roma – Grave situazione automezzi – I pompieri restano a piedi.

30.09.2015 – Roma – Grave situazione automezzi – I pompieri restano a piedi – Comunicato stampa e nota al Comandante.

 

 

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La Fp Cgil Medici a Ballarò con la Lorenzin sul decreto appropriatezza

 

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Comunicato riunione SMA 24.09.2015 e verbale
 
 

RIUNIONE S.M.A. 24.09.2015

Il 24 settembre
scorso si è tenuta, presso lo S.M.A., una riunione presieduta dal
Capo del 1° Reparto SMA, nel corso del quale sono stati forniti
aggiornamenti sia sui “processi di riorganizzazione conclusi” che
su quelli “in itinere”. Il periodo di riferimento di dette
riorganizzazioni è l’arco temporale 2015/2016.

Come si evince dal
verbale in allegato, le scriventi OO.SS. nel corso della riunione
hanno sostenuto e ribadito che:

Per
quanto attiene il 64° Deposito Territoriale A.M. di Porto S.
Stefano, vista anche la prospettata anticipazione della data di
chiusura, va esperito ogni utile tentativo per una collocazione dei
dipendenti sul territorio anche attraverso una proroga dei tempi
previsti;
Per
quanto riguarda il Gruppo Rifornimenti di Torricola, dopo aver preso
atto della diversa volontà di collocazione dei dipendenti da parte
dello SMA rispetto alle desiderata espresse dai dipendenti, le
scriventi OO.SS. hanno chiesto ed ottenuto la riapertura del tavolo
territoriale anche (e soprattutto) alla luce del nuovo assetto
dell’Amministrazione Difesa su Roma con il prossimo trasferimento
di Enti nel sedime di Centocelle;

Richiamato
l’attenzione sul fatto che i reimpieghi dei dipendenti di Enti in
chiusura devono essere programmati secondo l’iter previsto dal
C.C.N.I. ed ampiamente codificato e quindi deve essere data priorità
al reimpiego del personale civile in servizio presso Enti per cui è
stata correttamente decretata la chiusura.

In merito alle
richieste formulate abbiamo riscontrato attenzione ed impegno da
parte dello SMA che comunque ci riserviamo di monitorare con
attenzione per informare successivamente.

In allegato il
verbale della riunione e le “slide” fornite dallo SMA.

FP CGIL                    CISL FP           UIL PA
 Quinti                       Bonomo          Colombi

 
 
 

Tabelle di equiparazione e DM mobilità – Documento della CGIL, FPCGIL e FLC CGIL

                                                                

  

 

  
E’ stato registrato alla Corte dei Conti il DPCM di “Definizione
delle tabelle di equiparazione fra i livelli di inquadramento previsti dai
contratti collettivi relativi ai diversi comparti di contrattazione del
personale non dirigenziale”; in altre parole il provvedimento con cui il
Governo dispone unilateralmente l’equiparazione tra i diversi livelli di
inquadramento dei lavoratori dei comparti pubblici, allo scopo di avviare
processi di mobilità da un comparto all’altro della Pubblica amministrazione,
nell’ottica di una presunta razionalizzazione degli apparati.

I trasferimenti potrebbero implicare uno spostamento fino a 50
chilometri dei lavoratori coinvolti nelle procedure di mobilità, ma- assicura
il provvedimento-  dovranno avvenire
“senza pregiudicare, rispetto al requisito del titolo di studio, le progressioni
di carriera acquisite”.

Invece non è così, e con il DPCM si mette mano ai processi di
mobilità senza aver valutato approfonditamente le molteplici implicazioni
giuridiche ed economiche che il passaggio lavorativo da un ministero a un
ospedale, da una provincia a un ente di ricerca, da una scuola a un Comune
comporta, in primis professionalità, riqualificazione e formazione che sono
aspetti fondamentali per affrontare con successo i percorsi di cambiamento.

Nelle tabelle è del tutto evidente la scelta del Governo di
ignorare le garanzie contrattuali attualmente esistenti sia per quanto riguarda
gli ordinamenti professionali che per le carriere.

Dalle tabelle non si evince, per esempio, alcuna possibile
mobilità dei lavoratori della Croce Rossa verso il SSN ed è evidente che la
collocazione in profili amministrativi anche di medici e operatori sanitari ne
snaturerebbe completamente la vocazione e la professionalità acquisita negli
anni.

Per
quanto riguarda il comparto scuola il DPCM e le annesse tabelle non precisano
che si tratta di mobilità “in uscita”, verso altre amministrazioni, e non certo
di mobilità “in entrata”. Le norme vigenti sul reclutamento di docenti,
personale educativo, personale Ata prevedono il possesso di requisiti
specifici, titoli di studio, piani di studio, abilitazioni professionali molto
precise per funzioni  finalizzate
all’erogazione del servizio scolastico sancito dalla Costituzione come diritto
fondamentale della persona. Queste norme sono richiamate sono in modo generico
all’art. 2 comma 1nel Dpcm.

Sempre dalla tabella 9 tutti i docenti della scuola primaria e
dell’infanzia sono inquadrati in Area II, anche se laureati. Questo non è
accettabile, considerato che il profilo docente è un profilo unico e da oltre
15 anni  per accedere all’insegnamento
nella scuola primaria e dell’infanzia è obbligatorio il possesso della Laurea.
Questa discriminazione tra laureati della scuola secondaria e laureati della
scuola del primo ciclo non ha più ragione di esistere neanche sotto il profilo
legislativo.

Nel comparto università in particolare per gli EP (Elevate
Professionalità), che hanno come requisito di accesso la laurea + la
specializzazione o abilitazione professionale (avvocati, architetti ecc.) ed
hanno mansioni assolutamente paragonabili ad esempio ai tecnologi degli Enti Pubblici
di Ricerca, la proposta di inquadramento in caso di mobilità è estremamente
penalizzante. Guardando agli altri comparti del Pubblico Impiego si nota come
nessuno possa essere inquadrato in EP ma come viceversa gli EP dell’ Università
possono essere inquadrati in tutti i comparti.

L’unico criterio seguito per la redazione delle tabelle di
equiparazione realizza un sistema di inquadramenti terribilmente penalizzante
per i lavoratori e discriminante, basato esclusivamente sulla retribuzione
tabellare; un criterio “al ribasso” che stabilisce un principio di risparmio
laddove sancisce la riassorbibilità dell’assegno ad personam per gli aumenti di
salario a qualsiasi titolo conseguiti successivamente e che lede i diritti
contrattuali acquisiti dai lavoratori, sia nell’inquadramento iniziale, sia
nella progressione di carriera legata all’anzianità. La generalizzazione degli
assegni riassorbibili nasconde un blocco contrattuale economico pluriennale.

Nell’Afam il criterio dell’equiparazione legata esclusivamente ad
aspetti economici produce un vulnus irreversibile pretendendo di comparare  musicisti scultori, registi ecc…ai
lavoratori con profilo amministrativo . Il vulnus aumenta laddove si propone la
separazione tra docenti di I E II fascia in base al titolo di studio. Si tratta
di una discriminazione totalmente priva di fondamento e lesiva sia dei diritti
soggettivi dei singoli lavoratori.

Nella premessa al DPCM si afferma che le posizioni stipendiali del
personale  della scuola e dell’AFAM sono
“definite per fasce di anzianità”, quindi non si indicano quadri di corrispondenza. Però alla tabella 9, poi,
non ci limita ad indicare solo l’Area di corrispondenza del comparto ministeri
(ovvero l’Area III, l’Area II o l’Area I) ma, illegittimamente, si fa riferimento
alla posizione stipendiale che, per tutti, è solo quella iniziale (ovvero la F1
o F2 rispettivamente).

Per
gli enti pubblici di ricerca l’equiparazione del collaboratore tecnico degli
enti di ricerca appare impropria dal punto di vista imprescindibile del profilo
professionale. La diminuzione retributiva prospettata è di tale impatto che per
un Cter V o IV livello in caso di passaggio ad altro comparto conserverebbe un
maturato economico talmente corposo, da impedire qualunque ulteriore incremento
per il futuro di natura contrattuale. Del resto le ragioni che escludono i
ricercatori e tecnologi per la loro specificità sono in buona misura le stesse
che giustificherebbero l’esclusione del personale tecnico, le cui peculiarità
professionali sono evidentemente ignorate dalla logica che ha costruito le
equiparazioni proposte.

All’incontro con il Ministro Madia la
Cgil aveva chiesto che fosse esplicitamente previsto l’esame congiunto con le
OO.SS. di tutti gli atti di inquadramento adottati dalle amministrazioni in
seguito al DPCM tabelle di equiparazione, ma il testo del decreto dimostra
tutta la mancanza di volontà degli interlocutori governativi ad aprirsi a
ragionamenti di merito che possano dare risposte concrete alle necessità e alle
istanze dei lavoratori soggetti a mobilità ed è per queste ragioni che la Cgil
ha dato mandato ai propri legali di   
procedere all’istruttoria per l’apertura di un possibile contenzioso sul
provvedimento.

Con la stessa visione limitata e gli stessi criteri “al ribasso” è
stato varato il DM per la mobilità dei lavoratori delle Province, del personale
di polizia provinciale e del personale della CRI, in attesa di visto dalla
Corte dei Conti.

In seguito al riordino previsto dalla Legge Del Rio i dipendenti
in soprannumero che dovranno trovare una collocazione presso le Regioni, i
Comuni, il Servizio Sanitario Nazionale o anche il Ministero della Giustizia e
quello delle Infrastrutture e dei Trasporti manterranno il trattamento
economico fondamentale e accessorio “limitatamente alle voci con carattere di
generalità e natura fissa e continuativa”.

Il
provvedimento contraddice la ratio della riforma Del Rio in quanto  viene
data priorità alle esigenze di riduzione degli organici degli enti provinciali
e delle città metropolitane, piuttosto che alle esigenze di continuità dei
servizi che possono essere mantenuti solo se si tiene in considerazione la
professionalità del personale interessato. Inoltre, rimane poco chiara la parte
in cui si parla dell’inquadramento dei dipendenti provinciali trasferiti in
mobilità per i quali non sembrerebbe scontato il mantenimento della
retribuzione  all’atto del trasferimento.

Questa
agghiacciante confusione normativa e mancanza di garanzie è frutto di tutte le
misure riduttive sulle risorse delle Province e, in particolare, del comma 418
della legge di stabilità per il 2015 ( L. 190/2014) che prevede una riduzione
della spesa corrente per le Province pari a 1 miliardo (1.180 milioni ) di euro
per il 2015, 2 miliardi per il 2016 e 3 miliardi per il 2017. E’ evidente che
con un taglio delle risorse simile il Governo abbia dovuto derogare al
principio della legge Del Rio e stabilire che i trasferimenti di personale non
comportano trasferimento di risorse finanziarie.

Per
i dipendenti della CRI, poi, il DM prevede la mobilità unicamente verso le
funzioni centrali, escludendo in maniera esplicita la possibilità di
trasferimento sia verso il SSN che verso le Regioni, con la conseguente forte
perdita di professionalità di questi lavoratori e la grande penalizzazione che
ne subisce il servizio pubblico in termini di qualità. I dipendenti della CRI
sono esplicitamente esclusi dal contingente di 2000 unità in mobilità verso il
Ministero della Giustizia ex L.132/2015 e, con un’evidente disparità di
trattamento rispetto a tutti gli altri lavoratori, è sancita solo per loro la
non applicazione del meccanismo dell’assegno ad personam anche nel caso di
mobilità obbligatoria.

La proposta avanzata dalla Cgil va
nella direzione esattamente contraria a quella voluta dal Governo, frutto di
politiche miopi e discriminatorie e di continui tagli agli enti locali, e
prevede l’estensione a tutta la mobilità obbligatoria delle norme del comma 96
della Legge 56/2014 in modo da congelare i trattamenti economici in essere,
senza oneri per la finanza pubblica.

 

 

CGIL            FP CGIL            FLC CGIL

 
 
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