Continua la trattativa per il rinnovo del contratto della Sanità Pubblica, oggi nuovo confronto. Al centro il sistema degli incarichi e la revisione del sistema indennitario. Leggi tutto nel resoconto unitario.

“Sospensione del Servizio bibliografico nazionale, isolamento scientifico, assenza delle minime misure di sicurezza e di tutela dei pochi lavoratori rimasti, dei cittadini utenti e dell’inestimabile patrimonio posseduto da una delle più antiche e prestigiose Biblioteche statali presenti sul territorio nazionale. Questa la situazione della Biasa (Biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte), a pochi anni dalla improvvida e ingiustificabile decisione del Ministro Franceschini di accorpare la Biblioteca al circuito museale regionale del Lazio, nonché in conseguenza di una minaccia di sfratto imminente da Palazzo Venezia e di un progetto, mai decollato, di costituire una Fondazione sotto il patrocinio della Presidenza della Repubblica”. A denunciarlo è la Fp Cgil Nazionale.

Solo nell’ultimo periodo, osserva il sindacato, “la Biblioteca, di recente accorpata al neo costituito Museo del Vittoriano e di Palazzo Venezia, ha visto venire meno il sistema di riscaldamento sostituito dalla fornitura di sette stufette alogene insufficienti e fuori norma, ha avuto il blocco di uno dei sistemi di allarme che garantisce la protezione dal rischio incendio ed è verificata la mancata climatizzazione della sala server, che registra temperature ben al di sopra della norma. Pochi i lavoratori rimasti a tentare di assicurare un servizio pubblico essenziale”. La Fp Cgil, prosegue, “si appella alla comunità scientifica, ai cittadini consapevoli del valore primario della funzione sociale e culturale di questo prestigioso Istituto, allo stesso Presidente della Repubblica affinché venga ripristinato un servizio adeguato per i cittadini e ne venga preservato il carattere di servizio pubblico essenziale. Salvare la Biasa è un atto di coraggio civile, è impedire l’ennesimo delitto contro il nostro patrimonio culturale”, conclude il sindacato.

 “È necessario un piano straordinario di assunzioni nella Pa che dia anche risposte alle aspettative delle migliaia di idonei presenti nelle graduatorie di recente così come di prossima approvazione”. È la richiesta di Funzione Pubblica Cgil e del Comitato Nazionale XXVII Ottobre, soggetto a difesa degli idonei ai concorsi pubblici.

L’allarme lanciato da alcune importanti amministrazioni, osservano Fp Cgil e Comitato XXVII Ottobre, “come quella di Roma Capitale, sulla mancanza di risorse umane, anche per la gestione delle risorse del Pnrr, hanno rimesso al centro del dibattito pubblico la necessità di intervenire con tempestività sulle gravi carenze organiche che da anni le investono. La definizione di alcune importanti procedure concorsuali, con presenza di migliaia di idonei, deve indurre il legislatore ad adottare tutte quei correttivi normativi che possano permettere alle Pubbliche Amministrazioni, centrali e locali, di poter portare ad esaurimento tutte le graduatorie ed avviare un piano straordinario di assunzioni”.

Per Fp Cgil e Comitato XXVII Ottobre, “non va dimenticato, infatti, che a legislazione vigente non sussistono le condizioni per poter assumere oltre i limiti imposti dai tetti massimi di spesa del personale. Ed è a tal proposito fondamentale approntare un piano straordinario di assunzioni che sappia agire in deroga ai vigenti blocchi e che permetta concretamente di dare risposte alle legittime aspettative delle migliaia di idonei presenti nelle graduatorie di recente o prossima approvazione. Assumere nella Pa è la sola via in grado di permettere il mantenimento dei servizi pubblici ai cittadini utenti”, concludono.

Arriva su tutti gli store la app Rsu Fp Cgil, uno strumento messo a disposizione dalla Fp per le candidate e i candidati, ma anche le lavoratrici e i lavoratori, in vista del voto per il rinnovo delle Rsu nel pubblico impiego, in calendario dal 5 al 7 aprile. Una applicazione scaricabile gratuitamente su Google Play per Android e su Apple Store per iOS. Esattamente come il sito elezionirsu.it, l’App Rsu Fp Cgil fornirà agli utenti una serie di strumenti utili per affrontare al meglio la campagna elettorale.

Per cominciare, troverete una spiegazione completa di ‘Cosa sono le Rsu’. Nella sezione ‘Come fare per‘, una serie di video tutorial spiegheranno in modo semplice e veloce dal come candidarsi al come partecipare al voto, seguendo correttamente procedure, regole e scadenze. In ‘modulistica’ potrete invece trovare tutto il materiale e i documenti utili per i passaggi da seguire.
Una sezione ‘news’, infine, vi terrà informati riguardo tutte le novità inerenti il vasto mondo del pubblico impiego, delle attività della Fp e di queste elezioni Rsu 2022.

Tutto gratuitamente, sempre disponibili sul vostro smartphone: se vuoi sapere tutto, ma proprio tutto sulle prossime elezioni di aprile, scarica subito ‘Rsu Fp Cgil’!

 

“Nei giorni scorsi l’ennesima aggressione ai danni di due ispettori del lavoro. Stavolta l’episodio è avvenuto a Milano, nei confronti di due ispettrici, fatte oggetto di pesanti minacce e a cui è stato impedito l’accesso in un’azienda. A loro va la nostra piena solidarietà. Prendiamo atto delle parole di solidarietà espresse anche dal mondo politico per quanto accaduto, ma crediamo che queste non siano più sufficienti: occorre passare dalle parole ai fatti, prevedendo finalmente risorse economiche stabili in favore delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Inl”. Ad affermarlo è la Fp Cgil.

“Nelle prossime settimane – aggiunge il sindacato – centinaia di nuovi funzionari e ispettori entreranno in servizio nelle sedi dell’Ispettorato e altre centinaia prenderanno servizio nei prossimi mesi: se davvero si intende incrementare l’organico di questa Amministrazione per contrastare il lavoro nero e gli altri fenomeni di illegalità sul lavoro, è necessario anche dotarla di risorse che consentano di valorizzare professionalità, responsabilità e rischi assunti tutti i giorni dai suoi dipendenti, in primis dalle ispettrici e dagli ispettori”, conclude la Fp Cgil.

In diretta @fpcgilsanita dalle ore 19 con Michele Vannini

‘Punto Contratti Live. Rinnovo contratto Sanità Pubblica, a che punto siamo?’. Per fare il punto sul rinnovo del contratto della Sanità Pubblica, al momento in fase avanzata della trattativa, la Fp Cgil promuove una diretta Facebook. L’appuntamento è per giovedì 10 febbraio dalle ore 19 sulla pagina @fpcgilsanita alla presenza del segretario nazionale della Fp Cgil, Michele Vannini.

Scarica il volantino

La recente pandemia ha confermato il ruolo determinante degli infermieri ma la difficoltà di reperirne sta impedendo di garantire la sicurezza e gli adeguati livelli di assistenza che i cittadini meritano.
Non si tratta di un fenomeno nuovo, è infatti un problema globale che aumenterà in relazione all’invecchiamento della popolazione ed all’aumento della domanda di cure sanitarie.
La situazione attuale è così complessa da richiedere strategie innovative a lungo termine.

I numeri della carenza: in Italia mancano 60.000 infermieri per mantenere gli attuali standard ed una esigenza di almeno altri 140.000 infermieri per arrivare agli standard europei (attualmente in Italia sono iscritti all’Ordine poco più di 332.000 infermieri con una media di 6.2% per 1000 ab., per garantire la media OCSE di 8.8 ne servirebbero 471.000). A questo si aggiunge la necessità di almeno 30.000 nuove unità con varie specializzazioni solo per la realizzazione del PNRR.

LE CAUSE
Gli studi ad oggi confermano che tra le principali cause che portano alla carenza di infermieri possiamo trovare l’invecchiamento della popolazione infermieristica, il mutamento delle condizioni lavorative, scarso numero di posti disponibili nei corsi di laurea.

Invecchiamento della popolazione infermieristica
I dati confermano che l’età media degli infermieri sta aumentando, ciò significa che il numero di infermieri prossimi alla quiescenza nel breve periodo andrà via via aumentando con il passare degli anni. Si tenga conto che nel periodo 2014-2018 hanno lasciato il SSN per pensionamento 37.744 infermieri, ma si stima che nel periodo 2021-2026 saranno almeno 52.000. Sarà anche il momento in cui, l’uscita massiccia di infermieri, determinerà anche la perdita di quel bagaglio di esperienze che ogni professionista ha accumulato nel tempo.

Mutamento delle condizioni lavorative
La pratica infermieristica è diventata molto complessa negli ultimi anni: la popolazione sta invecchiando, i pazienti presentano patologie sempre più complesse e diagnosi con più patologie associate. In questo contesto, gli ospedali si sono orientati verso la cura dei pazienti acuti con tempi di degenza molto limitati.
Inoltre, il 50% degli infermieri dichiara di essere insoddisfatto del proprio lavoro per l’impossibilità di mantenere gli standard di cura attesi ed il loro mancato coinvolgimento nelle decisioni.

Scarso numero di posti disponibili nei corsi di laurea
Da un recente studio che coniuga le esigenze attuali del SSN e le necessità per la realizzazione del PNRR entro il 2027, è emerso che proprio la professione infermieristica sarà quella più penalizzata da una dinamica nella quale, da una parte si esplicita la necessità di affidare all’infermiere un ruolo cruciale per la buona riuscita del piano ma, contemporaneamente, si continua a penalizzarne la formazione mantenendo inalterato il numero chiuso alla facoltà e limitando così il numero dei laureati.
Così, a fronte di un aumento di posti messi a disposizione per alcune professioni sanitarie (fino al 33% in più per le specialistiche mediche), per gli infermieri ci si è fermati al +7.2% cioè +1.173 posti per il 2021 sul 2020, che porta ad oggi ad un totale di 17.397 posti disponibili a fronte di una richiesta di 23.000 posti da parte della Conferenza Stato Regioni e di 28.000 domande di ammissione presentate.

LE STRATEGIE PER AFFRONTARE LA CARENZA DEGLI INFERMIERI
La Funzione Pubblica Cgil Nazionale ha negli anni denunciato e documentato tali carenze proponendo nel suo new deal per la salute una serie di misure per contrastare la carenza di personale sanitario, tra cui quella di un piano straordinario di assunzioni in sanità.
Le risposte date fino ad oggi appaiono, in molti casi, inadeguate e in altri sbagliate: alcune regioni hanno spinto molto sulla figura OSS specializzato in sostituzione dell’infermiere, in altre hanno comando di personale pubblico nelle RSA private e, ancora una volta, hanno richiesto ulteriore orario aggiuntivo ai professionisti già stremati da due anni di pandemia.

Dovrebbe essere evidente, ormai, che la questione della carenza infermieristica ha davanti a sé, oggi, diverse grandi sfide che vanno affrontate immediatamente:
a) Una diversa programmazione dei fabbisogni formativi, ad oggi palesemente inadeguata attraverso anche l’abolizione del numero chiuso.
b) La definizione di standard assistenziali, sia per la rete ospedaliera che per i servizi e le strutture territoriali, omogenei e vincolanti su tutto il territorio nazionale per il settore pubblico che privato.
c) Il superamento dei tetti di spesa sulle assunzioni del SSN e l’avvio di un piano straordinario di assunzioni
d) Contratti che diano valore e riconoscano le professionalità sia per il settore pubblico che privato e aumentino l’attrattività della professione.
Inoltre, ora più che mai, per cercare di dare le giuste risposte che oggi le infermiere e gli infermieri meritano, è indispensabile intervenire sull’organizzazione dell’assistenza e l’ambiente di lavoro partendo dalla revisione dei:
– Modelli di lavoro su turni
Il lavoro su turni rappresenta un aspetto delicato da gestire perché sempre più evidenti sono le resistenze ed rischi per la salute.
I turni di servizio rigidi contribuiscono a determinare la carenza. Con sistemi di gestione dei turni più flessibili, forse, verrebbero meno alcune richieste di part-time o di abbandono precoce della professione al fine di conciliare i tempi di vita e di lavoro.
– Modelli organizzativi
La revisione dei modelli organizzativi delle strutture e il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nella loro impostazione è una priorità non più rinviabile: Esiste, infatti, una parte della carenza determinata da cambiamenti organizzativi gestiti male, senza condivisione e partecipazione degli infermieri e che costituiscono ancora un importante causa di demotivazione, frustrazione ed abbandono.

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Se la risposta è SÌ allora la Fp Cgil TI CANDIDA alle elezioni RSU ’22 del 5-6-7 aprile.
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    i dati non saranno diffusi né comunicati ad alcun ente terzo.
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    Ciascun utente potrà esercitare i diritti di cui all’art. 7 del D.Lgs. 196/03 (accesso, correzione, cancellazione, opposizione al trattamento, indicazione delle finalità del trattamento).
    🔯 Ogg 27 gennaio, nella giornata della memoria e nelle ore in cui si elegge il presidente della Repubblica, garante della Costituzione, guardando a quello che accade accanto a noi, ricordiamo: la Resistenza e il valore della Pace, il ripudio della guerra come strumento di risoluzione dei conflitti, l’accoglienza come fondamento della nostra società solidale, la tutela dei diritti fondamentali.
    Mai dimenticare che dall’orrore dei fascismi, grazie alla lotta di Liberazione, abbiamo conquistato la Democrazia Costituzionale.
    #FunzionePartigiana

    Nella riunione di mercoledì scorso, 26 gennaio, Aran ha illustrato una prima bozza di testo, che era stata inviata alle organizzazioni sindacali poche ore prima, con la quale ha di fatto avviato la discussione su due temi di grande importanza e strettamente collegati fra loro in vista di una ipotetica chiusura contrattuale: il sistema indennitario, la struttura della retribuzione e la parte economica.
    Per quanto riguarda il tema risorse complessive, Aran si è limitata a fornire le cifre relative agli stanziamenti collegati al contratto, sia per la parte direttamente collegate allo stesso che per le voci collegate alle diverse indennità previste nelle ultime due leggi di Bilancio (specificità infermieristica, promozione della salute e tutela del malato, pronto soccorso).
    L’ammontare delle risorse messe a disposizione del contratto per il triennio dalle leggi di bilancio è di un miliardo e quindici milioni di euro, comprensivi delle risorse che sono necessarie per consolidare in busta paga l’elemento perequativo che, ricordiamo, nasce come strumento a termine e che, al contrario, noi chiediamo appunto di rendere definitivo.
    A questi vanno aggiunte le risorse che derivano dall’applicazione dell’accordo del 10 marzo 2021 fra Cgil-Cisl-Uil e Governo, che sono state previste in legge di bilancio 2022 e che dovranno essere aggiunte dalle Regioni, per un ammontare di circa 51 milioni di euro finalizzati all’aumento dei fondi e di circa 127 milioni di euro da destinare alla revisione del nuovo sistema di classificazione.
    Gli importi dell’indennità di specificità infermieristica e di quella di promozione della salute e tutela del malato sono già stati fissati dalla norma in 335 milioni di euro annui a decorrere dal 2021 e 100 milioni di euro annui con la stessa decorrenza.
    Importante sottolineare che queste ultime voci costituiscono trattamento fondamentale, quindi pur non essendo tabellare in senso stretto, hanno la stessa natura.
    Non è stato invece comunicato il riparto dell’indennità per il personale operante nei pronto soccorso che assomma a 90 milioni di euro annui comprensivi, però, anche della dirigenza.
    Stando alle affermazioni fatte da Aran, l’insieme delle risorse stanziate porterebbe ad un incremento della massa salariale che, differenziato a seconda della finalizzazione delle diverse indennità di cui sopra, sarebbe comunque superiore in media al 5%.
    Aran non ha prodotto durante l’incontro una proiezione sui tabellari delle cifre che ci ha comunicato.
    Per quanto riguarda, invece, l’impianto del sistema indennitario già presente nel contratto Aran ha presentato una proposta di profonda revisione degli istituti i cui contenuti potrete ritrovare nella nota unitaria che abbiamo prodotto in esito all’incontro.
    Sarà importante, in queste ore, valutare attentamente le possibili ricadute delle proposte di modifica avanzate posto che già nella nostra piattaforma avevamo chiesto una semplificazione e rivalutazione economica del sistema indennitario.
    Ha destato, a questo proposito, una comprensibile irritazione fra le lavoratrici e fra i lavoratori la notizia che la proposta Aran contenga l’indicazione di un aumento per l’indennità oraria legata al lavoro notturno di 27 centesimi.
    Oltre a ribadire l’ovvio, e cioè che quella quantificazione è un’ipotesi dei datori di lavoro, è realmente difficile capire perché Aran, che non ha prodotto tabelle sull’insieme degli incrementi contrattuali, si sia avventurata in un’ipotesi del genere, che ha – come non era impossibile immaginare – prodotto una sollevazione di obiezioni da parte di tutti.
    Per quanto ci riguarda, come Fp Cgil, si tratta ora di vedere l’insieme dei conti per poter fare valutazioni più complessive avendo a disposizione l’intero panorama degli interventi che si possono realizzare con l’insieme delle risorse sopra descritte.
    Infine, ancora una volta, come già nella riunione precedente, è importante sottolineare che – al momento – si registrano sempre maggiori convergenze fra tutte le organizzazioni sindacali.
    Sono almeno quattro, al momento, gli argomenti centrali nel contratto su cui possiamo riscontrare posizioni molto simili fra Cgil-Cisl-Uil e Fials, Nursind e Nursing-Up:
    – la prima riguarda la richiesta di estendere il sistema degli incarichi a tutto il personale della futura area dei professionisti della salute e dei funzionari, andando quindi oltre l’attuale proposta Aran;
    – la seconda riguarda la necessità, all’interno della revisione del sistema degli incarichi, di non “rottamare” l’impianto creato col contratto precedente, dando evidenza alle funzioni di coordinamento e alle figure di specialista ed esperto;
    – la terza è relativa alla non condivisione riguardo alla previsione della laurea magistrale come titolo necessario per accedere sia agli incarichi di funzione organizzativa che all’area di elevata qualificazione;
    – la quarta ha a che fare con l’impianto proposto per i differenziali economici di professionalità, lo strumento che dovrebbe sostituire le attuali fasce e che, nell’intenzione di Aran, dovrebbe assorbire al suo interno quanto già maturato dalle lavoratrici e dai lavoratori. Sul fronte sindacale, viceversa, si ritiene che l’avvio del nuovo sistema – fatto salvo ovviamente quanto già maturato – dovrebbe aprire una pagina nuova che consenta a tutti di avere le stesse opportunità dal nuovo sistema.
    Vedremo come si svilupperà il prosieguo del confronto con Aran, che continuiamo a chiedere alle controparti di intensificare, posto che ci sono ancora diverse importanti questioni da chiudere, compresa la necessità di dare al contratto una struttura che, rafforzando e sviluppando l’articolazione dei ruoli già proposta, consenta al contratto di dare adeguata riconoscibilità a tutte le figure professionali presenti al suo interno.

    La Fp Cgil avanza alcune riflessioni relativamente al rispetto delle leggi sul diritto di privacy e in tema di violazione della riservatezza dei dati in merito alla lettera inviata dal ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ai dipendenti pubblici.

    “Nella giornata di ieri – scrive la Funzione Pubblica Cgil – 3,2 milioni di lavoratori pubblici hanno ricevuto con una mail inviata dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio una lettera a firma del Ministro per la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che informa sul Piano strategico per la valorizzazione e lo sviluppo del capitale umano della Pa ‘Ri-formare la Pa. Persone qualificate per qualificare il Paese’. Il Piano prevede due ambiti di intervento: Pa 110 e lode, che mette a disposizione dei dipendenti pubblici corsi universitari con costi di iscrizione agevolati; Syllabus per la formazione digitale, che avvia i dipendenti a percorsi formativi sulle nuove competenze tecnologiche digitali curati da grandi aziende come Tim e Microsoft. Il Ministro completa l’informativa rivolgendo ai destinatari un ‘invito a prendere visione delle opportunità disponibili e La informo che, periodicamente, il Dipartimento della funzione pubblica comunicherà, con una newsletter, tutte le novità che riguardano l’attuazione del Piano, insieme alle altre notizie di interesse per amministrazioni e dipendenti’”.

    “L’obiettivo di migliorare complessivamente la qualità delle amministrazioni, favorendo la crescita professionale costante e permanete per tutti i dipendenti, – precisa il sindacato – è stato al centro della trattativa che ci ha portato un mese fa a sottoscrivere l’ipotesi di accordo per il nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro del Comparto delle Funzioni Centrali. Un Ccnl molto innovativo e che, come lo stesso ministro richiama, è fondamentale per un reale processo di cambiamento e di riforma della Pa. Nello stesso Ccnl abbiamo dedicato una parte specifica sui destinatari e i processi di formazione per tutto il personale e sulla pianificazione strategica di conoscenze e saperi”.

    Per la Fp Cgil “non è qui, quindi, in discussione la finalità dell’informazione ricevuta, ma alcune riflessioni sulla modalità con cui è stata data sono necessarie”.

    Primo punto: “La lettera del ministro è stata ricevuta da tutti i lavoratori sulle caselle di posta elettronica personale, non solo su quelle istituzionali che ciascun dipendente ha sui domini della propria amministrazione. Ciò significa che il Dipartimento della Funzione Pubblica ha utilizzato recapiti di posta elettronica non forniti direttamente dai titolari ma da altri soggetti. Con quale autorizzazione ciò è avvenuto? Chi ha fornito dati che sarebbero tutelati dal diritto alla privacy?”.

    Secondo punto: “Da parte delle amministrazioni centrali è rigidamente impedito alle organizzazioni sindacali di poter inviare informazioni sindacali ai propri dipendenti. Più volte abbiamo formalizzato la richiesta alle singole amministrazioni di poter inviare le informazioni ai lavoratori sui propri contratti di lavoro, sui servizi che le organizzazioni sindacali mettono a disposizione degli stessi, ad esempio sulle proprie situazioni contributive, o altri aspetti della propria vita lavorativa. Non informazioni commerciali e per conto terzi. Alle organizzazioni sindacali non è dunque possibile raggiungere i lavoratori pubblici con una mail, né quelle istituzionali men che meno quelle personali private”.

    Terzo e ultimo punto: “Non sarebbe stato più opportuno che la lettera fosse stata inviata ai lavoratori per il tramite della propria amministrazione di appartenenza e, ovviamente, sulle caselle di posta elettronica dedicate appositamente alle informazioni tra amministrazione e dipendenti?”.

    Riflessioni, conclude la Fp Cgil, “che qualcuno avrebbe dovuto fare nel rispetto delle leggi sul diritto di privacy e in tema di violazione della riservatezza dei dati”.

    “Nella trattativa per il rinnovo del contratto dei Vigili del Fuoco iniziano ad arrivare le prime risposte ma ora serve dare concretezza alle parole”. È il giudizio di Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal Vigili del Fuoco circa l’esito della riunione di oggi a Palazzo Vidoni, nel corso della quale, fanno sapere, “dopo lunghe trattative, il Mef ha illustrato la prima tabella relativa alla parte economica che a regime, nel 2022, distribuisce le risorse con una percentuale del 2,86% sulla parte fissa e continuativa e del 6,45% sull’indennità di rischio e mensile”.

    Le cifre rappresentate, osservano i sindacati, “congiuntamente agli aumenti già corrisposti a partire dal 2019 per effetto della distribuzione dei 165 milioni di euro, sia sul fisso che sull’indennità, garantiranno in termini di riconoscimenti economici almeno gli stessi aumenti riconosciuti al personale delle Forze di Polizia con l’accordo del 23 dicembre scorso”. Inoltre, proseguono Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal Vvf, “la richiesta politica sulla quale abbiamo cercato una risposta da parte dei rappresentati di parte pubblica ha riguardato proprio la distribuzione unilaterale dei 165 milioni da parte dell’Amministrazione. Quelle risorse, infatti, finanziate con legge di Bilancio del 2018, sono state distribuite senza alcun accordo sindacale contrariamente a quanto previsto dalle norme in materia di determinazione del trattamento economico del personale”.

    Il contratto, continuano, “concretizzerà poi l’ulteriore distribuzione delle risorse appostate in legge di Bilancio 2022 dall’art. 1, comma 1003 (4 milioni di euro), destinate al personale non direttivo e non dirigente nell’indennità di rischio e mensile, inquadrando nel complesso un risultato perfettamente in linea con le aspettative del personale. Le trattative ripartiranno mercoledì prossimo. Ora serve dare un cambio di passo e portare a casa anche gli altri risultati che riguarderanno necessariamente sia gli istituti di partecipazione sindacale, sia quelli relativi alla parte normativa”, concludono Fp Cgil, Fns Cisl e Confsal Vvf.

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