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Retribuzione risultato dirigenti DGM
 
 

Note unitarie a Giovanni
Melillo – Capo di Gabinetto dell’On.le Ministro della Giustizia 

Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato
dei dirigenti di seconda fascia per gli anni 2011/2012/2013
Avvio
contrattazione integrativa. 

 
 
 
 

 

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Comunicato – CCNI 2015: non ci siamo
 
 

Nel
corso della giornata di ieri è proseguito il confronto, avviato lo scorso 22
luglio, con la Delegazione di parte datoriale sull’ipotesi di CCNI 2015 per le
aree A, B e C.

Le scriventi Organizzazioni Sindacali hanno ribadito la necessità di
ripartire dagli impegni programmatici sottoscritti da CGIL CISL e UIL e dall’Amministrazione
in due occasioni, il 29 maggio ed il 23 dicembre 2014 (rispettivamente Accordo
di programma 2014-2016 e Accordo di programma 2015) e di cui non si trova
traccia nel documento consegnato.

In particolare manca:

–    la revisione, fortemente
voluta da CGIL CISL e UIL, dei sistemi di pianificazione e di misurazione degli
obiettivi di produzione e di qualità con l’obiettivo di valorizzare tutte le
attività poste in essere per l’erogazione dei servizi inclusa l’attività di
consulenza all’utenza e quella di supporto ed assistenza al cliente interno;

–   un piano strutturato di
efficientamenti e reinternalizzazioni delle attività attraverso il quale
reperire risorse aggiuntive da destinare pro-quota al finanziamento della
contrattazione integrativa di ente;

–   qualsiasi riferimento alla
contrattazione decentrata cui destinare una quota parte di risorse della
produttività collettiva con l’obiettivo di responsabilizzare i livelli locali
di contrattazione in funzione di specifici progetti concordati e misurabili
quanto a percentuali di realizzazione.

Alle “rumorose” assenze si aggiungono scelte, sul piano organizzativo e
funzionale, incomprensibili in assenza del complessivo disegno riorganizzativo
dell’Ente (annunciato più volte, ma ad oggi non formalizzato in un progetto organico)
nel quale inserire il contratto integrativo 2015: tra queste opzioni rientra la
cancellazione della maggiorazione del coefficiente di attribuzione degli
incentivi nella misura del 7% per il personale amministrativo da A1 a C2 così
come la medesima maggiorazione nella misura del 15% per il personale
amministrativo assegnato alle attività di contenzioso dell’invalidità civile.

Nel corso della riunione, in considerazione dell’annunciata disponibilità
di maggiori fondi per il salario accessorio 2015 per effetto delle nuove norme
introdotte dalla Legge di Stabilità del corrente anno, abbiamo chiesto che:

–     si proceda alla
quantificazione degli oneri collegati ai passaggi all’interno delle Aree, così
come convenuto con l’accordo sottoscritto lo scorso mese di giugno, impegnando
le relative disponibilità economiche;

–     si utilizzi una quota delle
nuove risorse per proseguire l’iter di armonizzazione dei trattamenti accessori
del personale avviato con i contratti integrativi 2013 e 2014.

In merito alla prospettata istituzione del profilo unico del personale che
cancellerebbe una storia di ambiti professionali costruiti con la
contrattazione e rispetto ai quali l’Istituto ha costruito nel tempo percorsi
di carriera, anche con assunzioni dall’esterno, sempre più specializzati,
abbiamo ribadito il nostro no rafforzato a
contrario da motivazioni, quelle addotte dall’Amministrazione su una
presunta maggiore flessibilità nella gestione delle risorse umane, non
condivisibili.

 

 

Roma, 29 luglio 2015

 

  

FP
CGIL/INPS
Oreste
CIARROCCHI

 
CISL FP/INPS
Paolo
SCILINGUO

UIL
PA/INPS
Sergio
CERVO

 

 
 
 
 

Convocazione incontro 29 luglio – SAF – CRA.

29.07.2015 – Convocazione incontro 29 luglio – SAF – CRA.

 

 

Convocazione – SAF – CRA – 6 agosto.

06.08.2015 – Convocazione –  SAF – CRA.

 

 

Circolare concernente l'elenco delle sedi per la scelta della sede del concorso straordinario a 334 posti di Ispettore Antincendi del CNVVF e relativo allegato.

29.07.2015 – Circolare  concernente l’elenco delle sedi per la scelta della sede del concorso straordinario a 334 posti di Ispettore Antincendi del CNVVF e relativo allegato.

 

 

Trasferimenti VF specialisti nautici.

29.07.2015 – Trasferimenti VF specialisti nautici.

 

 

Cultura: Cgil Cisl Uil, 24 luglio mobilitazione lavoratori Mibact


COMUNICATO STAMPA

Cultura: Cgil Cisl Uil, 24 luglio mobilitazione lavoratori Mibact

Ora basta ritardi: il lavoro svolto deve essere retribuito
Sit-in davanti  al Mef a Roma e nei territori presso le Ragionerie

Roma,
22 luglio

Ogni anno i lavoratori del Mibact garantiscono la
fruibilità del patrimonio culturale italiano a beneficio di cittadini e
turisti da tutto il mondo, e anche delle casse dello Stato. A sua volta
però lo Stato sembra intenzionato a disconoscere sistematicamente il
valore generato da questo impegno, come denunciano i sindacati di
categoria Fp Cgil Cisl Fp e Uil Pa, che lanciano la mobilitazione per
il prossimo 24 luglio con sit-in di protesta a Roma, davanti alla sede
del MEF, e in tutti i capoluoghi di Regione presso le Ragionerie
territoriali.

Se negli ultimi anni 15 anni il flusso di
visitatori è aumentato e con esso gli introiti – spiegano i sindacati – è
merito anche degli accordi sulla produttività che abbiamo sottoscritto,
e che hanno permesso di tenere aperti i siti culturali in gestione
statale per 11 ore al giorno e 362 giorni l’anno. Eppure sono anni che
il Ministero dell’Economia, nonostante i dati che attestano i guadagni
effettivi di produttività e nonostante le annunciate “semplificazioni”
che avrebbero dovuto velocizzare l’utilizzo dei fondi dedicati, non fa
che ritardare il pagamento ai lavoratori delle prestazioni svolte.

Quanto
ai decisori politici, anziché preoccuparsi di risolvere la situazione,
sembrano intenti a cercare giustificazioni per praticare nuovi tagli al
salario accessorio. Atteggiamento ancora più grave – sottolineano i
sindacati – ora che la Consulta ha evidenziato l’incostituzionalità di
un blocco dei contratti nazionali durato troppi anni. Con questa
protesta vogliamo reclamare rispetto e riconoscimento verso il personale
dei Beni culturali, e la valorizzazione delle loro professionalità come
leva indispensabile di rilancio del patrimonio culturale italiano. 

 
 

 

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Comunicato – IL TRAPPOLONE MEDIATICO
 
 

Roma, 28 luglio 2015

 

Ha grandi ragioni il prof.  Montanari nel suo
bell’articolo pubblicato sul blog di Repubblica
http://articolo9.blogautore.repubblica.it/2015/07/26/pompei-il-governo-e-la-propaganda/
– quando definisce quanto avvenuto l’altro giorno a Pompei una messa in scena
mediatica con il chiaro obiettivo di denigrare i lavoratori del Ministero.
Perché il Ministro Franceschini danni incalcolabili li ha certamente prodotti:
il primo, assai evidente, a livello mondiale che ha esposto ancora una volta
uno dei nostri siti più importanti al pubblico ludibrio (ci risulta che la
notizia ha bucato i media mondiali, persino in Australia), a dispetto anche
degli sforzi notevoli che pure sono stati fatti, tra errori organizzativi e
ritardi, per rimettere in piedi un sito degradato  da un quindicennio di politiche sbagliate e
miopi.

Il secondo perché ha ancora una volta buttato in
pasto all’opinione pubblica i lavoratori, creando un fossato con gli stessi.
Intendiamoci, a noi non interessa dissociarci dall’assemblea di Pompei, per il
semplice fatto che noi quell’assemblea non l’abbiamo indetta e di conseguenza
non vediamo da cosa dissociarci. E in ogni caso da tanto tempo ormai abbiamo
espresso la nostra ferma contrarietà all’utilizzo delle assemblee in termini
interdittivi e non per discutere con i lavoratori dei loro problemi.

Noi invece rivendichiamo la giornata nazionale
di lotta, che ci ha unitariamente visto in tutta Italia impegnati in sit in
davanti le sedi del MEF, per protestare contro l’inaccettabile ritardo nel
pagamento del salario accessorio ed il prossimo taglio previsto in legge di assestamento
che conta di recuperare dalle tasche dei lavoratori e senza alcuna
giustificazione giuridica la bellezza di 80 milioni di euro, tramite un
intervento sulle quote variabili dei Fua ministeriali. Sulle motivazioni di
questa mobilitazione il Ministro, troppo impegnato a misurare il danno
incalcolabile di Pompei, non ha ritenuto di dare uno straccio di commento,
preferendo ancora una volta suscitare un caso mediatico, in un gioco cinico
concepito col chiaro scopo di indurre l’opinione pubblica ai soliti insulti e
all’odio sociale verso i lavoratori del Ministero.

Così come nulla ha detto nel corso del pessimo
incontro, se non per giustificare, con motivazioni francamente risibili, scelte
governative cervellotiche e penalizzanti che arrivano nel  momento delicatissimo di una riforma in atto,
su cui lui pubblicamente dichiara la scommessa strategica, salvo poi venirci a
dire che i tagli vanno rispettati, che ci sono le leggi da rispettare, manco
gli avessimo chiesto di fare il giacobino. Noi veramente gli chiediamo solo di
legiferare per cambiare norme sbagliate, punitive e controproducenti. E siamo
così estremisti da chiedere investimenti anticiclici sulla cultura, seguendo un
indirizzo keinesiano che pure avrebbe dovuto uniformare una prassi riformista.
E
così corporativi da pretendere il pagamento di spettanze dovute da novembre
scorso e che non vengano tagliati i fondi per la produttività,  se si vuole la produttività.

Abbiamo chiesto al Ministro di spiegarci la
coerenza della sua riforma con quella prevista dalla riforma Madia, come si
uniforma uno schema faticosamente individuato con uno nuovo che prevede come
minimo una redistribuzione dei poteri dello Stato sul territorio. Se veramente
il riformismo che questo governo esprime è quello di definire la presenza
pervasiva dei prefetti in tutti i servizi pubblici.

La minimizzante risposta non ha fatto altro che
allarmarci ancora di più,  perché il
famigerato articolo 7 in sostanza consente al Governo di fare e disfare a
piacimento, tramite i prefetti che possono dirigere, coordinare e addirittura
sostituire i dirigenti delle amministrazioni confluite.

L’altro aspetto sono i tempi inaccettabili di
pagamento, dovuti solo ai tempi dilatati di registrazione degli impegni
economici e di certificazione degli accordi, su cui ci si aspettava una
dichiarazione di sostegno e di impegno. Invece nulla, e di converso mani libere
al Presidente del Consiglio e al Mef per levare soldi alla produttività di cui
conosciamo la reale necessità per il Mibact.
Solo il rilievo alla nostra
presunta rigidità a modificare l’accordo sulle 11 ore, quando il vero problema
è stato ed è il continuo tentativo, da parte sempre degli organi di controllo,
di disapplicare un contratto integrativo sicuramente tra i più produttivi sulla
base della ideologia della performance.

Questi, care compagne e cari compagni,  sono i motivi alla base della decisione di
rompere le relazioni sindacali.

E questi motivi ci inducono a dare continuità
alla mobilitazione nelle forme che devono sottrarre i lavoratori dal giogo
mediatico: la nostra protesta ha interlocutori che non sono certo i cittadini e
la vicenda di Pompei dovrebbe essere di esempio ai teorizzatori delle chiusure
come forma di lotta. Dubitiamo che lo sia, ma 
siamo certi che la maggioranza dei lavoratori è convinta, come noi, che
sia il tempo di lottare perché il Ministero esca dal suo declino, perché cresca
la consapevolezza tra i cittadini che è il lavoro a garantire la fruizione del
patrimonio culturale,  che la vicenda di
Pompei ha la sua giustificazione nell’abbandono progressivo delle funzioni di
tutela di quel sito, che la conflittualitá interna è conseguenza e non
causa,  che non c’è solo Pompei, c’è un
patrimonio ben tutelato e che lo Stato, tramite i lavoratori e non certo i
politici, è riuscito persino a valorizzarlo, basta vedere le statistiche
annuali.

Infine, per quanto riguarda la vertenza sul
salario accessorio, se dovesse essere confermato il taglio e non dovessero
arrivare i pagamenti, non esiteremo a ricorrere ad ogni strumento legittimo e
appropriato per evitarlo, compreso lo sciopero, e certo in quel caso non ci
faremo intimidire da strumentali ed offensivi attacchi.

 

 

 

Claudio
Meloni

FP CGIL
Nazionale

 

 

 
 
 
 

Al PRAP Emilia Romagna sulla cc di Modena

 

Al Capo del DAP sulle aggressioni al personale di Polizia Penitenziaria

 

Difesa: Cgil Cisl Uil, Libro bianco e riorganizzazione degli Arsenali della Marina, il Ministero ipotizza la privatizzazione e svendita degli stabilimenti industriali della Difesa

Comunicato Stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa

Roma, 27 Luglio 2015

” Lo avevamo denunciato non più tardi di una
settimana fa e continuano più insistenti le indiscrezioni: lo Stato
Maggiore della difesa avrebbe intenzione di bloccare il piano ‘Brin’ e
si preparerebbe a privatizzare gli stabilimenti militari della Marina
Militare”. Così Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa in merito alle ipotesi sulla
riorganizzazione degli stabilimenti industriali della Marina Militare

“Sarebbe
un pesantissimo colpo di spugna – proseguono – sulla
re-internalizzazione dei servizi stabilita dalla legge 244/2012 e dai
successivi decreti attuativi disposto dal Ministero seguendo i principi
inseriti nel libro bianco di recente pubblicazione che, invero, altro
non è che un semplice atto di indirizzo interno all’amministrazione, non
una legge o un decreto. Se fosse confermata la notizia, nel più
completo e assordante silenzio della politica, si arriverebbe non solo
alla cessione alle industrie private di importanti asset tuttora
patrimonio della Difesa dello Stato italiano, ma addirittura
all’inaccettabile assorbimento del relativo personale civile da parte di
quelle stesse imprese”.

“Si tratterebbe – affermano le
organizzazioni sindacali – di un fortissimo cambiamento imposto alla
linea politica fin qui dettata dalle richiamate norme vigenti approvate
dal Parlamento. Una metamorfosi che impone riflessioni sul futuro
mantenimento dei livelli occupazioni dell’amministrazione della Difesa e
sull’impatto economico e sociale sui territori in cui sussistono quegli
stabilimenti militari”.

“Riteniamo indispensabile che il
Ministro della Difesa Roberta Pinotti apra immediatamente un tavolo di
confronto con le rappresentanze sindacali del personale civile della
Difesa. Se così non sarà, sappia fin d’ora il Ministro della Difesa che
sapremo reagire adeguatamente mettendo in campo tutte le iniziative di
lotta ritenute necessarie ad ottenere ascolto e il dovuto rispetto delle
relazioni sindacali, ancora una volta, come appunto nel caso del libro
bianco, soverchiate e superate dalla logica degli interessi”.  

 

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Min. Lavoro e Politiche Sociali: Ispettorato Naz.le del Lavoro e Ag. Naz.le delle Politiche Attive per il Lavoro (ANPAL) – Comunicato unitario

Ispettorato Nazionale del Lavoro  e Agenzia Nazionale delle  Politiche Attive  per il Lavoro (ANPAL)    

In data 22 luglio le Organizzazioni
Sindacali sono state convocate per un confronto sul tema delle  due Agenzie. Gli atti parlamentari n. 177
(ANPAL) e n. 178 (Ispettorato Nazionale del Lavoro) sono in attesa del parere
delle commissioni parlamentari.

 

Per quanto
riguarda il decreto dell’ispettorato 
l’Amministrazione ha precisato che non dovrebbero esserci proposte di
modifiche sostanziali, pertanto si ipotizza la sua definitiva approvazione
entro la prima settimana di agosto e la relativa pubblicazione dopo la prima
metà di dello stesso mese. Dalla data di pubblicazione scatteranno i 45 gg.
utili per l’adozione di uno o più DPCM per disciplinare, tra l’altro,
l’organizzazione delle risorse umane e strumentali per il funzionamento della
gestione finanziaria e determinare il trattamento di missione del personale
ispettivo.

 

Diversa è la situazione
dell’ANPAL sul cui testo si potranno verificare osservazioni di maggior impatto
per venire incontro alle esigenze delle Regioni che comporteranno modifiche
tali da far inevitabilmente dilatare i tempi e la conseguente uscita dei
relativi DPCM attuativi.

 

Le scriventi
OO.SS. hanno manifestato preoccupazione per le ricadute sui lavoratori ed hanno
chiesto trasparenza e partecipazione per gestire questa delicatissima fase di
transizione che inciderà sia sull’organizzazione delle amministrazioni coinvolte
che sulla mobilità del personale dell’Amministrazione Centrale che dovrà
transitare dall’organico del Ministero in quello dell’ANPAL e dell’Ispettorato.

 

Le dotazioni
organiche previste nei provvedimenti in via di definizione,  infatti, determineranno il passaggio oltre
che di parte del personale dell’amministrazione centrale che attualmente
presidia le funzioni che verranno attribuite alle Agenzie anche di parte di personale
che si occupa dei servizi di supporto (risorse umane, contabilità, bilancio, informatica,
relazioni sindacali ecc.)

 

Abbiamo pertanto
rappresentato l’esigenza di estendere, per esempio, il diritto di opzione a
tutto il personale coinvolto e non limitarlo ai circa 180 ispettori che
attualmente prestano la loro attività lavorativa presso l’amministrazione
centrale.

 

Abbiamo,
inoltre,  richiesto all’amministrazione
di tenerci costantemente aggiornati sugli sviluppi dell’iter di costituzione
dei due nuovi soggetti e di fornire quante più informazioni possibili al
personale sulla tempistica, 
sull’organizzazione e possibilmente anche sulla collocazione delle
future sedi operative.

 

In definitiva
vorremmo evitare che l’Amministrazione ci porti il testo dei decreti attuativi
48 ore prima della loro adozione. Riteniamo non solo opportuno ma assolutamente
necessario che si cominci a lavorare da subito per arrivare all’uscita dei
testi definitivi con una piattaforma condivisa che coniughi l’interesse dei
lavoratori con quello dell’Amministrazione.

 

Sulle tematiche
poste dalle Organizzazioni Sindacali l’amministrazione si è impegnata a
proseguire il confronto programmando un nuovo incontro intorno alla metà del
mese di settembre data in cui alcuni degli interrogativi oggi evidenziati
dovrebbero aver trovato risposta.

 
                     
        CGIL FP                            CISL FP                                         UILPA

         
Giuseppe Palumbo           Paolo Bonomo                         Angelo Vignocchi                                  

 
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