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CONFRONTO SUL FUA 2014 E INFORMATIVA SUI FONDI EUROPEI
 

            

Abbiamo avuto oggi una riunione, ancora interlocutoria,
sull’ipotesi di accordo sul FUA 2014. L’amministrazione ci ha presentato una
proposta rimodulata rispetto a quella precedente, in particolare ricomprendendo
alcune osservazioni che erano pervenute dalla parte sindacale. Non tutte ed in
effetti abbiamo ribadito alcune perplessità e chiesto ulteriori modifiche.

Le perplessità risiedono nella suddivisione
percentuale tra la quota del fondo destinata alla produttività individuale e
quella relativa alla produttività collettiva. Anche coscienti che l’ipotesi di
accordo è frutto di una attenta mediazione, in particolare per le clausole di
salvaguardia che offre alla contrattazione locale in relazione all’applicazione
dei criteri di premialità individuale, noi pensiamo che tale suddivisione è
particolarmente penalizzante per gli Uffici ove gli obiettivi di produzione
assumono una dimensione prevalentemente collettiva, come ad esempio gli Uffici
periferici. Tale perplessità rimane tutta ma non riteniamo possa essere un
elemento ostativo alla sottoscrizione dell’accordo, considerato che abbiamo la
impellente necessità di chiudere il 2014 ed avviare al più presto il confronto
sul FUA 2015, sia per riportare la discussione sul fondo nella tempistica
dovuta e non a posteriori che per l’importanza che il confronto FUA 2015 assume
in relazione allo sblocco delle progressioni economiche previsto dalla legge di
stabilità.

Le modifiche accolte riguardano essenzialmente i
periodi di servizio inferiori ai sei mesi, per i quali è stata prevista una
formula che retribuisce sulla base del periodo di servizio effettivamente
prestato e distribuisce le economie ai lavoratori che hanno avuto un periodo di
servizio superiore. Soluzione che dovrebbe eliminare aberrazioni nella
procedura che in passato ha consentito ad esempio una retribuzione di premio di
600 euro, a fronte di un pro capite medio di 1295 euro, a chi ha lavorato solo
20 giorni.

Quelle che abbiamo ulteriormente richiesto
riguardano invece la possibilità di contraddittorio rispetto ad una valutazione
giudicata negativa dal lavoratore interessato, che la bozza di accordo
presentato non prevede sulla base della singolare motivazione che solo il
dirigente diretto può esercitare la valutazione, e pertanto non può essere
prevista una fase di ricorso nell’ambito del procedimento, ma solo nell’ambito
delle normative vigenti, ovvero un ricorso per le vie giurisdizionali. Noi
pensiamo invece che debba essere prevista una procedura interna che consenta di
confutare la valutazione sulla base dei criteri concordati e che questa procedura
debba essere prevista ad un tavolo superiore con l’assistenza del sindacato,
qualora richiesta dal lavoratore. E abbiamo chiesto la compressione dei tempi
di stipula degli accordi locali da 120 a 90 giorni. Vi terremo puntualmente
informati sull’evoluzione della trattativa, che prevede la convocazione di una
riunione entro la prossima settimana.

Sui Fondi europei abbiamo avuto una ampia
disanima sull’utilizzo dei fondi pregressi da parte dei Dirigenti dei 2
dipartimenti interessati. In particolare è stata rappresentata l’impossibilità
di riprogrammare i fondi appartenenti al piano 2007/2013, e la difficoltà,
rispetto alle procedure di individuazione di progetti rendicontabili secondo le
norme europee che possano coinvolgere ampi numeri di personale. La discussione
seguita ha messo in luce che, nell’ambito della programmazione nuova (Piano
2014/2020), è possibile predisporre un progetto che, puntando sulla formazione
del personale, possa ampliare la possibilità di utilizzo dei fondi e di
partecipazione del personale. L’amministrazione si è impegnata in tal senso
formalmente  e ci presenterà il prossimo
mese di settembre un progetto di utilizzo di questi fondi.

In coda alla riunione abbiamo inoltre chiesto la
calendarizzazione di un incontro sulla mobilità, sia in riferimento alle
richieste di  trasferimento del personale
interno che rispetto alla situazione del personale comandato da altri enti del
comparto, prossimo alla scadenza dei comandi e senza certezze rispetto ad una
eventuale permanenza e stabilizzazione al MIUR. Ci è stato assicurato un
incontro a breve. E abbiamo chiesto infine chiarezza e uniformità sui criteri
di nomina dei revisori dei conti e anche su quali professionalità possono
accedere ai corsi per revisori, considerato che ci risulta che il Dipartimento
Ricerca ha inserito il personale di seconda area.

 

 

Situazione Uffici periferici

 


L’approvazione in data odierna del disegno di
legge sulla cosiddetta “Buona scuola” sta già producendo i suoi pesanti effetti
sulle situazioni organizzative degli Uffici periferici e molti Dirigenti stanno
già comunicando ai lavoratori misure illegittime di sospensione delle ferie
estive e in alcuni casi abbiamo il più completo disinteresse verso le richieste
di informazioni e di incontro avanzate in sede territoriale (vedi Campania e
Lazio), costringendo le OO.SS territoriali alla proclamazione dello stato di
agitazione. Noi riteniamo tali comportamenti inaccettabili e stiamo concordando
una presa di posizione unitaria di proclamazione dello stato di agitazione
nazionale e una nota di diffida ai Dirigenti periferici con l’invito alla
puntuale applicazione del CCNL. Insomma siamo alle solite: nessun investimento
occupazionale e lo scarico sui lavoratori di incombenze sempre più pesanti. Dal
nostro punto di vista la questione della carenza di personale amministrativo è
una componente essenziale della vertenza contro la Buona Scuola: il mancato
ricorso alle procedure assunzionali, a partire dal full time per i lavoratori
assunti e dallo scorrimento delle graduatorie degli idonei ai sensi della legge
125/2013, è un macigno che peserà sulla realizzazione degli obiettivi che la
riforma si pone. Ci aspettavamo un segnale dal Ministro Giannini, segnale
promesso nell’unica riunione avuta con lei, non abbiamo invece avuto nessun
riscontro alla richiesta di incontro che abbiamo inviato nei giorni scorsi.
Così non va e ci saranno le dovute risposte.

 

MIUR: quando la  trasparenza non si vede!”

 


Parafrasiamo volentieri lo slogan che ha
accompagnato la Giornata della Trasparenza svoltesi nei giorni scorsi al MIUR.
Perchè non ci pare proprio un atteggiamento trasparente quello che proviene
dall’Ufficio di Gabinetto del MIUR. Abbiamo chiesto unitariamente e insieme
alla RSU, che lo chiede inutilmente da mesi, contezza sull’utilizzo e la
distribuzione del fondo relativo all’indennità diretta collaborazione e abbiamo
chiesto da soli di conoscere i criteri di reclutamento del personale presso
questi Uffici, criteri non riscontrabili nel bando emanato che non riporta
nemmeno i numeri del personale richiesto. Insomma l’Ufficio che dovrebbe
garantire l’attuazione delle direttive in materia di trasparenza tace e non
risponde di fronte a legittime richieste di informazioni delle parti sindacali.
Non crediamo che l’Amministrazione, nella sua Direzione politica, ci faccia una
bella figura e pubblicamente ci domandiamo quali sono i motivi di questa
mancanza di trasparenza: questi dati dovrebbero essere disponibili senza alcuna
richiesta, se si vuole veramente essere trasparenti. Invece da quegli Uffici
non è giunta allo stato nemmeno uno straccio di risposta. Ma nessuno pensi che
nell’amministrazione esistono zone franche, si tratta di  dovuto rispetto ai lavoratori ed alle loro
rappresentanze e di offrire una immagine chiara ai cittadini. Anche questo è un
nodo che dovrà arrivare al pettine.

 

 

 

 

 

Roma, 10 luglio 2015              

Claudio
Meloni

FP CGIL
Nazionale

 

 

                                                         

 
 
 

 
 

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Relazione comm. giustizia camera dl 83
 

Roma, 10 luglio 2015

 

           
                                                        Alla II Commissione Giustizia

 
                                                        della
Camera dei Deputati

 

OGGETTO: DL 83 del 27 giugno 2015.

 

Un anno fa il Ministro Orlando annunciava la
riforma della giustizia con al punto 12) la Riqualificazione del personale.

Sino ad oggi tutti gli interventi sulla
giustizia non hanno mai preso in considerazione le problematiche del personale
né dell’organizzazione del lavoro, relegando al margine degli interventi i
protagonisti che le riforme devono mettere in atto.

Ma se non si tiene conto delle necessità di
riorganizzazione degli uffici e delle funzioni, se non si tiene conto di chi
negli uffici lavora e di come ci lavora, come 
è possibile giungere ad un reale efficientamento della giustizia?

Non sono estranei a questa vicenda nemmeno
tirocinanti della giustizia che hanno prestato la loro collaborazione negli
uffici, sotto forma di un prolungatissimo, quanto illegittimo, tirocinio.

Anche la loro situazione è in una fase di
stallo: le ore di tirocinio previste dalla legge di stabilità 2014 non sono
state terminate, e ancora è in alto mare il provvedimento che dovrebbe
prevedere il loro inserimento nell’ufficio per il processo, in applicazione dell’articolo 50  del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90,
convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 11.

Nel merito, le riflessioni che è
nostra intenzione sottoporre all’attenzione della Commissione sono le seguenti:

-Il DL 83 all’art. 21 stabilisce 2000 mobilità
in entrata dagli enti di area vasta verso il Ministero della Giustizia
finanziando l’operazione con il fondo di cui all’art. 1 comma 96 delle legge
190 del 24 dicembre 2014.

-Ai sensi del decreto milleproroghe si
applicano le stesse procedure relative alla mobilità del personale degli enti
di area vasta anche al personale di Croce Rossa e, pertanto, è opportuno che
questo personale venga ricompreso nell’articolo in questione con apposito
emendamento.

-Il fondo di cui al comma 96 è stato
inizialmente istituito per rendere maggiormente efficienti gli uffici e, in
parte, per stessa ammissione del Ministro Orlando, avrebbe dovuto essere
destinato alle procedure relative alla riqualificazione del personale interno,
unico nel comparto Stato a non aver mai effettuato alcuna progressione di
carriera da oltre 20 anni.

-Tuttavia, impegnando interamente il fondo di
cui al comma 96 dell’art. 1 della L. 190/14 nelle procedure di mobilità senza
prevedere alcuna norma che possa far partire le procedure di progressione, si
crea un vulnus, una forte disparità di trattamento, per il personale di ruolo
difficile da correggere in futuro, una volta che i posti ai quali i lavoratori
giudiziari aspirano verranno totalmente occupati dal personale degli enti di
area vasta e/o di croce rossa.

Ritenuto del tutto condivisibile procedere
alla mobilità, anche per colmare le gravissime carenze di organico pari a quasi
9000 unità, riteniamo, però, necessario che il legislatore del DL 83 debba
contemperare gli interessi di tutti i lavoratori coinvolti nell’operazione,
dando al personale interno la possibilità di espletare le procedure di
riqualificazione mai effettuate e, allo stesso tempo, tenendo conto,
nell’ambito dell’espletamento delle mobilità, dei posti che devono essere
riservati al personale giudiziario.

Ciò non compromette affatto la mobilità in
entrata in quanto come sopra chiaramente detto, la capienza delle vacanze di
organico è ampia in tutte e tre le aree funzionali.

-Quanto al finanziamento riteniamo che
esistano gli estremi per far sì che le mobilità vengano finanziate per il 50%
con il fondo di cui al comma 96 di cui sopra e per il 50% con il fondo per la
mobilità istituito con dpcm 20.12.2014, in modo da destinare il restante 50%
della somma per le procedure di riqualificazione del personale giudiziario.

-E’ inoltre opportuno modificare la norma nel
senso che le somme non utilizzate del fondo istituito ai sensi dell’art. 1
comma 96 della legge 190/14 possano rifinanziare il Fondo Unico di Amministrazione,
che è stato praticamente svuotato nel tempo.

-Sulla questione tirocinanti riteniamo
necessario introdurre un’ulteriore modifica nell’ambito del decreto per
l’attuazione dell’art. 50  del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90,
convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.

Per fare ciò è opportuno inserire
nel DL 83 la previsione che individui con certezza i soggetti che hanno
completato il tirocinio formativo ai sensi della legge 228 del 2012 e della
legge n. 147 del 2013 per far parte dell’ufficio per il processo per svolgere
uno stage di durata non superiore a dodici mesi, tenuto conto delle valutazioni
di merito e delle esigenze organizzative degli uffici giudiziari, in via
prioritaria a supporto dei servizi di cancelleria. Nell’individuazione dei
criteri è opportuno riconoscere priorità al titolo di studio, assicurare
un’equa ripartizione territoriale delle risorse, tenendo conto delle dimensioni
degli uffici giudiziari; nonché riconoscere come criterio qualificante l’aver
frequentato i suddetti corsi in uno degli uffici giudiziari della Regione in
cui si presenta la domanda. A nostro avviso, inoltre, per rendere veramente
utilizzabile nel mondo del lavoro lo stage formativo, occorre prevedere nella
stessa norma che il completamento del periodo di stage presso l’ufficio per il
processo costituisca titolo di preferenza a parità di merito, a norma
dell’articolo 5 del decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n.
487, nei concorsi indetti dalla pubblica amministrazione e che nelle procedure
concorsuali indette e/o da indirsi dall’amministrazione della giustizia, siano
introdotti meccanismi finalizzati a valorizzare l’esperienza formativa
acquisita mediante il completamento del periodo di stage presso l’ufficio per
il processo.

Per finanziare l’operazione, che
per 2650 soggetti (totale platea già selezionabile) ha un costo di 13.000.000,
si può ricorrere al Fondo di cui all’articolo 
2, comma 7, lettera b), del decreto-legge 16  settembre 
2008,  n. 143, convertito, con
modificazioni, dalla legge 13 novembre 2008, n. 
181, nonché,  in  mancanza 
di disponibilità di queste risorse, si può utilizzare l’ulteriore quota
residua di risorse di cui al comma 96 dell’art. 1 della legge 190/14.

 

 

Per CGIL Nazionale                             Per FPCGIL Nazionale

Gianna Fracassi                                  Salvatore
Chiaramonte

 
 
 

 

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UNITARIO – PASSAGGI INTERNI – RICHIESTA DEFINIZIONE CRITERI
 

Alle
strutture sindacali
A
tutti i lavoratori


A distanza ormai di più di due mesi
dalla sottoscrizione dell’intesa sullo scorrimento delle
graduatorie dei passaggi interni nessuna nuova convocazione è giunta
dall’Agenzia delle Entrate per la definizione dei criteri e dei
posti della nuova procedura 2015, mentre si rincorrono voci sempre
più allarmanti sulla mancata certificazione degli organi di
controllo su tale intesa.

Nessuna risposta giunge inoltre dalle
Agenzie sull’altra questione posta unitariamente dalle scriventi
Segreterie nazionali circa l’inaccettabile nuova sforbiciata alle
risorse derivanti dal comma 165 per l’anno 2013 che porterebbe ai
livelli minimi storici il salario accessorio del personale,
nonostante i risultati raggiunti e gli inaccettabili ritardi nella
corresponsione delle risorse.

Nel frattempo vengono messe in campo da
parte dei vertici aziendali incomprensibili forzature unilaterali,
come quelle ad esempio del prolungamento dell’orario e
dell’apertura nei giorni festivi nei CAM, decise per ben figurare
con l’autorità politica, ma che nessun giovamento reale portano in
realtà all’utenza.

A fronte di una situazione di estrema
difficoltà lavorativa, dovuta ai sempre più pressanti vincoli
normativi, ai tagli ingiustificati sulla Pubblica Amministrazione, al
depotenziamento delle strutture, alla delegittimazione dei lavoratori
del fisco avvenuta colpevolmente in questi ultimi anni.

L’attuale management parrebbe
interessato solamente a difendere l’esistente anche se tutto ciò
va sempre più nella direzione di indebolire la macchina fiscale,
disconoscerne il ruolo, annacquarne le potenzialità di contrasto
all’evasione fiscale.

Lo stesso schema di decreto delegato,
emanato in applicazione della delega fiscale, ora all’esame di
Camera e Senato per l’espressione del parere, pur contenendo misure
positive in merito alla razionalizzazione dei sistemi incentivanti e
del comma 165, non pone alcuna condizione reale strutturale per
rimettere in moto la macchina fiscale e valorizzare
tutto il personale.

Diciamo quindi ad alta voce.

BISOGNA CAMBIARE REGISTRO

Riprendere un percorso che coniughi
efficienza ed efficacia con una piena autonomia gestionale delle
Agenzie.

Non per usarla però per scorciatoie, o
iniziative autoreferenziali come purtroppo avvenuto sempre più in
questi ultimi anni e che hanno indebolito un formidabile strumento di
modernizzazione della PA quale è il modello delle Agenzie.

Ma per essere sempre più, e meglio, al
servizio del paese, per offrire servizi di qualità e contrastare in
modo sempre più professionale l’altissimo tasso di evasione e di
elusione che attanaglia il nostro paese.

Per coniugare la maggiore efficienza con
il riconoscimento e la valorizzazione di tutte le diverse
professionalità, mediante percorsi trasparenti basati sulla qualità
e sul merito.

La situazione è grave. E bisogna
affrontare congiuntamente tutti i fattori di criticità, senza
dividere il personale.

LE
SCRIVENTI OO.SS.

si impegnano congiuntamente a
chiedere con forza all’Autorità Politica immediati e risolutori
interventi finalizzati a rimuovere le criticità che gravano sul
modello delle Agenzie Fiscali, mediante interventi organici e di
prospettiva e non solo di dettaglio e riduttivi come avvenuto in sede
di decreto delegato.

Ai vertici delle Agenzie un forte
impegno a fare la propria parte per rimuovere gli ostacoli che a
scenario invariato impediscono il decorso degli accordi già siglati
e degli impegni assunti in materia di salario accessorio e di
sviluppo professionale.

Roma, 9 luglio 2015

CGIL
FP                    CISL
FP         UIL
PA             Confsal-SALFI      FLP

Boldorini –
Di
Leo    Silveri            Cavallaro        Callipo                 Cefalo

                                                                                                                 Patricelli

 
 
 

 

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Comunicato unitario sui POLI
 

Incontro
con S.M.E. (RPGF) del 07 luglio 2015

Si
è tenuto ieri il programmato incontro a S.M.E. con il delegato di
RPGF Gen. Vespaziani.

L’incontro
in sede tecnica era teso a verificare alcuni refusi presenti negli
elaborati consegnati alle OO.SS. Nazionali, nell’incontro del
giorno 18 Giugno, segnatamente alle posizioni organiche riguardanti
la struttura del Polo di Mantenimento Armi Leggere di Terni.
In
argomento, FP CGIL, CISL FP e UIL PA hanno posto all’attenzione
dell’Amministrazione alcuni spunti di riflessione in merito
all’organizzazione della struttura del Polo di Terni ed alla
attribuzione di funzioni al personale civile; valutazioni che
l’Amministrazione si è impegnata ad approfondire.

Parimenti
l’Amministrazione ha garantito un approfondimento in merito ad
alcuni aggiustamenti da noi proposti sull’organigramma del
POLMANTEO di Roma sottolineando, una volta di più, che lo strumento
normativo che presiede la formalizzazione delle posizioni organiche
del personale civile all’interno della struttura Poli ha,
contrariamente al passato, una maggiore flessibilità di intervento
tanto che l’attuale organizzazione si può considerare un “work
in progress” e
che trascorso un congruo periodo di “sperimentazione”
delle
attuali strutture,
sarà
convocato specifico incontro al fine di apportare correttivi ad
eventuali criticità che dovessero evidenziarsi nell’attuale
organizzazione degli Stabilimenti.
Per
quanto sopra si è stabilito di compiere una prima verifica sulla
tenuta dell’organizzazione dei Poli a fine anno.
Il
lavoro svolto ha dato complessivamente risultati soddisfacenti grazie
alla buona sinergia tra centro/ territorio A.D./ OO.SS., anche se
dobbiamo segnalare alcuni punti di caduta determinati
dall’indisponibilità al confronto da parte di alcuni Dirigenti
territoriali che hanno mostrato limiti nella gestione del sistema
partecipativo.
A
margine della riunione sottolineando la valenza sociale del servizio
offerto dalle varie Sezioni di Assistenza Fiscale, abbiamo rinnovato
la proposta di transitare le funzioni e risorse del Nucleo Assistenza
Fiscale di Firenze, che “voci
di corridoio”
vorrebbero di prossima soppressione, nell’ambito dell’Ufficio
Amministrazione dell’Istituto Geografico Militare.

Roma,
08 luglio 2015

FPCGIL                       CISLFP                   UILPA

Francesco Quinti      Paolo Bonomo      Sandro Colombi

 
 
 

TTIP il voto al Parlamento Europeo

NO TTIP

Un passo indietro

(9.7.2015) Con una forzatura procedurale il Presidente dell’Europarlamento, il socialdemocratico Schulz, dichiara decaduto l’emendamento 40, l’unico che avrebbe permesso di far esprimere l’aula sull’arbitrato internazionale, su cui il gruppo socialdemocratico si era spaccato.
Con un gioco di cavilli, l’Europarlamento evita lo scontro sull’ISDS salvando il testo originale e la tenuta dei socialdemocratici, che si sarebbero spaccati pesantemente su un argomento tanto problematico.
Tutti gli emendamenti della società civile vengono sacrificati all’altare del grande compromesso Popolare – Socialdemocratico, nella peggiore tradizione europea delle Grandi coalizioni, garantendo così una cornice flessibile e assolutamente non problematica né vincolante alla Commissione europea, che potrà continuare esattamente come prima a negoziare con gli Stati Uniti un accordo a favore di pochi.
Salta l’emendamento sulla Human Rights Clause, che avrebbe anteposto la tutela vincolante dei diritti umani rispetto alle dinamiche di mercato.
Resta un capitolo sullo sviluppo sostenibile solamente consultivo senza nessuno strumento impositivo.
Viene bocciata la lista positiva per i servizi pubblici, che avrebbe permesso di scrivere nero su bianco i servizi che si vogliono mettere sul mercato, salvaguardando quelli non elencati.
Viene bocciata la possibilità di inserire il riferimento a settori sensibili da escludere dal negoziato, come dovrebbe avvenire per alcune produzioni agricole, fortemente a rischio di estinzione.
Salta soprattutto la possibilità di escludere l’ISDS, l’arbitrato internazionale tanto deprecato dai più, sostituito con una proposta generica su un meccanismo pubblico che risponderà, comunque, all’esigenza di far diventare leggi vincolanti (perché imporranno sanzioni economiche) delle norme di mercato.
Schulz, con l’appoggio di PPE, liberali e socialisti è riuscito nel suo intento: mettere ai voti un testo ambiguo, nel quale il Parlamento europeo ha approvato con 436 voti a favore, 241 contro e 30 astensioni, una serie di raccomandazioni che danno il via libera, pur con qualche mal di pancia qua e là, al progetto di trattato transatlantico. 

 

Chi lo ha votato

E’ possibile leggere la lista ufficiale dei votanti, nome per nome. Sono diverse centinaia di pagine, dove si analizza il voto emendamento per emendamento, ma a pagina 163 e 164 si trovano i nomi di chi ha votato a favore (+) e contro (-) sul testo dell’intera Risoluzione Lange sul TTIP.Notate che anche tra gli S&D (i socialdemocratici) ci sono persone che hanno ancora un’idea di cosa sia la politica e che hanno scelto di andare contro le indicazioni del loro gruppo.Quindi degna di nota, oltre alla presa di posizione della Sinistra europea (GUE) e del Movimento 5 Stelle, è l’opposizione alla relazione Lange degli S&D (PD) italiani: Renata Briano, Pier Antonio Panzeri e Daniele Viotti, insieme a Sergio Cofferati ed Elly Schlein.che hanno scelto di dare voce alle richieste della società civile invece che agli indirizzi di partito.

La posizione di CGIL CISL UIL

Ai Signori Parlamentari Europei eletti in Italia
Roma, 9 luglio 2015
Oggetto: Relazione Lange sul TTIP
Gent.le Parlamentare,

CGIL, CISL e UIL esprimono la loro insoddisfazione in meritoal documento approvato dal Parlamento Europeo riguardante l’accordo di partenariato tra UE e Stati Uniti (TTIP), pur apprezzando la richiesta dell’inserimento e dell’esigibilità delle norme fondamentali del lavoro dell’OIL e del mantenimento nell’ambito della cooperazione regolamentare tra le parti dei più elevati livelli di protezione della salute e della sicurezza su llavoro nel rispetto del principio di precauzione.

Sebbene la Relazione votata dal Parlamento escluda l’inclusione del meccanismo di risoluzione delle controversie tra Stato e investitore, denominato ISDS (Investor to State Dispute Settlement), giudichiamo il compromesso adottato totalmente inadeguato a impedire che un sistema privato di risoluzione delle controversie produca, come già è accaduto in numerosi casi, tra quelli resi pubblici, effetti diretti e indiretti sulla capacità degli Stati di legiferare nell’interesse dei cittadini.

CGIL, CISL e UIL credono, infatti, che i due sistemi economici coinvolti siano già così amalgamati da non necessitare di alcun meccanismo privato di risoluzione delle dispute commerciali per promuovere ulteriori ambiti di convergenza.
Consideriamo solidi e garantisti i sistemi giudiziari che, in ambito europeo e statunitense, già offrono la più alta qualità di protezione per investitori e cittadini. La già notevolissima mole di investimenti bilaterali e di scambi di beni e servizi tra le due regioni avvengono oggi senza alcun sistema di arbitrato privato e testimoniano dell’inutilità di un qualsiasi nuovo modello di arbitrato privatoda introdurre nel TTIP.

Al contrario, l’inserimento di tale strumento potrebbe provocare solo effetti negativi, creerebbe un sistema di disomogeneità di trattamento tra investitori esteri e investitori locali, a vantaggio esclusivod elle grandi imprese multinazionali, e indebolirebbe i sistemi giuridicinazionali, istituendo un livello parallelo alle giurisdizioni nazionali e minando la fiducia nei sistemi pubblici vigenti di risoluzione delle controversie.

La grande attenzione pubblica maturata sul tema aveva suggerito alla Commissione europea la necessità di una consultazione pubblica sul tema che ha prodotto un evidente indirizzo popolare nel senso di un’esclusione di ogni forma di ISDS dal trattato UE-USA.
Tale orientamento aveva trovato ascolto positivo anche nei pareri di alcune commissioni del Parlamento Europeo, e in particolare ci pare non equivoca la formulazione adottata dalla Commissione affari costituzionali che ha espresso l’orientamento “…di opporsi all’introduzione nel TTIP di un meccanismo ISDS, alla luce degli sviluppati sistemi giuridici dell’UE e degli Stati Uniti e del fatto che un sistema di risoluzione delle controversie Stato-Stato e l’uso di tribunali nazionali costituiscono gli strumenti più adeguati per affrontare le controversie in materia di investimenti …e di tenere conto del fatto che le giurisdizioni degli Stati Uniti e dell’UE non sono a rischio di interferenze politiche nel sistema giudiziario o di mancanza di giustizia per gli investitori stranieri e che pertanto un meccanismo di risoluzione delle controverse tra investitori e Stati, basato su un collegio arbitrale privato, può compromettere il diritto dell’Unione europea e delle autorità nazioni, regionali e locali degli Stati membri di legiferare nell’interesse pubblico, in particolare in campo sociale e ambientale, violando in tal modo il quadro costituzionale dell’UE…

CGIL, CISL e UIL, in coordinamento con la ConfederazioneEuropea dei Sindacati (CES) e con la Federazione Americana del Lavoro (AFL-CIO), continueranno la loro iniziativa di mobilitazione e di pressione sulle istituzioni europee e sul governo italiano per affermare la necessità che i trattati commerciali di nuova generazione come il TTIP siano l’occasione per promuovere sviluppo e crescita sostenibili, affermino e innalzino la qualità dei diritti dei lavoratori, proteggano e rafforzino gli standard ambientali e garantiscano la più alta qualità e fruibilità dei servizi pubblici fondamentali.

CGIL CISLUIL richiedono anche il rafforzamento e la trasparenza dei meccanismi sistematici di partecipazione democratica e di consultazione delle parti sociali riguardo ai contenuti e alla valutazione preventiva e a posteriori dell’impatto dei trattati commerciali sulla qualità e quantità dell’occupazione, sull’effettivoe pieno rispetto dei diritti sindacali e del lavoro e sulla coerenza di questi accordi con le necessarie politiche economiche, sociali e industriali dell’UE indispensabili per una crescita sostenibile alternativa alle politiche di austerity deflazionistiche tuttora predominanti nell’ambito dell’Unione.

Fausto Durante (CGIL) Giuseppe Iuliano (CISL)  Cinzia Del Rio (UIL)

 
 

 

Giustizia: Cgil Cisl Uil, da Orlando nessuna risposta su riqualificazione, mobilitazione continua


Comunicato stampa Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa

“Da Orlando nessuna risposta su riqualificazione
mobilitazione continua”

Oggi presidio dei lavoratori in via Arenula

Roma, 8 luglio 2015

“Nessuna risposta da parte del ministro Orlando sulla
questione della riqualificazione del personale del ministero della
Giustizia, per questo la mobilitazione delle lavoratrici e dei
lavoratori prosegue: per il giusto riconoscimento al lavoro, per una
giustizia che funzioni”. Così i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa oggi
dopo un incontro con il titolare del dicastero di via Arenula, Andrea
Orlando, mentre parallelamente in piazza Cairoli le lavoratrici e i
lavoratori della giustizia hanno dato vita ad un presidio per la
vertenza riqualificazione.

“All’inizio della riunione col
ministro – continuano i sindacati – abbiamo ribadito al ministro Orlando
la necessità che si faccia chiarezza sulla questione riqualificazione.
Sino ad oggi, infatti, ad un anno dalla presentazione della riforma
della giustizia e del punto 12), non ci sono state risposte concrete ma
solo promesse non mantenute. Inoltre nel decreto legge 83 del 27 giugno
2015 non risulta alcuna misura a favore del personale e della
riorganizzazione degli uffici. A queste richieste il Ministro non ha
dato alcun riscontro, pertanto la mobilitazione prosegue”, concludono Fp
Cgil, Cisl Fp e Uil Pa.

 
 

 
 

13° Campionato Italiano di Triathlon.

09.07.2015 – 13° Campionato Italiano di Triathlon.

 

 

Relazione incontro del 8 luglio 2015.

09.07.2015 – RELAZIONE INCONTRO DEL 08 LUGLIO 2015

Nel pomeriggio di ieri si è
svolto il programmato incontro con l’Amministrazione per affrontare il tema dei
mantenimenti e re-training.

La riunione è stata preceduta
da un breve saluto da parte del nuovo Direttore Centrale per gli Affari
Generali, Prefetto Gerardina BASILICATA, alla quale abbiamo augurato un buon
lavoro e sollecitato un rapido intervento relativamente ai passaggi di
qualifica per C.R e C.S. 2013- 2014 – 2015 e la definitiva chiusura della
partita relativa al Concorso straordinario per 334 Ispettori.

Si è, quindi, proseguito con l’illustrazione,
da parte del Direttore Centrale per la Formazione, Ing. Emilio OCCHIUZZI, dello
schema di regolamento predisposto dall’Amministrazione sulla scorta di quanto
convenuto nella precedente riunione del 18 giugno u.s..

Dopo un breve giro di tavolo,
nel quale è stato espresso l’apprezzamento delle OO.SS. per l’iniziativa
intrapresa, si è convenuto di dare avvio alla fase di contrattazione.

La FP CGIL VVF ha espresso
parere favorevole all’inserimento delle attività di mantenimento e re-training nell’ambito
della formazione anche al fine di consentire l’eventuale reperimento di risorse
economiche, laddove si rendesse necessario effettuare queste attività al di
fuori dell’orario di servizio.

Si è concordato di far pervenire, entro la
prossima settimana, le osservazioni al riguardo e si è decisa la data della
nuova convocazione per il giorno 28 luglio.

 

Come al solito vi terremo puntualmente
informati sugli sviluppi della questione.

 

Danilo Zuliani.

 

 

Mobilità VVF non specialista – Elenco personale che ha titolo al trasferimento.

09.07.2015 – In allegato la circolare relativa alla mobilità del personale Vigile Permanente non specialista e l’elenco del personale che ha titolo al trasferimento.

 

 

Comunicazione trasferimenti c.s. portuali.

09.07.2015 – Comunicazione trasferimenti c.s. portuali.

 

 

Comunicato riunione DAP sulla mobilità del personale del ruolo agenti-assistenti

 
 

 

News

 
DIFESA: Documento unitario su reimpieghi e mobilità volontaria
 
 
 
 

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