Al Dr. Massimo CIOFFI
Direttore Generale INPS
p.c. Al Dr. Sergio SALTALAMACCHIA
Direttore Centrale D.C. RR.UU. INPS
A tutto il personale
OGGETTO: Messaggio Hermes n. 3001 del 30/4/2015 – Progetto “La mia pensione” – Richiesta apertura tavolo di confronto.
Con il messaggio Hermes indicato in oggetto sono state fornite alcune prime disposizioni operative volte a consentire alle Strutture territoriali dell’Istituto di gestire le diverse attività connesse alla realizzazione del progetto “La mia pensione”; attività che, tenuto conto di quanto evidenziato nel citato messaggio, vanno dal rilascio del PIN di accesso ai servizi all’assistenza nell’utilizzo delle procedure, dalla consulenza circa la simulazione già ottenuta e le eventuali modifiche della situazione previdenziale individuale alla presa in carico delle richieste di variazione dell’estratto conto e delle liste di lavorazione contenenti le registrazioni contrassegnate da errore.
Come è noto, secondo quanto previsto dalle disposizioni contrattuali vigenti, la ricaduta delle innovazioni tecnologiche e organizzative connesse ai processi di riqualificazione dei servizi per una migliore risposta all’utenza sulla qualità del lavoro e sulla professionalità dei dipendenti è materia di confronto con le OO.SS.
Ciò premesso, le scriventi chiedono che le possibili ricadute connesse al progetto “La mia pensione” vengano esaminate nell’ambito di uno specifico tavolo di confronto, eventualmente anche di natura tecnica; tavolo di confronto all’interno del quale andrebbero anche avviati ragionamenti, cui dare corpo con il CCNI 2015, volti all’individuazione di strumenti innovativi che, consentendo di valorizzare in modo sempre più efficace le professionalità e di remunerare al meglio il crescente impegno richiesto alle lavoratrici e ai lavoratori dell’Istituto, siano in grado di agevolare il raggiungimento degli obiettivi di consolidamento del ruolo dell’INPS che con progetti come quello in questione si intendono perseguire.
Roma, lì 11/5/2015
FP CGIL/INPS
Oreste CIARROCCHI |
CISL FP/INPS
Andrea NARDELLA |
UIL PA/INPS
Sergio CERVO |
Al Presidente della Scuola Superiore della Magistratura
Prof. Valerio Onida
Al Segretario Generale della Scuola Superiore della Magistratura
Dott. Gianluigi Pratola
Al Comitato Direttivo della Scuola Superiore della Magistratura
OGGETTO: F.U.A. (Fondo Unico di Amministrazione)
La Scrivente Organizzazione Sindacale, contattata dai lavoratori della Giustizia assegnati alla Scuola Superiore della Magistratura, per la mancata erogazione del Fua, rileva quanto segue.
Con il D.L. n° 26 del 2006 veniva istituita la SSM che ha come competenza, in via esclusiva, l’aggiornamento e la formazione dei magistrati ed è una struttura autonoma con personalità giuridica di diritto pubblico e dotata di autonomia organizzativa, funzionale, gestionale, negoziale e contabile così come stabilito all’art, 1 co.3. Il comma 4 dello stesso articolo stabilisce che la Scuola si avvale, per le proprie finalità, di personale già facente parte dell’organico del Ministero della Giustizia dal quale è amministrato e pagato.
Lo stesso, però, ha rappresentato che non può corrispondere a tale personale la quota dovuta per il Fua 2012-2013 e per il futuro in quanto detto personale lavora per un ente autonomo.
A questo punto va rilevato che:
Non sussiste divieto normativo affinché la Scuola sostenga a carico del proprio bilancio la spesa per il salario accessorio. La Scuola già provvede al pagamento dello straordinario e nessun ufficio competente, debitamente informato, ha sollevato obiezione alcuna;
l’art.37 co.2 D.L. 26/2006 prevede che per gli oneri del personale si utilizzino le risorse finanziarie già destinate senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica e non vieta che tutti o parte di tali costi siano posti, eventualmente anche in via di anticipazione, a carico dell’assegnazione annua autorizzata e destinata alla Scuola;
Nulla vieta che poi sia la Scuola ad erogare il relativo importo così come avviene già per gli straordinari.
Il Comitato Direttivo ha affermato la volontà di erogare il Fua con il proprio bilancio nella delibera del 15 aprile 2014 Prot. N° 1138/2014U SSM alla quale ha fatto seguito la risposta del Capo di Gabinetto del Ministro della Giustizia dott. Giovanni Melillo che ha espresso parere favorevole. A questo punto non è ben chiaro per quale motivo detto personale non ha ancora visto riconosciuto il proprio diritto al Fua come tutti gli altri dipendenti della Giustizia.
Tale omissione crea disparità di trattamento tra i lavoratori e lede il diritto di ben 27 persone (di cui 17 assegnati alla sede di Roma e 10 alla sede di Scandicci) a percepire il Fua così come previsto dall’art. 31 del CCNL 98/2001.
E’ doveroso rappresentare l’impegno profuso e il sacrificio sopportato dall’esiguo numero di personale grazie al quale si sono conseguiti gli obiettivi funzionali per rendere pienamente operativa la Scuola tanto che la S.V. in data 30 luglio 2012 ha consegnato agli appartenenti all’Ufficio un encomio per l’impegno e la disponibilità dimostrata.
Ed è proprio a Lei, Signor Presidente, che questa O.S. chiede un Autorevole Intervento affinché vengano ripristinati i diritti di questi lavoratori i quali, in caso contrario, si vedranno costretti, loro malgrado, a scegliere di rientrare negli uffici di appartenenza per vedersi assimilati a tutti gli altri lavoratori della Giustizia e per veder riconosciuti i propri diritti.
Sicuri di un immediato e positivo riscontro si porgono Distinti Saluti.
Roma, lì 11/05/2015
Per la Delegazione Nazionale Trattante
FP–CGIL Ministero della Giustizia
Carmine Caputo
Amina D’Orazio
Roma, 13 maggio 2015
Al Capo di Gabinetto
Cons. Giuseppe CHINE’
Al Direttore Generale D.G.P.O.B.
Dr. Giuseppe CELOTTO
LORO SEDI
Oggetto : D.M. 8 aprile 2015 di individuazione degli Uffici dirigenziali non generali del Ministero della Salute .
Si fa riferimento alla mail di codesta Amministrazione del 27 aprile u.s. con la quale è stato trasmesso il Decreto in oggetto il dm relativo agli uffici dirigenziali non generali registrato dalla Corte dei Conti .
Nella stessa mail viene affermato che “Lo stesso tiene conto di gran parte delle osservazioni formulate da codeste Organizzazioni sindacali“.
Lo scrivente non conosce le osservazioni formulate da tutte le OO.SS. ma da un attento esame del provvedimento, delle osservazioni formulate dalla FPCGIL non ne è stata recepita nessuna, se non per qualche marginale particolare di dettaglio, sicuramente non sostanziale .
Di conseguenza le critiche e le incongruenze segnalate con la nota del 27 marzo u.s., verranno ribadite nella riunione convocata per il 14 maggio p.v. alle ore 12,00 presso la stanza R307.
Ci sono, però, delle situazioni che appaiono da subito più rilevanti di altre.
– Il dimezzamento degli Uffici periferici è stato perseguito puntualmente con punte di fantasia geografico/funzionali inspiegabili ; infatti, non si comprende quale sia il criterio utilizzato per togliere il PIF di La Spezia dalla pertinenza dell’UVAC PIF di Genova e collocarlo alle dipendenze dell’UVAC Piemonte – Valle d’Aosta di Torino (unico UVAC non PIF d’Italia). Inoltre risulta una ulteriore perdita di posizione dirigenziale negli Uffici periferici, conseguente alla soppressione del previsto UVAC Trentino Alto Adige e la sua sede principale di Bolzano, che viene posta alle dipendenze dell’UVAC PIF Veneto Friuli V.G. Trentino Alto Adige. Contestualmente viene prevista una posizione dirigenziale aggiuntiva presso la DG della sanità animale e dei farmaci veterinari, con connotazioni esclusive di staff. Anche in questo caso si opta per una diminuzione degli incarichi operativi sul territorio a favore di incarichi di consulenza.
– Imperturbabilmente, il 10 % delle posizioni dirigenziali del Ministero della Salute sono rimaste alle dirette dipendenze del vertice politico (8 Uffici di Diretta Collaborazione e 2 nell’OIV ).
– Nella D.G. OCTS, la gestione del Consiglio Superiore di Sanità è stata riformulata senza chiarire da chi dipendano le “strutture tecniche di segreteria” delle cinque sezioni . Infatti, le sezioni “sono coordinate e dirette” da un dirigente delle professionalità sanitarie che dipende (solo lui) “funzionalmente dal Presidente della corrispondente Sezione”, il quale è, di solito, un Professore appartenente ai ruoli di un’altra Amministrazione (pubblica o privata).
– La competenza EFSA e focal point rimane assegnata a due diversi Uffici di due Direzioni Generali (Ufficio III D.G.OCTS e Ufficio UVAC PIF- Parma D.G. SIAN).
– Per quanto attiene ai dirigenti delle professionalità sanitarie è stato soppresso il proposto art. 16 senza che alcuna previsione vada ad integrare l’attuale situazione che vede una enorme quota di “precariato strutturato” .
Come nella precedente nota del 27 marzo u.s., la questione degli Uffici SASN merita un momento di riflessione specifico.
Nel D.M. gli Uffici SASN vengono collocati nella D.G. Prevenzione unificati con gli Uffici USMAF .
L’Ufficio che si occuperà degli adempimenti amministrativo contabili degli USMAF SASN viene indicato come il decimo della D.G. Prevenzione . Ma la segnalata ambiguità della oscura dizione “l’Ufficio, per l’esercizio delle proprie funzioni, oltre all’impiego del proprio personale, si avvale, su disposizione del direttore generale, anche del personale assegnato agli Uffici USMAF SASN e in servizio alla data del presente provvedimento presso gli ex Uffici SASN di Napoli e di Genova e loro articolazioni territoriali “.
Cosa si intende per “avvalersi” del personale che dipende gerarchicamente dal direttore USMAF – SASN di appartenenza e operativamente dal direttore dell’Ufficio X della DG PREV?
Come già evidenziato la gestione stessa dei procedimenti amministrativi così come emerge dal D.M., è molto caotica e rischia di complicare l’organizzazione del lavoro e i conseguenti procedimenti lavorativi, con una sovrapposizione di competenze e funzioni. Il personale formalmente assegnato a un qualsiasi Ufficio USMAF-SASN dislocato sul territorio nazionale che, operativamente, esercita direttamente funzioni per un altro Ufficio, dislocato a diverse centinaia di chilometri di distanza, si troverebbe senza nessun esplicito raccordo e senza funzioni chiare di responsabilità in capo ai rispettivi direttori USMAF-SASN. Appare necessario pertanto un progetto riorganizzativo chiaro, che definisca ruoli e responsabilità all’interno dei processi produttivi, eliminando possibili confusioni e sovrapposizioni, e appare indispensabile anche una riflessione sullo stato degli organici di riferimento, le cui condizioni anagrafiche, alla luce delle persistenti politiche di compressione degli organici e di blocco del turn over, appaiono del tutto inadeguate a fronteggiare un complesso progetto di riorganizzazione.
Per quanto attiene alla pesatura degli Uffici, che influirà sulla reale importanza delle Direzioni Generali, questa O.S. si è già espressa compiutamente della nota del 27 marzo u.s., e si avrà una particolare attenzione all’illustrazione dei criteri e delle modalità che verranno utilizzati da codesta Amministrazione .
Ribadiamo, ancora una volta, che il D.M. 8.4.2015 fotografa senza innovarlo un Ministero vecchio con una struttura impoverita da una logica di tagli lineari in particolare sulle sue potenzialità occupazionali ed in relazione alla necessaria riattivazione di processi seri di copertura del turn over.
Coordinamento Nazionale FP CGIL
Ministero della Salute
Claudio MELONI
Nella riunione di venerdì scorso abbiamo finalmente iniziato concretamente il confronto sugli organici e lo abbiamo fatto sulla base di un documento che ci è stato presentato preventivamente e che è stato elaborato da un Consigliere del Ministro, presente alla riunione. Un documento interessante perché offre una disanima diremmo quasi impietosa dei mali storici che affliggono l’organico del ministero e che si possono sintetizzare nei fattori che ne hanno costituito il declino. Ovvero l’invecchiamento dei lavoratori, più evidente nella terza area, che pone il ministero tra gli enti con la media anagrafica più avanzata di tutte le pubbliche amministrazioni e la carenza di professionalità specifiche, sia quelle che esprimono nuovi fabbisogni professionali, come ad esempio le professionalità informatiche, che quelle di tipo più tradizionale ad alta specializzazione. Un documento che noi abbiamo giudicato una buona base di partenza, da dove è possibile avviare un confronto incanalato in un’ottica non burocratica, che noi abbiamo integrato con alcune osservazioni. In particolare riferite ad alcune carenze che abbiamo riscontrato, non dovute all’estensore, ma alla endemica carenza di dati.
Preliminamente abbiamo sollevato la necessità che la materia degli organici venga svincolata da legacci burocratici. Se ad esempio volessimo modificare la dotazione organica per area dovremmo attendere l’emanazione di un nuovo DPCM. È facile comprendere come questo renda praticamente impossibile una diversa pesatura delle previsioni all’interno delle aree, ad esempio l’incremento della dotazione di terza area. La seconda questione che abbiamo rilevato è la necessità di quantificare tutto il costo del lavoro sopportato dal ministero, non solo il costo del lavoro ufficiale. In sostanza tutto il lavoro esternalizzato, di grande impatto sia nei cicli lavorativi interni che in quelli di supporto, ha un costo invisibile in quanto non viene censito come tale ma come spese di funzionamento. Questo comporta la quasi totale impossibilità di quantificarne i costi in assenza di un sistema di contabilità analitica e di conseguenza non è possibile nemmeno ragionare sul rapporto costi benefici che la scelta di esternalizzare il lavoro ha comportato. Per cui da un lato si comprime il costo del lavoro ufficiale, tramite le politiche della spending review, dall’altro si ricorre al lavoro esternalizzato per coprire le esigenze dei cicli lavorativi in crisi per il prolungamento delle politiche di blocco del turn over. Con costi in ogni caso maggiorati dalle procedure di intermediazione e di appalto. L’altro aspetto fondamentale che abbiamo posto in evidenza è il fenomeno del cosiddetto mansionismo, che riguarda la presenza diffusa di scostamenti dalle mansioni di inquadramento sia in senso orizzontale che verticale. Che caratterizza la questione professionale presente in questo organico e che noi ritroviamo nelle vertenze per i passaggi orizzontali e per gli scorrimenti tra le aree. L’ultimo aspetto posto in evidenza, condividendo le preoccupazioni presenti nel documento, è quello della mancata programmazione del ricambio generazionale i cui effetti vengono puntualmente chiariti in alcune tabelle presenti nel documento.
Dal punto di vista del metodo abbiamo concordato di calendarizzare il confronto con riunioni convocate settimanalmente e per giovedì prossimo abbiamo concordato di affrontare la ormai celebre questione dei
passaggi orizzontali, chiedendo la ricognizione delle istanze pervenute entro la fatidica data del 20 aprile, suddivise per profilo e per area geografica. Sul punto ci pare di riscontrare molte incomprensibili rigidità in alcuni settori della nostra controparte: ci pare doveroso ribadire che la richiesta di attuare i passaggi orizzontali non è un mero capriccio ma è direttamente interconnessa con la necessità di rilevare un fabbisogno professionale quanto più aderente alla realtà e non continuare a dare numeri astratti, poco funzionali in situazioni ordinarie, figuriamoci in una fase complessa di riorganizzazione come questa. L’altra grande questione, quella degli scorrimenti tra le aree, è stata nuovamente posta come tema di incontro con il Ministro, visti i suoi noti risvolti normativi. Sul punto il Capo di Gabinetto ha ribadito l’impegno a comunicarci quanto prima una data, noi abbiamo sottolineato l’importanza di questo incontro e chiesto di definire la convocazione nella riunione di giovedì. Vedremo, ma non vorremmo che si sottovalutasse una problematica che per noi e per i lavoratori assume una valenza fondamentale, anche rispetto alle prospettive di copertura dei fabbisogni specifici la cui carenza è denunciata nello stesso documento dell’amministrazione. E abbiamo ribadito la necessità di programmare per tempo il ricambio generazionale tramite adeguate politiche occupazionali.
Abbiamo chiesto di conoscere inoltre lo stato dell’arte del decreto che deve stabilizzare il personale comandato proveniente dai comparti extra blocco turn over e ci è stato risposto che il provvedimento ha avuto il via libera dalla Conferenza Stato Regioni. Noi abbiamo sollecitato un intervento politico volto a sbloccare questo faticosissimo iter, considerati i tempi ristretti che ormai sono rimasti a disposizione, loro hanno prefigurato una ulteriore soluzione ponte, tramite un rinnovo ex legge del comando, nelle more dell’approvazione del decreto. Anche in questo caso ci pare incredibile che un atto assunto dall’amministrazione recependo molte indicazioni dei famosi organi di controllo venga dagli stessi sottoposto a tempi estenuanti di approvazione.
Abbiamo sottoscritto, pur tra mille riserve, l’accordo sulla Notte dei Musei, sulla base dell’impegno formale dell’Amministrazione a reintegrare i soldi spesi con il Fua dal capitolo 1321. Pur comprendendo numerosi segnali di disagio che ci sono pervenuti, dovuti all’improvvisazione con cui questa Amministrazione programma le sue attività, non abbiamo ritenuto opportuno non sottoscrivere un accordo che comunque è salvaguardato dalle condizioni di adesione volontaria dei lavoratori. Ma abbiamo avvisato che non tollereremo alcun attacco ai lavoratori nel caso di mancata adesione all’evento ed abbiamo chiesto di conoscere il famoso piano di valorizzazione 2015, ancora nei cassetti della DG Musei. In compenso ci è pervenuta una informativa su alcuni progetti di apertura collegati agli eventi Expó e finanziati con fondi Cipe. Noi abbiamo chiesto di identificare questi eventi con una proposta progettuale e attendiamo la proposta.
In allegato i documenti oggetto della riunione
Roma, 12 maggio 2015
Claudio Meloni
Coordinamento FPCGIL MIBACT
Si è svolta nella giornata del 5 maggio una riunione tra la Delegazione di parte pubblica del MIT e le OO.SS. avente per oggetto l’accordo di risultato anno 2014 e l’aggiornamento sulla procedura di conferimento degli incarichi per quanto attiene alla contrattazione della dirigenza, l’accordo sul FUA 2013 e ipotesi sul FUA del 2014 per il personale dei livelli.
Sull’accordo di risultato del 2014 la discussione si è aperta con una dichiarazione del capo del Personale con la quale informava le OO.SS. che non si poteva chiudere l’accordo in quanto era sopraggiunto nelle ultime ore un “imprevisto” che comporterà il ricalcolo dell’intero Fondo.
Il problema è intervenuto a seguito di un parere della Corte dei Conti sui compensi deriventi dall’art.92 sul progetto del Mose del Provveditorato OO.PP. del Veneto. Il parere sottolinea come i compensi ex art.92 non erano dovuti in quanto già contenuti nell’appalto integrato e, in virtù di questo, devono essere recuperate le somme già corrisposte. La ricaduta di tale pronunciamento obbliga l’Amministrazione alla rideterminazione del Fondo 2014 per la parte variabile per una cifra stimata in 350.000 euro.
Per quanto riguarda l’aggiornamento sul conferimento degli incarichi l’ing. Chiovelli ci ha comunicato che la procedura si è, di fatto, conclusa (manca da assegnare un incarico) segnalando come questo risultato consenta una fase di stabilità per il Ministero che, come è noto a tutti, vive un momento certamente non facile.
Al termine della procedura di conferimento degli incarichi, ad oggi, sono risultati vacanti ancora 24 posti dirigenziali di II° fascia.
Rispetto a precedenti comunicazioni lo stesso ha informato le OO.SS. che per quanto attiene la copertura delle posizioni dirigenziali di secondo livello ancora non assegnate, da effettuarsi ricorrendo ad “interim” o attraverso la procedura art.19 comma 6, siamo attualmente in una fase di stallo determinata, al momento, dalle mancate indicazioni da parte del nuovo Ministro con conseguente slittamento dei tempi previsti.
Vista la necessità di una nuova convocazione dell’incontro, a breve, le OO.SS. hanno preso atto della situazione rimandando la discussione di merito alla prossima riunione che si terrà probabilmente il 21 maggio p.v.
Nel corso della prossima riunione questa sigla metterà in evidenza la necessità di seguire dei criteri certi e condivisi per l’affidamento degli incarichi attraverso le procedure di cui all’art. 19, comma 6, ed eventualmente degli incarichi ad interim, che tengano conto delle reali competenze ed esperienze professionali maturate, in un clima di trasparenza dell’azione amministrativa.
Nel corso della prossima riunione si definirà, visto la stretta relazione con gli argomenti da discutere, la ripartizione delle quote del Fondo tra Dirigenza e personale dei livelli. Su questo la posizione della FP CGIL è sempre stata chiara e lineare; fallito per l’intransigenza di alcune sigle sindacali rappresentative della Dirigenza qualsiasi tentativo di disponibilità a cercare un’intesa che potesse mettere d’accordo tutte le parti interessate, per noi rimaneva in piedi solamente l’ipotesi prospettata di una ripartizione del 97% delle risorse al personale dei livelli e del 3% per la Dirigenza. Spiace che una sigla sindacale, forse a corto di argomenti, faccia strumentalmente comunicati non rispondenti alla realtà dei fatti e delle posizioni espresse dimostrando disattenzione quando siede al tavolo negoziale e superficialità quando comunica (la percentuale dell’8% alla dirigenza non è mai esistita). Ma come si sa “l’ebbrezza della vittoria epocale” (a vedere dai risultati complessivi delle ultime RSU non si direbbe) a volte, per chi non è abituato ad avere il maggior consenso dai lavoratori che rappresentiamo, gioca brutti scherzi ……
La riunione è proseguita con la discussione sul FUA 2013. Il Direttore del Personale ci ha comunicato, sulla base delle richieste effettuate dalle OO.SS., di aver ampliato il numero dei progetti pluriennali a cui collegare il 25% delle risorse e verificato la bontà dei progetti e la garanzia del coinvolgimento di tutto il personale compreso anche chi opera nelle Capitanerie di Porto.
Su queste comunicazioni sono intervenute tutte le OO.SS.
Da parte nostra abbiamo segnalato, in premessa, che tale accordo è necessariamente frutto di una situazione emergenziale e come tale sicuramente evidenzia dei punti di caduta ma che, in ogni caso, è opportuno chiudere visto il ritardo che si è accumulato. Abbiamo segnalato alcune criticità: la prima l’esigenza di inserire nell’accordo che il pagamento delle indennità per i centralinisti non vedenti o ipovedenti, in quanto norma di legge, sia sganciato dal complessivo iter del FUA, la seconda l’inopportunità di indicare per alcuni progetti pluriennali le struttura interessate per evitare possibili incongruenze rispetto ad altri territori.
L’Amministrazione ha risposto convenendo sulle motivazioni alla base delle criticità presenti nell’accordo e ha mostrato disponibilità a rispondere positivamentealle problematiche da noi sollevate. Vedremo se questo sarà confermato nella prossima riunione anch’essa prevista per il 21 maggio prossimo.
Per quanto riguarda il FUA 2014 ci è stato fornito un documento che verrà discusso nella riunione successiva. Sostanzialmente ricalca l’impianto del 2013 con l’inserimento per la quota da destinare al 25% delle risultanze del sistema di valutazione. Sarà un aspetto da valutare con estrema attenzione visto le criticità emerse nell’applicazione e da noi puntualmente segnalate già nei mesi precedenti. Inoltre, in questo lavoreremo insieme alle altre OO.SS., per trasferire quote significative di contrattazione ai posti di lavoro valorizzando il ruolo delle RSU.
In conclusione l’ing. Chiovelli ci ha informato sulla procedura che ha interessato il personale dell’Area Prima.
Come già anticipato nella precedente riunione è intenzione dell’Amministrazione di coprire tutti i posti disponibili utilizzando, unificandole, le vecchie graduatorie per le progressioni economiche allora divise tra Ramo Trasporti e Ramo Infrastrutture. Le verifiche, a detta dell’Amministrazione, hanno confermato il rispetto delle percentuali e l’incidenza dei punteggi tali da garantire la validità della scelta operata.
Il provvedimento sarà inviato all’Ufficio Centrale di Bilancio con un decreto unico per tutti i 132 vincitori. Il tutto dovrebbe avvenire entro il mese di maggio.
Su questa vicenda abbiamo più volte espresso l’opinione che vada trovata una soluzione per tutti i lavoratori interessati e, pur condividendo l’opportunità di coprire tutti i posti oggi disponibili, abbiamo segnalato il rischio di ulteriore contenzioso che potrebbe ulteriormente rallentare la definitiva conclusione della procedura.
Roma, 11 maggio 2015
IL COORDINATORE NAZIONALE
FPCGIL MIT
Roberto Morelli
Comunicato stampa Fp Cgil Nazionale
Roma, 11 maggio 2015
“Il contratto va rinnovato e va rinnovato adesso. Bisogna smetterla di svilire il lavoro pubblico e il rinnovo del contratto nazionale è il solo rimedio”. Così il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, in merito ai dati diffusi oggi dall’Istat su occupazione e salari nel pubblico impiego.
“L’istituto di statistica – prosegue – conferma infatti ciò che da tempo denunciamo, ovvero il calo dell’occupazione in questi anni di crisi, pari a circa 300 mila unità, e lo stallo delle retribuzioni, con una perdita progressiva e inesorabile del potere d’acquisto. É una vera e propria emorragia, frutto di anni in cui si è svilito il lavoro pubblico”. Per Dettori si tratta di “un trattamento indegno che va fermato e il rinnovo del contratto nazionale, anche alla luce dei risparmi generati nella Pa dalle politiche di austerità, è il solo rimedio. Il governo ci convochi e lo faccia al più presto”, conclude.
Solidarietà. La parola scelta quest’anno per la celebrazione del primo maggio è intimamente legata alla nostra storia. Solidarietà e integrazione rappresentano il senso stesso del lavoro e del servizio pubblico. Questi anni di crisi, infatti, affrontati per un verso con l’austerità e per l’altro con l’attacco al lavoro pubblico, hanno prodotto una narrazione che ha cercato di descrivere i servizi pubblici, i lavoratori pubblici, come un esubero, un surplus, una perenne revisione di spesa dietro la quale nascondere la perpetua logica del taglio lineare. Senza pescare nella memoria, basta stare alla giornata di oggi, quella dell’approvazione del ddl madia, salutato dalla stessa ministra come un provvedimento per rendere l’Italia un posto “più semplice”. Se è vero che la comunicazione è politica, la semplificazione di questo massaggio delinea una precisa linea politica: in un’epoca complessa come quella che viviamo, dove i bisogni e le domande dei cittadini e delle cittadine sono molteplici e complesse, lo Stato ha deciso scientemente, o per meglio dire “semplicemente”, di ritirarsi. Si è deciso – e la (non) riforma della Pa su questo è emblematica – di abbandonare il territorio, centralizzando i poteri, perché è la risposta più semplice da dare. Ecco perché nelle parole di questo primo maggio, nel messaggio di questa festa dei lavoratori che celebreremo nazionalmente a Pozzallo, nella voglia e nel bisogno di fare del Mediterraneo non un cimitero ma un ponte di accoglienza nei confronti dei migranti, vogliamo ribadire la centralità del lavoro pubblico, del servizio pubblico. E forse non c’è immagine migliore di quelle donne e di quegli uomini, lavoratori pubblici, che ogni giorno, nelle acque del canale di Sicilia, con immensa umanità, si impegnano a salvare centinaia e centinaia di vita umane, regalando cure e gesti a uomini, donne e bambini disperati. Da qui, da questa idea di solidarietà, vogliamo ripartire, per fare la differenza.
Care compagne e cari compagni, viva il primo maggio.
Rossana Dettori
Integrazione, lavoro, sviluppo
Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso
“La solidarietà fa la differenza. Integrazione, lavoro, sviluppo. Rispettiamo i diritti di tutti, nessuno escluso”. E’ questo lo slogan scelto da Cgil, Cisl e Uil, per celebrare la festa del 1°maggio, che quest’anno si svolgerà a Pozzallo in Provincia di Ragusa.
La decisione è stata presa dai segretari di organizzazione delle tre confederazioni sindacali, Nino Baseotto (Cgil), Giovanna Ventura (Cisl) e Pierpaolo Bombardieri (Uil), che si sono riuniti a Roma, il 25 marzo, per dare il via ai lavori di organizzazione della manifestazione.
#concertoprimomaggio. Nella stessa giornata si terrà a Roma lo storico ‘concertone’ in Piazza San Giovanni promosso da CGIL, CISL e UIL giunto alla sua 25^ edizione. Tanti gli artisti che con la loro musica animeranno la piazza romana. Dal rock al folk, dal pop al rap, dall’indie al reggae, dal metal all’elettronica, saliranno sul palco: Almamegretta, Enzo Avitabile, Alessio Bertallot, Alpha Blondy, Bluvertigo, Goran Bregovic, Alex Britti, Mimmo Cavallaro, Teresa De Sio, Emis Killa, Ghemon, Irene Grandi, Kutso, Lacuna Coil, Levante, Lo Stato Sociale, Ylenia Lucisano, Med Free Orkestra, Nesli, Noemi, PFM, Enrico Ruggeri, Daniele Ronda & Folklub, Santa Margaret, James Senese & Napoli Centrale, Tinturia, Tarantolati di Tricarico, Paola Turci, Mario Venuti & Mario Incudine. Sono solo alcuni dei gruppi che hanno confermato la loro presenza all’evento, ma l’elenco è destinato a crescere nei prossimi giorni.
Come ogni anno la manifestazione musicale sarà trasmessa in diretta televisiva dalle ore 15.00 a mezzanotte su Rai 3 e su Radio Rai 2.
12.05.2015 – Bari – Comunicato stampa – I vigili del fuoco di Bari ritornano in piazza.