Solidarietà alle colleghe e ai colleghi della Polizia Penitenziaria (11) intossicati e aggrediti a Sollicciano
L’incendio della cella da parte di una internata e l’intossicazione di 5 agenti di Polizia Penitenziaria lunedì 20 aprile sera, l’aggressione di 6 operatori di Pol. Pen. in infermeria venerdì 17 aprile, tutti finiti al Pronto Soccorso, sono gli ennesimi episodi di violenza che vedono coinvolti i lavoratori della Polizia Penitenziaria all’interno di Sollicciano.
Il lavoro nelle carceri sottopone ormai a livelli di stress elevatissimi.
La FP CGIL denuncia le difficoltà e i rischi che comporta lavorare all’interno di Sollicciano.
I continui tagli dei finanziamenti al Ministero della Giustizia, la mancanza cronica di personale non aiutano e mettono in grave pericolo lo svolgimento di qualsiasi servizio.
E’ ora che il Governo e l’Amministrazione Penitenziaria mettano mano a quei provvedimenti che consentano di garantire la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie.
La giustizia e la sicurezza sono beni primari per la cittadinanza che hanno bisogno di adeguate politiche e attenzioni.
Così non si può andare avanti, non è giusto che i lavoratori si facciano carico e subiscano le conseguenze della incapacità della politica di decidere.
La FP CGIL chiede che la Direzione di Sollicciano convochi immediatamente le Organizzazioni Sindacali per metterle al corrente di cosa intende fare per garantire ai propri dipendenti la possibilità di lavorare con la sicurezza che spetta a tutti quelli che svolgono con coscienza il proprio lavoro.
La FP CGIL esprime inoltre solidarietà nei confronti dei colleghi e delle colleghe di Polizia Penitenziaria che sono stati coinvolti nei gravi episodi mentre erano intenti a compiere il proprio dovere, in difesa dei valori di legalità e civile convivenza propri della società italiana.
Cosi è difficile andare avanti.
Paolo Sparapano, Responsabile Provinciale POL PEN FP CGIL
Donato Petrizzo, Responsabile Giustizia della FP CGIL Firenze
24.04.2015 – Lazio – Distaccamenti di Alatri e Arce.
Roma, 24 aprile 2015
Al Ministero della Salute
Sig. Capo di Gabinetto
dr. Giuseppe Chinè
Direzione Generale del Personale,
dell’Organizzazione e del Bilancio
sig. Direttore Generale
dr. Giuseppe Celotto
Oggetto: D.M. di riorganizzazione degli Uffici dirigenziali del Ministero.
Risulta alla scrivente O.S. che il DM in oggetto è stato trasmesso alla Corte dei Conti per il provvedimento di registrazione.
Noi riteniamo al riguardo del tutto singolare la metodologia di confronto adottata da codesta Amministrazione: si convocano le Organizzazioni Sindacali per una consultazione sul testo proposto. Si chiede di formulare osservazioni che questa ed altre OO.SS. hanno provveduto ad inoltrare nei tempi richiesti e non si porta a conoscenza delle stesse parti sociali il testo definitivo licenziato dal Ministero. In tal modo, oggettivamente, si deve purtroppo constatare che la consultazione effettuata ha avuto il mero scopo di corrispondere ad un obbligo normativo e non certo per un confronto costruttivo con i rappresentanti dei lavoratori, esprimendo ferma protesta per la minima mancanza di rispetto verso le parti sociali. Ciò stante si chiede di avere copia del DM inviato per la prescritta registrazione, precisando che la presente istanza viene inoltrata ai sensi dell’art.6 CCNL.
Nel rimanere in attesa di formale riscontro si porgono distinti saluti
FP CGIL Nazionale
Claudio Meloni
La strana vicenda degli Uffizi e il Primo Maggio: il Segretario Generale contraddice il Ministro con dichiarazioni irresponsabili sulla presunta irresponsabilità dei lavoratori.
In questi giorni stiamo assistendo ad un balletto un po’ surreale nato dalla mancata apertura straordinaria alla Galleria degli Uffizi per il Primo Maggio prossimo venturo. L’accordo, come sapete, prevede l’adesione volontaria dei lavoratori in quanto si tratta di apertura straordinaria in un giorno che, per effetto di previse disposizioni normative, i Musei, i siti archeologici, ecc., devono rimanere chiusi.
Il balletto ci potrebbe interessare poco se non avessimo registrato una dichiarazione del Segretario Generale arch. Recchia al giornale “La Nazione” che in sostanza accusa i lavoratori della Galleria di irresponsabilità. Un’accusa gratuita e ingiustificata a cui ha risposto in modo del tutto appropriato e civile il comunicato stampa che abbiamo fatto a livello territoriale con la UIL. Ma per noi è assolutamente ingiustificabile questo continuo tentativo di colpevolizzare i lavoratori, a maggior ragione in una fase in cui proprio i lavoratori stanno dimostrando grande senso di responsabilità a fronte del caos organizzativo da riforma che sta vivendo il ministero. Per cui rinviamo l’accusa di irresponsabilità al mittente e giudichiamo assolutamente grave che si esponga al pubblico ludibrio chi sta operando con coscienza e competenza a fronte di scelte organizzative discutibili, per non parlare dei comportamenti dirigenziali che stiamo registrando.
Inoltre va ricordato che, in occasione delle mancate aperture di fine anno, questa volta decise “responsabilmente” proprio dal Ministero, lo stesso Ministro Franceschini è stato oggetto di virulenti ed ingiustificati attacchi mediatici ai quali ha giustamente reagito con dichiarazioni che nella sostanza ricalcano quelle contenute nel nostro comunicato stampa unitario. Le riportiamo testuali dal sito MIBACT: “L’accordo del giugno scorso coi sindacati prevede un nuovo calendario definitivo di aperture straordinarie per Pasqua, Lunedì dell’Angelo, 25 aprile, Ferragosto e, con trattative annuali, anche il 1 maggio. Oltre a tutte le domeniche. Chiusi invece i musei per Natale e Capodanno. Scelta permanente, non solo per quest’anno, per evitare cambiamenti continui di calendario e soprattutto per allinearsi con quanto avviene in tutto il mondo. Sono chiusi per le due festività tra gli altri il Louvre, il British, la National Gallery di Londra, il Reina Sofia, l’Ermitage, il Met, i Musei Vaticani, l’Acropoli di Atene, Versailles.. Chiusi per Natale anche il Moma, la Tate Modern, il Museo d’Orsay, il Gugghenheim. Potrei proseguire nell’elenco lunghissimo: tutti i grandi musei infatti sanno bene che i comportamenti familiari e turistici di Natale e Capodanno non si conciliano con l’apertura dei musei e che comunque dovendo scegliere per ragioni contrattuali o di risorse, molto meglio tenere aperto in giornate primaverili o estive.” Noi specifichiamo solo che anche il Primo Maggio gran parte dei Musei citati dal Ministro sono chiusi e invece noi assicuriamo la quasi totalità dei siti aperti, tranne, appunto, la Galleria che ormai da molti anni non aderisce a questa apertura straordinaria. Aggiungendo che, se il Ministero fosse davvero responsabile, ci avrebbe già da tempo proposto l’accordo per l’elevazione dei festivi in assenza del quale sono a rischio le stesse aperture domenicali. E, se fossimo dietrologi, penseremmo che le dichiarazioni le ha fatte il Segretario Generale proprio per non esporre il Ministro ad esternazioni in aperta contraddizione con quelle fatte non più tardi di quattro mesi fa.
Pertanto esprimiamo la nostra più sentita solidarietà ai lavoratori della Galleria degli Uffizi, che contribuiscono in modo qualificato e incisivo alla valorizzazione del nostro patrimonio culturale, precisando che ogni ulteriore tentativo ingiustificato di criminalizzazione a mezzo stampa sarà da noi considerato come volontà di conflitto contro i lavoratori ed i loro rappresentanti.
Di seguito il comunicato stampa FP CGIL e UIL PA di Firenze:
” In relazione all’articolo apparso il 21 aprile sul vostro giornale, con il titolo “Musei chiusi, riesplode il caso”, FP CGIL e UIL PA Firenze ringraziano il Dott. Natali, le cui dichiarazioni riportano fedelmente l’orientamento del personale di Uffizi e Accademia, che da anni rivendica il diritto a fruire delle sole tre festività garantite dal contratto (Natale, Capodanno e Primo Maggio) non aderendo ai progetti nazionali di apertura, che vengono da noi condivisi solo perchè basati su adesione volontaria.
Apprezzano che si riporti il tema delle aperture dei musei sul terreno di un confronto realistico con le maggiori strutture europee: il Primo Maggio il Louvre e il Museo d’Orsay sono chiusi, il Prado è chiuso, il Museo dell’Acropoli di Atene è chiuso (…a proposito di “petrolio” culturale”), anche i Musei Vaticani sono chiusi !
Replicano al Segretario Generale Dott.ssa Recchia che il Primo Maggio l’offerta dei musei statali fiorentini è garantita dall’apertura di strutture di assoluta eccellenza quali il Bargello, Palazzo Davanzati, il Giardino di Boboli, il circuito delle Ville Medicee, il Cenacolo di Andrea del Sarto e il Museo Archeologico, che certamente meritano una maggior attenzione, non solo mediatica ma soprattutto dello stesso Ministero : chiediamo investimenti che ne valorizzino il potenziale e che ne garantiscano la conservazione come patrimonio dell’umanità.”
Roma, 24 aprile 2015
FP CGIL NAZIONALE
Claudio Meloni
Roma, 20 aprile 2015
Come sapete la vertenza relativa ai cosiddetti “precari della giustizia” è al momento senza risposte da parte del Governo e del Ministero della Giustizia. Si tratta di circa 2500 lavoratori che attraverso tirocini formativi reiterati nel tempo (siamo al quinto anno) prestano servizio presso gli uffici giudiziari.
L’ultima tranche di ore si concluderà il 30 aprile prossimo e ad oggi non c’è, da parte del Ministro della Giustizia e del Governo, disponibilità a riconoscere loro lo status di lavoratori a tutti gli effetti tramite un percorso di contrattualizzazione.
Per questa ragione la Cgil e la FP Cgil hanno avviato da tempo una serie di iniziative di mobilitazione. Tali iniziative culmineranno in una manifestazione nazionale che si terrà il 28 aprile p.v. sotto forma di presidio (non c’è infatti autorizzazione a fare cortei) la mattina a Piazza Cairoli (lato del Ministero della Giustizia) dalle 10.00 alle 13.00, e il pomeriggio dalle 14.00 alle 19.00 a piazza Montecitorio.
Vi preghiamo, pertanto, di favorire la partecipazione dei lavoratori interessati al presidio in modo che sia data la giusta visibilità alla vertenza.
Buon lavoro.
per la FP CGIL per la CGIL Nazionale
Fabrizio Rossetti Nino Baseotto
Comunicato stampa di Nicola Preiti
Responsabile Fp-Cgil Medici medicina convenzionata
Roma, 24 aprile 2015
Ieri nell’incontro con la Sisac, è risultato chiaro a tutti: il nuovo atto di indirizzo è peggio del primo ed è indirizzato su un binario morto. La politica delle Regioni nelle cure primarie, e nella sanità in generale, si dimostra inadeguata e arida di idee e impegni. Risulta evidente che vedono la sanità come capitolo della loro gestione del potere piuttosto che come la concretizzazione dell’Art. 32 della Costituzione.
Respinta dalla Fp-Cgil Medici e dagli altri sindacati la proposta Sisac di un nuovo incontro per il 6 e 7 maggio solo informativo, nelle more dell’approvazione formale dell’atto di indirizzo prevista per il 13 maggio: per trattare ci vuole un mandato chiaro e un articolato definito. Alla luce di quanto emerso anche nell’incontro, sarebbe stata l’ennesima puntata della telenovela del rinnovo che va avanti da oltre due anni.
E infatti l’incontro, da questo punto di vista, non è stato inutile. Almeno ora si sa che l’Atto di indirizzo non corrisponde neanche ai minimi impegni assunti con l’accordo politico del 4 marzo siglato dai sindacati con il Sottosegretario Di Filippo e l’assessore Montaldo, per il Comitato di settore, e introduce elementi ambigui e talvolta oscuri. Avevamo puntualmente denunciato le strutturali criticità di quell’accordo, ma l’Atto di indirizzo va oltre, in negativo, togliendo ogni base allo sviluppo della trattativa.
Anche la Sisac ha esplicitato la necessità di ottenere dal comitato di settore dei chiarimenti per una ‘corretta’ interpretazione di quanto scritto. Se le Regioni non hanno tradotto bene le loro intenzioni e gli impegni assunti nell’atto di indirizzo, è necessario che lo facciano apertamente e con tutti i soggetti, mettendo la Sisac e i sindacati nelle condizioni di trattare su obiettivi chiari e condivisi. Se esistono.
Comunicato stampa di Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil
e Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici
Roma, 15 aprile 2015
Dopo le molte promesse e gli appelli accorati dei presidenti di Regione e della stessa Ministra Lorenzin sull’impossibilità di reggere ulteriori riduzioni dei finanziamenti alla sanità, i tagli sono puntualmente arrivati. Con l’odierna intesa tra Governo e Regioni in attuazione della legge di stabilità, si è persino stravolto il Patto per la Salute, che non ha ancora compiuto un anno e prevede il reinvestimento di eventuali risparmi nei servizi.
Tutti sanno che con questo ulteriore taglio di 2,6 miliardi si ridurranno le prestazioni sanitarie, soprattutto per i cittadini meno abbienti. Di investimenti in prevenzione nemmeno l’ombra. Chi potrà si rivolgerà al privato, gli altri si cureranno sempre meno.
L’Intesa scarica ulteriormente i costi su medici e operatori sanitari, per i quali nell’ultimo Def non si prevedono risorse: anche in questo caso molte promesse, ma senza fatti si resterà 10 anni senza contratto. Si tagliano persino le risorse del trattamento accessorio, che dovevano essere utilizzate per premiare il merito professionale. E sull’obbiettivo condiviso dell’appropriatezza si usa ancora una volta il bastone invece di agire sugli incentivi: il medico che prescrive cure inappropriate sarà sanzionato e i cittadini rischieranno di pagare di tasca propria le cure. Uno scenario che solo con i decreti attuativi diventerà comprensibile, ma che comunque ci preoccupa. Quali saranno i criteri? Tutte le prescrizioni saranno sottoposte a una verifica? Il rischio e di burocratizzare ulteriormente la sanità, di spingere i medici del servizio pubblico a prescrivere sempre di meno, a curare sempre di meno, e i cittadini a rivolgersi a strutture private per essere seguiti tempestivamente.