19.03.2015 – Tavolo tecnico DPR Volontariato.
18.03.2015 – Tavolo tecnico Fondo di Amministrazione.
17.03.2015 – Tavolo tecnico DPR Volontariato.
06.03.2015 – Banda Musicale – Decreto regolamento concorso.
Roma, 6 marzo 2015
Al Ministro Pubblica amministrazione Marianna Madia
Alla Conferenza Regioni
All’ Anci
All’UPI
e p.c. Alla Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
Oggetto: indizione stato d’agitazione del personale delle Province e Città Metropolitane
Le scriventi Organizzazioni sindacali, a seguito dell’avvio del processo di attuazione della legge 56/2014, nonché a seguito dell’emanazione della legge di stabilità, ritengono fortemente problematica la situazione delle Province e delle Città Metropolitane, che difficilmente sopporteranno i tagli finora prospettati a partire da gennaio 2015. Segnaliamo sempre più difficoltà sul versante del mantenimento dei servizi, nonché rischi reali sul mantenimento dei livelli occupazionali in parte dei suddetti Enti.
In particolare le scriventi, alla luce del forte rallentamento che ha subito il percorso di riordino delle Autonomie Locali rispetto all’originaria tabella di marcia, rappresentano sin da ora i gravi rischi che investiranno sia la cittadinanza che i lavoratori appartenenti al sistema provinciale.
E’ evidente, infatti, che in caso non sia concluso, nei tempi previsti, il processo di riallocazione delle funzioni non fondamentali tali compiti, salvo non creare un vuoto, non potranno che restare in capo alle province (divenute enti di area vasta) le quali, però, non potranno farvi fronte a causa degli ulteriori tagli previsti dalla legge di stabilità .
Occorre pertanto adottare urgentemente adeguate soluzioni che garantiscano ai cittadini la continuità dei servizi essenziali, ai lavoratori la salvaguardia dei loro rapporti di lavoro ed il mantenimento del salario, almeno fino al completamento effettivo delle procedure di riordino definitivo delle funzioni non fondamentali presso gli enti subentranti alle province.
A tutto ciò si aggiungono le continue dichiarazioni di esponenti del Governo che prefigurano processi di mobilità, per dimensioni mai attuati nella storia di questo Paese, che rischiano di avvenire prescindendo dalle competenze del personale ed in assenza, tra l’altro, delle previste tabelle di equiparazione.
Per tali ragioni ed alla luce di quanto approvato, il 25 febbraio u.s. a Firenze, dall’assemblea nazionale dei Quadri e Dirigenti sindacali delle Province e delle Città Metropolitane Fps Cisl, Fp Cgil e Uil Fpl indicono lo stato d’agitazione di tutto il personale delle Province e Città Metropolitane, preannunciando sin da ora in mancanza di soluzioni e risposte concrete l’attivazione di iniziative di mobilitazione, che saranno comunicate nei tempi e nei modi previsti dalla legislazione vigente.
La presente vale come formale comunicazione ai sensi della legge 146/90 e successive modificazioni.
FP CGIL CISL FP UIL FPL
Rossana Dettori Giovanni Faverin Giovanni Torluccio
Roma, 6 marzo 2015
Al Direttore Generale dell’Organismo Indipendente
di Valutazione della Performance
Dr.sssa Elisabetta Moffa
e p.c.: Al Segretario Generale del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali
Dr. Paolo Pennesi
Il Direttore Generale della Direzione Generale
Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa,
Bilancio – UPD
Dr. Edoardo Gambacciani
Al Dirigente della Divisione II della Direzione Generale
Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa,
Bilancio – UPD
Dr.ssa Patrizia Romano
Gentile dottoressa,
La FP CGIL la ringrazia per averci dato una risposta seppur correggendo alcune nostre affermazioni, soprattutto in considerazione del fatto che lei, finora, è stato l’unico direttore a farlo.
Siamo venuti a conoscenza solo a seguito della sua comunicazione che quello al quale si è “assistito” non coinvolge il suo Ufficio.
Infatti, cercando di andare per quanto possibile, visto il caos creatosi nel corso di questi mesi, per ordine di avvenimenti, questo è quello al quale ci siamo trovati di fronte:
– piccoli spostamenti sono cominciati a via Fornovo solo con scatoloni e computer così come era stato annunciato
– arrivato il momento dello spostamento della DG Immigrazione da via Fornovo a via Flavia, nelle stanze lasciate nel frattempo dal suo Ufficio , tutto si è bloccato
– il programma a questo punto è cambiato, in quanto la DG Immigrazione ha cominciato a spostare anche i mobili.
Effettivamente “abbiamo assistito” al fatto che le stanze lasciate dai precedenti Uffici nella sede di via Flavia erano vuote. Vista la concomitanza degli avvenimenti, è stata probabilmente veicolata la notizia che i mobili avessero seguito i precedenti occupanti. Tanto più che in un incontro non previsto con il Direttore Generale delle Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa, Bilancio – UPD voluto fortemente dalla RSU per discutere diverse problematiche, fra cui il trasloco, è stata posta la domanda esplicita sulla questione.
Inutile dirle che non c’è stata risposta, ma neanche nessuna smentita sul fatto che i mobili di via Flavia fossero a via Veneto.
Resta il fatto che, auspicando di conoscere al più presto come stanno veramente le cose, i lavoratori di via Fornovo, in particolare della DG PASLF, si sono trovati con stanze vuote, riempite man mano con i “residuati bellici” provenienti da non si sa bene dove .
Per la FP CGIL i lavoratori hanno tutti lo stesso diritto ad avere un ambiente di lavoro sano e dignitoso a prescindere dalla sede e dall’ufficio nel quale prestano servizio.
Alla luce di tutto ciò, preso atto di quanto da lei affermato, questa O.S. si scusa con il personale tutto dell’ OIV (che tra l’altro ha fatto tre traslochi in quattro anni) se si è sentito leso dal comunicato della FP CGIL, ma la sostanza delle domande poste in precedenza resta più che mai valida.
Difatti, anche alla luce del fatto che nessun mobile dell’OIV è stato trasportato da via Flavia a via Veneto dove sono finiti i mobili che si trovavano nelle stanze di via Flavia precedentemente utilizzate dall’ OIV?
Quanto è costata in più la nuova operazione di spostamento dei mobili a fronte del preventivo iniziale che prevedeva il solo spostamento di scatoloni e computer?
Quanto costerà in termini di organizzazione del lavoro e disagi al personale coinvolto nel trasloco?
Più che mai a questo punto la FP Cgil ribadisce l’ urgenza di un incontro, che come avrà capito ancora non c’è stato, al fine di ripristinare verità e trasparenza.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
Comunicato Stampa Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl
Governo cambi rotta o mobilitazione a oltranza
Roma, 23 febbraio 2015
Coordinamento tra Governo e Regioni nell’attuazione della riforma Delrio, tenuta complessiva del sistema, salvaguardia dei livelli occupazionali e salariali. Sono questi i temi sui quali centinaia di quadri e dirigenti sindacali delle province si confronteranno il 25 febbraio 2015 a Firenze (Via Cavour 1, Palazzo Medici Riccardi, sala Luca Giordano) dalle 10:00 alle 14:00, nel corso di un’assemblea nazionale unitaria indetta da Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl.
“Saranno oltre 20.000 i lavoratori delle Province potenzialmente interessati da mobilità e collocamento in disponibilità, qualora gli esuberi non venissero assorbiti in altri Enti della Pa. Un processo così delicato – si legge in una nota congiunta dei tre sindacati di categoria – non può essere accompagnato da una regia confusa come quella che ha caratterizzato il Governo sino ad ora. Non è accettabile infatti che l’Esecutivo non abbia presidiato attentamente il rispetto delle scadenze stabilite dalla legge e dai relativi provvedimenti attuativi (Accordo Stato Regioni e DPCM), consentendo in tal modo l’accumularsi di un ingente ritardo sul cronoprogramma iniziale. Come risulta tutt’ora incomprensibile che nel riassetto la salvaguardia occupazionale, espressamente prevista dalla Legge Delrio, sia stata compromessa dal taglio lineare stabilito dalla legge di stabilità 2015”.
“Chiediamo al Governo un radicale cambio di rotta, senza il quale – concludono Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl – proseguiremo nella mobilitazione ad oltranza”.
Roma, 5 marzo 2015
Al Presidente del CNEL
on. prof. Antonio Marzano
p. c. Ai Vice Presidenti
dott. Salvatore Bosco
dott. Enrico Postacchini
Al Segretario Generale
cons. Franco Massi
Gentile Presidente,
con un certo imbarazzo (per l’interessato), abbiamo letto l’ultima esternazione del Suo portavoce, dott. Valerio Gironi, rilasciata ad un noto quotidiano nazionale, nella quale si afferma con tono perentorio che è ormai necessario chiudere il CNEL, dal momento che esso avrebbe ormai esaurito la sua funzione.
Nella sua disamina, il dott. Gironi definisce “palesemente superato il modello di tutela e rappresentanza del lavoro e dei lavoratori, datori di lavoro e prestatori d’opera, che fino ad oggi é servito nel sistema delle relazioni industriali e sindacali e che rappresentava la golden share di Villa Lubin”.
Dopo una digressione sulle intuizioni della Carta Costituzionale, condita con un richiamo alla Camera delle Corporazioni di mussoliniana memoria, egli conclude che “la gestione del lavoro – con ampia facoltà di adattamento al mercato – deve essere sancita dalla contrattazione aziendale”, con buona pace evidentemente del ruolo e della funzione dei contratti collettivi nazionali. Sin troppo facile dedurne la fine di qualunque spazio istituzionale di confronto fra politica, parti datoriali e rappresentanze dei lavoratori. L’unico modo per salvare il CNEL sarebbe, appunto, quello di chiuderlo.
Non intendiamo discutere le opinioni del dott. Gironi, ciascuno è padronissimo di pensarla come crede.
Ma é singolare che il dottor Valerio Gironi, che secondo il sito istituzionale del CNEL, percepisce dal 2010 un compenso annuo di 105.000 euro, si sia accorto solo adesso, pochi mesi prima della scadenza del suo contratto di collaborazione, che “l’associativismo confindustrial-sindacale ha relegato alle varie ed eventuali” l’idea su cui si fondava l’articolo 99 della Costituzione “fidandosi fin troppo del consociativismo, della concertazione e delle identità di rappresentanza” e che “dunque l’articolo 99 è superato nei fatti”.
Non poteva scoprirlo prima? Magari rimettendo per tempo il proprio incarico, in coerenza con le proprie idee e con la propria lucida visione dell’irrimediabile inadeguatezza del CNEL a svolgere il ruolo per cui i Padri Costituenti l’avevano immaginato?
In una logica liberista e anti-consociativista, se in un’azienda il responsabile delle relazioni con la stampa dichiara pubblicamente che l’impresa che gli paga lo stipendio (e che stipendio!) andrebbe chiusa, il capo di quell’azienda, in questo caso Lei, dovrebbe trarne le conseguenze e invitare il proprio addetto stampa a dimettersi.
Non trattandosi, peraltro, della prima esternazione “critica” sul CNEL da parte del portavoce del Presidente, non può essergli riconosciuto nemmeno il beneficio di una “svista”, già concessagli per l’intervista telefonica trasmessa in diretta il 12 marzo 2014, nel corso del programma radiofonico “La zanzara”.
A prescindere dai nostri auspici, il CNEL concluderà la propria attività con l’approvazione del disegno di legge di riforma costituzionale attualmente all’esame del Parlamento. Sarebbe almeno opportuno che l’ultimo scorcio di vita dell’Istituzione che Lei presiede da un decennio avvenisse all’insegna della lontananza da polemiche ormai inutili, da attacchi giornalistici degni di ben altre cause e da sterili crociate ideologiche che possano ulteriormente screditarne il prestigio.
Si coglie l’occasione per ricordarle che, grazie alle Sue “valutazioni di opportunità politica”, quattro impiegati precari storici del CNEL, in possesso dei requisiti per la stabilizzazione – che comportavano una spesa complessiva di non molto superiore a quella da Lei fissata per il compenso del Gironi – sono a casa dal 1° gennaio 2015.
Per le considerazioni sopra esposte, e stante una (a nostro avviso) evidente situazione di incompatibilità, Le chiediamo, signor Presidente, di invitare il Gironi ad essere conseguente e coerente rassegnando da subito le dimissioni, così da destinare i risparmi in tal modo conseguiti all’incremento del contributo dovuto dal CNEL per l’anno 2015 al risanamento del bilancio pubblico, in aggiunta a quelli già ottenuti con la riduzione del personale in servizio.
Distinti saluti.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Daniela Volpato Enrico M. Ponti
05.03.2015 – Di seguito alla notizia del 3 marzo, pubblichiamo ulteriori note unitarie di richiesta di intervento politico sulla vicenda che vede il Soccorso Alpino locale in contrasto con i compiti istituzionali del CNVVF.
05.03.2015 – Catania – Nota al Comandante Provinciale.
Vi allego l’intervento del Capo Dipartimento RUO Dott.ssa Paccapelo dopo un nostro comunicato che denunciava situazioni e comportamenti non consoni con la normale gestione democratica delle elezioni per le RSU.
In questo modo speriamo si ristabilisca un clima collaborativo e vengano rispettati i diritti di tutti i lavoratori.
Roma, 5 marzo 2015
Il Coordinatore Nazionale CGIL FP CRI
(Pietro Cocco)
10.03.2015 – Convocazione criteri attuativi art. 134 d.lgs. 217/05.