Bergamo – Barriere architettoniche.

04.02.2015 – Bergamo –  Nota al Dirigente per esprimere apprezzamento per gli sforzi compiuti al fine del miglioramento estetico e igienico/sanitario, ma anche di stimolo affinchè sia garantita l’accessibilità agli ambienti alle persone diversamente abili.

 

 

Brescia: Ventilata riconsegna all'Ente proprietario degli alloggi del personale.

 

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Comunicato
 

AGENZIA DELLE ENTRATE
 
  
PIANO DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE
SEGNALAZIONE DA PARTE DEL DIPENDENTE – WHISTLEBLOWER

 

L’Amministrazione ci ha informato sul piano di prevenzione della corruzione e soprattutto dell’applicazione della Whistleblower (la segnalazione da parte del dipendente di presunti illeciti).
Nello specifico l’Agenzia ci ha illustrato i contenuti della direttiva, di prossima emanazione, che riguarda le segnalazioni da parte dei dipendenti; il tutto con riferimento all’applicazione della Legge 6 novembre 2012, n. 190 (cosiddetta legge anticorruzione). 
La segnalazione del dipendente può avvenire presso il suo superiore gerarchico, presso il Direttore Regionale o direttamente presso il Responsabile di prevenzione della corruzione. In quest’ultimo caso, tramite apposito link sull’intranet dell’Agenzia, il dipendente può effettuare la segnalazione in modo criptato (quindi anonimo) direttamente al Responsabile. Questa segnalazione può essere letta solo dal responsabile e dai suoi collaboratori, il quale può avviare, se lo ritiene necessario, un procedimento di approfondimento al fine di accertare la veridicità della stessa. In questo modo l’Agenzia ha la possibilità di svolgere in maniera del tutto autonoma le indagini e di conseguenza archiviarle, attivare un procedimento disciplinare o una azione penale.
 
La CGIL ritiene importante il coinvolgimento delle OO.SS. su una materia così delicata, ma soprattutto ha evidenziato il diverso approccio dell’Amministrazione verso i sindacati.
 
Con riferimento alla corruzione si ritiene fondamentale aprire una discussione in merito e pensiamo che prima di tutto occorra dimensionare il problema: ci troviamo di fronte a casi isolati o ad un problema diffuso? Il dimensionamento del problema ci fa capire quali iniziative intraprendere al fine di tutelare il lavoratore onesto.
Sappiamo bene che questo sistema è già attuato da altri paesi, ma in quei paesi il senso civico e le leggi sono completamente diverse.
In Italia, secondo la Corte di Conti, il costo della corruzione è pari ad oltre 60 miliardi di euro e l’altra faccia della medaglia è l’evasione fiscale pari ad oltre 120 miliardi di euro. E’ corretto chiedere senso civico ai lavoratori, ma allo stesso tempo l’autorità politica si deve impegnare in prima persona ponendo in essere norme contro la corruzione e l’evasione fiscale; non è accettabile normare la depenalizzazione del reato fiscale per una evasione sotto il 3% dell’imponibile, legalizzando così l’evasione fiscale.
La segnalazione di presunti illeciti da parte dei dipendenti è un problema molto delicato e ci riserviamo una valutazione completa dopo la lettura della direttiva. Condividiamo pienamente la difesa e la tutela di chi effettua la segnalazione ma allo stesso tempo chiediamo difesa e tutela per il segnalato; in quanto si possono verificare segnalazioni poste in essere solo per gettare fango o per screditare un collega al fine di penalizzarlo.
 
Inoltre chi controlla i controllori?

Il Direttore Centrale dell’Audit ci ha informato del nuovo corso intrapreso dall’Audit soprattutto per quanto riguarda i servizi interni (gestione del personale e strumenti informatici).
 
Abbiamo chiesto che l’Audit, nel nuovo corso,  diventi un supporto all’attività lavorativa anziché mantenere un atteggiamento “pregiudizialmente” punitivo verso i lavoratori.
 
In chiusura della riunione abbiamo concordato un incontro per lunedì 9 febbraio con all’ordine del giorno la mobilità, le progressioni economiche e le posizioni organizzative.


Il coordinatore Nazionale            Il coordinatore Nazionale
     Agenzia Entrate                           Agenzie Fiscali
      Carmine Di Leo                          Luciano Boldorini

 
 
 

 
 

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La pensione dei medici dipendenti dopo la legge di stabilità

 
 

Grazie a Santo Buonanno, INCA Regionale Campania

 

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Sanità: 3 febbraio convegno Cgil ed Fp Cgil: "Lavoro e qualità dei servizi sanitari e sociali in appalto e convenzione"
 

 Roma, 30 gennaio
 
Nell’ambito della campagna di mobilitazione ‘Salviamo la Salute. Attraversa l’Italia’ la Cgil e la Fp Cgil organizzano per il prossimo 3 febbraio l’iniziativa nazionale ‘Lavoro e qualità dei servizi sanitari e sociali in appalto e convenzione’. L’appuntamento è alle 9.30 presso la sede della Cgil in corso d’Italia 25.

Il Paese versa da anni in una gravissima crisi economico sociale che ha inciso profondamente sul quadro occupazionale e che ha aumentato e modificato i bisogni di carattere sociale e sanitario dei cittadini. In tale contesto, aggravato dal Jobs Act e su cui pesa il mancato rinnovo dei contratti nazionali di lavoro dei settori pubblici, la tenuta dei servizi è messa a serio rischio da una cattiva spending review fatta di tagli, da una legge di stabilità che si abbatte su regioni e comuni. In questi mesi e con queste criticità il Parlamento discuterà anche la legge delega di riforma del terzo settore.

Cgil e Fp Cgil intendono reagire e contribuire, avanzando idee e proposte per far emergere come la qualità del lavoro, a partire da corrette condizioni contrattuali e salariali degli operatori, in settori in cui troppo spesso il lavoro è povero e precario, possa sostenere e rinnovare il futuro sistema di welfare nazionale e locale. Le regole delle convenzioni e degli appalti sono e saranno determinanti per garantire diritti, legalità, trasparenza. Di tutto questo si discuterà nel convegno di martedì prossimo a Roma, partendo da un presupposto: un corretto sviluppo del settore può essere un volano indispensabile per la coesione sociale e la ripresa economica.

I lavori saranno aperti dalla relazione di Cecilia Taranto (segretaria nazionale Fp Cgil). Sono previsti gli interventi di: Pietro Barbieri (portavoce Forum Terzo Settore), Elisa Camellini (segretaria nazionale Filcams Cgil), Stefano Cecconi (responsabile Politiche Salute Cgil nazionale), sen. Emilia De Biasi (presidente Commissione Igiene e Sanità del Senato), on. Vito De Filippo (sottosegretario di Stato alla Salute), on. Donata Lenzi (Commissione Salute della Camera, relatrice DdL Riforma Terzo Settore), Catiuscia Marini (presidente Regione Umbria), Nicola Marongiu (coordinatore Area Contrattazione Sociale Cgil nazionale), Paola Menetti (presidente Legacoop Sociali – Alleanza Cooperative), Francesco Merloni (Autorità Nazionale Anticorruzione), Piero Fassino (presidente Anci e sindaco di Torino), Sabina Valentini (Dip. Politico Sindacale Confcooperative – Alleanza Cooperative). Le conclusioni saranno affidate alla segretaria confederale Cgil Vera Lamonica.

In allegato la locandina dell’iniziativa.

 
 

 
 

 

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Roma, 30 gennaio 2015

 
Avv. Giacomo AIELLO
Capo di Gabinetto

Ministero Infrastrutture e Trasporti
 
 
 


A seguito di incontri informali abbiamo appreso l’intenzione da parte dell’Amministrazione di dare seguito al processo di riorganizzazione delle Strutture del Ministero Infrastrutture e Trasporti, in particolare per quanto riguarda le Strutture Territoriali del Provveditorato alle Opere Pubbliche della Toscana.
A tal fine si ipotizza la chiusura delle sedi operative di Marina di Carrara (Massa), Lucca, Pisa, Arezzo e Siena con relativa mobilità del personale.

Riteniamo che il processo di riorganizzazione non può essere affrontato con superficialità e approssimazione, men che meno con atti unilaterali, senza tenere conto delle pesanti ricadute che ci saranno sia in termini di funzionalità che di impatto per i lavoratori coinvolti nei processi di mobilità.
Come è noto, come FP CGIL, non abbiamo mai condiviso le logiche che hanno guidato le scelte relative ai processi di riorganizzazione legati alla “spending review”, rivelatisi ben presto interventi basati sulla riduzione dei costi, senza un vero progetto di efficientamento e riqualificazione dei servizi che le Pubbliche Amministrazioni erogano.
Con questi interventi si sono di fatto ridotti gli spazi di intervento pubblico, molto spesso con tagli che hanno interessato molto più il territorio che le Strutture Centrali, che è bene ricordare sono anche presidi di legalità e di corretta regolazione del mercato e delle imprese.
Non è accettabile, poi, che tutto questo ricada ulteriormente ed esclusivamente sul personale a cui, certamente, non possono essere addebitati sprechi e inefficienze.
Non ci è dato sapere, ad oggi, se l’ipotesi avanzata in Toscana sia stata o sarà replicata in altre Regioni ma riteniamo necessario che tali processi non possono, in ogni caso, essere gestiti senza un ampio ed aperto confronto con le OO.SS. al fine di individuare modalità e criteri sia sul versante della salvaguardia delle funzioni in capo alle strutture del Ministero che della tutela del personale coinvolto.
Per questo motivo, con spirito assolutamente collaborativo e propositivo, auspichiamo, a breve, l’apertura di un tavolo nazionale tra Amministrazione e OO.SS. su questa problematica e la necessità di un contestuale blocco di eventuali provvedimenti che si intendessero adottare in Toscana fino alla definizione di criteri e metodologie che scaturiranno dal confronto stesso.
Fiduciosi di un positivo riscontro inviamo
Distinti saluti.

 
 
 

IL COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MIT
Roberto Morelli

 
 
 

 
 

Lombardia – Grave carenza di personale qualificato nel Comando di Mantova.

03.02.2015 – Lombardia – Nota al Direttore Regionale sulla grave carenza di personale qualificato nel Comando di Mantova.

 

 

 

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MISE – DECURTATO IL FONDO PER LA VIGILANZA SUL SISTEMA COOPERATIVO
 

COMUNICATO
 

Come è, ormai, noto, il Governo con l’approvazione della Legge di Stabilità 2015 ha operato un drastico taglio al Fondo, destinato per l’attività ispettiva e di revisione, svolta dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE), per la vigilanza sul sistema cooperativo. Sono stati stanziati un milione di euro, circa un decimo del reale fabbisogno. La prima conseguenza è stata la sospensione di tutti gli incarichi di revisione assegnati, ma non ancora avviati, e di quelli futuri. Praticamente l’attività è stata bloccata.
Ma al di là delle cifre, per spiegare e comprendere, sotto tutti i punti di vista l’inopportunità di questo provvedimento occorre fare qualche precisazione.
Forse, non tutti sanno, che le cooperative sono l’unico modello d’impresa previsto dal Codice Civile per il quale sono previsti controlli esterni sulla gestione, di natura amministrativa.
Questi controlli sono svolti dalle Associazioni Nazionali di Rappresentanza, sulle cooperative ad esse aderenti, mentre più della metà del totale, circa 48.000 cooperative, sono controllate dal MiSE.
La motivazione originaria, per cui il legislatore ha introdotto tali controlli aggiuntivi, riguardava l’esigenza di verificare il mantenimento dei requisiti di mutualità ai quali la legge collega politiche di agevolazione riservate alle società cooperative. Il Ministero quindi svolge un controllo, attraverso la verifica della mutualità, che accerta se la cooperativa è, effettivamente, una cooperativa!
Tale compito è esplicitato dall’art. 45 della Costituzione che riconosce la funzione sociale della cooperazione deputando al “controllo” la salvaguardia del suo carattere mutualistico e delle sue finalità non speculative.
Attualmente le cooperative pagano (per essere controllate) un contributo biennale di revisione la cui misura è definita tramite un Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico (emanato negli anni dispari). Di conseguenza si determina un introito nelle casse dello Stato con un andamento altalenante. In effetti, se nell’anno dispari, tutte le cooperative “precise” versano il contributo (determinando la maggioranza delle entrate, circa 20 Ml nel 2013), nell’anno pari il restante gettito (circa 5 Ml nel 2014) è si determinato dalle cooperative “ritardatarie”, ma la gran parte è da imputare all’azione di controllo, effettuata in fase di revisione, in cui si “diffida” la cooperativa a pagare i contributi non versati.
Di conseguenza il mancato controllo determinerà, forse, il proliferare di cooperative “spurie”, ma di sicuro, un minor introito.
Inoltre, ci saranno degli effetti indotti e indirettamente generati dal blocco delle revisioni da parte del Ministero.
Si accrescerà la già evidente sperequazione di trattamento, in tema di controlli, tra le cooperative aderenti alle Associazioni e quelle, non più, controllate dal Ministero con una presumibile migrazione, in termini numerici, da una parte all’altra. Così le verifiche saranno effettuate solo dalla Associazioni, che di fatto diventeranno controllori di se stesse, depurando il Ministero, lo Stato, da un ruolo, da una funzione dettata dalla Costituzione!
Sarà evidente la controtendenza dei provvedimenti presi, rispetto ai recenti fatti di cronaca in cui alcune coop risultavano implicate in un sistema corrotto di appalti, che imporrebbe, invece, scelte rivolte a maggiori controlli e a non rinunciare alla lotta alla illegalità e alle mafie.

Sarà, infine, difficile non pensare, che tutto ciò, porterà riflessioni e ripercussioni, anche tra il Sistema Cooperativo e quello della PMI, introducendo, di fatto, una distorsione nel Mercato.

            
      CGIL FP Nazionale                            CGIL FP Nazionale
Coordinamento Nazionale Mise                 Luciano Boldorini
 

 

 
 
 

 
 

Roma 15 gennaio 2015 seminario Epsu – Dipartimento Sanità Fp Cgil

Il 15 gennaio scorso a Roma, presso la sede nazionale Fp Cgil, si è svolta una Giornata seminariale proposta dal comparto Sanità Fp Cgil, con la collaborazione del Dipartimento Internazionale Fp Cgil, che ha visto  la presenza di Mathias Maucher Segretario responsabile per la sanità di  EPSU (la Federazione Europea dei servizi Pubblici alla quale la Funzione Pubblica è affiliata)

Si è trattato di un’intera giornata che ha tenuto un ritmo di lavoro sostenuto,  poiché le domande reciproche sono state davvero tante.

Gli argomenti affrontati sono stati:
1.     Invecchiamento dei lavoratori nella sanità e nel sociale
2.     Professioni – Tessera Professionale Europea -Mobilità in Europa (con particolare interesse alla figura dell’ assistente sanitario – Operatore Sanitario per l’Italia, di cui si sta proponendo in Europa un percorso formativo comune)
3.     Direttiva orario di lavoro: Orari e turni -Infrazioni, in particolare sul possibile opt out italiano per il settore sanitario. Servizio di guardia attivo ed inattivo. Infrazione verso l’Italia per la violazione sull’orario di lavoro del personale medico considerato come dirigente.
4.     Applicazione della direttiva sulla mobilità transfrontaliera dei pazienti (autorizzazione dei servizi sanitari nazionali, Italia dl38/2014)
5.     Raccomandazioni nazionali dell’Unione Europea per il Semestre europeo (rilevanza per la sanità ed i servizi sociali)
6.     Sistemi sanitari – territorialità come futuro
7.     Bisogni di salute e cambiamenti demografici
8.     Servizi sociali (assistenza domiciliare…)
 
Mathias Maucher ha spiegato l’attività di Epsu su questi temi e ha voluto conoscere meglio la situazione italiana e le nostre opinioni su come affrontare  le questioni attualmente in discussione perché il lavoro di pressing che fa Epsu presso la Commissione e il Parlamento Europeo possa essere più preciso. E’ stato poi descritto anche il processo di dialogo sociale nel settore ospedaliero, riconosciuto formalmente dalla Commissione europea, con l’Hospeem, l’associazione europea dei datori di lavoro degli ospedali pubblici, di cui fa parte, per l’Italia, l’ARAN.

Da parte nostra si è fatto un quadro preciso, attraverso i vari interventi, della situazione nazionale, si sono espresse perplessità su alcune proposte di sindacati europei, ad esempio in merito alla riduzione dell’orario di lavoro per far fronte all’invecchiamento della forza lavoro in sanità, oppure apprezzamento, ad esempio per l’introduzione della Tessera Professionale Europea (European Professional Card)

Nell’insieme riteniamo che questa prima esperienza, che apre alla visione europea il lavoro di comparto, sia stata illuminante e assolutamente utile, tenendo presente il numero di direttive europee, approvate e in lavorazione, con le quali ormai facciamo quotidianamente i conti.

Abbiamo preso l’impegno con Epsu a  continuare questo percorso che potrà servirci da un lato a rendere la Federazione europea più al corrente dei nostri problemi e quindi più utile per noi e dall’altro a far sì che il nostro lavoro sia sempre più consapevole del quadro europeo nel quale ci muoviamo.

 
Roma, 29 gennaio 2015

Sassari – Documento unitario sull'organizzazione del Comando.

02.02.2015 – Sassari – Documento unitario sull’organizzazione del Comando e carenza di relazioni sindacali. 

 

 

Dirigenti – Nota unitaria.

02.02.2015 – Dirigenti – Nota unitaria sulla gestione del transitorio relativamente ai nuovi Uffici Territoriali del Corpo.

 

 

 

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MISE – QUALE FUTURO?
 

COMUNICATO
 

I dipendenti pubblici sono una risorsa importante per il paese su cui è necessario investire in termini economici e professionali. E’ grazie al loro lavoro se sono garantiti servizi pubblici di elevata qualità, è grazie alla loro professionalità se i servizi erogati sono giudicati positivamente dai cittadini. I tagli apportati alla P.A. rischiano di comprometterne seriamente il funzionamento,di privare il paese di un sistema di tutele indispensabili per contrastare  fenomeni sociali   disgreganti e conflittuali, aggravati dalla  crisi economica  e alimentati  da una pessima Politica.  L’ennesima riforma della Pubblica Amministrazione, la cosiddetta riforma Madia, rischia  di riportare il lavoro pubblico indietro di 30 anni: le  incursioni legislative nel rapporto di pubblico impiego  limitano fortemente l’autonomia negoziale, tolgono  al CCNL  il ruolo  regolatore del   rapporto di lavoro.
La riforma è l’ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori, minacciati di trasferimento coatto, demansionamento e  possibilità di licenziamento a seguito di riorganizzazioni e soppressioni di Enti.
 

E’ indispensabile  che il Governo torni ad investire sulle Pubbliche Amministrazioni  per attuare quel grande progetto politico e sociale di assicurare al sistema paese i servizi  necessari a  garantire il mantenimento dello stato sociale e assicurare la soddisfazione dei bisogni delle fasce più deboli della società.
E’ da condannare, e   non trova giustificazione alcuna,  la sospensione  dell’attività ispettiva e di revisione svolta dal MISE per la vigilanza sul sistema cooperativo.  La sospensione è l’inevitabile conseguenza della decisione  presa dal  Governo, con l’approvazione della Legge di Stabilità 2015, che  ha operato un drastico taglio al Fondo destinato a finanziare le spese connesse all’attività di vigilanza (pagamento revisori cooperative e ispezioni straordinarie, formazione ed aggiornamenti), sono stati infatti  stanziati un milione di euro, circa un decimo del reale fabbisogno.
 

PER LA FP CGIL È OBIETTIVO PRIORITARIO
 
–    Il rinnovo del CCNL,  scaduto da 6 anni. Il CCNL deve rimanere lo strumento principale per la difesa  delle retribuzioni e dei diritti dei lavoratori. Ulteriori blocchi non sono giustificabili, non può passare il principio che il lavoro pubblico sia un costo da abbattere.  Si preferisce attuare la politica  dei bonus, che divide il mondo del lavoro, piuttosto che   riconoscere il diritto costituzionale ad “avere una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro sufficiente ad assicurare una esistenza libera e dignitosa“.
 
–     L’avvio di un confronto con l’Amministrazione per giungere in tempi brevi alla sottoscrizione di un accordo per i passaggi di fascia ( progressioni economiche) dopo il termine del blocco delle “carriere” introdotto dal d.l. 78/2010 e protratto fino al 31/12/2014.
 
–     Il ripristino della contrattazione decentrata, depotenziata dalla riforma Brunetta e ulteriormente svilita dalla riforma Madia. La contrattazione decentrata deve  tornare ad  essere strumento per la valorizzazione professionale dei lavoratori; sono da rifiutare tutti i criteri premiali e meritocratici che attribuiscono al dirigente un potere insindacabile sulla carriera dei lavoratori. Le posizioni organizzative e di responsabilità devono essere funzionali  ad una reale organizzazione del lavoro, contrattate e conferite a seguito di interpello:  è da superare l’attuale sistema premiale, completamente svincolato da un reale esercizio di responsabilità. Il recente accordo sottoscritto da alcune OO.SS non dà nessuna garanzia di oggettività nell’individuazione delle posizioni organizzative per il 2014. La remunerazione si configura come il classico “fondino” assegnato all’Amministrazione per premiare a suo insindacabile giudizio. Non  è questo che prevede il CCNL
 
–     il completamento del processo di unificazione delle vecchie Amministrazioni attraverso una maggiore  omogeneità delle funzioni; 

–     l’individuazione di soluzioni, anche attraverso la contrattazione integrativa, per ridurre e/o eliminare le differenze retributive  tra gli stessi  dipendenti del MISE ;
 
Per la FP CGIL è fondamentale dare continuità alle iniziative di lotta e di mobilitazione degli ultimi mesi che hanno visto   migliaia di lavoratori in  piazza manifestare contro le politiche di austerità  del   Governo,  contro il lavoro precario, contro il jobs act e la svalorizzazione del lavoro. 
 
Protagoniste della difesa del lavoro pubblico devono essere le RSU, esempio concreto di democrazia sindacale, una rappresentanza forte del mandato ricevuto dai lavoratori, per difendere i diritti e gli spazi democratici nei posti di lavoro.
 Roma, 2 febbraio 2015

                                CGIL FP Nazionale
                                  Luciano Boldorini

 
 
 

 
 
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