Ricordiamo al Ministro Orlando l’esistenza di operatori che da 40 anni si occupano di trattamento dei detenuti e misure alternative alla carcerazione
Nel sua prima relazione annuale sulle linee di intervento del Governo in materia di Giustizia, svolta alla camera dei Deputati lo scorso 19 gennaio, il Ministro Orlando ha ignorato completamente l’esistenza di operatori dell’Amministrazione Penitenziaria che da 40 anni si occupano del trattamento dei detenuti e delle misure alternative alla carcerazione .
Dispiace rilevare che, laddove il Ministro scrive come “pieno, è stato il coinvolgimento della magistratura e dell’avvocatura, del personale amministrativo e della polizia penitenziaria, di tutti gli operatori del servizio giustizia e delle loro rappresentanze, nei numerosi tavoli e gruppi di lavoro che ho promosso nel corso di questi mesi” dimentichi che dalla prima riforma penitenziaria del 1975 in poi gli operatori che per specificità professionale e per compito istituzionale si sono occupati di trattamento dei detenuti e dell’esecuzione delle misure alternative sono stati e lo sono tutt’ora gli educatori ( Funzionari giuridico pedagogici ) e gli assistenti sociali (funzionari di servizio sociale).
Comprensibile che il Ministro dedichi” un ringraziamento particolare (….) alle donne e agli uomini della Polizia Penitenziaria che hanno, con grande sforzo e professionalità, collaborato fattivamente al superamento della fase emergenziale” ma donne e uomini che hanno fattivamente collaborato alla gestione e al superamento della fase emergenziale detentiva sono anche gli operatori del trattamento e quelli dell’area penale esterna.
Il Ministro non é a conoscenza forse che nel 2005 hanno beneficiato di misure alternative alla carcerazione un numero di persone quasi pari a quelle detenute e che perciò gli Uffici di Esecuzione Penale Esterna hanno contribuito in maniera considerevole alla deflazione del carcere.
Non considera, inoltre, il Ministro che l’operazione di progressivo trasferimento al territorio dell’esecuzione penale messa in atto per ridurre il fenomeno del sovraffollamento carcerario si sta realizzando a “costo zero” ossia senza poter derogare dalla “spending review” per il personale del comparto come invece si può fare per la polizia penitenziaria.
Il ministro, infatti, sottolinea come “sono state rafforzate e ampliate le misure alternative alla detenzione e, per sostenere tale evoluzione, gli uffici che si occupano dell’esecuzione penale esterna, nell’opera di riorganizzazione che ho avviato, saranno collocati in un nuovo Dipartimento, insieme agli uffici della giustizia minorile, che hanno già maturato, sul terreno della probation, una grande esperienza e notevoli capacità di attuazione concreta di percorsi alternativi alla detenzione.“Non sembra al Ministro che per rafforzare le misure alternative si debbano rafforzare anche in termini di risorse umane gli uffici che si occupano di tali misure ?
Dobbiamo sottolineare infine che non rende merito al lavoro svolto oramai da 40 anni nel settore delle misure alternative dagli operatori degli Uffici di Esecuzione Penale Esterna ricondurre l’evoluzione del settore che si vuole imprimere alla combinazione del settore adulti con l’esperienza di quello minorile.
Riteniamo,altresì, che gli operatori del trattamento in seno all’Amministrazione Penitenziaria abbiano efficacemente contribuito in questi decenni all’applicazione di quegli aspetti dell’ Ordinamento Penitenziario che lo qualificano come una delle migliori leggi del settore a livello europeo.
Invitiamo, pertanto,il Ministro a prendere conoscenza di tutte le articolazioni che caratterizzano la complessa macchina dell’esecuzione penale e per questo ci aspettiamo che esplori anche l’area dell’esecuzione penale esterna.
IL COORDINAMENTO NAZIONALE DAP MINISTERI
21.01.2015 – In allegato la nota di sostegno alla FP–CGIL Molise al fine di dare forza alla legittima rivendicazione – il cui dettaglio è nella sezione territorio del nostro SITO – che la stessa sta opponenedo all’ex Direttore Regionale Molise, il quale, malgrado il giorno 15 u.s. abbia ricevuto l’incarico di Direttore Regionale della Sicilia, pretende di negoziare la riorganizzazione della Direzione Molise seppure, sempre il 15 è stato nominato un altro Direttore. Mah!!!
21.01.2015 – Molise – In allegato le note della FP CGIL regionale ed i verbali relativi alla situazione incresciosa e grottesca che si è creata nella Direzione Regionale.
Roma, 21 gennaio 2015
Al Segretario Generale del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali
Dr. Paolo Pennesi
Il Direttore Generale della Direzione Generale
Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa,
Bilancio – UPD
Dr. Edoardo Gambacciani
e p.c.: Al Dirigente della Divisione II della Direzione Generale
Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa,
Bilancio – UPD
Oggetto : “Prime istruzioni operative per gli uffici territoriali” – procedura di mobilità . Richiesta incontro.
Questa Organizzazione Sindacale in data 20 novembre 2014, in occasione dell’assunzione di personale di area III, ha sollecitato l’Amministrazione affinché si procedesse allo scorrimento della graduatorie di mobilità e in via subordinata che si desse luogo ad una nuova procedura d’interpello.
Ad oggi l’unica certezza scritta è questa “semi-mobiltà nascosta” prevista dalla nota della Direzione Generale Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa, Bilancio – UPD n. 2874 del 19/1/2015 “prime istruzioni operative per gli uffici territoriali”.
Prendiamo atto che solo una parte del personale, quello delle ex DRL, avrà la possibilità di fare richiesta per trasferirsi nelle DIL di appartenenza senza nessun interpello e in particolare senza nessun criterio di preferenza per l’eventuale assegnazione.
La FP CGIL, pertanto, sollecita formalmente un incontro urgente per concordare una nuova procedura d’interpello per la mobilità nazionale interna con criteri oggettivi e trasparenti.
Certi di un sollecito riscontro, distinti saluti.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo
21.01.2015 – Bari – Nota al Dirigente del Comando ed al Direttore regionale sulla situazione del Nucleo Elicotteri.
28.01.2015 – Incontro di saluto con il nuovo Capo del Dipartimento, Prefetto Francesco Antonio Musolino.
20.01.2015 – Chiediamo un incontro a Cisl e Uil per decidere iniziative da mettere in campo
21.01.2015 – Decreto di rettifica della graduatoria per la successiva ammissione al corso di formazione professionale relativo al concorso a Capo reparto del CNVVF, decorrenza 1.1.2012.
In relazione alle segnalazioni che ci sono pervenute sulle disposizioni contenute nella legge di stabilità 2015 in relazione al prolungamento del blocco dei rinnovi contrattuali a tutto il 2015, riteniamo utile inviarvi in allegato la nota a firma dei Segretari Nazionali nella quale risulta chiara la posizione della CGIL rispetto al permanere o meno del blocco individuale delle carriere.
Ovvero che, a nostro avviso, la legge sblocca la possibilità di carriera economica per il personale contrattualizzato, sulla base della mancata riattualizzazione di quanto contenuto nel quarto periodo dell’art. 9 comma 21 del D. L 78/2010. Tali previsioni normative, in particolare il quarto periodo (testuale: “Per il personale contrattualizzato le progressioni di carriera comunque denominate ed i passaggi tra le aree eventualmente disposte negli anni 2011, 2012 e 2013 hanno effetto, per i predetti anni, ai fini esclusivamente giuridici”), impedivano il riconoscimento ai fini economici di tutte le progressioni di carriera ricadenti nel periodo di vigenza del blocco economico dei contratti. Pertanto la cessazione degli effetti di questa disposizione determina automaticamente l’adeguamento salariale di tutti i processi di riqualificazione (senza riconoscimento di arretrati) che sono ricaduti nel famigerato periodo del blocco e, per quello che riguarda il MIBACT, la questione riguarda sia il personale vincitore dei passaggi di area inquadrato solo giuridicamente che i lavoratori che hanno avuto scorrimenti in base alle vecchie riqualificazioni nell’anno 2011. Oltre che consente la possibilità di attivare nuove progressioni economiche.
Poiché ci giungono notizie di possibili interpretazioni diverse da parte dell’Amministrazione avremo presto l’opportunità di confrontarle con le nostre, e ne approfittiamo per smentire pubblicamente voci che riportavano che sulla materia ci siano stati confronti o che l’eventuale interpretazione normativa negativa possa mai avere avuto concordanza con la CGIL. Nè della problematica si è mai discusso sui tavoli.
NOMINE A GOGO’
In questi giorni sono usciti gli interpelli per la copertura delle sedi dirigenziali risultanti dal processo di riorganizzazione. Una mega operazione che pone un’altra volta, dopo la fase criticatissima delle nomine dei nuovi dirigenti generali, il Ministero di fronte a scelte la cui congruità determinerà molto rispetto ai processi di composizione dei nuovi uffici. Ovvero vale la medesima regola: le nomine sono una sorta di cartina di tornasole rispetto all’effettiva volontà di rinnovamento di prassi e uomini. Intanto va chiarito che nella predisposizione del bando non sono state considerate le graduatorie degli idonei che pure sono state ricomprese nella famosa norma del milleproroghe, consentendone pertanto l’utilizzo immediato. Una scelta su cui chiederemo chiarimenti, anche in relazione alle prospettive che si possono aprire a seguito dell’emanazione della norma suddetta, alla necessità di copertura dell’intero organico previsto ed in relazione alle percentuali previste per l’utilizzo dei comma 6.
Ma quello che in questa sede ci preme sottolineare è che ci aspettiamo scelte contraddistinte unicamente da valutazioni sulla qualità professionale ed il curriculum dei dirigenti, oltre che venga data una ampia possibilità di rinnovamento tramite l’utilizzo dei dirigenti idonei nelle graduatorie e tramite la valorizzazione delle professionalità interne, anche non dirigenziali, nella direzione dei musei autonomi. E giusto per fare un esempio non vorremmo che la discutibilissima scelta alla Direzione Generale Arte e Architettura contemporanea comportasse l’affossamento della preziosa esperienza lavorativa condotta avanti in questi anni da un nucleo assai qualificato, a partire dal dirigente di quel servizio, nella piena desertificazione che queste competenze hanno purtroppo subito a causa di scelte passate che hanno condotto alla celebre operazione della Fondazione MAXXI.
Roma, 20 gennaio 2015
FP CGIL Nazionale MIBACT
Claudio Meloni
Coordinamento Nazionale Corpo Forestale dello Stato
Comunicato sindacale
La maniera in cui l’Amministrazione si sta comportando con i nostri nuovi giovani colleghi oltre ad essere profondamente ingiusta, a giudizio della scrivente O.S., rivela ancora una volta purtroppo, anche a coloro che si sentono ancora galvanizzati dalla riuscita del concorso, la ormai conosciuta e conclamata disattenzione spesso manifestata nei confronti del proprio personale, sovente costretto a pagare di tasca propria gli errori ed i ritardi conseguiti dalla dirigenza del Corpo. Difatti, nel caso in esame, malgrado il bando di concorso risalga ormai a più di tre anni fa, l’Amministrazione non ha avvertito né il bisogno né il dovere di reperire le dovute informazioni e comunicarle al personale interessato, circa il proprio status lavorativo a cui sarebbe stato assoggettato durante il corso.
E a tal proposito, come era lecito aspettarsi, le prime gravi conseguenze non hanno affatto tardato a manifestarsi.
Il personale interno ha scoperto, appena prima o poco dopo essere partito per il corso, di non aver – a detta dell’Amministrazione – diritto al trattamento di missione, di aver perso il diritto all’alloggio di servizio, di aver perduto la propria sede di provenienza (che in caso di malattia o rinuncia non è detto possa riavere), di dover svolgere il corso tutti insieme nella decentratissima sede di Ceva (salvo poi attivare anche la scuola di Castel Volturno per i colleghi del centro-sud, ma con ben due mesi di ritardo rispetto all’inizio del corso), di non aver diritto alle promozioni per anzianità maturate durante il corso, di non avere diritto alla causa di servizio per gli eventuali infortuni durante il corso, e altro ancora.
Anche i colleghi esterni hanno fatto le spese di questi ritardi: è stato infatti chiarito nei loro confronti, invero solo durante la riunione svolta lo scorso 15 gennaio, che per i quindici mesi della durata del corso non saranno riconosciuti i contributi pensionistici e, quindi, che non saranno titolari di un vero e proprio rapporto di lavoro con l’amministrazione, ma potranno invece svolgere altri impieghi, eventuali consulenze e prestazioni professionali
Se l’assunto potrebbe anche essere legittimo da un punto di vista normativo, il problema è che tutti coloro che avevano un impiego, o svolgevano libere professioni, magari anche compatibili con gli orari del corso, in mancanza di indicazioni puntuali e precise da parte dell’amministrazione si è affrettato a dare il preavviso di licenziamento, e a chiudere immediatamente la partita iva non appena ricevuta la convocazione per l’avvio del corso di formazione. Ciò, evidentemente, per paura di incorrere nei casi di incompatibilità stabiliti dalla normativa vigente per il pubblico impiego.
Un comportamento assolutamente inaccettabile quello palesato dall’amministrazione nell’occasione, che ha provocato un pesante quanto evitabile danno economico a questi ragazzi, che oltretutto in molti casi sono anche padri/madri di famiglia, già preoccupati e in difficoltà economica per il regime stipendiale estremamente contenuto a cui saranno sottoposti nei prossimi 15 mesi. Difficoltà resa ancor più grave dal fatto che l’Amministrazione, come abbiamo già denunciato con i precedenti comunicati e le proteste formali avanzate nei suoi confronti, a due mesi dall’inizio del corso e a tre mesi dalla data di convocazione – data in cui presumibilmente alcune persone hanno cominciato a licenziarsi -, alla data odierna non ha ancora versato loro neppure il primo stipendio!
Non sappiamo di chi sia la colpa di quanto accaduto e sta tuttora accadendo, ma una cosa la sappiamo di certo: questo non è stato il miglior modo per dare il benvenuto ai nuovi colleghi nel Corpo.
Reputiamo il modo di trattare le questioni inerenti i diritti del personale del Corpo Forestale dello Stato da parte dell’amministrazione non più ulteriormente tollerabile e, per questa ragione, oltre a batterci per tutelare alla radice i diritti delle colleghe e dei colleghi in ogni ambito e spazio, nei prossimi giorni inizieremo una campagna di informazione e denuncia pubblica affinché fatti del genere non si ripetano più.
Vi terremo come sempre tempestivamente informati circa l’evolversi del percorso intrapreso.
il Coordinamento Nazionale Fp Cgil
Corpo Forestale dello Stato
La delegazione trattante nazionale
Roma, 20 gennaio 2015
Al Segretario Generale del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali
Dr. Paolo Pennesi
Il Direttore Generale della Direzione Generale
Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa,
Bilancio – UPD
Dr. Edoardo Gambacciani
e p.c.: Al Dirigente della Divisione II della Direzione Generale
Politiche del Personale, Innovazione Organizzativa,
Bilancio – UPD
Oggetto: Richiesta per avvio immediato della contrattazione per nuove progressioni economiche.
Come è noto, il testo relativo alla legge di stabilità 2015, approvato a fine 2014, non proroga il blocco del trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti e (DL 78/2010 articolo 9, comma 1), il blocco del trattamento accessorio all’ammontare erogato nel 2010 (comma 2-bis), e il blocco degli effetti economici delle progressioni di carriera, per il personale contrattualizzato e non contrattualizzato (comma 21, terzo e quarto periodo medesimo articolo).
Pertanto la FP CGIL chiede l’apertura immediata del tavolo di contrattazione per l’attivazione delle procedure relative a nuove progressioni economiche.
Certi di un sollecito riscontro, distinti saluti.
Il Coordinatore nazionale FP CGIL
Ministero del lavoro e delle politiche sociali
Giuseppe Palumbo