Intitolazione della SFAPP di Verbania in memoria dell'Agente di Custodia Salvatore RAP

Assemblea dei lavoratori CRI Lazio 8.4.14

Corso Formazione V.Ispettori: Ritiro dotazioni individuali – Parere.

Assegni UNA TANTUM.

Comunicato Taranto

Stazione di pompaggio acquedotto Marinarsen e problematiche del personale civile (riconversione e reimpieghi)

Sindacati medici e dirigenti Ssn, Cgil, Cisl e Uil proclamano lo stato di agitazione

Comunicato stampa Fp-Cgil Medici e Stpa, Cisl Medici, Cisl-Fp, Uil-Fpl Medici ed Stpa

Roma, 10 aprile 2014
 
A fronte delle notizie circolate in questi giorni, che preannunciano ulteriori tagli alle retribuzioni dei medici e dei dirigenti del servizio sanitario nazionale, riteniamo inaccettabile che ancora una volta sia colpita la sanità pubblica. La misura contro i paperoni di Stato, il famoso tetto agli stipendi dei manager, non può colpire nuovamente i medici e i dirigenti della sanità pubblica, che non percepiscono le somme da capogiro contro cui si è schierato il Governo Renzi. Ma tra le pieghe di questa retorica si nasconde un’altra batosta per i medici, una riduzione dello stipendio già congelato dal 2009.

Tagliare la retribuzione dei medici e dei dirigenti del sistema sanitario nazionale, con il contratto fermo da cinque anni, mentre gli organici si riducono a causa del blocco del turn over e, come rilevato dalle istituzioni comunitarie, i turni si fanno sempre più massacranti, significa colpire in primo luogo la sanità pubblica.

Per queste ragioni proclamiamo lo stato di agitazione dei medici e dei dirigenti dell’Ssn, anticipando sin d’ora di essere pronti ad una forte mobilitazione generale nel caso in cui le notizie che sono circolate abbiano fondamento.
 

Lettera aperta al Ministro Madia su Circolare 2/2014

 
Roma 2 aprile 2014

Lo scorso 19 marzo il Dipartimento della funzione Pubblica, ha pubblicato una circolare per chiarire quanto modificato dalla legge 125 del 30 ottobre 2013 in materia di assenze per visite, terapie, prestazioni specialistiche ed esami diagnostici.
In particolare si tratta della modifica dell’articolo 55 septies comma 5 ter. del d.lgs 165 del 30 marzo 2001.
La modifica riguarda le Pubbliche Amministrazioni di cui all’art.1, comma 2 dello stesso 165 ( le Amministrazioni Pubbliche, centrali e periferiche).

Si tratta di un ennesimo e non condiviso intervento legislativo su istituti regolati dai Contratti di Lavoro Nazionali. La circolare 2 considera alcune tipologie di assenze per malattia come ascrivibili a un possibile fenomeno di assenteismo nelle pubbliche amministrazioni.

Riteniamo tale assunto sbagliato ed offensivo nei confronti di tutti quelle lavoratrici e di quei lavoratori che per motivi di salute sono costretti ad allontanarsi dal posto di lavoro. Ci sembra inoltre distorcente e improprio aver inserito, in una norma per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni, disposizioni che regolano e modificano le assenze per malattia.

La legge e la circolare entrano nel merito dell’assenza per malattia collegata all’espletamento di “visite, terapie, prestazioni specialistiche od esami diagnostici” spostando la giustificazione da assenza per malattia a permesso giustificato. La distinzione riguarderebbe il caso in cui il lavoratore effettui esclusivamente esami diagnostici, visite o terapie ecc. che non comportino situazioni di incapacità lavorativa. In quest’ultimo caso rimangono le regole ordinarie relative all’assenza per malattia.

Il lavoratore che conserva la capacità lavorativa è tenuto a giustificare l’assenza attraverso i permessi per documentati motivi personali, similari o alternativi previsti dai singoli CCNL.

Riteniamo che l’intervento della legge 125 su materie contrattuali abbia creato conflitti interpretativi ed applicativi dei vari istituti. Infatti, e solo a titolo esemplificativo, qualora esauriti i permessi per documentati motivi personali, si rendesse necessario l’utilizzo dei permessi brevi non retribuiti, i CCNL prevedono che il lavoratore non possa superare la metà dell’orario giornaliero.
 
Cosa deve fare il lavoratore per le restanti ore? Per un esame che comporta l’utilizzo di 4 ore, il lavoratore può entrare a lavoro per le restanti ore recuperando il permesso? Diverso ancora il caso della banca delle ore che è regolamentata dai contratti integrativi e prevede calcoli diversi dal normale calcolo orario giornaliero. Solo con la riapertura della contrattazione si potrà intervenire per risolvere queste ed altre contraddizioni che si determinano con interventi legislativi parziali e ripetuti che ignorano la complessità e la completezza del rapporto di lavoro pubblico sia dal punto di vista normativo che economico.

Chiediamo al Dipartimento della Funzione Pubblica di sciogliere, dopo specifica interlocuzione con le OO.SS., ogni dubbio o incertezza applicativa e al Ministro Madia di adoperarsi per aprire la negoziazione per il rinnovo dei Contratti nazionali.

                                                              Funzione Pubblica CGIL
                                                              La Segreteria Nazionale

 

Pubblico impiego: da Madia qualche buona intenzione ma nessuna proposta. No allo scambio tra riduzione dell'Irpef e rinnovi contrattuali, sarebbe una beffa

Comunicato stampa Fp-Cgil Nazionale

“Non bastano le buone intenzioni della Ministra, in alcuni casi condivisibili.
Sullo sblocco del turn over per il personale delle pubbliche amministrazioni e sulla staffetta generazione ci siamo da subito detti disponibili al confronto. Ma servono proposte chiare e misurabili sul piano della concretezza”. Con queste parole Rossana Dettori, Segretaria Generale dell’Fp-Cgil, commenta le dichiarazioni rilasciate dalla Ministra della Funzione Pubblica Marianna Madia in sede di audizione alla Camera.

“Dissentiamo totalmente con la Ministra – continua la sindacalista – quando invece sostiene che ridurre l’Irpef per un valore di 80 euro in busta paga equivarrebbe a rinnovare i contratti nel pubblico impiego, bloccati da un lustro con una perdita media mensile di 250 euro per lavoratore, e che comunque questo rinnovo non sarebbe possibile
altrimenti. Rifiutiamo questa impostazione perché il contratto non serve solo a riconoscere aumenti salariali, ma soprattutto a governare i processi di riforma, a riorganizzare i servizi e a investire in formazione. Non è uno scambio alla pari, perché non colma le perdite passate e ne causa di future, ben più ingenti degli 80 euro promessi.
Sacrosanti e necessari in questa fase, purché non si utilizzino come un diversivo per beffare ulteriormente i lavoratori”.

“Non capiamo davvero quale sia il confine tra i nobili propositi della Ministra, le necessità comunicative, e la sostanza. Di certo, esclusa la notizia della mancata volontà di rinnovare i contratti dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni – conclude Dettori – non ha detto nulla di nuovo”.
 
Roma, 2 aprile 2014 

Formazione Intermediatori del Disagio Penitenziario: Master Universitario di II Livello.

Cerimonia celebrativa dell'Annuale del Corpo 2014.

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