Caro Presidente Saitta,
apprendiamo dalla Stampa dell’ennesimo attacco al Sindacato. Non è la prima volta. Già, in passato, sfruttando il suo ruolo di Presidente dell’UPI ha sostenuto che le Organizzazioni Sindacali non avrebbero fatto nulla per la difesa dei livelli occupazionali del personale delle Province mentre si ergeva a leader di fantomatici comitati a difesa della Costituzione di cui non è rimasta traccia. A smentire la sua tesi è arrivato un Protocollo di Intesa finalizzato alla salvaguardia proprio di quei livelli occupazionali, nonché una modifica al testo del DDL che ha recepito quanto previsto dall’Intesa.
Oggi, invece, si vanta di aver ridotto gli organici dell’Ente da Lei presieduto e imputa al Sindacato l’impossibilità di aver potuto fare di più.
Così mentre noi denunciavamo lo scandalo del blocco del turn over e l’inadeguatezza del numero di lavoratrici e lavoratori in alcuni servizi (a partire dai centri per l’impiego), Lei, deduciamo, stava tra quelli che della riduzione del numero di dipendenti pubblici nel nostro Paese si faceva vanto. Difficile comprendere la coerenza di queste affermazioni con quanto dichiarava negli incontri fatti con i lavoratori direttamente interessati dai processi di riforma.
Sarebbe inoltre interessante comprendere a quali privilegi si riferisce quando parla dei sindacalisti, ma è chiaro il desiderio di unirsi alla compagnia di autorevoli esponenti del mondo della politica che attaccano il Sindacato.
Abbiamo condiviso con l’UPI molte valutazioni sul processo di riordino e soprattutto la contrarietà a fare delle Province il capro espiatorio del sistema delle pubbliche amministrazioni. Oggi, ancora una volta, rimaniamo spiazzati dall’ostinazione con la quale si prende di mira il Sindacato. Ma se la nostra colpa è aver evitato che l’attacco ai lavoratori fosse ancora più duro di ciò che hanno subito in questi anni, le confessiamo una cosa: ci sentiamo con orgoglio colpevoli. E se vorrà confrontarsi con il nostro Sindacato, come noi ci auguriamo, sappia che continueremo a difendere le lavoratrici ed i lavoratori contro chi ne vuole ridurre il numero, ne vuole ridurre i salari, ne vuole svilire la professionalità.
La Segretaria Generale
Rossana Dettori
Roma, 28 marzo 2014
09.04.2014 – Comunicato riordino competenze del CNVVF
Roma, 8 apr. (Adnkronos Salute) – “Se, a fronte del necessario ristoro degli 80 euro per chi ha stipendi bassi, un solo euro fosse di nuovo tagliato al servizio pubblico, sarebbe un atto irresponsabile che denunceremo ai cittadini e di cui chiederemo conto al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro della Salute Beatric eLorenzin”. Parola di Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici, uscendo dagli Stati generali della salute in corso a Roma. “Ci auguriamo che le indiscrezioni giornalistiche non riguardino gli stipendi di medici e dirigenti del Servizio sanitario nazionale. Sarebbe un altro schiaffo iniquo a chi lavora nella sanita’ pubblica” ,ha concluso Cozza.
Def: Cozza (Cgil Medici), un solo euro tagli irresponsabile
(ANSA) – ROMA, 8 APR – “E’ allarme rosso sulla sanita’: se a
fronte del necessario ristoro di 80 euro in piu’ a chi ha gli
stipendi piu’ bassi, un solo euro fosse di nuovo tagliato al
servizio pubblico, si tratterebbe di un atto irresponsabile che
denunceremo ai cittadini e del quale chiederemo conto al premier
e al ministro della Salute”. E’ quanto ha affermato il
segretario della FP Cgil Medici, Massimo Cozza, intervenendo
agli Stati generali della salute.
“Vorremmo ricordare al ministro Lorenzin – ha detto Cozza –
che quando si tagliano risorse a chi lavora in sanita’, il taglio
in sanita’ c’e’, ed i medici e gli infermieri non sono altra
cosa”.
“Ci auguriamo che le indiscrezioni per cui sarebbero
decurtate le retribuzioni ai dirigenti pubblici che guadagnano
oltre 70 mila euro – ha concluso il leader sindacale – non
riguardino i medici e i dirigenti del Ssn; sarebbe un altro
schiaffo iniquo a chi lavora nella sanita’ senza distinguere la
particolarita’ di questo compito”.(ANSA).
Si è tenuta ieri la riunione delle OO.SS. della Polizia Penitenziaria con il Ministro della Giustizia Orlando. In allegato il comunicato sindacale Fp Cgil per informarvi sugli esiti della riunione e per illustrare le richieste avanzate dalla Fp Cgil. Inoltre, il comunicato stampa di Fabrizio Fratini, Segretario Nazionale Fp Cgil.
08.04.2014 – Assunzioni e mobilità: comunicato incontro.
Circa 50mila persone sono scese in piazza a Bruxelles per protestare contro le misure di austerità in Europa. Una manifestazione organizzata dalla Confederazione europea dei sindacati.
“Il nostro messaggio – ha spiegato la segretaria generale Ces, Bernadette Segol – è semplice ma i responsabili europei non lo vogliono sentire. Le loro politiche in risposta alla crisi finanziaria non bastano e hanno aggravato la crisi sociale ed economica. L’austerita’ non funziona”. I sindacati europei denunciano: oltre 26 milioni di cittadini Ue sono senza lavoro, 10 milioni in più rispetto al 2008 e la situazione dei giovani è anche più grave, con 7,5 milioni di disoccupati di meno di 25 anni: il rischio, ha detto Segol, è quello di “perdere una generazione”.
“Misure d’austerità = povertà insostenibile”, “Persone, non profitto” scandivano gli striscioni tra le bandiere di Grecia, Portogallo, Spagna, Cipro e Italia ma anche di Germania, Belgio, Finlandia, Svezia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Bulgaria e Gran Bretagna.
I sindacati chiedono investimenti pari al 2% del pil europeo per i prossimi dieci anni in ricerca, formazione, infrastrutture che portino a occupazione di qualità, oltre a un salario minimo europeo, un corretto finanziamento dei servizi pubblici, servizi sociali rafforzati e una fiscalità più equa. “Vogliamo investire per l’avvenire dell’Europa, per la nostra Europa, e prima che non sia troppo tardi – ha ammonito Segol – l’Europa deve prendere un’altra direzione”.
Alla manifestazione hanno aderito anche i sindacati italiani Cgil, Cisl e Uil.
La Funione Pubblica CGIL ha partecipato con una delegazione nazionale e delegazioni regionali guidate dalla Segretaria generale Rossana Dettori. Abbiamo partecipato anche al blocco EPSU dove hanno sfilato decine di sindacaliste e sindacalisti in rappresentanza dei sindacati dei servizi pubblici in Europa.
I partecipanti hanno espresso la loro opposizione anche al social dumping. Le proteste hanno paralizzato il traffico nella capitale belga, oltre a provocare la chiusura dell’ambasciata degli Stati Uniti dove l’ambasciatore degli Usa in Europa, Anthony L. Gardner, stava conducendo una riunione con i giornalisti. Lo staff dell’ambasciata ha detto che si tratta della prima chiusura che ricordavano da anni. Vicino alla sede dell’Ue operatori portuali delle città di Anversa e Gand si sono scontrati con poliziotti antisommossa.
28 i feriti negli scontri che si sono verificati tra la polizia e i manifestanti. Gli agenti hanno usato cannoni ad acqua e spray al peperoncino contro un gruppo di dimostranti che ha lanciato pietre, arance e petardi.
La polizia ha fatto sapere che un manifestante è rimasto ferito quando una pietra che stava cercando di lanciare gli è caduta sulla testa. I giornalisti di Associated Press hanno visto diverse persone ferite, incluso un poliziotto apparentemente colpito da un sasso. (7.4.2014)
Ultime dal MIUR prima del congresso nazionale di categoria.
FUA 2012 Formazione Questionario sul benessere organizzativo Assenze per visita medica – Circolare Funzione Pubblica Roma, 7 aprile 2014
FP CGIL MIUR |
In allegato le tre note
Il Ministero della Salute smentisce il presidente Cri: nessun atto senza decreto interministeriale
Cgil Cisl Uil Cisal: “Sospendere subito l’applicazione dei nuovi contratti”
COMUNICATO STAMPA FP–CGIL CISL–FP UIL–PA FIALP-CISAL
Centinaia di lavoratori della Croce Rossa hanno manifestato questa mattina insieme a Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa e Fialp-Cisal di fronte al Ministero della salute per dire un secco “no” a quello che potrebbe rivelarsi il primo caso Electrolux del pubblico impiego. Vale a dire un progetto di riorganizzazione al completo ribasso, che mette a rischio posti di lavoro, retribuzioni, servizi di emergenza e soccorso.
Un importante risultato i sindacati lo ottengono nell’incontro tenutosi oggi pomeriggio: il Ministero della Salute in una lettera al presidente Cri chiarisce che il passaggio dei lavoratori al contratto Anpas può avvenire solo in seguito al decreto interministeriale. E pertanto ne sconfessa le decisioni. “Chiediamo ora – rimarcano i sindacati – la sospensione immediata dell’applicazione dei nuovi contratti e riapertura del confronto sulle norme di raccordo”.
Tanta la rabbia che ha spinto la massiccia partecipazione alla protesta, soprattutto dopo che i vertici della Cri hanno disatteso gli accordi sottoscritti il 27 febbraio scorso. Per circa 300 lavoratori è già scattata la riduzione del 30% del salario, conseguente all’applicazione unilaterale del nuovo contratto Anpas, mentre la Cri continua a lucrare sulle convenzioni in essere.
Inoltre, sottolineano i sindacati, senza le previste norme di raccordo, e con il totale disimpegno della Cri nazionale, non ci sarebbe alcuna garanzia sul mantenimento dei livelli occupazionali. Condizione che preoccupa soprattutto i 1.500 lavoratori a tempo determinato, personale in servizio in media da 15-20 anni e che rappresenta quasi la metà della forza lavoro, ma non solo: dal 1°gennaio 2015 con la completa privatizzazione dell’associazione, potrebbe aprirsi lo scenario di nuovi esuberi.
Grazie alla grande mobilitazione di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa e Fialp-Cisal, una delegazione dei sindacati era già stata ricevuta questa mattina al Ministero della Salute incassando l’impegno del ministro Beatrice Lorenzin, raggiunta telefonicamente a Bruxelles, a convocare i sindacati dopo il 9 aprile, cioè dopo gli stati generali della salute.
“Lo stato di agitazione proseguirà fino a quando non avremo ottenuto una soluzione concreta – concludono le quattro sigle sindacali – e martedì si terranno assemblee a Roma e in tutta Italia per informare i lavoratori e far crescere la mobilitazione”.
Roma, 4 aprile 2014
COMUNICATO STAMPA FP–CGIL CISL–FP UIL–PA FIALP-CISAL
Cgil Cisl Uil Cisal: “Il ministro chiarisca o sarà sciopero”
Roma, 7 aprile 2014
“Il voltafaccia del Ministero della Salute sulla questione dei contratti alla Croce rossa è una cosa inaudita”. Questo il commento di Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal sul passo indietro del Ministero della Salute che venerdì sera, a distanza di un’ora, ha inviato due comunicazioni ufficiali di segno contrario all’amministrazione della Croce Rossa Italiana.
In seguito alle mobilitazioni dei lavoratori del 31 marzo e del 4 aprile, il Ministero aveva correttamente chiarito con una lettere ufficiale che il passaggio dei dipendenti Cri al contratto Anpas poteva avvenire solo dopo l’emanazione del decreto interministeriale e delle cosiddette norme di raccordo a tutela di salari e occupazione, smentendo di fatto gli atti del presidente della Croce rossa. Dopo poche ore il Ministero, con una lettera di segno opposto, ha incomprensibilmente fatto marcia indietro.
“Chiediamo alla Ministra della Salute di chiarire la posizione del Ministero in merito alle sorti dei 4000 dipendenti della croce rossa, di cui 1500 precari, ai possibili rischi occupazionali e alla pesante perdita salariale che subiranno. Parliamo del 30% in meno, un vero e proprio caso Electrolux nel pubblico. Senza risposte chiare e tempestive – conclude la nota delle quattro organizzazioni sindacali – sarà sciopero”.