Comunicato stampa Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa
“Distinzione tra funzioni del personale civile e militare, miglioramento delle tutele per i lavoratori, mantenimento del tavolo di confronto: sui provvedimenti di razionalizzazione dello strumento militare abbiamo ottenuto modifiche importanti. Segno evidente che il confronto paga”. Questo il commento di Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa in merito al provvedimento di riforma del Ministero della Difesa approvato oggi in Consiglio dei ministri. I sindacati, che da mesi sono mobilitati per una riorganizzazione organica con i lavoratori e non contro i lavoratori, esprimono soddisfazione per le correzioni al testo del decreto, ma anche per la disponibilità, confermata ieri all’incontro con il Ministro Mario Mauro, a proseguire il confronto per ulteriori miglioramenti da inserire in decreti successivi, previsti sempre dalla legge delega. Già prima dell’estate Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Pa, grazie al confronto e alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, avevano ottenuto modifiche rilevanti – dalla salvaguardia dei livelli occupazionali, fino alla gestione condivisa della mobilità e alla destinazione di parte dei risparmi alla produttività e alla formazione – dopo l’incontro di ieri i sindacati valutano in maniera positiva “la distinzione netta tra le funzioni tecniche e amministrative, che saranno riservate esclusivamente al personale civile, e quelle operative e di comando che competono ai militari”. Nel nuovo testo, che estende le tutele per i lavoratori civili della Difesa, anche il superamento dello scivolo per il personale militare. Prevista inoltre una nuova tabella di equiparazione per i militari che transitano nei ruoli civili: “Si sana in questo una situazione ingiusta, riportando ragionevolezza nei rapporti fra lavoratori”. Le federazioni di categoria di Cgil Cisl e Uil sottolineano infine che sono possibili ulteriori margini di miglioramento: “Il confronto con il Ministro rimarrà aperto. Ed è già in calendario ai primi di febbraio un nuovo incontro per verificare e correggere la riforma. Lì chiederemo di migliorare ancora i provvedimenti, a iniziare dagli investimenti nelle eccellenze produttive della Difesa e dalla valorizzazione del personale”.
Roma, 10 gennaio 2014
documentazione:
dalla legge delega ai decreti attuativi
Confronto tra proposte decreti legislativi attuativi legge delega e modifiche attuate in sede politica
I decreti legislativi 7 e 8 del 2014 attuativi della Legge Delega – Revisione strumento militare
Il giorno 14 marzo abbiamo tenuto la riunione del Coordinamento Nazionale, con all’ordine del giorno la valutazione della situazione politico-sindacale al MIBACT, che ha visto una buona partecipazione dei territori, considerato il concomitante svolgersi dei Congressi.
Gli argomenti affrontati nel corso della discussione, preceduta da una relazione del Coordinatore Nazionale, sono stati essenzialmente riferiti alla grave situazione che vive il Ministero, in particolare rispetto all’evoluzione dei progetti di riforma e alla situazione determinata dal cambio di gestione politica, e in riferimento alla qualità delle relazioni sindacali e all’attuazione degli accordi collettivi integrativi (quantificazione ed erogazione del FUA, progressioni economiche, situazione dei processi di riqualificazione, passaggi orizzontali, mobilità volontaria, stabilizzazione dei comandati).
Sulle problematiche inerenti la riorganizzazione, tenuto conto dell’esito del percorso del DPCM in fase di approvazione , delle vicende che hanno riguardato il progetto prima presentato e poi ritirato dall’ex ministro Bray, si è sviluppata un’ampia discussione che, partendo da quanto contenuto nei numerosi documenti licenziati dal coordinamento nazionale sulla materia, a partire dalla piattaforma rivendicativa, ha evidenziato la necessità di ulteriori approfondimenti in relazione al percorso delineato di riorganizzazione tramite lo strumento del DPR. Il Coordinamento ha pertanto ribadito la valutazione del tutto negativa sul nuovo DPCM e sul suo carattere meramente ricettivo di tagli ingiustificati e indifferenziati, evidenziando in numerosi interventi le ormai insostenibili criticità organizzative vissute nella periferia.
Per quel che riguarda la situazione della contrattazione integrativa il Coordinamento ha rilevato la grande sofferenza che vive tutto il sistema relazionale previsto dal contratto integrativo, che si riverbera in una conflittualità diffusa sul territorio, in relazione alla progressiva ingestibilità dell’attuale sistema delle aperture prolungate dovuto al calo del personale, alla progressiva deregolamentazione dei rapporti con i soggetti concessionari nella gestione dei cicli di offerta dei servizi e all’unilateralismo decisionale diffuso nei comportamenti della controparte ai vari livelli. A questo si sovrappongono i problemi registrati a livello nazionale sia nella gestione contabile del FUA, tagliato nelle risorse dall’intervento del MEF, che nella gestione degli accordi integrativi. In particolare è emersa la forte criticità nella gestione delle progressioni economiche, su cui il Coordinamento ha condiviso l’atteggiamento di forte critica espresso nei documenti unitari che sono stati emessi, richiamando la necessità che il processo venga ricondotto nell’alveo della piena trasparenza tramite la pubblicazione integrale delle graduatorie e la verifica puntuale dell’operato delle commissioni territoriali. Così come è stata giudicata assai negativamente la situazione del personale riqualificato per i passaggi tra le aree, privo tuttora di riconoscimento economico persino nel percepimento del salario accessorio, e del personale idoneo ai passaggi, sul quale persevera un blocco ingiustificato proveniente dagli organi di controllo (MEF e Funzione Pubblica). In tale contesto continuano i tentativi di disapplicazione degli accordi integrativi messi in atto dagli organi esterni a cui si è sovrapposto un intervento unilaterale della dirigenza MIBACT sulle libertà sindacali. Permane infine la grave situazione di ritardo nel pagamento del salario accessorio ai lavoratori, costretti ormai da qualche anno ad inseguire scadenze imposte dalle modalità di stanziamento delle risorse e dalla famigerata linea del cedolino unico. Problema centrale è inoltre la questione occupazionale, che riguarda la lotta contro la precarizzazione del lavoro che ne caratterizza attualmente il ricorso in sostituzione del personale di ruolo e la ripresa di processi occupazionali adeguati a garantire il necessario ricambio generazionale dei lavoratori. In tale contesto va affrontata la questione delle società in house, con particolare riferimento all’individuazione delle stesse come nuovo serbatoio occupazionale del Ministero
A fronte di tale scenario il Coordinamento Nazionale ha sollecitato la ripresa dell’iniziativa politica interrotta dal cambio di governo, a partire dal confronto con il nuovo Ministro, confronto rinviato a causa delle condizioni di salute dello stesso, e finalizzato alla ripresa del confronto sul tavolo politico sulle relazioni sindacali, politiche degli organici e riorganizzazione del ministero. A tal riguardo il Coordinamento si è impegnato a specifici approfondimenti sui temi della riforma organizzativa, e a tal fine saranno ripresi e integrati tutti i documenti di elaborazione su questi temi. In particolare riaffermando la linea contenuta nella piattaforma rivendicativa che indica la necessità di legare tutti i processi di revisione dell’apparato ministeriale ad una progettualità legata ai processi di riorganizzazione delle linee produttive relative ai filoni di attività in capo al MIBACT.
Per quanto riguarda l’attuale impasse della contrattazione integrativa il Coordinamento ha prospettato la ripresa di iniziative vertenziali specifiche sia sui temi del salario e dei diritti sindacali che sulla questione degli avanzamenti professionali, non escludendo le possibili iniziative di mobilitazione su questi temi nel caso il confronto con il Ministro non dia i frutti sperati.
In tale contesto il Coordinamento ha giudicato necessario il mantenimento della giusta attenzione sulle vertenzialità territoriali, in particolare per quel che riguarda la condivisione delle problematiche che emergono dai singoli luoghi di lavoro ed il conseguente supporto che il Coordinamento Nazionale deve saper offrire ai delegati ed alle strutture territoriali di riferimento. Rapporto che deve continuare ad essere intrecciato anche nella definizione di specifiche iniziative di approfondimento sui temi dell’insediamento territoriale del Ministero a partire dalla imminente ridefinizione delle strutture a seguito del taglio delle posizioni dirigenziali e della determinazione dei fabbisogni organici per profilo e su base regionale.
Il Coordinamento ha ribadito inoltre la necessità del consolidamento dei rapporti unitari con CISL e UIL, rapporti abbastanza soddisfacenti nell’ultimo periodo a livello nazionale a cui spesso non corrisponde un analogo livello nei territori, che rappresentano una necessità ai fini del mantenimento di un adeguato potere contrattuale ma che devono rimanere ancorati al merito delle questioni che si affrontano, ambito nel quale si registrano sovente, a livello territoriale, le maggiori criticità. In aggiunta il Coordinamento ha giudicato necessaria l’apertura e lo scambio con il mondo associativo che opera sui beni culturali, sia quello che è espressione delle professionalità che l’associazionismo legato all’utenza dei nostri servizi, in prosecuzione di iniziative già avviate, come quelle che riguardano la coalizione di “Abbracciamo la cultura” o che hanno visto la nostra fattiva presenza alla manifestazione contro il bando dei 500 tenuta a gennaio insieme alle associazioni del settore.
Il Coordinamento infine ha evidenziato la necessità di mantenere e rafforzare gli intrecci e gli scambi con l’operato dei nostri rappresentanti interni al CUG, i quali stanno lavorando in maniera efficace al funzionamento di questo organo, la cui azione è certamente intrecciata con le politiche rivendicative e con tutte le problematiche inerenti la qualità degli ambienti di lavoro, la prevenzione ai fenomeni di discriminazione e di mobbing, che sono parte essenziale della nostra azione.
La riunione ha visto l’intervento del compagno Salvatore Chiaramonte, Segretario Nazionale responsabile delle Funzioni Centrali, che, oltre ad illustrare le tematiche generali che caratterizzano in questa fase l’azione della Federazione Nazionale, ha ribadito l’importanza del lavoro sindacale in un settore così importante e strategico come i beni culturali, evidenziando l’importanza del confronto sui processi riorganizzativi dei lavori e quindi sulla necessità di non sottrarsi ad un confronto certamente difficile, ma ineludibile se si intende operare per un rilancio dei servizi pubblici e dell’occupazione buona e qualificata nei servizi alla cultura.
Infine il Segretario ha prospettato un processo di revisione della composizione della delegazione trattante , da iniziare nella fase successiva alla conclusione della fase congressuale, che ponga le premesse al giusto ricambio generazionale dei nostri quadri dirigenti.
Roma, 19 marzo 2014
FP CGIL MIBAC
Claudio Meloni
20 Marzo 2014 – SCA: Comunicato conciliazione e verbale
20 Marzo 2014 – Convocazione incontro: Linee di indirizzo per il riordino delle competenze e dell’organizzazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
(19.3.2014) Oggi la Commissione Europea (CE) ha pubblicato una Comunicazione con la quale fornisce la sua risposta ufficiale alla prima Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) che chiedeva di “implementare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nella Legislazione Europea”. Nella Comunicazione, la CE ricorda l’importanza del diritto umano all’acqua ed ai servizi igienico-sanitari e afferma l’importanza dell’acqua come bene pubblico e valore fondamentale e sostiene che”l’acqua non è un prodotto commerciale”.
Tuttavia, questo è quanto.
“La reazione della Commissione europea è priva di qualsiasi reale ambizione di rispondere in modo adeguato alle aspettative di 1,9 milioni di persone“, afferma Jan Willem Goudriaan, vice-presidente di RightToWater, il Comitato dei Cittadini che ha lanciato l’iniziativa. “Mi rammarico che non ci sia alcuna proposta per una legislazione che riconosca il diritto umano all’acqua”.
L’ICE ha anche chiesto un impegno giuridico perché non ci fossero iniziative dell’UE per la liberalizzazione dei servizi idrici e igienico-sanitari. Ma nella comunicazione non c’è nulla su questo. Certamente, abbiamo accolto favorevolmente il fatto che il sostegno della gente per la nostra CE abbia portato alla esclusione dei servizi idrici e igienico-sanitari dalla direttiva concessioni. Tuttavia, la comunicazione della Commissione non si impegna ad escludere esplicitamente tali servizi dai negoziati commerciali come il Partenariato Transatlantico per Commercio e Investimenti (TTIP).
Tuttavia, ci sono aspetti della risposta della Commissione europea che noi consideriamo positivi. Ad esempio, il riconoscimento che la fornitura dei servizi idrici sia generalmente di competenza degli enti locali che sono i più vicini ai cittadini. Ciò conferma la tendenza verso la rimunicipalizzazione in tutta Europa che, secondo la Comunicazione, è il modo più sicuro per l’acqua per essere tenuta fuori dalle regole del mercato interno, una delle principali richieste della ICE
Inoltre, accogliamo con favore l’impegno della Commissione a promuovere l’accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nelle sue politiche di sviluppo e a promuovere partenariati pubblico-pubblico.
Ci aspettiamo che la revisione della Direttiva Quadro sulle Acque (DQA) e la Direttiva sull’Acqua Potabile saranno l’occasione per realizzare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nell’UE. Il Comitato dei Cittadini si aspetta di essere considerato come una delle principali parti interessate.
Chiederemo ai partiti politici e ai loro candidati alla carica di presidente della CE di impegnarsi a proporre una legislazione per attuare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e di non liberalizzare i servizi idrici e igienico-sanitari in Europa e oltre. Questo sarà importante per le elezioni europee del maggio 2014.
Croce Rossa Italiana
Oggi 17 marzo 2014 si è tenuto il previsto incontro tecnico con i rappresentanti della Croce Rossa Italiana per verificare la sussistenza delle condizioni per elaborare le “Norme di Raccordo” in relazione alla volontà della CRI di aderire al CCNL dell’ANPAS.
Le OO.SS. hanno da subito ribadito la volontà di predisporre “Norme di Raccordo” che garantiscano gli attuali livelli occupazionali e retributivi e pertanto la necessità da parte dell’Ente di garantire le risorse economiche necessarie.
Dopo un ampio dibattito, nel quale i rappresentanti della CRI non hanno presentato una proposta scritta, anche in virtù del DDL 1234 del Ministro Lorenzin, che chiede delega per la redazione di un testo unico di coordinamento ed aggiornamento della vigente normativa sugli enti vigilati dal Ministero della Salute – DLgs 178 del 2012 – le OO.SS. hanno posto le seguenti condizioni per proseguire il confronto in vista dell’incontro politico del 20 marzo:
1. acquisire copia del verbale della riunione del 27 febbraio 2014 sottoscritto da tutti i soggetti interessati (Dipartimento della Funzione Pubblica, Ministeri della Salute, della Difesa, dell’Economia e delle Finanze e della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome);
2. diffida ad applicare unilateralmente il CCNL dell’ANPAS dal 1 aprile 2014;
3. presentazione di una proposta scritta sulle “Norme di Raccordo” necessaria per l’avvio di un confronto;
4. comunicazione alle OO.SS. delle risorse finanziarie disponibili per definire le “Norme di Raccordo” e quindi salvaguardare gli attuali livelli retributivi;
5. nel caso dell’attivazione di nuove convenzioni il mantenimento dell’attuale personale in servizio.
Su questi punti aspettiamo una risposta nella prossima riunione del 20 marzo 2014.
Vi terremo informati degli sviluppi.
FP CGIL CISL FP UIL PA
Salvatore Chiaramonte Paolo Bonomo Gerardo Romano
Rinviato l’incontro del 19 marzo p.v. al 26 marzo p.v.
Richiesta di incontro unitaria
– diffida finalizzata alla sospensione di iniziative di carattere unilaterale di cui alla sua del 17 marzo 2014 ….